i: ECONOMSTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
Anno XXIV - Voi. XXVIII
Domenica 15 Agosto 1897
N. 1215
LA CONVERSIONE DELLA RENDITA
Gli aum enti v eram ente im portanti che ha conse guilo in queste u ltim e settim ane il consolidato, ha fatto riparlare della conversione della rendita e si sono attribuiti al M inistro del T esoro degli studi per la conversione stessa.E difatti in Italia il prezzo della rendita italiana è salito fino a 9 9 ,3 0 lasciando sperare prossim o il raggiungim ento della pari.
P erò bisogna tener conto dell’ aggio che è salito contem poraneam ente al 3 ,4 0 per cento, il che vuol dire che il prezzo della rendita è di fatto inferiore di cinque punti all’a p p a re n te ; m entre l’aum ento del- l’aggio ci avverte che m ano a m ano che il prezzo della rendita saliva in Italia si facevano acquisti notevoli sulle piazze estere aum entando così il debito in oro e quindi sem pre più differenziando il prezzo in carta da quello in oro.
C om unque, per quello che qui si vuole breve m ente co nsiderare, poco im porta la entità di tale d i stacco, la quale può essere anche transitoria. È in vece da considerarsi che se i giornali officiosi hanno sollecitam ente sm entita la voce corsa che il M inistro del Tesoro studiava la conversione della rendita, vuol dire che il M inistro stesso non am ava che si suscitassero in paese illusioni, p er lo m eno p re m a tu re. Non si vuol qui analizzare quale sia la situa zione del m ercato rispetto ai prezzi dei principali valori in generale, delle ren d ite di S tato in parti colare e più specialm ente della rendita italian a. Ci troviam o di fronte ad un fatto v eram en te anorm ale, quello di un m ercato attivo ed in aum ento in una stagione nella quale sono di solito m olto scarsi gli operatori e più scarse le operazioni. A lcuni attrib u i scono tale attività al pericolo di u n sopravvento dei ribassisti che ha trattenuto su lla piazza ed indotti ad operare gli speculatori già imDegnati al rialzo. Ma o sia per proprio interesse o desiderio, o sia per te n er fronte ai ribassisti, fatto è che gii uni e gli altri quest’ anno hanno m antenuto attivo il m ercato e le borse com e da m olti anni non si vedeva nei m esi caldi.
Senza en trare adunque nell’esam e anche som m ario delle cause di questo fatto è da chiedersi se sia sperabile una prossim a conversione della rendita italiana 5 per cento lorda. E rispondiam o negativa- m ente per più m otivi.
P rim a di tutto non è presum ibile una conversione perdurando il regim e del corso forzato e con un aggio che oltrepassa il 5 per cento. L e alee di una sim ile
ope-razione intrapresa in tali circostanze sem brano doppie; quelle del prezzo della rendita e quelle del prezzo dell’aggio : questo p er giunta più incerto, m eno di sciplinato, p iù oscillante dell’altro e quindi elem ento di troppo facile perturbazione del m ercato.
Ma supposto anche — e la supposizione è per ora una ipotesi m olto arrischiata che si pensi possi bile che in tempo breve I’ aggio possa scendere al di sotto del punto d’oro ed anche che il cam bio ci diventi favorevole, è necessario per u na conversione che il prezzo della rendita si determ ini e si m an tenga per qualche tempo al disopra della pari di alcuni punti. Se la conversione vuol dire offrire la restituzione del capitale o un nuovo titolo portante m eno in teresse, è evidente che tanto m inore sarà l’incentivo a chiedere il danaro quanto m aggiore al di là della pari sarà il prezzo della rendita sul m ercato. P e r cui non basta ad assicu rare Ja operazione che il consolidato abbia raggiunto la pari, ma bisogna che la oltrepassi convenevolm ente e che si m antenga per qualche tem po a così alto prezzo garantendo in certo modo colla resistenza che non precipiterà du ran te il tem po in cui la operazione si eseguisce.
E basterebbero queste considerazioni per far com p rendere che colla rendita a P arigi al prezzo di 9 4 .5 0 circa è m olto diffìcile pensare prossim a una conver sione e più diffìcile ancora cred ere che il M inistro del tesoro vi si apparecchi. Ma vi sono per la con versione dalla rendita italiana altre difficoltà in trin - siche sulle quali è bene che il pubblico ferm i il proprio pensiero, onde non crearsi soverchie illusioni.
Delle conversioni che sono state fatte in F ran cia - e prendiam o I’ esem pio della vicina repubblica che m eno si discosta da noi - si hanno tre esem pi tipici: la conversione del 1 8 5 2 quando il 5 p e r cento era appena al prezzo del 1 0 3 .6 0 e che si capitalizzava, quindi a 4 .8 2 e non riu scì che sten tatam ente; - la conversione del 1883 del 5 p er cento in 4 */, per cento quando aveva raggiunto il prezzo di 120 e rendeva quindi il 4 ,1 5 . L ’ operazione fatta sopra 3 4 0 milioni di rendita riuscì splendidam ente e non fu dom andato il rim borso che di fr. 4 .4 1 7 di ren d ita. Nella conversione del 1887 il 4 ‘/ , era a 109 circa, e si ebbero circa 8 0 m ilioni di rim borsi.
La conversione del nostro 5 per cento, cioè 4 per cento netto in 3 */, p er cento im porterebbe una operazione di più che 4 0 0 m ilioni di ren d ita, 8 m i liardi di capitale, e, all’ infuori di quelle inglesi, nessuna conversione sarebbe stata fatta di tanta im portanza.
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di dom ande notevoli di rim b o rso ; nè la finanza ita liana è ora abbastanza solidam ente organizzata per fornire resistenza ai possibili attacchi di chi volesse im pedirci la riuscita della operazione.
Se pertanto è possibile sperare che la saggezza del paese costringa i governi a cercare sopratutto l’equilibrio delle finanze p er non ricadere nei disa vanzi e nell’aum ento del debito pubblico, il prezzo della rendita potrà anche aum entare abbastanza per consigliare lo studio di una operazione di conversione. Ma prim a sarà necessario che il M inistro del Tesoro apparecchi la m ateria prim a convertibile, cioè sud divida gli 8 m iliardi di Consolidato 5 per cento in modo che si possa procedere ad una conversione abbastanza lim itata per non esporsi a pericoli di troppo grossi rim borsi.
Il fatto che il nostro consolidato 5 p er cento è quasi per m età nom inativo potrebbe offrire 1’ occa sione di apparecchiare intanto una prim a divisione in due serie diverse per le quali la conversione, ad esem pio, fosse prom essa in ritardo di un quinquennio alm eno p er la rendita nom inativa a paragone di quella al portatore. Si avrebbe già ridotta alm eno di -i m i liardi la rendita convertibile in una prim a operazione. A nche questa cifra può p arere eccessiva data la g ra cilità dei nostri organism i finanziari, m a non pos sono m ancare espedienti p er dim inuirla ancora.
In ogni caso, adunque, si può credere ozioso ogni discorso sulla conversione se prim a il consolidato non abbia raggiunto e sorpassato la pari, il cambio non sia sceso al punto d’oro e il Tesoro non abbia com piuti degli atti preparatori p er ren d e re meno pericolosa la gran d e operazione.
IL BIGLIETTO POSTALE
Com e ognuno sa, la discussione dei bilanci dello S tato fu com piuta il m ese scorso in P arlam ento fra la stretta del tem po che incalzava, e la tem peratura torrida che dissuadeva anco i più volenterosi dal lavoro m inuto e paziente. — F u dunque in molte parti affrettata, specie per taluni Bilanci, com e sa rebbe quello delle Poste e dei Telegrafi, che non dànno luogo a questioni politiche. P e r esso la di scussione generale si aggirò più che altro su ciò che riguarda gli organici del personale — tem a non privo d’ im portanza, m a del quale non spetta a noi occuparci — e sfiorò appena appena 1’ argom ento delle tariffe, che è quello che più interessa il p u b blico, tutto intero.P u r qualcosa n e fu d e tto ; e quel poco vogliamo rilevarlo, sebbene non ci abbia data punta soddisfa zione, pei m otivi che verrem o dicendo.
N ella seduta del 1° luglio, I’ on. Rizzetti — ci serviam o del resoconto som m ario ufficiale — dopo avere notato non essere conveniente che il reddito dei servizi postali e telegrafici rappresenti una r i sorsa fiscale, affermò essere indispensabile una di m inuzione delle tasse di affrancatura tanto delle let tere sem plici com e delle raccom andate. A ccennò anche alla possibilità della riduzione di prezzo delle cartoline postali, ed espresse altresì il p arere che sia conveniente una riduzione nel prezzo dei biglietti postali, dei quali attualm ente il pubblico non si serve.
Lasciam o da parte la questione se i prodotti dei servizi postali e telegrafici devano o no costituire una risorsa fiscale. G ran m ale, per dire il vero, non ce lo vediam o. Non p er m otivi esclusivam ente fiscali lo Stato si è riservato l'esercizio esclusivo di coteste due aziende, m entre viceversa soltanto per tali m o tivi si è assunto il monopolio dei sali e dei tabacchi. Ma se la finanza italiana non può oggi privarsi di nessuna entrata, se le dette due aziende per fortuna rendono piuttosto bene (e quando si applicassero tariffe più miti crediam o potrebbero ren d ere anche di più) non sappiam o scorgere, ripetesi, il perchè 10 Stato, salvo destinare al m iglioram ento del se r vizio una parte dei proventi, non possa legittim a- m ente godere del sopravanzo di questi sulle spese.
La questione è piuttosto quest’ altra. La m itiga zione delle tariffe crescerebbe o no il num ero e l’attività degli intenti della posta, e quindi anche, a non lungo andare, le entrate dell’ azienda postale ? Noi crediam o di sì, e ne abbiam o parlato in più occasioni. Ma pare che il G overno continui a pen sarla diversam ente.
Di fatti, nella seduta del 3 luglio, il m inistro Sineo rispondeva all’on. Rizzetti dichiarando di non potere per oru accettare le sue proposte di riduzione delle tariffe, perchè crede eh ’ essa porterebbe a una no tevole dim inuzione dei proventi.
Q uale estensione di tem po deve avere il per ora, m entre la riduzione delle tariffe viene chiesta ma negata da interi decenni, sarebbe difficile capirlo, in quanto che l’indicazione dei criteri su cui si basa siffatta previsione dei m inori proventi, com e non fu mai data p er l’ innanzi, non vien data neanche questa volta. Sono i soliti tim ori che furono affacciati anche molti anni fa, quando si trattò di m ettere in vigore le cartoline. Doveva scem are T uso delle lettere chiuse. Invece i due mezzi di com unicazione ep i stolare non hanno fatto che essere sem pre più usati l’uno e l’altro, con vantaggio insiem e del pubblico utente e dello Stato esercente. Ma p er oggi largheg giam o, anche questo transeat, e veniam o al biglietto postale.
All’esatta osservazione dell’on. Rizzetti, che cioè il pubblico non se ne se rv e affatto, il m inistro Sineo rispose convenendo che il biglietto postale ha fatto cattiva prova, ma opinando sia m eglio, anziché r i du rn e il prezzo, lasciarlo m orire. Q uesta poi non la intendiam o davvero. S arebbe com e dire : poiché il tal de’ tali è am m alato, piuttosto che curarlo sarà opportuno am m azzarlo.
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m ai glieli com prerebbe ? È successo quello che d o veva succedere. Soltanto del contrario vi sarebbe stato da m aravigliarsi.
Secondo noi l’esperim ento da farsi sarebbe questo : ribassare il prezzo della lettera sem plice di 15 gram m i a Cent. 15, ribassare quello delle cartoline a Cent. 5 e quello del biglietto postale a Cent. 10.
Ma poiché al ribasso di tutti e tre i prezzi n e s sun m inistro delle Poste ha finora il coraggio di v en ire, ci contenterem m o di quest’ altro m inore e più cauto esp erim en to : rid u rre a Cent. 1 5 quello del biglietto postale. Ogni servizio deve essere r e tribuito in proporzione della sua utilità. O ra quella del biglietto è evidentem ente intermedia fra l’utilità d’una lettera e quella d ’una cartolina. N ella lettera v’è spazio per scrivere molto e v’è il segreto. Nella cartolina v’ è poco spazio e m anca il segreto. Nel biglietto postale lo spazio per scrivere è di poco m aggiore che nella cartolina, ma il segreto c’ è.
O gni esercente che sappia fare il proprio m estiere, cerca di graduare, non all’infinito ma notevolm ente, la qualità della m erce che spaccia o dei servigi che rende, per m ettere l’una o gli altri alla portata di quanti più clienti gli riesca. Al teatro, fra i posti di platea e le poltrone di velluto, ci sono i posti num erati di m edia com odità e di m edio prezzo. Presso le ferrovie, per com odo del com m ercio, e quindi anche a vantaggio dell’A m m inistrazione, tra la grande e la piccola velocità, v ’ è la piccola ve locità accelerata; e le tariffe n atu ralm en te stanno colla velocità in proporzione. Il m onopolio g o v ern a tivo dei tabacchi ha tutta una scala sem itonata di prezzi, a cui rispondono altrettanti prodotti diversi fra loro, dal sigaro d’avana da una lira alla sigaretta da due centesim i.
E la Posta ? Notisi che il biglietto postale non si tratta di crearlo, poiché già c’è, ma di renderlo utile, poiché oggi nessuno lo adopera. B asterebbe portarlo — quello solo, il m inistro non si spaventi ! - a G ent. 15. S arebbe un esperim ento davvero in piccolo.^ A sm etterlo si sarebbe sem pre a tem po. P uò far dim inuire, ma ben poco e p er ben poco tem po, il consum o dei francobolli da venti ? Ma allora v o r rebbe d ire che attecchisce b e n e ; ed il G overno ripiglierebbe di qua, più cbe non perdesse di là.
E il m inistro Sineo dice, senza sp ieg arsi, che è m eglio lasciarlo morirei
S arà ! . . . . (ma non ci credo).
ANCORA SOL PREZZO DEL PANE
Un egregio pubblicista, il dottore G ilberto S e - crétant, ha diretto al Fanfulla (n u m ero 214) una lunga lettera intorno alla questione del prezzo del pane. Gli argom enti svolti dal nostro am ico ci sem brano m eritevoli di tutta l’attenzione dei lettori e, in generale, di coloro che non sono disposti a lasciarsi fuorviare dalle frasi fatte intorno alla in gordigia dei fo rn a i. P ertanto crediam o u tile di r i
p ro d u rre alcune parti di quella lettera.
Il d r. S ecrétan t osserva che la nota dom inante delle agitazioni è quella di ch ied ere provvedim enti per frenare l’ in g o rd ig ia dei panificatori, n è egli in tende difenderli. Ma gli pare che il fenom eno del l’alto prezzo del pane sia più com plesso e che debbano
esserne indagate tutte le cause, p er vedere se non ci sieno ingordigie anche m aggiori di quella dei fornai da co lp ire; se, alle volte, q ueste non sieno loro stesse cause di quella; se, finalm ente, col non studiare che una causa sola del m ale per porre riparo soltanto ad essa non si arrisc h i di aggravare il male stesso o di non trovarvi sollecito rim edio. E la lettera cosi continua :
A fissare il prezzo del pane tre elem enti co n tri buiscono :
1° Il prezzo della m ateria prim a, cioè del fru m ento ;
2° Il costo di produzione in cui possiamo in cludere tutti i fattori necessari, dalla m acinazione, cioè, alla vendita, e quindi m olitura, trasporti e dazi sulle farine, com bustibile, le spese del forno e del negozio, la m ano d ’ opera, il deterioram ento degli ¡strum enti, ec., ec. ;
3° Il profitto che due elem enti concorrono a ren d e re necessariam ente più fo rte : il guadagno del produttore e la com partecipazione al reddito che si prendono sotto form a di tasse (non certo lievi in Italia) lo S tato , le P rovincie e i Com uni.
O sservando la tabella dei prezzi m edii del grano e del pane dal 1880 fino ai prim i nove m esi del 18 9 6 , nell’Annuario statistico uscito testé, vediam o com e, giù per sù, il prezzo del frum ento equvalga a due terzi del prezzo del pane, il che vuol dire che nella determ inazione del prezzo del pane il prim o e il solo sem plice di quei tre elem enti cui accennai, cioè il prezzo del frum ento, entra p er due terzi, m entre gli altri due, p u r cosi com plessi, non vi con tribuiscono che p e r un terzo soltanto, nè essi, v ari in sè e da paese a paese, sono passibili di forti r i duzioni.
P iù quindi che il costo di trasform azione del grano in pane e i profitti dei panifici, si deve studiare il prezzo del frum ento. E a questa stessa conclusione portarono le ricerche che il M inistero di agricoltura industria e com m ercio ha fatte nel 18 8 0 , im pensie rito dall’altezza del prezzo del pane, che raggiunse in qu ell’anno una m edia di centesim i 49,7 il chilo gram m o per la prim a qualità e di 4 2 ,2 p er la seconda.
Ma quei dati dell’ Annuario statistico, pur non riguardando che 16 anni, ci riv elan o u n altro fe nom eno, verificatosi, del resto, sem pre e d ap p er tutto, e che è quello che ha fatto e fa cred ere (o può far cred ere che si creda) che l’aum ento ecces sivo del prezzo del pane soltanto ai fornai debba attribuirsi.
E il fenom eno è q u e sto : che il prezzo del pane alle volte tende ad aum entarsi in m isura p ro p o r zionatam ente maggiore dell’ aum entarsi de! prezzo del frum ento, m entre tende invece a dim inuire in proporzione minore.
Q uesto non sem pre accade, poiché i fattori della industria panificatrice sono m olteplici e possono in fluire a v ariare in u n senso o nell’ altro il prezzo del prod o tto ; ma più spesso però il fatto si m ani festa e conviene studiarlo.
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Dall’ altro lato, poi, l’aum ento del prezzo del fru m ento producendo ¡1 rincaro del pane dim inuisce il consumo di questo, onde il fornaio deve dividere le sue spese, rim aste in parte inalterate, in parte accresciute, p e r u na m inore quantità di prodotto dal consum o richiesto, e da essa ritra rre poi ugual somm a di profitto per sè e per la com partecipazione su di esso accaparratasi dai fisco governativo e com unale.
Ecco dunque com e soltanto favorevoli cause estra nee possano im pedire che il pane rincari in propor zione m aggiore del rincaro del frum ento, e come, evidentem ente, l’ ingordigia dei fornai entri in ciò in modo m olto relativo.
Dove c’ en tra , indubbiam ente di più, sebbene altre cause anche qui rendano in parte necessario il fe nom eno, si è quando il prezzo del pane dim inuisce in m isura m inore del dim inuirvi del prezzo del grano. In quei m om enti il pane ribassa e nessuno pensa, lieto del fatto, che potrebbe ribassare di più. Q uando il prezzo rialza, più grave l’ ingordigia ap pare, poiché grave è il m ale, ma appunto perchè il fenom eno, com e vedem m o, è in grandissim a parte inevitabile, mi pare possa essere pericoloso il fom en tare una agitazione rivolgentesi tutta coi fornai, che se forzatam ente obbligati a vendere il pane ad un prezzo inferiore a quello da essi creduto o in realtà necessario a g ara n tire il loro profitto, potrebbero
astenersi dalla produzione. E allora.
Che i profitti dei fornai sieno forti può darsi e molti com puti furono fatti in Italia e all’estero per dim ostrarlo. Ciò avviene perchè l’ industria della panificazione in tu tti e due i suoi m om enti, della m acinazione, e della panificazione propriam ente detta viene per n atu ra sua a monopolizzarsi. In Italia però essa è così frazionata che i profitti non pos sono essere e non sono eccessivi.
A rip arare a ciò, un sistem a vieue facilm ente suggerito dalla logica e confortato dai risultati o t tenuti in F rancia, nel Belgio, e anche presso di noi, in L om bardia e in Piem onte, dai forni o panifici cooperativi.
Ma se far sorgere e diffondere questo salutare si stem a della cooperazione nell’industria del panificio è opera altam ente m orale e utile e civile cui si deve atten d ere p e r poter ren d e re così possibile la produzione del pane al m assim o buon m ercato, mi pare, altresì, che sia fin troppo evidente che non è opera che possa in u n giorno portare un resultato benefico, nè rid a re subito alle popolazioni povere turbate il pane a m ite prezzo.
Si deve nell’ attesa rico rrere alle mète o ai cal mieri? V ecchi sistem i abbandonati, il solo fatto che abbandonati furono ci prova che erano im potenti a rep rim e re il m ale, se p u r non lo aggravavano.
O nd’è che ad un altro rim edio bisogna rico rrere. P oiché nel prezzo del pane per due terzi en tra il prezzo del grano, poiché solo per u n terzo entra il costo di produzione, poiché quello ha u n ’ influenza su questo e questo non è possibile sollecitam ente dim inuire, palm i evidente ch e solo si può utilm ente pensare, e bisogna pensare a far dim inuire il prezzo del frum ento.
V ediam o c o n » il prezzo del frum ento si determ ini. Secondo la legge di R icardo esso tende a livel larsi sul suo costo di produzione nei terreni meno adatti alla coltura frum entaria, che se così non fosse questi terren i v errebbero adibiti ad altre col tu re più rim unerative.
La legge dunque non può non verificarsi nel m ercato chiuso di un paese che deva bastare a sè stesso, che, cioè, deva fornire alla popolazione tutto
il suo fabbisogno granario.
Ma questo orm ai più non avviene. L a rapidità e la facilità delle com unicazioni hanno tolto le b ar riere, e quindi nei vecchi m ercati europei, sui quali aveva portato 1’ attenzione Ricardo, si è introdotto ¡’elem ento della concorrenza estera che la legge viene a tu rb are, ed essa tende a verificarsi non nei singoli Stati, bensì nel m ondo intero. E siccom e la R ussia e 1’ A m erica hanno vastissim i e fertilissim i terreni, che possono fornire all’E u ropa il grano di cui essa ha bisogno al prezzo in cui essa può produrlo nei terren i più fertili suoi, così avvennero due benefìci risu lta ti: p rim o : una enorm e dim inuzione nel prezzo del grano — secondo : la scom parsa della necessità di adibire alla cultura g ranaria i terreni m eno fer tili, perm ettendo che venissero dedicati a colture più rim un erativ e, e capaci di utilissim i scam bi.
In tali condizioni pareva evidente che il solo prov vedim ento da prendere da ogni singolo paese nel l’interesse della propria econom ia, fosse quello di lasciare intera e com pleta libertà al com m ercio dei cereali. Così il psezzo del grano sarebbe venuto a stabilirsi in una m isura m olto bassa, com pensatrice del costo di produzione nei terreni m eno fertili fra i più fertili (p er il grano) dell’A m erica e della R us sia, e un po’ alla volta la produzione si sarebbe equiparata al fabbisogno m ondiale, elim inando presso che tòtalm ente il pericolo delle carestie.
Ma invece, il dim inuire del prezzo del grano e del pane, cui oggi par che tutti vogliano tendere, spaventò. Si ricorse da parecchie nazioni al prote zionism o, e in Italia il dazio fiscale di L. 1,40 che gravava sul grano fino al 1887, fu man m ano portato a L . 3, a L . 5, a L. 7, a L. 7,30. e in questa m isura, che per l’obbligatorietà del pagam ento dei dazi in oro si eleva ad otto e più, secondo il saggio del cam bio, grava tuttora sull’im portazione.
Così il prezzo del grano nei m ercati interni si elevò su quello dei m ercati liberi di una cifra q u a l che volta inferiore, più spesso anche su periore, ma nel com plesso uguale perfettam ente all’ am m ontare del dazio. N elle ultim e tre annate 1 8 9 3 -9 4 , 9 4 - 9 3 e 9 3 -9 6 il prezzo del grano fu, rispettivam ente, a L ondra (m ercato libero) di L. 15,40, 11,87, 1 4 ,3 8 e in Italia di L. 21,98, 19,64, 2 1 ,1 6 il quintale. Oggi, prendendo gli ultim i telegram m i, vediam o che nei m ercati liberi il prezzo varia per i diversi grani da 17 a 19 lire al quintale e nei m ercati interni da 26 a 28, con tendenza all’aum ento.
Conseguenza di ciò fu, naturalm ente, una diffe renza fortissim a fra il prezzo del pane in Italia e nei paesi senza dazio. L ’ anno scorso a L ondra il pane variò da 24 a 28 centesim i il kg. e in Italia se gnarono u na m edia quello di prim a qualità di c e n tesimi 3 8 ,3 e quello di seconda di 3 1 ,6 .
Detto questo, io mi d om ando: dobbiam o proprio cercar riparo al rin ca ra re del pane con dei prov vedim enti diretti a d im inuire il costo di produzione e i profitti, o non dobbiam o vedere se si debba subito porvi rim edio col togliere o alm eno, per il
m om ento, col ribassare il dazio?
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ribasso che equivarrà certam ente a sette od otto centesim i il kg. di pane e potrà rendersi anche m ag giore per la libera concorrenza nel com m ercio dei grani, e coll’ avviare la cooperazione nell’ in d u stria della panificazione.
A questo punto il S ecrétant si chiede se si può tog ¡ere il dazio sul grano, e dopo m olte considera zioni osserva che una trasform azione trib u taria te n dente a far affluire all’erario e non ai privati il di F u u 6 ora Pa§a com plesso della popolazione po trebbe essere non solo di proficuo vantaggio pel- bilancio ma di sollievo altresì per tutti i co n tri buenti. E non occorre diciam o che siam o in questo pienam ente d’ accordo con lo scrittore della bella lettera, come in tutte le altre considerazioni eh’ egli espone su ll’argom ento.
Lo Stato e feiirazlone in IniMlterra
I due paesi che hanno presentem ente le cifre più alte, in via assoluta, di em igranti, sono P In g h ilterra e l’Italia. La prim a nell’ultim o sessennio 1 8 9 1 -9 6 ha avuto in m edja T an n o 2 8 4 ,0 1 4 e m ig ra n ti; la s e conda 2 31,436, senza distinzione di em igrazione p ropria e tem poranea, e considerando soltanto la p rim a, la m edia annuale nel detto periodo scende a 144,072.
L a G erm ania che antecedentem ente al 1891 ha avuto una forte em igrazione, tanto da rag g iu n g e re *881 la cifra m assim a di 2 2 0 ,9 0 2 , nel 189ò ebbe solo 3 7 ,4 9 8 em igranti, m entre ancora nel 1891 salivano a 1 20,089. Così m entre il problem a della tutela all em igrazione acquistava sem pre m aggiore im portanza in Inghilterra e in Italia, od alm eno non ne perdeva affatto, in questi ultim i anni in G erm ania pel decrescere della co rrente em igratoria tedesca, la questione dà pensiero ora m eno che in passato. T u t tavia, com e vedrem o in altro m om ento, il governo tedesco si è dato cura di riv ed ere la legislazione che regola la em igrazione, ed ha form ulato u n progetto che converrà far conoscere. Ma T Inghilterra p re senta a questo riguardo un interesse m aggiore. Ivi governo e privati hanno già da un pezzo,° e negli ultim i tem pi il prim o con m aggior continuità di propo siti e i secondi con crescente e illum inata iniziativa, cercato in modi vari di ren d ere m eno difficile la sorte dell’ em igrante, di agevolargli anzi l’attuazione dei suo proponim ento di espatriare, d i fornirgli le più utili e necessarie inform azioni. V ediam o dapprim a ciò che ha fatto lo Stato m ediante la legislazione.
II contenuto dell’odierno diritto dell’ em igrazione - scrive un recente A utore ‘) - è la protezione dell’ em igrante contro lo sfruttam ento, le frodi e i cattivi trattam enti. Questa legislazione, che trasse le sue origini dalle ragioni fondam entali dell’ um anità, si svolse a sbalzi, in occasione di speciali abusi, di scandalosi avvenim enti e poscia fu di nuovo resa m ite p er riguardo all’ utile degli arm atori e alla povertà degli em igranti, prese a sorvegliare due cose : il
) Kael Rathgen, Englische Auswanderung und Auswanderungspolitih im neunzehten Jahrhundert. -
(Leipzig, 1896).
carico sulla nave e la m ediazione nella vendita dei biglietti.
L e privazioni e le sofferenze alle quali in passato erano esposti gli em igranti poveri e ignoranti d urante la traversata, come prim a e dopo T im barco, sono state spesso descritte. C harles B u lle r, am ico di W a- kefield e ascritto alla m inoranza liberale, in u n d i scorso tenuto alla Cam era dei Com uni il 6 A prile 1843, diceva che lo Stato aveva tollerato il carico dj esseri um ani tanto quanto piaceva alla avidità e all im prudenza degli arm atori.
« Il resultato di questa im p ru d en te e vergognosa trascuranza verso gli em igranti era che centinaia e m igliaia di famiglie di poveri nei loro lu rid i cenci dai quals di Liverpool e di Cork salivano su navi m alsane e peggio approvvigionate, nelle quali esseri um ani v e nivano installati in spazi, in cui al ritorno era caricato il legnam e. Tanto per ignoranza quanto perchè dal g o verno non istruiti su ciò che è necessario in un sim ile viaggio, essi soffrivano la m ancanza di cibo e di vestito. Cotali privazioni, il sudicium e e l’aria ca t tiva producevano m alattie e le navi che rag g iu n g e vano sicuram ente la loro m eta portavano la' febbre con la m iseria sui qtiais di Q uebec e di M ontreal. L e cure m ediche non erano richieste e se talvolta esse non m ancavano, non era questa che una lode vole eccezione alla regola ».
La legislazione inglese intorno a questa m ateria com incia, può dirsi, al principio del secolo col Pas- sengers Act 4 3 Geo III c. 56. Cotesta legge del 480 3 vuole che le navi inglesi non debbano nei viaggi pei paesi tran sm arin i caricare più di una persona p e r due tonnellate di registro, com preso l’equipaggio; pei bastim enti d’altra nazionalità non doveva essere caricato più d’ una persona p er ogni 5 tonnellate. Inoltre, le navi in rotta p er l’A m erica del N ord do vevano esser provviste di viveri p er 42 settim ane. I controlli consistevano in ciò, che il capitano aveva da presen tare all’au to rità doganale u na lista delle persone a bordo e l’ im piegato di dogana poteva visitare la nave con un giudice di pace e, occor rendo, tratten erla. All’ ufficio di dogana doveva essere data la garanzia che la nave poteva te n ere il m are ed i passeggeri avrebbero potuto approdare al luogo di destinazione.
La disposizione di questa legge del 4803 che i bastim enti non britannici dovevano p o rtare soltanto una persona per ogni cinque tonnellate di registro venne nel 4 8 1 6 estesa ai bastim enti inglesi che spe divano em igranti dal Regno U nito agli Stati U niti d ’A m erica. Lo scopo era dunque di ren d ere più difficile l'em igrazione per quel paese.
Non sem bra che queste disposizioni abbiano avuto grande efficacia anche perchè gli em igranti poveri non avevano affatto la possibilità di chiam ar responsabile il capitano nel 'uogo d’arrivo. E ra pertanto di molta im portanza ch e il m iglioram ento nella loro condi zione venisse procurato dalla legislazione degli Stati U niti che com inciò col 4 8 4 9 e da quella dello Stato di Nuova Y o rk che s’inizia a p artire dai 4 8 2 4 ; ma a d ir vero divenne p iù efficace solo col 1847.
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gnam ento di un m edico. Ma specialm ente im portante era il disposto che l’Ufficio doganale poteva dare il perm esso che una nave caricasse una persona per ogni 2 tonnellate di registro e poteva dispensare, in generale, d a l! osservanza della legge pei viaggi dall’ Irlanda all’A m erica inglese.
N ondim eno si levò contro la legge una tempesta di lagnanze. Le spese di trasporto erano aum entate considerevolm ente. Nel 1827 la legge fu abolita con le conseguenze che allora specialm ente erano pre vedibili; tosto si alzarono alte grida dalle colonie e da parte di ditte rispettabili sullo sfruttam ento v e r gognoso degli em igranti. M alattie e fame dom ina vano su varie navi. Una di esse lasciò la T erra nuova m entre i passeggieri si erano dichiarali in aperta som m ossa e il capitano doveva coll’arm i in pugno custodire i viveri. L a legge del 1828 ristabilì alcune prescrizioni e col 18 3 0 furono istituiti gli Emigration Agents o ispettori dell’ em igrazione presso i prin cipali porti britannici e nell’A m erica inglese. Essi avevano da sorvegliare la esecuzione dei Passengers Acts e gli interessi degli em igranti, i cui diritti erano difesi senza spese dinanzi ai giudici di pace ed erano obbligati a d ar loro, in generale, inform azioni. Spe cialm ente doveva essere procurato lavoro agli im m igranti arriv ali e condotti via dal luogo di sbarco nel più breve tem po possibile. Siccom e a quel tempo si com inciò a pubblicare notizie per gli em igranti, così furono anche divulgati avvertim enti contro le frodi, specialm ente contro quelle di alberghi perico losi, nei quali le persone venivano trattenute più a lungo che era possibile e indotte a spendere i loro risparm i. V enne anche stabilito che gli em i gran ti potevano v ersare il loro denaro agli agenti del governo prim a della partenza, per riceverlo di r i torno al luogo di destinazione.
Con la legge del 1835 fu fatto un passo ancora più im portante, ma anche essa non riuscì a far cessare le lagnanze, che anzi crebbero specialm ente rig u ard o agli agenti privati di em igrazione. La gente, com e scriveva un funzionario del Canada, viene i n dotta da persone interessate ad abbandonare la patria, ingannata con false asserzioni viene al porto, igno ran te dei mezzi legali di difesa contro le frodi ; qui essi sono com pletam ente in m ano dell’agente, che, spintovi dalla gran d e concorrenza, decanta le eccel lenti qualità della nave da lui rappresentata. Spesso viene sostenuto sfrontatam ente che il viaggio sarà com piuto in 25 a 30 giorni e che i viveri (si noli che allora il viaggiatore provvedeva da sè al vitto) bastavano copiosam ente per questo periodo, m entre nell’ ultim a stagione (1 8 3 9 ) 133 bastim enti di em i granti im piegarono più di 4 5 giorni e 15 bastim enti più di 60 giorni di traversata ». In due di tali casi, nei quali la nave fu in viaggio 80 e 69 giorni, gli em igranti dovettero com perare viveri dal capitano a prezzi enorm i e così sbarcavano spogliati di tutto il denaro.
L a istituzione di un ufficio speciale di sorveglianza dell’em igrazione presso al quale erano raccolti i r e clami ed ivi effettiva m ente esam inati, condusse a s siem e al grande aum ento della em igrazione !) alla
l) Dal 1815 al 1896 l’emigrazione fu pei vari de
cenni (meno i primi anni e gli ultimi) la seguente :
1815-1820 = 123,528
1821-1830 = 247,292
1831-1840 = 703,150
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preparazione di una nuova legge, m olto più m inuta, che fu quella del 12 agosto 1842, m odificata poscia con parecchie altre leggi del 1 8 4 7 ,1 8 4 8 ,1 8 5 2 ,1 8 5 5 , 1863 e 1889. Un cenno di queste varie leggi, anche breve, ci porterebbe a fare la storia com pleta della em igrazione inglese in questo secolo e tale non è il nostro proposito.
T uttavia, perchè si veda come si è svolta la tu tela legislativa degli em igranti e prim a di saltare addirittura all’ epoca presente e di venire alle p rin cipali disposizioni di legge ora vigente, non è in o p portuno di riassum ere alcune vicende della em igra zione inglese.
La legge del 1812 costituiva u n passo innanzi m olto notevole nella tutela degli em igranti. Una delle più im portanti novità era questa, che 1’ equipaggia m ento, la navigabilità, ecc. dovevano essere esam i nati prim a della partenza dagli ispettori della e m i grazione ; inoltre stabiliva che gli agenti privati di em igrazione che si occupavano delle spedizioni n e l l’Am erica del N ord dovessero chiedere l’ autorizza zione. E altre prescrizioni non m ancavano riguardo al m edico, ai ponti da passeggieri (passenger decks) ai viveri, ecc. La legge del 1842 in realtà soddi sfaceva I’ opinione pubblica. Ma pochi anni dopo al cune circostanze m utavano lo stato delle cose. La em igrazione che nel 1 8 4 2 era stata di 128,344, nel 1843 di 5 7 ,2 1 2 , nel 184 4 di 70,6 8 6 , nel 1845 di 9 5 ,5 0 1 , nel 184 6 di 129,851 sali T an n o dopo a 2 5 8 ,2 7 0 , di cui quasi 2 1 8 ,0 0 0 erano em igranti irla n desi, m entre nel 1 8 4 6 q u esti non superarono i 1 1 0 ,0 0 0 . Cotesto forte aum ento deriva dalla carestia in I r landa e in tale circostanza il governo inglese evitò anzitutto di fare g randi cam biam enti a una legge che fino allora pareva avesse influito favorevolm ente, e questo p er non porre ostacoli a u n a em igrazione in sè desiderata. T uttavia fu soddisfatto il desiderio dogli ispettori della em igrazione di porre sotto con trollo anche i piccoli bastim enti di em igranti. Ma proprio allora si versò nella corrente em igrazione la più grande m iseria accom pagnata dalla m alattia, cosicché la febbre e la dissenteria dom inarono su tutte le navi di em igranti. P rovvedim enti strao rd i nari furono tosto presi dal governo e dalle colonie; essi non poterono im pedire per altri che nel 1847 un sesto degli em igranti pel C anadà e il N uovo B ru n sw ick m orissero durante il viaggio, nelle q u arantene o negli spedali. T ali fatti diedero nuovo im pulso al desi derio di una m igliore protezione legislativa. Le colonie e la m adre patria adottarono infatti alcuni nuovi
1841-1850 = 1,684,892 1851-1860 = 2,287,205 1861-1870 = 1,967,570 1871-1880 = • 2,228,396 1881-1890 = 3,555,655 1891-1896 = 1,704,084 Totale 14,501,772
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provvedim enti. L’ Inghilterra con la legge 28 m ar zo 184 8 m odificò alcune parti della sua legislazione dapprim a nei rig u ard i soltanto dell’A m erica del N ord e poscia, c o r i ottobre 1849, per tutti i viaggi di m a re. Stabilì ad esem pio che invece di 5 passeggieri ogni.5 tonnellate di registro ve ne fosse uno ogni due, che m ediante regolam enti reali (Queen in council) potessero essere em anate prescrizioni per garantire ¡’o rdine e la pulizia di bordo delle navi inglesi, fa coltà di cui tosto venne fatto uso. Di particolare im portanza era poi la disposizione per la quale veniva introdotto l’esam e m edico reg o lare dello stato di salute degli em igranti all’ im barco. E non m eno im portante era la circostanza che gli Stati U niti nel m aggio 1848 prom ulgavano una legge la quale conteneva prescrizioni sim ili a quelle nuove dall’In g h ilte rra ; im portante perchè la co rrente em i grato ria verso gli Stati U niti si andava ingrossando considerevolm ente e al contrario scem ava quella verso le colonie inglesi nell’A m erica del nord.
In quale m isura si debba alle m igliorate condi zioni econom iche e sanitarie dell’ Irlanda da un lato, e alla più rigorosa vigilanza dall’altro, il fatto che gli avvenim enti tristissim i del 1847 nonostante l’aum ento della em igrazione non si ripeterono, è diffìcile di sta bilire. Quello che è certo è che gli sforzi p e r m i gliorare il trattam ento e il m autenim ento degli em i granti, per ren d e re più efficace la loro tutela non cessarono. Nel 1851 un Com itato della C am era dei C om uni fece una inchiesta sulla efficacia dei Pas- sengers Acts e le sue proposte condussero I’ anno dopo all' approvazione di una nuova legge, con la quale fu introdotta una serie di m iglioram enti. Essa stabiliva, fra l’altro, che gli uom ini sposati dovevano essere alloggiati separatam ente dagli altri viaggiatori, che il m antenim ento degli em igranti e dell’eq uipag gio doveva essere egualm ente buono, ecc., ecc. F i nalm ente la legge faceva obbligo allo S tato di tr a sportare l’em igrante naufragato alla sua destinazione e gli dava l’azione di regresso contro il proprietario o il noleggiatore della nave (fino all’ im porto del prezzo di viaggio pagato). E questa um ana disposi zione veniva applicata già nel 4 8 5 3 a q u attro casi di naufragio.
Q uesta nuova legge stabiliva m aggiori vincoli, ma non pare che abbia influito sfavorevolm ente nem m eno sui prezzi dei viaggi. Soltanto nei viaggi per ¡’A ustralia, dove 1’,im m igrazione aum entava in seguito alle scoperte di oro, m olti capitani tentarono d u ran te il viaggio di ren d e r lettera m orta le dispo sizioni legislative, sicché divenne necessario un se vero controllo all’ arrivo. In A ustralia nel 1853 fu avviato processo penale contro capitani in non m eno di 70J casi, la qual cosa ebbe tosto u n effetto salu tare. A nche per questo l’ ufficio dell’ em igrazione nei suoi rapporti, insisteva sul fatto che la protezione degli em igranti non può essere com pleta e sicura se non quando anche all’arrivo ha luogo u n efficace controllo, com e nelle colonie britanniche. A ggiungeva che di scarsissim a efficacia sono le leggi, se la sp e dizione è diretta in S tati esteri e particolarm ente al lorquando ha luogo sotto bandiera stran iera. La r i chiesta del deposito di una som m a alle navi stra niere di em igranti, come garanzia, la quale in caso di inosservanza della legge inglese doveva spettare al fisco, era u n rim edio soltanto p a rz ia le ; che una protezione pienam ente efficace si può rag g iu n g e re soltanto quando nel paese d’arriv o , ossia negli Stati
U n iti, sarà prom ulgata una legge il più possibile esattam ente conform e a quella inglese. Infatti la le gislazione di quel paese era rim asta indietro rispetto a quella inglese e solo col 4853 in parte la secondò.
Q ueste osservazioni dell’ufficio di em igrazione in dussero il governo a provvedere alla revisione della legge 4 8 5 2 , il che fu fatto con quella del 14 ago sto 4855, che nelle sue parti principali vige tuttora. Nel 4863 le furono fatte aggiunte di poca im por tanza e nel 1872 la esecuzione della legge passò al Board of Irade ; da ultim o, il contenuto dei Pas- sengers Act fu incluso nel 189 4 nel nuova Merchant Shipping Act di cui form a la terza parte. V ed ia m one adunque le disposizioni più im portanti.
{Continua). R. D. V.
R ivista Bibliografica
Robert Donald. — The Municipal Year Book o f thè United Kingdomfor 1897. — London, H. Marshall
and Son, 1897, pag. XVI-398 (2 scell. e 6 den.)
Questo A nnuario dei M unicipi d’In ghilterra, Scozia e Irlanda è una pubblicazione iniziata ora per la prim a *volta e di questo fatto va tenuto conto per poter dare u n giudizio sulla utilità del libro. L ’idea avuta dal signor D onald, d irettore del periodico Lon don, destinato a seguire la vita m unicipale e le q u e stioni sociali relative, è senza dubbio ottim a. Ma egli probabilm ente non 1* ha potuta tra d u rre in realtà com pletam ente col prim o A nnuario, perchè non è difficile rilevare in esso alcune lacune. T uttavia m olte notizie d i’indiscutibile interesse si hanno già intorno all’am m inistrazione di L ondra e delle m aggiori com e delle m inori città del R egno U nito. P e r ciascuna città si hanno notizie sulle condizioni legali e a m m inistrative, sulle im poste e sui principali servigi co m unali. E desiderabile che M r. D onald nel prossim o A nnnario dia le leggi fondam entali sul governo lo cale nel Regno Unito od alm eno u n sunto di esse e raccolga in prospetti statistici i dati più im p o r tanti intorno alla finanza locale. Se l’A nnuario rie - scirà a dare un quadro fedele e com pleto della vita m unicipale inglese, il Donald avrà reso certo un no tevole servigio a tutti coloro che seguono le vicende della vita sociale e am m inistrativa dell’ In g h ilterra. Intanto i lettori troveranno in questo prim o volum e notizie particolareggiate su alcuni im portanti servigi com unali e cioè intorno a quelli dell’ac q u a, del gas, della luce elettrica e dei trasporti m ediante i tram- icays. C hiudono il volum e alcuno pagine d’ infor m azioni sull’ opera dei m nnicipi per la costruzione delle case operaie.
Sebbene l’A nnuario del D onald riesca già utile p er queste inform azioni, non dubitiam o che 1’ anno ven tu ro il m ateriale che esso fornirà sarà anche più copioso e di utilità pratica m aggiore.
Dr. Oscar Jurnitschek. — Deber die wirkliche Enste- hung der Capitalien. - Vorarbeiten zur Entkräftung socialistischer Theoreme. — Berlin, Pattkammer e
Mühlbrecht, 1837, pag. VI-144 (3 marchi).
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m ente incontrato le teoriche del M arx sul valore e sul plusvalore. Di queste teorie effettivam ente il dr. Jurn itsch ek ha fatto la critica nella sua m onografia sulla origine reale dei capitali, quale lavoro prepa ratorio alla dem olizione dei teorem i socialisti. La critica dell’A utore è indubbiam ente acuta e in gran parte, a nostro avviso, coglie nel segno. Egli dim o stra in quali erro ri è caduto il M arx rig u ard o al concetto della ricchezza, del valor d’uso e del valor di scam bio, svolge am piam ente la teoria del costo e ìndica la causa e le condizioni che fanno sorgere i capitali, nonché gli effetti prodotti dal profitto0 dei capitali. L ’ ordine della trattazione poteva essere certo m igliore e alcuni punti avrebbero m eritato m aggiori dilucidazioni, ma nell’insiem e questo scritto riesce interessante p e r la critica vibrata di alcuni dei principi teoretici del M arx e p er tanto m erita 1 attenzione degli econom isti.
Albert Métln. — Le socialisme en Angleterre. — Paris, Alean, 1897, pag. 309 (3 fr. 50).
Mancava nella letteratu ra economica francese un opera com pleta sul socialism o inglese e questa del M étin viene proprio a proposito. In otto capitoli l’A utore si occupa delle origini e dello sviluppo del socialism o in In g h ilterra, di O w en e dei cartisti, del socialism o nella letteratura e nell’arte (Carlyle, R uskin, M orris) dei socialisti cristiani (M aurice, Kin gsley, ecc.) della nazionalizzazione del suolo (W a l lace, G eorge) dei collettivisti e possibilisti ossia della F ederazione socialista dem ocratica e della Società F ab ian a, del socialism o nelle file degli operai e del— 1 anarchia. L ’A utore dim ostra una vasta e sicura conoscenza] degli argom enti presi a trattare e scrive in form a sem plice e attraente. Egli crede poter con cludere che in Inghilterra non vi è nè un sol p a r tito nè una sola dottrina socialista. In quel paese il socialism o — fatta eccezione dei leaders m arxisti e fabiani — è sentim entale, è tutto im pregnato di m o rale cristiana e di deismo com e in F ra n cia prim a del 1 8 4 8 le dottrine di P ietro L ero u x e di Luigi Blanc.
« In In g h ilterra, egli aggiunge, il socialism o è in u n periodo di form azione ; l’ interesse che presenta il suo studio è di m o strare’ una m utazione nella co scienza sociale d’ u n popolo di spirito abbastanza onesto p er evolversi continuam ente, troppo poco pie ghevole per cam biare bruscam ente, abituato dall’uso delfassociazione e dalla pratica della libertà politica a im porre occorrendo le riform e. È dubbio che l’In g h ilterra diventi u n centro di socialism o rivolu zionario. È possibile ch e -il program m a m inim o di riform e provvisorie dom andate dai vari partiti s o cialisti sia realizzato presso di essa più com pleta m ente e più presto che in tutti gli altri paesi. »
Con queste parole si chiude il libro del M étin, che sarà letto certam en te con molto interesse e pro fitto. E g li crede in sostanza che in In g h ilterra possa trionfare il socialism o di stato e m unicipale contro il quale lotta vigorosam ente, fra le altre, la « L ib e rty and P ro p e rty D efence L eague »; m a è più probabile che il successo del socialism o di Stato sia lim itato e non vulneri il sistem a econom ico dom inante.
Edme Champion. - La France d’après les cahiers de 1789. — Paris, Armand Colin, 1897, pag. 257.
I cahiers del 17 8 9 disprezzati, dim enticati forse, dalla generazione presente saranno interrogati nel l’avvenire e rispettati com e il m onum ento storico
più istruttivo e più onorevole pei francesi. Q uesta predizione fatta sotto l’Im pero sta p er avverarsi. I cahiers pubblicati non sono stati ancora studiati con venientem ente ; se ne parla molto, ma in cam bio sono poco conosciuti e disgraziatam ente non si m etto g ran zelo a cercare gli altri e a m etterli in luce. Ura il Cham pion, che ha già scritto un libro sullo spirito della rivoluzione francese (1887), ha cercato di tracciare il quadro della F rancia nel 1789 valen dosi appunto dei cahiers che già si conoscono e sebbene il quadro non potrà dirsi com pleto che al lorquando tutti i cahiers saranno conosciuti, pure è stato possibile al Cham pion di fare uno schizzo e di fissare certi tratti essenziali in modo da avere le principali indicazioni sullo stato della F rancia a quell epoca. Data la im portanza di quei docum enti storici si com prende l’ interesse e l’utilità che p re senta questo libro il quale offre sull’ industria e il com m ercio, sulla finanza la giustizia i diritti feu dali ecc., preziose notizie.
Do». Callisto Giavazzi. — I l principio della propor
zionalità nella rappresentanza — Padova,
Pro-sperini, 1897, pag. 210.
È una dissertazione presentata all’ U niversità di Padova pel conseguim ento della laurea in legge e sebbene tratti d ’ un argom ento tu tt’altro che nuovo, riesce utile p er Pabbondanza delle notizie che con- tiene sulle varie applicazioni che ha avuto il p rin cipio della proporzionalità nella rappresentanza e p er 1 esam e critico dei principali sistem i elettorali proporzionali. L ’A utore inizia le sue ricerche p re n dendo in esam e la giustizia, la utilità e la necessità della rappresentanza proporzionale e indubbiam ente è questo il vero punto di partenza. E gli è convinto della bontà del principio, che studia poi con molta diligenza sotto l’aspetto storico e critico. T raccia da ultim o le vicende storiche della rappresentanza p ro porzionale in Italia e form ula alcune proposte te n denti a m igliorare i sistem i più accreditati. Questa monografia può quindi riu scire assai utile alla causa della rappresentanza proporzionale, diffondendo e vol garizzando le nozioni ad essa relative.
Dr. Ernest Ludlow Bogart- — Die Finanzverhdltnisse
der Einzelstaaten der Nordamerikanischen Union.
— Jena, Fischer, 1897, pag. XIII-157.
-r ■ -V .-•-■■■■ »
-15 agosto 1897 L’ E C O N O M I S T A 521
R ivista Economica
Le relazioni commerciali anglo-tedesche — La popo
lazione in Francia — Il commercio internazionale
della Germania — Il commercio internazionale de
g li Stati Uniti d’America.
Le relazioni commerciali anglo-tedesche —
N otevole l’articolo d e\\’ Economist, che pubblichiam o in appresso e che illustra — ciò che aveva in p arte già fatto il Times — le ragioni, di indole esclusivam ente econom ica, le quali hanno consi gliato all’ Inghilterra la denunzia dei trattati di com m ercio con la G erm ania e il Belgio.
A differenza però del prim o, l’ Economist g iu dica esagerate le speranze, che in In g h ilte rra ' ha destato questo provvedim ento, e lo dim ostra con un linguaggio, che apparisce convincente.
Ci pare che sia stata data soverchia im portanza alla denunzia del trattato di com m ercio con la G e r m ania e con il Belgio. I tedeschi stessi attribuiscono al provvedim ento un significato ostile e pensano che equivalga ad una dichiarazione di g u e rra com m erciale.
E ssi si rifiutano di credere che noi abbiam o se m plicem ente annuito alla dom anda delle colonie di lib erarle dalle restrizioni che quei trattati ponevano alla loro libertà fiscale
E ssi ritengono che la denunzia sia il prim o passo di u n a politica di cui il fine sarebbe la chiusura dei m ercati del Regno U nito, delle colonie e loro dipendenze, a tu tti i prodotti stranieri, m ercè l’a p plicazione di teriffe differenziali.
In paese abbiam o poi gli avvocati di una U nione im periale, che si cougratulano di questa denunzia considerandola un m ovim ento im portante verso il loro ideale, che avrà per conseguenza il rapido svi luppo del com m ercio inler-im p eriale.
N essuna di queste speranze o di questi tim ori sono realm ente giustificati.
P are che i nostri critici tedeschi non si sieno accorti che la denunzia dei trattati è dovuta più al loro governo che al nostro. Noi abbiam o chiesto loro di consentire a che i trattati fossero liberati dalla clausola che proibiva alle Colonie di g ravare i prodotti della G erm ania e del Belgio di altri o p iù alti dazi che potessero essere im posti ad a rti coli sim ilari d’ origine britannica.
Se essi avessero accettata questa m odificazione, noi, dal canto nostro sarem m o stati contenti di r i spettare tutte le altre clausole dei rispettivi trattati. Ma essi non vollero consentire questa modifica zione proposta e posero l’aut aut: i trattati d o v e vano rim anere ciò che erano od essere abrogati.
In questo stato di cose il solo mezzo che restava all’ Inghilterra era quello di denunziare i trattati p er dare alle Colonie quella libertà che esse c h ie devano. Il fatto però che noi eravam o disposti a risp ettare tutte le altre clausole doveva essere su f ficiente a provare agli allarm isti del continente che noi non volevam o rinunziare alla nostra politica p resente del libero com m ercio per g e tta rc i in una g u e rra di tariffe.
; Q uesti tim ori rivelano peraltro che essi sentono l’ ingiustizia di colpire con dazi elevati i nostri p ro dotti, m entre noi am m ettiam o i loro liberam ente.
Se la perturbazione nella quale li ha piombati il tim ore di rappresaglie avrà per risultato di ottenere alcune concessioni nei nogoziati per ii nuovo tr a t tato, sarà tanto di guadagnato.
A nche la speranza, che molti accarezzano, che cioè le nostre colonie appena saranno liberate dalle restrizioni im poste loro dai tr a tta ti, si affrette ranno a seguire 1’ esempio del C anadá, ed abbas seranno i dazi sui prodotti brittannici, noi crediam o che debba essere accolta con p ru d en te riserv a . P rim a di tutto bisogna tener presente che il tra tta m ento di favore fatto dal Canadá ai prodott inglesi potrà essere esteso anche ad altre nazioni, contro corrispondenti vantaggi. Non è un segreto che il G overno C anadese, prim a di iniziare la sua nuova politica fiscale, entrò in trattative con gli Stati U niti per concludere una tariffa a base di concessioni r e ciproche. S e questi negoziati fossero riusciti ne sarebbe nata una tariffa che praticam ente, sarebbe stata ostile all’ industria inglese.
Con ciò non vogliam o dire che nelle sue riso lu zioni il governo canadese non siasi ispirato anche ad un sentim ento di rig u ard i per la m adre patria ; m a sarebbe erro re attrib u ire una parte m aggiore del vero a quel sentim ento e trasc u rare il fatto che il governo canadese non è vincolato a continuare ad usare a noi soli questo trattam ento di favore, se estendendolo ad altre nazioni, ne potrà ottenere vantaggi adeguati. In altre parole è bene sapere che il C anada non si è definitivam ente im pegnato alla politica di una speciale tariffa p e r il co m m er cio inter-im periale.
E resta a vedere ancora se le colonie australiane sono pronte a fare ciò che ha fatto il C anadá e, se facendolo, il nostro com m ercio con loro potrà ot tenere un grande sviluppo.
Coloro; dunque i quali si aspettano dal passo fatto dal gaverno inglese considerevoli vantaggi co m m er ciali, rim arran n n o delusi.
La conseguenza della denunzia sarà questa di p orre il nostro com m ercio con le colonie su migliori basi, fornendo la possibilità di rom pere le tariffe di p ro tezione, entro le quali si erano chiuse con loro danno.
L ’Economist fa seguire queste sue considerazioni da uno specchietto dim ostrativo delle im portazioni ed esportazioni tedesche nel quinquennio 189 1 -9 5 .
Da esso resulta che la G erm ania :
ha im portato in_ Inghilterra una m edia di p ro dotti per 9 5 0 m ilioni di lire (% della sua im p o r tazione totale) e nelle Colonie una m edia inferiore ai 100 m ilioni ;
ha esportato dall’Inghilterra p er 6 7 5 m ilioni in m edia e dalle Colonie per 3 7 5 milioni ;
ossia che dalle Colonie inglesi trae quattro volte più di quanto vi m anda.
S i capisce, in presenza di queste cifre, l’agitazione dell’opinione pubblica tedesca.
La popolazione in Francia. — G ià è noto che
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Del resto le cifre sono più eloquenti di ogni altra dim ostrazione :
M aggior'num ero A nni N ascite M orti di nascite di m orti 1885 924^558 836,897 87,661 1886 912,838 860,222 52,616
_
1887 899,333 842,797 56,636 1888 882,639 837,867 44,772 1889 880,575 794,933 85,646 1890 838,059 876,505 38,446 1891 866,377 876,882 _ 10,505 1892 855,847 875.888 _ 20,041 1893 374,672 867,526 7,146 1894 855,388 815,620 39,768 1895 834,173 851,986 17,813V iceversa, tutte le popolazioni d e ll'E u ro p a occi dentale, meno gli slavi, presentano un aum ento ben m aggiore. S u 1 0 0 0 abitanti si ha ogni anno il se g u en te num ero di nascite.
U ngheria 4 2.5 Inghilterra 50.8
Italia 5 6.6 Belgio 29.5
G erm ania 56.6 Svizzera 2 8.5 A ustria 56.2 F rancia 22.1
O landa 55.8 —
Una controprova della scarsa fecondità francese si ha in qnest’altra statistica :
Celibi sopra 50 anni 1.576.591 Fam iglie senza figli 1.848.572 Id. con 1 figlio 2.65 9 .8 9 4 Id . con 2 figli 2.56 4 .2 0 2 Id. con 5 figli 1.58 5 .9 6 9 Id. con più di 5 2.122.510
Il commercio internazionale della Germania,
— E ccone le cifre som m arie (migliaia di m archi) per il l . ° sem estre 1897, in confronto del corri spondete sem estre 1896.
1896 2,106,602 1,690,224 Diff. 1897 + 170,792 74,433 3,796,324 245,225 1897 Importazioni 2,277.394 Esportazioni 1,764,655 Totale 4,042,049 Eccedenza delle importazioni 512,739 416,380 96,359
Il commercio internazionale degli Stati Uniti d’America. {Anno fiscale 1896-97) 1896-97 1895-96 D ifferenza1896-97 Esportazioni doli. 1,051,987 Importazioni » 764,374 '797,074 883,296 -+- 168,689— 32,700 T o ta le doli. 1,816,361 1,680.370 + 135.989 E ccedenza delle esportazioni 287,613 86,222 - f 201,391 In confronto dell’anno fiscale antecedente, quello ultim o testé chiuso presenta u n notevole aum ento delle esportazioni (20 °/0 circa) contro una d im in u - zilne (4 °/0) delle im portazioni.
S arà interessante vedere nell’ anno corrente gli effetti della nuova tariffa doganale.
Commercio del B elgio nel 1 8 9 6
I risultati generali del m ovim ento com m erciale tra il Belgio e i paesi esteri, in detto anno 1896, superano sensibilm ente quei del 1895 : il com m er cio generale è salito alla somm a di 5 ,7 5 7 ,7 0 0 ,0 0 0 franchi, con un aum ento di 2 4 7 ,9 0 0 ,0 0 0 sull’ e s e r cizio precedente.
Q ueste cifre com prendono le m erci im portate per il consum o, p er il transito diretto e per deposito, nella som m a, com plessivam ente, di fr. 5 ,0 5 7 ,4 0 0 ,0 0 0 ossia 1 5 2 ,5 0 0 ,0 0 0 in più del 1895.
L e m erci belghe o nazionalizzate e le estere in siem e, esportate nel 1 8 9 6 , avevano un valore di 2 ,7 2 0 ,5 0 0 ,0 0 0 franchi, vale a dire 1 1 5 ,4 0 0 ,0 0 0 più di quelle esportate nel 1895.
Q uanto al com m ercio speciale, ossia alle im por tazioni di m erci estere, dichiarate in consum o, e 1’ esportazione di m erci belghe o nazionalizzate, ec- cone i risultanti :
Periodo Im portazioni Esportazioni
1 .5 0 1 .8 0 0 .0 0 0 1 .5 1 2 .4 0 0 .0 0 0 1 .5 8 6 .7 0 0 .0 0 0 1 .5 8 5 .4 5 9 .0 0 0 1 .4 6 7 .9 0 0 .0 0 0 1881 -8 5 (media) 1,5 1 2 ,5 0 0 ,0 0 0 1886-90 » 1 ,5 0 6 ,0 0 0 ,0 0 0 1891-95 » 1,6 5 5 ,5 0 0 ,0 0 0 1895 1,6 8 0 ,4 0 7 ,0 0 0 1896 1 ,7 7 6 ,7 0 0 ,0 0 0
Il transito, che aveva una m edia annua di fr. 6 2 5 ,1 4 7 ,5 9 4 dal 1861 al 1 8 7 0 ; di 9 9 9 ,5 5 5 ,4 5 6 dal 1871 al 1 8 8 0 ; di 1,564,479,191 dal 1881 al 18 9 0 , dim inuì regolarm ente dal 1888 in poi, l’anno in cui d:iva 1 ,5 5 6 ,5 2 5 ,0 0 0 franchi, sino al 1894, in cui discendeva a 1 ,1 2 0 ,8 7 5 ,9 6 1 ; rialzavasi a l quanto nel 1 8 9 5 fino a 1,219,875,961 e n e i 1896 salendo a franchi 1,252 ,5 5 8 ,5 4 4 .
; P er il com m ercio speciale, gli scam bi coi paesi d ’ E uropa rappresentano il 7 8.2 p. c, del m ovim ento delle im portazioni e delle esportazioni riu n ite contro il 79,1 p. e. nel 1895 ; ed ecco com e vanno r e partiti : Im p o rtazio n i F rancia . Paesi Bassi G erm ania Inghilterra Russia . Svezia N orve
15 agosto 1897 L’ E C O N O M I S T A 523
raffinati, i concim i, le m ercerie e le m inuterie o chincaglierie, le arm i, le pelli p reparate ; il valore di queste diverse m erci esportate oscilla fra un m assim o di 8 0 circa milioni e un m inim o di 10, lasciando perciò da parte quelle m erci la cui e sp o r tazione ebbe un valore inferiore.
I paesi coi quali il transito ha m aggiore im p o r tanza, sono : la G erm ania, la F ran cia, la Svizzera, l’ Inghilterra, i Paesi Bassi, l’ Italia, I’ A ustralia, gli Stati Uniti, l’ A rgentina, il B rasile, l’India Inglese, l’ A u stria, la R u s sia ; e quanto a destinazione l’In ghilterra, la G erm ania, la F ra n cia , gli Stati U niti, i Paesi Bassi, la Svizzera, la R ussia, 1’ A rgentina, la Spagna, il B rasile, il Chili, la C hina, I’ A ustria, l’India Inglese, l’ Italia, l’ A ustralia e via dicendo.
LE CASSE DI RISPARMIO ORDINARIE IN ITALIA
Lo sviluppo delle casse di risparm io ordinarie duran te il periodo 1 8 7 6 - 9 6 resu lta dal seguente specchietto :
A nni L ib retti Crediti P atrim o n io U tili n e tti
Num. L ire L ire L ire
1876 833,760 552,754,433 49,802,905 1877 880,022 574,049,818 55,520,641 O P 1878 886,947 602,183,264 61,225,804 p a 1879 925,466 656,813,488 66,196,576 1880 958,044 686,721,574 68,539,022 P co 1881 997,026 714,805,451 75,142,607 03 m H 1889 1,037,139 743,907,203 80,180,237 1883 1,089,287 800,634,105 87,503.509 a - a S 1884 1,143,784 890,874,829 94,834,983 6,587,729 1885 1,189,167 954,457,808 101,659,015 6,896,749 1886 1,248,360 1,033,324,476 109,045,897 7,972,219 1887 1,294,552 4,077,279,616 117,966,582 8,061,453 1888 1,333,820 1,116,279,254 125,028,661 8,586,675 1889 1,358,672 1,139,145,875 123,741,300 8,512,405 1890 1,397,301 1,166,385,847 132,218,560 9,215,069 1891 1,415,308 1,177,218,675 139,657,149 8,957,482 1892 1,441,521 1,214,976,134 146,785,951 10,058,358 1893 1,475,000 1,258,052,466 150,692,973 8,555,157 1894 1,554,425 1,306,919,314 154,916,579 8,598,090 1895 1,588,421 1,343,720,018 163,061,931 9,015,517 1896 1,598,455 1,346,277,102 167,906,183 9,500,000
Il num ero dei libretti accesi, che era di 8 3 3 ,7 6 0 al fine del 1 8 7 6 , è salito a 1 ,5 9 8 ,4 5 5 al 31 dicem b re del 1896, con aum ento assoluto di 7 6 4 ,6 9 5 li bretti ed aum ento percentuale del 9 1 ,7 1 .
P iù notevole è stato l’accrescim ento dei depositi. Da L. 5 5 2 ,7 5 4 ,4 3 3 al 31 dicem bre 18 7 6 salì p ro gressivam ente fino a L. 1 ,3 4 6 ,2 7 7 ,1 0 2 alla fine del 1 8 9 6 . A um ento assoluto L. 7 9 4 ,5 2 2 ,6 1 9 ; aum ento percentuale : il 143.74.
I m aggiori aum enti nei depositi si sono verificati negli anni :
1884 ... (L. 90,240, 724) — 1886 (L. 78, 866, 668) 1885 ...(L. 63,582,279) — 1883 (L. 56,728,908)
I m inori negli anni :
1896...(L. 2,557,084) — 1891 (L. 10,839,824) 1877... (L. 21,295,385) — 1889 (L. 22,866,621)
Eccone la dimostrazione :
Libretti Depositi P atrim o n io
Anni Num. L ire L ire
-P -P -P 1877... 46,662 2 1 ,295,385 5 ,7 1 7 , 736 1878... 6,925 2 8 ,133,446 5, 705, 163 1879... 36,519 5 4 ,6 3 0 ,2 2 4 4, 970, 772 1880... 32,578 20,908,086 2 ,3 4 2 ,4 4 6 1881... 42,982 28,083,877 6, 603,585 1882... 40,113 2 9 ,101,852 5,037, 630 1883... 52,148 56, 726,902 7, 323,262 1884... 64,497 90,240, 724 7 ,3 3 1 ,4 7 4 1885... 45,380 6 3 ,582,979 6 ,8 2 4 ,0 3 2 1886... 59,193 78,866,668 7,38 6 ,8 8 2 M edia del de
cennio. . . . 42,890 48,057,014 5 ,9 2 4 ,2 9 8 1887... 49,192 1888... 39,268 1889... 24,852 1890... 38,629 1891... 18,007 1892... 26,213 1893... 33,487 1894... 79,417 1895... 32,996 1896... 10,034 Media del
de-cen n io .... 34,909 43,955,140 38,999,538 22,866,621 27,239, 972 10,832,824 37, 728,459 43, 076,332 48, 866,848 36, 800,714 2,557,084 8,910, 785 7,062,079 3, 542,804 3, 747,095 7,438,589 7,128,802 3,907, 022 4,223,606 8,145,362 4,844,252 31,292,252 5,886,040 Media gen. . 38,899 39,674,633 5,905,169
Im porto medio di ciascun deposito L. 840 ; ossia quintuplo del deposito m edio presso le Casse postali. É d è giusto che ciò sia perchè le Casse postali hanno appunto l’ufficio di raccogliere il piccolo risp arm io .
Paragonando lo sviluppo delle Casse ordinarie di risparm io con quello delle Casse postali si nota q u e sto fenom eno che cioè il m ovim ento delle prim e ac cenna piuttosto a d ecrescere, m e n tre il m ovim ento delle seconde continua il suo corso ascendente.
In com plesso sono circa 2 m iliardi di lire, che rappresentano il risparm io nazionale nel giro di u n ventennio. È una cifra abbastanza notevole, la quale dim ostra che non siam o poi così poveri, com e ci si dice o ci si crede noi stessi. Nè bisogna pensare che tutto il risparm io affluisca alle Casse. L’assor bim ento continuo del nostro Consolidato dall’estero è lì per provare che un ’ altra parte non indifferente del risparm io si volge da quella parte.
Nell’ultim o decennio le sole Casse postali ne hanno acquistato per conto dei librettisti tanto quanto c o r risponde ad una rendita annua di L. 6 ,3 7 9 ,5 5 2 ; d e stinandovi circa 120 milioni di liro che devono essere conteggiate in aum ento al piccolo risparm io.
Un paese, che ha una riserva, rapp resen tata dal risparm io, di due m iliardi, può g u ard a re con serena fiducia all’avvenire, se una buona e seria am m ini strazione pubblica saprà sviluppare le attività latenti.
IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO
a lla fin e d ell’ e s e r c iz io 1 8 9 6 - 9 7