L'ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
S C IE N Z A E C O N O M IC A , F I N A N Z A , C O M M E R C IO , B A N C H I, F E R R O V IE , IN T E R E S S I P R I V A T I
Anno XXIV - Voi. XXVIII
D om enica 2 M aggio 1897
N. 1200
LA KECESSITÀ Di RIFORME FINANZIARIE
A m m ettasi pure che 1’ opera assidua e fo rtu n ata dei M in istro del Tesoro riesca a conseguire il pa- reggio del bila n cio ed anche a con solida rlo , si, do vrà riconoscere di a ve r conseguito un notevole van taggio nelte condizioni della finanza delio Stato, ma non si potrà d im enticare che così, come è co stitu ito, il b ila n cio italia no non può assolutamente d ura re per lu n g h i anni, giacché non risponde e non può r i spondere ai bisogni e ffe ttiv i dello Stato e delia n a zione.La dim ostrazione di questo punto è presto fatta, basta citare le cifre in base alle q u a li, del resto, altre volte abbiam o latte analoghe con sid e razio ni. •
Le entrale del b ila n cio che si ricavano colle im poste d ire tte ed in d ire tte dai c o n trib u e n ti, ra g g iu n gono approssim ativam ente il m ilia rd o e mezzo, l’ im piego di questo m ilia rd o e mezzo e così d is trib u ito in c ifre tonde :
D e b ito p u b blico compreso i l v ita liz io 700 m ilio n i G u e rra e M a rin a . ... 350 » Spese d i ris c o s s io n e ... 200 »
T o ta le . . 1250 m ilio n i R im angono a ltri 2 o 0 m ilio n i che costituiscono la spesa c iv ile per tu tti g li a ltri se rvizi.
È possibile im m a g in a re un sistema fina nzia rio che mantenga ancora per m o lti e m o lti anni una tale proporzione nelle spese con una così m isera quota dedicata a tu tti i se rviz i c iv ili ?
E d ’ altra p a rte : — si può rite ne re preclusa o quasi preclusa ogni economia sul debito pubblico, alm eno per un decennio a v v e n ire ; — non si può sperare in una larga economia nelle spese m ilita ri, perchè già anche quest’anno si aumenta di sette m i lio n i il b ilancio della m a rin a; — in fin e non vi è ragione di rite n e re possibile un aum ento delle im poste, o la applicazione di nuove gravezze che valgano a m o d ific a re sensibilm ente le anzidetto proporzioni.
L ’ a vve nire q u in d i si presenta fosco, anche date le m ig lio ri ipotesi, dato cioè che si riesca a contenere le spese m ilita ri nei lim iti a ttu ali, dato che non si aum enti il debito p u b blico per nessun m o tiv o ; dato in fin e che cessi la d im inu zio ne di c e rti cespiti e r i mangano q u a li sono attualm ente le entrate dello Stato. E diciam o che 1’ avvenire si presenta fosco, perchè, m entre sembra che il b ilancio si tro v i c r i stallizzato e in condizioni così sproporzionate, non rite n ia m o possibile che il paese sopporti ancora per una d ie cina d ’ anni un peso così enorm e quasi tu tto
consacrato a spese che di natura loro sono im p ro d u ttiv e o tali sono diventate.
Ecco, q u in d i, che anche da questa via si manifesta la urgenza di una radicale rifo rm a trib u ta ria , la quale basando I’ e d ificio delle entrate su concetti e p rin c ip i m o de rn i, riesca colla mitezza delle aliquote, colla dim inuzione delle fisca lità , colla p iù giusta ri- partizione, ad ottenere m a gg iori entrate dai c o n tri buenti, p u r sollevandoli alquanto.
Così come è oggidì im piantata la finanza dello Stato e come le u ltim e rifo rm e la hanno peggiorata, sembra a noi che conduca alla im m o b ilità , perchè da una parte si è esaurita la m ateria im p o n ib ile torm en tando aspramente e sotto m ille form e i co n trib u e n ti; d’ altra non si provvede a che i servizi indispensabili eseguiti dallo Stato siano esercitati con q uella la r ghezza che corrisponda a ll’ enorm e aggravio che pesa sui co n trib u e n ti.
E se è vero, come noi stessi abbiam o rile vato n e ll’ u ltim o num e ro d e ll’Economista, se è vero che I’ on. Luzzatti sta effettivam ente studiando u n vasto piano di rifo rm e finanziarie, noi crediam o che non possa prescindere dai p un ti che abbiamo s vo lti e non vegga la urgenza d i proporzionare m eglio il bilancio. T e n ta tiv i p ra tic i in questo senso non si possono fare che d im inuendo g li aggravi affinchè aum enti il gettito .
Su questo punto insisterem o costantem ente, perchè vediam o in esso soltanto la possibilità di salvare la patria da g ra v i p e ric o li.
IL PROTEZIONISMO
e la industria del cotone in Italia
È avvenuto in Ita lia per l ’ in d u stria cotoniera pro tetta con la tariffa doganale, q uello che si è v e r i ficato a ll’ estero per a ltri p ro d o tti col trio n fo del pro tezionism o; la concorrenza in te rn a , la produzione in digena si è tanto sviluppata da generare a poco a poco la crise. C’ è pletora d i p ro d o tti, d ’ onde l ’ in g o m b ro dei depositi e il ribasso sensibile dei prezzi. D i questo episodio dei protezionism o ha reso conto il sig. E doardo G ire tti in un breve a rtico lo del Journal des Economistes nel quale l ’ egregio s critto re rife risce a lcu n i brani d i una relazione del presidente d e ll’ H s - sociazione fra gli industriali cotonieri, che ha la sede in M ilano.
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1/ E C O N O M I S T A
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ganale del 1887. Quando a lcu ni dei nostri g o v e r nanti e dei loro con sig lieri p iù ascoltati, come I’ E l- leha, vide ro nel protezionism o ind u stria le il rim e d io ai m a li econom ici del paese e m ira ro n o ad ottenere la così detta indipendenza econom ica, i coto nie ri eb bero la parte del leone della torta protezionista. Per farsi un'idea del segnalato favore che f|a e g li u om in i p o litic i resero ai coto nie ri, basta confrontare i dazi medi riscossi per 100 ch ilo g ra m m i di m erce im p o r tata in Ita lia prim a e dopo la tariffa 14 lu g lio 1887. 1 fila ti e le catene di cotone pagavano in media per 100 ch ilo g ra m m i nel 1886 lire 3 7 ,S9 e nel 1 88 9 51, i tessuti p u ri e m isti, alle stesse due epoche, 98,31 e 1 23,15, g li a ltr i a rtic o li lavorati 128 ,6 4 e 209,47. Con le larghezze protezioniste I’ in d u stria cotoniera ebbe naturalm ente un periodo di prosperità. Si ag giunga che n e ll’ u ltim o decennio la m ateria prim a, cioè il cotone greggio, ribassò di prezzo (n el 1879 100 ch ilo g ra m m i di cotone in bioccoli o in massa valevano circa 180 lire , nel 1889 125 e nel 1895 90 lire ) e si com prenderà come l’ ind u stria cotoniera favo rita in tu tti i m odi dovesse p rogredire.
È da credere che g li in d u s tria li abbiano fatto ot tim i affari negli anni successivi alla rifo rm a del 1887, m a___tout passe. La relazione del presidente della Associazione- fra gl’ industriali cotonieri com incia con un quadro desolante della situazione attuale della in d u stria cotoniera in Italia ; la produzioue dei fila ti di cotone, v i si legge, sorpassa di m olto il consumo, sicché i prezzi d i' vendita lasciano un perdita netta ai fila to ri, contrariam ente a ciò che era stato detto e conferm ato parecchie volte nelle precedenti re la zioni. Quanto ai tessitori, la loro condizione non è punto m ig lio re , essi non sanno q ua li a rtic o li p ro d u rre , i negozianti a ll’ ingrosso sono sovraccarichi di m erce invenduta, i magazzini rig u rg ita n o di merce. Come beue osserva il sig. G ire tti, sarebbe dunque il caso di dar ragione agli econom isti, che hanno in segnato come 1’ effetto in e v ita b ile di tu tti i sistemi protezionisti sia q uello d i alterare, anche a danno di q u e lli che si vogliono proteggere, quel giusto e q u i lib r io tra l ’ offerta e la dom anda, che resulta n a tu ra lm e nte dal lib e ro giuoco della concorrenza.
Q u e llo che si è v e rifica to doveva a vve nire ed era facile prevedere che si sarebbe v e rific a to . I grossi j guadagni assicurati con ía tariffa p rote ttiva ric h ia m arono i cap ita listi nella in d u stria cotoniera, s to r n andoli da a ltri im p ie g h i, da a ltre in d u s trie ; e cre s ciu ti così g l’ im p ia n ti in d u s tria li, estesa la produ zione, ne è venuta la c ris i. In tu tti i paesi prote zio n isti, agli S tati U n iti, in Germ ania e altrove la protezione doganale ha dato i m edesim i ris u lta ti e j in più ha suscitato quelle e no rm i coalizioni tra im p re n d ito ri, i Kartelle tedeschi, i Trusts am ericani, i Syndicats francesi, che hanno tentato d i lim ita re la produzione, di frenare la concorrenza interna e di sostenere i prezzi.
Ma come a ll’ estero, così da noi g l’in d u s tria li p ro te tti negano che lo s q u ilib rio tra la produzione e il consum o sia da a ttrib u irs i ai dazi p ro te tto ri. Così il presidente d e ll’ Associazione m ilanese respinge l’ idea che la rifo rm a del 1887 abbia avuto quella sinistra influenza. Ma se il protezionism o non fu l ’ unica causa, certo è stata una delle p rin c ip a li, trattandosi di una protezione che in media è quasi del 30 per cento del valore dei p rodotti c o lp iti da dazio e per c e rti a rtic o li la tariffa può d irs i a d d irittu ra p ro ib itiva .
I l fatto è che l’ im portazione del cotone greggio
crebbe notevolm ente, m entre scemarono quelle dei fila ti e dei tessuti. La produzione annua dei fila ti che era stata di 7 3 0 ,9 6 6 q u in l nel periodo 1888 90 è salita a q u in t. 7 8 2 ,4 85 nel periodo 1 8 9 1 -9 2 e sarà stala alm eno di 1 ,0 58 ,61 7 q u in t. nel periodo 1894-96. C o ll’ aum ento della produzione di tu tti g li a rtico li di cotone, il consum o avrebbe dovuto aum entare sen sibilm ente perchè lo s q u ilib rio uon si verificasse; ma questo aum ento di consum o non fu possibile, non essendo aum entato il benessere della popolazione, la quale ha invece sentito direttam ente i tris ti effetti della siccità, delle inte m pe rie , della g ue rra d’A fric a e di tanti a ltri m alanni fra i quali non va d im en ticato, come fa et pour cause il relatore d e ll’ Asso ciazione milanese, il protezionism o che ci ha i r r ig i d ito , anzi ci ha fatto in d ie treg gia re economicamente. Quando un popolo come il nostro è gravato in m isura sempre p iù forte dai dazi fiscali e p rotettori e dalle altre im poste, come è mai possibile che i suoi consum i a u m e n tin o ? Basterebbe che il popolo ita liano non dovesse pagare l’ enorm e dazio di 75 lire per tonnellata d i grano e non avesse q u in d i da pa gare ai p ro p rie ta ri fo n d ia ri l ’ onere che ne deriva per l’ aum ento del prezzo; basterebbe questo solo per elevare il consum o medio dei p ro d o tti di cotone. F in o a tanto che le cose resteranno così come si sono ven ule d eterm ina nd o in Italia per opera degli e m p iric i che c i hanno sgovernato, le cris i saranno a ll'o rd in e del g io rn o sem pre, alle cause n a tu ra li di perturbazione aggiungendosi quelle che sono opera degli u o m in i.
N aturalm ente, non volendo rin u n c ia re alla prote zione doganale, i coto nie ri pensano a lim ita re la p ro duzione e in ta n to dom andano al governo d i in te rd ire il lavoro di notte così co n tra rio alla salute e ai buoni costum i delle operaie. Questa che a m o lti pare una vera carità pelosa, fa sorgere spontanea la dom anda: o perchè i coto nie ri non si m uovono a compassione anche dei consum atori? E videntem ente il loro torna conto non lo perm ette. Oh l’ ipocrisia protezionista !
I risultati della riforma tributaria
IN P R U SSIA ')
II governo prussiano non si ferm ò alla imposta sul re d d ito e a quella sui p ro fitti in d u s tria li, ma cercò di m ig lio ra re anche l ’ assetto trib u ta rio dei c o rp i lo c a li, rafforzando non solo da un canto la tassazione personale delle classi medie e p iù agiate, ma d a ll’ a ltro ponendo fine alle incertezze e disu guaglianze esistenti n elle finanze loca li. Già erasi d ich iarato nel paragrafo 82 della legge 24 g iu gno 1891, che ove il provento della imposta gene ra le sul re d d ito superasse g li 80 m ilio n i n e ll’ eser cizio 1 8 9 2 -9 3 e si aumentasse del 4 per cento nei successivi, g li avanzi dovevano u tilizzarsi per e ffe t tuare la cessione delle imposte re ali sui te rre n i, sui fab brica ti e sulle in d u strie ai C om u ni. Questo appunto si è v e rific a to e con le tre leggi del 14 lu g lio 1893 fu decretata 1’ abolizione per conto dello Stato delle im poste re ali sui te rre n i, sui fabbricati, sulle in d u strie e sulle m in ie re , ordinata la cessione
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dello p rim e tre ai C om uni e sta b ilita una nuova imposta generale sul p a trim o n io ( Vermogensteuer
),
la quale servisse di com plem ento a quella sul re d dito gravando d i p iù , sui re d d iti perpetui d e riv a n ti dalla proprietà.La questione delle im poste locali scrive, il R icc a - Salerno, si era dibattuta lungam ente in Prussia e va rie furono le o pinioni m anifestate dagli s c ritto ri circa il modo m ig lio re di ris o lve rla . Certo si è cbe le c o n d i zioni di fatto erano tu tt’ a ltro c b e soddisfacenti. E s i stevano g ra n d i disparità da p rovincia a p rovin cia e fre quenti anom alie, che in tra lcia va n o l’ azione del fisco e arrecavano enorm i disuguaglianze fra i co n trib u e n ti. Per ciò che riguarda la tassazione d iretta prevalevano di gran lunga i centesim i addizionali alle imposte dello Stalo e in specie a q uelle personali, con differenze considerevoli da luogo a luogo. M entre nelle città il 15 per cento dei c o n trib u ti era prelevato sulle imposte re a li, questa proporzione saliva al 5 0 per cento nei C om uni ru ra li. I centesim i addizionali alle imposte personali a rriva va n o nelle p rim e al 191 per cento e n eg li a ltri al 1 8 7 ; cbe anzi in 2 23 c om u ni oltrepassavano il 300 p e r cento.
Essi demoralizzavano l’ imposta sul re dd ito, come ebbe a d ire il M in is tro M iq u e l alla Camera dei D e p utati, esercitando una influenza dannosa sulle de n uncie, perchè ne aggravavano soverchiam ente il carico. Il provento delle imposte in d ire tte di con sumo ch’ era nei C om u ni u rba n i del 2 2 .4 per cento nel 1869, scemò, dopo l ’ abolizione della tassa sul macinato, al 4 per cento nel 1881, al 3.9 nel 1 8 8 3 -8 4 e nei ru ra li al 0.7 per cento. E non mancavano anche q ui grandissim e d ive rsità. P er esempio i ge neri d i consumo, che non erano quasi tassati a Fran co forte sul Meno, a C olonia, ad A lio n a , a F ra n coforte s u ll’ Oder e a L ip s ia , davano invece il 7 4 .8 8 per cento d e ll’ inte ro re dd ito trib u ta rio nelle città dell’Alsazia, S trasburgo, Metz, M ulhouse, già sotto poste a ll’ influenza e alla legislazione francese. I l se guente prospetto m etterà in rilie v o le differenze :
Im p o s t e c o m u n a l i su generi di su b en i sul
consumo immobili su in d u strie reddito
C olonia ... — 11.69 2 .9 1 8 4.03 F ra n co fo rte S.M. — — 0 .1 3 6 9.38 A lt o n a ... - 4 9.20 - - 4 3.39 F ra n co fo rte S.O. - 15.18 — 8 3 .5 4 L ip s ia ... — 18.58 — 70.01 S tra s b u rg o .. . . 8 3.39 5. 66 6. 35 — M u lh o u se ... 74.47 8 .4 5 12.20 — M e tz ... 88.06 4 .4 4 4 .7 4 —
I p iù g ra v i d ife tti del sistema trib u ta rio dei C o m u n i erano : la dipendenza assoluta di esso dai tr i - b u ti dello Stato e la confusione che ne derivava in tu tto il regim e finanziario ; la d ive rsità grande e l’ incertezza nei ra p p o rti fra le singole im poste ru ra li e p e rs o n a li; la d isfo rm ità di tassazione della terra , del capitale e dei generi d i consumo e il c o n flitto insanabile che ne d eriva va nelle a m m in istra zio n i co m unali fra i rappresentanti delle varie classi sociali. I com uni mancavano d i cespiti p ro p ri ben d e fin iti e di quelle norm e indispensabili che devono re g o larne l ’ azione fiscale, m ettendola in arm onia con quella generale dello Stato a fine di evitare dispa rità e abusi in to lle ra b ili.
II concetto prevalente della rifo rm a e ra: i dazi e
le imposte in d ire tte di consum o princip alm e nte a l l’ Im pero, le imposte personali allo Stato e le im p o ste reali ai C om uni. Le ra gio ni in favore di questo disegno si possono riassum ere nel seguente modo.
P er g li scopi a cui m ira n o, g l’ interessi che pro m uovono e le p roporzioni che assumono queste form e diverse della c o lle ttiv ità d ifferiscono n o te vo l mente fra di esse; e sono diverse q u in d i le relazioni che passano fra esse e i sin g o li c itta d in i. T ra tta n dosi dello Stato si può d ire che la im posta gene rale sul reddito è la p iù adatta a soddisfarne le spese, sia perchè queste si rife risco n o p rincip alm e nte a fin i d’ o rdin e p ubblico, sia perchè il reddito nella sua in te g rità deriva spesso da fo n ti esistenti in luoghi d iv e rs i. E q u in d i è opportuna, in tal caso, quella form a di tassazione che p iù si accosta al p rin c ip io della capacità c o n trib u tiva . Invece le im poste re ali sul prodotto delle singole in d u strie e delle specie p a rtic o la ri di possesso sono p iù consentanee alla natura dei C om u ni, la cui a ttiv ità e le c u i spese versano specialmente in opere, dalle q u a li ne ric a vano beneficio p rin c ip a le i p ro p rie ta ri fo n d ia ri. In tal modo si tolgono anche le cagioni d i disugua glianze e di contrasto tra i singoli co n trib u e n ti. Quanto alle imposte di consumo, è necessario lim i tare l’ azione fiscale degli enti locali, a fine di evitare odiose disparità o abusi g ra v is s im i d ’ onde verrebbe un carico soverchio sulle classi povere ; m entre d’ a ltro canto la competenza d e llT m p ero segnatamente rig u a rd o ai dazi è determ inata dalla stessa esten sione del te rrito rio . O ltre a ciò i C om uni per le circostanze accennale e sopratutto per la natura spe ciale delle loro funzioni e dei loro se rvig i, offrono la m ateria adatta, le condizioni p iù fa vo revo li a ll’ a p plicazione di quel p rin c ip io d ’ interesse particolare, che oram ai determ ina una speciale categoria di con trib u z io n i le q u a li in A m erica si chiam ano special assessments,in In g h ilte rra betterment laxese tendono a diffondersi in a ltri paesi. Si tratta d i fa r pagare a classi determ inate di c o n trib u e n ti, come q uelle dei p ro p rie ta ri di te rre n i e di fa b b rica ti, u n imposta per co p rire le spese di opere pubbliche, le quali rid ondano p rincip alm e nte a lo ro vantaggio *).
In conclusione, in Prussia si adottò il p artito più radicale per ris o lve re la questione dei trib u ti locali, m ercè la cessione ai C om uni delle tre im poste d i rette che allo Stalo rendevano 1 0 1 ,7 3 0 ,0 0 0 lire . A lla perdita che ha subito la finanza, si è cercato di sopperire in parte col m aggior prodotto della Ein kommensteuer che è d i o ltre 4 0 m ilio n i, in parte con l’ abolizione della lex Huene, che a ttrib u iv a ai Co m u n i 2 4 m ilio n i circa del provento dei dazi sui cereali e sui b estiam e ; in parte c o ll’u tile di alcune tasse governative sulla riscossione delle im poste d i re tte pel valore d i 3 m ilio n i c irc a , e in fin e con la istituzione decretata contem poraneam ente di una im posta generale e com plem entare sul patrim o nio .
La nuova legge sulle im poste com u na li dispone, cbe n e lle finanze dei C om uni devono avere la pre cedenza le re nd ite dem aniali, le c o n trib u zio n i spe cia li e le tasse prop ria m e nte dette. Ove non bastino ta li cespiti d i entrata al pagamento d i tu tte le spese, e nella m isura di tale deficienza possono sta b ilirsi le im poste. L e q u a li dapprim a devono cadere sulla
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p rop rie tà e sulle in d u strie s ta b ili, serbando i caratte ri delle co n trib u zio n i re ali, e in via subordinata sul re d d ito generale. In sostanza si è cercato di dare la più larga applicazione nei C om uni al p rin c ip io della tassazione secondo l ’ interesse p artico lare d’ in d iv id u i e d i classi ; p rin c ip io d ie nella lette ratu ra finanziaria tedesca era stato enunciato e sostenuto variam e nte da s c ritto ri a uto re vo li quali il W ag ne r, il Nasse, il N eum ann, il R oscher, il lìe it- zensteim , il C olin . Quanto alle im posto in d ire tte l’ uso che possono farne i C om uni è lim ita to così dalle leggi d e ll’ Im pe ro e dalle p iù larghe applicazioni che trovano in esso, come dalle disposizioni della nuova legge, la quale proibisce l’ introd uzion e o l’ aumento di quelle sulle c a rn i, sui g ra n i, sulle farine, sul pane, sulle pa tate e sui c o m b u s tib ili. N on sono esclusi del tutto i centesim i addizionali ai trib u ti personali, ma solo fino ad un massimo, o ltre i q u a li è necessario il con senso dello Stato. S i è volu to, in tal modo non ag g ravare il carico della im posta generale sul reddito, d i cui si è conservato il beneficio m aggiore a ll’ erario g overna tivo , vietando anche agli enti locali d i sta b ilirn e una per lo ro conto. E parim ente è riservata esclusivam ente a llo Stato la nuova imposta sul pa trim o n io , sulla quale non sono permessi i centesim i addizionali.
Q uanto a quest’ u ltim a im posta, che è il com ple m ento della rifo rm a trib u ta ria prussiana, basterà ram m entare che sono esenti da essa i p a trim o n i in fe rio ri a 6 00 0 m a rc h i, q u e lli delle persone il cui re d d ito im p o n ib ile non supera 9 0 0 m a rch i, quando ad un tempo il p a trim o n io è in fe rio re a 20,00 0 m a rc h i ; ed in o ltre i p a trim o n i delle donne che hanno a loro carico dei m in o ri o incapaci al lavoro, q u e lli degli o rfa n i di padre in età m inore, quando nè il p a trim o nio sorpassa 2 0 ,0 0 0 nè il re dd ito -1200 m a rc h i.
D e l resto I’ a liq u o ta d e ll’im posta è assai m ite, per m odo che riu n e n d o le due im poste generali sul re d d ito e sul p a trim o n io , il massimo non a rriv a che al 5 ‘ / i per cento. L a in tie ra graduazione è la se guente :
Patrim onio Im posta P atrim onio Im posta im ponibile an n u ale im ponibile annuale
Marchi M archi M archi M archi
6 ,0 0 0 a 8 ,0 00 3 28,00 0 a 32,000 14 8, 000 a 10,000 4 3 2,00 0 a 36,000 16 10,00 0 a 12,000 5 36,00 0 a 40,000 18 12,00 0 a 14,000 6 4 0 ,0 0 0 a 44,000 20 14,000 a 16,000 7 44,00 0 a 48,000 22 16,00 0 a 18,000 8 48,00 0 a 52,000 24 18,000 a 20,000 9 52,00 0 a 56,000 26 20,00 0 a 22,000 10 56,000 a 60,000 28 22,00 0 a 24, 000 11 60,000 a 70,000 30 24,00 0 a 28,000 12 P e r i p a trim o n i s u p e rio ri a 7 0 ,0 0 0 m a rc h i il saggio della im posta si eleva d i 5 m a rch i per ogni 1 0 ,0 0 0 d ’ im p o n ib ili fino a 2 0 0 ,0 0 0 inclusivam ente. P er i p atrim o n i di p iù che. 2 0 0 ,0 0 0 fino a 220 ,0 00 m a rc h i l’ imposta è d i 100 m a rch i e si eleva di 10 m a rc h i per ogni 2 0 ,0 0 0 d 'im p o n ib ile com inciando da 2 2 0 ,0 00 .
I l valore patrim o nia le, fittiz io , dei re d d iti, a cui non corrisponde un capitale effettivo si calcola r i guardo ai perpetui m o ltip lica n d o per 25 l ’ im porto a n n u a le ; re lativam ente ai tem poranei m o ltip lica n d o lo per 12 * / j > e per rispetto alle re nd ite v ita liz ie m ol tip lic a n d o lo , a seconda d e ll’età di chi le riceve, per
un coefficiente che varia da! 18 per coloro che hanno 15 o meno anni d ’ età, fino al 2 per q u e lli che hanno 80 o p iù anni.
Oggetto d e ll’ imposta è il valo re capitale dei beni m o b ili e im m o b ili, d e tra tti i deb iti, il m o bilia re d o m estico, g li a rre di ed a ltri oggetti so m ig lia n ti. L ’ ac certam ento avviene per opera d i C om m issioni, le q ua li si avvalgono dei ris u lta ti d e ll’ accertamento dei re d d iti per la Einkommensteuer e delle stesse denuncie fatte dai c o n trib u e n ti.
Questa imposta andò in vigo re col 1° a p rile 1895 e n e ll’ esercizio 1 8 9 5 -9 6 ha dato poco più di 31 m ilio n i di m a rchi con 1 ,1 52 ,33 2 c o n trib u e n ti, metà dei q ua li appartiene alla classe di q u e lli il cui pa trim o n io sta fra 6 0 0 0 e 2 0 ,0 0 0 m a rchi, m entre l ’ imposta da essi pagata non corrisponde neanche a un decim o del provento totale. La m aggiore p ro porzione del prodotto ottenuto deriva dalle classi medie fra 5 2 ,0 0 0 e 5 0 0 ,0 0 0 m archi di p atrim o nio le q ua li danno il 4 1 .1 4 per cento del gettito delle im poste, le classi su p e rio ri 3 1.55 per cento e le in fe rio ri p iù num erose, soltanto il 27.31 per cento ’ ).
La rifo rm a trib u ta ria prussiana, che ha saputo ottenere o ltre 70 m ilio n i d i aum ento dai trib u ti personali sul re dd ito e sul p atrim o nio è adunque p ie namente riu s cita . Le classi medie e sup eriori sono state m aggiorm ente gravate, su questo non c’ è d u b bio, ma tu tto è re la tivo a questo m ondo ed è certo che anche col m aggiore aggravio esse sono meno tassate che in a ltri paesi. N e ll’ esercizio 1 8 9 1 -9 2 Io Stato prussiano ha ricavato da tutte le m o lte plici im poste d ire tte un provento di 1 73 .3 m ilio n i di m a rc h i; n e ll’esercizio 1 8 9 5 -9 6 le due sole imposte generali sul re dd ito e sul p atrim o nio hau dato un prodotto di 1 5 4 .4 m ilio n i, ossia circa 193 m ilio n i di lire , ai quali aggiungendo circa 1 0 0 m ilio n i di lire p rove nie nti dalle im poste d irette cedute ai Co m u n i sui te rre n i, sui fab brica ti, sulle in d u strie e m in ie re ) si ha la c ifra di 2 93 m ilio n i d i lire che è certo meno della metà del prodotto delle imposte d ire tte riscosso dallo Stato e dai corpi lo c a li in Ita lia . A nch e ammesso che per la Prussia debbasi tener conto di alcune diecine di m ilio n i sui centesim i ad d iz io n a li, che ora non possiamo d eterm ina re con precisione, resta sempre una notevole differenza in più pel nostro paese. Ma non vogliam o ora is titu ire co n fro n ti sta tistici ; nostro scopo era soltanto di r i chiam are l ’ attenzione dei le tto ri su queste rifo rm e trib u ta rie , ispirate giustam ente al concetto che non ai consum i necessari e popolari, ma alla ricchezza là dove esiste convien riv o lg e rs i per accrescere le en trate e rio rd in a re le finanze, sì_ dello Stato che delle a m m inistra zio ni com unali. — È q uello che si è d i m enticato troppo spesso in Ita lia .
INDIVIDUALISMO E SOCIALISMO
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L’ E C O N O M I S T A
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sterni presentano differenze assai im p o rta n ti e deci sive ; a seconda che prevale l'u n o o l’ a ltro sistema, l’ economia e il d iritto devono assumere un ind irizzo differente.
Queste due d ottrine si possono considerare nelle lo ro o rig in i e nel lo ro svolgim ento sto rico , oppure nel lo ro contenuto filo s o fic o ; le due ric e rc h e in realtà si com pletano a vicenda.
Se si studiano le o rig in i, g li elem enti e la e vo luzione della d ottrina in d iv id u a lis ta , si trova ch’ essa è il prodotto del progresso inte lle ttu a le , del lib e ro esame e di una m orale più elevata. In fa tti, come dim ostrò recentemente il M ichel *), senza ris a lire fino a E p ic u ro , consideriam o soltanto il secolo, nel quale la tesi in d iv id a ilista p olitico -e con om ica si è ve ramente affermata in tu tto il suo vigo re , cioè il secolo X V I I I . Ebbene tro via m o che il m ovim ento in d iv id u a lis ta prende corpo nella nozione della l i bertà p o litica , esposta da M ontesquieu, in quella della sovranità del popolo, esposta da Rousseau e dai suoi im ita to ri inglesi, nella filosofia del d iritto d i K ant, di F ichte , di Condorcet, nella idea della libe rtà eco nomica naturale d i A dam o S m ith e finalm ente nelle rive nd ica zion i dei p io n ie ri della R ivoluzione d’ A m e rica in favore della assoluta autonom ia della co scienza religiosa. Però, e questo prova i m o lte plici aspetti della tesi in d iv id u a lis ta , l ’ in d iv id u a lis m o dei p io n ieri della R ivoluzione d’ A m e rica non rassom iglia a q uello di M ontesquieu, come questo non rasso m ig lia alla d ottrina in d iv id u a lis ta di Rousseau, di K an t e di F ichte e come la teoria della libe rtà na turale dello S m ith rassom iglia ancor meno a tutte le altre m anifestazioni d e ll’ in d iv id u a lis m o . Ma ciò non toglie che questi pensatori e u om in i d’ azione abbiano lavorato, senza essersi data la parola, a un’ opera com une identica. W illia m Penn e i suoi com pagni nella N uova In g h ilte rra rive nd ica no l’ a u tonomia della credenza religiosa personale, M onte squieu il libe ro e sicu ro godim ento per l’ in d iv id u o ' dei suoi beni e della sua persona, Rousseau e C on dorcet vogliono che il citta d in o partecipi personal mente, con un atto della sua volontà, alla creazione dello Stato, K a n t e F ic h te g li rive la n o l ’ essenza del suo d iritto , S m ith vuole affrancare il lavo ro del l’ uomo dai v in c o li che per tanto tempo g li hanno tolto la possibilità di svolgersi liberam ente. Ma p u r m irando a fin i così d iffe re n ti, per vie così diverse, e per ra g io n i spesso estranee le une alle a ltre, essi applicano un p rin c ip io identico che fa capo allo stesso ris u lta to , ossia a ll’ affrancam ento com pleto, il p iù possibile, della persona um ana, alla sua lib e ra zione dalle se rvitù inte rn e o esterne, c iv ili o m o ra li. Questa è la genesi della dottrina generale d e ll'in d ivid u a lism o , quale è sorta nel secolo X Y I I I . R id u cendo tale d ottrina nei suoi te rm in i p iù sem plici si può d ire , col D ie tz e l,2) che sotto il nom e di in d iv i dualism o sono da com prendere quelle teorie sociali che si fondano sul p rin c ip io in d iv id u a le , ossia s u l l ’ assioma di filosofia sociale, che l’ in d iv id u o è scopo a sè stesso, e le form e della v ita sociale, le fa m ig lie , le associazioni, g li S ta ti, le u nio ni d i S tati, col loro d iritto , con la lo ro m orale, coi loro costum i sono i mezzi per raggiungere il bene d e ll’ in d iv id u o , mezzi
*) L'idée de l'État, P a ris , 1896.
! ) V e d i Individualismus nel Handwörterbuch der Staatswissenschaften Y o l. I V , Jena 1892. •
che per volere d i questi esistono e si trasform ano. — Capovolgiam o questo concetto, inve rtiam on e i tè r m in i, e avrem o il socialism o; ossia il complesso delle teorie sociali per le q ua li l ’ in d iv id u o 6 il mezzo di cui si valgono le form e della vita sociale (le fa m i g lie , le associazioni, g li S tati) per raggiungere il loro scopo, che è il benessere delle c o lle ttiv ità che la compongono. E d anche il socialism o si è col tempo radicalm ente trasform ato. In fa tti m entre il socialism o antico, e quello greco in particolare è una d o ttrin a severa, ascetica, dura per l ’ in d iv id u o ; i d ir itti, g l’ interessi, i piaceri del quale sono sacrificati a l l’ interesse, alla grandezza della C ittà ; nel socialismo, m oderno il pensiero predom inante, se non esclusivo- è q uello della soddisfazione dei bisogni, de! benes sere in d iv id u a le . Il p rim o s’ ispira al pensiero, alla filosofia greca, e basta osservare a questo proposito che poco im porta a Platone il desiderio in d iv id u a le , egli lo com prim e, lo m u tila , lo abolisce con una perfetta serenità. La sua d ottrina è un vero socialism o nel senso che la società ristre tta alla quale lo applica, la C ittà, è quella soltanto che ai suoi occhi ha valore. Il socialism o m oderno invece, non in modo esclu sivo, perchè aspira ancora per l’ in d iv id u o ad a ltri go d im e n ti, o ltre q u e lli m a te ria li, ma in m isura di gran lunga predom inante cerca un sistema econo m ico per d is trib u ire fra tutte le cup idig ie in d iv i duali la somma dei beni ; lo s p irito di sacrificio per la C ittà g li è ignoto, e qualsiasi traccia d’ ascetismo è in lu i scom parsa; in breve m entre l ’ uno è idealista, l’ a ltro è m aterialista.
Come osserva H e n ry M ichel nel suo dottissim o lib ro sulla Idea dello Stato fra coloro che vanno ideando progetti di riorganizzazione sociale, m o lti sem brano credere che finora il mondo non abbia mai veduto spuntarne di s im ili e ignorano che tu tti i sistem i destinati a p ro c u ra rc i artifiziosam ente un avvenire m ig lio re , hanno avuto in passato non solo num e ro si discepoli e fe rve n ti difensori, ma anche u n ’ applicazione p iù o meno larga. L ’ O riente ha co nosciuto il socialism o religioso con g li Esseni, la Grecia il socialism o idealista d i Platone, Roma il socialism o riv o lu z io n a rio di T ib e rio Gracco e quello d i Stato di Caio G racco, senza d ire che conobbe le teorie anarchiche di C atilina . N el medio evo la Chiesa ha conosciuto il socialism o m istico del V a n gelo eterno e dei fra tic e lli, m entre sulle campagne si scatenavano le g ue rre dei contadini di F ran cia , di G erm ania e d’ In g h ilte rra . Il rinascim ento, alla sua v olta , con le utopie di Tom m aso M oro e di C am panella, non si è sottratto alla concezione di uno Stato sociale d e ll’ avvenire. In F ra n cia , d ura n te il X V I I I secolo, al socialism o idealista di M o re lly , d el- 1’ abate di M ably, d i L in g u e t, succedono quelle te n denze dem ocratiche e g u alitarie che si fanno v ive nel periodo della riv o lu z io n e francese. Da u ltim o il nostro secolo ha esordito col socialism o o ttim ista dei fila n tro p i, quali S a in t-S im o n , F o u rie r, O w e n e F ic h te , per fin ire col socialism o pessimista che sorge dalle rive n d ica zio n i operaie del 1 84 8 e si svolge in mezzo alle agitazioni d e ll’ età nostra.
P arlando, adunque, delle scuole in d iv id u a lis te e socialiste contem poranee in relazione ai prob lem i sociali, non si deve m ai disconoscere che esse sono tu tte , qual più qual meno, antichissim e.
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L’ E C O N
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Sennonché, può prevedersi una dom anda: d i quali p ro b le m i sociali intendete p a rla rc i ? Essi sono m o l te p lici e di varia natura ; possono rife rirs i a un gran num ero di relazioni : alle fa m ig lia li, come a quelle tra il capitale e il la v o ro ; alla istruzione, come alla beneficenza; alla difesa m ilita re , come alla igiene. E d è vero. D ’ onde la necessità d i tog liere ogni e qu i voco col d ich iarare subito che si tratta dei problem i sociali econom ici, ossia, badando alla loro sintesi, di quella che suol d irs i la questione sociale econom ica. V eram ente l ’ idea che suggerisce l’ espressione « que stione sociale » è ben lunge d a ll’ esser chia ra nelle m enti del m a gg ior num ero, perchè è una forinola vaga che ha sostituito a poco a poco le a ltre più speciali, od alm eno p iù lim ita te in apparenza, di questione del pauperismo e questione operaia. T u t tavia il contenuto di questa fo rm u la « questione so ciale » ossia l ’ oggetto p ro p rio dei problem i sociali, non è d iffic ile da sta b ilire . N on esamineremo quanto sia vera l’ afferm azione del L o ria « ch e n e ll’ epoca attuale si ha per la p rim a volta una questione socia le »; cre dia m o, perchè la storia lo dim ostra in modo da n on lasciar d ub bi, che se m utano g li aspetti della questione sociale, se il suo contenuto va m o difican dosi continuam ente, essa giunge però a noi dopo essersi trascinata per p iù secoli fra popoli d iv e rs i di costum i, di leggi, di tem pra fisica e in te llettua le. I suoi elem enti furon o o sono la sch iavitù, la servitù , la m iseria pei la v o ra to ri, la insufficienza dei salari, la incertezza e la irre g o la rità d e ll’ im piego, la man canza di lavoro, g l’ in fo rtu n i su! lavoro, le pessime condizioni della vita di tanta parte della popola zione, tutte insomma le rive n d ica zio n i operaie vec chie e nuove. E poiché questi elem enti che hanno concorso e concorrono a form are la questione sociale non sono un fru tto della fantasia d i qualche n ovel lie re , possiamo d ire che questione sociale è espres sione sintetica di'sofferenze, di bisogni, d i s q u ilib ri, che chiedono l ’ azione delle forze sociali, siano esse il ris u lta to della cooperazione spontanea degli u om in i 0 d i quella coattiva, per ottenere una soddisfazione, un lenim ento.
Si tratta appunto di vedere secondo q u a li p rin - c ip ii e con quale metodo le v a rie scuole in d iv id u a lista e socialiste si propongono di e lim in a re quelle sofferenze, di appagare quei Disogni, di to g lie re quegli s q u ilib ri. Sebbene non m anchino ancor oggi colo ro 1 q u a li afferm ano che la questione sociale è anche una questione m orale e politica, pure si am m ette o rm a i da tu tti che il suo carattere econom ico è p re v a le n te ; è adunque alle dette scuole, e non a q uelle p o litich e p u re , che conviene volgere spe cia l- mente l ’ attenzione.
L a distinzione d e ll’ in d iv id u a lis m o e del socialism o non dà però sem pre u n concetto esatto e com pleto delle co rre n ti di idee che dom inano ai n o s tri g io rn i nel campo delle teorie e co no m ico-so ciali. N o i sen tiam o spesso persone d'alto valo re in te lle ttu a le d i c h ia ra re che nou sono nè d e ll’ una, nè d e ll’ altra scuola finora considerate ; ma che seguono un altro o rdin e di idee. E g li è che v i sono differenze qua litative e quantitative, sia n e ll’ uno che n e ll’ a ltro cam po, v i è un minimo e un massimo d ’ in d iv i d ualism o e di socialism o, v i sono sfumatured o ttri nali che tolgono a una d o ttrin a il suo carattere senza darle prop ria m e nte q u e llo d e ll’ a ltra ; a ciascuna d i queste gradazioni può bene applicarsi l’ im m agine del d iv in o poeta « non è nero ancora e il bianco
O M I S T A
m u ore ». Si hanno così v a rie scuole, ciascuna delle q u a li pretende avere p rin c ip ii d iffe re n ti, che in realtà hanno un valore p ro p rio , soltanto perchè conducono a differenze d i metodo nel trattam ento, se così pos siamo e sp rim e rci, dei problem i so c ia li. Bisogna adunque fare un po’ d’ analisi d e ll’ in d iv id u a lis m o e del socialism o.
IL COMMERCIO INTERNAZIONALE ITALIANO
nei «lue primi mesi d.el ISO’?’
Il mese di marzo ha di poco assai m utato le con di zion i del nostro com m ercio internazionale, già fatte conoscere ai le tto ri per il p rim o bim estre d e ll’ anno.
N el complesso, il m ovim ento fu m aggiore di lire 7 6 9 ,0 0 0 in confronto del marzo 489 6 ed aum enta rono tanto la im portazione che la esportazione; la p rim a d i 6 7 3 ,0 0 0 lire , la seconda d i 9 4 m ila . Così nel complesso del trim e stre per i due anni 1896 e 1897 si ha :
1896 1897 D ifferenza
Importazione,. 276,279,642 271,529,330 — 4,750,312
Esportazione.. 246,936,149 262,856,494 -|- 15,920,345
523,215,791 534,385,824 + 11,170,033
I m e ta lli preziosi hanno d a to :
1896 1897 D ifferenza
Im p o rta zio n e . 4,059,000 3,801,500 — 257,500 E sportazione . 5,253,200 2,700,500 — 2,552,700 9,312,200 6,502,000 - 2,810,200 N aturalm ente, queste m odificazioni così lie v i nei to ta li, m antengono la stessa fisonom ia alle singole p a rti del com m ercio , come sì può rile v a re dal so lito prospetto delle cate go rie :
IM PO RTA ZIO N E C A T E G O R IE
secondo la tariffa doganale
V alore delle merci im portate dal l'g e n n . al 31 m arzo dell* an n o 1897 D ifferenza col 1896
I. S p iriti, bevande ed oli . . . . L ire 8,195 322
L ire 4- ï ,276,934 I I . G eneri colon., droghe e tabacchi. 20,103,105 + 1,183,549 I I I . Pro d o tti chino, gen eri m edicinali,
re sin e e profum erie... 13,248,286 + 2,608,557 IV . Colorì e gen eri per tin ta e per
8,114,186'+ 985,256 V. C anapa, lino, j u t a ed a ltr i vege
ta li filam entosi esci, il cotone. 6,213,944 - 1,417,359
V I. 37,242,885 — 3,566,605
V II. Lana, crino e peli... 17.673,682 ■+ 1,2l8,673
V i l i . 26,619,098 + 5,723,750
IX . Legno e p ag lia... 10,494,217 + 2,057,372
X. 3.159,121 + 81,405
X I. P e lli...« . . . ... 12,189,395 + 1,740,249 X II. M inerali, m etalli e loro la v o ri.. 32,729,271 - 798,948 X III . P ie tre, te rre , v a s e lla m i, Vetri e
c ris ta lli... 26,194,138 - 67,837 X IV . C ereali, fa r., p aste e prodotti ve-
g e t.,n o n com presi in a ltre categ. 24,052,667 — 19,064,966 XV. A nim ali,prodotti e spoglie di a n i
2 maggio 1897
L ’ E C O N O M I S T A279
C A TEG O R IE ■
secondo la tariffa doganale . ES PO R T Valore delle merci esportate dal l*ge u n . al 31 m arzo d e ll’ anno 1897 AZIONE Differenza col 1896 I. ¡S piriti, bevande ed o l i ... II. ¡Generi colon, droghe e tabacchi. I I I . P ro d o tti china.,generi m edicinali,
1 resin e e p ro fu m erie ... L ire
39.761,619+ 6,215,164L ire 2,181,221 4 - 606,718 10,609,408 — 39,526 IV. Colori e generi por tin ta e per
concia... 3,771,444 4- 275,702 V. C anapa, lino, ju ta ed a ltri vege
ta li filamentosi, esci, il cotone. 17,668,578 4 - 4,010,618 VI. C otone... 7,772,561 -1- 1,722,776 V II. L a n a , crino o peli... 2,634,630 - 1,154,022 V III. S e ta ... 73,112.468 4 1,376,728 IX. Legno e p a g lia ... 10,038,399 - 157,376 X. C arta e l i b r i ... 2,109,653 4- 85,948 X I. P e lli... 5,307,540 - 966856 X II. M inerali, m etalli e loro la v o ri.. 10.042,411 4- 3,562,950 X III. P ie tre , t e r r e , v asellam i, v e tri e
c ris ta lli... 14,109,209 - 1,823,487 XIV. C ereali, fa r., paste e prodotti ve
g etali, non com pr. in a ltre cat. 26,846,731 4- 885,877 XV. Animali, prodotti e spoglie di a n i
m ali, non compr. in a ltre categ. 31.193,765 - 206,353 XVI. Oggetti d iv e rs i... 5,696,857 4- 1,525,484
Totale delle prim e 16 c ateg o rie.. 262,856,494 4- 15,920,345 X V II. M etalli p re z io s i... 2,700,500 - 2,552,700
T otale g e n e ra le .. . . 265,556,994 4- 13,367,645 In quanto alle riscossioni doganali esse fu ro n o :
T ito li
d i riscossione 1897 1896 D ifferenza
L ire L ire L ire
D azi d’im portazione 53,415,631 60,964,509 - 7,548 878 D azi d i E sportazione Sopratasse di fabbri- 284, 107 1,663,145 — 1,379,038 cazione... 615,742 567,212 4 - 48.530 D iritti di statistica . 434,799 — 4- 434,799 D iritti di bollo. • . 254,965 245,775 4- 9,190 D iritti m arittim i . . 1,852 868 1,568 584 4- 284,284 P ro v en ti d iv e rsi . . a) 214,891 165,381 4- 49,510 T otale . 57,073,003 65,174,606 — 8,101,603
RIVISTA DI COSE FERROVIARIE
La trazione elettrica a Chicago. — La Rivista di elettricità d i L on dra dà le seguenii info rm a zion i re la tiv e ai T ra m w a y s di Chicago ricavate dai ra p-p o rti della Chicago C ity R a ilw a y
1894 C h ilo m e tri di linee a tra
-C om pany : 1895 1896
zione funicolare . . . C h ilo m e tri di linea a
tra-SS.2 S5.6 55.9 zione elettrica . . . .
C h ilo m e tri d i linea a
tra-1 tra-1 8 .8 I8 8 .S 2 26 .8 zione animale . . . .
R endita totale in m ilio n i di
8 4 .2 IS .7 6.S f r a n c h i ... 2 1 ,3 2 0 2 2 ,3 8 0 2 4 ,0 4 0 Spese totali in m ilio n i di
fra n ch i . . . 1 9 ,7 3 0 1 3 ,0 2 5 15,925 Sopravanzo dopo il preleva
m ento del 10 per cento sul capitale azioni in m i
lio n i d i fra nchi . . . 0 ,6 9 0 1 ,6 05 0 ,7 6 0 M ilio n i di v ia g g ia to ri tra
spo rtati :
Trazione funicolare . . . 5 4.69 5 3 .3 5 4 6.43 A n im a le ... 2 0 .5 8 6.91 2.87 E le ttric a ... 9.51 2 8 .5 2 4 5.92
La trazione elettrica a Chicago. — M ilio n i di c h ilo m e tri percorsi :
Trazione funicolare , . . 2 4 .4 2 3.8 '22.2
» A nim ale . . . 6.3 2.5 ì i o
» E lettrica . . . Costo di vettura a c h ilo m e tro, centesimi : Trazione fu n ic o la re . . . 3.0 8 .8 16.0 3 1.2 3 2.0 33.0 » A nim ale . . . 79.3 9 5 .S 80.8 » E le ttrica . . . S2.8 46.1 42.1 La West Chicago Street Railroad Company ha sofferto un poco da cam biam ento nei m etodi di eser cizio ed anche della crisi ; ma ha potuto intanto d is trib u ire ancora il 5 per cento di d ivid en do nel 1 89 6. La re nd ita è notevolm ente d im in u ita per la trazione funicolare e la trazione anim ale, è invece aum entata per le linee sulle q u a li la trazione e le t trica è stata applicata.
La North Chicago Street Railroad Company ha pagato nel 189 6 I M I per cento ed ha trasportato 36 m ilio n i di v iag gia tori ; il coefficiente di esercizio su queste linee è di 4 7.10 per cento per la trazione fun icola re, 5 1.23 per cento per la trazione elettrica e 9 0 .9 8 per la trazione anim ale.
La circolazione a Berlino. — La Zeitung des Vereins dà le seguenti c ifre relative alla c irc o la zione in B e rlin o degli anni 1895 e 1 8 9 6 :
1895 1896
V ia g g ia to ri trasportati dalla Grosse B e rliu e r
Pferdebahn . . . 1 38 ,9 00 ,00 0 1 54 ,2 00 ,00 0 (G rande ferro via B e r
linese a cavalli) : M etropolitana e di Cinta T ra m w a y B e rlin C har- l ot t enbur g. . . . 6 5 ,0 0 8 .1 3 8 •„a 7 6 ,8 9 9 ,5 6 8 6 ,9 9 8 ,5 5 5 7 ,476,573 Neues B e rlin e r P ferde -
b a h n s ... 1 8 ,3 7 0 ,0 0 0 2 1 ,82 5,0 00 (N uova ferrovia B e r
linese a cavalli) : T ra m w a y s a vaporo
Baehstein e C .ia. . 3 ,5 2 7 ,2 7 4 3 ,3 58 ,26 3 Società degli O m nibus 3 7 ,41 4,3 05 4 3 ,4 5 2 ,6 4 6 I T ra m w a y s e le ttric i Siemens H alske, posti a servizio del pubblico il 15 a prile 1896, hanno tra sportato fino al 31 d ice m bre 3 ,8 3 5 ,8 9 4 persone. Di guisa che 1’ insiem e dei v ia g g ia to ri tra sp ortati nel *1896 raggiunse la enorm e cifra d i 3 1 1 ,2 1 6 ,9 5 5 in vece dei 270 ,0 49 ,48 1 del 1 8 9 5 , ossia un aumento | di 4 1,16 7,4 74 .
La popolazione d i B e rlin o dopo il censim ento del 2 dicem bre 1 8 9 5 , essendo di 1 ,6 77 ,30 1 abitanti, dalle c ifre q u i sopra ris u lta che ogni abitante u ti lizza annualm ente in media 109 volte i T rarp w ays 1 a ca v a lli, 45 v o lle il M etrop olita no e 185 volte l’ in sieme dei mezzi di trasporlo in com une posti a sua disposizione.
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riassunti g li argom enti ch’ egli ha prodotto a sostegno della p ro p ria opinione.
L ’ in tro d u zio n e dei b ig lie tti c h ilo m e tric i, lu n g i dal som plicizzare la tariffa attuale v i aggiungerebbe una nuova com plicazione. Dal punto di vista del servizio ili d istrib u zio n e e di con trollo , l ’ uso di questi b ig lie tti solleverebbe certam ente alcune di(Tì- e o ltà ; del resto coloro stessi che li reclam ano lo fanno sopratutto a causa della riduzione che aspet tano. I l M in istro , è d’ altronde egli medesim o di avviso che la unificazione delle ta riffe pei viaggia to ri dovrà coincidere con una riduzione di queste anzi ta riffe ; un progetto in questo senso è stato anche, presentalo altra volta dal suo predecessore, ma p ro duce un risch io di perdite non m in ore di 35 m i lio n i d i m a rch i e forse 43. Senza dubbio questo risch io sarà in parte, coperto d a ll’ aumento del tra f fico che provocherà la rid uzio ne dei prezzi di tr a sporto, ma non bisogna d im enticare che in Prussia le condizioni non sono del tu tto quelle eh’ erano in U ng he ria e che possono essere in Russia, dove sono ancora m o ltitu d in i che non si m uovono. Il tra ffico prussiano è già così intenso da non potere sperare che accresca in m aniera m ollo Conside revole.
In quanto a lim ita re il benefizio di questi b ig lie tti ad una zona determ inata a tito lo di prova, il M in istro g iudica ciò essere im p ra tic a b ile ; l’ esperienza sarebbe d’ a ltronde concludente, perchè i v ia g g ia to ri si d is p o r ranno a p ro fitta re dei vantaggi o ffe rti in questo paese a danno delle linee vicin e.
Per dì più, dopo serio esame della questione, il D ire tto re delle S trade F e rra te d e ll’ Alsazja -L o re n a ' le cui linee sono per a ltro in concorrenza sopra un gran n um e ro di punti con le linee del Baden, ha respinto l ’ introd uzion e dei b ig lie tti c h ilo m e tr i^ j>’uso dei quali non è neppure stato ammesso sulle ré ti V iirlo m b e r- ghesi e Bavaresi.
Il M in is tro si sforza in fin e a d im ostra re che le tariffe sono anche rid o tte quanto era possibile, spe cialm ente in quelle della quarta classe e che i l ’ tr a f fico dei v ia g g ia to ri segue una costante progressione la quale non sembra in d ica re che le ta riffe siano tali da fare in tra lc ia re lo s vilu pp o di questo tra ffico. L ’ aum ento del tra ffico delle m e rci per ogni c h ilo m etro di linea (d a l 1 8 8 0 -8 1 al 1 8 9 5 -9 6 ) calcolato sulle tonnellate c h ilo m e tric h e , è stato di 48 per cento, m entre per lo stesso periodo di tem po, il tra ffic o dei v ia g g ia to ri (per o gn i chilo m e tro d i linea) è aum en tato d i 6 2 per cento. I l prodotto per ogni tonnellata ch ilo m e tric a è d im in u ito di 11 per cento e quello c h ilo m e tric o del viaggiatore di 17 per cento.
Dal p unto di vista della frequenza, il n um e ro dei tre n i-e h ilo m e tro per c h ilo m e tro di linea , è pas sato da 4 .2 8 4 pel i 8 8 8 -8 9 a 5 .1 52 pel 1 8 9 5 -9 6 ; sulle fe rro v ie tedesche la c ifra corrispondente non è che di 5 .1 2 8 ; in A u s tria -U n g h e ria essa non o ltre passa i 3 .0 1 8 , e per le fe rro v ie belghe è di 4.0 60 . F in a lm e n te , il num e ro dei v ia g g ia to ri c h ilo m e tric i osmi c h ilo m e tro di linea è passato da 2 6 5 .3 2 3 nel 1 8 8 8 -8 9 a 3 5 7 .8 0 0 nel 1 8 9 3 -9 6 . ciò che ra pp re senta u n aum ento del 75 per cento in 7 anni.
Queste cifre stabiliscono che il sistema attuale di tariffa non è affatto di natura da im p e d ire lo svilu pp o del tra ffico e che i bisogni a questo r i guardo non hanno un carattere d ’ urgenza tale da tra scu ra re a ltri p u n ti per occuparsene; così il M i n is tro si d ich ia ra , come abbiamo detto, co n tra rio alla
adozione dei b ig lie tti c h ilo m e tric i sulla rete dello Stato prussiano.
Biglietti circolari a percorso variabile. — In seguito ad accordi in te rv e n u ti tra le Società fe rro v ia rie M editerranea e A d ria tic a , e d ovuti alla in i ziativa d e ll’ Ispettorato generale delle fe rro vie , saranno is titu iti anche in Italia, i b ig lie tti c irc o la ri a percorso com binabile, da tempo in vig o re , con generale sod disfazione del pubblico, sulle p rin c ip a li linee fe rro v ia rie estere.
Il vantaggio di tali b ig lie tti è quello di perm ettere al viag gia tore di sta b ilire a suo piacere l ’ itin e ra rio del viaggio, senza essere obbligato a seguire un p e r corso prestab ilito dalle fe rro vie , che in , m o lli casi, potrà non rispondere ai suoi bisogni.
Tale innovazione sarà attuata non p iù ta rd i del giugno prossimo.
La ferrovia panamericana. — Nel Congresso panam ericano che ebbe luogo a W ashin gto n nel 1890 si tra ttò di c o stru ire una rete di fe rro via che r iu nisse il N ord d e ll’ A m erica con l’ estrem o S ud . F u in s titu ita dopo poco tem po una Com m issione in te r nazionale composta d’ ingegneri dei d iv e rs i S tati, fra i q ua li q u e lli degli Stati U n iti erano i p iù num erosi.
I rilie v i fa tti da questi ing e gn eri n e ll’A m e rica C entrale e M e ridionale serviron o come base a d i versi Stati per la costruzione di fe rro v ie che form ano dei tro n c h i della rete panam ericana. G li S ta ti-U n iti sono già in com unicazione, m ediante d ive rse linee, con il Messico e questa re pu b blica a rriv e rà prossi m am ente alla fro ntiera del Guatemala. Questo Stato ha com inciato la costruzione d i una linea che dalla fro n tie ra messicana va alla costa d e ll’ Oceano Pacifico, linea il di cui prolungam ento e d iram azion i s e rvi ra nn o a tu tto il centro A m ericano. A ttra v e rs o la C olom bia, l’E qu a to re , il P erù e il C h ili la linea g iu n gerà a ll’E st, nella direzione della R epubblica A rg e n tina dopo a ve r passato le C ordig lie re delle Ande.
L a grande linea internazionale sarà lunga 4 5 0 0 c h ilo m e tri dal Messico al Lago T iticaca (P erù). Da questo punto, il C h ili non avrà che poche m ig lia di fe rro via da co stru ire per riu n ire la linea alla sua rete.
Rivista Bibliografica
Charles Booth. — Life and labour of thè people in London. — Volume IX . — L ondon, M a c m il la n , 1897, pag. V III- 4 5 4 .
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in d u strie , ossia delle condizioni del lavoro nei vari ram i di produzione, ma anche un sunto dei v o lu m i precedentemente p ubblicati e uno sguardo generale delle m o lte p lic i questioni a ttin en ti al lavoro nella grande m e trop oli britannica.
T u tto il lib ro è di speciale e intenso interesse per chi si occupa delle questioni operaie, ma sopratutto l’ u ltim a parte, nella quale sono tra tta ti i tem i della produzione in grande e in piccolo, delle Trade Unions, delle ore di lavo ro , delle form e del salario, della irre g o la rità dei guadagni, del saggio delle m e r cedi, del tenore di vita degli operai, e'cc. è di m olta u tilità perchè facilita lo studio dei precedenti otto v o lu m i. La varietà degli argom enti non consente di dare una idea generale d e ll’ opera in u n sem plice cenno b ib liog ra fico , ma possiamo d ire che essa co stituisce un quadro per quanto, è possibile in s im ile m ateria fedele, delle condizioni di vita e del lavoro del popolo di L on dra, quadro che dobbiam o alla inte llig e n te cooperazione degli specialisti p iù valenti nello studio delle con dizion i reali della classe operaia. Per quanto sia assai malagevole nel breve spazio concesso da questo gio rn ale , non disperiam o di p o tere d ilu n g a rc i in a ltro momento sulle conclusioni che emergono da questa inchiesta, per tanti tito li degna dei più v iv i elogi.
Duncans. — How money maíces money. — London, Effing'nam W ils o n , 1897, pag. V III- 1 9 5 .
G li A u to ri di questo o ttim o lib ro sul modo di far rendere i p rop ri capitali sono da m o lti anni in mezzo agli a ffa ri e pertanto hanno quella pratica che è tanto necessaria per poter trattare .d e ll'im p ie g o dei capitali. « Come il danaro produce il danaro » ce lo spiega con m olta chiarezza questo lib ro , trattando dei v a ri im p ie g h i di danaro, delle p roporzioni da osservarsi in essi, dei ris c h i e dei lu c ri re la tiv i, delle speculazioni perm anenti e di quelle tem p ora- neee e fornendo notizie succinte, ma precise, del m eccanismo degli a ffa ri in borsa. N e ll’ appendice o l tre la spiegazione dei te rm in i re la tiv i alla borsa, g li A u to ri hanno rip o rta lo i prezzi m assim i e m in im i dei p rin c ip a li tito li quotati in In g h ilte rra dal 188 5 al 1 8 9 6 inclusivam ente, le oscillazioni estreme dei tito li m in e ra ri nel 189 5 e 189 6 e la tabella dei d iv id e n d i delle p rin c ip a li azioni dal 1 8 8 4 al 1895 inclusivam ente. In un n um ero non grande di pa gine i signori D uncan hanno raccolto m olte preziose nozioni e nozioni che per essere suggerite special- mente dal punto di vista inglese non hanno per questo m in ore u tilità .
C hi sa quanto sia d iffic ile di prestare i consigli della esperienza in questa m ateria, com prenderà fa cilm en te il pregio e l ’ u tilità del lib ro che non ha del resto lo scopo di riv e la re nessun segreto, ma soltanto di dare in form a modesta e pratica g li elem enti indispensabili per capire quale sia la linea di condotta m ig lio re nella speculazione.
Maurice Block. — Petit dictionnaire politique et so cial. — P a ris , L ib ra irie Peri-in, 1896, pag. 800. I l B lo c k , o ltre le sue numerose e ben note opere di economia politica, ha dato alle stampe un D izio nario generale della P o litica che ha avuto m olta fortu n a. D esiderando ora di m ettere alla portata del m aggior num ero, la parte sostanziale di quel D izio na rio , il B lo c k ha pubblicato questo P iccolo D izio na rio nel quale si può tro va re la spiegazione
di un num ero considerevole di te rm in i, d i is titu zioni, di teorie politiche. Come tu tti i D izio n a ri esso non può avere la pretesa di esaurire la trattazione dei v a ri tem i, ma dice abbastanza perchè si abbia u n ’ idea chiara d e ll’ is titu to p o litico , del te rm in e , ecc. di cui ci ricerca la spiegazione. Sarebbe stato certo desiderabile che l’A u to re avesse rinfrescato m a g giorm ente il suo lib ro , ma i lim iti entro i q ua li ha v o lu to mantenere il D izionario, per re nd e rlo più popolare, g li hanno im pedito di dare m aggior s v i luppo a quella parte che si può d ire moderna e che è la politico-sociale. T u tta via s u ll’ anarchism o, sulle assicurazioni operaie, sul socialism o sulla plusvalenza ecc. si trovano a rtic o li b revi, ma su fficie n ti per fo r m arsi un concetto esatto del significalo della parola 0 della istituzione o della teoria.
I lib r i che portano il nome di M aurice B lo c k non hanno bisogno d’ essere raccom andati agli studiosi, i q u a li sanno apprezzare le qualità em inenti di c h ia rezza, precisione e profondità che g li sono p ro p rie . N ondim eno ci perm ettiam o d i raccom andare questo piccolo D izio n a rio , perchè siamo s ic u ri che tornerà assai u tile a chiunque lo consulterà.
I René Lavollée. — Les classes ouvricres en Europe. — Tom e I I I : A n g le te rre . — P aris, G u illa u m in et C1*, 1896, pag, 656.
L ’ A uto re ha già pubblicato due v o lu m i di studi sulla situazione m ateriale e m orale delle classi ope raie in E urop a, nei q ua li ha preso in esame quasi tu tti g li Stati d e ll’ E uropa con tine ntale ; in questo nuovo volum e si occupa esclusivam ente d e ll’ In g h il te rra . Sono u n d ici c a p ito li, nei quali tutte le varie questioni interessanti la classe operaia inglese sono esaminate con cura. Il L a vollé e in una p rim a parte della sua opera, studia la popolazione e la legisla zione operaia; nella seconda parte, prende a conside rare l’ operaio inglese nella fabbrica e q u in d i tratta dei salari, del lavoro agricolo, della popolazione operaia d i L o n d ra , della durata del la vo ro ; nella terza ed u ltim a parte, la vita d e ll’ operaio inglese, le spese, l’ alloggio, le associazioni operaie, il socialism o, sono 1 tem i s vo lti d a ll’A u to re . In appendice sono ra cco lti a lcu ni docum enti statistici e le g islativi m olto im p o r tanti per intendere lo sviluppo delle condizioni eco nom iche degli operai ing le si. I l L avollé e ha raccolto in questo lib ro m olte notizie sulla vita d e ll’ operaio inglese o ha saputo com pendiare con m olta chiarezza i ris u lta ti delle recenti inchieste o ffic ia li e private sul lavo ro . P er chi non può o non vuole ric o rre re alle fo n ti, questo lib ro fornisce tu tti g li elem enti necessari per conoscere esattamente le condizioni m o ra li e m a te ria li della classe operaia inglese.
Rivista Economica
I l commercio d e ll’E r itr e a - La ta s s a d i successione
nello Stato di Nuora York - Tutela del lavoro nelle
cave e nelle m iniere.
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C olonia E ritre a ad una Società sul tipo della Char ter ed Company.
A m eglio c h ia rire il loro assunto si studiano di dim ostrare l ’ im portanza, direm o così, potenziale di Massaua dal punto di vista com m erciale.
Massaua, osservano essi, è la via naturale d i tra n sito per le derrate, da e per l’ in te rn o d e ll’ A bissinia e del Sudan.
T u tto l’ altipiano tig rin o , sino al lago Isana, non ha modo di rifo rn irs i di m erci europee ed asiatiche che valendosi d e ll’ em porio e ritre o .
M entre una carovana da Sukota o da G ondar im piega in m edia, da 35 a 45 g io rn i per giungere a Massaua, ne im piega invece da 60 a 7 0 per ac cedere ai m ercati dello Scioa ed ancora più per a r riv a re a ll’ H a rra r e di q ui ai p o rti di Zeila e di G ib u ti. La concorrenza che potrebbero esercitare O ndurm an e S u a k im , sarebbe affatto innocua, essendo quei due m ercati situ a ti a tale distanza, in confronto del centro di rifo rn im e n to ita lia n o , da fa r sì che le m erci vi giungerebbero gravate di un prezzo eccezionalmente elevato.
Non sarebbe nem m eno esclusa l’ ipotesi che per il G hedaref ed il Gallabat, potessero a fflu ire col tempo sul m ercato di A go rd at anche i p rod o tti d e ll'E tio p ia m eridionale, che un tempo giungevano in copia a Cassala.
L e esportazioni d e ll’E tio p ia m eridionale, (caffè avo rio , zibetto, m iele, cera, aloe, p e lli, oro. ecc.) erano calcolate, durante la dom inazione egiziana del Sudan a circa 6 o 7 m ilio n i di lire annue e ad a ltrettanto il valo re dei p ro d o tti europei ed asiatici im p o rta ti.
Q uanto ai p rodotti p rove nie nti dai M ig iu rtin i e che adesso sono per la m aggior parte a ttra tti a Zeila per una somma di circa L . 3 5 5 ,5 00 , non sarebbe d iffi cile c o n v e rg e rli ad O bbia. In o ltre L ’ E ritre a fu sempre legata con v ivo scam bio di p rod o tti alla Som alia ed in m odo speciale al B enadir.
La nostra Colonia alim enta poi una larga e c o stante corrente di tra ffic i col Y em en, l’ H ediaz e
l’ In d ia come lo dim ostrano g li u ltim i dati dei b o ile r tin i doganali. D allo S tudio di questi dati ris u lta il vero carattere della C o lo n ia ; finora m isconosciuto. F u appunto falso c rite rio fattosi dagli Ita lia n i sulla reale im portanza econom ico-com m erciale d e ( nostro porto del M ar Rosso, la causa non u ltim a dei nostri insuccessi.
Massaua non può e non deve considerarsi isolata senza relazioni c o ll’ A bissinia e col Sudan, d is in te ressata ai tra ffic i svo lge n lisi lun g o le coste a ffric a te ed asiatiche, e dei q u a li il M ar Rosso è il tra m ite secolare.
Essa deve invece rig u a rd a rs i come una parte in tegrante di essi non solo per ra g io n i di a ffin ità et nografiche e religiose, ma sap ra tlu tto per la sua po sizione geografica em inentem ente vantaggiosa.
Q uanto alle c o n d iz io n i c lim a tic o -sa n ita rie , Massaua occupa rispetto a g li a ltri p o rti d e ll’ Oceano In d ia n o , i l p rim o posto.
A questo proposito basterà ric o rd a re l’ appellativo con cui g li in d ig e n i designano i tre p orti del Mar R osso: Massaua un forno, Zeila una fornace, Aden un in fe rn o .
In o ltre Massaua è stata quasi sempre im m u ne dalle m alattie, tanto m ic id ia li sulle coste del Y em en ed anche a S u a k im , Zeila e Berbera centro d e ll’ isla m ism o.
Massaua può dunque senza farsi soverchie illu s io n i
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d iv e n ire un im p orta ntissim o centro di operazioni com m e rc ia li, giacché o ltre alle m erci p rove nie nti dallo re g io n i n ilia ch e e d a ll’ Abìssinia settentrionale, po trebbe a ttra rre i ric c h i p ro d o tti dell’ Hediaz e della S om alia, che certam ente p refe rireb be ro il nostro porto a ’ Gedda e Hodeida, per la m aggior sicurezza accordata alle persone e alle m e rci e per la sa lu b rità del clim a.
Ma il m aggiore ostacolo a ll’ aflfluire di codesti p ro d o tti è l’ attuale nostro regim e doganale assai più elevalo di q uello vigente nella m aggior parte degli a ltri scali del M a r Rosso.
Il fu tu ro riso rg im e u to econom ico di Massaua d i penderà, specialm ente, da una razionale rifo rm a del regim e doganale, consistente n e ll’ abolizione del dazio d’ entrata per tu tti i p ro d o tti n aturali e nella conse guente d im inu zio ne di q uello di uscita, ciò che con ferirebbe a Massaua uno spiccato carattere di piazza d i transito e di deposito per le navi europee, asia tiche ed a fric a n e ed o ffrireb be alla m adre patria possib ilità di svilu pp are tra ffic i e com m erci lucrosi s ic u ri e d u ra tu ri.
Dato tutto ciò, g li a u to ri d e ll’ opuscolo, trovano che la soluzione m ig lio re del problem a coloniale sa rebbe la cessione d e ll’ am m inistrazione d e ll’ E ritre a ad una C om pagnia, che disponendo di u n capitale proporzionato agli o b b lig h i a lei im posti dalla carta d ’ in v e stitu ra , s’ impegnasse, m ercè un sussidio te m poraneo da parte del G overno, a prom uovere su vasta scala l’ a g ric o ltu ra , a rin v ig o rire i com m erci, ad al largare fa rete stradale, in modo da rendere p ro fi cuo un possesso che finora ci è costato soltanto sa- g rific i di danaro e di sangue.
La tossa di successione nello Stato di Nuova York — Il ra pp o rto del co n tro llo re delle finanze d ello Stato di N e w -Y o rk , signor R oberts, diretto con tro la plutocrazia, ch ’ e g li accusa d i cercare di s o ttra rsi alle tasse e di fare un uso scandaloso delle sue ricchezze com prendeva, fra a ltre anche la p ro posta di colp ire le grosse successioni con una tassa enorm e.
Ora, in fa tti, la Camera dei rappresentanti dello Stato di N e w -Y o rk ha votato a ll’ u n a n im ità un d i ritto di successione del 2 5 °/0 s u ll’ eredità di 25 m i lio n i di fra n ch i o p iù , del 10 °/o su q u e lle da IO a 2 5 m ilio n i e del 5 °/0 su quelle che vanno da 5 a 10 m ilio n i.
Secondo VHerald di N e w -Y o rk si crede che an che il Senato approverà questo progetto.
P er le eredità in fe rio ri a o m ilio n i, la tassa r i m arrebbe delI’ 4 °/0.
Tntela del lavoro nelle cave e nelle miniere. —
I l progetto d i legge che Fon. M in istro G u ic c ia rd in i ha presentato testé alla Camera per la tutela del lavo ro nelle cave e nelle m in ie re , provvede ad e le vare a 14 anni il lim ite d'età per l’ am m issione dei fa n c iu lli operai nei la v o ri a ll’ inte rn o delle m in iere, ed a 12 per i la v o ri esterni. V ieta poi il lavo ro nelle m in ie re alle donne di qualsiasi età.
L o stesso progetto m ira a com battere il sistema del truck, che si esercita a danno d eg li operai im piegati nelle m in ie re , ai q ua li le m ercedi non ven gono sempre corrisposte nella m isura pattuita, nè pagate in moneta legale e nei te rm in i s ta b iliti.