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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.24 (1897) n.1201, 9 maggio

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(1)

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XXIV - Voi. XXVIII

Domenica 9 M aggio 1897

N. 1201

SULLA RIFORMA TRIRUTARIA

{Stato e C o m u n i

)

I.

La prim a questione generale che si presenta nello studio di una rifo rm a trib u ta ria è quella conosciuta da m olto tempo col n om i' di « separazione dei ce­ spiti ». Sta cioN il fatto che lo Stato ha concesso ai C om uni ed alla p rovincia di sovra im p orre dei de­ cim i addizionali su alcune delle sue imposte e che vi è perciò p rom iscuità nella m ateria im p o n ib ile .

Tale prom iscuità è reputata, da m o lti, dannosa così alle finanze dello Stato, come a quella degli enti loca li, perchè, avendo il b ilancio dello Stato fin i ed organizzazione d ive rsi dai fin i e dalla orga­ nizzazione di quello dei C om uni e delle P ro v in ­ cie, avviene che tanto la finanza dello Stato come quella dei C orpi locali si tro vin o meno libere ovvero più im pacciate per tale reciproco legame.

A bbiam o avuto occasione di rile v a re recentem ente alcuni in co nve nie nti d e riv a ti da questa p ro m iscu ità ; lo Stato ha m odificato il metodo di accertam ento e di applicazione del'a imposta sui fa b b rica li senza tener conto del modo con c u i è sta b ilita e fu n ­ ziona la legge che accorda facoltà ai C om u ni ed alle P ro vin cie di s o vra im p o rre sui te rre n i e sui fab­ b ric a ti. Ne è q u in d i avvenuto che — m entre per g li o rdin am en ti leg islativi vige nti la imposta sui fab ­ b ric a ti procede slegata e indipendente da quella sui te rre n i ed è diverso sostanzialmente il modo di ac­ certam ento dei re d d iti e le form e d i sgravio e con ­ seguentemente anche m olte delle m odalità fo n d a - m entali e secondarie della percezione della im posta —- per i C om uni come per le P ro v in c ie , non essendosi m utata la legge che concerne la sovraim posta, si devono caricare con ugu ali a liquote le due m aterie im p o n ib ili fino a ra gg iun g ere la somma del c o n tin ­ gente fissato, con grave danno dei c o n trib u e n ti che vengono tassati di p iù senza che ciò sia n e ll’ in te n ­ dim ento del legislatore ') .

Ma, a parte ciò, o rm a i tu tti sono c o n v in ti della opportunità di lasciare ai C om uni ed alle P ro vin cie una m aggiore libe rtà (e n tro lim iti ben fissati) nella imposizione dei trib u ti loca li, e a concedere tale libertà nuoce senza dubbio la p rom iscuità collo Stato della m ateria im p o n ib ile . P erciò il tema « della separa­ zione dei cespiti » fu caposaldo, non direm o delle proposte di rifo rm e , ma delle num erose e rip e tu te

*) Vedi VEconomista del 21 Febbraio 1897, N. 1190.

promesse di riforme tributarie, delle quali furono i succedentisi Ministri sempre larghissimi.

Perchè per la legge Sennino 1894 furono tolti ai Comuni i centesimi sulla imposta sui redditi di ric­ chezza mobile, la rendita imponibile promiscua si riduce a tre cespiti:

a) i fondi rustici; da cui lo Stato nel Bilancio 1894 95 ricavava . . . . L. 106,412,611.50 e le Provincie nel 1895 . . » 52,836,079.00 ed i Comuni » . . » 79,190,184.00 In to ta le ... L 238,438,874.50

b) i fabbricati ; da cui lo Stato nel detto bilancio r ic a v a v a ...L- 87,766,160.75 e le Provincie nel 1895. . . » 32,916,539.00 ed i Comuni » . • » 50,7u3,661.00 In t o t a l e ... E- 171,476,360.75

c) il dazio di consumo ; da cui lo Stato trasse nel bilancio 1894-95:

1° da tutti i Comuni meno

Napoli e Roma. . • . • L. 49,870,690.09 2° del Comune di Napoli . » 1,476,219.09 3“ del Comune di Roma . . » 853,309.91

L. 52,201,219.09 i Comuni ricavavano nel 1895 » 152,069,884.00 In totale... L. 204,271,103.09

Com pendiando q u in d i e lasciando a parte per il m o­ mento ciò che rig ua rd a le P ro v in c ie per la sovra im ­ posta sui te rre n i e fab brica ti, e ciò che rig u a rd a i C om u ni di N apoli e d i Roma per il dazio d i con­ sum o, si ha che i C om u ni riscuotono sulla m ateria im p o n ib ile p rom iscu a:

a) sui terreni . . . 79 milioni b) sui fabbricati . . .

c) sul dazio di consumo

Ciò premesso si può rite n e re m ig lio r p a rtito , affine d i ottenere la « separazione dei cespiti », che si p ren ­ dano in massima i seguenti p rovved im e nti :

1° lo Stato assume a p rop rio vantaggio la'sovra­ im posta sui te rre n i quale è attualm ente e che, come abbiam o visto , im porterebbe una m aggiore entrata di 79 m ilio n i ;

2° lo Stalo cede a vantaggio dei C om u ni tutta la p ro p ria entrata d i dazio di Consumo che im porta un vantaggio per i C om u ni stessi di 50 m ilio n i c irc a ;

3° lo Stato cede a vantaggio dei C om u ni tanti d e c im i-d e lia im posta sui fa b b rica ti, q ua nti bastano,

(2)

290

L ’ E C O N O M I S T A

9 maggio 1897

C om une per Comune, per e q u ilib ra re le due cifre

di cui ai due n u m e ri p rece de nti;

■4° nei casi in cui per qualche Com une la ces­ sione di tutta la imposta sui fabbricati non bastasse a compensare assieme al dazio di consum o la so vraim posta dei te rre n i, lo Stato colm erà la d iffe ­ renza con un canone annuo che durerà cinque anni, dopo i q ua li il canone stesso d im in u irà di u n decim o ogni anno sino alla estinzione ;

5" nei casi in cui l’ am m ontare della imposta sui te rre n i fosse in fe rio re a ll’ am m ontare del dazio consum o g overna tivo , il C om une pagherà un canone eguale alla differenza, il quale canone durerà cinque anni e d im in u irà poi di un decim o I’ anno fino alla estinzione.

Con questi p ro v v e d im e n ti « la separazione dei cespiti » avrebbe per base la avocazione della so- vraim posta sui te rre n i allo Stato e la cessione ai C om uni del dazio consum o g o v e rn a tiv o ; la imposta

sui fa b b ric a li servirebbe di compensazione.

V a ri m o tiv i consigliano d i percorrere questa via e p iù che tutto il cou vin cim en to che sia p iù facile o meno d iffìc ile che il dazio di consum o, sia abo­ lito quando sarà in mano dei C om uni che non sia se lo Stato c o n tin u i ad a v e rv i interesse.

A nche recentem ente nei te n ta tiv i di M ilano intesi a m o d ifica re 'il dazio consum o, i l M in iste ro prom ise d i m ettere tutta la sua buona v o lo n tà ; ma sentiva in p a ri tempo il bisogno di difendere il b ilancio da qua lun qu e attacco che avesse potuto co s titu ire un pericoloso precedente.

E perchè tu tti o rm ai sono persuasi che il da­ zio dì consumo è una imposta in d ire tta , in g iu ­ sta, sperequata, costosa, in c iv ile e fastidiosa per i c itta d in i, è p iù fa c ile che quando i C om uni siano lib e ri affatto da ogni legame collo Stato studino e tro v in o il modo d i a bo lirlo. L e v a rie condizioni nelle q u a li si trovano g li 825 5 C om uni (v i sono due soli C o m u n i che non hanno dazio g o v e rn a tivo : q uello di L iv ig n o in p rovin cia di S ondrio e quello di T e rra - sini in p ro v in cia .di P alerm o) che hanno dazio di consum o, possono fa cilitare anche studi d ive rsi e soluzioni diverse d ire tte ad ottenere la abolizione.

È da rite n e rsi del resto che questo concetto non troverebbe opposizione, perchè una lassa antipatica e personale come è il dazio consumo, può assumere anche m antenuta, fo rm e p iù m iti o m eno odiose adattandola alle speciali condizioni dei sing oli lu o g h i.

Ma della rifo rm a del dazio consumo discorrerem o a suo te m p o ; come pure discorrem o a suo tempo del m odo con cui compensare il canone annuo dello Stato a favore dei C o m u n i o dei C om uni a favore d ello Stato mano a mano che per le anzidetto proposte andrà a cessare. Q ui im p orta discutere il problem a più generale della separazione dei cespiti. E siccome deve essere caposaldo che non abbia a perdere il b ila n cio dello Stato, nè debbano scapitarvi le finanze dei C om u ni, le proposte sopra indicate tendono a p ­ punto a questo scopo. I C om u ni riscuotono essi il dazio consum o g o v e rn a tivo ; lo Stato riscuote per p ro p rio conto la s o v rim p o s ta sui te rre n i.

S iccom e però nel complesso la s o v rim p o s ta sui te rre n i am m onta a 79 m ilio n i, m entre il dazio con­ sumo g overnativo a rriv a appena a 5 0 ; così in tesi generale lo Stato cede ai C om uni tan ti d ecim i della im posta sui fa b b rica ti (c irc a 3 decim i e mezzo cioè 30 m ilio n i) per compensare la differenza.

E perchè dura ancora un m odo dì accertam ento

e di percezione antiquata, e perchè è in corso di esecuzione il catasto, e perchè il protezionism o ha coinvolta la proprietà rustica nelle sue spire, può rite ne rsi più adatto che la gravezza sui te rre n i r i ­ manga tutta a llo Stato.

A queste disposizioni generali che si sono breve mente illu s tra te , giacché i le tto ri m olte a ltre consi­ derazioni possono fare essi stessi, si sono aggiunte delle proposte d i carattere tra n s ito rio , perchè, se è vero che la s o v rim p o s ta sui terreni si ragguaglia a 79 m ilio n i, se è vero che i l dazio consumo go­ v e rn a tivo getta 5 0 m ilio n i, se è vero in fin e che la differenza di 30 m ilio n i è compensata con poco p iù di 3 decim i della imposta sui fab brica ti, queste proporzioni, che valgono per il complesso dei co­ m u n i, m utano quando si esam ini ciascun comune.

Le statistiche italia ne sono così scarse e gli ele­ m enti che forniscono così incom pleti (specie in q ue­ sti u ltim i anni nei q u a li le economie sono state fatte con rig ore in quei servizi della cui u tilità sono adone soltanto lo persone colte) che non è possi­ b ile procedere se non per congetture.

Come è nolo i C om u ni rispetto al dazio consumo si d ivid on o in due categorie ; C om uni chiusi che sono 3 4 4 e C om uni a perti che sono 7911.

I l dazio consum o g overna tivo che im p o rta 50 m i­ lio n i circa di entrate (non tenendo conto dei due C om uni di N apoli e di R om a) è riscosso per 35 m i­ lio n i circa dai C om uni chiu si e per 15 m ilio n i dei C om u ni aperti ; cioè i p rim i 7/ I0 i secondi del totale dei 5 0 m ilio n i.

N on ci riesce d i tro va re nessuna indicazione del come si ripartisca la sovraim posta com unale sui te r­ ré n i secondo queste due categorie di C om u ni ; sol­ tanto nella statistica dei b ila n c i com u na li del 1889 tro via m o che il totale della sovraim posta sui ter­ reni e fabbricati, che am m onta a 118 m ilio n i, si rip artisce per 52 m ilio n i nei com uni chiu si e per 8 6 m ilio n i nei com uni a perti ; q u in d i una p ro p o r­ zione approssim ativa del 26 e rispettivam ente 7 4 per cento. La sovraim posta com unale sui te rre n i e fab ­ b ric a ti sta nelle p rop o rzion i di circa 6 0 per cento sui te rre n i e 40 per conto sui fab brica ti ; ma s ic ­ come i capoluoghi di p rovin cia per le loro condi­ zioni speciali possono m o dificare la proporzione, così è opportuno tener calcolo separatam ente delle loro quote. E si avrebbe per il 1 8 9 5 ;

Capoluoghi di provincia sovraimposta

sui t e r r e n i... 5.3 milioni Capoluoghi di provincia sovraimposta

sui fa b b ricati... 27.2 » cioè i capoluoghi di p rovin cia darebbero il 16 per cento di im posta sui te rre n i e I’ 84 per cento di im posta sui fabbricati.

T u tti g li a ltri C om uni invece darebbero, presi in ­ sieme :

Sovraimposta sui terreni 73.9 » s fabbricati 23.6

cioè d i sovraim posta sui te rre n i il 78 per cento, di sovraim posta sui fa b b rica ti il 22 per cento.

Come ben vedesi, la proporzione è quasi ro ve ­ sciata e q u in d i la distinzione è im p orta nte .

(3)

Comuni chiusi capoluoghi Altri Comuni chiusi . . Comuni aperti . . . .

di Provincia milioni 2 6 .5

10.8

1 4 .9

51.2 Ecco adunque uu p rim o ris u lta to che mostra quale sarebbe la applicazione per tu tti i capoluoghi di prò- ! vincia della « separazione dei cespiti » p iù sopra proposta.

La sovraimposta sui terreni per i C apoluoghi non ha che un g ettito di 5.3 m ilio n i che andrebbe allo S ta to ; il dazio consumo governa tivo a rriv a a 26 m i­ lio n i circa e sarebbe ceduto ai com u ni, q u in d i una differenza d i 21 m ilio n i che dovrebbe essere com ­ pensata con la cessione allo Stato di 20.7 m ilio n i di sovrim posta sui fa b b rica li dei 27.2 che i C apo- j luo g hi riscuotono. So in ogni singolo C om une ca­ poluogo si mantenessero le stesse p roporzioni, il che però, come si vedrà, non è.

P er contro g li a ltri com uni del regno rice ve re b ­ bero 25 m ilio n i di dazio consumo g overna tivo e ce­ derebbero 73.9 m ilio n i di imposta sui te rre n i q u in d i uno sbilancio di 48.8 m ilio n i che sarebbe colm ato colla cessione ai co m u n i stessi da parte dello Stato di 48.8 m ilio n i degli 8 8 .3 che riscuote dalla im p o ­ sta sui fabbricati.

fn tesi generale — perchè ogni Com une natu- ; ralm ente ha condizioni p rop rie lo Stato assu­ mendo la sovraim posta sui te rre n i da tu tti i C om uni ! e cedendo a tu tti i com uni il dazio consumo assu­ merebbe per compensazione 21 m ilio n i della sovra­ imposta sui fab brica ti dai C apoluoghi d i p ro v in cia e cederebbe 4 8.8 m ilio n i della im posta p rin c ip a le sui fab brica ti ai C om uni non capoluoghi d i p ro v in cia .

A d illu s tra re queste c ifre diam o q u i, inta nto , l ’ ef­ fetto delle proposte per i 68 C om uni chiusi Capoluo­ ghi di p rovin cia .

O OJ oS 10 s g a ¡ ft o < •3 ft., : S -S ì Alessandria Ancona . Aquila. . , Arezzo . , Ascoli P. , Avellino . Ba r i . . . Belluno . Benevento Bergamo . Bologna . . Brescia . . C agliari. . Caltanisetta Campobasso Caserta . . Catania. . Catanzaro Chieti . . . Como . . . Cosenza. . Cremona . Cuneo. . . Ferrara . . Firenze . . Foggia . . Forlì. . . . Genova . . Girgenti. . Grosseto. . Lecce . . . Livorno . . Lucca . . . Macerata . Mantova . 84.000 55.000 10.000

m

, ooo

47.000 31.000 93.000 60.000 31.000 57.000 99.000 57.000 4.000 100. 000 6.000 50.000 18.000 26,000 16,000 11,000 22,000 2,000 58,000 394.000 860001 146.000 201.000 45,0002 42.000 52.000 35.000 34.000 125.000 63.000 2,000 290.000 258.000 70.000 84.000 73.000 75.000 373.000 32.000 81.000 199.000 1

,

101,000 427.000 282.000 107.000 59.000 73.000 738.000 89.000 72.000 126.000 45.000 246.000 105.000 344.000 ,941,0002, 213.000 99.000 ,106,000 50.000 26.000 122.000 920,000, 255,000 58,000

226, ooo:

110,000 168,000 31,000 131.000 51.000 38.000 280,000 66, 000 34,000! 257.000 721,000! 169.000 61,000! 114,000! 28,000; 55.0001 110,000! 50,000; 29,000! 140,000! 55.000 87.000 45.000 289,000! 395.000 1 184.000 79,000! 890,OOO! 42.000 42,000! 65.000 673,000: 167,000: 63.000 167,000! tutta 25,000 tutta tutta 142,000 tutta 7,000 tutta 23,000 tutta 115.000 23.000 tutta 96.000 35.000 29.000 7,000 16,000 281,000 201,000 217.000 25.000 610.000 13.000 27.000 157,000 2 ,00 0 855,000! 67,000 -tutta ¡171,000 8,000 -tutta 100,000 tutta j 22,000 223,000 56,000 7,000 28,000 50.000 102,000 26.000 5,000 S3 ÌS -3 O ft .e s-SS 1® ft e3 < Massa . . . Messina . . Milano . . Modena . . N apoli. . . Novara . . Padova . . Palermo. . Parma. . . Pavia . . . P eru g ia . . Pesaro. . . P acenza . Pisa . . . . P. Maurizio P o ten za . . Ravenna . Reggio Cai, Reggio Em Roma . . . , Rovigo. . . Salerno . . . Sassari . . . Siena . . . J Siracusa. . . Sondrio . . . Teramo . . . Torino. . . . T rap an i. . . T reviso . . . Udine Venezia . . Verona . . . Vicenza • 45,000 27,000 44,000 • 15,000. 820,000¡ 45,000 •177,000,4,070,000,4,308,000 ■! 99,000' 480,000 112,000 •170, OOO! - 3,756,000 • 51,000 166,000 03,000 ■119,000| 563,000 496,000 ■ 83,000,1,539.000 740,000 4,000, 410,000! II0.OOO; 228,000, 124,000 162.000 83,000! 81.000 41,000 308.000 62 ,0001 263.000 459,000 24,000; 28,000 70.000 43,000 115.000 137,000 157.000 57,000 157.000 111,000 tutta ¡,893,000 tutta tutta 444,000 tutta ■¡ 28,000 194.000 67.000 1,600 110.000 5.000 18.000 379.000 22,000’ ,233,000! 622.000 36, OOO! 19,000| 65,000, 3,000' 45,000! 9,000 54,000 ¡4,179,000 43,000 92,000 143.000 161.000 235,000 93.000 16.000 55,000 7,000 73,000,2,683,000^, 583,000¡ 1,027,000 tutta 44.000 101,000 73.000 35.000 43.000 37.000 14.000 tutta 153,000 19.000 tutta tutta 7,000 tutta tutta 22,000 36.000 34.000 4,000 25.000 73.000 J U O OjVV Ui I 136.000 167.000 223,000; 988.000 521.000 200.000 35,000 127,000 179,000; 525.000, 342,000! 132.000, 127,000 760.000 269.000 52.000 716^000 289.000 76.000 245.000 19.000 78.000 80.000 153.000 13.000 79.000 4,000 10.000 459.000 154.000 18,000 32,000 264,000 36.000 96.000

Da questo quadro ris u lta che applicando le pro­ poste più sopra in d ic a te ; i 67 C om uni capoluoghi di p rovin cia (si escludono Roma e N a p o li) si d iv id e ­ rebbero come segue:

U n d ic i C om uni avrebbero un canone com plem en­ tare d allo Stato perchè la loro sovraim posta sui te r­ reni ò m aggiore del dazio consumo som m ato colla sovraim posta com unale sui fa b b ric a ti; lo Stato q u in d i dovrebbe pagare a ciascuno d i questi u n d ici C om uni un canone annuo per cinque anni che poi sarebbe anno per anno d im in u ito di un decim o. Il totale di questi u n d ici canoni sarebbe di circa 6 5 8 m ila lire con un massimo di 261 m ila lire che lo Stato do­ vrebbe dare al Com une di Ravenna ed un m inim o di L . 5 0 0 0 che spetterebbero a M acerata;

un solo Com une, quello d i B a ri, cedendo la sovraim posta sui te rre n i e fabbricati che ammonta a L . 575 m ila avrebbe in cam bio L . 5 7 5 m ila che

appunto costituiscono la parte governativa del dazio; venti C om uni com pleterebbero la differenza tra l’ am m ontare della sovraim posta com unale sui te r­ re n i e l’ am m ontare del dazio consumo m ediante una parte della loro sovraimposta sui fabbricati. N a tu ­ ra lm e nte le grandi città che hanno pochi te rre n i sa cui sovra im p orre ma che hanno un alto dazio d i consumo avrebbero anche da cedere una parte p iù cospicua della sovraim posta sui fabbricati. Firenze pagherebbe 1.8 m ilio n i, M ilano 5 .9 , T o rin o 1.0.

(4)

292

L’ E C O N O M I S T A

9 maggio 1897

In sostanza si raggiungerebbe un fine m olto im ­

portante senza che potesse a vve nire alcun p e rtu r­ bam ento alla finanza.

I COTONIERI E IL PROTEZIONISMO

A p roposito d e ll'a rtic o lo pubblicato nel num ero precedente de 11’ Economista sul protezionism o e la in d u stria del cotone in Ita lia , ci viene segnalato da un egregio in d u s tria le , il senatore De A n g e li, un suo a rtico lo apparso nell 'Industria di M ilano (n. fi), in risposta alle osservazioni del signor G ire tti, da noi rife rite e com m entate. A bbiam o letto q u e ll’ a r­ tico lo e non sappiamo in v e rità come esso possa d irs i una re ttific a di fa tti e di apprezzamenti che ci sem ­ brano abbastanza c h ia ri ed eloquenti per se me­ desim i.

P re nd iam o p u r nota che l ’ on. De A ng e li ha sem­ pre favo rito la conclusione di equi tra tta li di com ­ m e rc io ; « e, così come ha propugnato accordi com ­ m e rc ia li con a ltri paesi, non ha mai re spin to l’ idea di un accordo con la F ra n cia ». Che in o ltre anche egli ha « sem pre pensalo che le tariffe protettive dovessero ric h ia m a re il capitale verso l’ ind u stria cotoniera, m o ltip licassero c o ll’ andar degli a nn i il n u ­ m ero degli s ta b ilim e n ti e stabilissero a poco a poco una fortissim a concorrenza nazionale ». Conseguenze s im ili non spaventano l’ egregio s critto re , il quale a g g iu n g e : « c o n v in ti che l ’ Italia possa avere un a vve n ire in d u stria le , abbiam o domandato ta riffe che perm ettessero il c o s titu irs i delle in d u s trie ; ma non abbiam o m ai preteso che a ll’ in te rn o non si s vilu p ­ passe quella concorrenza benefica che spinge al progresso e a ll’abbassamento dei prezzi, dal quale d eriva aum ento di consum o a ll’ inte rn o e la possi­ b ilità di esportazione. A n zi nel libero giuoco di queste forze vediamo la progressiva mitigazione e forse anche la fine di un regime poco caro al con­ sumatore : ma essenziale a lo sviluppo delle industrie di un paese ».

Queste d ich ia ra zio n i non m utano affatto il carat­ tere e la natura della questione. A l disopra delle o p in io n i personali d e ll’ uno o d e ll’ a ltro in d u stria le stanno, come sem pre, i fatti. E l’ on. De A ng e li ci consentirà di ram m entare i fa tti m edesim i che m et­ tono in chia ro , come le deduzioni tra tte dai libe­ ris ti rig u a rd o alla protezione accordata alla ind u stria del cotone, siano esatte.

I l p rim o punto da esaminare è precisam ente quello della m isura della protezione accordata. I coto nie ri nel 1 878, come ris u lta to della loro continua e te­ nace richiesta di dazi doganali che valessero a p ro ­ te g g e rli, ottennero questa ta riffa :

Lire

Filati semplici grezzi. . . . 18,00 — 60,00 per qnint. » > imbianchiti. 21,60 — 72,00 » » » tin ti... 43,00 — 85,00 » Filati ritorti grezzi... 23,40 — 78,00 » » » imbianchiti. 28,08 — 93,60 » » » tin ti. . . . . 55,90 — 110,50 ¡> Tessuti grezzi-... 57,00 — 100,00 » » imbianchiti... 68,40 — 120,00 » » t i n t i ... 92,00 — 135,00 » » s ta m p a ti... 138,40 — 190,00 » Questa ta riffa , la quale venne ancora inasprita n e l 1887, era già abbastanza alta, e pei fila ti non superata, fra le ta riffe europee, che dalla francese.

N e l 1887, dovendosi nuovam ente ritoccare la tariffa doganale, i fila to ri stessi dovettero confessare, per ottenere una m a gg ior protezione sui tito li a lti, che il saggio della protezione sui n u m e ri grossi toccava il 60 per cento.

« M o lti fila to ri della Lom b ardia , del Piem onte, del V eneto e della L ig u ria censurano questa scala di dazi perchè non la trovano perequata. Essi afferm ano che una gabella di 18 lire al q uin ta le pei fila ti fino al num ero 10, rappresenta una difesa pari al 60 per cento del valo re del p ro d o tto ; m entre il dazio di 2 1 lire a ttrib u ito alla seconda classe, non ra p p re ­ senta p iù che 4 2 per cento, e g li a ltri dazi discen­ dono a 35, a 32, ecc., ecc., per cento de! valore » *). La protezione goduta per la tariffa del 1878 più non bastava ai cotonieri - scrive P. Jannacone in u n suo accurato studio - ma a g ua rd ar sottilm ente, il disagio in cui essi si trovavano nel 1886 era già un effetto della protezione da cui fin allora erano stati circ o n d a ti. La forte difesa, in fatto, di cui go­ devano i fila ti, fino al N . 20, aveva generato un eccesso d i produzione, il quale già seriam ente m i­ nacciava l’ ind u stria 2). Ma i cotonieri credettero che il rim e d io a questo male dovesse essere una p ro ­ tezione p iù forte ancora, da accordarsi specialmente ai fila ti dei n u m e ri p iù a lti ed ai tessuti ». E na­ tu ra lm e n te , dato l’ in d irizzo prevalente nel 1887 i coto nie ri ottennero n uo vi dazi p ro te tto ri p iù a lti, seb­ bene la in d u stria non fosse più nascente e avesse già potuto svolgersi notevolm ente. Ecco i dazi sui fila ti e tessuti sem plici greggi dal 1887:

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della tariffa ffa

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Cotoni in bioccoli e 3

in massa . . . . esente esente F ila ti semplici greggi

18 S>3

Numeri inferiori a 10 18•Si

ld. da 10 a 20 n 24d © d Id. da 20 a 30 26 30 30 27 ■g s

Id. da 30 a 40 32 36 36 33 * "*•■■{ 04

Id. «fa 40 a 50 39 4442 if © i» ni a

Id. da 50 a 60 48 5450

oltre 60 60 60 — — 5 *

Tessuti s e m p l i c i greggi del peso di ebilog. 13 o più per 100 m. q.

Con 27 fili elementari § »

o m»-no... 57 62 — —

Con più di 27 fili . 64 74 72

D el peso 7-.13 cliil. ec: Con 27 fili elementari

o meno . . . . 66 84 75 67 •d ¿ Con più di 27 fili . 75 100 86 78

. 90

¿ l-S a i o 3 m

D el peso di 7 ehil. ec. Con 27 fili elementari

o meno . . . . 80 110 100 90

' a ,. oi 60

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Con più di 27 fili . 100 130 124 ) 112 Í 126 i ®

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*) Relazione della Commissione parlamentare per­ la riforma della tariffa doganale, maggio 1887 (citata da P. Jannacone, L 'in d u stria del cotone e l'abolizione del lavoro notturno, Torino, Roux, 1897).

(5)

O r bene cotesti dazi dovevano aggravare sempre p iù il pericolo che la produzione si svolgesse in modo esuberante. E il fatto, m olto facile a p re v e ­ dersi, non può essere giovevole come pare creda Pon. De A ngeli ; perchè produzione eccessiva vu o l dire, presto o ta rd i, c ris i con le in e v ita b ili chiusure di o p ifici od alm eno con la rid uzio ne del lavo ro , il licenziam ento degli operai, la d im in u zio n e forse dei salari e a ltri fa tti non meno dannosi. Il fatto è che nel biennio 1 8 8 8 -9 0 si sono fila ti in Italia in media a ll’ anno q u in t. 7 3 0 ,9 0 6 nel biennio successivo 1891-93 q u in ta li 7 8 2 ,4 83 e n e ll’ u ltim o trie n n io 1 8 9 4 -9 6 . si saranno fila ti alm eno 1 ,0 38 ,61 7 q u in ta li. Q u e ­ sti dati sono fo rn iti dal com m . Grespit presidente d e ll’ associazione fra in d u s tria li coto nie ri, il quale nota che la quantità di m a nifattu re nazionali offerte al consumo aumenta in proporzione della domanda nei due p rim i trie n n i; sta, cioè, in ragione del 7 per cento ; è certo eccessiva n e ll’ u ltim o trie n n io , perchè non è supponibile che in tre anni un popolo si a b itu i e cresca in modo da consum are il 35 per cento di più di quanto già consumava in un a rti­ colo prim a ed ora fondamentale per le necessità della v ita , come è il m anufatto di cotone.

È cresciuta è vero la esportazione, la quale gode ora il drawback di 4 lire per q u in t. di fila ti e di 4 ,5 0 per q u in t. di tessuti esportati ; ma questo m e­ desimo fatto sta a dim ostrare, ci pare, che oram ai la ind u stria del cotone si è sviluppata così da non aver p iù bisogno della forte protezione accordatale con la tariffa del 1887. Come può spiegarsi in a ltro modo il fatto che ora esportiam o per circa 20 m i­ lio n i di lire tra fila ti e tessuti di cotone spe cia l- mente nella R epubblica A rg e n tin a , in T u rc h ia , nella R um ania, nel B ra sile, eoe. m ercati questi sui q ua li dobbiam o p u r tro va re la concorrenza inglese, tedesca e francese? Una rid uzio ne dei dazi non potrebbe dunque danneggiare la esportazione e quanto alla produzione pel consumo in te rn o , o essa è già in grado di resistere m aggiorm ente alia concorrenza d e ll’ estero, sia pure solo per a lcu ni generi di prodotto, o tem iam o non lo sarà m ai, perchè la protezione che ha go­ duto negli u ltim i venti anni le ha più che permesso, se così volevano g li in d u s tria li, di rafforzarsi e di perfezionarsi. Che se poi fosse vero q u e llo che taluno crede, che cioè la esportazione si è s v ilu p ­ pata appunto perchè i prezzi per il m ercato estero poterono essere sensibilm ente rid o tti, trovando un compenso sufficiente nel m ercato in te rn o m ediante i dazi, allora dom andiam o se il protezionism o deve avere questo bellissim o risu lta to di fare pagare ai consum atori ita lia n i il vanto di potere esportare tes­ suti e fila ti di cotone n e ll’ A rg e n tin a , nella T u rc h ia e nel Brasile.

La crisi cotoniera è indubbiam ente dovuta allo svilu pp o ohe m ediante una fortissim a protezione do­ ganale si è v o lu to dare alla in d u stria ; aspettiamo una dim ostrazione positiva in proposito per poterci ricre d ere . Quanto alla questione del lavo ro n o ttu rn o , che si collega col protezionism o solo in quanto si ammetta che v i sia eccesso di produzione, e che ha a ltri aspetti da c u i v u o l essere considerata, ci r i ­ serviam o di esam inarla prossim am ente; per ora ra m ­ m entiam o soltanto che abbiamo già fatta conoscere l’ opinione d e ll’ on. De A n g e li s u ll’ argom ento.

IL BILANCIO DELL’ INGHILTERRA

L ’ anno fina nzia no com incia in In g h ilte rra col­ l’ a p rile ; così ogni anno in quest’ epoca il m in istro delle finanze fa la sua esposizione fina nzia ria, che è sempre un docum ento del m aggior interesse per conoscere l’ andamento della finanza inglese. Q ue­ st’ anno il cancelliere dello scacchiere S ir M iche le H icks-B each ha avuto la non com une fortu n a di poter presentare un b ilancio che suscita quasi del- r entusiasmo in In g h ilte rra , tanto p iù eh’ e g li ha potuto paragonarlo a quello di sessanta anni sono, quando com inciò il regno della regina V itto ria .

Il bilancio per il corrente anno finanziario è, come osserva I’Economist, la sem plicità stessa, nessuna m odificazione essendo recata al sistema generale dei trib u ti. D e ll’avanzo notevole che le p revision i in d i­ cano per questo esercizio, la m aggior parte è dedicata a un u lte rio re sollievo delle tasse agrarie locali ed a ll’ aumento dei sussidi per l’ istruzione, m entre fatta eccezione della somma di 3 6 6 ,0 0 0 ste rlin e che viene impiegata a m ig lio ra re e a rendere a p iù buon m ercato il servizio postale e telegrafico, ciò che r i ­ mane è destinato alle spese m ilita ri. Questo è in sostanza il bilancio d e ll' anno in corso e dal punto di vista economico non può d irsi del tu tto sóddi- sfaciente. Inve ro sono due esercizi finanziari che l ’avanzo abbastanza notevole invece d’ essere adope­ rato a sollievo dei c o n trib u e n ti è usato ad aum en­ tare le spese. Se questo avviene in un periodo di eccezionale prosperità finanziaria può chiedersi, os­ serva giustam ente l’ autorevole c o n fra te llo di L on dra, quale sarà la prospettiva pel periodo di reazione in e v ita b ile , quando il prodotto delle im poste ora così m eravigliosam ente elastico perderà la sua forza di espansione e p rog re dirà se m ai soltanto a passi lenti e in te rm itte n ti. N on si può negare che questi tim o ri siano g iu s tific a ti ; ma in In g h ilte rra e ancor p iù nel continente si pensa anche che è già un gran pro­ gresso il poter far fro nte a nuove spese, senza do­ v e r aum entare d’ un centesimo le imposte.

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L ’ E C O N O M I S T A

9 maggio 1897

L ’ im piego di questo avanzo è come si disse già sta­

b ilito . Sem pre per quella dura necessità di seguire g li a ltri S tati n e ll’ aum ento delle spese m ilita ri 7 0 0 ,0 0 0 st. sono assorbite da quelle, altre 3 6 6 ,0 0 0 servono ad at­ tua re alcune rifo rm e postali e il resto 5 0 3 ,0 0 0 andrà in gran parte speso per le feste del g iu b ile o della Regina.

L'Ecouomist crede ohe il m etodo adottalo da S ir M. H icks-B e ach per e lim ina re il disavanzo sia stato adottato con lo scopo di facilitare il voto del b i­ lancio. I deputati irlandesi sono ora im pegnati nella discussione sulle re lazio ni fina nzia rie dei tre regni e qualsiasi proposta di riduzione delle tasse avrebbe certo condotto a d ib a ttiti v iva c iss im i. È però note­ vole che nonostante le buone condizioni delia finanza inglese n u lla sia proposto a vantaggio d e ll’ Irla nd a. I le tto ri vedranno dallo studio che com inciam o a pubblicare in questo stesso num ero come l’ Irlanda paghi p iù di q uello che, fatto il confronto c o ll’ Io g h ilte rra e proporzionatam ente al a sua ricchezza, do­ vre bb e pagare. P e r rim e d ia re a questo stato di cose i l m in iste ro non fa ora alcuna proposta, eppure era questa l ’ occasione p iù opportuna. Invece l'avanzo è destinato p rincip alm e nte a fare in A fric a nei rig u a rd i del Transvaal una politica im p erialista .

C om unque sia di ciò, il b ila n cio inglese d e ll’ eser­ cizio passato e di q uello in corso dim ostra, che la situazione finanziaria è assai soddisfacente I’ avanzo persistendo in m isura notevole.

L e rifo rm e postali per le quali è prevista una m aggiore spesa di 3 6 6 ,0 0 0 ste rlin e consistono in questo, che m entre ora in certi d is tre tti ru ra li la corrispondenza non è d is trib u ita ai destinatari, ma viene tenuta in u ffic io finché è domandata, si tra t­ terebbe invece di eseguire alm eno una d istrib u zio n e a d o m ic ilio anche in quelle località. Le lettere per la consegna delle q u a li non provvede il Post Office am m ontano presentemente a circa sedici m ilio n i l ’ anno. Quanto ai telegram m i sarebbero consegnati senza spesa sino a tre m ig lia di distanza e la spesa della consegna o ltre quel lim ite verrebbe rid o tta a 3 penco per m ig lio . A Londra la dom enica e d u ­ rante la notte tu tti i telegram m i sarebbero conse­ gnali senza alcuna spesa. La tassa sui pacchi po­ stali sarebbe rid otta a I penny per libbra sino al massimo di I scellino. La tassa delle Ietterò per l’ estero e le colonie da 2 ponce e mezzo passerebbe a 2 pence per mezza oncia, e n e ll’a vve nire la tassa pei lib r i verrebbe abolita, m entre lettere, cam pioni o lib r i, se di peso non eccedente le 4 oucie, paghe­ rebbero 1 penny e per ogni 2 oucie in p iù un mezzo penny. R ifo rm e o m eglio rid u z io n i di tariffe che non possono trovare se non favorevole accoglienza da parte del pubblico inglese.

E cco, da u ltim o , il prospetto delle p revision i delle entrate p e r l’ anno in corso e i ris u lta ti d e ll'u ltim o esercizio chiuso col 31 m arzo:

Dogane . . . . Accisa... Tassa successioni. Bollo . . . Imposta sui terreni e fabbricati . . Imposta sul reddito P o s t a ... Tel egraf i . . . . Demani (Crown Lands ) . . . . Interessi sulle azio­ ni del Can.di Suez Entrate diverse . steri. Previsioni pel 1897-98 21,500,000 » 27,750,000 9,700,000 » » ' 7,000,000 » 2,400,000 » 16.900,000 » 12,210,000 » 2,960,000 » 415,000 750,000 1,775,000 Totale sterline 103,360,000 Riscossioni n e l 1896-97 D iffe re n z a 21.254.000 4 - 246,000 27.460.000 - f 290,000 10.830.000 —1,130,000 7.350.000 — 350,000 2.430.000 - 30,000 16.550.000 4- 250,000 11.860.000 4- 350,000 2,910,000 + 50,000 415,000 694,000 + 56.000 2,097,000 - 322,000 103,950,000 - - 590,000

La cifra totale delle entrate nel 1836 fu di 52 m ilio n i e mezzo di ste rlin e, n e ll’ anno finanziario ora chiuso raggiunse i 112 m ilio n i; allora il 71 per cento, quasi tre q u a rti delle entrate era ottenuto dalle tasse sui consum i, ora soltanto il 4 4 per cento proviene da quel cespite; allora quasi o gn i cosa era colpita dal fisco, oggidì il popolo inglese ha i suoi consum i necessari esenti da imposte e gran parte anche di q u e lli generali. La trasform azione trib u ta ria potè essere effettuata, come dim ostrò il m in is tro delie finanze nel suo budget statement con l ’aum ento delle im poste d iretto sulla ricchezza e sui re d d iti. L 'in - come tax è prevista nel bila n cio di quest’ anno per 4 2 2 m ilio n i e mezzo di fra nchi (calcolando la ster­ lina a 25 fr.), nel 1836 questa imposta non era ap­ plicata, essendo stata abolita nel 1816 e ristab ilita solo nel 1 842, quando Roberto Peeì accettò le r i ­

form e doganali lib e ra li della scuola di Manchester. Questo esempio fina nzia rio non sarà mai citato abbastanza in Ita lia e a ltrove ; è in quella politica trib u ta ria e non nelle leggi sociali che si risolvono in vane promesse, che sta la salute, ed un coeffi­ ciente im portantissim o d i benessere per le classi meno agiate.

I.

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l-I’ esame dei docum enti suaccennati un ra pid o cenno di s im ile disposizione legislativa.

La m ateria di essa fu sempre uno dei soggetti sui q ua li si esplicò m aggiorm ente l’ a ttiv ità del P arla­ mento iuglese : dal 1 87 0 ad oggi può d irs i non sia passato anno senza l’ approvazione di qualche A tto che cambiasse, modificasse, accrescesse l ’ ammasso di inn u m e re vo li regole, disposizioni, is tru z io n i f o r ­ mato dalle diverse leggi fondiarie per 1* Irla n d a . E quello presentato dal B a lfo u r e approvato, dopo aver rischiato di p erire sotto g li em endam enti di cui fu sovraccaricato, specialmente nella Camera alta, nella ultim a sessione, è il v en ticin qu esim o della serie. Di tale Irish land bill o m eglio, d’ una questione r i ­ guardante la proprietà fon dia ria in Irla n d a da esso contem plata, ci occuperem o adunque per prim a cosa. Nel discorso della Corona con cui chiudevasi la ses­ sione era detto che quella legge avrebbe « facilitato la creazione m ediante com p ra -ve nd ita di una p iù numerosa classe di possessori di feudi l i b e r i 1) ; ma q ua l’ è la portata di questo bill circa s im ile fa c ili­ tazione?

Per rispondere a questa domanda gioverà a n zi­ tutto rico rd are come il problem a irlandese sebbene si presenti con aspetto p rincip alm e nte p o litico , sia in realtà quasi esclusivam ente a gra rio - il 60 per cento della popolazione dedicasi in Irla nd a a ll’ a g ri­ co ltu ra , dando un prodotto circa doppio di quello dì tutte le altre in d u strie prese insiem e - e si collega direttam ente a ll’ ordinam ento del possesso fon dia rio nel Regno U n ito . Questo in fa tti com prende da un lato una trip lic e rip a rtizio n e , c io è : p ro p rie ta rio , fit tavolo conducente (fra i quali intervengono, special- mente nelle g ran d i p roprietà, i land agents o am ­ m in is tra to ri), e lavoratore sala ria to ; d a ll’ a ltro , una tendenza a ll’ im m obilizzazione delle proprietà per le d ifficoltà frapposte alla libera vendita dalle d isp osi­ zioni di legge re lative ai rnaggioraschi, alle p rim o - geniture, etc. C onsiderando ora le condizioni di dette tre classi di persone in Irla nd a, bisogna riconoscere come esse non sieno m olto s o d d is fa c e n ti: pei p ro ­ p rie ta ri, sebbene essi appariscano, perchè tali, i meno esposti, non fu senza danno il ribasso dei fitti, e tutta la serie dei p rovved im e nti leg islativi emanati dal 1870 al 1887 - sopratutto per coloro che curavano il m i­ glio ra m e nto dei fondi e speravan tro va r col tempo un compenso ai loro sforzi, e per i p ro p rie ta ri oberati dalle passività che hanno per unica risorsa la d if­ ferenza tra i fu ti riscossi e i canoni pagali. Quanto agli operai a g ric o li, Io stato che ad essi crea la legge inglese in generale sarebbe dei p iù convenienti. L i ­ bero nel vero senso della parola, I’ oprante inglese *) Non occorrerà ripetere come nel Regno Unito teoricamente il suolo sia tutto di dominio diretto della Corona, e i possessori abbiano su esso diritti più o meno estesi, secondo il genere di feudo in cui rientra il loro possesso : il feudo libero (Freehold) è la forma più estesa e può dirsi equivalga alla proprietà asso­ luta, potendo il possessore disporne a suo piacere e passando ai suoi eredi ove egli muoia intestato. Oltre questi feudi assoluti o Fee simple estates si hanno freehoìds gravati da sostituzioni (Estates in tali o Entailed estates) i quali alla morte de! possessore pas­ sano, di padre in figlio, ai discendenti di lui sino allo infinito, e in mancanza, ritornano al donatore o ce­ dente del fondo, o a una terza persona già designata. Tali feudi non possono essere trasmessi per Atto fra vivi o per testamento, se non sono prima affrancati e resi cosi/ee simple estates.

non ba il peso del servizio m ilita re o b b lig a to rio ; non paga imposte, e da lu i stesso dipende la d eterm ina ­ zione di quelle a cui è esposto, cioè la m isura del suo con tribu to per dazi di consumo sulle bevande e sul tabacco ; può facilm ente recarsi dove più fa­ v o re v o li sien le m e rc e d i; l ’ istruzione p rim a ria è im p a rtita gratuitam ente ai fig li di lu i; ma con tu tti questi vantaggi il lavoratore irlandese trova sempre meno facilm ente da occuparsi, vede d im in u ire il p r o ­ p rio salario, non può che in troppo piccola m isura, per la scarsezza di c e n tri in d u stria li, trasform arsi in operaio m a n ifa ttu rie ro , ed è obbligalo ad espatriare, sopratutto in A m e rica, troppo lim ita ta e poco u tile essendo la em igrazione temporanea dei la v o ra to ri, specialm ente del G onnaught, che ogni anno si re ­ cano a prestar l ’opera loro nel Paese di Galles. Non m olto p iù flo rid a è, nella quasi m aggior parte dei casi, la condizione della numerosa classe dei fitta ­ v o li. Se si osserva la loro distribuzione in tutta l’ isola, troviam o che quasi la metà del suolo è d i­ visa in piccole tenute in fe rio ri ai 6 e tta ri, m entre ad esempio in In g h ilte rra queste non rappresentano che un q uin to della sup erficie totale; s im ile frazio­ nam ento, o lire nuocere a ll’ andamento d e ll’ ind u stria agricola in generale, costituisce di continuo un in ­ conveniente ben grave, poiché fu riconosciuto come con tutte le parche a b itu d in i del co ltiva to re ir la n ­ dese, che lo fanno assom igliare al contadino italiano, un fitta v o lo di media a ttiv ità ed a b ilità , non possa provvedere ai bisogni della p rop ria fa m ig lia se non dispone di almeno 12 e tta ri d i te rre n o ; m entre in realtà ben due terzi degli a ffittu a ri irla nd esi occu­ pano tenute d i estensione m inore. D i più, m entre al fitta v o lo occorre, secondo il genere delle tenute e delle coltu re, un capitale corrispondente a L . st. 7 l/ t a 15 '/ , annue per acre, cioè dai 4 7 0 ai 9 7 0 F r. circa per ettaro, e la sola mano d’ opera può o scil­ lare da F r. 150 circa (c o ltu ra pastorale) a F r. 1750 (c o ltu ra del lup p olo ) per ettaro, se poniam o a fronte dei 2 0 0 0 m ilio n i di fra nchi a cui si fa ascendere in cifra rotonda il capitale com plessivo degli a ffit­ tu a ri irla n d e si, i 2 m ilio n i di e tta ri che m isurano la superficie attualm ente coltivata, si giuDge appena a una media di F r. 1000 per ettaro. L a deficienza dei mezzi obbliga g ran n um ero dei p iccoli fitta v o li a prestare, per cam par la v ita , l ’ opera loro anche presso a ltri fitta iu o li come g io rn a lie ri, o a recarsi a lavorare, con g li operai a g ric o li, nel Paese d i Galles, trascurando necessariamente il p ro p rio podere. A ciò fa riscon tro il m alabito d e g li a ffittu a ri uscenti di sfru tta re eccessivamente il fondo, specialm ente n e l- l’ u ltim o tempo del contratto, tal che se i nuovi v e n u ti nulla hanno da sborsare, trovano però la tèrra in stato di decadim ento *).

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P e r rim e d ia re a questa condizione di cose si r i ­ conobbe in genere esser necessario di vincere l’ a c­ cennala tendenza a ll’ im m o b ilità , che ha il possesso fo n d ia rio nella legge inglese, e ottenere una m ig lio re d ivision e della p rop rie tà, facilitando la libe i a v e n ­ dita dei fondi e rendendo possibile a ll’ a ffittu a rio irlandese di d ive n ire p ro p rie ta rio della terra che coltiva. Sebbene non sia scevra d’ inconvenienti la creazione di una classe p iù o meno grande di piccoli p ro p rie ta ri, m ancanti di mezzi e d’ is tru ­ zione, incapaci perciò di applicare i m etodi di c o l­ tura p iù perfezionali e p ro fic u i e di ottenere un vero progresso, è certo che, dato lo stalo delle cose, tale m isura bene intesa ed effettuata, se non costituiva l ’ unica soluzione della questione agricola in Irla n d a , doveva c o n trib u ire a fa c ilita rla . Nè tu tta via pote- vasi d ire di essa che fosse peggiore i l rim e d io del m ale, poiché, se le condizioni della classe dei fitta v o li non avressero subito im m ediatam ente un radicale m utam ento, non avrebbe tardato neppure m olto a m ostrare sensibile increm e nto , per le ra gio ni che m ilita n o in favore d’ ogni trasform azione d e ll’ a ffit­ tu a rio in p ro p rie ta rio .

Sorgeva però il quesito del come provvedere il fitta iu o lo del denaro necessario a ll’ acquisto, essendo di questo ch’ e gli, nella generalità dei casi, p rin c i­ palm ente difetta : il sistema cui si ricorse fu q uello di fare in te rv e n ire , secondo il concetto del B rig h i, lo Stato nel contratto tra fitta v o lo e p ro p rie ta rio , per a nticip a re a questo il prezzo o parte di esso, r im ­ borsabile poi ratealm ente dal p rim o . La p rim a san­ zione di questo sistema si ebbe per opera del Gladstone col Land bill del 1870, che stabilisce l’ anticipazione d e llo Stato nei due terzi del prezzo d i acquisto, e la quota annua pagabile d a ll’ a ffittu a rio , nella pro­ porzione del 5 per cento sul capitale, fra interessi e am m ortam ento di questo, esigendosi così 35 anni per l’ estinzione del debito. A tale iulento lu votato un m ilio n e di lire s te rlin e ; ma dopo un decennio appena la metà di questa somma era stata concessa agli a cq uiren ti fitta v o li: g li scarsi resultati di questa legge devono a ttrib u irs i — a parte la d ifficoltà per questi u ltim i di avere d is p on ibile un terzo del prezzo - al fatto che in q u e ll’ epoca i p ro p rie ta ri irla nd esi tro va van o da vendere a buone con dizion i le lo ro terre a c ap italisti inglesi, senza frazionarle fra i loro a ffittu a ri. S opraggiunta la crise prodotta dalle cattive an­ nate 1 8 7 7 -7 9 si pensò di concedere m a g g io ri faci­ lita z io n i, e nel 1881 il Gladstone portava a ire q u a rti del prezzo I’ anticipazione d ello Stato. Ma neppure questo valse a fa r conseguire u n m ig lio ro successo, perchè q ua ttro anni dopo del capitale destinato a l­ l ’uopo sole L . st. 250 m ila erano state avanzate dallo Stato. L e ra g io n i del m ancato aum ento stavano in c iò : I o che le peggiorate condizioni rendevano al fitta v o lo im possibile di sborsare i l rim anente quarto giudici distinguono i miglioramenti dovuti affi indu­ stria dell’ affittuario, e a questo rimborsabili, dal maggior valore prodotto dalle capacità inerenti al suolo, rimborsabile al proprietario, i fittavoli (per la idea prevalente fra gl’irlandesi che il possessore at­ tuale del suolo sia, perchè discendente dai conqui­ statori, un usurpatore, e la terra appartenga invece a loro medesimi, col semplice obbligo del fitto, quasi onere livellare) si rifiutano di riconoscere la distin­ zione suddetta, e son proclivi a considerare ogni mi­ glioramento più come un vantaggio pel proprietario che non per loro stessi.

del prezzo, e gravoso il tasso del 5 per cento delle rate annuali ; 2° che con detta legge ponevasi il p rin c ip io del giusto fitto (F a ir re n i). In fa tti essa is ti­ tuiva una speciale Commissione (Land Commission) alla quale potevano ric o rre re i fitta v o li che si rite ­ nessero g rava ti da un fitto eccessivo, per ottenere la determ inazione, in base alla media usuale di annate buone e cattive, del giusto prezzo d’ a ffitto, che sa­ rebbe rim asto in v a ri'b ile per un periodo di 15 anni (1 8 8 1 -9 5 ), e pagando regolarm ente il quale l’ a ffit­ tu a rio sarebbe stato sicu ro di non esser scacciato per nessuna ragione dal fondo. Sebbene ciò potesso g iu ­ stificarsi come rip a ro a lle conseguenze della crise, e togliesse l’ uso de’ p rop ieta ri d’ aum entare di tempo in tem po i fitti secondo le condizioni in c u i si tro ­ vassero i fitta v o li (i q u a li avevan q u in d i interesse a m ostrarsi più p overi di quel che non fossero), questa disposizione equivaleva a dare agli a ffittu a ri una parte nella proprietà del suolo, distoglieva il p ro p rie ta rio di buona volo ntà dal fare lavo ri nei fon di c o ll’ in te rd irg li un proporzionato compenso. O ltre a ciò il giusto f itt o , per una quantità di circostanze im p re v e d ib ili, poteva d iv e n ire in realtà ingiusto m olto prim a della scadenza dei 15 anni. A parte tutte queste considerazioni, si capisce che ai fitta v o li premesse di a ve r fissato tale giusto fitto p rim a di fare a cquisti, dipendendo da esso d ire tta ­ mente il prezzo.

Q ualche anno dopo un Econom ista ( il G iffen) presentava nel giornale The Statisi un disegno ben p iù vasto, consistente nella espropriazione o bb ligatoria dei Landlords, cioè n e ll’ acquisto per parte dello Stato delle te rre dai lo ro p ro p rie ta ri al prezzo di L . st. 20 d i capitale per ogni lira di giusto fitto, m ediante apposito C onsolidato a! 3 per cento, Tale si dovevano concedere a g li a ttu a li occupanti verso un canone annuo equivalente alla metà o ai due terzi d e ll’ attuale giusto fitto , ed esig ibile dalle a utorità lo c a li, in sostituzione del co n trib u to im p eriale per la am m inistrazione inte rn a d e ll’ Irla nd a. E a questo schema si ricollega in parte il Sale and purchase land bill presentato dal Gladstone nel 1 8 8 6 , insieme al suo disegno di Home rule: esso com prendeva una C om m issione esecutiva da n om in arsi dalla proget­ tata legislatura di D u b lin o , cui non p iù tardi del 31 Marzo 189 0 i p ro p rie ta ri desiderosi d i vendere dovevano fare le loro offerte, e la quale avrebbe eseguito la com pra, dando 20 L . st. per ogni lira d i re d d ito netto rica va to d a l giusto fitto . T a li terre sarebbero, nella m a gg ior parte dei casi, state v e n ­ dute ai re la tiv i a ffittu a ri m ediante pagam enti annuali c orrispo nd en ti al 4 per cento del prezzo pagato ai p ro p rie ta ri, per l ’ esazione dei q u a li creavasi un R ice v ito re g enerale; il capitale doveva esser fo rn ito da un prestito di 5 0 m ilio n i di L . st. (da em ettersi gradatam ente nel periodo 1 8 8 7 -9 0 ) garantito sui p ro v e n ti dei dazi d’ entrata e di consum o in Irla n d a .

(Continua) G- S.

Rivista Bibliografica

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-riam ente a una opinione abbastanza diffusa, ohe n e l­ l ’ insiem e i lo ro ris u lta ti sono stati piuttosto im p o r­ tanti per g li operai, meno del 45 per cento degli scioperi avendo avuto un insuccesso com pleto. Il F ontaine ricerca in seguito il mezzo p iù adatto per giung re a soffocare nel loro germ e i litig i che sor­ gono troppo d i frequente tra im p re n d ito ri e salariati. Questo mezzo egli crede averlo trovato nella is titu ­ zione dei C onsigli perm anenti di conciliazione. Se­ condo lu i il consiglio d’ a rbitrato quale l’ ha creato la leggo francese del 27 dicem bre 1 89 2 riesce troppo di rado nella sua missione co n cilia trice , perchè non è costitu ito che dopo sorto il con­ flitto e quando questo è in piena effervescenza. Si potrebbero ottenere ris u lta ti m olto più efficaci dai consigli puram ente di conciliazione, i q u a li con lo sta b ilire delle relazioni costanti e re go lari tra pa­ d ron i e operai riu scireb be ro spesso a p re v e n ire ì c o n flitti. In appendice l’ A utore ha raccolto alcuni m odelli di statuti e cioè q u e lli dei consigli di con­ ciliazione e d’ a rb itra to delle m in ie re d i carbone di Bascoup, delle in d u strie dei rica m i e della pas­ samaneria di N ottingham e del distre tto in d u stria le di Cholet. N e ll’ insiem e è adunque un lib re tto la cui lettu ra va consigliata a chi vuol conoscere la fu n ­ zione che potrebbero esercitare i consigli di con­ ciliazione ed a rb itra to nei casi di sciopero.

Adolphe Houdard. — Le malentendu monélaire. — Paris, Guillaumin, 1897, pag. 48 (2 fr. 50).

È uno studio c ritic o del m onom etallism o-oro e de! bim etallism o a rapporto fisso, nel quale l’ Autore si m anifesta co n tra rio a ll’ uno e a ll’ a ltro. P er lu i quelle due grandi d ottrine m onetarie sono egual­ mente erronee, perchè disconoscono la realtà dei fa tti. I m onom etallisti sembrano d im enticare che la circolazione dei due m e ta lli preziosi è un fatto u n i­ versale. Essi pretendono che la rid uzio ne costante del valore d e ll’argento debba con du rre alla sua de­ monetazione come in antico il rin v ilio del ram e ha avuto p e r conseguenza la sua sostituzione c o ll’ a r­ gento. Ma non bisogna perdere di vista il fatto che queste sostituzioni d i monete avvengono assai len­ tam ente e che il m etallo che sta per andarsene, a così d ire , coesiste sempre con q uello che viene. Il m onom etallism o aureo non pare accettabile a ll’ A u ­ tore, perchè il suo piano d i demonetazione rapida del- l ’ argeuto è in contradizione con quella legge storica.

Quanto agli econom isti che vorre bb ero m antenere la doppia circolazione stabilendo fra il valore dei due me­ ta lli preziosi un rapporto fìsso e legale sono ancor p iù da condannare, perchè quel rapporto che si vorrebbe fisso è soggetto a tutte le variazioni che risu lta no dalle oscillazioni d e ll’ offerta e della domanda e con­ tro questa la legge si spezza. Per l ’ A uto re la s o lu ­ zione starebbe q u in d i in una terza com binazione, in una specie di bim etallism o liberale che lascerebbe circola re i due m e ta lli senza m ettere alcun rapporto legale fra i lo ro v a lo ri. Spetterebbe ai p riv a ti di stipulare il pagamento o in oro o in argento. S ic ­ come però l’ argento non deve perdere la sua fu n ­ zione m onetaria, la sua accettazione dovrebbe essere obbligatoria fino a una certa somma m in im a . Per questa soltanto la legge dovrebbe fissare u n rap­ porto legale che varierebbe secondo i tem pi e sa­ rebbe del resto d’ im portanza secondaria, non venendo a im porsi che nel lim ite ris tre tto in cui l ’ argento dovrebbe necessariamente essere ric e vu to pei p icco li

pagam enti. L a soluzione non è nuova, perchè q u a l­ che cosa di sim ile è stato proposto in passato e in Italia e in F ra n c ia ; com unque sia di ciò, pare a noi che questo sistema bim etallista lib e ra le c o n d u r­ rebbe al m onom etallism o aureo, alm eno date le con­ d izio ni m onetarie attu ali, e che m eglio sarebbe r i ­ conoscere francam ente come esso solo sia razionale e p ratico, almeno per la m aggior parte degli Stati d’ E uropa.

L ’ opuscolo dell’ H oudard si legge con interesse e se non varrà a tog liere il m alinteso m onetario gio­ verà a m etterne in chiaro i te rm in i.

Léon Say e Joseph Chailley-Bert — Supplément au Nouveau Dictionnaire d’Economie politicjue. — 1 li­ ria, Guillaumin et C. 1897, pag. 271 (5 franchi).

L ’ accoglienza favorevolissim a avuta dal N uovo D izionario di Eco* omia dei signori Say e C h a ille y - B ert aveva suggerito ai due egregi d ire tto ri del D izio na rio di prepararne una seconda edizione r i­ veduta, m ig liora ta ed aumentata. Ma per ade­ rir e al dès;derio degli a cq u ire n ti della prim a edizione essi pensarono di pubblicare in un supple­ mento quegli a rtic o li che avrebbero dovuto figu ra re nella seconda ristam pa ; così ne è venuto questo grosso fascicolo che in gran parte colm a le lacune già a vve rtite nel D izionario. V i sono nel supple­ mento alcuni .a rtic o li assai ben fatti e citia m o ad esempio q u e lli del Bourdeau s u ll’Anarchia, del G u y o t sul Catasto alcuni a rtico li del H iggs su va ri econom isti inglesi, uno del F rederiksen sulla Civ- colazione monetaria, e un a ltro dello stesso A utore sulla olonizzazione antica m olto e ru d ito . I l Credito agrario e fo n d a r ii sono pure tra tta ti di nuovo con sufficiente larghezza; circa le scuole econom iche ab­ biam o a rtico li su quella inglese dopo S tu a rt M ili, su quella cristiana p rim itiv a e sulla scuola economica. L’economia rurale e le classi rurali sono due a r­ gom enti s vo lti in a rtic o li speciali dal F red erikse n, n otevoli essi pure per copiosa d ottrina .

N e ll’ insiem e questo Supplem ento è un degnissimo com plem ento dei due v o lu m i del D izionario; la media del valore degli a rtic o li ci pare anzi superiore, certo non è in fe rio re a quella del D izionario.

George Plechanow. — Beiträge zur Geschichte des M aterialismus.— Stuttgart, Verlag von J. H. W. Dietz, 1896, pag. VIII-264.

Sono tre saggi nei q u a li il P lechanow esamina le d ottrine del H olbach, dell’ E lvezio e d e l M a rx dal punto di vista del m aterialism o. « M è noto - scrive l’ A uto re - che il m io con tribu to è assai modesto Se si volesse dim ostra re il valo re com pleto e tutta la im ­ portanza della concezione m aterialistica della storia

bisognerebbe scrivere una com pleta storia del ma­ teria lism o ; essendomi im possibile di farlo m i do­ v e tti lim ita re di confrontare in separate m onografie il m aterialism o francese del 1 8 mo secolo con quello m oderno. Dei rappresentanti del m aterialism o fra n ­ cese scelsi H olbach ed E lvezio, i q u a li, a m io avviso, sono per m o lte p lic i rig u a rd i pensatori di gran leva­ tu ra e fino ad oggi non sono stati sufficientente apprezzali ».

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L ’ E C O N O M I S T A

9 maggio 1897

d i alcune d ottrine fdosofiehe e sociali, che a parte

le tendenze personali di chi lo tratteggia, riesce ve­ ram ente is tru ttiv o e interessante.

Rivista Economica

La Cassa Nazionale di Previdenza per la vecchiaia e per la invalidità degli operaiGli infortuni sul lavoro — Note statistiche sugli elettori politici in Italia.

l a Cassa Nazionale (li Previdenza per la vec­

chiaia e per la invalidità degli operai. — La

Cassa Nazionale di previdenza per la vecchiaia e per la in v a lid ità degli operai, per la costituzione della quale 1’ O norevole M in is tro G u ic cia rd in i ha presentato un disegno di legge alla Camera dei De­ p utati, è dotata d i un p atrim o nio inizia le di 10 m i­ lio n i di lir e fo rn ito dal G overno assegnandole l’ im ­ p orlo dei b ig lie tti consorziali d e fin itiv i caduti in pre­ scrizione ed una parte, circa la metà, degli u tili netti d is p o n ib ili conseguiti dalle Casse postali di r i­ sparm io nel q uin qu en nio 1 8 9 1 -9 5 .

È assicurata in o ltre alla Cassa Nazionale u n ’en­ trata annuale di L . 8 0 0 ,0 0 0 con un terzo degli u tili delle Casse postali di ris p a rm io , con un qua rto de­ gli u t ili della gestione dei depositi g iu d iz ia ri e con l’ im p o rto delle eredità vacanti.

Questa entrata annuale insiem e al re dd ito del pa­ trim o n io dopo detratta una conveniente parte per increm ento del p a trim o n io e per le lim itatissim e spese di gestione, è destinata ad assegnare le quote di concorso della Cassa Nazionale a favore degli ope­ rai che pagheranno un con tribu to annuale di L . 6 almeno.

La inscrizio ne alla Cassa Nazionale è aperta ai soli operai, a coloro cioè che attendono a lavo ri m a­ n u a li o che prestano servizi ad opera od a giornata.

L ’ operaio inscrive nd osi può conservare la dispo­ n ib ilità dei p ro p ri c o n trib u ti per sè in caso di biso­ gno, e per i suoi eredi le g ittim a ri in caso di p re ­ m orienza, o vv e ro può fo rn ire dei più la rg h i benefizi che o ffre la m u tu a lità n e ll’ accum ulazione dei con­ trib u ti qualora e gli v in c o li i c o n trib u ti per la esclu­ siva form azione della re nd ila vita liz ia per la vec­ chiaia o per la in v a lid ità , rin u n zia n d o d ura n te il pe­ rio do di accum ulazione a qua lun qu e d iritto suo, o, in caso d i m orte, dei suoi sui c o n trib u ti pagati.

L e quote di concorso che sono erogate dalla Cassa in egual m isura a favore di tu tti g l’ in s c ritti vengono a ccu m ula ti separatamente dai c o n trib u ti, col sistema m utuo abbia o no l ’in s c ritto vincola to il p ro p rio con­ trib u to alla m u tu alità .

I ca p ita li a cc u m ula li con i c o n trib u ti d e ll’ in s c ritto e con le quote di concorso della Cassa si convertono dopo 25 anni alm eno dalla inscrizione alla Cassa e purché l’ operaio abbia com piuto il 60° o il 65° anno di età, in una re nd ita vita lizia a favore d e ll’ operaio stesso, rendita vita liz ia che sarà determ inata nella m isura massima possibile, in base alle ta riffe che a ll’ uopo saranno stabilite dalla Cassa Nazionale ed approvate per Decreto Reale.

In caso di constatata in a b ilità al lavoro l’ in scritto dopo anche soli cinque anni di c on tribu zion e alla Cassa, ottiene la liqu ida zion e del capitale form atosi dalla accum ulazione dei c o n trib u ti pagati e dalle quote di concorso della Cassa, e o ltre questo capitale un

assegno da prelevarsi dal F o n d o -In v a lid i co stitu ito dalla Cassa Nazionale. La somma complessiva prove­ niente da questa liquidazione potrà essere, a seconda dei casi, o corrisposta im m ediatam ente a ll’operaio in v a ­ lid o o convertita in una re nd ila vitalizia a favore di lui. S peciali concessioni sono fatte a favore degli in ­ s c ritti alla Cassa N azion ale , basta fra tutte accennare alla esenzione dalla Imposta di Ricchezza M obile per g li interessi e per i rip a rli degli u tili annuali.

La Cassa N azionale provvederà in o ltre alla gra­ tuita trasform azione in re nd ite vita lizie delle inden­ nità dovute ad operai in v a lid i per in fo rtu n io sul la­ voro, e delle somme che saranno a ltrim e n ti erogate a vantaggio d i operai vecchi o in fe rm i, o vve ro delle vedove e d eg li o rfan i d i operai.

L ’ am m inistrazione della Cassa N azionale sarà com ­ pletam ente autonom a, e alla sua gestione p ro v v e ­ deranno un C onsiglio C entrale nom inato per D e ­ creto Reale e consigli L o c a li form ati da Is titu ti di previdenza o di cre d ito nei s in g o li com uni o p ro ­ vinole del Regno.

Gli infortuni sul lavoro. — Il disegno di legge

che l’ On. M in istro G u ic cia rd in i ha presentato al S e­ nato sug li in fo rtu n i del lavoro è info rm a to ai mede­ sim i concetti del disegno di legge sullo stesso a r­ gom ento approvato dalla Camera dei D eputati nel m aggio del 1896.

Esso consta di A tito li.

Nel p rim o sono segnati i lim iti di applicazione della legge con una precisa indicazione delle in d u ­ strie, im prese e costruzioni soggette tanto a ll’ obbligo dei re go lam en ti p re v e n tiv i, quanto a q uello della as­ sicurazione e con la definizione d e ll’ operaio, che pei fini della legge, deve essere assicurato.

Nel secondo si contengono le norm e per la fo r­ mazione dei regolam enti p re ve n tivi sia generali che speciali, per la approvazione di essi e per la v ig i­ lanza governativa che deve esercitarsi allo scopo di assicurare la osservanza dei medesim i.

N el terzo sono dettate le norm e per l ’ assicurazione o bb ligatoria degli operai, indicate le indennità che, in caso di in fo rtu n io e secondo le conseguenze di esso, debbono essere corrisposte ai danneggiati o ai loro eredi o aventi causa, determ inati g li organi as­ s icu ra to ri.

Il qua rto contiene le disposizioni generali concer­ nenti la denunzia d e lla natura d e ll’ impresa e del c on tratto di assicurazione, i casi nei q ua li riv iv e la responsabilità c iv ile , il d iritto di regresso d e ll’ Istitu to assicuratore, le penalità com m inate ai trasgressori.

O ltre alla classificazione u n ifo rm e ed esatta delle in d u strie ed im prese sottoposte tanto a ll’ osservanza dei re go lam en ti p re v e n tiv i, quanto a ll’ o bb ligo della assicurazione, il disegno di legge attualo contiene sul precedente g li a ltri m ig lio ra m e n ti seg ue nti:

1. ° la elevazione della indennità in caso di morte d e ll’ operaio e della indennità m inim a in q uello di in a b ilità assoluta perm anente, che da lire 150 0 è portata a lire 300 0 ;

2 . ° una fo rm u la p iù g iu rid icam e nte esatta di quella accolta dalla Camera dei D eputati nel maggio del decorso anno per determ inare i casi nei quali, in seguito a sentenza penale, riv iv e la responsabilità c iv ile d e ll’ im p re n d ito re , che sono poi i casi ind icati negli a rtic o li 171 e 1 7 5 del codice p en ale ,

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