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LINGUAGGIO ASTRALE

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Academic year: 2021

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LINGUAGGIO ASTRALE

dal 1970

Pubblicazione Trimestrale del Centro Italiano di Astrologia

ANNO XXXIV n. 135

Estate 2004

(2)

SOMMARIO

110 Elezioni del nuovo Consiglio Direttivo per il triennio 2004-2007 ... 3

100 Dante Valente: Serendipity ... 5

150 Marco Gambassi: I vari sistemi di coordinaate stellari nella storia ... 10

178 Maria Teresa Mazzoni: Saturno e il viaggio dell’eroe: il ciclo dell’eroe e i suoi sottocicli ... 19

180 Claudio Cannistrà: Nello specchio del cielo ... 32

188 Daniela Prinzio: Astrologia e Grafologia: un’integrazione possibile? ... 35

190 Robert e Francine Gouiran: Rivisitazione del Quinconce. Il caso Franz Schubert ... 51

643 Donna Cunningham: Il pianeta “solitario” (The singleton planet) ... 60

310 Dalle Delegazioni, dall’Italia e dall’estero ... 65

577 Coffee Break. Una pausa rilassante di lettura ... 70

606 Armando Billi - Claudio Cannistrà: Il ruolo dell’astrologo e i fruitori dell’astrologia ... 73

CASA OTTAVA 827 Silvia Pedri: Cavalcare il proprio destino ... 80

840 Meskalila Nunzia Coppola: Astrologia karmica un trottolio nel passato onnipresente ... 93

CASA NONA 920 Datanotizie ... 108

922 Elda Fossi: Totem: i segni di nascita dei nativi nordamericani ... 109

977 Maggie Hyde: Jung, l’astrologia e la sincronicità ... 114

CASA SETTIMA 770 Stefano Vanni: Astrologia della coppia (ottava ed ultima parte) ... 130

ESPERIENZE E SEGNALAZIONI DEI SOCI 612 Patrizia Zivec: Pascienze. Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze ... 150

649 Daria Mueller: La mia tecnica di rivoluzione solare ... 152

665 Lidia Callegari: Mi saranno restituite le dispense? ... 163

684 Emilio De Lipsis: Introduzione allo studio del pianeta Vulcano ... 166

1045 Leni Sibilio: Sul Tema Natale della Repubblica ... 169

CASA NONA 905 4ª edizione del Premio mondiale di Investigazione Astrologica ... 174

906 Claudio Cannistrà: Parigi: 27-28 marzo 2004. L’astrologie et la mutation interieure ... 177

910 a cura di Dante Valente: Recensioni - Novità librarie ... 181

912 Crociera-studio sui fiumi e laghi della Russia settentrionale ... 186

933 Blake Finley: Oltre Nettuno ... 192

936 Angela Castello: Ancora su Sedna… e altro ... 194

954 Stefano Bertone: A casa di Urano: Computer Club ... 198

980 Elenco dei Delegati e Corrispondenti CIDA ... 203

(3)

L.A. 135-110 Risultati dello spoglio schede: Bologna 30 maggio 2004.

Totale votanti 245 (quest’anno sono state inviate le schede solo ai Soci in assoluta regola con la quota associativa).

Claudio Cannistrà voti 184

Dante Valente » 170

Arturo Zorzan » 139

Marco Pesatori » 136

Armando Billi » 129

Renzo Baldini » 128

Livio Montanaro » 122

Stefano Vanni » 120

Lidia Callegari » 114

Nadia Paggiaro » 113

Vittorio Ruata » 106

Licia Rainò » 97

Marco Gambassi » 93

M.Vittoria Boni » 92

Novella Cerofolini » 81

Fabrizio Corrias » 79

Nicoletta Zignani » 73

M.Grazia La Rosa » 68

Mary Olmeda » 68

M. Luisa Dell’Orto » 68

Bia Gatren » 67

Bertone Tiziana » 61

Eletti i primi quindici. 0

Oltre al criterio elettivo, il C.D. può nominarne altri 5 per chiamata, esclusiva- mente sulla base di meriti o di utilità per l’Associazione.

ELEZIONI DEL NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO

PER IL TRIENNIO 2004-2007

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PROBIVIRI (eletti i primi due)

Clara Negri voti 113

Livaldi Lianella » 72

Rigoni Bernardi » 52

Maria Calì » 50

Giuseppe Palazzolo » 45

Armando Profita » 34

* * *

ELEZIONI del 4 luglio 2004 per il triennio 2004-2007

Sono stati confermati:

Presidente: Dante Valente (anche come Direttore delle Riviste) Segretario: Claudio Cannistrà

Tesoriere: Armando Billi Vicepresidente: Stefano Vanni

Come secondo Vicepresidente è stato nominato Arturo Zorzan

Come rappresentante internazionale nella FAES è stato nominato Claudio Cannistrà

Come terzo probiviro: Franca Rigoni Bernardi.

COOPTAZIONI:

A norma di Statuto il Consiglio ha inoltre nominato per chiamata (“cooptazio- ne”), sulla base di giustificate necessità associative, indipendentemente dal criterio plebiscitario:

– La dott.ssa Maria Grazia La Rosa, romana, che su delega di S.Vanni ha presenziato regolarmente e affidabilmente a tutte le numerose riunioni presso il COLAP (promotore dei nuovi Albi professionali). Si è ritenuta in- dispensabile la sua partecipazione al lavori del Consiglio per una adeguata trasmissione fra CIDA e COLAP delle rispettive problematiche.

* * *

DELEGAZIONI

Nuovo Delegato per il Piemonte (in seguito alla rinuncia di M. Grazia Grana- glia, alla quale va l’affettuosa riconoscenza del CIDA dopo 10 anni di operosa attività) è Rocco Pinneri.

Tutti gli altri Delegati attuali sono stati confermati.

Con le aggiunte di:

– Geneviève Jama Giammarino per Varese,

– Maria Luisa Dell’Orto per le provincie di Como e Lecco.

(5)

L.A. 135-100 Questo termine, citato nel 1700 da Horace Walpole, sta diventando sempre più diffuso. Deriva da una favola persiana - in cui un vecchio saggio da pochi dettagli – un Poirot ante litteram – ricostruiva la costituzione fisica o il compor- tamento di soggetti sconosciuti. Esempio: dall’erba brucata solo sul lato sini- stro della strada capiva che l’asino era guercio a destra. La vicenda era am- bientata a Sarandip (nome persiano dell’attuale isola di Ceylon) e il termine servì in origine a definire una particolare capacità intuitiva.

Ma ora ha acquistato vari significati, fra cui fare una importante scoperta casualmente, cercando qualcos’altro: classico è l’esempio di Cristoforo Co- lombo che cercava la via delle Indie. Così fu per la mela di Newton; anche per Fleming che scoprì la penicillina per caso, quando su una piastra di cultura

“andata a male” perchè invasa dalle muffe – anzichè buttarla via come era la regola – noto’ che in vicinanza di essa i batteri non si riproducevano; e intuì il potere antibatterico del Penicillium notatum. Giustamente sosteneva Pasteur che la sorte favorisce solo le menti preparate, ossia il genio si chiede i perchè dove gli altri non lo fanno, o si sofferma dove gli altri sorvolano.

Con una angolatura semantica, Umberto Eco segnala l’importanza degli errori e dei malintesi nell’esplorazione di differenti universi culturali, in cui il viaggio diventa più importante della destinazione.

Quindi è un termine che significa tante cose, sia la capacità di cercare una cosa e di trovarne un’altra oppure la facoltà dello sguardo di captare un indizio così come l’abilità di cogliere al volo un’idea accidentale.

In linguaggio astrologico: una sinergia mercurio-nettuniana, un felice con- nubio fra intuizione e intelligenza, il coraggio del cuore di seguire un’intuizione!

Anche nel sottovalutare le “stranezze” dei nostri conoscenti o più spesso degli amici ci priviamo di un segnale di allarme (la punta dell’iceberg) che po- trebbe evitarci le amare sorprese delle “esplosioni violente” del tutto “inatte- se”. Vale anche per l’Astrologia, quando sottovalutiamo un aspetto che invece a posteriori si rivela decisivo!

Potremmo usarlo perfino con i nostri detrattori affermando che con l’A- strologia si può arrivare a conclusioni corrette utilizzando un metodo – a dir lo- ro – sbagliato.

Ma potremmo usarlo parimenti con alcuni colleghi per segnalare che si possa – applicando un metodo “corretto” – pervenire a conclusioni ... sbaglia- te!

Dante Valente

SERENDIPITY

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I dettagli sul Congresso internazionale CIDA-FAES che si terrà a Milano il 6 e 7 novembre sono stati pubblicati sul numero pre- cedente a pag 12.

Rammentiamo che oltre a numerosi Relatori italiani saranno presenti Relatori spagnoli (D. Santos, M. Aladrèn, Pico Verdù), dalla Francia (Y .Lenoble, C. Gestas, M. Barbault, D. Labouré) dalla Svizzera (D. Koch), Germania (E. Van Slooten), Turchia (Kirkoglu).

Inoltre potrete incontrare come ospiti numerose personalità del- l’Astrologia italiana,

La quota di iscrizione fino al 10 agosto è di 65 Euro per i Soci in regola, 90 Euro per gli altri.

Quota ridotta per Soci distanti (sud e isole): 45 Euro.

Quota promozionale per neoiscritti: 85 Euro.

Dopo il 10 agosto quota unica di 90 Euro.

Non è prevista una quota giornaliera.

Altri dettagli sono reperibili nel modulo accluso oppure nel sito

www.cida.net

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(8)

I M P O RTA N T E !

Molti Soci ancora lo ignorano:

ci scusiamo di doverlo ribadire…

All’arrivo della Rivista sul foglio che contiene il vostro indirizzo è riportata la Vs. situazione associativa.

Scadenza 135 significa che il vostro abbonamen- to scade con questo numero,o eventualmente con uno successivo.

In caso contrario compare la scritta:

Abbonamento scaduto.

Conservate questo foglio, perchè vale come attestato d’iscrizione e vi permette di ottenere sconti dalle libre- rie, e di verificare se è regolarmente pervenuta la Vostra quota associativa in Segreteria, nonchè di garantire tutti i vostri diritti di Socio a Congressi e conferenze.

Vale più di una tessera associativa in quanto è aggiornata

trimestralmente!

(9)

Consultate regolarmente il sito www.cida.net!

in particolare vi raccomandiamo la voce “conferenze”

e la voce “ultimissime”.

Troverete tanti dati natali di personaggi alla ribalta (es. il ciclista Cunego, Costantino Vitagliano, ecc.) nonchè le notizie dell’ultima ora, e specialmente le modifiche del- l’ultimo minuto di conferenze della vostra Delegazione (utili per evitare amare sorprese).

E vi sentirete meglio accomunati alla vita Associativa.

NUOVA PASSWORD PER ACCEDERE AL SITO:

SEDNA

in onore di questo “pianeta si - pianeta no”

perché almeno tra queste pagine lasci una traccia…

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L.A. 135-150

Premessa

La croce andina si compone di tre gradini, tre passi in un’ideale ascesa dal- l’immanenza alla trascendenza, dalla terra alla galassia. Cercherò qui di mo- strare come i tre gradini possano intendersi quali tre livelli di centralità in tre diverse visioni del mondo: il primo gradino sarebbe un luogo sacro della no- stra terra, il secondo il Sole, centro del nostro sistema planetario, il terzo la stella polare, ideale centro della galassia, perché è intorno alla stella polare che tutte le stelle ruotano, o almeno sembrano ruotare.

La stella del Polo, il Sole e un Centro sacro sulla superficie terrestre. Tre luoghi eminenti che si snodano come anelli dall’alto in basso, dal cielo alla ter- ra. Come appunto i tre gradini della croce andina; o i tre mondi della trilogia Incas: ‘Ukju Pacha’, il mondo di sopra, simboleggiato dal Condor; ‘Kay Pacha’, il mondo di centro, simboleggiato dal Puma e infine ‘Janan Pacha’, il mondo di sotto, simboleggiato dal Serpente.

Parlerò quindi di tre diversi sistemi di coordinate stellari, a cui si sono ri- fatte diverse civiltà con le loro diverse visioni del mondo.

Le coordinate stellari

Pare che un astronomo cinese del II secolo dopo Cristo (Chang Heng) calco- lasse l’esistenza di 14.020 stelle; (parlando naturalmente delle stelle visibili ad occhio nudo). Solo molte poche tra queste sono state catalogate e nominate dalle antiche civiltà. Un modo d’identificare e classificare le stelle è conside- rarne la costellazione d’appartenenza; un altro modo sta nell’indicarne le coor- dinate. A tal fine sono stati creati diversi sistemi di coordinate celesti, ciascuno dei quali soddisfa una diversa esigenza pratica e/o filosofica. In particolare vi sono i seguenti sistemi di coordinate sferiche:

1) coordinate equatoriali (Ascensione Retta e Declinazione);

2) coordinate eclitticali (Longitudine e Latitudine eclitticali);

3) coordinate altazimutali (Azimut ed Altezza), che sono coordinate locali;

4) coordinate orarie (Angolo orario e Declinazione), che riportano il sistema equatoriale nell’ambito locale;

Marco Gambassi

I VARI SISTEMI DI COORDINATE

STELLARI NELLA STORIA

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5) coordinate galattiche (Latitudine e Longitudine galattica).

Qui prenderò in considerazione le prime tre in particolare, per le quali il sinologo Joseph Needham1 svolge alcune considerazioni che riporto ed am- plio con miei argomenti.

J. Needham nota che ‘il sistema di coordinate equatoriali è sostanzial- mente cinese’, tanto che in Europa il passaggio a questo sistema avvenne so- lo al tempo di Tycho Brahe. Il sistema di coordinate eclitticali sarebbe invece greco, o comunque trasmesso ai greci dalle civiltà del Medio Oriente, mentre un terzo sistema, basato sull’azimut e sull’altezza di una stella, sarebbe piuttosto caratteristico dell’astronomia araba.

Svolgo qui di seguito una breve analisi di questi sistemi.

IL SISTEMA CINESE E LE COORDINATE EQUATORIALI

Il sistema cinese era mirabile nella sua semplicità. Quattro meridiani equato- riali disegnavano quattro palazzi del cielo, che prendevano i loro nomi dalle quattro stagioni. C’era poi un palazzo centrale, che comprendeva il cielo cir- cumpolare e naturalmente la stella polare la quale, essendo sempre fissa men- tre tutte le altre stelle giravano intorno, rappresentava, come lo stecco princi- pale di un famoso gioco cinese, l’imperatore. C’era poi un’ulteriore divisione del cielo in 28 parti, a forma di spicchi d’arancio, delimitate da meridiani equatoriali, e ognuna era una stazione lunare, detta hsiu. Gli hsiu erano cata- logati a gruppi di 7 per ogni palazzo equatoriale. In ogni hsiu c’era una stella nota che lo determinava. Ad esempio Spica era la stella determinativa del pri- mo hsiu.

Per di più, visto che le stelle determinative degli hsiu erano a volte invisi- bili (perché vicine al Sole o perché sotto l’orizzonte del luogo), i cinesi aveva- no immaginato un orologio celeste con le stelle più luminose della zona cir- cumpolare (le stelle dell’Orsa Maggiore e Minore, della Lira, del Drago, ecc.), che sono sempre visibili2. Anche ognuna delle maggiori stelle circumpolari stava a designare uno hsiu. Osservando quelle stelle del Nord che culminava- no al meridiano, o vi transitavano inferiormente, i cinesi avevano precise infor- mazioni sulla situazione oraria e sull’ubicazione dei corpi celesti che in quel momento non si vedevano perché giacenti sotto l’orizzonte.

Gli hsiu avevano ampiezze disuguali, forse perché la loro ascensione retta dipendeva dalle posizioni delle luminose stelle – orologio del Nord, perenne- mente visibili (nuvole a parte…).

I cinesi misuravano l’angolo orario di una stella a partire dal primo punto (cuspide) del suo hsiu, e quest’angolo era concettualmente l’equivalente della nostra Ascensione Retta. E misuravano la distanza angolare di una stella dalla Stella Polare (detta stella che sta in cima); questa distanza angolare non è che l’angolo complementare della nostra Declinazione.

L’eclittica svolgeva nell’astronomia cinese un ruolo secondario, almeno fi- no al I secolo dopo Cristo; e la precessione degli equinozi fu scoperta solo nel IV secolo da Yu Hsi. Si può pensare che lo scarso rilievo dato all’eclittica corri-

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sponda ad un carattere semplice e concreto dei cinesi, poco inclini a sofismi

‘astrologici’ e più intesi a trovare un semplice modo di misurare il tempo; e corrisponda d’altro canto alla loro organizzazione sociale. Tutto ruotava intor- no all’imperatore, come le stelle intorno al Polo, e gli stessi astronomi cinesi erano diligenti dipendenti dello stato, che puntualmente prendevano nota delle novità celesti, quali le ‘stelle ospiti’ (Nove e Supernove) e le ‘stelle scopa’ (co- mete). Ancor oggi le coordinate equatoriali sono quelle usate dalle Accademie statali e dagli astronomi.

IL SISTEMA GRECO E LE COORDINATE ECLITTICALI

Il mondo greco invece, per quanto conoscesse la tirannide, scoprì la democra- zia, sviluppando un’idea libertaria della vita e del pensiero e il modello del filo- sofo o dell’astrologo come libero pensatore. Gli spazi celesti erano divisi in se- gni e/o costellazioni che seguivano la via del Sole (eclittica), obliqua e ‘tra- sgressiva’ rispetto alla sovranità iperborea della stella polare. E la civiltà della Grecia classica (e quella coeva dell’Italia del Sud) fu dunque solare, com’è na- turale per una civiltà mediterranea. Essa conosceva il sistema delle ‘polis’, città stato indipendenti anche se alleate o federate. E disconosceva un’autorità imperiale e centralista, a differenza della Cina.

Associando le stelle e il ‘logos’ i greci definirono l’astrologia, scienza delle stelle (che per Dante fu una delle ‘scienze del quadrivio’). Ipparco di Nicea scoprì la precessione degli equinozi, e quindi lo sfasamento tra segni e costel- lazioni e propose un elenco di un migliaio di stelle. In seguito Tolomeo nell’Al- magesto fornì le coordinate eclitticali di 1028 stelle. Tornare oggi a individua- re le stelle con le coordinate eclitticali, come è naturale fare nella nostra astro- logia, è dunque un po’ tornare alle radici greco – mediterranee, all’idea del li- bero pensiero e ad una scienza delle stelle ‘solare’ e quindi umanistica.

C’è l’esemplare aneddoto del greco Diogene, che, interrogato su quale do- no gradisse da parte del grande Alessandro, gli chiese di spostarsi dal suo So- le. Diogene avrebbe così svelato un’anima mediterranea e libertaria, nell’ante- porre la calorosa e vitale centralità del Sole, e con essa il diritto di natura, a quella di una figura statuale o imperiale (simboleggiata dalla stella polare).

Solo con la decadenza della civiltà greca che fece seguito alla guerra fra- tricida del Peloponneso, si affermò nell’area mediterranea il principio statuale e imperiale, prima con lo stesso Alessandro il Macedone, poi con l’ascesa di Roma, che pure non rinnegò le radici della cultura greca.

IL SISTEMA ARABO E LE COORDINATE ALTAZIMUTALI

C’è poi un terzo sistema di coordinate sferiche: quello altazimutale (altezza e azimut) è un sistema di coordinate locali, che aveva ed ha lo svantaggio che la posizione delle stelle cambia da luogo a luogo (e da momento a momento).

Ma questo svantaggio si tramutava in vantaggio per gli arabi, la cui visione del mondo prevedeva un centro radiante dello spazio, il luogo di un antico tempio

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di Abramo: la Ka’ba, alla Mecca, dove è custodita la pietra nera. Era infatti im- portante individuare la direzione che congiungeva la Mecca ad un determinato luogo, per sapere dove rivolgersi nelle preghiere quotidiane e dove incammi- narsi una volta nella vita. Questa direzione sacra era / è la “qibla”, che da un qualsiasi luogo conduce, seguendo un cerchio massimo sulla superficie terre- stre, al tempio della Ka’ba. La ricerca della qibla portò a valutare gli azimut dei punti di levata e tramonto di certe stelle in certi luoghi e diede così notevo- le impulso agli studi di trigonometria sferica e di astronomia.

I TRE CENTRI DI RIFERIMENTO

Riassumendo, ci sarebbero dunque, in relazione ai tra descritti sistemi di coor- dinate, tre centri di riferimento:

1) la stella polare, centro stellare ‘trascendente’, di cui si parla nel Giulio Cesare di Shakespeare (atto III, Sc. I): “… se riuscissi a pregare per com- muovere, le preghiere potrebbero commuovermi; ma io sono fermo come la stella polare, che per immobilità e immutabilità non ha pari nel firma- mento. I cieli sono un quadro cosparso di innumerevoli faville, sono tutte fuoco, e ognuna splende; ma ve n’è solo una, fra tutte, ch’è fissa nel suo posto…” Secondo René Guénon (1886 - 1951), il simbolo della stella po- lare sarebbe la ‘swastika’ indiana.

2) il Sole, che col suo movimento annuale percorre l’eclittica e lo zodiaco.

Dalla centralità del Sole promana una visione umanista e naturalista. Sul- la luce zodiacale si fonda il mito greco. Se alla stella polare è stata acco- stata la swastika indiana, uno dei simboli del Sole è la triscele, figura che rappresenta tre gambe che si dipartono da un centro, e che è stata posta a significare anche la Trinacria, la mediterranea, solare Sicilia.

3) Un centro ‘immanente’ sulla superficie terrestre, ovvero un luogo sacro di riferimento, che per dirla con Mircea Eliade ‘fonda ontologicamente il Mondo’3; sia Cuzco, la Mecca o Gerusalemme. Cuzco (Centro o Ombelico del Mondo), capitale dell’impero degli Incas, era concepita come un Sole radiante dal quale si dipartivano immaginari raggi. La Mecca e Gerusa- lemme sono i centri di due religioni abramitiche e delle rispettive civiltà.

René Guénon argomenta che anche nel cristianesimo medievale c’era l’i- stituzione di un Centro del Mondo: i Templari, definiti come ‘custodi della Terra santa’, “avevano un duplice carattere, a un tempo militare e religio- so; e così doveva essere se erano, come abbiamo buone ragioni di pensa- re, fra i ‘custodi’ del Centro supremo, ove l’autorità spirituale e il potere temporale sono riuniti nel loro principio comune…”. Ancora Guénon: “si può comprendere come… la distruzione dell’ordine del Tempio abbia comportato per l’Occidente la rottura delle relazioni regolari con il ‘Centro del Mondo’; ed è proprio al secolo XIV che bisogna far risalire la deviazio- ne che doveva inevitabilmente risultare da questa rottura, e che è andata gradualmente accentuandosi fino alla nostra epoca”. L’importanza di un centro ‘radiante’ si evince anche dal fatto che a questo centro si può tor-

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nare, quasi per attingere ad una propria sorgente di civiltà, o per riunirsi dopo che si è stati dispersi. Singolare a questo proposito il dialogo di Dante con Farinata degli Uberti nel Canto X dell’Inferno. Il ghibellino Fari- nata ricorda la sua lotta contro la parte avversa, cui apparteneva la stessa famiglia di Dante:

“poi disse: “Fieramente furo avversi a me e a miei primi e a mia parte, sì che per due fiate li dispersi.”

“S’ei fur cacciati, ei tornar d’ogni parte.”

rispuosi lui “l’una e l’altra fiata;

ma i vostri non appreser ben quell’arte.”

Insomma il poeta ricorda crudamente al rivale come la propria parte, a differenza dell’altra, abbia saputo ritrovare la via del proprio centro, della pro- pria città e civiltà, ritrovandovi l’unità e la forza.

LE VISIONI DEL CIELO: SCIENZA, POLITICA E ATTUALITÀ

L’alternativa tra una visione solare dello spazio eclittico ed una visione ordina- ta e statuale dello spazio equatoriale si riproduce nella scienza: la prima è una visione umanistica e astrologica, la seconda scientifica o astronomica, se è consentita un’estrema semplificazione.

La stessa alternativa si riproduce nella storia politica e, risalendo all’at- tualità, riecheggia persino nella vita politica attuale, o almeno nella scelta dei suoi simboli. Anche nella vita politica italiana si possono ricavare curiosi pa- rallelismi, parlando dei contrapposti schieramenti detti ‘Polo’ e Ulivo’. Il primo rivela già nel nome la discendenza da una weltanschauung cinese o comun- que nordica, che contempla la centralità della stella polare. La cultura politica del ‘polo’ è ‘presidenzialista’ e s’ispira ad una figura predominante di capo po- litico. Tutti o quasi i suoi personaggi più emergenti e dirigenti appartengono al Nord Italia e fanno riferimento alla cultura del pragmatismo e dell’efficienza.

Il simbolo dell’Ulivo evoca invece una visione del mondo solare, greca o sud - italica. L’ulivo è l’albero mediterraneo per eccellenza, sacro ad Atena e alla sua città, la più significativa del mondo greco. Come la Grecia classica non ammetteva un’autorità imperiale, così l’Ulivo non solo è formato da una variegata e pittoresca pluralità di soggetti politici (cosa che vale anche per il Polo) ma prova una certa difficoltà a definire un ‘capo’, un’autorità al di sopra delle parti, che nei fatti viene rimessa in discussione non appena sia costituita.

Anziché presidenzialista, la cultura politica dell’Ulivo è ispirata ai principi di democrazia delle ‘polis’ della Grecia o dell’Italia del Sud (e poi dell’Italia preri- nascimentale). Valga ad esempio la fulminante definizione che diede l’avvoca- to Agnelli di Ciriaco De Mita, oggi schierato con l’Ulivo: ‘un filosofo della Ma- gna Grecia’.

Il discorso si potrebbe allargare alla politica mondiale dove una filosofia politica neo-imperiale degli USA (accentuata dal cesarista George W. Bush, appoggiata dal nostrano ‘Polo’ e criticata dall’Ulivo) si contrappone ad un’altra

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di diverso segno, multilaterale e federalista, che ha trovato nel centro dell’Eu- ropa, ad esempio in Francia, Germania, Belgio, ecc., e nei fautori della legitti- mità dell’ONU, dei convinti alfieri. Un posto a parte in questa disputa merita la visione del mondo araba. Si può capire, già nel considerare l’antica scelta del sistema di coordinate, come l’identità araba sfugga tanto ai paradigmi definiti dal mondo greco - romano, quanto a quelli definiti dal mondo cinese e poi dall’Occidente. E forse trova punti di contatto con quella ebraica, sia per la comune ascendenza dal padre Abramo, sia per l’importanza data ad un punto centrale di riferimento spaziotemporale, sia La Mecca o Gerusalemme.

Se nell’attualità si ripresenta con forza il tema dell’identità araba (e più in generale semita), per la presenza di numerosi immigrati nelle società occiden- tali, e per i rapporti con le nazioni arabe e più in generale islamiche, è anche perché si tratta di un’identità irriducibile agli attuali schemi occidentali. La sua forza sta anche nel proporre una cultura propria e una propria visione del mondo, e quindi del cielo e delle stelle (molte delle quali peraltro conservano ancora i nomi arabi), come ho cercato qui di dimostrare...

Per concludere, un nuovo ordine mondiale non potrà non tener conto del- la pluralità culturale esistente. A diverse visioni del cielo e delle stelle corri- spondono diverse visioni della terra e della polis. Ogni singolarità culturale (e a quelle che ho citato se ne potrebbero aggiungere diverse altre) è una ric- chezza e un patrimonio dell’umanità intera e come tale va tutelata, anche negli organismi internazionali come l’ONU. Non si tratta solo di un equilibrio di forze strategiche e militari, ma anche (e di più) di un equilibrio armonico di culture, di credenze e di idee, in cui ogni visione del mondo deve pur avere la sua di- gnità, ed essere considerata come il gradino di una moderna ‘croce andina’, intesa anche come scala ideale tra terra e cielo.

BIBLIOGRAFIA

■JOSEPHNEEDHAM, Scienza e civiltà in Cina - l’astronomia, G. Einaudi, Torino

■1986RENÉGUÉNON, Simboli della Scienza sacra, Adelphi, Milano 1975

■MIRCEAELIADE, Il sacro e il profano, Bollati Boringhieri, Torino 1967

Dell’autore dell’articolo si ricordano i seguenti testi, ottenibili attraverso l’Editore Capone o attraverso lo stesso autore:

■MARCOGAMBASSI, Fondamenti astronomici dell’oroscopo, Ed. Capone, Torino

■2000MARCOGAMBASSI, Conoscere le stelle, Ed. Capone, Torino 2003

NOTE

1 Cfr. JOSEPHNEEDHAM, Scienza e civiltà in Cina, G. Einaudi, Torino 1986

2 Joseph Neeedham riferisce che anche le sentinelle dell’assedio di Troia osservava- no i movimenti delle stelle intorno al Polo per determinare gli orari di guardia.

3 «La manifestazione del sacro fonda ontologicamente il Mondo. Nella distesa omoge- nea e infinita, senza punti di riferimento né possibilità alcuna di orientamento, la ierofania ri- vela un “punto fisso” assoluto, un “Centro”». “La scoperta o proiezione di un punto fisso – il

“Centro” – equivale alla Creazione del Mondo;” da Il sacro e il profano di Mircea Eliade, Ed.

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APPENDICE- COORDINATE DELLE STELLE

QUADRO1 - COORDINATE EQUATORIALI

L’Ascensione Retta si misura (in gradi e minuti, oppure in ore e mi- nuti) sull’Equatore Celeste, a partire dal punto d’Ariete, altresì origi- ne dei segni zodiacali, e va da 0° a 360°.

La Declinazione misura l’altezza angolare sull’Equatore Celeste e va da 0° (Equatore celeste) a ± 90° (Polo Nord o Polo Sud).

(I cinesi misuravano la distanza angolare di una stella dal Polo, cioè l’angolo complementare dell’attuale Declinazione).

LE COORDINATE EQUATORIALI CELESTI:

L’ASCENSIONERETTA A E LA DECLINAZIONE D:

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QUADRO2 - COORDINATE ECLITTICALI

La Longitudine eclitticale di una stella si misura sul circolo dell’eclit- tica a partire dal punto d’Ariete, e va da 0° a 360°.

La Latitudine celeste di una stella è la misura della sua altezza ango- lare Nord (+) o Sud (-) rispetto al piano eclittico.

COORDINATE ECLITTICALI: LONGITUDINE L ELATITUDINE B

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QUADRO3 - COORDINATE ALTAZIMUTALI

Sono coordinate ‘locali’ e si misurano per un dato luogo della super- ficie terrestre e per una data ora. Il cerchio di riferimento è l’orizzonte del luogo.

L’azimut è l’angolo tra la proiezione della stella sul piano orizzontale e la direzione Nord.

L’altezza è l’angolo sul piano dell’orizzonte e va da 0° a 90°. Lo zenit è situato ad un altezza di + 90°.

COORDINATE ALTAZIMUTALI: AZIMUTA - ALTEZZAh

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L.A. 135-178

Il transito di Saturno sui Punti Cardinali marca dei cicli minori rispetto al ciclo di 29 anni del pianeta; questi sono legati all’ineluttabilità del Tempo che “pas- sando” segna sempre una diversa qualità di se stesso e questo “non fermarsi”

diventa anche la molla di partenza per il viaggio dell’eroe.

Sappiamo tutti come Saturno rappresenti la nostra “limitazione” per eccellen- za; indica il tipo di regole che abbiamo introiettato, i confini che ci sono stati imposti dall’educazione familiare e dalla cultura in cui siamo nati e cresciuti.

Con i suoi transiti Saturno sembra richiamarci periodicamente all’ordine anche perché nel tempo questo ordine cambia. L’uomo infatti man mano che cresce di età avverte la necessità di saggiare i suoi limiti e oltrepassarli, si tratti di li- miti personali o sociali; questi ultimi poi mutano con l’evolversi dei tempi e l’uomo in questione si trova a misurarsi con una morale diversa, con leggi esteriori e interiori diverse. I limiti quindi non sono inamovibili ma si spostano e il famoso viaggio dell’eroe si riferisce anche a questa ricerca di spazi mag- giori, di possibilità precedentemente negate non solo dalla società ma ancor prima dall’individuo stesso.

La conquista di nuove possibilità sappiamo comunque che richiede sem- pre molto coraggio, quel coraggio che l’uomo manifesta fin dall’inizio della sua esistenza perché la nascita stessa, se ci pensiamo bene, rappresenta un grosso atto di coraggio giacché in quel momento egli affronta un ignoto non meno sconosciuto della morte. E’ la prima sfida della vita e a questa ne segui- ranno molte altre che segneranno via - via il percorso: il nostro percorso. Que- sto sappiamo che non sarà lineare ma a spirale e ogni sua voluta rappresen- terà una fase della nostra esistenza, una tappa del nostro “viaggio” che dovrà però sempre passare al vaglio di Saturno. Infatti come una volta il pianeta rap- presentava il confine del sistema solare e oggi, che questo confine si è note- volmente ampliato, il pianeta rappresenta il limite di ciò che possiamo vedere a occhio nudo – a livello psicologico Saturno resta, nonostante i nostri aggiu- stamenti e cambiamenti, il limite tra ciò che è comunemente accettato e ciò che non lo è.

Ma Saturno non è solo colui che sorveglia il nostro viaggio ridefinendone ogni volta i confini, ma è anche colui che ci dà un motivo per partire. Il viaggio

Maria Teresa Mazzoni

SATURNO E IL VIAGGIO DELL’EROE:

IL CICLO DELL’EROE E I SUOI SOTTOCICLI

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eroico infatti ha bisogno di una spinta, di una motivazione che lo faccia scatta- re e Saturno è questo impulso iniziale in quanto guardiano dei nostri limiti e quindi responsabile delle nostre frustrazioni e repressioni. La sua posizione nel nostro tema natale e gli aspetti che riceve indicano cosa egli ci chiederà du- rante tutta la vita mentre i suoi transiti, mettendo in movimento tutto il nostro

“sommerso”, fanno riaffiorare quel tipo di esperienze che abbiamo cercato di dimenticare o quelle che avremmo voluto fare e abbiamo invece represso. Es- so, muovendosi nell’oroscopo, segna il tempo in cui tutto viene nuovamente a galla costringendoci a fare un bilancio della nostra vita, una specie di rendi- conto opprimente perché ci costringe a guardare in faccia i nostri fallimenti, le catene che ci vincolano, le responsabilità che ci ancorano, le paure che ci bloccano: tutte cose riconducibili alla posizione natale del pianeta ma alle quali, col tempo, non si può più sfuggire. Affrontare questi “fantasmi interiori”

diventa allora la spinta che ci vuole per iniziare o per proseguire quel viaggio eroico la cui meta è la realizzazione dell’obbiettivo solare.

Duplicità

Saturno risveglia tutte le nostre ansie e frustrazioni ma in lui esiste una strana duplicità, quella esemplificata anche dal suo mito: egli ha prima liberato se stesso e i suoi fratelli dallo strapotere del padre ma più tardi ha inghiottito i suoi stessi figli per difendersi dalla possibilità che essi prendessero il suo po- sto; inoltre li ha prima inghiottiti e poi, costretto da Giove li ha vomitati facen- doli quasi nascere una seconda volta. Sulla base di questo duplice ruolo Sa- turno, dopo averci fatto scontrare con una serie di ostacoli interiori ed esterio- ri, ci prospetta anche la via di uscita indicandoci una strada che segnerà di volta in volta la fine di un percorso precedente e l’inizio di un nuovo periodo.

Ma dove comincia la spinta di Saturno? Dalla nascita e perciò dall’Asc?

Forse, ma non è detto. L’Asc in generale rappresenta una parte importante dell’attrezzatura di cui siamo stati dotati per il nostro viaggio umano. E’ la ma- schera che indossiamo nel teatro della vita e questa può esserci molto utile in più occasioni ma è la posizione di Saturno che ci dice “perché” iniziamo que- sto viaggio, da cosa vogliamo fuggire, o da quali motivazioni profonde siamo spinti ad evadere cercando di allargare i nostri confini e allentando quelle pre- se che minacciano di soffocarci. Solo confrontandoci con i limiti che lui ci po- ne, superando gli ostacoli che ci mette davanti, potremo acquisire il grado di consapevolezza necessario per realizzare l’obbiettivo solare.

Il punto di partenza

Il ciclo di Saturno con la sua durata di 29 anni circa – una durata lunga ma non così lunga da arrivare oltre la vita o completarsi in un’età decisamente tarda (almeno per ciò che riguarda due cicli e mezzo) – ha tutto un suo signifi- cato simbolico/psicologico che viene espresso attraverso il transito del pianeta sulle varie Case e sui vari quadranti. In teoria, poiché Saturno è signore del

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Capricorno ossia del decimo segno, il suo percorso dovrebbe iniziare dalla X casa, ma in realtà per ciascuno di noi questo percorso ha un inizio diverso e una motivazione che viene indicata proprio dalla Casa di partenza. E’ da lì che si comincia: la Casa e il segno natale in cui Saturno si trova sono la nostra spina nel fianco, il tallone di Achille; chiamiamolo come vogliamo ma la par- tenza è quella e le cause nelle fasi successive saranno spesso riconducibili a quella prima motivazione. Ma la Casa si trova in un preciso quadrante e que- sto dà una tematica particolare al nostro “inizio”.

Gli assi dell’oroscopo infatti, essendo determinati dalla precisa ora di na- scita nel preciso luogo in cui si è nati e dividendo la carta in quadranti, costi- tuiscono un punto di riferimento assolutamente personale rispetto sia alla po- sizione dei pianeti nel sistema solare che rispetto ai modelli di comportamento da essi indicati. I quattro angoli allora diventano il punto di incontro tra la no- stra vita vissuta e quella che potremmo definire “ la situazione del sistema so- lare”. All’interno di ciascun quadrante ci sono tre Case che ogni volta rappre- sentano non solo i vari settori dell’esperienza umana ma, come sappiamo, an- che precise fasi di sviluppo – cosicché i Punti Cardinali segnano il passaggio da una fase di vita ad un’altra. I transiti di Saturno su questi punti sembrano allora quasi marcare dei cicli minori rispetto al ciclo maggiore del pianeta stesso.

Saturno come Crono...

Saturno è Cronos ossia il dio del tempo che passa; il suo mito segna per ben due volte il passaggio da un’era ad un’altra. Esso pone fine infatti alla creazio- ne indifferenziata e caotica di suo padre Urano dando così luogo ad un ordine diverso e inizio alla mitica Età dell’Oro; anche quest’epoca però si deteriorerà e la sua fine sarà la fine del regno di Saturno che verrà esiliato lasciando spa- zio ad una nuova epoca, quella in cui il regno del mondo non sarà più nelle mani di uno solo ma sarà diviso tra Zeus che regnerà sulla terra e sugli uomi- ni, Poseidone che regnerà nel mare e Plutone che regnerà negli inferi.

Questo concetto del tempo che passa e dell’inevitabile procedere verso una fase successiva, è strettamente legato alla simbologia di Saturno; esso, sempre nella sua duplicità, da un lato costituisce la struttura di una certa fase, di un certo periodo; dall’altra – attraverso le dinamiche che mette in moto – prepara l’ineluttabilità del cambiamento. Questa ineluttabilità fa parte di un tempo che con il suo “passare” segna la diversa qualità di se stesso. Il cam- biamento diventa allora non l’imprevedibilità di Urano ma qualcosa di molto più definito, quasi potremmo dire “prevedibile” perché Saturno è sempre

“struttura” e sotto il suo transito anche quelli che chiamiamo cambiamenti so- no in realtà logiche conseguenze, sviluppi consequenziali; allo stesso modo però come rappresentante delle nostre abitudini finisce con “inghiottire” e as- similare ogni nuova modalità tenendo fede alla sua simbologia di “durata” o addirittura di “eternità”.

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...cratore

A livello psicologico Saturno ogni 7 anni e mezzo marca un passaggio che ha un preciso corrispettivo nella vita esterna: a 7 anni il bimbo si rende conto del- l’impegno scolastico (a 6 può affrontarlo come una novità ma a 7 capisce di cosa esattamente si tratta); a 14/15 anni abbiamo l’adolescenza; a 21/22 ini- ziano i primi problemi legati alle scelte personali (lavoro, studio universitario, matrimonio); a 28/29 ci si pone di fronte alla vita con la consapevolezza di chi ha già fatto alcune scelte, si è reso conto dei loro limiti e vorrebbe allargarli at- traverso altre esperienze. Possiamo continuare così non solo fino ai 60 anni (fine del 2° ciclo di Saturno) ma parecchio oltre; oggi che la vita si è allunga- ta, il 3° ciclo di Saturno è in gran parte molto vivibile anche se richiede uno spostamento di ottica e di valori non indifferente.

Queste fasi di vita una volta, nelle antiche società, erano accompagnate o guidate dai cosiddetti “riti di passaggio” quelli che, secondo Jung, aiutavano i bambini a diventare adulti e ad entrare perciò nella società degli uomini e del- le donne; oppure quelli che aiutavano ad accettare la vecchiaia. Alcune ceri- monie religiose di oggi sono nate con questo scopo (la circoncisione e la cre- sima, per es.) ma nel mondo attuale queste cerimonie hanno completamente perso il loro significato psicologico che era quello di offrire un punto di riferi- mento, un modello ad un nuovo stadio di età o di vita. Secondo alcuni però sono rimasti dei “riti interiori” e possiamo pensare che questi siano associabili ai transiti di Saturno sugli angoli; transiti che in teoria potrebbero proprio veri- ficarsi ogni 7 anni e mezzo, periodo che abbraccia il passaggio su circa tre Ca- se e che segna in qualche modo la fine di una fase e l’inizio di un’altra. Del pe- riodo che sta finendo si possono avvertire i limiti che ci hanno costretti ma a cui spesso ci siamo anche abituati, motivo per cui spesso ci troviamo ad ap- prezzare cose che ci erano sembrate scomode e a noi estranee, ma il tempo/Saturno incalza e noi veniamo letteralmente spinti verso nuove situa- zioni; queste possono anche spaventarci e ci sembra di non averle assoluta- mente volute ma a pensarci bene esse sono la continuazione del passato an- che se presentano una modalità diversa perché il tempo che stiamo vivendo è diverso. Saturno infatti, passando da un segno zodiacale all’altro e formando vari aspetti con altri pianeti, segna una qualità del tempo che è differente da quella precedente accentuando elementi che prima erano stati trascurati e sfu- mandone altri che invece avevano risalto. Sotto il transito di Saturno noi sare- mo portati a difendere lo “status quo”, ma con la nuova situazione i limiti che lui stesso ci aveva imposto franano e noi siamo costretti a veder morire lo sta- to delle cose proprio come lui vide morire il suo regno. Il transito di Saturno da un punto cardinale all’altro segna sempre la fine di una modalità personale, fa- miliare, di lavoro; una crisi più o meno forte a cui segue una “perdita” e l’af- facciarsi alla mente di altre possibilità finché emerge una nuova situazione; se- gue la strutturazione di questa e la coscienza di altri limiti; si svilupperà ancora una volta la nostra ricerca di adattamento da una parte e di ampliamento dal- l’altra fino ad arrivare nuovamente a quel momento in cui si presenterà ineso-

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rabile la fase successiva. Questa in qualche modo potrebbe essere stata pro- vocata da noi stessi, ma in quel momento ci spaventa al punto che vorremmo tornare indietro. Ma indietro non si torna e il passaggio si compie.

Il passaggio dai Punti Cardinali

Proviamo allora a seguire il transito di Saturno sui Punti Cardinali; ciascuno dovrebbe partire dal Punto Cardinale che precede la posizione di Saturno nel suo tema natale per capire meglio in quale fase del suo “tempo personale” è nato e quale sarà quindi il motivo base della sua vita, intendendo con questo ciò che ci “spinge” e ci “costringe” e quale sarà il condizionamento che si por- terà dietro e con cui dovrà fare sempre i conti. In generale si dovrà tenere pre- sente che un Saturno sotto l’orizzonte è più interessato ai suoi limiti interiori cosicché questi saranno sempre messi alla prova

durante il transito del pianeta. Un Saturno natale sopra l’orizzonte invece è spinto a interagire con una realtà esterna i cui confini vengono periodica- mente rimessi in discussione.

Gli Assi dell’orizzonte e del meridiano sono le coordinate del nostro oro- scopo che possono acquisire un diverso significato se consideriamo il sorgere e tramontare degli astri che, seguendo le Case, avviene in senso orario oppure seguiamo il senso antiorario legato alla successione dei segni zodiacali e delle Case stesse. Noi in questa sede considereremo il movimento antiorario che simboleggia tutto un processo di sviluppo non solo dell’individualità ma di ogni impresa umana.

Il transito di Saturno che faremo partire dall’Asc (ma che ovviamente a livello di ciclo saturnino potrebbe aver già fatto un certo percorso) sarà allora inteso come momento di un ciclo o di un’esperienza e quindi come “inizio” di qualcosa che al pari di un individuo deve crescere e svilupparsi attraverso la cura e l’accudimento fino ad arrivare sul Ds ad una fase di confronto col mon- do esterno e con la società. Qui il primo impatto con le circostanze esterne ri- chiederà cambiamenti e aggiustamenti volti ad acquisire una capacità di rea- lizzazione (MC) che è il culmine dell’esperienza. E’ in questo momento di mas- simo espletamento delle potenzialità che si percepisce come l’obbiettivo, a lungo perseguito, possa cambiare; inizia così una fase calante in cui si verrà messi alla prova attraverso la socialità dell’11a C e nel contempo si affronterà la necessità di una rielaborazione di tutta l’esperienza (12a C) al fine di comin- ciare un ciclo successivo.

Saturno quando transita sull’Asc entra nell’emisfero inferiore dell’orosco- po e inizia un viaggio nella parte più intima della personalità, quella che può essere anche inconscia perché nel tempo immediatamente seguente una na- scita è ancora tutto molto vago. Così come un bambino che viene alla luce deve ricevere le cure dei genitori e il calore della famiglia – una fase di vita nuova richiede una cura, un’educazione (si fa’ per dire), un tempo in cui ci si esercita secondo le regole che devono essere apprese, quelle regole che pon-

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gono sempre il problema tra ciò che si è (o che si vuole) e ciò che il mondo ri- chiede. Questa fase per l’uomo che si accinge al viaggio “eroico” è comunque anche un periodo oscuro: siamo sotto l’orizzonte e deve lasciare una situazio- ne antecedente, una vecchia identità a cui si era abituato ma che non lo rap- presenta più. Orientarsi non è facile e i cambiamenti che si prospettano pos- sono suggerire più una sensazione di perdita che di “inizio”. E’ il momento in cui abbandonando i vecchi ruoli si dovrebbe acquisire una maggiore autenti- cità; la fase che comincia può essere un passo di avvicinamento alla propria vera essenza, ma il modo di reagire dipende dalla posizione natale di Saturno e il fatto che questo stia transitando nell’emisfero notturno non ne facilita la comprensione. E’ un momento in cui la lotta tra il vecchio e il nuovo è intensa perché non ci si rende conto che le circostanze esterne sono sia la manifesta- zione di un tempo le cui caratteristiche sono cambiate, sia il riflesso di una si- tuazione interiore diversa. Quest’ultima non è ancora accettata perché rimette in discussione l’immagine che l’individuo aveva di sé, lo spoglia di un ruolo a cui era attaccato, lo esilia da un contesto ambientale, lavorativo, affettivo che rappresentava non solo un preciso punto di riferimento ma anche in un certo senso la propria sicurezza. Ci si sente oppressi ma poiché la 1a C è anche quella maggiormente legata alla nostra vitalità istintiva, dopo un periodo di ansia e sensazione di prigionia, l’uomo reagisce cominciando a saggiare la nuova realtà. Il senso di perdita che si porta dietro spingerebbe verso il vec- chio modello ma contemporaneamente sta vivendo la scoperta di una nuova veste di se stesso, un ruolo differente attraverso il quale l’Io esprime una diver- sa modalità di agire e affrontare la vita. Questa può rivelarsi molto utile allor- ché Saturno transitando sulla 2a C porta a galla nuove possibilità che però de- vono essere testate, coltivate, stabilizzate. La nuova situazione richiede tutto l’impegno necessario a rafforzare le sue fondamenta e diventa una prova di re- sistenza in quanto costringe a mettere in gioco tutte le risorse personali speri- mentando così altri valori e mettendo contemporaneamente alla prova il pro- prio valore. Il lato distruttivo di Saturno, quello che inghiotte e divora, può far sentire in modo eccessivo il senso di inadeguatezza spingendo il soggetto in una posizione che viene avvertita come ristretta e limitata ma non si deve di- menticare che si è ancora in una fase di “costruzione”. Col passaggio di Satur- no in 3a C si cominceranno a vedere i primi risultati e ciò che si fa inizierà ad acquistare un significato più chiaro. In questo periodo al nostro “eroe” sembra di vivere una fase di apprendistato perché è il momento in cui si imparano nuove regole, si fa esperienza e ci si adopera per migliorare le proprie capa- cità. Saturno costrittore può farlo sentire instabile e soprattutto incerto sulle strade da scegliere, sui possibili sviluppi futuri ma proprio in questo periodo egli può imparare a discernere tra le varie possibilità, a concentrarsi su un’a- rea specifica, a programmare, a scambiarsi opinioni con altri sull’esperienza che sta vivendo.

Questo primo sottociclo finisce nel momento in cui Saturno transita sul FC; passa in un altro quadrante e inizia un nuovo periodo la cui prima manife- stazione può essere un ritorno al passato, probabilmente necessario, se non

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altro a livello psicologico, per creare una continuità tra ciò che il nostro eroe era e ciò che sta diventando.

La 4a C a livello archetipo rappresenta sia la famiglia, origine della nostra vita, che la vecchiaia, fine della vita stessa; gli estremi si toccano e in questa fase può essere necessario riconfrontarsi con le proprie radici per poter proce- dere con più chiarezza e una diversa consapevolezza verso il futuro. In questa presa di contatto i vecchi problemi, quelli legati all’infanzia, alla famiglia, ad un lontano passato, possono tornare a galla e proiettare la loro ombra sul mo- do di agire, sulle iniziative di colui che cerca faticosamente di svincolarsi dai condizionamenti del passato per potersi avventurare su una strada più autenti- camente propria.

Con la 4a C siamo nella zona più bassa dell’oroscopo, lì dove regna il buio della notte e dell’inconscio; è la parte maggiormente legata a ciò che è stato ed ora è sepolto dentro di noi; in questo periodo si può essere invasi dai ricordi, dai rimpianti ma si possono intravedere anche nuove soluzioni. E’ co- munque un tempo in cui il nostro “eroe” da un lato ha bisogno di prendere le distanze da quelle situazioni educativo/familiari che lo hanno sempre “costret- to”, dall’altro può trovarsi di fronte a problemi che credeva di essersi lasciato alle spalle. Saturno lo invita a “tagliare”, a liberarsi per far spazio al futuro. Se in questo momento cede alla tentazione di “chiudersi” (in se stesso o nelle proprie sicurezze) c’è il serio pericolo di regredire, di essere fagocitato di nuo- vo in situazioni già vissute oppure sarà il pianeta stesso ad agire con i suoi si- stemi di “portatore della falce”. Il “taglio”, vero o figurato, apre la porta al

“nuovo”, ad un futuro probabilmente già iniziato (anche se il nostro eroe non se ne rende conto) e che lo coinvolge come individuo a sé stante e non più come membro di una famiglia. Esso può annunciarsi con soluzioni impensate, con avvicinamenti o allontanamenti oppure con l’integrazione di quelle parti di lui che erano imprigionate. Nella 4a C c’è la nostra origine, i caratteri ereditati e quindi la parte fertile che i nostri avi ci hanno trasmesso e che dà i suoi frutti nella 5aC.

La 5a è legata ai vari livelli di creatività e forse il più importante di questi è l’arte di vivere, la capacità di inventare la propria vita svincolandola dagli eccessivi condizionamenti e forgiandola secondo le proprie intime aspirazioni.

Tuttavia Saturno che passa in questo settore impone sempre i suoi limiti ed esige la consapevolezza di tutte le responsabilità che l’uomo deve assumersi, anche di quelle a lungo termine. L’istinto più vitale dell’uomo, quello legato al- la sessualità e alla riproduzione, vive soprattutto nella 5a C ed è da qui che può iniziare o riprendere la ricerca della propria vera identità. Questa può pas- sare attraverso un amore che inizia o che finisce, attraverso un impegno relati- vo ad un figlio, ma anche attraverso la presa di coscienza della “non perfezio- ne” delle cose, dell’individuo stesso e delle situazioni che ha “creato”. Può farsi allora viva la tentazione di fuggire, di evadere per evitare un confronto che spaventa perché rimette in discussione proprio quell’autenticità individuale che l’uomo cercava. Ma è proprio la percezione di un possibile azzeramento della propria individualità che spinge “l’eroe” a cercare di dar forma a qualco-

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sa che gli costerà fatica, che richiederà un lungo lavoro e i cui risultati potran- no emergere solo forse nella VIIC. Prima di allora però dovrà passare attraver- so la fase di riorganizzazione della 6aC, luogo in cui si verifica tutto quel pro- cesso di “digestione e assimilazione” corrispondente al segno della Vergine.

Qui egli deve imparare ad utilizzare scientemente le esperienze preceden- ti, le “risorse” di cui esse lo hanno fornito, le capacità che ha appreso ma poi- ché vorrebbe che tutto fosse finalizzato ad un immediato progresso, il vecchio lavoro può perdere di significato oppure può venire addirittura meno toglien- dogli l’apparente campo di applicazione. Saturno come al solito impone la fa- tica fisica e psichica, la perdita materiale o morale; può prosciugare le energie debilitando il corpo, oppure infliggere lo scoraggiamento perché, stando anco- ra sotto l’orizzonte, ostacola la visione del possibile obbiettivo, lo scopo preci- so per il quale l’uomo si sta affaticando. Si manifesta così il lato castrante del pianeta, quello che tende sempre a ristabilire i limiti del progresso umano e in- dividuale attraverso perdite o regressioni. Con Saturno che transita in 6a tutta- via può essere davvero necessario fermarsi o fare qualche passo indietro per- ché qualcosa può essere stata trascurata o è stata abbandonata mentre anco- ra non era finito il suo ruolo; la 6a C rappresenta anche, come sappiamo, una fase di preparazione al seguente sottociclo: quello che a partire dal Ds arriverà fino al MC.

Saturno passando sul Ds entra in un settore che può risultare particolar- mente difficile. Questo punto è chiamato anche “tramonto” dell’oroscopo ri- spetto ad un As che è “l’alba”; contemporaneamente è anche il punto di emer- sione alla luce dell’emisfero superiore. Questa doppia simbologia (dovuta, co- me abbiamo già detto, alla diversa direzione tra il movimento degli astri nel lo- ro sorgere e tramontare e la sequenza dei segni zodiacali e delle Case) questa doppia simbologia, dicevamo, in questo luogo può acquistare il significato di una scelta difficile, talvolta dolorosa; si realizza per la prima volta l’idea che per progredire bisogna anche saper rinunciare. Nel 3° quadrante infatti si prende coscienza del fatto che per andare avanti” qualcosa deve morire”; è uno dei momenti più difficili perché l’Io, che comincia a vederci chiaro, si scontra con una realtà che non è più solo personale ma riguarda anche gli al- tri; si tratta di una realtà fatta di rapporti, incontri, legami e non è quella che si pensava in precedenza, quando in un certo senso si era ancora al buio dell’e- misfero inferiore. Ciò che è iniziato con il transito di Saturno all’As, è stato portato avanti fino a questo momento, seguendo spesso la spinta del proprio Ego, ma ora che tutto è in luce si vedono le cose in modo diverso, soprattutto ciò che non va. Infatti ciò che fino a questo momento si è pensato che fosse una propria realtà concreta, un’esperienza acquisita, una conoscenza integrata – a questo punto deve essere sottoposto al giudizio degli altri. Gli altri dovran- no apprezzare o criticare ciò che è stato fatto e l’individuo potrà rendersi conto sia di ciò che ci si aspetta da lui, sia dei propri limiti. E’ un momento, come sappiamo, di incontro/scontro perché si viene messi alla prova e questa prova riguarda le capacità personali e il comportamento, cosa si è concretizzato, la libertà individuale, l’indipendenza. Se fino a questo momento si è pensato di

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poter essere sempre se stessi fino in fondo, oppure che la vita ci appartiene e ciascuno se la gioca come vuole, o al contrario si è contato su qualcosa o qualcuno senza valutare il prezzo che sarebbe stato richiesto - è arrivata in qualche modo la resa dei conti. E’ un momento in cui si devono chiarire i rap- porti e le competenze, i limiti propri e i diritti altrui. E’ proprio ora che si può capire come sia necessario arretrare per fare spazio ad altri, come non si sia affatto così autonomi e padroni della propria vita, delle proprie decisioni o al contrario si prende coscienza della propria dipendenza. Con il transito di Sa- turno sulla VII C ci sarà qualche rinuncia da fare, e poiché si è nel settore in cui è molto facile operare proiezioni, la rinuncia o le restrizioni assumono l’a- spetto di qualcuno con cui si è in stretto contatto: di vita, di lavoro, di affetto.

E’ un momento di incontro con l’Ombra o con quella parte Maschile o Femmi- nile di sé che era rimasta nelle profondità dell’inconscio e che ora invece sem- bra ergersi di fronte al soggetto come “nemico”, “rivale”, “avversario”. Colui che compie questo viaggio deve confrontarsi ora con chi ama e con chi dete- sta e scoprire perché ama e perché detesta. L’esperienza che ne deriva non è solo la morte simbolica di alcune illusioni (su se stessi o su altre persone) ma consiste anche nell’imparare a distinguere tra ciò che è di propria competenza e di cui ci si deve assumere la responsabilità e ciò che bisogna rispettare; si può finalmente capire ciò che può costituire un aiuto e quindi su chi o su cosa si può contare. Si tratta di trovare un punto di incontro tra ciò che si “vuole” e ciò che si “può”; di accettare le differenze e mediare tra opposte esigenze. L’

“altro”, con un Saturno che passa in VII C, inizialmente è il nemico, l’ostaco- lo, colui che limita o addirittura imprigiona; poi però emergono i vari aspetti di questo “altro” e, prendendo coscienza di ciò che conta davvero, di ciò che l’al- tro può dare e di ciò che può essergli dato - si può procedere verso la coscien- za di un’interdipendenza reciproca. Si acquisisce l’idea che “non si è soli” e poiché la VII C rappresenta simbolicamente l’unione degli opposti, con Satur- no che transita in questo settore si deve imparare ad incontrarsi e confrontarsi sullo stesso livello. Solo da questo confronto diretto può nascere la consape- volezza della propria unicità, una consapevolezza che però non rifiuta l’unicità altrui.

Ma perché gli opposti possano unirsi devono trasformarsi e il transito di Saturno in 8a C porta con sé la trasformazione, il sacrificio, la morte del pas- sato e di ciò che ormai non serve più. Quella rinuncia che abbiamo presentito durante il passaggio sulla VII, ossia la necessità di fare “spazio” ad altro, si materializza in questo momento. Ora l’uomo/eroe incontra quasi fisicamente le paure represse, le situazioni non risolte, i problemi familiari ereditati; si pone domande importanti a cui deve dare una risposta perché, se esse da un lato sono la conseguenza delle recenti esperienze, dall’altro, con il loro arrivare alla coscienza, diventano la misura del proprio cambiamento e la spinta a staccar- si definitivamente da tutta una serie di valori che sono, a livello personale, or- mai superati.

Ma il “vuoto”, lo “spazio” lasciato libero dalla “morte” di alcune idee, di alcuni legami o situazioni in cui si è creduto o su cui si era basata la propria

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esistenza – deve essere riempito. Saturno, che è stato la molla della partenza per l’uomo/eroe, può ora suggerire una visione più completa sul senso della propria ricerca. Saturno transitando ormai in 9a C, spinge a “cercare” verso direzioni precise; a dare una diversa struttura a quei valori di base su cui si fonderà la propria vita da adesso in poi; ad indirizzarsi verso principi che corri- spondano al concetto dell’esistenza che si ha attualmente, alle idee che si hanno sulla società e sull’impegno che ne consegue. Sono lentamente cam- biati alcuni principi di base, forse la stessa fede, o il senso di responsabilità so- ciale; cosicché può essere arrivato il momento di familiarizzarsi con le leggi che regolano la società o contattare altre modalità di pensiero, sviluppare me- glio la propria spiritualità o infine trasmettere, insegnare ciò che si è appreso.

Si profilano nuovi obbiettivi e psicologicamente ci si prepara ad affrontare il mondo (MC) sulla base di un diverso tipo di “conoscenza” o addirittura di cambiamento morale. Con Saturno è sempre presente il pericolo di diventare estremisti o di voler fare ancora delle verifiche; in tal caso le conseguenze si vedranno in futuro quando il pianeta, passando sull’ultimo quadrante, segnerà una fase di vita che, secondo da quale punto si è partiti, può essere l’ultima del ciclo o la prima, ma comunque sia può segnare a livello personale una svolta epocale.

Saturno, arrivando sul MC, passa infatti sul punto più alto dell’oroscopo, quello che a livello archetipo gli è più congeniale e che nel contempo rappre- senta il culmine di tutta l’esperienza vissuta. Tutta l’esperienza vissuta fino ad ora è stata una preparazione a questo momento, momento in cui il singolo può concretizzare le sue capacità, manifestare le sue aspirazioni, realizzare le proprie ambizioni. Da qualunque parte dell’oroscopo si sia partiti, arrivando Saturno in X C , l’uomo si trova di fronte ad una grande opportunità di cresci- ta: può capire con chiarezza cosa rappresenta per lui il ruolo sociale e quale ti- po di sfida la società stessa gli sta lanciando; nel contempo può affrontare il mondo con suoi mezzi e le sue capacità dimostrando cosa è in grado di fare.

E’ il momento di vivere in pieno il proprio ruolo, esprimendo attraverso questo il proprio stile di vita; tutto viene messo alla prova: chi si è e ciò che si è ap- preso. Le conoscenze acquisite negli anni passati devono confrontarsi con una realtà concreta fatta di lavoro, relazioni sociali e professionali, occasioni che il mondo attuale offre a chi le sa cogliere e sfruttare. E’ una fase che l’uomo può vivere in modo diverso secondo le età: a 30 anni è pieno di energia ed è più facile per lui buttarsi nella mischia, assumersi impegni e responsabilità con cui potrà dimostrare pubblicamente chi è; a 50 si può invece ritrovare attaccato a vecchie situazioni, ad un ruolo con cui si era identificato al punto da non voler- sene staccare. Oltre tutto di fronte alle circostanze proposte dal passaggio di Saturno in X C, il timore di non essere in grado di superare gli ostacoli che si profilano, il sentirsi inadeguato di fronte a certe responsabilità è sempre possi- bile e la necessità di dover provare ciò che è capace di fare si unisce alla veri- fica sul proprio senso del limite imposto dal transito del pianeta. Egli potrà co- sì scoprire di essere in grado di fare ciò che non pensava, di avere capacità sconosciute, ma è anche probabile che possa aver paura del possibile falli-

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mento. I timori in questo senso sono spesso legati alle esperienze infantili;

l’Asse IV/X è correlato alla famiglia, all’educazione e Saturno rappresenta an- che il Padre. Se il rapporto con questo si è basato sul timore e sulla severità di giudizio, se non ha infuso sicurezza, Saturno che passa in X C riattiva i dubbi sulla stima di se stessi cosicché le situazioni che ora richiedono la dimostra- zione delle proprie nuove competenze ispirano lo stesso timore che si provava di fronte alle aspettative paterne. Saturno, signore del Capricorno, riguarda sempre anche il ruolo sociale e col suo passaggio al MC spinge verso una ve- rifica di questo, oppure ad una ristrutturazione secondo i parametri dell’epoca che si sta vivendo.

Le nuove esperienze che si vivono in questo campo, gratificanti o fru- stranti che siano, mettono l’uomo in relazione anche con un’altra realtà: quella dei rapporti sociali. Questi non sono più i rapporti interpersonali della VII C o quelli circoscritti della 3a, ma sono spesso il frutto o la conseguenza del suo stato sociale o del ruolo professionale che esercita. Saturno che transita in 11a C può far sentire tutto il logorio delle vecchie amicizie, tutto ciò che è stato or- mai consumato in questo campo e che quindi non suggerisce più niente o su cui comunque non si può più contare perché il tempo è passato e ha rivelato la natura di certi rapporti o ha dissolto le antiche affinità. Saturno tuttavia non fa “Tabula Rasa” di tutto ; può dare al contrario una struttura solida ed eviden- te a quelle poche relazioni umane e sociali importanti, quelle che hanno resi- stito al tempo, ai cambiamenti che si sono verificati, alle vicende che si sono susseguite e che hanno cementato il rapporto anziché eroderlo e consumarlo.

A questo punto Saturno aiuta a mettere le basi di quelle relazioni la cui impor- tanza e finalità è diversa secondo le età della vita e il ruolo che in essa il no- stro eroe è andato assumendo. Può far allacciare rapporti importanti per la professione e la vita sociale; può facilitare l’inserimento in ambienti più affini alla personalità del soggetto e alla sua diversa visione dell’esistenza. Non di- mentichiamo che egli sta andando verso la fine di quel ciclo iniziato col transi- to di Saturno sull’As e che dopo il passaggio del pianeta sulla X C avrà proba- bilmente fatto nuove scelte e comunque avrà acquisito una nuova consapevo- lezza del suo ruolo nel mondo, di ciò che vuole perseguire e quindi anche del tipo di persone con cui vuole stare in contatto. Il pianeta passando in questo settore richiede la capacità di discernere tra le relazioni che sono solo “conve- nienti” e quelle che si basano su autentiche affinità. L’11a C, cosignificante dell’Acquario, è il luogo in cui si sviluppa la coscienza sociale, la necessità di impegnarsi in prima persona per un futuro migliore, per una solidarietà umana che possa assicurare a tutti gli stessi diritti; con il transito di Saturno si potreb- be presentare l’occasione di aderire ad associazioni culturali, religiose, ideolo- giche con cui ci si sente in sintonia oppure le circostanze possono spingere ad una presa di posizione pubblica riguardo la difesa di alcuni valori collettivi.

Sempre le circostanze potrebbero rendere chiaro ciò che non va nel proprio contesto sociale e far emergere un diverso senso di responsabilità riguardo ai propri doveri di cittadino. Per la prima volta l’individuo potrebbe avvertire la connessione che c’è tra il singolo e la società a cui egli appartiene e questa

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nuova consapevolezza può chiarire il significato che ciascuno ha all’interno della propria comunità.

Con l’acquisizione interiore di questa diversa realtà, l’uomo/eroe si appre- sta a vivere il passaggio di Saturno in 12a C; sono passati circa 29 anni da un inizio che oggi può sembrare molto lontano e che tuttavia è stato la base su cui egli ha strutturato la propria vita e la propria personalità durante tutto que- sto trentennio.

La 12a C rappresenta una fase di scioglimento, di allontanamento dal vecchio senso di identità o da tutti quei ruoli che si sono esercitati negli ultimi 30 anni. D’altro canto la 12aC rappresenta anche la necessità di trovare un senso per la propria esistenza riconnettendo la propria individualità alla Vita.

Con questo passaggio di Saturno l’uomo può vivere un momento vera- mente difficile perché può sentirsi in colpa per ciò che non ha fatto, per ciò che non è riuscito ad essere; può sentirsi molto solo, non capito ma soprattut- to – poiché si sta avvicinando un certo tipo di “Fine” e la fine fa sempre paura – può vivere una grande incertezza, un forte senso di annullamento. L’ansia per ciò che sarà ma non si sa, può essere avvertita fortemente; l’uomo sente che tutto deve essere rimesso in gioco, in discussione ed è quindi necessario tagliare tutte quelle situazioni che ormai si sono esaurite; la cosa non è sem- plice, anzi si ha veramente paura di farlo.

“Come finirà?” questa è la domanda che l’uomo si pone perché sa che

“deve finire”, ma cosa, quando e come? Non ci sono risposte o meglio il sog- getto non riesce ancora a trovarle.

Naturalmente questo periodo può essere vissuto anche in maniera diver- sa; se esso è stato preceduto dalla presa di coscienza che alcune cose stavano veramente perdendo il loro antico significato – allora il transito di Saturno con i suoi “tagli” può essere considerato anche un momento liberatorio, qualcosa che fa soffrire ma nel contempo aiuta ad approdare ad un diverso futuro. In questa fase un certo isolamento potrebbe anche essere necessario proprio perché l’uomo posa ricollegarsi alla propria intimità, alla profondità di se stes- so in modo da prendere atto dei suoi limiti ma forse anche di una diversa sag- gezza: quella che si è conquistata durante tutto il tragitto precedente. Oggi egli si conosce molto meglio di 29 anni fa’ e potrebbe aver acquisito un senso di relatività riguardo alle vicende della vita; oppure potrebbe aver afferrato quel- l’idea dell’ “eterno ritorno” che è strettamente connesso alla 12aC. Questo al- lora potrebbe fargli capire come quelle parti di lui poco piacevoli e di cui pen- sava di essersi disfatto, sono sempre lì perché in realtà gli servono ancora ma deve riconnetterle alla propria personalità in maniera diversa e con una diver- sa coscienza del loro valore e del valore delle esperienze che proprio queste parti hanno provocato. Se però non si è raggiunto questo tipo di consapevo- lezza, Saturno, simbolo di rigidità e sclerotizzazione, fa sentire il senso della morte. Quelle motivazioni iniziali che hanno spinto l’uomo a “partire” per libe- rarsi dai vincoli e dalle sovrastrutture e trovare la sua autenticità, quei principi che hanno regolato il suo “andare avanti” – ora sembrano non aver più signifi-

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