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CAPITOLO 1

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Academic year: 2021

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CAPITOLO 1

INTRODUZIONE

Stromboli è uno dei più famosi vulcani del mondo per il suo stato di permanente attività iniziato intorno a 1400-1800 anni fa; questo ha fatto sì che fosse conosciuto fin dall’antichità con il nome di “faro del Mediterraneo” per i bagliori delle sue esplosioni visibili da grande distanza. Comunque, da quanto duri la corrente attività è difficile da determinare sulla base di dati storici. Informazioni relativamente precise sono disponibili solo dal XVIII sec. e dati più vecchi sono frammentari e non sufficientemente precisi.

Negli ultimi anni il vulcano è stato studiato e analizzato a lungo dai vulcanologi proprio per la sua persistente attività. Tale stato riflette un’insolita stazionarietà del sistema di alimentazione vulcano-magmatico, in cui il continuo raffreddamento e degassamento è compensato da un aggiunta di calore e gas dal basso.

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1.1. Inquadramento geologico

Stromboli è l’isola vulcanica più settentrionale dell’arcipelago delle Eolie, l’arco vulcanico originato dalla collisione tra la crosta continentale calabro-sicula e la crosta ionica, di tipo oceanico.

Fig.1.2: Immagine da satellite delle Isole Eolie.

L’isola rappresenta la parte sommitale di un grande edificio vulcanico, che risale di circa 2200m dal fondo del Mar Tirreno raggiungendo un’altezza di 924m s.l.m. e il cui volume è 25 volte più grande di quello della parte emersa.

La parte subaerea del vulcano è un cono, a base ellittica, abbastanza regolare con ripidi versanti(>38°), mentre la porzione sommersa, meno ripida(<15°) è caratterizzata da dorsali, gole e coni laterali. I versanti del vulcano sono

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tettonici laterali e verticali [Pasquarè et al.,1993]. La più prominente di queste scarpate limita la “Sciara del Fuoco”, una depressione a forma di ferro di cavallo, aperta a nord-ovest e che prosegue sotto il livello del mare fino ad una profondità di 700m. [Romagnoli et al.,1993].

Fig.1.3: a)Veduta di Stromboli da NO; b)l’edificio vulcanico di Stromboli

Il sistema di alimentazione sommitale del vulcano è rivelato da fessure eruttive e dicchi. Questi non sono disposti secondo un tipico pattern radiale osservato in altri vulcani, sono invece sviluppati preferenzialmente lungo una zona assiale rettilinea con trend NE, che divide il vulcano in due parti (Fig.1.4)[Tibaldi,2001].

Fig.1.4: Schema strutturale di Stromboli con l’indicazione delle scarpate formate dai sette collassi riconosciuti da Pasquarèet al.(1993) e i principale dicchie sistemi di fratture dell’isola [Tibaldi,2001].

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L’attività ha luogo attualmente nei crateri a circa 750m s.l.m. in un’area conosciuta come “terrazza craterica”, posta nella parte sommitale della Sciara del Fuoco. I tre crateri maggiori attivi, con forma ad imbuto, di un centinaio di metri in diametro, convenzionalmente chiamati 1, 2 e 3 da NE a SO, occupano la parte centrale della terrazza craterica (Fig.1.5).

Fig.1.5: Disposizione dei crateri da SO(cratere 3) a NE(cratere 1).

La struttura interna del vulcano è complessa a causa dell’alternanza di fasi distruttive e costruttive. Le fasi distruttive comprendono sia la lenta erosione del pendio sia i rapidi collassi verticali e laterali del vulcano e danno origine a diverse discontinuità che permettono di distinguere i principali cicli vulcanici. Questi sono, da quello più vecchio, Paleostromboli, Vancori, Neostromboli e Stromboli Recente [Horning-Kjarsgaard et al.,1993].

1.2. Stratigrafia ed evoluzione geologica di Stromboli

I principali periodi vulcanostratigrafici sono divisi a loro volta in base alle caratteristiche stratigrafiche, geocronologiche e geochimiche in Paleostromboli I, II e III, Scari, Vancori Inferiore, Medio e Superiore, Neostromboli e Stromboli Recente [Horning-Kjarsgaard et al.,1993]. L’età dei diversi periodi eruttivi è

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l’evoluzione strutturale è stata studiata da Pasquarè et al. (1993) e più recentemente da Tibaldi (2001).

Fig.1.6:Mappa geologica semplificata di Stromboli con la distribuzione delle principali unità stratigrafiche e. 1: materiale epiclastico rimaneggiato; 2: lave di San Bartolo; 3:prodotti della Sciara; 4: Neostromboli; 5: Vancori; 6: Scari; 7: Paleostromboli I; 8: Paleostromboli II; 9: Paleostromboli III. [Horning-Kjarsgaard et al.,1993]

Le rocce più antiche di Stromboli, che affiorano lungo la costa orientale, sono dei flussi di lava altamente fratturati e deformati. Queste sono state incluse da Keller et al.(1993) nel Paleostromboli I (PST I), ma una marcata discordanza angolare segna il limite superiore che le separa dai prodotti meno deformati del PST I. Questo periodo, compreso tra 110.000 e 85.000 anni, fu caratterizzato da un’alternanza di effusioni laviche ed eruzioni piroclastiche con depositi di flusso piroclastico predominanti. I prodotti di questo periodo sono andesiti appartenenti alla serie calcalcalina alta in potassio (HKCA). Un collasso calderico (A, in Fig.1.7), avvenuto tra 64 e 85 ka, e un periodo di minore attività segnano la fine

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del Paleostromboli I. In questo periodo lo stratocono raggiunge i 400m di altezza. l’attività dello Stromboli riprende con la messa in posto di lave massive e depositi piroclastici (PST II) all’interno della caldera.

Fig.1.7: Schema evolutivo di Stromboli. 1: debris breccia; 2: alti morfologici; 3: direzione media dei flussi lavici; 4: direzione media dei flussi piroclastici; 5: bordi dei collassi calderici; 6: bordi dei collassi a settori e laterali; 7: cratere principale. Le lettere indicano i diversi stadi evolutivi: A: PST I; B,C: PST II; D: PST III; E Vancori Inferiore; F,G: Vancori Medio; H,I: Vancori Superiore; L: Neostromboli; M:Stromboli Recente.[Pasquarè et al.,1993]

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