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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.14 (1887) n.677, 24 aprile

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L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIEN ZA ECONOM ICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, B A N C H I, F E R R O V IE IN TE RESSI P R IV A T I

Anno XIV - Voi. XVI11

Dom enica 24 Aprile 1887

N . 677

I PROVVEDIMENTI FISCALI

N ell’ ultimo nostro num ero abbiam o discorso bre­ vem ente sui provvedim enti fiscali, che erano attri­ buiti all’on. Mugliarli, limitandoci a considerare più specialmente i giudizi che alcuni periodici ave­ vano emesso sulle voci che correvano. — Ci riser­ vam m o di giudicare le m isure proposte dal G overno quando il G overno le avesse fatte note officialm ente. — Oggi ci troviam o dinanzi ad un fatto com piuto. Nella settimana che termina oggi i nuovi p rovv e­ dimenti furono presentati, discussi ed approvali in via provvisoria per ciò che concerne i dazi. — Non abbiam o quindi avuto il m odo di discorrerne in tem po utile, nè di manifestare la nostra opinione contro la misura del catenaccio adottata con tanta premura. A vrem m o volontieri rilevata la contradizione patente che esiste in coloro che da una parte afferm ano che il dazio sui cereali non avrebbe aumentato il prezzo dei grani e del pane, e dall’ altra dom andano il ca­ tenaccio per im pedire che la speculazione realizzi dei guadagni, aumentando il prezzo del grano prima che il dazio sia applicato.

Notiamo che nella discussione fattasi alla Camera ed al Senato molti deputati si dichiararono contrari ad un aumento del dazio sui cereali, e speriam o che, durante il periodo di studio della legge, questi oppositori sapranno organizzarsi attivamente, sot­ trarre alla questione ogni aspetto politico, mantener­ la nel cam po strettamente con om ico, e dare alla Ca­ mera una battaglia concludente sopra questa q u e ­ stione, la quale può segnare il punto di partenza ad un nuovo indirizzo della econom ia italiana.

I provvedim enti fiscali, com e vennero presentati in Parlam ento, possono e devono essere esaminati sotto due aspetti : — sotto quello dei bisogni del bilancio ; sotto quello delle conseguenze che possono portare le m isure proposte.

Sotto il prim o aspetto non abbiam o bisogno di affermare quale sia l’ opinione A&WEconomista. In un recente articolo ’ ) esaminando la situazione finan­ ziaria dell’ Italia, abbiam o detto che potevano con ce­ pirsi due program m i : « quello che volesse m ante­ nuta l’ Italia nel novero e nell’ azione di grande po­ tenza, e allora sono necessari i mezzi finanziari richie­ sti da una sim ile posizione ; — quello che volesse invece una politica finanziaria modesta colla tendenza a dim inuire gli oneri dei contribuenti ed allora sa­ rebbe necessaria una politica estera del pari modesta

e di raccoglim ento ». Ed aggiungevam o : « Ciò che *) Vedi nell’Economista N. 675, l’articolo « Nuovo Ministero e nuovo programma. »

importa moltissim o si è che quegli uom ini, i quali si erano illusi od avevano per qualche anno illuso il paese sulla possibilità di conciliare due indirizzi affatto inconciliabili, o si ritirino dal reggim ento della cosa pubblica o m utino sistema. »

Ora non è a dire se vediam o con soddisfazione che il sistema è stato mutato ; si domanda 'on o al Parlam ento i mezzi necessari per rim ediare ad una situazione finanziaria, che gli stessi ministri dichia­ rarono grave. — Il Parlam ento - riservandosi l’ esa­ me dei provvedim enti proposti - li ha intanto appro­ vati in via provvisoria colla legge sul catenaccio per quanto riguarda i dazi. Questa co.ndiscendenza della Camera è una prova solenne che se analoghi provvedim enti fossero stati richiesti in altro tem po, avrebbero trovato facile accoglienza, poiché il Par­ lam ento sente soprattutto che il paese non tolle­ rerebbe che il bilancio dello Stato fosse un’ altra volta ricacciato nel disavanzo quasi incurabile.

P erò alla questione essenziale e superiore del mantenere le entrate in adeguata proporzione colle spese, si connette I’ altra di ordine secondario, ma parim ente im portante, del m odo col quale si dom an­ dano le nu ove entrate ; il secondo aspetto cioè dal quale le m isure proposte debbono essere osservate. E naturalmente per noi un punto prevale sopra tutti gli altri ; l'aumento del dazio sai cereali.

N eil’ ultim o num ero, tratti in inganno da un d i­ spaccio della Agenzia Stefani, la quale assicurava che contrariam ente alle v oci che correvano, il Ministero non aveva ancora fissato il progetto dei nuovi p rovv e­ dimenti fiscali.abbiam o manifestata la speranza che l’ on. Magliani all'ultim o m om ento,ripensando al suo passato, avrebbe soprasseduto a proporre una sim ile m isura.

Ci siamo ingannati : ed alla distanza di sette giorni, lo ripetiam o, siamo davanti ad un fatto or­ m ai com piuto — per quanto in via provvisoria.

C on quali ragioni l’ on. Magliani giustifica la sua p roposta , la quale è in contraddizione colle sue co n ­ vinzioni passate?

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cessità finanziarie lo im pongono, a im porre sacrifizi che sieno in misura modica sopportati da tutti anche dalle classi m eno abbienti ; — finalmente, mette avanti la ragione delle ragioni, cioè l'urgente bisogno del bilancio.

Non sarebbe da parte nostra opportuno discutere ora, in questo prim o articolo, le nuove teorie, che su questo argom ento espone l’ on. M agliari ; — 1’ au­ mento sui dazi dei cereali dovrà definitivamente di­ scutersi alla Camera ed abbiam o quindi tem po di discorrerne con calm a. Intanto non resistiamo alla tentazione di confutare som m ariam ente gli argomenti dell’on. Magiiani col seguente brano del resoconto parlam entare della seduta 3 marzo 1 88S .

« Io non ripeterò gli argom enti dell’ on. Pavon- celli, e quelli svolti ieri con tanta eloquenza dal- l’ on. Minghetti, ma li riafferm o in una form ula, che potrà forse parervi cruda, ma è vera.

« Noi non abbiam o il diritto, signori, di accre­ scere il prezzo delle sostanze necessarie all’ alim en­ tazione del popolo, per aumentare la rendita dei p ro­ prietari. (Benissimo !)

« Noi non abbiam o il diritto di fare una grande prelevazione dal fondo dei salari, per accrescere il fon do della rendita. {Bravo!)

« Questa non sarebbe la giustizia sociale ; questo non è, e non potrà mai essere l’ ideale di un paese libero, e di una sana dem ocrazia. (Benissimo!)

« L ’ imposta del m acinato influiva lievem ente ad aumentare il prezzo del pane, ma profittava a favore dello S ta to; al contrario, il dazio di entrata sui ce­ reali influirebbe assai piu gravem ente ad accrescere il prezzo del pane, e sarebbe imposto a carico di tutti i consum atori del paese, per giovare ad una sola classe di cittadini, cioè ai proprietari di terre coltivate a grano !

« Checché avvenga negli altri paesi, io concepi­ sco ancora la speranza che non vedrem o rinascere in Italia i dazi sui cereali e le scale m obili, le quali caddero sotto la critica inesorabile dell’ econom ista e per il trionfo delle libertà ,e delle savie regole di G overn o. (Benissimo !)

. « Questo rim edio adunque il G overno lo esclude e la Camera mi pare che lo escluda a grande mag­ gioranza; se mi è. lecito argom entarlo dall’ autorità degli oratori ch e I’ hanno com battuto. »

Queste parole sono state pronunciate dallo stesso on. M agliari e nessuno m eglio di lui poteva effica­ cem ente ed eloquentem ente com battere nel 1883 le sue stesse proposto del 1 8 8 7 .

Starem o a vedere se nella discussione che ci sarà alla Camera l’ on. Magliari troverà a favore dell’ au­ m ento dei dazi quella stessa efficace eloquenza, che ha trovato con tro ; l’ aum ento nel 1 885.J

D opo ciò la nostra posizione diventa chiara di fronte alla nuova situazione,

L ’ Economista, d ’accordo c o ll’ on. Magliari del 1883 continuerà a com battere contro l’ on. M agliari del 1887 i dazi sui cereali ed ogni misura che abbia il ca­ rattere protezionista ; — nello stesso tem po d’ accordo co ll’ on. M agliari si feliciterà, della stabilità data al bilancio e lo appoggerà nel n u ov o p eriodo attivo nel q u a le vuol m ettersi, scioglien do la questione delle costruzioni ferroviarie senza che lo Stato aumenti il proprio debito, e, provvedendo al riordinam ento delle Banche di em issione senza aggravare la cir­ colazione cartacea e ritirando i biglietti di Stato.

LA COSTRUZIONE DELLE NUOVE LINEE FERROVIARIE

N ell’ ultim o num ero abbiam o manifestata la spe­ ranza che il nuovo Ministro dei lavori pubblici, ono­ revole Saracco, riprenda le trattative che erano state fatte qualche mese fa per sistemare in m odo defi­ nitivo la grossa questione della costruzione delle nuove linee ferroviarie. Ora, se le inform azioni che riceviam o sono esatte, com e abbiam o m otivo di cre­ derlo, sarebbero quasi condotti a term ine gli studi preliminari per definire almeno in parte questo im ­ portante problema che era già stato maturamente studiato dall’ on. Maglioni.

Secondo quanto ci afferm ano, le basi degli studi che sono in corso e sarebbero anche bene avviati, avrebbero per principio fondam entale il disinteressa­ mento com pleto dello Stato nella em issione delle obbligazioni per quanto riguarda le ulteriori linee da costruirsi, e affidando alle Società di esercizio la cura di provvedersi dei capitali necessari per condurre a termine le nuove linee ; lo Stato pagherebbe una annualità com m isurata sul capitale effettivamente im ­ piegato nei lavori e le Società di esercizio assume­ rebbero esse ogni sorta di obblighi verso gli ob ­ bligatari.

A garanzia dei titoli ch e sarebbero emessi dalle Società servirebbero le linee stesse mano a m ano che vengon o costruite.

Siccom e poi le linee fin qui autorizzate dalla legge im plicano una spesa che, com e si sa, oltrepassa i due miliardi e mezzo, e quelle fino a qui costruite, raggiungono la spesa di circa 7 0 0 m ilioni, e non sarebbe giustificata una operazione la quale affidasse fin d’ ora alle società esercenti tutte le nuove linee, a quanto sappiam o, il G overno farebbe per intanto alla società un a ccollo della costruzione delle linee i cui progetti sono già pronti, e che arriverebbero ad un im porto di circa 3 0 0 m ilion i; salvo poi a provvedere alla costruzione delle altre linee conform e ai suggerim enti che saranno per em ergere dalla esperienza.

Non occorre dire che noi lodiam o questi inten­ dimenti del G overn o, i quali rispondono com ple­ mente a quelle considerazioni che abbiam o fatte sino dal novem bre dell’ anno scorso. O rm ai sappiamo per fatti innum erevoli ch e lo Stato non può essere buon costruttore di linee ; ma anche senza di ciò, è troppo chiaro orm ai che le esigenze della nostra situazione finanziaria consigliano urgentem ente il G overno a far sosta definitiva nella em issione dei titoli di Stato. Nelle recenti crise finanziarie si è veduto ch e del nostro consolidato vi è una massa troppo grande che è tuttavia fluttuante sul m ercato; se non vogliam o trovarci sem pre in pericolo di essere schiacciati dalle im m igrazioni di enorm i quantità di rendita, ad ogni oscillazione sfavorevole della Borsa, con ­ viene lasciare un tem po abbastanza ragionevole per­ chè una m aggiore quantità dei nostri titoli di Stato trovino stabile collocam ento, e il solo mezzo per ottenere questo scopo è quello di non aggiungere agli esistenti nuovi titoli garantiti dello Stato.

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24 aprile 1887 L ’ E C O N O M I S T A 263

A

PROPOSITO D ELLA COOPERAZIONE

Coloro che s’ interessano sinceram ente al m iglio­ ramento delle condizioni materiali e morali delle classi operaie non possono non seguirle con simpatia in tutti i loro sforzi diretti a questo scopo. E chi non è direttamente interessato nelle lotte fra capi­ tale e lavoro può con m aggiore facilità porsi da un punto di vista equo e all’ occasione permettersi di dare all’ uno od all’ altro qualche consiglio, che non vi sarebbe ragione di respingere a priori.

Qualunque cosa si afferm i in contrario, bisogna convenire che a chi consideri il m ovim ento operaio nel suo com plesso, e lo consideri spassionatamente e senza prevenzione alcuna, apparisce ch e si è rag­ giunto un progresso notevole. M algrado il sussistere di molte utopie, il socialism o m edesim o ha assunto un carattere più pratico, e al di fuori di esso v e­ diam o le classi operaie v olgere le loro forze all’ at­ tuazione di istituzioni veram ente utili e la cui d if­ fusione sarebbe senza dubbio di grande vantaggio. D iciam o ciò specialm ente a proposito della c o o ­ perazione, la quale è, per così dire, una istituzione di previdenza perfezionata ed è orm ai un fatto im ­ portante della vita econom ica della società, che ha davanti a sè un grande avvenire. C om ’ è noto, fu R iccardo O w en che sul principio del secolo inventò la parola cooperazione. Essa è dunque una idea so­ cialista nella sna origine. Ma il socialism o ha il torto di pretendere di organizzare il lavoro, ch iu ­ dendo a forza la società nel cerch io di ferro di un piano prestabilito. N ondim eno in mezzo agli errori quella idea di unire con stretti vincoli coloro che appartengono alle classi m eno favorite della fortuna era buona e feco n d a , tanto è ciò vero che ne è uscita la cooperazione nelle sue tre form e di c o n ­ sum o, di credito e di produzione.

Tutti sanno com e la forma di consum o si sia svolta specialm ente in Inghilterra e quella di credito in Germania. Quanto a quella di produzione, essa presenta difficoltà assai m aggiori, ma le altre pos­ sono servirle di preparazione. Ad essa infatti o c c o r ­ rono mezzi materiali e qualità m orali. Ora le so­ cietà di consum o e di credito giovano al m igliora­ mento m orale dei soci, e le une e le altre possono col tempo fornire i mezzi necessari a fondare società di produzione.

L ’ associazione cooperativa di produzione consiste, com ’ è noto, nell’unione di un certo num ero di o p e­ rai, che si propongono di lavorare in com une per conto proprio. Ora non è a credersi che chiunque possa essere capace di farne parte. L’ associazione porta naturalmente delle restrizioni alla libertà d e­ g l’ individui che la com pongono e richiede sacrifizi che non tutti sanno sopportare. Non basta lavorare ; bisogna lavorare tanto che basti a m igliorare le sorti dell’ istituzione ; occorre un sentimento di dignità e di indipendenza, che non si trova in tutti. La storia delle poche società di produzione sopravvissute in mezzo alla rovin a di tante, è storia di abnegazione am m irabile. Bisogna contentarsi anche di com in­ ciare dal p oco e per un periodo assai notevole la­ vorare colla pazienza della form ica, che porta e ri­ porta il p iccolo fuscello che le cade per via.

Si aggiunga che all’ atto pratico- occo rre andare cauti nella scelta dei soci : fissare un minimum di

salario, stabilire salari diversi, fare regolam enti ap­ propriati, non nutrire m eschine invidie per coloro che sono chiamati a dirigere l’ associazione e che è giusto che abbiano un equo com penso, e via d i­ scorrendo.

Con tutto questo, anco senza giungere al punto di afferm are che questa sarà la form a definitiva a cu i un giorno giungerà l’ organizzazione del lavoro — le profezie sono sem pre difficili — è certo che, m igliorando le condizioni materiali e morali della società, anche la forma cooperativa di produzione potrà estendersi con grande vantaggio.

Ci è piaciuto di leggere in un giornale organo di una società operaia delle savissime considerazioni su questo argom ento. Esso dice in sostanza che, facendo soltanto dei castelli in aria e delle ch ia c­ chiere, non si concluderà mai nulla. A g g iu n ge che l’ applicazione pratica di certi sistemi, ch e sem brano ottimi in teoria, incontra talvolta delle difficoltà così gravi da far dubitare se siano proprio applicabili, a m eno che il buon volere e lo spirito di sacrifizio, che è solo nei pochi, non riescano a superarle. E questo è il caso della cooperazione. Il che dal prelodato giornale viene giustam ente dimostrato.

Solam ente ci si perm etta di osservare com e , a senso nostro, esso abbia torto di m escolare la poli­

tica alla questione operaia. U n’ associazione di p ro ­ duzione sta, secondo lui, alla form a repubblicana, com e la rappresentanza e il salariato stanno al si­ stema m onarchico. Nella repubblica occorre la in ­ telligenza attiva e l’ operosità spontanea di tutti i cooperanti al pubblico bene, nella seconda basta la superiorità materiale e la padronanza di chi c o ­ manda per dirigere il gregge di quelli che servono, p oco m onta se per ignoranza o per inerte rasse­ gnazione. E cco la ragione per cu i la cooperazione di produzione non può attecchire, perchè m anca l’ educazione repubblicana. C onclude coll’ invitare i pochi eletti a tentare la form azione di piccole asso­ ciazioni cooperative, e in questa conclusione noi siam o d’ accordo, noi che fino dalle origini del n o ­ stro giornale abbiam o seguito con interesse tutte le fasi della questione operaia e abbiam o sem pre difese le legittime dom ande dei lavoranti.

Ma non possiamo che ripetere quanto abbiam o detto, ch e, cioè m escolando la politica alla questione operaia, si ha torto e non si giova alla causa che si vuole difendere. Se si trattasse di fare una d if­ ferenza fra un govern o autocratico com e quello della Russia e un governo libero, noi com prenderem m o che si potesse afferm are che il dispotism o im pedisce ogni utile manifestazione dell’ attività privata, e che quindi s’ invocasse la educazione della libertà. Ma quando una form a di governo, e tale è la nostra, non pone ostacolo alcuno a qu elle manifestazioni, non sappiam o vedere quale differenza essenziale di fronte alla educazione delle m asse possa nascere dal­ l’ avere il capo dello Stato un nom e piuttostochè un altro

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produzione fiorentissim e. La Francia nel 1 848 era repubblica ; l’ Assem blea assegnò un soccorso per le società di produzione, ma pressoché tutte perirono per insipienza e per im prudenza; ne sopravvissero poche che dovettero tutto, non all’ aiuto dello Stato, ma alla virtù dei loro soci. Egli è che la educa­ zione delle masse non p u ò essere che un’ opera lenta e laboriosa, la quale deve essere proseguita e aiu­ tata dallo Stato e dalle classi più colte. Credere che 10 scopo sarebbe raggiunto sol che mutasse la forma di governo, è, secondo noi, un errore, e sarebbe un pericolo rivolgere a scopi politici invece che econom ici le forze vive delle m oltitudini, il cui bene è giusto che sia una continua preoccupazione per tutti.

Queste brevi considerazioni abbiamo voluto esporre, tanto più ch e per tutto il resto siamo perfettamente d’ accordo. E ci è grato lodare quel giornale operaio, 11 quale in un secondo notevole articolo combatte la proposta Costa, approvata a debolissim a m aggio­ ranza dal Congresso di Milano, secondo la quale le società cooperative di produzione dovrebbero essere esonerate dal pagamento dell’ imposta di ricchezza m obile. E cco le parole colle quali, dopo appropriati ragionam enti, si con clu d e :

'« N o, secon do noi, l’ esclusione assoluta dal pa­ gam ento delle tasse, affermata in massima dal C on­ gresso, a favore delle cooperative m enoma l’integrità della giustizia sociale, e il Congresso, col suo voto, si addim ostrò più propenso all’ utile diretto e im m e­ diato dei cooperatori, anziché allo sviluppo m orale e materiale delle classi artigiane in generale.

In materia di esenzione d’ im poste e di tasse, noi riteniam o che un solo principio è giusto ed equo, quello cioè che esonera — siano associazioni o in­ dividui — tutti quelli che dal proprio lavoro non ritraggono quanto è riconosciuto strettamente neces­ sario ai bisogni della esistenza morale e fisica. Ognt altra m assim a, che tende ad escludere dall’ onere dei gravam i sociali individui o caste, re o cooperaiori, è ingiusta e socialm ente dannosa. »

P o c h e p a r o le a lla PERSEVERANZA

La Perseveranza risponde al nostro ultim o nu­ m ero dove facevam o alcune osservazioni sul suo contegno di fronte ai nuovi provvedim enti finanziari.

Noi abbiam o com battuta la abolizione dei decim i della imposta fondiaria la quale abolizione ci parve e ci pare ancora una ingiustizia. Non ripeterem o qui gli argom enti coi quali sostenevam o la nostra tesi. L a imposta fondiaria è sperequata ; una legge cer­ cava di riordinarla, non vi era alcuna ragione per aggiungere alla perequazione uno sgravio ; non vi era giustizia ch e lo sgravio fosse poi concesso a tutti egualm ente, se tra le cause di lamento vi era la sperequazione ; — non vi era m otivo legittimo di sollevare la industria agricola quando la riccchezza m obile: è al 12 0|0, e quando per effetto dello

Sgravio accordato ai proprietari di terre si debbono colpire i consum i piu necessari.

Del resto siam o d’ accord o colla Perseveranza per deplorare che un atto di sana amministrazione fi­ nanziaria, avvenga per m ezzo della abrograzione di

una legge recentem ente approvata, quando per so­ lenni dichiarazioni si p°teva ritenere che fosse stata ormai da tutti accettata. Ciò per altro servirà di lezione agli stessi agrari, i quali hanno tanto con ­ tribuito, condizionando i loro voti, a far dipen­ dere le leggi non tanto dalle considerazioni generali del paese, quanto dalle esigenze e dalle ostinazioni di singoli gruppi parlamentari.

Ciò che non possiam o lasciar passare alla Perse­ veranza è la sua persistenza nell’ afferm are che in Francia ed in Germania il prezzo del grano non si sia elevato per causa del dazio. Noi riteniam o im ­

possibile che lo Stato possa ricavare da una imposta delle diecine di m ilioni senza che vi sia chi li paghi. Ora attendiamo dalla Perseveranza la dimostrazione che il ricavato del dazio sui cereali in Francia ed in Germania fu pagato dai produttori del grano.

Certo che un dazio di 3 lire com e quello che si im pone in Italia non è un dazio protettore; ma è una im posizione fiscale sul pane e per questo noi la com battiam o ; — ma è un prim o passo che por­ terà a passi ulteriori, tanto più che I’ aumento del dazio è proposto com e com penso ai due decim i di imposta fondiaria di cu i si sospende la abolizione, e com e esperim ento p er frenare la im portazione tran­ soceanica. Ora un com penso ai proprietari vuol dire con cedere ad essi i mezzi per vendere più caro il grano ; — un freno alla im portazione vuol dire im pedire quella concorrenza estera che mantiene così basso il prezzo del grano.

Se la Perseveranza trova illog ico questo nostro ragionam ento ce lo dim ostri ; nulla desideriam o m e­ glio che im parare.

Rivista Bibliografica

Luigi Rodino. La società cooperativa di produzione nelle industrie. — Studio econom

ico-giuridico-so-ciale. — Novara, tip. Valoggia, 1886, pag. 278. Questo libro, più ch e per la originalità o la bontà della trattazione dell’ argom ento, si raccom anda a l- P attenzione degli studiosi e dei cooperatori per la parte seconda relativa alle nozioni econom ich e e le­ gali, d ove l’ Autore espone le norm e per la costitu­ zione e l’ am m inistrazione della società cooperativa di produzione. Nella parte prima fa invece una espo­ sizione della condizione attuale della classe operaia e dei vari rim edi proposti pel suo m iglioram ento, dove manifesta la sua piena approvazione alle cri­ tiche e alle teoriche del Lassalle, ma con ragiona­ menti ch e non hanno nulla di scientifico e che sono, il più spesso, pallide ripetizioni degli argom enti del Blanc e del Lassalle. Nella parte terza fa un esame storico delle società cooperative di produzione in Francia e in Italia, per ciò, prem esso un capitolo su O w en fondatore delle prim e società, tratta del m ovim ento cooperativo in F rancia, attingendo dal libro dell’ Hubert V a lleroux, e in Italia, discorrendo este­ samente delle società di Altare, Im ola, F orlì, Cesena, T orino, ecc.

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24 aprile 1887 L’ E C O N O M I S T A 265 diffusione, e indicando e suggerendo i m odi per

vincerli. Invece ha voluto fare un quadro contesta­ bile della condizione degli operai e, peggio, rip ro­ durre malamente le critiche dei socialisti. F orse ha creduto con ciò di avvantaggiare la causa della coo ­ perazione ; ma per la simpatia che nutriam o verso gli sforzi di tanti benem eriti cooperatori, auguriam o che l’ esem pio del sig. R odino non trovi im itatori, perchè tem iam o forte che certe tendenze socialiste non siano altro che di danno alla vera cooperazione.

J.-G. Courcelle Seneuil. — Préparation à l’étude du

droit. — Étude des principes — Paris, Guillau­

min, 1887.

Sotto il titolo di « Preparazione allo studio del dirittto » P illustre econom ista ha raccolto alcuni studi di scienza sociale, che in parte furono già pubblicati nel Journal des Economistes e nella Nou­ velle Berne. I più importanti però sono tre: il prim o si occupa della scienza sociale di cui determina l’ oggetto, l’ indole e il m etodo e ciò perchè il diritto vivendo e sviluppandosi nelle società um ane non se ne può conoscere la form azione, la natura, i limiti e P importanza se non si ha una idea precisa della scienza sociale. La seconda parte tratta delle inegua­ glianze sociali e quindi della struttura della società m oderna fondata sulla proprietà privata e la libertà del lavoro ; discute e confuta gli attacchi diretti contro di essa e i principi su cui poggiano. La terza parte si occupa del diritto e della m orale, e contiene una teoria della sovranità e della maniera con cui viene esercitala nel diritto pubblico m oderno. S e ­ guono alcuni scritti m inori sul m etodo applicabile all’ econom ia po'itica, sull’ utilità considerata com e principio di m orale ecc.

Nel com plesso è senza dubbio un’ eccellente v o ­ lum e, quantunque non tutti gli scritti ohe lo co m ­ pongono abbiano lo stesso v a lo re; e in ¡specie ci paiono notevoli i due studi sulla scienza sociale e sulle ineguaglianze sociali. In quest’ ultim o l’ A u ­ tore ha saputo confutare in una forma incisiva m olte affermazioni dei socialisti sulle ingiustizie sociali e mettere in chiaro le conseguenze diverse di cui sono fecondi il sistema della libertà e quello d is p o tico -so - cialista. Il Courcelle Seneuil ha, del rim anente, un nom e troppo noto perchè sia necessario di ra m ­ mentare i pregi dello scrittore e l’ interesse e l’ uti­ lità che presentano la lettura delle sue opere.

Notizie. N uove pubblicazioni pervenuteci : Prof. Egidio Poliacci. — D elle principali malat­ tie della Vite e dei mezzi per com b atterle; con ri­ cerch e originali ed osservazioni critiche. — Milano, D um olard, 1 8 8 7 , pag. 1 3 5 .

Statistique de la Belgique. — Tableau général du com m erce avec les pays étrangers pendant l’ a n ­ née 1885 publié par le Ministre des Finances. —- Bruxelles, F . Hayez, 1 8 8 6 , pag. 25 2 .

Idem. — Compte R endu des opérations et de la situation de la Caisse générale d’ épargné et de re­ traite constituée par la loi du 16 m ars 1865 sous la garantie de l’ État. — Année 1 8 8 5 .— B ruxelles, tip. Christophe, pag. 39.

Ministère des Chemins de fer, postes et télé­ graphes. — Chemins de fer, etc. — Com pte rendu des opérations pendant l’ année 1 8 8 5 . — Bruxelles, F r. Gobbaerts, 1 8 86.

Congresso delle Banche siciliane in Palermo. — Credito agrario. — Palerm o tip. Verzi, 1887, pag. 22.

Repubblica Argentina. — L egge organica e re­ golam ento della Banca ipotecaria nazionale. — P u b­ blicazione officiale. — Buenos A yres, tip. della P a­ tria Italiana, 1 8 8 7 , pag. 41.

Banco de España. — Memoria leida en la Junta general de Accionistas los dias 8 y 13 de m arzo de 1 8 8 7 — Madrid, Ginesta, 1887, pag. 79. I Ministero delle Finanze. Direzione generale del

Demanio e delle tasse sugli affari. — Tasse sugli affari ; dati statistici relativi alle riscossioni fatte nel­ l’ esercizio dal I o luglio 1885 al 3 0 giugno 1 8 8 6 . — Rom a, Botta, 1 8 87, pag. 211.

Ministero di Agricoltura, Industria e Commer­ cio. — Annali del Credilo e della Previdenza. — Anno 1 8 8 7 . — M odello di Bilancio per le Società di Assicurazione, in esecuzione dell’art. 177 del C o­ dice di C om m ercio. — Rom a, Botta, 1 8 8 7 , pag. 15 1 . Ministero delle Finanze. — D irezione generale delle Gabelle. — Azienda dei tabacchi — Relazione e bilancio industriale per l’esercizio dal I o luglio 1 8 8 5 al 3 0 giugno 1 8 86. — Rom a, Botta, 1 8 8 7 , pag. 2 9 5 .

E. v. Bohm-Bawerk. — Grundziige der T heorie des w irtschaftlicben G iiterw erls. Jena, Y erlag von G. F ischer, 1887.

L’Unione tipografico editrice di Torino ha pub­ blicate altre due dispense della Biblioteca dell'Eco­ nomista, cio è la dispensa 2 6 a del v o i. IX seguito dello studio sul socialism o negli Stati Uniti d’ A m e­ rica del Cognetti de Mariiis; e la dispensa 2 3 a Y o l. X II p. 2 a seguito del Manuale di econom ia politica dello S chonberg.

R I V I S T A E C O N O M I C A

/ p r im i r e s u lt a t i d e ll’u ltim a fa s e del p ro te z io n is m o in

F r a n c ia .L a q uestion e d e lla m on eta e ro s a e s te r a

ih In g h ilt e r r a .Le u ltim e sedute del C ongresso

In te r n a z io n a le d i S t a t is t ic a in Roma.

1 Francesi com inciano ad accorgersi che il dazio sui cereali, se può fare l’ interesse dei proprietari di terre non fa certo quello dei consum atori. Il dazio di tre lire non avendo soddisfatte le pretese dei protezionisti fu portato a cinque, ma se il prim o non ebbe conseguenze notevoli, il secondo è già fecond o di risultati palpabili e dannosi ai consum a­ tori. Si tratta infatti o di fornai che dovendo pagare più cara la loro materia prima annunciano che devono aumentare il prezzo del pane e tra gli altri esempi che si potrebbero riferire, citiam o il caso di R odez dove il prezzo del chilogram m o di pane fu aum en­ tato di sei centesim i. Naturalm ente i com pratori di pane, e sono la grandissima m aggioranza, si lagnano ; i giornali locali mandano delle proteste sd egn ose; ma non v ’ ha dubbio che il rincaro del pane è lo­ gico e non si toglie con gli sdegni postumi.

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N è questo è tutto, ma c ’ è dell’ altro. E poiché il pane francese costa oggi più di quello estero, al dire di alcuni giornali verrebbero, coll’ aiuto di ca­ pitali stranieri, istituiti sulla frontiera tra il Belgio e la Francia dei grandi stabilimenti di panificazione e i dipartimenti del Nord sarebbero m inacciati da una forte im portazione di pane a buon mercato.

Il legislatore francese ha tassato il grano e le farine, ma ha esitato a colpire apertamente la der­ rata popolare per eccellenza, il p ane; sicché rim a­ nendo aperta ancora questa porta è troppo naturale che si cerchi di profittarne. Il consum atore francese ne avrebbe in «quelle località un beneficio e ciò spiace ai protezionisti del N ord che vedono in peri­ colo il guadagno sperato.

P er tal m odo la stessa protezione fa sorgere n u ovi problem i, nuove com plicazioni e il legislatore francese che credeva di aver com piuta, almeno per ora, l’ opera sua della protezione doganale si vede ancora dinanzi la possibilità di esser chiamato o a fa­ vorire i proprietari o a difendere i consum atori. Il protezionism o è un ingranaggio che trascina chi si è lasciato afferrare e più non l’abbandona. L ’ esem­ pio di quanto avvenne in Francia a proposito del dazio di tre lire e di quanto ora si nota com e ef­ fetto del dazio di cinque lire, ne pare lo provi ad esuberanza.

Da noi tutto ciò si è creduto bene di porre in oblio e per ragioni finanziarie e amministratrative si è fatto un prim o passo dal quale assai difficil­ mente potrem o ritrarci. Più probabile è invece che esso ne provochi un secondo ; quantunque vogliam o credere ch e non spingerem o il nostro spirito d’ imi­ tazione sino al punto di riprodurre in Italia gli er­ rori econom ici della Francia.

— Ha sollevato non pochi reclam i in Inghilterra una recente circolare del Cancelliere dello Scacchiere con la quale veniva vietata la im portazione di m o­ nete estere, all’ infuori di quelle d’ oro e d’ argento. In altri termini il sig. G oschen volle mettere uu freno alla im portazione della m oneta di bronzo estera,specie di quella francese, e ciò perchè una non piccola quantità di moneta erosa dei paesi della unione la­ tina entrò a far parte della circolazione. Come è facile com prendere questa m oneta si trova principal­ mente nelle mani della povera gente, d’ onde certe apprensioni, in seguito al divieto del Cancelliere dello S cacchiere, che la m oneta erosa estera avesse perduto parte del suo valore. La stampa se ne occupò con qualche interesse pur trattandosi di cosa di non rande importanza e conseguentem ente il ministro ovette rendere facile il ritiro di coteste monete, le quali non hanno, com e nessuna specie di moneta estera, corso legale in Inghilterra. Ma la ragione pre­ cipua che spinse il sig. G oschen a vietare l’ im por­ tazione delle monete estere di rame è il carattere com m erciale, di speculazione, che pare presenti la detta im portazione. Il pezzo da 10 centesim i ha un valore lievem ente m inore del penee in glese; la dif­ ferenza è anzi del 4 0|0 ; sicché quando si pensi a questa differenza e più ancora al fatto che la moneta di ram e è segno rappresentativo di valore, si com ­ prende che vi possano essere coloro che speculano sulla im portazione di quella moneta. Ad ogni m odo la deliberazione del T esoro inglese che vieta l’ im ­ portazione non toglie che la moneta estera di rame già in Inghilterra continui a circolare com e per lo passato. Il pubblico interpretò male il divieto del

Cancelliere dello S cacchiere e si preoccu pò di per­ dite che avrebbe dovuto subire senza alcuna colpa. Specie tra la classe povera di hondra vi fu qual­ che tim ore a questo proposito, stante l’ ingente quantità di moneta francese che è nelle sue mani.

Ma il punto arduo in coteste questioni è quello di mantenere effettivamente il divieto della importazione senza danneggiare gli attuali possessori di moneta erosa estera, ai quali non si può in linea di giustizia far sopportare la perdita. Il G overno inglese ha lasciato per molti anni che l’ im portazione avvenisse ed ora è evidentem ente imbarazzato a togliere l’ in con ve­ niente, non volendo perm ettere che continui l’ im ­ portazione della moneta estera e non potendo esclu­ derla dalla circolazione senza danneggiare i num erosi possessori. Per ora si è limitato a stabilire che gli uffici postali accettino per un tem po limitato la moneta erosa estera in ragione di tredici pezzi da 10 centesimi per uno scellino ; ma questa misura non risolve la questione. Il vero rim edio sta, com e dom andano al­ cuni giornali, nel ritirare le monete estere e nel cambiarle in pence ; ma la loro rifusione porterebbe certamente una perdita al T esoro. Essa non sarebbe però che lieve ; mentre il non am m etterle nella c ir - lazione produrrebbe disturbi e noie ben m aggiori alla popolazione.

— Riservandoci di tornare su alcuni degli argomenti trattati al Congresso Internazionale di Statistica di Rom a, com pletiam o ora il resoconto som m ario delle sedute de) Congresso che abbiamo com inciato nel nostro ultim o num ero.

Prima della assemblea generale nel mattino del I o corrente ha avuto luogo la consueta riunione dei comitati.

Nel « Comitato della Statistica com m erciale » i signori E m ilio Caignon, capo ufficio alla direzione generale delle Dogane in Francia, e A . E. Bateman, sotto capo dell’ amministrazione di Statistica all’ uf­ ficio del com m ercio a Londra, presentarono una relazione, sulla possibilità e i mezzi di rendere m e­ glio paragonabili i risultati della Statistica ufficiale del com m ercio esteriore nei vari Stati.

Nel « Comitato per la bibliografia della Stati­ stica » i signori R aw son W . Raw son, presidente del Congresso, e Maffeo Pantaleoni, diedero com u­ nicazione del rapporto relativo ai mezzi di preparare in ciascun paese un catalogo di pubblicazioni, ufficiali o d’ altra natura, che contenga delle inform azioni esatte su ciascuno dei rami più importanti della statistica.

Nella riunione dell’assem blea generale ebbe prim o la parola il dottor B roch, già ministro del regno di N orvegia, corrispondente dell’ Istituto di Francia. E gli lesse un saggio sul consum o in Europa degli eccitanti m oderni : alcools, caffè, thè, cacao, zuc­ chero e tabacco.

Esordì col tratteggiare la storia dell’ introduzione nei paesi d’ Europa delle bevande a lc o o lich e , che va prendendo sviluppo dal secolo X V III fino ai nostri giorni.

Determ inò quindi le cifre del consum o delle be- vende alcooliche nei differenti paesi d’ Europa. I paesi che consum ano m aggior quantità di bevande spiritose sono la Danim arca, il Belgio, la Russia e la G erm ania, seguono l’ Inghilterra e la F ra n cia ; l’ Italia è fra i paesi che ne consum ano m eno.

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24 aprile 1887 L ’ E C O N O M I S T A 267 Afferm ò che in N orvegia il consum o degli spiriti

è in dim inuzione, in virtù specialm ente dei p rovv e­ dimenti legislativi adottati in proposito e dell’ opera delle Sacietà di temperanza.

Passò quindi a parlare della produzione e del consum o del caffè, thè e cacao, e dim ostrò che la produzione del caffè nell’ ultima metà del secolo è raddoppiata. E spose le cifre dell’ esportazione del caffè dall’ Am erica del sud e dagli altri paesi di produzione. ■

I paesi che consum ano m aggior quantità di caffè 'so n o i Paesi Bassi, il Belgio, la N orvegia e la

Russia.

II m aggiore consum o di thè ha luogo in Inghil­ terra : seguono i Paesi Bassi, la Danimarca e la Russia.

Finalmente i paesi d ov’ è m aggiore il consum o del cacao sono la Spagna, la Francia e la Svizzera. D opo ciò esaminò per ciascuno di questi p ro ­ dotti, i redditi finanziari che m ercè l’ imposta ne ricava I’ erario dei vari Stati.

Presentò quindi le cifre della produzione e del consum o generale dello zucchero e 1' aumento pro­ gressivo dei prezzi. Notò che la produzione dello zucchero di barbabietole ha toccato probabilm ente il m axim um .

I paesi d ov e si consum a più zucchero sono l’ In­ ghilterra, l’ Irlanda e la Francia.

Dal 1 8 8 0 al 1 8 8 4 si sono consumati da 2 a 3 m i­ lioni di tonnellate di zucchero. Il consum o dello zucchero è in aumento dappertutto.

Finalm ente trattò della produzione e del con ­ sum o del tabacco che ammonta a circa 5 0 0 milioni di chilogram m i.

II m aggior consum o di tabacco si verifica negli Stati Uniti d’ Am erica ; e in Europa nei Paesi Bassi, Danim arca, Inghilterra, Germania, Svezia, Norvegia e Francia.

Il consum o del tabacco frutta oltre un m iliardo al tesoro degli Stati; e fra essi prim eggiano la Francia e la Granbrettagna.

Presero successivam ente la parola, per fare alcune osservazioni, i sigg. Miiliet, direttore dell’ U fficio fe­ derale di Statistica a Z u rigo, e A dolfo W agner, de­ putato al Parlamento tedesco e professore dell’ Uni­ versità di Berlino.

In seguito si passò alla lettura e alla discussione delle conclusioni dei rapporti presentati dai Gomitati.

M. Engel presentò le conclusioni del Gomitato di lavoro.

Il presidente com unicò che l’ on. Luzzatti, im pedito di intervenire alla seduta precedente, aveva fatto nel mattino, davanti a num eroso com itato, una com uni­ cazione intorno alle difficoltà di stabilire una stati­ stica comparata dei debiti degli Stati.

Il Com m . Cerboni fece om aggio di una sua pub­ blicazione all’ Istituto.

M. Craigie, segretario della Camera centrale d’ agri­ coltura a L ondra, presentò le conclusioni del Com i­ tato della statistica della proprietà fondiaria.

D opo che il com m . Bodio ebbe annunziato che S. M. il Re avrebbe ricevuto i m em bri dell’ Istituto, italiani e stranieri, dom enica, la seduta venne tolta. N ell’ assemblea generale del mattino del giorno su ccessivo il sig. Alfred Eduard Bateman, segretario onorario della società di statistica di L o n d ra , rela­ tore del Comitato dèlia statistica com m erciale, pre­ sentò le sue conclusioni.

Il sig. Paigrave presentò le conclusioni del C o ­ mitato della statistica dei prezzi.

Il sig. Maffeo Pantaleoni, direttore della scuola su­ periore di com m ercio di B a ri, presentò le c o n c lu ­ sioni del Comitato di Bibliografia statistica.

Si passò quindi alla nomina dei Comitati che sono incaricali, nell’ intervallo delle sessioni, dello studio dei questionari da sottoporsi all’ esame della prossima riunione dell’ Istituto.

Il prof. Neumann Spallart, a proposito della istitu­ zione di questi Com itati, propose che di tanto in tanto essi rendano conto nel Bollettino dell’ Istituto, dello stadio a cui si trovano i loro lavori e del m odo col quale procedono ; affinchè i lavori stessi non si affrettino alla vigilia della sessione, e perchè l’ opera sia più efficace per i rapporti scam bievoli frp i m èm ­ bri che com pongono i comitati stessi.

Il presidente propose che per la prossima sessione biennale, coloro che intendono presentare m em orie, diano com unicazione anticipatamente di un saggio som m ario delle m edesim e alla Presidenza, la quale lo farà stampare e distribuire ; e così si renderà più agevole e ponderata la discussione.

M. Levasseur annunziò che nel prossim o num ero del « Bollettino dell’ Istituto » verranno inseriti gli atti della presente sessione.

M. Y vern ès, m em bro del Consiglio superiore di statistica in F ra n cia , e presidente della Società di Statistica di P arigi, propose la form azione di un C o­ mitato per la statistica crim inale.

La proposta fu accettata e vennero chiamati a farne parte, oltre il proponente, i signori M esseda- glia, Costa, avvocato generale erariale, e Leone L evi.

M. Cheysson propose l’ istituzione di un Comitato per la statistica internazionale dei trasporti delle m erci.

M. Inama Sternegg, invitò i m em bri dell’ Istituto ad intervenire al Congresso di igiene e dem ografia, che avrà luogo nel prossim o settem bre a Vienna.

Nella seduta p om erid ia n a .il sig. K orosi, relatore del Comitato pei censim enti diede com unicazione delle sue conclusioni. Egli propose per rendere uni­ form i le statistiche internazionali, 1’ adozione di un quadro che contiene i punti seguenti:

I . Statistica delle case e delle fam iglie che le abitan o; 2. Statistica delle famìglie pel num ero dei m em bri che le com p on go n o ; 3. A gglom erazione della popolazione, classificazione delle città ; 4. Clas­ sificazione della popolazione per sessi; 5. Classifica­ zione per età ; 6. Celibi, maritati, ved ovi, divorziati, secondo le età; 7. Nazionalità; 8. Confessioni r e li­ g io s e ; 9. Analfabeti secondo le e tà ; 1 0 . L u ogo di nascita ; 1-1. Distinzione in gruppi, di cam pagna sotto i 2 0 0 0 abitanti, e in città al disopra di 2 0 0 0 abi­ tanti ; 1 2 . Infermità.

Il presidente m ise in discussione la scelta del luogo e dell’ epoca della seconda sessione delllstituto. C om unico una lettera d ii signor Hill, m em bro del­ l’ ufficio di statistica di W a sh in g to n , il quale invita in quella città i congressisti per il 1 8 8 9 , centenario della Costituzione degli Stati Uniti.

Il presidente fece però osservare che un tale in i vito non provenendo dal governo di quel paese , e però m ancando di carattere ufficiale, non si credeva autorizzato a prenderlo in considerazione.

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Levasseur, fece considerare che nel 1 8 8 9 ha luogo a Parigi l’esposizione universale, ciò che im pedirebbe ai soci francesi dell’ Istituto, che hanno cariche uffi­ ciali, di poter intervenire in questa circostanza alla sessione di Vienna. A nom e del ministro del com ­ m ercio e industria francese invitò l’ Istituto a voler tenere la prossima sessione a Parigi.

La Francia non potrà forse emulare l’Italia nella cortesia squisita, ma farà di tutto per accogliere de­ gnamente gli scienziati illustri che l’ onoreranno della loro visita.

M ayr propose che la scelta venga deferita all’ uf- ficio di presidenza.

Messa ai voti questa proposta venne respinta. 11 Congresso approvò ad unanimità, fra gli ap­ plausi, che la prossima seduta si tenga a Parigi.

L ’ on. Grim aldi salutò poscia i congressisti e si felicitò dell’ opera efficace da essi compiuta in questi giorni. Disse che l’ Italia è lieta di aver per prim a a ccor­ data ospitalità all’ Istituto internazionale di statistica in Rom a, che è l’ im agine dell’ intera Italia.

Rom a e l’ Italia si trasform ano, ed egli confida che gli illustri scienziati riporteranno in patria, un lieto ricordo del nostro paese.

Com e m inistro salutò a nom e del g overn o i rap­ presentanti della scienza internazionale, com e m em ­ bro dell’ Istituto dice loro arrivederci.

Il presidente, a nom e del Congresso, ringraziò il go­ vern o italiano per la liberalità e la cortesia usate verso i com ponenti d ell’ Istituto, i! quale deve alla protezione dell’ Italia la sua culla.

In seguito venne stabilito che la prossima ses­ sione sia tenuta nella prim a quindicina di settembre del 1889.

A proposta di L éon Say, fu riconferm ato in carica p er la ventura sessione, fra gli applausi, l’ attuale ufficio di presidenza ; al quale venne votato un rin­ graziamento in mezzo agli applausi dell’ assemblea.

Dopo di che il presidente dichiarò chiusa la prima sessione.

LA FERROVIA MARMIFERA DI CARRARA

I nostri lettori non avranno dimenticate le notizie che abbiamo loro date fino dal n. del o decem bre 1886 sui particolari della convenzione stipulata tra la Banca Nazionale Toscana e la Banca generale per sistemare in m odo definitivo la situazione della società della ferrovia M armifera, lo sviluppo econom ico della quale era im pedito dal fatto che le linee di accesso alle Cave ed alle Segherie non erano com plete. La Banca Nazionale Toscana, detentrice di una gran parte delle azioni della società della ferrovia Marmifera, agevo­ lando la sistemazione di quella impresa, ha ad un tempo fatto il proprio interesse e quello di una indu­ stria m olto im portante per l’ Italia. Non è infatti da trascurarsi la considerazione che l’ industria del marmo di Carrara, m entre da un lato non teme concorrenza di sorta, m ancando altresì la materia prima, dall’ al­ tro va continuam ente estendendosi forzando colla in­ sistenza della dom anda le stesse difficoltà che oggi, per le condizioni dei trasporti, ne intralciano lo svol­ gim ento.

Nei tre ultim i quinquenni la esportazione del

m arm o secondo le statistiche della Camera di c o m ­ m ercio di Carrara diede le seguenti cifre :

media del quinquennio 1871-75 tonn. 1 1 1 ,0 5 8 » » 1876-81 » 1 1 5 ,7 7 0 » » 1881-85 » 1 4 0 ,4 0 8 E com plessivam ente, cioè com prese anche le Cave che sono al di fuori di quelle incluse nella statistica precedente, si può afferm are che la produzione del m arm o di Carrara superi le 180 mila tonnellate an­ nue. Di questa grande quantità di m arm o che an­ nualmente viene estratto dalle Cave, la società della ferrovia Marmifera, m algrado gli sforzi fatti per rian­ nodare la sua linea colle Cave e colle segherie per mezzo di un suo speciale trasporto con bovi, non raccoglie che appena due terzi; il rimanente, perchè già caricato sui carri a trazione animale, continua fino al mare o ad altro destino collo stesso mezzo di trasporto.

Gli studi fatti in parecchie occasioni da autorevoli e sperimentate persone com petenti, hanno persuaso che se la linea ferrovioria fosse spinta, per mezzo di opportune diramazioni, fino ai principali punti dove i marmi si estraggono o si segano, tutta o quasi tutta la produzione diverrebbe tributaria della strada ferrata m arm ifera, aumentando fino oltre il doppio i prodotti della linea mentre la Società ri­ sparm ierebbe le ingenti spese che ora sostiene per vincere la concorrenza dei trasporti a trazione animale.

A questo scopo venne stipulata la Convenzione a cui abbiam o accennato nel decem bre u. s. e venne poi concluso il contratto colla Società Veneta per im prese e costruzioni pubbliche, per la esecuzione dei lavori di proseguim ento e di diram azione della linea, i quali dovranno essere com piuti nel term ine di 3 anni o poco più.

Ora la Società della Marmifera emette un prestito di quattro milioni, diviso in 16 mila obbligazioni ipotecarie al portatore del valore di L . 250 ciascuna e portanti l’ interesse del 5 0[p, netto da qualsivoglia imposta presente e futura, e rim borsabile in 5 0 anni.

Il beneficio che ricaverebbe la Società dall’ au­ mentato m ovim ento nelle sue linee è valutato, in base alla tariffa, ad oltre un m ilione , e la con ces­ sione ha la durata di 5 0 anni.

Quando si pensi alla importanza che per tutta l’ Italia, e specialm ente per la regione Toscana, ha la industria del m arm o di Carrara, al fatto che tale industria non può tem ere alcuna concorrenza, e fi­ nalmente alla serietà degli studi fatti per sistemare l’ impresa ferroviaria della Marmifera, non parrà ar­ rischiata la presunzione che il pubblico faccia buon viso alla sottoscrizione di obbligazioni che viene of­ ferta e concorra col capitale a rendere facile lo svi­ luppo della impresa.

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24 aprile 1887 L’ E C O N O M I S T A 269

Articolo unico. È autorizzata 1’ applicazione prov­

visoria delle disposizioni contenute nell'allegato che fa parte integrante della presente legge, la quale avrà effetto a cominciare dal giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno.

Allegato.

Estratto dall' articolo 2 del progetto n. 165 portante modificazioni alla tariffa doganale e altri provve­ dimenti finanziari.

Sono sostituiti i seguenti dazi d’ importazione a quelli della tariffa in vigore per le voci infrascritte.

«8 a© n DENOMINAZIONE Eh © .2 'S o o > © ~ . © S ~ 3 rS DE LLE MERCI S N ® c8 m Q*S © N O <8 g f i «

8 Oli minerali e di resina :

« g re g g i (¡nini.

b rettificati

Gli oli minerali greggi e rettificati presentati in damigiane od al­ tri simili recipienti pagano L. 41 di dazio per ogni cento chili, se greggi, lire 51, se rettificati con detrazione da ogni quintale di peso lordo della tara generale del 15 per cento.

G li oli minerali greggi e rettifi­ cati- presentati in fusti, casse e stagnoni pagano a peso netto legale, cioè con detrazione dal peso lordo delle seguenti tare speciali per ogni quintale di lordo.

Barili e caratelli cerchiati in

ferro _ Kil. 15

Casse di legno contenenti ciascuna due recipienti

di latta ;> 14

Recipienti di latta » 5 Se invece sono presentati in reci­ pienti diversi da quelli di sopra indicati pagano a peso lordo. Gli oli minerali greggi o rettifi­

cati presentati in carri o ba­ stimenti-serbatoi pagano a peso netto reale

pesanti :

I. che contengono sino a 20 per cento di olio leggero alla temperatura di 310°

II. che contengono più di 20 per cento e non più 30 per cento di olio leggero distillato alla temperatura di 310° Gli oli pesanti in recipienti di

origine pagano a peso lordo Se si presentano in carri o ba­

stimenti-serbatoi pagano sul netto reale accresciuto del 20 per cento

11 Confetti e conserve con zucchero o miele 15 Biscotti da thè 16 Siroppi : di fecola 17 Caccao : in grani

infranto, macinato in pasta 18 Cioccolata !L, C.

•>8 ■>!£

1.50 1.50 6 — 12 — N n m . e le tt er a d e ll e ta r if fe DENOMINAZIONE DE LLE MERCI UN IT À D a z io es is ten te D a z io n u o v o

21 Pepe e pimento (Juin.» 70

L. C. 100 —

235 Grano e frumento » 1,40 3 —

240

a Riso : con lolla » esente 3 —

b senza lolla » esente 6 —

241

a

(Il risino e il mezzo riso pa­ gano come il riso con lolla) Farine :

di grano o frumento » 2,77 5 50

b di granaglie, di riso, di casta­ gne, di panico, di semi di lino

e di cotone » Id. 2 80

c semolino » Id. 8 —

242 Crusca » 0,86 2

-A rt. 4 del progetto citato

Il governo del Re è autorizzato a consentire la importazione temporanea del riso con lolla destinato all’ esportazione dopo la brillatura. Le discipline per tale importazione temporanea saranno determinate eon decreto ministeriale.

A rt. 5 id. id.

L a tassa di fabbricazione del glucosio, di cui al- 1’ articolo 8 della legge 2 aprile 1886 n. 3754 (serie terza), è fissata a lire 20 il quintale.

Il governo del Re è autorizzato a rimborsare la tassa di fabbricazione sul glucosio adulterato per servire ad usi industriali.

L e formalità riguardanti l'adulterazione ed il rim­ borso della tassa saranno stabilite con decreto reale, udito il Consiglio superiore dell’industria e del com­ mercio.

LA SITUAZIONE DEGLI ISTITUTI DI EMISSIONE

al 138 felblbraio ISST'

Dal Ministero d ' agricoltura e com m ercio è stata recentem ente pubblicata la situazione degli istituti di em issione al 28 febbraio p. p. Nel riassumerne le partite le più interessanti, abbiam o pensato di metterle in confronto con quelle esistenti al 31 di­ cem b re del 1886, affine d iv e d e r e con m aggior pre­ cisione se v i è stato progresso o regresso, nel loro m ovim ento dal 1 ° gennaio 1 887 a tutto il 28 febbraio dello stesso anno.

L’attivo delle sei banche di em issione alla fine dei due m esi sopra indicati, resultava com e appresso :

3> 70 90 — » 25 40 — » 20 40 -» 80 100 — » 100 125 — a 100 140 —

1) A l lordo di tara. 2) A l netto di tara.

Cassa e riserva L. Portafoglio » Anticipazioni » Impieghi diretti » Titoli » Crediti » Sofferenze » Depositi » Partite varie » 28 feb. 1887 531,206,519 655,850,745 141,014,994 153,129,917 38,144,970 174,255,589 16,408,331 574,151,303 182,166,957 31 die. 1886 512,585,328 673,724,450 129,656,419 150,244,391 31,848,720 182,721,175 16,818,945 578,776,928 159,617,318 Totale L . 2,4 66,41 9,93 0 (*) 2,435,993,679

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Da questo confronto resulta che nei primi due mesi del 1 8 8 7 l’ attivo delle sei banche di emissione aumentava di L . 3 0 ,4 2 6 ,2 5 1 ; ma se si considera che nella situazione al 31 dicem bre vi sono com presi da oltre 11 m ilioni di lire di spese, l’ aumento sarebbe di circa 4 2 m ilioni.

Aum entarono la cassa e la riserva, le anticipazioni, gli im pieghi diretti, i titoli e le partite varie.

F u rono in diminuzione il portafoglio, i crediti, le sofferenze, i depositi.

L ’ ammontare del portafoglio per ciascuna delle sei banche di emissione dava alle suindicate date i resultati seguenti: 28 feb. 1887 398,373,340 125,126,559 43,208,111 37,561,005 48,401,566 3,174,163 31 dio. 1886 411,244,595 130,117,693 42,926,403 38,910,473 46,031,162 4,494,121 Banca Naz. Italiana L.

Banco di Napoli » Banca N az.T oscan a» Banca Romana » Banco di Sicilia » Banca Tose, di cred. »

Totale L. 655,850,745 ~ 673,724,450 Il portafoglio alla fine del 1 ° bimestre del 1887 dim inuiva di L. 1 7 ,8 7 3 ,7 0 5 e a questa dim inuzione contribuirono la Banca Nazionale italiana; il Banco di N ap oli; la Banca Rom ana e la Banca Toscana di Credito. E bbero invece aum ento il portafoglio della Banca Nazionale Toscana, e quello del Banco di Sicilia.

Il passivo delle sei banche alle stesse date resul­ tava com e appresso:

28 feb. 1887 31 die. 1886

Capitale e massa di rispetto L. Circolazione » D ebiti a vista » D ebiti a scadenza » Depositi » Partite varie » 378,702,343 1,017,328,258 168,396,862 161,479,014 574,151,303 159,001,288 377,239,343 1,031,869,712 181,740,702 137,093,448 578,776,928 120,685,608 Totale L. 2,459,659,071 2,447,309,769 Il passivo delle sei banche di em issione aumen­ tava nel bim . gennaio-febbraio 1887 di L. 1 2 ,3 4 9 ,5 0 2 ma se si tien conto di circa 2 0 milioni che figura­ vano com e rendite dell’ esercizio 1 8 8 6 nella situa­ zione al 31 d e c e m b re , sarebbe invece dim inuito di circa 7 m ilioni e mezzo di lire.

La circolaz. com plessiva delle sei banche di em is­ sione ammontava al 2 8 feb. 1 8 8 7 a L . 1 ,1 4 0 ,6 3 3 ,2 1 7 .5 0 contro L . 1 ,0 3 1 ,8 6 9 ,7 1 2 ,5 0 al 31 decem bre p. p., e dividevasi per L. 1 ,0 1 7 ,3 2 8 ,2 5 8 .5 0 in biglietti p ro­ pri degli istituti di em issione, e per L. 1 2 3 ,3 0 4 ,9 5 9

in biglietti già consorziali. La circolazione dei biglietti consorziali è cosi diminuita di L. 816,6 9 5 ,0 4 1 in confronto di quella di L. 9 4 0 ,0 0 0 ,0 0 0 : la qual dim i­ nuzione deriva dall’essere stati cambiati in moneta m e­ tallica biglietli per L . 4 9 5 ,9 3 0 ,2 5 1 e in biglietti di Stato da L . 5 e 1 0 per L. 3 2 0 ,7 6 4 ,7 9 0 .

L ’ ammontare della circolazione propria degli istituti di em issione ehe abbiam o visto ascendere a L. 1 ,0 1 7 ,3 2 8 ,2 5 8 dividevasi fra essi nella seguente misura :

Banca Naz. italiana L. Banco di Napoli. ... . . » Banca Naz. Toscana . » Banca Romana...» Banco di Sicilia... » Banca Tose.di Credito»

604,838,868. 00 222,170,134.50 77.207.679.00 47.264.212.00 49,225,595. 00 13.061.120.00

Alla fine del 1 ° bim estre del 1 8 8 7 le rendite del - l’ esercizio am m ontarono a L . 6 ,1 5 5 ,4 3 3 .5 0 e In'spese a L. 2 ,4 5 6 ,5 7 9 .2 1 .

T erm inerem o questi confronti col riportare ¡ prezzi delle azioni di quelle Banche costituite da società anonime :

22 feb. 1887 28 feb. 1886

Banca Naz. Italiana L. 2,189 2,279

» Naz. Toscana » 1,165 1,200

» Romana » 1,180 1,236

» Toscana di cred. » 580 580

Le ferrovie italiane nell’ agosto 1886

Il reddito lordo com plessivo delle ferrovie italiane nel mese di agosto 1 8 8 6 ammontò a L . 19,173,54 1 contro L. 18 ,5 6 4,580 nel mese corrispondente del 1885, e quindi vi fu un aum ento per ¡1 1 8 8 6 di L . 6 0 9 ,1 6 1 .

Il detto reddito si divide fra le varie reti e le linee nel m odo seguente :

Rete Mediterranea.. » A d ria tica ... » S icu la ... Ferrovie V e n e te .... » Sarde... » D iverse. . . L. Agosto 1886 9,645,216 7,801,408 731,587 88,460 130,127 776,743 Agosto 1885 8,970,975 7,979,514 133, 716 700,796 128,694 659,685 T o ta le ... L. 19,173,541 18,564,380 Il m aggior prodotto di L . 609,161 ottenuto nel­ l’ agosto 1 8 8 6 si repartisce com e seg u e:

Rete Mediterranea » A dria tica. . . » Sicu la... Ferrovie V en ete.. » Sarde... » D iverse. L. + 674,241 » — 169,106 » + 30,791 » — 45,256 » - f 1,433 » - f 117,058 T o t a le ...L . 1,017,328,258.50 T o ta le ... L. 609,161 Dal 1* luglio a tutto agosto il prodotto di tutte queste reti e ferrovie ascese a L . 3 7 ,6 8 7 ,0 6 1 con un aumento di L . 1 ,5 2 0 ,5 9 2 sul bim estre corrispon­ dente del 1885.

E cco adesso il prodotto chilom etrico di ciascuna linea : Agosto 1886 Agosto 1885 Rete Mediterranea... L. 2,192 2,"l36 » A driatica... » 1,710 1,829 » Sicu la... » 1,130 1,129 Ferrovie V en ete.. . . » 631 985 » Sarde... » 316 313 » Diverse . . . » . 852 933 Media chilometrica L . 1,732 1,780

La media chilom etrica nell’agosto del 1 8 8 6 d im i­ nuì di L . 48, in confronto del mese corrispondente del 1885. È però da osservare che nell’ agosto 1 886 la lunghezza assoluta delle linee era di cbilom , 1 1 ,1 4 9 contro 1 0 ,4 2 9 nell’ agosto 1 8 8 5 , e la lunghezza m edia di esercizio da chilom etri 10,416 nell’ agosto 1885 saliva a chilom etri 1 1 ,0 3 9 nell’ agosto 1886.

(11)

24 aprile 1887 L ’ E C O N O M I S T A 271 nell’ agosto 1 886 dividevasi fra le varie categorie di

rendite nel m odo che segue :

Agosto 1886

V iaggia tori...L . 8, 323,694 B a g a g l i ... » 326,009 Merci a grande velocità » 1,686,744 Merci a piccola velocità » 8,715,934 Prodotti fuori traffico » 121,160

Agosto 1885 8,339,237 342,410 1,378.723 8,425,653 70,357 T o t a le .... L . 19,173,541 18,564,380 N ell’agosto 1 8 8 6 dettero m aggior prodotto le m erci a grande e a piccola velocità, e i prodotti fuori traf­ fico. I viaggiatori e i bagagli furono in dim inuzione.

LA POPOLAZIONE ITALIANA

La D irezione generale della statistica ha pubbli­ cato diverse tavole riguardanti il m ovim ento della popolazione italiana durante il prim o semestre 1 8 86.

Dalla prim a tavola, che riassume le notizie rice­ vute da tutti i com uni del R egno sul m ovim ento dello Stato civile, apparisce che nel prim o semestre del 1 8 8 6 i matrim oni furono 1 2 1 ,4 5 1 , le nascite 5 4 9 ,5 9 1 , e le m orti 4 0 5 ,2 4 3 . Dal confronto delle nascite con le m orti si rileva inoltre che nel primo sem estre del 1 8 8 6 si è avuta un’ eccedenza di 1 4 6 ,1 4 8 nati sui morti e la popolazione che al censim ento del 31 dicem bre 1881 era di 2 8 ,4 5 9 ,6 2 8 per il solo fatto della eccedenza dei nati sui m orti era ca lco ­ lata al 3 0 G iugno p . p. nella cifra di 2 9 ,8 4 5 ,9 5 5 . E in questa cifra non figurano nè l’ em igrazione al­ l ’ estero nè la im m igrazione.

La seconda tavola, che com prende il m ovim ento della popolazione nel 1° semestre di ciascun anno dal 1 877 al 1 8 8 6 secondo gli atti di stato civile escluse sem pre la em igrazione e la im m igrazione, fa sapere che nel 1 ° semestre del 1 8 8 6 si ebbero 3 1 ,2 3 0 nati di m eno e 5 1 ,5 7 5 m orti di più che nel periodo corrispondente del 1 8 8 5 . Si rileva anche dalla stessa, che nel 1° semestre del 1 8 8 6 il num ero dei nati superò di poco la m edia annuale del d e­ cennio che fu 5 4 0 ,1 7 5 ; mentre il num ero dei morti è superiore alla media decennale resultante nella cifra di 5 9 2 ,4 3 7 . Nel decennio il m aggior num ero dei nati nel 1° semestre di ciascuno anno si ebbe nel 1 8 8 5 che fu di 5 8 0 ,621 e il m inore nel 1 8 8 0 che fu di 5 0 6 ,7 2 0 ; e il m aggior num ero dei morti fu nel 1 8 8 0 che ne ebbe 4 2 7 ,3 6 2 m entre il m inore fu nel 1 8 8 5 che ne ebbe soltanto 3 7 1 ,6 6 8 .

Nella tavola terza è indicato per ciascuna provin­ cia l’aumento della popolazione del 1 ° semestre 1 8 8 6 in rapporto a 1 0 0 0 abitanti. Gli aumenti più forti avvennero nelle provincie ehe form ano i com parti- menti della Sicilia, degli Abruzzi, delle M arche e della Calabria, e gli aumenti più deboli in Lom bardia, nella Basilicata, nella L igu ria, nel Piem onte, e nel Veneto. D ue provincie quelle cioè di Cremona e di Sondrio subirono anzi una dim inuzione di popola­ zione, avendo avuto un num ero di m orti m aggiore di quello dei nati. In generale le provincie m eri­ dionali aum entarono in una misura più elevata di quelle dell’ italia settentrionale, e lo stesso fatto venne osservato nel 1 8 8 5 .

E cco gli aumenti avvenuti che registriamo per or-dine decrescente:

Siracusa. . . 11. 6 perlOOO Ferrara . . . 5 .0 per 1000 Aquila degliAbr.9. 7 » Vicenza . . . » Catania . . . 9.6 » Bologna . . . 4. 8 » Caltanisetta . 9.3 » Bergam o. . . 4. 7 » Trapani . . . 8.7 » Cagliari . . . 4.7 » Massa e Carrara 8. 6 » Firenze . . . 4. 7- » Girgenti . . . 8.5 » Alessandria. . 4.6 » Teramo. . . . 8.5 » Mantova . . . 4.6 » Grosseto . . . 8 .5 » Cuneo . . . . 4. 5 » Ascoli Piceno. 7.8 » Ravenna . . . 4 .4 » Ancona. . . . 7. 7 » Avellino . . • 4 .4 » Messina . . . 7.6 » Rovigo. . . . 4 .3 » Reggio di Cai. 7.3 » Pavia . . . . 4. 2 » Palermo . . . 7.2 » Padova . . . 4 .1 » Forlì... 7.1 » Verona . . . 4 .1 » Macerata. . . 7.1 » Parma . . . . 3. 8 » A rezzo. . . . 7.0 » F oggia. . . . 3 .8 » Pesaro Urbino 6.7 » Siena . . . . 3. 6 » Cosenza . . . 6.6 » Piacenza. . . 3. 5 » Chieti . . . . 6 .5 » Lecce . . . . 3. 4 » Treviso . . 6.3 » Belluno. . . . 3 .4 » Perugia . . . 6 .2 » Udine . . . . 3. 2 » Campobasso . 6 1 » Torino . . . . 3. 1 » Caserta . . . 6.0 » Novara. . . . 3. 0 » Catanzaro . . 5.7 » Potenza . . . 2 .8 » Benevento . . 5.7 » Porto Maurizio 2. 7 » Salerno . . . 5.7 » N a p oli... 2 .4 » Bari delle Pug 5 .4 » Brescia. . . . 2. 2 » Modena . . . 5. 3 » Milano. . . . 1.8 > P is a ... 5 3 » Venezia . . . 1.4 » Roma . . . . 5.3 » Como . . . . 1 .0 » Sassari. . . 5.2 » Livorno . . . 0. 5 » Reggio Emilia 5.1 » Cremona . . . 0 .5 » Lucca . . . 5.1 » Sondrio . . . 1 .2 »

Nella tavola 4 a è indicata l’ eccedenza dei nati sui m orti in rapporto a 1 0 0 0 abitanti per i principali Stati d’ E u ropa dal 1 878 in poi fin dove arrivano le no­ tizie pubblicate. Da questa tavola si scorge che in Italia l’ aum ento della popolazione è relativam ente m aggiore di quello che si osserva in Francia, nel- l’ A ustria-U ngnerid ', nella Svizzera, in Grecia e in Irlanda. L ’ Im pero G erm anico, l’ Inghilterra, la Scozia, il B elgio , l’ Olanda , la D an im arca, la Svezia e la N orvegia danno invece proporzioni alquanto più ele­ vate delle nostre.

commercio estero e il movimento marittimo iella Spapa

n ell’ anno 188©

Il com m ercio internazionale della Spagna nel 1 8 8 6 am m ontò a pesetas 1 ,2 6 8 ,3 5 4 ,8 3 2 che si divide com e segue :

Im porta zione... pesetas 5 8 3 ,4 6 2 ,6 9 7 Esportazione... » 6 8 4 ,8 9 2 ,1 5 5

Totale . . . oesetas 1 ,2 6 8 ,3 5 4 ,8 3 2 Questa cifra confrontata coi resultati ottenuti nel 1 8 8 5 presenta un aum ento di pesetas 6 7 ,6 4 1 ,4 2 8 e 1’ aum ento , com prende tanto la im portazione, che l’ esportazione.

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