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ANCORA SU SEDNA… E ALTRO

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 194-198)

Ancora, sebbene la data ufficiale di avvistamento a Palomar, California, sia del 14/11/03, in realtà pare fosse già stata scoperta il 26/9/01 da un ca-nadese, Axel Harvey, sempre a Palomar. Non si sa esattamente da cosa sia composta, probabilmente ma non sicuramente, da roccia e metano ghiaccia-to. Di certo si sa che la sua grandezza oscilla tra 1/2 e i 3/4 di quella di Pluto-ne e che ha una colorazioPluto-ne rossastra quasi quanto o più di Marte. Si tratta di un tipo di colorazione tipica dei corpi più freddi, a differenza di quello che si crede comunemente.

La scelta del nome

Viene spontaneo chiedersi perché il suo nome sia stato preso dalla mitologia Inuit. La spiegazione degli astronomi che lo hanno proposto (in realtà si chia-ma ancora 2003 Vb12 in attesa del responso dell’IAU - Unione Astronomica Internazionale) sembra abbastanza logico: essendo l’asteroide più lontano dal Sole, e quindi più freddo, è sembrato opportuno rivolgersi ad una mitologia ar-tica, di una terra, cioè, più glaciale. E si pensa già di ricorrere alla stessa mito-logia per denominare i prossimi oggetti celesti appartenenti alla stessa fascia. Ma non ci sarà qualche altra motivazione profonda in questa scelta?

Gli altri asteroidi scoperti

Sedna, comunque, non è l’unico asteroide apparso di recente. Abbiamo anche Quaoar (ancora ufficialmente denominato 2002 LM60), di cui non si parla molto e la cui scoperta è stata annunciata quando Mercurio/informazione ri-tornava diretto, nell’ottobre del 2002. Il primo avvistamento è avvenuto anco-ra a Palomar, California, il 4/6/2001 alle 5.41 U.T. Questo è sicuanco-ramente un transnettuniano, più piccolo di Sedna ma il più grande della fascia di Kuiper cui appartiene. Si è in attesa di almeno un’altra ventina di oggetti della stessa provenienza. Infatti, il 16/2/04 è stato già scoperto un altro oggetto celeste si-mile a Quaoar, come riporta l’editore della Isar Emailletter n. 273, chiamato 2004 DW. Questa volta il nome deriva dalla mitologia dei nativi americani Tongva, o San Gabrielino, insediati nel bacino di Los Angeles- zona Caltech-California, prima dell’arrivo degli Spagnoli e degli altri occidentali. Quaoar era il Dio che aveva creato il mondo sulle spalle di 7 giganti. Anche qui si è fatto ricorso ad una mitologia che non è più quella greca classica. Le implicazioni di queste scelte sono piuttosto notevoli. Sembra quasi che incominciamo a voltare le spalle alla nostra cultura di matrice mediterranea e razionale per av-venturarci in uno spazio alieno che ci mette in contatto, almeno visivamente per ora, con mondi alieni.

Sedna e gli altri asteroidi in astrologia

Intanto, Sedna pone dei grossi problemi agli astronomi in quanto la sua attua-le orbita fortemente ellittica sembra sia dovuta a perturbazioni provenienti

dal-la gravità di un corpo più grande che rimane sconosciuto e invisibile - il fami-gerato 10° pianeta (11° per gli astrologi), sempre ipotizzato e mai scoperto?

Quali sono, invece, i problemi degli astrologi oltre l’incertezza delle effe-meridi o lo studio mitopsicologico? Una domanda chiave potrebbe essere rela-tiva al significato dell’apparizione di questo e degli altri asteroidi che si stanno presentando a ruota libera: perché chiedono la nostra attenzione? Certamente non possiamo ignorarli e restare attaccati ai nostri cliché solo perché ancora-ma fino a quando?- funzionano. Rischieremmo di essere sopravanzati da altre teorie. Forse dovremmo dedicarci a verifiche un po’ più approfondite, giusto per vedere a cosa portano queste scoperte, se portano a qualcosa.

Tanto per incominciare, qualcuno ha rapportato Sedna a due date nefa-ste, in linea col suo essere regina dei morti oltre che degli abissi marini. Joyce Hoen ricorda che il 1° avvistamento di Sedna è stato il 26/9/01 cioè 15 giorni dopo l’infausto 11/9/01 dell’assalto alle Torri Gemelle, assalto che in seguito doveva condurci ad una guerra catastrofica contro l’Afganistan prima e l’Iraq dopo, e i cui effetti stiamo ancora vivendo. Mentre l’annuncio ufficiale, avve-nuto il 15/3/04 precede di pochi giorni l’attacco di Al Quaida a Madrid dove ha scombussolato del tutto l’esito delle elezioni spagnole.

Di Quaoar si dice che, pur essendo un transnettuniano, sia molto legato a Plutone, insieme al quale ha iniziato un ciclo con la congiunzione del 1993/94 (è il margine di sicurezza più strettorispetto alla data). E sappiamo che Pluto-ne è legato alla morte (i kamikaze del medio oriente che imperversano anche in occidente annientando la paura della morte in vista di un futuro più felice nel paradiso di Maometto? - quello di Allah sarebbe troppo spirituale per loro) ma anche alla trasformazione e alla rinascita.

I nuovi asteroidi come indicatori di un cambiamento in atto?

Un’altra importante correlazione sembra emergere da queste scoperte sempre più ravvicinate grazie alle nuove tecniche in espansione (Nettuno/visione e Aquario/tecniche in mutua ricezione). I corpi celesti avvistati fanno parte di larghi gruppi o di popolazioni, come si dice in gergo astronomico. Forse grup-pi provenienti da una stessa matrice -dovuta magari al frantumarsi o al colli-dere di un corpo più grande con un altro, e quindi alla ricerca di una impossi-bile riunificazione? In ogni caso, se l’alto rispecchia il basso e viceversa, sa-rebbe da prendere in considerazione il nuovo trend planetario: la tendenza del-la gente a riunirsi sempre più spesso in gruppi sempre più estesi come movi-menti no-global, gruppi discotecari e musicali in genere, feste popolari sempre più numerose e frequenti, ecc. Ai primordi, di solito gli animali superiori e gli uomini si riunivano spinti dalla paura e dalla necessità di difendersi, un po’ co-me fanno ora i nostri politici, per esempio, quando formano le liste uniche in vista delle elezioni. Siamo forse ad un bivio: immergerci in un collettivo che ci annulla a livello individuale ma ci dà sicurezza a livello emotivo o piuttosto evolverci verso l’ unità formata da individui consapevoli? Personalmente, pro-penderei per la seconda ipotesi. A riprova, basterebbe osservare, infatti, che la

sua orbita terribilmente eccentrica mette Sedna in analogia con l’individuali-smo uraniano anche se la sua appartenenza ad uno sciame di altri asteroidi la colloca in un ambito collettivo di stampo nettuniano. Probabilmente, le due polarità coesisteranno per un certo periodo di tempo fino a che l’una prevarrà sull’altra.

Ma ritorniamo alla denominazione dei nuovi oggetti celesti. Basta un no-me preso da una mitologia quasi sconosciuta ai più (quanto tempo impie-gherà ad integrarsi nell’immaginario collettivo?) per dare un significato diverso ad un archetipo? Forse si tratta semplicemente dell’attuale tendenza a mesco-lare le culture grazie alla globalizzazione, come afferma Blake Finley. In effetti, sia pure a titolo puramente propositivo, i due asteroidi sono stati catalogati, Quaoar come l’ottava superiore di Urano e Sedna come l’ottava superiore di Nettuno rispecchiando quindi una tipologia in linea con quella degli dei classi-ci. Quaoar è un dio creatore, assimilabile pertanto a Zeus nel segno del Leone o al Sole mentre Sedna potrebbe, per certi versi, rappresentare l’equivalente femminile di Nettuno/Pesci con la stessa irascibilità capricciosa e devastante, solo a tratti generosa. Tale somiglianza non potrebbe non esserci dato che quella Inuit è pur sempre una mitologia umana che ricalca gli schemi e gli ar-chetipi della nostra specie. Mi pare, tuttavia che sarebbe più facile vedere in essi l’ottava inferiore dei due pianeti citati, con una regressione verso livelli più primitivi, quando senza le sovrastrutture culturali si viveva a contatto dell’es-senzialità della natura e delle sue forze primordiali. Così, forse, questi asteroidi sbucati dall’invisibile indicano con i loro nomi alieni un percorso che l’umanità inconsciamente sente o teme di dover nuovamente affrontare. E rispecchiano per noi la necessità di un giro di boa di fronte al cambiamento dell’assetto ce-leste. Plutone/morte ma anche trasformazione e rinascita è legato, abbiamo visto, ad entrambi gli asteroidi. E sta viaggiando, dalla sua postazione sagitta-riana in positiva compagnia di Urano/Pesci e Nettuno/Aquario, nel lontano spaziale oltre che in quello interiore.

FONTI

Astronomy, Giugno 2004.

Isar e-mailletter, nn. 273, 277.

L.A. 135-954 Le fotocamere digitali: principi generali e consigli

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I PIXEL

L’unità di misura trattandosi di un prodotto informatico, è il pixel (cioè un puntino elettronico). Poiché ovviamente con un solo puntino non è possibile

Stefano Bertone

A CASA DI URANO:

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 194-198)