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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.39 (1912) n.1978, 31 marzo

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GAZZETTA SETTIMANALE

SC IEN ZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, B A N C H I, F E R R O V IE , IN T E R E S S I PR IV A T I

Anno XXXIX - Yol. XLIII

Firenze, 31

Marzo

1912

N. 1978

SOMMARIO : Dalli all’ industria — Spese rovinose — Banco di Napoli ('esercizio 1911) — Il comune di

Milano nel 1910 — RIVISTA BIBLIOGRAFICA : Dott. Giacomo riardi, Le Casse Rurali, il credito agrario ed il progresso dell’ agricoltura - Dott. Francesco Ezio Trinchi, Le assicurazioni operaie per-le ^pensioni Operaie - Prof ^Giorgio Del Vecchio, La comunicabilità del diritto e le idee del Vico - Prof. Corrado "Gini, Considerazioni sulle probabilità a posteriori e applicazioni al rapporto dei sessi sulle nascite umane — RIVISTA ECONOMICA1 E FINANZIARIA : La produzione, commercio e consumo dello zucchero - Le condizioni economico-commerciali del Marocco — RASSEGNA BEL

COMMERCIO INTERNAZIONALE: Il commercio del Giappone - 'Il commercio dèlia Germania — La

Situazione del Tesoro al 29 febbraio 1912 — Banche Popolari e Cooperative — Cronaca dèlie Ca­ mere di commercio — Rivista delle Borse —1 Società commerciali èd industriali — Notizie commerciali.

esisteva un contratto, notissimo de! resto, non debitamente reg’strato, aveva tutti i mezzi per obbligare il contraente a sottomettersi alla tassa; e se il Fisco non ha saputo resistere alle pres­ sioni politiche ed ha lasciato correre quello che doveva invece rilevare e colpire, si applichi pure severamente la legge, ma non si tragga pretesto da questi fatti per intavolare scene tragiche, come quelle che si sono avute nei giorni passati alla Camera dei deputati.

Gli effetti di simili escandescenze, accompa­ gnate dal vergognoso sbigottito silenzio di tutta la Camera e dalla sottomissione del . Governo, sono effetti ben più disastrosi per la economia del paese, che non sia il mancato pagamento di una tassa di registro.

Vogliamo credere e crediamo anzi quello che da più punti viene assicurato, cioè la sicura buona fede dell’ on. Chiesa, e vogliamo anche attribuire al suo carattere abbondantemente san­ guigno, il tono: così esuberante e sonoro assunto dal deputato stesso. Egli solo deve essere il tu­ tore della propria serietà e deve ben compren­ dere che. a lungo andare, lo scandalo annuale, a cui si abbandona, non servirà più a richia­ mare iutorno al suo nome l’attenzione del paese'. Ma piuttosto dobbiamo rilevare ancora una volta che un deputato isolato ha potuto in piena Camera lanciare contro il maggior nostro Isti­ tuto di emissione e contro chi lo dirige, le più infondate e stolte critiche, senza che da parte del Governo sorgesse quella, difesa vivace e con­ vinta che costringesse il deputato accusante a dichiarare il proprio errore.

Dalli all’Industria!

Come Sono gran signori gli italiani!

Non solo hanno quattrini per far fronte alla guerra, ma ne possono anche sciupare gioiosa­ mente a tirar bastonate alle fonti principali della ricchezza pubblica; e lo fanno proprio nel momento in cui, per una serie di cause con­ comitanti, le iàdtìstrie vivono stentatamente e non sanno dòte trovare il capitale, ohe, spaven­ tato dai continui attacchi da cui è minacciato, si rifugge altrove e magari sottoscrive larga­ mente al prestito austriaco od alle obbliga­ zioni francesi.

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Il

194 IV ECONOMISTA 81 marzo 1912

Ed è stato pur possibile per la centesima volta che si lanciassero accuse generiche contro l’industria nazionale senza che un solo deputato sorgesse a difenderla ed a mettere le cose a posto. Questa è la conseguenza di quel fatto che abbiamo altra volta segnalato ai nostri lettori, che cioè l’ industria alla Camera non ha rap­ presentanti in numero ed autorità sufficienti per far sentire Fa propria voce e per esercitare quella giusta funzione che esercita ad esempio l’agri­ coltura, e che sanno, magari coll’accorto silenzio, esercitare gli avvocati.

E non è a dire ; 1’ attacco che 1’ on. Chiesa ha portato alla Banca d’Italia e ad una delle più importanti industrie italiane, è venuto pro­ prio nel momento in cui per molte altre cause nazionali ed internazionali, le Banche e le indu­ strie attraversano momenti non facili nella loro valutazione. E il capitale, che da più anni ormai si mostra restio agli impieghi industriali italiani e che è ancora perplesso per g!> avvenimenti po­ litici, si sentirà più che mai scoraggiato di fronte ai nuovi attacchi e di fronte allo sgomento della Camera, che pareva rimanesse sotto l’incubo di rivelazioni terribili, mentre in fondo si trattava di una contravvenzione alla tassa di registro e bollo.

Molto tordi gli onorevoli hanno finalmente ca­ pito di che si trattava ed ora si domandano stupe­ fatti come mai un affare simi le abbia potuto occupare la Camera per due giorni ; e tutti riconoscono che nulla vi è da dire sull’operato della Banca d’Italia in quella sistemazione dei siderurgici, e che se veramente è dovuta la tassa di registro per gli atti denunciati dall’onor. Chiesa, sarà pagata colle multe relative.

Ma intanto il colpo è stato dato, l’effetto fu ottenuto in tutta la sua tragica forma, ed ha dimostrato quanto valga anche nelle cose più serie 1’ audacia dell’ uno di fronte alla pusillanimità dei molti.

Ei a breve sentiremo che nulla o poco assai vi è di irregolare, che di quei fatti ne accadono tutti i giorni, e un comunicato del Governo met­ terà le cose a posto, tutto avrà le sue legittime proporzioni ; si troverà anche che nessuna offesa personale è stata pronunciata e l’o'n. Chiesa potrà apparecchiare qualche altro nuovo colpo di scena per l’anno venturo.

Ciò non toglie però che la fiducia del pub­ blico non rimanga fortemente scossa e che i danni che derivano alla economia nazionale, non tanto per gli scatti incqmposti ed esagerati, quanto per lo sgomento a cui soggiacciono chi li ascolta, non sieno gravi e durevoli. E tanto più deve pro­ durre profondo rammarico questo stato di cose

per il quale la industria nazionale appare senza difesa in Parlamento, in quanto si lasciano cor­ rer voci, che vogliamo credere infondate, che a questi scatti non sieno estranee le gelosie tra i diversi industriali, e le rivalità tra alcuni prin­ cipali centri finanziari, le quali rivalità non ri­ fuggirebbero dall’uso di armi meno nobili.

Sotto qualunque aspetto si esamini e giu­ dichi quanto è avvenuto lunedì e martedì alla Camera, non si può che profondamente deplorarlo.

SPESE ROVINOSE

In tempi di maggior quiete, i commenti sa­ rebbero stati anche più larghi ; ma perfino in questo momento storico, in cui negli animi degli italiani vibra potente l’eco delle note guerresche che giungono dalla Libia, ha prodotto impres­ sione lo stato di fatto relativo alle spese per stipendi e pensioni, rilevati con efficacia dall’on. Abignente nella sua Relazione sul hilancio d’ as­ sestamento per l’ esercizio finanziario 1911-1912. Il carico dello Stato va crescendo senza freno, senza limiti, e oramai siamo a cifre che devono impensierire.

Nello scorso anno 1910-11 gli impiegati dello Stato crebbero da 259,624 a 264,803 e la rela­ tiva spesa salì da milioni 470.5 a milioni 519.5: vale a dire che in un anno aumentarono 5179 impiegati con una maggiore spesa di 49 milioni. Se prendiamo come termine di l'affronto col 30 giugno 1911 il I o luglio 1907 nel quale già erano entrati nei ruoli governativi i ferrovieri, si ha che gli impiegati sono aumentati da 231,421 a 264,803, e la spesa da milioni 402.1 a milioni 519.5: si hanno dunque 33,382 impiegati di più e, per conseguenza circa 117 milioni e mezzo di più.

Osserva il relatore che nell’ assestamento del corrente esercizio hanno una parte notevole nel­ l’aggravio al bilancio le modificazioni introdotte in vari ruoli organici. A proposito di che, rico­ nosce bensì che nessuno degli organici concessi manca di ottime ragioni apparenti, ma si dichiara persuaso che alle ragioni vere altre se ne rag­ giungono artificiosamente create, e che fra le pieghe delle esigenze di servizio si nascondono spesso considerazioni e interessi esclusivamente personali. Queste parole, che crediamo rispon­ denti al vero, sono molto gravi, In lingua più povera vengono a dire: molte cariche ammini­ strative si istituiscono per solo comodo e vantaggio delle persone poste ad occuparle.

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31 marzo 1912 L ’ECONOMISTA 195

nel sistema. Del binomio « riforme e organici » il primo termine non solo non ha preceduto l’altro, come avrebbe dovuto, ma non l’ha nep­ pure seguito. In qualunque azienda, epperò nello Stato come tra i privati, gli impiegati sono mezzo per esplicare il programma amministrativo» Essi invece sono oggi diventati troppo fine a sè stessi. Bisogna cominciare subito a scindere l’ interesse del servizio dall’interesse personale dei funzionari

La Giunta del bilancio, per mezzo del suo relatore, ha voluto prevenire la possibile accusa d’essere anche troppo insistente su questo tema. Di fatti da più anni nelle sue Relazioni vi torna sopra. Ma con ragione nota che il problema è troppo grave perchè si possa lasciarlo cadere in oblìo. E alla generica obiezione, non esser pos­ sibile dar forma concreta a un vasto programma di riforme amministrative, risponde con due esempi che ci vengono dall’ estero.

Non sono molti giorni che il Congresso ame­ ricano ha ricevuto la proposta presidenziale di lasciar continuare nell’ opera s u a la Commissione per la riforma della Amministrazione; la quale Commissione, nel primo periodo del suo lavoro, ha prodotto economie per dieci milioni.

E in Austria, ove gli organismi pubblici rispondono a concetti ben più semplici dei nostri il Ministero Binerht reputò che essi fossero an­ cora troppo complicati di fronte al desiderabile, e nominò recentemente una Commissione nella quale, secondo dice il rescritto imperiale chd la costituì, « la scienza e la pratica sono chiamate a cooperare perchè nel trattamento degli affari amministrativi con miglioramenti oggettivi, alla maggior possibile semplicità della forma sia con­ giunta la più grande massa di lavoro fruttifero».

Questi esempi confortano la Giunta del bi­ lancio nella sua fiducia che anche in Italia si possano prendere analoghi provvedimenti, perchè i relativi studi siano fatti da persone competenti e serene. Si otterrebbero così due vantaggi. Uno sarebbe la semplificazione dell’ Organismo buro­ cratico, che in taluni campi si è andato aggro­ vigliando, in modo da rappresentare un vero turbamento dell’ordine normale. Il soverchio in­ trico dell’amministrazione rende al potére ese­ cutivo difficile se non impossibile il penetrarvi e dirigerlo. L ’altro vantaggio consisterebbe nel liberare lo Stato dalla incombente preoccupazione del continuo accrescersi delle sue spese generali. E circa questo secondo punto, importa notare che alle enormi cifre relative a stipendi, piu sopra indicate, v’ è da aggiungere il carico annuo che lo Stato sostiene per le pensioni, il quale oramai resta poco al di sotto dei cento milioni.

Nella breve discussione fatta dalla Camera

sul bilancio d’ assestamento, venne fuori la pro­ posta di sostituire l’attuale sistema di pensioni mediante l’assicurazione obbligatoria degli im­ piegati presso il futuro Istituto di Stato per le assicurazioni sulla vita. Il tema fu soltanto sfio­ rato e certo oggi l’idea non è matura. Merita studio, però, e potrebbe in seguito risultarè anche buona. In tal caso verrebbe ad alleviarsi il ca­ rico dello Stato per uno dei due grandi rami delle sue spese generali: il minore. In quanto all’altro, quello degli stipendi, noi siamo assai scettici riguardo alla probabilità di vederne sce­ mata la massa opprimente e eccessiva. Non fos- s’ altx'o, per un pezzo la conquista della Libia e la conseguente sua colonizzazione terrà occupate troppe menti su un altro ordine, d’altronde im­ portantissimo, d’ interessi nazionali. Ma facciamo pure l’ipotesi opposta: ammettiamo che a una larga e completa riforma degli organici e di congegni amministrativi si dia roano sul serio. Si avrebbe, giova sperarlo, un maggiore e più utile rendimento dal lavoro dei pubblici funzio­ nari; il ohe è già molto. Ma si avrebbe anche un vero e durevole risparmio sulla somtìm delle pubbliche spese generali ?

No, se e finché lo Stato assuma sempre nuove funzioni. ler l’altro vettore ferroviario, ieri vettore marittimo, Oggi assicuratore sulla vita, col proposito di eliminare poi tu tti i con­ correnti, più operosi e più esperti di lui. E in seguito? Dove s’anderà a finire? Qui sta, se­ condo il nostro modesto parere, il punto capitale, che vediamo trascurato dal Parlamento e da quasi tutti. E qui non occorrono e non bastano menti organizzatrici e competenze tecnico-am­ ministrative. Basterebbero ma occorrebbero sani principi e una più cosciente e meglio educata opinione pubblica. Ma finche resti aperta la falla che stiamo dicendo, anche se si cerchi di chiudere ingegnosamente le altre, 1’ acqua continuerà a sa­ lire e il suo livello a essere una continua o spesso ricorrente minaccia.

BANCO DI NAPOLI

(ESERCIZIO 1911) ‘

Ci riserviamo di esaminare in seguito la in­ teressante Relazione che 1’ illustre comm. Mi- raglia ha letta l’ altro giorno al Consiglio del Banco di Napoli, intanto ne diamo qui il sunto.

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Ip6 L ’ECONOMISTA 31 marzo 1912

complesso di incertezze e di pericoli nella politica internazionale, che dovevano necessariamente ri­ percuotersi nell’ ambiente degli affari. E natu­ ralmente ricorda la,nostra gloriosa impresa libica. Rileva, l’aumento ,all’ Estero dei saggi ufficiali rispetto al,. 1910, eccezione fatta per la Banca d’Inghilterra la quale mantenne fra le riserve e gli impegni un livello medio, superiore a quello del 1910.

Da noi il saggio comincia ad ascendere nel luglio e giunge come nel. 1910 al 5 e mezzo. I bisogni del mercato aumentano anche pel ritiro di capitali esteri in conseguenza, dei turbamenti internazionali, ma, il paese ha fatto fronte alle esigenze tutte,; gli istituti di emissione vi con­ corsero efficacemente con aumenti anche conside­ revoli nella circolazione normale come pine av­ venne. nel, 191Q,

In ordine alle.condizioni industriali del paese il Direttore Generale rileva fra 1’ altro una qualche ripresa nelle attività della industria cotoniera favorita anche dal ribasso dei prezzi della materia prima; accenna, anche alle industrie siderurgiche e meccaniche che si sono giovate della avvenuta combinazione finanziaria nel decorso anjpn.

La terra diede .maggiore quantità di prodotti; il buon.raccolto interno fece considerevolmente diminuire l’.impprfazione del grano.

La bilancia commerciale però registra ancora una differenza in meno rispetto alle esportazioni di un miliardo e 20,0 milioni. Discorre quindi il Direttore Generale del corso dei cambi, rilevando che rispetto alla. Francia esso si mantiene al di sotto di quello del 19U) fino ad agosto, ppi sali, verso la Germania,e l'Inghilterra fu quasi sempre, superiore al 1910. In complesso i cambi non. ci., furono favorevoli.

Riassume poi i risultati .ottenuti dalle prin­ cipali, operazioni che compie l’Istituto.

Negli sconti 1’ impiego fu minore che nel 1910, però maggiore fu l’ utile .di L., 293,926.86.; si compiace segnalare un aumento di impieghi del mezzodì per una cifra finora mai raggiunta.

Aumentarono, sempre rispetto al 1910 di sei milioni i .conti .correnti fruttiferi e. nei titoli .no- minativi, che., raggi unsero D» 2,342,729,398 vi fu aumento di L. 133,503,042.

Negli impieghi all’estero che si registrano per L. 366,246,419 vi è un minore impiego che nel 1910, ma vi è un utile maggiore per circa L. 100,000 a causa di impieghi a più lunga sca­ denza.

Il movimento di Cassa raggiunse Lire 9,935,769,437 con un aumento di 122 milioni sul 1910.

L ’elevatezza dei cambi non impedi il pro­ gressivo aumento della riserva per L. 8,291,454, raggiungendo la cifra complessiva di Liie 294,398,167. La circolazione intieramente coperta ascende al 65.67 per cento, la legge bancaria non ne prescrive che il 40 per cento.

Parla poi del servizio delle rimesse degli emigrati nel quale malgrado la diminuita emi­ grazione i maggiori rimpatri a mezzo del Banco giunsero a 68,723,106 contro L. 57,364,499 rice­ vuta nel 1910

Dà poi estesa notizia di alcune leggi pub­ blicate nello scorso anno nello Stato di New York, intese a disciplinare 1’ esercizio delle Banche estere in quel paese, ed informa che al- cuue disposizioni restrittive di esse non furono applicate alla nostra Agenzia per le guarentigie che offre l’Istituto del Banco, e per le finalità di carattere principalmente sociale, che esso si propone. Questa eccezione avrebbe autorità in quel paese alla nostra Agenzia.

L ’utile netto conseguito nell’ anno è di Lire 3,445,064 inferiore però a quello del 1910.

Il patrimonio determinato con le norme di legge raggiunge la cifra di L. 79,585,608.

Per la Cassa di risparmio annessa al Banco a prova del grande sviluppo espone che al I o di marzo i depositi ascendevano a L. 14,8392,453 con un aumento di L. 7,216,491 su quelli alla stessa data del 1911; il.fondo di riserva sale a Lire 8,496,529.

Si estende a parlare di ciò che costituisce l’operosità economica della Cassa, citando par­ tecipazioni a consorzi per riparare a bisogni creati da movimenti tellurici e da turbamenti meteorici ; 1’ esercizio del credito agrario ed il largo aiuto alla soluzione del problema delle case economiche e popolari in Napoli. La Cassa dal 1897 ad oggi ha dato per pubbliche calamità e per opere di beneficenza e.; di previdenza sociale la somma di L. 2,414,385.

Confoi-ta infine il Consiglio con cifre dalle quali si raccoglie in modo non dubbio . il buon fine della liquidazione del credito fondiario, il quale, nel 1911 fra. maggiori entrate e minori spese ha avuto un miglioramento in conto capi­ tale di sette milioni. I fondi accantonati al 31 dicembre 1911 raggiungevano la cifra di Lire 59,290.408,68.

Dalle vendite degli immobili promosse con ogni sollecitudine ed avvedutezza, nel decorse, anno si ebbene L. 10,795,655.

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i-31 marzo 1912 L’ ECONOMISTA 197

Il Com iins di IHilano nel

19101

Continuando a spigolare la importante relazióne dèi Comune di Milano, occupiamoci della mortalità constatata in quel comune nel 1910.

La relazione osserva che non vi è un cri­ terio unico per valutare la mortalità in rapporto alla popolazione.

Alcune città prendono a base la cifra della popolazione legale presente, costituita solo dagli abitanti con dimora stabile, esclusi quindi gli assenti appartenenti al Comune ed i presenti con dimora temporanea.

Altre invece prendono a base la popolazione legale presente ed assente, la quale è costituita non solo dagli abitanti residenti con dimora sta­ bile, ina anche da quelli temporaneamente as­ senti dal Comune; sono quindi esclusi gli abi­ tanti con dimora occasionale ed è esclusa la guarnigione.

Altre infine (ed in ¡specie all’estero), pren­ dono a base dei propri calcoli i dati della po­ polazione presente o di fatto, costituita dagli abitanti con dimora stabile e da quelli con di­ mora occasionale, esclusi gli assenti ed inclusi i militari di guarnigione.

I morti in Milano appartenenti al Comune nel 1910 ammontarono a 8858, segnando una diminuzione di 1415 in confronto alla popolazione del 1909 che fu di 10,273. D’altronde dopo le oscillazioni di più e meno verificatesi di anno in anno dal 1901 al 1905, la popolazione è di­ minuita sempre sino al 1908; solo nel 1909 è mar­ catamente aumentata per ridiscendere nel 1910 (8858) in misura inferiore anche al 1908(9302).

La mortalità media mensile del 1910 fu di 738 mentre nel 1909 fu di 856, di 775 nel 1908 e di 801 nel 1907.

Di 100 morti 53.6 erano maschi e 46.4 fem­ mine, il che segna un aumento nella mortalità dei maschi, poiché negli anni precedenti la per­ centuale si mantiene pressoché costantemente sul 51 circa per i maschi e sul 49 circa per le femmine. Riguardo allo stato civile il 47.3 erano celibi e nubili; il 32.1 coniugati e coniugate e il 20.6 vedovi e vedove.

Di 100 tra celibi e nubili, i primi erano 54.9; di 100 coniugati, 62.1 erano maschi; di 100 vedovi solo il 36.7 erano maschi.

Da tutte le statistiche si rileva il fatto del maggior numero di decessi di vedove in con­ fronto a quello dei vedovi ; cosa del resto molto

naturale, perchè in Milano lè vedove sono in numero di molto superiore ai vedovi, infatti al 10 febbraio 1901 vi furono censiti 9038 vedovi e 28,217 vedove.

Dalla mortalità mensile per stato cìcilè e per sesso proporzionata su 1200 morti annu? si ha che i mesi di febbraio, marzo e aprile diedero 11 maggior numero di morti, rispettivamente cioè 121.9, 109.5 e 111.1; agosto diede il minor numero con 85.5. È però degno di nota il di­ minuire della mortalità. Difatti negli stessi mesi di febbraio, marzo e aprile del 1907 si ebbero rispettivamente 141.1, 124.4 e 117.1.

La mortalità complessiva della popolazione legale comprende i decessi di individui inscritti sui registri anagrafici di Milano avvenuti nel Comune e fuori, e cioè i decessi della popola­ zione legale presente e legale assente.

I morti in Milano e fu o ri appartenenti al Comune nel 1910 ammontarono a 10,209 cifra inferiore quindi di 1724 a quella del 1909, di 740 a quella del 1908, di 1011 a quella del 1907.

La media mensile avutasi nel 1910 fu di 851 ; essa era stata di 994 nel 1909, di 912 nel 1908, di 933 nel 1907, di 962 nel 1906, di 976 nel 1905.

Su 100 morti, 53.7 erano maschi e 46.3 fem­ mine ; i celibi e le nubili erano 49.7; i coniu­ gati e coniugate 31; i vedovi e le vedove 19.3, proporzionali poco dissimili da quelle degli anni precedenti.

L ’età media dei morti invece è il risultato che si ottiene dividendo'per il numerò dei morti la somma degli anni vissuti.

Cosi risulta che per i morti del 1910 da un anno in su, la media degli anni vissuti fu di 45.83, cifra superiore a quelle riscontrate in tutto il -periodo dal 1886’ in seguito, eccezione fatta del 1907.

Non tenendo conto dei morti a meno di un anno l’età media dei morti in Milano fu: pei maschi di 45.83 nel 1910, 44.01 nel 1909, 44.06 nel 1908, 44.70 nel 1907, 43.15 nel 1906, per le femmine fu di 44.36 nel 1909, 44.17 nel 1908, 45.23 nel 1907, 42.28 nel 1906.

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198 1,’ ECONOMISTA 31 marzo 1912

Inferiore è invece l’età delle coniugate in confronto a quella dei coniugati, essendo stata 47.24 per le prime e 55.71 per i secondi. Questo fatto, che si ripete costantemente ogni anno, può in parte trovare la sua spiegazione nell’altro che cioè, in proporzione, le donne si coniugano in età. inferiore a quella degli uomini.

L ’età media dei vedovi o è uguale (come nel 1901 e nel 1899), o è di poco dissimile da quella delle vedove.

Se poi si avesse a fare la media degli anni vissuti dagli individui a tutte le età, compren­ dendo quegli morti a meno di un anno si avrebbe che nel 1906 si raggiunse la media di 33.3 anni di età nel 1907 di 34.9, nel 1908 di 34.5, nel 1909 ancora di 34.9 e nel 1910 di 36.7, mentre nel 1898 la media degli anni vissuti era stata di 31, nel 1896 di 30.5, nel 1894 di 28.6.

Infine la mortalità della popolazione pre­ sente: (o di fatto) comprende i decessi di indi­ vidui che appartengono al Comune e vi dimo­ rano abitualmente, e quelli di individui che non appartengono al Comune, ma vi hanno dimora occasionale.

I morti in Milano appartenenti ad altri Comuni nel 1910 furono 1621, cifra inferiore di 204 a quella del 1909, e inferiore di 24 a quella del 1908.

In media ai mese si ebbero 134. decessi, mentre nel 1909 se ne ebbero 152, nel 1908 la media era stata di 132, nel 1907 di 140, nel 1905 di 131, e nel 1904 di 124.

Importantissima è poi la parte della stati­ stica concernente i decessi avvenuti in Milano senza distinzione di appartenenza, poiché com­ prende i dati di tutta la popolazione che dimora realmente in Milano sia stabilmente che tem­ poraneamente.

I morti in Milano nel 1910 furono comples­ sivamente 10,479 (di cui 8858) appartenenti a Milano e 1621 ed altri Comuni), cifra inferiore di 1619 a quella del 1909 e di 420 a quella del 1908.

Si constata pure che la media mensile dei decessi nel 1910 fu di 873, mentre era stata di 1008 nel 1909, di 909 nel 1908, di 943 nel 1907, di 955 nel 1906, di 942 nel 1905, di 857 nel 1904.

Nel 1910 a Milano ogni anno 1000 abitanti si ebbero 17.29 decessi, erano stati 18.82 nel 1908, 20.14 nel 1907, 21.05 nel 1906 e 21.41 nel 1905.

Nel Segno il numero dei decessi, fu 30.84, nel 1880, 26.32 nel 1890, 23.77 nel 1900,21.89 nel ’1905, 20.73 nel 1907 e 22.56 nel 1908.

, I n ampi prospetti, relativi alle cause di

morte, la Selazione considera i decessi, suddi­ visi in 156 cause di morte, avvenuti nella po­ polazione presente : ha creduto opportuno altresì di tener distinte le cifre della popolazione av­ ventizia (appartenenti ad altri Comuni) facendo risultare anche il numero di coloro che, inviati da altri Comuni, morirono all’Ospedale Mag­ giore e si ritenne necessario di fare questa di­ stinzione perchè diverse cause di morte non si verificano se non pel fatto che gli ammalati di una gran parte della provincia, i quali nulla hanno a che vedere collo stato sanitario della città, vengono accolti nell’Ospedale milanese.

Si è indicato in cifre assolute per ciascuna causa di morte il numero dei decessi avvenuti nel 1909, 1908 e 1907, e ciò allo scopo di poter stabilire i termini di confronto tra i risultati del 1910 e quelli degli anni precedenti e si esposero tanto pel 1910 quanto pel 1909 le pro­ porzioni su 10,000 decessi annui, a seconda del sesso dei morti. Vennero inoltre raccolte per ogni singola causa di morte, le cifre dei decessi av­ venuti in ciascuno degli anni dal 1901 al 1910, e venne aggiunta pure per ogni causa la media del decennio proporzionata a 10,000 decessi.

Per la Statistica relativa alle professioni o condizione dei morti la Relazione osserva che si do­ vettero conservare parecchie qualifiche generiche, quali quelle di impiegati, industriali, esercenti, commercianti, operai, eoe. poiché gli atti di de­ cesso compilati dall’Ufficio di Stato civile.non permettono di identificare meglio gli individui, inoltre con un .simile raggruppamento non si dànno distinti quei singoli mestieri che pur ap­ partenendo ad una stessa categoria di industrie possono essere causa di morbidità affatto differenti.

P er poter determinare in quali professioni sia maggiore la durata della vita e in quali altre sia più breve, converrebbe confrontare i morti di ciascuna professione e di ciascun gruppo di età col totale dei viventi coetanei che eser­ citano la medesima professione.

Infine circa la immigrazione ed emigrazione osserveremo che l’aumento che si verifica ogni anno nel numero degli abitanti è dovuto per la massima parte alla immigrazione. Infatti dal 9 di febbraio 1901 (epoca dell’ultimo Censimento), al 31 dicembre 1910 si ebbero 98,034 immigrati in più degli emigrati e soli 25,477 nati in più dei morti.

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31 marzo 1912 L ’ ECONOMISTA 199

Gli emigrati furono 11.319 (5566 maschi e 5753 femmine); di essi 5988 si trasportavano in un altro Comune della Provincia di Milano. La maggior immigrazione avviene costantemente nei mesi freddi; infatti si ebbe una media giorna­ liera, in dicembre di 75; complessivamente si ebbe durante l’anno 1910 una media giornaliera di 27 immigrati in più.

In quanto al luogo di nascita sopra 1000 immigrati 65.1 erano nati nel Comune, 218.6 erano nati nella Provincia di Milano, 677.5 in altre Provincie del Regno, e 42.7 all’Estero.

Sopra 1000 emigrati i nati in Milano erano 369, quelli nati nella nostra provincia erano 199.8; quelli nati in altre Provincie del Regno 416.9; e quelli nati all’estero 14.3.

Si è ritennto molto interessante il conti­ nuare ad esporre i confronti degli immigrati e quello degli emigrati per alcune delle principali città d’Italia come pure, per meglio stabilire da quale località provengono gli immigrati e quale località preferiscono gli emigrati, si distinsero tanto gli immigrati quanto gli emigrati (capi di famiglia) per professione, per numero dei com­ ponenti la famiglia e per luogo di provenienza o di destinazione.

I dati statistici milanesi sono completati da altre notizie relative all’acqua potabile, servizio macelli, abitazioni, a ognuno cioè degli ampli servizi compiuti dal Comune di Milano: in tutto un volume di oltre 500 pagine, di cui va data

vera lode agli egregi Compilatori.

R

i v i s t a

B

i d l i o q r a f i c a

Dott, Giacomo Piardi, Le Casse R u ra li: il credito agrario ed il progresso dell'agricol­ tura. — Guastalla, tip. Artigianelli, 1910, op. pag. 38.

Si tratta di un lavoro di propaganda scritto- con molto convincimento, col quale l'Autore rac­ comanda la istituzione delle Casse Rurali.

Dott. Francesco Ezio Trinchi, Le assicura­ zioni operaie per le pensioni operaie. — Roma, Coop. tip. Manuzio, 1911, op. pag. 35. L ’Autore propugna la istituzione delle pen­ sioni operaie por mezzo delle assicurazioni ope­ raie. Si dichiara contrario al Monopolio delle assicurazioni vita, contrario alle assicurazioni operaie per mezzo di enti che abbiano per line il lucro, vorrebbe il Monopolio delle assicurazioni per gli infortuni sul lavoro, lasciando solo sus­ sistere i Sindacati obbligatori. Critica poi la con­

dizione di inferiorità in cui si trova, la Cassa Nazionale di previdenza. Infine vorrebbe che co­ minciando dal Monopolio delle assicurazioni sugli infortuni, gradualmente si prendesse ad estendere le pensioni operaie fino a raggiungere il fine.

Prof. Giorgio Del Vecchio, La comunicabilità del diritto e le idee del Vico. — Trani, Vecchi e C., 1911. op. 13.

Colla usata dottrina e competenza l’Autore discute col dott. G. Folchieri se sia conciliabile colla dottrina storica il concetto del Vico, che non esista trasmissione storica del diritto da popolo a popolo.

Prof. Corrado Gini, Considerazioni sulle pro­ babilità a posteriori e applicazioni al rap­ porto. dei sessi sulle nascite umane. — Ca­ gliari, G. Dessi, 1911, op. pag. 41.

Poche pagine, irte di calcoli, ma dense di intensificato pensiero e di studio accurato e co­ scienzioso. L ’Autore, che ha già acquistata me­ ritata fama per i suoi lavori sulla proporzione dei sessi, continua nelle sue analisi dei vari fe­ nomeni che sono connessi al problema. Dopo aver largamente esposta la parte teorica della probabilità a posteriori, servendosi anche dei lavori del Galvani, l’Autore applica la teoria ai dati sulla nascita del Regno di Sassonia (1877-85) della città di Dresda (1891-1901) e di alcune statistiche francesi sulla natalità negli impiegati dello Stato. Quésto studio serve all’Autore, a com­ pletare, a correggere, a limitare alcune ipotesi troppo generali che erano state formulate.

J .

RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA

— L ’ Unione dei commercianti in zucchero di Amburgo e Magdebuigo pubblica uua tabella grafica, assai interessante, sull’andamento della

(8)

200 L’ ECONOMISTA

31 marzo 1912 Produzione dello zucchero in barbabietola

Europa : 1907-908 1910-911 Germania 2,129,597 2,606,122 A ustria 1,424,674 1,538,034 F rancia 727,712 724,897 Belgio 232,352 284,714 Olanda 175,184 221,359 Russia 1,410,000 2,140,000 A ltri paesi 462,772 590,000 Assieme 6,562,274 8,105,126 Consumo : 1907-908 1910-911 G erm ania 1,210,412 1,422,775 A ustria 552,667 674,620 Francia 659,909 716,672 Olonda 105,212 119,755 Belgio 94,641 111,888 In g h ilterra 1,856,864 2,014,909 -\ or il-A merica 1,913,335 2,174,435 Totale 6,392,993 7,295,054 — Ecco alcuni dati sulle condizioni eco- nomico-commerciali del Marocco :

Gli scambi commerciali del Marocco nel 1910 portano un aumento di L. 13,319,050 sul 1909, ossia dell’8 1 [2 per cento, aumento dovuto spe­ cialmente alle importazioni, cresciute straordi­ nariamente sulle frontiere dell’Algeria e di Mo­ llila, mentre il traffico dei porti segna una diminuzione sul 1909 di L. 14,331,750.

Casablanca è al primo posto nell’entrata e nell uscita, a causa dei 18,000 francesi che occu­ pano la Sciania.

Seguono per la importazione Tangeri e La- rase, e per la esportazione vengono dopo Casa­ blanca, Magazan, Mogador e Tangeri.

Da Casablanca, Magazan, e Saffi si espor­ tano specialmente i grani, mentre da Mequinez partono i prodotti del Marocco settentrionale.

Il traffico marittimo salì nel 1910 a lire 61,711,475. I raccolti dei cereali e dell’olivo furono in quell’anno molto scarsi, il che influì sull’acquisto dei cotoni sceso a L. 2,625,000, contro 6,500,000 del 1909.

Il commercio tedesco vi è specialmente favo- ìito dal basso prezzo dei trasporti da e per Amburgo.

Udgida diverrà un grande centro commerciale quando la pacificazione sarà completa.

A Melilla, nel 1910, il commercio del porto aumentò del 127 per cento. Le sole entrate die­ dero il 117 per cento. Gli articoli speciali im­ portanti furono lana, cuoio, macchine, cotoni, candele, farine, zuccheri, saponi.

In quest importazione la Spagna entra per il 48 per cento la Francia pel 32 e l’Inghilterra pel 20.

Impedita nel 1909, la esportazione da Me­ lilla ha aumentato del 450 per cento nel 1910, ed è specialmente diretta verso la Spagna.

Al Marocco i prodotti inglesi sono com­ battuti da una formidabile concorrenza dei prò dotti similari, tedeschi, francesi, spagnuoli ed olandesi.

II Commerciò della Germania. — il

commercio della Germania si è elevato nel 1911 a 18,031,524,000 Marchi contro 16,950,028,000 nel 1910.

Queste cifre così si scompongono : Im portazioni 1911 Diff. sul 1910 (migliaia di Marchi) Merci 9,544,777 8,929 964 M etalli preziosi 266,845 375,866 9,811,622 9,305,830 Esportazioni 1911 Differ, sul 1910 (m igliaia di Marchi) Merci 8,101,812 7,474,661 M etalli preziosi 118,090 169,537 8,219,902 7,644,198

E cco le p rin c ip a li c a te g o rie d i m erci p er r a n n o 1931. Importazioni 1911 Differ, sul 1910 (migliaia di Marchi) Prod, agricoli 6,457.83 5,950.9 -t M inerali greggi 847.65 811.66 Prod, chimici 338.77 334.03 P rod, tessili 804.76 811.17 Rame 153.43 151.23 M etalli 504.80 470.30 Macchine 114.69 96.65 Esportazione Prod, agricoli 1911 Differ, sul 1910 (migliaia di Marchi) 1,421.12 1,378.98 M inerali greggi 642.63 563.12 Prod, chimici 752.86 690.59 P rod, tessili 1,405.21 1,335.71 Rame 426.30 440.65 M etalli 1,434.35 1,229.63 Macchine 920.90 814.30

L ’aumento dunque nel 1911 rispetto al 1910, è di 1,081,490,000 Marchi, proveniente dalle importazioni per 505,792,000 Marchi e dalle esportazioni per 575,704,000.

(9)

31 marzo 1912 L’ ECONOMISTA 201

scambi dell’Argentina non è inferiore che di 3,000,000 di piastre-oro a quello del 1910. La importazione è aumentata, 1’ esportazione invece è inferiore di 15 milioni e mezzo di piastre-oro a quella del 1910; ciò è dovuto al deficit agricolo che è di 32,000,000 di piastre-oro.

Il commercio del Giappone. — Ecco, in yens, le cifre del commercio estero del Giappone durante il mese di dicembre e durante l’ anno decorso, in confronto alle cifre corrispondenti del 1910: dicem. 1911 dicem. 1910 (yens) Esportazioni 39,624,820 41,493,364 Importazioni 88,527,855 45,023,388 Totale 78,152,675 86,516,752 Ecced. delle esport. 1,09(1,965

» delle im port. 3,530,024

Dodici mesi Diff. sul 1910

1911 (yens).

Esportazioni 447,433,888 — 10,995,108

Importazioni 513,810,417 + 49,576,609

Totale 961,144,305 + 38,581,501 Ecced. delle im portaz. 66.376,529

Metalli preziosi. dicem. 1911 dicem. 1910 (yens) Esportazioni Oro 898,000 2,850,476 A rgento 149,798 621,005 Importazioni Oro 5,393.565 1,100 A rg e n t; 50,137 Ecced. delle esport. 3,470,381

» delle im port. 4,395,904

Dodici mesi Diff. sul 1910 (yens) Esportazipni Oro 21,801,564 - - 775,560 A rgento 2,596,722 — 1,245 Totale 24,398,286 — 776,805 Im portazioni Oro 5,934,616 - 11,559,482 A rgento 1,279,133 — 1,102,034

Ecced. delle esport. 17,183,937

Ecced. delle im port. — —

LA SITUAZIONE DEL TESORO

a l 2 9 f e b b r a i o 1912

Ecco ¡1 conto riassuntivo del Tesoro al 29 feb­ braio 1912:

Fondo di cassa Crediti di Tesoreria Insieme

Debiti di Tesoreria Situaz. del Tesoro

Al 29 febbraio 1912 226,885,453.78 1 976,990,586.29 1,203,876,040.07 895,052,041.97 + 308,823,998.10 DARE Differenza (4- miglioram ento — peggioramento della situazione del Tesoro) - 296,493,492.30 + 480,581,867.63 184,088,375.33 - 2(55,672,606.02 - 81,584,230.69

Incassi (versam enti in Tesoreria) Fondo di cassa alla chiusura

dell’esercizio 1910-11 In conto e n tra te di bilancio In conto debiti di Tesoreria In conto crediti di Tesoreria

523,378,946.08 1,713,655,344.56 3,457,015,808.39 779,978,380.72 Totale 6,474,028,479.75 AVERE — Pagam enti

a) Fondo di cassa al 29 feb­ braio 1912

In conto spese di bilancio Decreti di scarico

Decreti M inisteriali di pre­ levamento

In conto debiti di Tesoreria In conto crediti di Tesoreria

226,885,453.78 1,793,994,199,79 1,245,375.46

3,191,343,202.37 1,260,560,248.35 Totale dèi pagam enti 6,474,028,479.75 Ecco la situazione dei debiti e crediti di Tesoreria:

DEBITI Buoni del Tesoro

Vaglia del Tesoro

Banche — Conto anticipaz. sta tu ta rie Cassa depositi e prestiti in conto cor­

rente fruttifero

A m m inistrazione del Debito pubblico in conto corrente infruttifero A m m inistrazione del Fondo culto in

conto corrente infruttifero Cassa depositi e prestiti in conto cor­

rente infruttifero

Ferrovie di Stato — Fondo di riserva A ltre A m m inistraz.

conto corrente fruttifero Id. Id. infruttifero Incassi da regolare

B iglietti di Stato emessi per l ’a rt. 11 della legge 3 marzo 1898, n. 47 Id. legge 29 dicembre 1910, n. 888 Operazione fa tta col Banco di Napoli

per effetto dell’a rt. 8 dell’allegato

B alla legge 7 gemi. 1897 n. 9

(10)

202 L; ECONOMISTA 31 marzo 1912 al 29 febbraio 1912 80,000,000 _ 22,500,u00.— 60,000,000.— 1,316,920.— 53,000,000.— 191,803,596.63 14,040,873.25 78,977,555.89 141,451,614.66 1,710,342.67 314,398,988.19 17,790,695.— Totale 976,990,586 29 Prospetto degli incassi di bilancio verificatisi presso le tesorerie elei Pegno nel mese di febbraio 1912 per l ’esercizio 1911-912 comparati con quelli del periodo cor­ rispondente dell’ esercizio precedente.

Incassi — E n tra ta ordinaria. Categoria I. — E n tra te effettive :

mese differenza

di febbraio 1912 sul 191L .Redditi patrim on. d.

Stato

Im posta sui fondi

ru-3,150,194.92 — 3 3,596,380.58 stici e sui fabbricati

Im posta sui redditi

30,528,388.09 4- 162,015.46 di R. M.

Tasse in am m inistr.

41,821,452.57 -I- 4,652,373.63 del M inistero delle

finanze 21,509,362.79 4- 3 2,796,459.29

Tassa sul prodotto d. m ovimento a grande e piccola velocità s. ferrovie

D iritti delie Legaz.

3,933,732.01 4- 771,020.33 e Consolati a ll’estero

Tassa sulla fabbricaz.

— —

degli spiriti e birra 13,102,932.49 + 13,382,063.04 Dogane e dir. m aritt.

Dazi interni di cons.

27,806,508.72 — 4,383,946.41 esclusi quelli delle

c ittà di Nap. eRoma 2,756,324.96 430,824.53 Dazio consumo della

c ittà di Napoli Dazio consumo della

c ittà di Roma 1,649,597.13 — 8,198.96 Tabacchi 25,443,009.65 4- 2,906,982.81 Sali Prodotto di vendita 1,917,222.69 4- 348,199.30 del chinino ecc. 181,245.70 + 54,843.87

Lotto 4,873,229.07 4- 33,463.41

Poste 3,390,048.49 + 874,793.55

Telegrafi 2,028,909.67 + 530,962.56

Telefoni 1,776,964.92 + 390,019.24

Servizi diversi Rim borsi e concorsi

1,659,726.75 + 45,911.36

nelle spese 7,481,317.32 4- 453,253.57

E n trate diverse 2,523,865.96 + 640,407.25 Totale 213,564,033.90 + 9,623,418.13

CREDITI

Vaiuta aurea presso la Cassa depositi e prestiti : Legge8agosto 1895,n. 486 Legge 3 marzo 1898, n. 47 Legge 31 dicem. 1907, n. 804 (art. 10) Legge 31 dicem. 1907, n. 804 (art. 11) Legge 29 dicem. 1910, n. 888 A m m inistraz. del Debito pubblico per

pagam enti da rim borsare Id. del Pondo pel culto Id. Cassa depositi e prestiti Id. A ltre A m m inistrazioni Id. Obbligazioni dell’Asse ecclesiastico Deficienze di Cassa a carico dei con­

tabili del Tesoro Diversi

Operazione fatta col Banco di Napoli

E n tra ta straordinaria.

mese differenza

di febbraio 1912 sul 1911 Categoria I. - E n trate

effettive:

Rim borsi e concorsi

nelle spese 247,780.80 4- 135,693.56

E n trate diverse 2,495,365.88 — " 1,234,750.43

A rre tra ti per imposta fondiaria o r. m.

Residui a ttiv i div. 1,495.6L _ 1,311.31

Categoria II.

Costruz. di strade fer. 46.— 304,298.21

Categoria III. - Movi­ mento di capitali : Vendita di beni ed

affrancam. di canoni 441,274.08 21,486.45 Accensione di debiti 1,095,557.— -h 654,847.— Rimborsi di somme

anticipate dal Tes. 1,725,619.82 + 491,911.81 Anticipazioni al Tes.

da enti locali per ri­ chi esto accel eram en.

di lavori 135,000.— 40,000.—

Uso tem por. di dispo­ nibilità di cassa P a rtite che si com­

pensano nella spesa 266,721.76 + 94,321.75 Prelev. su ll’ avanzo

accertato col conto consunt. dell’eserc. 1905-6

Prelev. di cui alle leggi 15 aprile 1909 e 4 lu­ glio 1909

Prelev. per anticipa­

zioni varie 35,000,000 4- '35,000,000.—

Ricuperi diversi 19,965.58 + 16,943.47

Capitoli a g g iu n ti per

resti attiv i. — ‘ — 78,694.76

Totale 41,428,816.53 + 34,715,829.05 Categoria IV. - P ar­

tite di giro 908,360.78 + 95,462.13

Totale generale 255,901,211.21 + 44,434,709.31 Ecco il prospetto dei pagam enti di bilancio veri­ ficatisi presso le tesorerie del Regno nel mese di feb­ braio 1912 per l’esercizio 1911-912 com parati con quelli del periodo corrispondente dell’ esercizio precedente.

M INISTERI.

Mese Differenza

di febbraio sul 1911 1912

M inistero del Tesoro 26,693,010.62 — 12,543,640.83

Id. delle Finanze 27.124,784.67 -h 6,092,562.07 Id. di grazia e g. 4,104,870.39 + 761,117.67 Id. degli aff. esteri 2,790,104.— 1,370,079.52 Id. dell’ist. pubbl. 10,875,784.06 + 3,834,196.07 Id. d ell’ interno 10,331,895.24 + 2,290,207.81 Id. dei lav. pubbl. 12,971,445.30 + 2,298,118.87 Id. poste e telegrf. 10,161,900.44 + 432,131.69 Id. della guerra 21,281,295.76 — 13,475,609.74

Id. della m arina 15,939,435.44 + 2,843,148.60 Id. agric. ind. com. 1,960,305.68 ~h 195,800.55 Totale pag. di bilancio 114,234,831.60 ___ 5,901,887.72

Decreti di scarico 27,049.83 -h 27,049.83

Decreti prelev. fondi — —

(11)

31 marzo 1912 L’ ECONOMISTA 203

NOTE.

(1) In questa somma è compreso l ’am m ontare della valuta d ’oro depositata nella Cassa depositi e prestiti in L. 234,607,615.

(a) Sono escluse dal fondo di cassa L. 234,607,615 depositate nella Cassa depositi e prestiti a copertura di una somma corrispondente di biglietti di Stato.

(2) M inori versam enti in conto prodotto n etto del­ l ’esercizio diretto delle ferrovie dello Stato.

(3) L ’ aum ento è da a ttrib u irsi quasi esclusiva- m ente a maggiori accertam enti in specie per tasse di registro e di bollo.

(4) Il m aggior incasso proviene principalm ente da m aggiori accertam enti specialm ente per im poste sulla fabbricazione degli spiriti, della b irra e dello zucchero indigeno.

(5) La differenza proviene dal fatto che l’inden­ nità assegnata all’I ta lia dai rap p resen tan ti il Governo cinese fu v ersata nel corrente esercizio in gennaio m entre nell’esercizio scorso il versam ento fu effettuato in febbraio. Cosi si spiega come il minor provento di L. 1,234.600 sia in gran p arte controbilanciato dal m aggior provento di L. 1,580,000 risu ltan te nel conto di gennaio ultim o scorso.

(6) L a somma rappresenta prelevam enti dal fondo di Cassa per anticipazioni: al M inistero della G uerra L. 7 milioni, al M inistero della M arina L. 20 milioni, al M inistero dei L avori Pubblici, L. 8 milioni, cioè un totale di L. 35 milioni.

BANCHE POPOLARI E COOPERATIVE

Banca popolare di Codogno.

D alla R elazio n e del C onsiglio d 'A m m in istra ­ zione s u lla g estio n e 1911, di. cui è p re sid e n te b ene­ m e rito il sig. M icheli G iovanni togliam o q uesti d a ti s u ll’a n d am e n to di q u e sta im p o rta n te Banca p opolare :

L a C assa ch iu d e con u n a rim an en za di L ire 434,404.82 che em erg e d al com plesso :

delle e n tr a te in L. 33,082,773.52 e delle u sc ite in » 32,648,369.20 con u n m o vim ento to ta le che è n o tev o lm en te su ­ p erio re a quello d e ll’ anno 1910.

N elle operazioni di Sconto I ta lia si è com ples siv a m e n te im p ieg ato L. 11,639,957.62 ra p p re se n ta te N um . 11,445 effetti.

E n tra ro n o in o ltre nel p o rta fo g lio :

L . 3,451,790,10 ra p p re s e n ta te da num . 408 ef­ fe tti s u ll’e ste ro ; L . 3.491,049.56 ra p p re se n ta te da N. 4954 effetti affidati p er l ’in c a s so ; L. 111,117.50 ra p p re s e n ta te da n. 173 p re s titi c o n se n titi ai Soci. Sono insiem e L . 18,653,914.78 ra p p re se n ta te da n. 16,980 effetti, co n tro L. 18,308,383.98 rap p resen ­ ta te da n . 17,263 effetti d e ll’esercizio 1910.

N egli in v e s tim e n ti in fondi di S tato e su la o r­ m ai q u a lu n q u e p ro s p e ttiv a di beneficio per la pro­ g re s siv a d im in u zio n e del re d d ito di cui sono su ­ s c e ttib ili e p e r le oscillazioni nei corsi di Borsa.

L a lib era d isp o n ib ilità di tito li di un facile realizzo, risponde, p er u n a B anca di depositi, ad un p re c e tto di p ru d e n z a al quale n on ci se m b ra lecito di d ero ­ g are. Solo c o n v e rrà d is c u te re se, in v is ta delle d if­ ficoltà che a ttr a v e r s a il P aese, co n v e rrà di alleg­ g e rire in lieve m isu ra il n o stro portafo g lio valori. Ecco l ’elenco dei tito li di p ro p rie tà col ris p e t­ tiv o prezzo lo ro a ttrib u ito a nuovo, il q u a le p re­ se n ta s u i corsi di B orsa al 31 dicem bre u. s. un m a rg in e di c irc a L. 33.000:

Ìi. 1,000,000 di R e n d ita a 98,70L. 987,000; L ire 45,000 P re s tito C om unale P ro v in c ia le 3.75 p e r cento a 100 L. 45,000; N. 525 Obblig. P re s tito R ed im i­ bile 3 per cen to a 442 L. 232,050; N. 325 Obblig. S. S. P . P. del T irre n o a 495 L. 160,875 ; N .. 122 Obblig. R isan am en to N apoli a 500 L 61,000; N. 300 Obblig. F o n d ia rie Banco N apoli a 467.50 L. 140,250; N. 6 Obblig. F o n d ia rie M ilano 4 p er cen to a 500 L. 3,000; N. 340 O bblig. F o n d iarie I s tit u to I t a ­ liano 4 p er cento a 500 L, 170,000; N. 357 Obblig. F o n d ia rie I s tit u to Ita lia n o 3 lj2 a 483 L. 172,431 ; N- 417 Obblig. F o n d ia rie g ià B anca N azionale a 500 L. 208,500 ; N 80 O bblig. B rioschi p e r Im p rese E le ttric h e L. 38,400; A zioni d iverse L . 23,586; T o tale L. 2,242,092.

S enza n o tev o li m odificazioni n elle cifre dei c re d iti a p e rti ai C o rre n tisti è da c o n s ta ta re negli ultim i m esi d e ll’ esercizio, u n a p rev a le n z a nei ritiri di som m e, sui v e rsa m e n ti, p e r modo che il n o stro credito, che a lla fine del 1910 e ra di L. 886,634,67 salì al 31 dicem bre u. s. a L. 728,803 51 che ris u lta dal com plesso delle operazioni : a d eb ito di L ire 6,996,635.81 ed a cred ito di L. 6,267,832.30.

L ’a tt iv i tà dei ra p p o rti con B anche e C o rrisp o n ­ d e n ti è d im o s tra ta d alla c ifra dei re la tiv i co n ti i q u ali h an n o d a to luogo a l seg u en te m ovim ento : Saldo del cred ito al prim o gennaio 1911 L ire 137,400.11; ad d eb iti d ell’ anno L. 70,668,672.51 ; To­ tale L. 70,806,072.62; a c c re d ita m e n ti d e ll’a n n o L. 70,553,552.20; saldo al 31 dicem bre u. s. a n o stro cred ito L. 252,520.42.

Colla d im in u zio n e di circ a L. 300,000 in con­ fro n to del 1910, i depositi fiduciari v en n ero rico n ­ d o tti ai lim iti del 1909 con un a rim a n e n z a di L. 5,654,277,72 che tro v iam o in s c ritta p e r L ire 4,010,502.17 su N. 2608 L ib re tti di c re d ito 2.75 per cen to ; L. 437,689.80 su N. 1191 L ib re tti di picc. risp . 3 1[4 p e r cen to ; L. 1,206,085.75 s u N. 109 Boni f r u t t i ­ feri; n elle q u ali som m e sono p u re com prese L ire 158,723.80 p er in te re s s i co rrisp o sti n e ll’anno.

L 'A m m in istra z io n e d ella B anca occasionò nel decorso esercizio u n a spesa che è s a lita a L ire 45,873.16, di c irca L ire 4000 su p e rio re a q u ella del 1910.

Le im p o ste e le ta s s e im p o rtaro n o L. 38,499.39 e segnano s u l 1910 u n nuovo au m en to di L ire 2000 circa.

(12)

204 L ’ ECONOMISTA

31 marzo 1912

L. 6000 se non ci av essero colpito le p erd ite di cui vi abbiam o g ià te n u to parola.

D edotto il 10 p er cento che a te rm in e dello S ta tu to è m esso a disposizione del C onsiglio p er le p artecip azio n i al P erso n ale, p er la beneficenza, eco. cioè L ire 10,853.69, rim angono L. 106,682.70.

[ R O H M DELLE L A ID E DI [ O H I O

Camera (li commercio di Torino. — N ell’ad u ­ n an za del 30 g ennaio 19Ì2 (P resid en za Bocca) fu a p p ro v ato il se g u e n te ordine del g io rn o :

« L a C am era dopo am pia discussione, em e tte il voto che sia affrancata con 5 cen te sim i la fa t­ tu r a com m erciale sia m a n o s c ritta che s tilla ta con m ezzi m eccanici e p o rta n te qu alsiasi indicazione di c a ra tte r e com m erciale, sèn z’a ltra re s triz io n e che q u ella d ell’invio in b u sta a p e rta e di q u ella che la f a ttu r a n o n abbia c a ra tte r e di corrisp o n d en za o rd in a ria ».

Camera di Commercio italiana in Marsiglia.

-N ella ad u n a n z a del Consiglio del 7 no v em b re 1911 il P re s id e n te B iancheri com unica u n a le tte r a del n o stro R . Console G enerale che dom anda siano su g g e riti i m ezzi p e r fa v o rire l ’esp o rtazio n e dei P ro d o tti I ta lia n i in seg u ito ai cessati ra p p o rti col G overno O ttom ano. D iversi C o n sig lieri p rendono p a rte a lla discussione re la tiv a a t u t t i gli articoli e s p o rta ti d a ll’Ita lia .

Si e di com une avviso, che uno dei m ezzi più p ra tic i per p o te r in ta v o la re nuovi affari, sarebbe q u ello che le Case in te re ss a te m e tte sse ro in" g iro dei V iag g iato ri che si rechino nelle d iv erse Colonie p e r re n d e rsi conto dei v a r i artico li che colà più facilm en te po treb b ero tr o v a re sm ercio, come fanno le a ltre nazioni ; perch è qui non si v ede la p o ssi­ b ilità d ’ a u m e n ta re 1’ esportazione g ià c o rre n te dei n o s tri a rtic o li e m olto m eno in tro d u rn e a ltri fra quelli che an d av an o d ire tta m e n te in T u rc h ia essendo fa b b ric a ti specialm ente p e r quel paese.

I l S ig n o r Demo P e lla s come D elegato del C on­ sig lio d o m anda d iv erse spiegazioni su i q u e siti che v e rra n n o discussi, dei q u ali viene d a ta le ttu ra , e dal P re s id e n te stesso ricev e t u t ti g li sc h ia rim e n ti v o lu ti.

I l P re s id e n te propone di iniziare- u n a so tto scrizio n e fra g li ita lia n i a fav o re dei n o s tri so ld ati in A ffrica e so tto m e tte a ll’approvazione del Con­ sig lio l’invio della C ircolare che com unica ai P r e ­ sid e n ti di tu t te le Società Ita lia n e , lascian d o loro però, ogni lib e rtà d ’azione, ciò che il Consiglio a p p ro v a.

N ella a d u n a n z a del C onsiglio del 12 dicem bre 1911 il V ice-P resid en te S ig n o r Demo P ellas, D ele­ g a to a l Convegno delle C am ere di C om m ercio al- 1 E ste ro te n u to si a P a rig i il 14 scorso novem bre fa u n esposto di q u a n to si è discusso in quel Con­

gresso e della co rd iale acco g lien za ric e v u ta ta n to dal R . A m b asciato re Sua E ccellenza T itto n i, che dal P re s id e n te d ella C am era ste ssa G ra n d ’ Ufficiale T rezza di M usella, ed in fo rm a la C am era che fra poco ric e v e rà il reso co n to ufficiale.

II P re s id e n te ren d e conto d el ris u lta to delle som m e raccolte, p rò so ld ati d ’A ffrica, che non è defin itiv o e che so rp a ssa oggi la som m a di ir . 3400, re s ta n d o la so tto scrizio n e a p e rta sino a l 31 d i­ cem bre D ’accordo con il R . Console G en erale p ro ­ pone al Consiglio che d e tta som m a sia v e rs a ta la R . Console G enerale, il q u ale la tr a s m e tte r à al M inistero degli A ffari E ste ri, p erch è sia d ev o lu ta a lla so tto sc riz io n e in fav o re delle F a m ig lie dei­ n o s tri so ld ati m o rti o fe riti in T rip o lita n ia e della Croce R ossa. Ita lia n a . C rede di a d e rire al d esiderio di m olti s o tto sc ritto ri, proponendo che sian o p ub­ b licate t u t t e le liste p e r in tero .

D opo b reve discussione, la p ro p o sta è a c c e tta ta ed il C onsiglio decide che la C am era c o n trib u irà p er la som m a di fr. 120 com presa la pubblicazione delle L iste, la cui spesa s a rà di fr. 80 q u e s t’u ltim o im p o rto d a p re le v a rsi su i fondi speciali che la Ca­ m era tien e in ris e rv a p e r so tto scrizio n i e feste. I l P re s id e n te dà le t tu r a d ell’ o rd in e del giorno v o tato d alla d e tta C am era co n tro la cam p ag n a fa tta a to rto ed a d anno d ella n o s tra situ azio n e econom ica e fin an ziaria. I l C onsiglio approvando d e tto o rd in e del g io rn o si unisce a lla C onsorella di B ologna in d e tta p ro te sta .

N ell’a d u n a n z a d el 9 g ennaio 1912, il P re s id e n te a nom e del C onsiglio esp rim e il d esiderio che il R. Console G enerale, quale P re s id e n te d ’ onore, voglia ap p o rre la su a firm a ai V erb ali delle a d u ­ nanze, ciò che il comm . C. B ian ch eri di buon g rad o accetta.

Il T eso riere p re s e n ta la situ a z io n e C assa alla d a ta del 31 dicem bre 1910, d alla q u ale ris u lta un saldo in c o n ta n ti di fr. 93.35, o ltre al p a trim o n io in re n d ita di L. 10,177.85. I l C onsiglio approva.

S o tto scrizio n e-T ri poli. — I l P re s id e n te fa no to al C onsiglio che la so tto scrizio n e a fav o re dei n o s tri soldati c o m b a tte n ti n e lla T rip o lita n ia è s ta ta ch iu sa a lla d a ta del 31 dicem bre 1911, 'e che il to ta le delle som m e ra c c o lte d a lla C am era si è elev ato alla c ifra di fr. 3,593 55 che fu ro n o v e rsa ti al R. Console, com e d a lla ric e v u ta dallo stesso rila sc ia ta , in fo r­ m ando che fui’ono sp e d iti al M in istro degli Affari E s te ri, insiem e alle som m e da lu i d ire tta m e n te raccolte, p e r essere d iv ise fr a la Croce R o ssa I t a ­ liana, ed il C om itato c e n tra le di soccorso, n ella p ro p o rzio n e seg u en te :

alla C roce R o ssa ita lia n a . . . fr. 2,000 al C om itato C en trale . , , . . » 2,272.50

(13)

31 marzo 1912 L ’ ECONOMISTA 205

RIVISTA DELLE BORSE.

rITO !4.1 n i STATO 2 'S _ J a i Is S S a . m •&-■2 0 tos ,S S S th M e rc o le d ì 27 m a rz o 19 12 G io v e d ì 2 8 m a rz o 19 12 V e n e rd ì 29 m a rz o 1 9 1 2 li Banditi» itili. 8 1[2 0(0 98 36 98 80 98.11 97 87 99.77 97.85 • * 3 112 0(0 98-37 »8 81 98 85 .98412 -97.85 98 r— • - 3. 0 |0 6 8 ,- 68 50 6 8 ,- 63,r - 63.75 68.25 R en d ifa,itili. 8 8i4.j0iQ 97.— il Parigi . . . 97 20 97.26 97.- - 96 85 98 75 a L o n d ra... 96 60 96.-- 96.50 95— 96— 96 5P a , Berlino . . -S S r . . — - ; " — Bqpd ita . francese r . . am m ortizzai» il e ' -» » H 0 io 93,87 98.72 9862 98 57 93:45 98 35 (Vvnsolklato inglese‘23|4 74.90 77.90 77 90 7790 78.25 79730 » prussiano 3 0f(> 90.40 9J.40 90.40 9J.40 , 90.40 90-3Q RenditiC anatrine. in oro 11125 114.30 114 30 114.30 ¡1420 114.80 * » in arg 89,85 89 8«) 89 70 89.70 89 65 89 65 * » in c a r ta 88 86 89 80 89.70 89.70 89*65 89.65 Rend. spagli, esteriore

a P arig i. . . . . 90.4?} ' 95.27 95,15 9580 95.30 , 9535

a Lond a. . . . 9350 93.-- 93.50 9350 93 — 98 85 B en d ita tu rc a a Parigi 89.12 88.95 89,15 .88 90 8947 89 95 * » a Londra 8 8 - 8 8 . - 8 8 .- 88 - 88 25 88 25 B end. ru ssa n u o v a a Par 10 5A( 105 70 1C5.85 •105 8J 10610 10640

* portoghese 9 ^ 0 ’• P ari ... 34.39j- —.— _, _ --- 65 36 65.37 V A L O R I B A N C A l ! l marzo24 marzo31 1912 1912 B a u q a d ’ I t a l i a ... 14tìQ.— 1 4 5 4 : -B a n c a C o m m e r c i a l e ... 8 5 0 . - 8 0 0 -C r e d i t o I t a l i a n o ... 5 7 4 - 5 4 0 . -B a n c o „ d i R o m a ... 109. — 1Q8 75 I s t i t u t o d i C r e d i l o f o n d i a r i o . 0 0 8 .— 5 8 8 — B a n c a G e n e r a l e ... 10.— 12.*-Q r,ed ito , Im m q b iliiM m ,. • • 2 9 5 . - 2 9 5 ,r -B n n c a r m I t a l i a n a , . . . . IV,7 .50 1 0 1 1 -24 31. OA R T E L L Il !•■<)N I>I A IM I i Halinoo, • • ■ » » . . . » ir . .

-Italica N azio n ale . . . Classa ili Risp. d i Milano.

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M onte Pascili di Siena

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< >», Pro di S.. Paole) T orin o 5 °/„' » 1 :7 ,7 « Italico di N apoli . . . 3:'/,°/iy

{,1 F, m arzo 1912 marzo 1912. 1 '/ ( / '/ „ 514.. 515, -4 °/o 5 0 3 .- - 5Q3 — 3 ' / , " U 481. 4 § ì . — i #/«' 4 9 9 — 4 8 9 .2 5 5 - 5 1 5 .— 517 — 4 - V « . 5 0 5 .5 0 • 6 9 3 W v u ° u : 1, C i TÍ* 489. -c n i ' — • -5 0 -5 .2 -5 5 0 6 — V ..Aid,) IO ..l\I0m t<)V 5l A I!ì y i M eridionali . . ¿ ¡ M e d i t e r r a n e e . . j Sicilie . . . . V, l S e o p n ,(|a ri« ? S a r d e ? Meridionali . . 2 M ed iterran ee Od Sieule (oro) . . S \ S a rd e . 0.: . . . ( i ’epro.yip ai,u.o,ye. V itto rio Minan nel« ^ I T i r r e n e . . . . X L o m b ard e , . . 5 \ M a r m i t i C a r r a ni 3»/„ 4°/o 4°/„ 3 " /. 3 ?/„. 3 ?/o Br°lo 3°/„ 24 m arzo 1912 59&.Ú0 111.50 6 8 0 — 2 9 5 , - . 8 4 5 — 5 0 2 -5 1 0 .— 35,4,— . 342.50. 373— 5 1 0 5 0 255 31 marzo 1912 6 0 0 .5 0 4 0 8 5 0 6fiQ—_ 2 9 5 .5 0 3 4 5 50 SOS­ SIO— 355, 3 4 3 — _ 3 7 3 — 5 0 0 — ■¿Uà -P R E S T I T I M U N I C I -P A L I P re s tito di M ilano . . . 4 » F ire n z e . . • 3 ° /0 » N ap o li. . . . 5 "/„ » R om a . 3 " / 4 V A L O R I IN 1 M J 8 T R I A LI N avigazione G enerale F o n d ia ria V ita , . . . » Incendi . . . A cciaierie T e rn i . . . R affineria L ig u re -L o m Ri rda L anificio R o s s i . ... Cotonificio C an to n i . . . • » V eneziano . C ondotte .d ’ac.q n a ... A cqua P i a ... L inificio e C anapificio n»/.n>mie M etallu rg ich e ita lia n i, . . . P io m b in o ... E lettine. E d i s o n ... C ostruzioni V enute . . . . G a s * ... • Molini A lta Ita lia . . C eram ica R ich ard F e rr ie re ... Officina Meec. Miaiii .Siivosi, M o n te c a tin i... C arb u ro r o m a n o ... Z uccheri R o m a n i... E l b a ... B anca di F ra n c ia . B anca O tto m a n a . C anale, di S u e z , . C réd it F o n d e r. 21 m arzo 1912 101.15 6 8 .5 0 9 9 .6 0 494.50 24 m arzo 1912 3 8 3 — 2 9 4 — 200. — 4 84. — 3 5 9 — 1522 - 3 6 8 — 8 2 — 3 3 4 — 2 0 2 5 — 1 5 0 .- 110— 1 4 2 .- - 6 1 6 .— 1 5 4 — 1244 - 2 0 6 — 2 17. - 146— 108.50 9 2 — 654 7 9 .2 5 182 50 6 8 0 — 6 3 5 5 — 8M1.-61 m arzo 1912 101 95 6 8 .5 0 9 9 .5 0 494— 61 m arzo 1912 8 8 0 — 3 9 8 — 201— 1432. - 3 6 0 — 1526— 352 — 8 0 .— 3 3 1 — 20 2 5 — 146.50 113 5 0 138 — 609 — ! 64.. — 1237.— 2 06. — 247 — 115 — 107.— G3 — 6 4 4 — 77 - 1 8 1 — 4 1 0 5 .— 6 8 6 .—. 6 3 1 0 — 8 1 6 —

PRQSP.ETT’O GEI CAMBI

'rancia su Londra, xiv .Beriin" »" A u stria

100.97 26*50 121*60 1 05.60 100.95 25.19 124.55 105 6(l 100.95 2 5 47 124.65 105 60 100.92 25.47 124.55 105 6 0 100.92 25.47 124 5 5 105 60 25 L u n e d i. . 26 M .artedi . 27 M ercoledì 28 G iovedì . 29 V enerdì . 30 S abato . .

Situazione degli Istituti di emissione italiani

29 febbraio Difterei./.fl 1 018 375 000 00 + 616i,iAl 111990 00(1,00,9 7 1 8 .0 ' , 435 650 000 00 + 9 0561 0,1 584 945 000 00 + 15 058 OJO CQ <«

I C irco lazio n e... . . • », C o n ti c. ( .d e b i ti a v ie ta

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