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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.39 (1912) n.1974, 3 marzo

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G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XXXIX - Voi. XLIII

Firenze, 3 Marzo 1912

N. 1974

SOMMARIO : Tripolitania e Cirenaica — A. J . d b Jo h a n n i s, Sull’ aumento dei prezzi e la produzione dell’ oro — La Tripolitania e la Cooperazione — Le condizioni industriali e commerciali della pro­ vincia di Firenze — RIVISTA BIBLIOGRAFICA : G. Chevilliard, Le sotock Echange, les usage de la place de Londres et les valeurs du placement - Prof. Dott. W. Ed. Biermann, Aus Karl Georg Winkelblechs (Karl Mario) literarisehen Nachlass - Prof. Dott. Friedrich von Kleinwàchter, Lebr- buch der Volkswirtschaftspolitik — RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA : Il movimento coopera­

tivo in Ungheria — RASSEGNA 1)EL COMMERCIO INTERNAZIONALE: Il commercio della Francia

—- La situazione del Tesoro al 31 gennaio 1912 — Bancbe Popolari e Cooperative, Piccolo Credito Monzese - Banca popolare di Intra - Banca del piccolo credito Bustese — Cronaca delle Camere di commercio — Rivista delle Borse — Società commerciali ed industriali — Notizie commerciali.

i pochi dissenzienti esprimono in modo impru­ dente il loro pensiero.

A d ogni modo è opportuno constatare che non solamente la immensa maggioranza del paese, ma quasi tutta* la sua politica rappresentanza si mostrarono concordi nell’ approvare la linea di condotta seguita dal Governo, salvo, per alcuni, a domandare a suo tempo, ragione dei metodi seguiti. Il Governo cosi si sentirà più agile e più forte nel cercare di condurre se non a ter­ mine, a buon punto, la occupazione, appoggiato come è dal voto della intera nazione.

Ora dunque il sentimento ha avuto il suo legittimo sfogo ed è conveniente che le conse­ guenze finanziarie della impresa affricana sieno serenamente esaminate.

Esse possono considerarsi divise in tre gruppi distinti : le spese per la spedizione militare cioè riguardanti la guerra e la marina ; — le spese per i rifornimenti del materiale di ogni genere consumato durante la guerra; — e le spese ne­ cessarie per la sistemazione delle nuove terre occupate.

Il Ministro del Tesoro, presentando alla Ca­ mera, i disegni d i legge per le spese dipendenti dalla spedizione nella Tripolitania e Cirenaica, ha appunto tenuto conto di tale distinzione do­ mandando la approvazione dei Decreti, coi quali erano già stati fatti prelevamenti sui fondi di­ sponibili del Tesoro, e presentando un apposito disegno di legge nel quale è chiesta per 1’ eser­ cizio corrente l ’ autorizzazione ad una spesa di

10,600,000 lire per i lavori urgenti nel porto di Tripoli e per la costruzione di pontili di approdo

T ripolitania e C iren aica

La Camera ed il Senato hanno nei giorni passati con grande solennità e con grande pa­ triottico entusiasmo approvato il progetto di legge che dichiara la piena ed intera sovranità dell’ Ita­ lia sulle due provineie affricane della Tripolita­ nia e della Cirenaica. Tale manifestazione è stata opportuna anche p ei mettere all’ unisono i sentimenti della rappresentanza nazionale colla nazione, che non aveva certo mancato di far co­ noscere i mille modi la propria opinione favore­ vole alla impresa affricana, intuendo tutta la importanza politica di tale conquista, sopratutto in dipendenza della posizione avvenire dell’ Italia nel Mediterraneo.

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a Bengasi a Derna e ad Homs, per provvedi­ menti sanitari presi e da prendersi, per il funzio­ namento dei servizi civ ili in Tripolitania ed in Cirenaica, per l ’ impianto di due cavi telegrafici tra Tripoli e Siracusa e tra Bengasi e Siracusa, per l’acquisto di nuovi apparati telegrafici e per 1 impianto di una rete telefonica a Tripoli.

Per tutte queste cose insieme la spesa di poco piu di 10 milioni e mezzo può sembrare troppo inadeguata ; però si deve considerare che si tratta dell’ esercizio in corso e che i lavori non possono procedere che con una certa lentezza, per quanto siano sollecitati.

Tutto insieme, spese militari e spese civili, importano per ora 205 milioni ; però è bene no­ tarlo, non si provvede coi disegni di legge pre­ sentati, che in piccolissima parte ai rifornimenti dei magazzini militari ed alle riparazioni del materiale di terra e di mare.

Per ora quindi dal lato le cose finanziario procedono nei limiti delle disponibilità del Tesoro e non vi è nessun bisogno di ricorrere al cre­ dito pubblico, tranne che per il collocamento dei Buoni del Tesoro, anzi vi è ancora margine suf­ ficiente per parecchi mesi, anche se la guerra dovesse prolungarsi.

D ’ altra parte il gettito della entrate è sem­ pre confortante e tutto lascia ritenere che anche 1’ esercizio in corso darà una notevole differenza in più tra le previsioni e le riscossioni. Il pre­ stito per reintegrare tutte le spese e per attu­ are un programma di messa in valore delle due provincie affricane, verrà poi e crediamo senza fretta. Ed è bene ripeterlo, poiché, a parere di molti, al movimento attuale delle Borse non è estraneo il maneggio dell’ Alta Finanza, la quale sarà ben contenta di dare all’Italia i milioni di cui abbisogna, ma non vorrebbe darli al tre e mezzo per cento, sibbene ad un saggio maggiore ; la qual cosa non sarebbe stata possibile finché il consolidato tre e mezzo per cento fosse stato sopra la pari.

Ove risulti chiaramente che il prestito, forse inevitabile, può essere senza inconvenienti ri­ mandato anche al 1913, è probabile che 1’ Alta Finanza disarmi per ora, e dia un’ altra nota a chi opera nel mercato.

Sull’ aumento dei prezzi e la produzione deli' ora

Abbiam o promessa qualche modesta consi­ derazione sul dotto lavoro dell’ illustre sig. Y . Guyot intorno alla relazione tra 1’ aumento dei prezzi e la produzione dell’oro; eccoci a mante­ nere la promessa fatta.

Siamo d’ accordo coll’ eminente Collega nel negare verità alla teoria quantitativa ; in un solo caso essa potrebbe avere significato quando cioè in un medesimo istante tutte le merci esistenti fossero oggetto di scambio colla moneta; allora è evidente che il valore della moneta salirebbe fino ad un determinato punto, ma è altresì evi­ dente che non si potrebbero fare scambi di merci se non per la quantità effettiva di moneta esi­ stente.

Fuori di questo caso ci sembra che troppo complicati siano i termini che costituiscono la velocità con cui la moneta può funzionare e la efficacia dei suoi surrogati sotto forma di titoli di credito, per poter porre in modo preciso il problema.

Non è quindi da questo lato della teoria quantitativa che si deve esaminare come possa influire sui prezzi la crescente produzione dell’oro.

Giustamente l’ illustre direttore del Journal

des Econom istes ha messo a paragone la quan­

tità crescente dell’ oro messo in circolazione, e la quantità di gran lunga più ancora crescente della produzione industriale; ma appunto la enorme differenza che passa tra i due termini, oro e pro­ duzione industriale, nel loro aumento, ci pare lasci comprendere la esistenza di un terzo ter­ mine o di altri termini che vengono a ricostruire l’ equilibrio relativo che rimane tuttavia nella economia mondiale.

Se la produzione industriale cresce a mi­ liardi -— e quindi a miliardi crescono anche gli scambi, poiché, se la produzione industriale non dovesse essere venduta, non si creerebbe, — mentre la produzione dell’oro cresce a diecine di milioni, come non si è manifestato un bisogno di oro così improvviso da rovesciare la corrente di au­ mento di prezzi, che ora è in discussione?

Le prove che ci ha fornite in tanta abbon­ danza e scelte con grande perspicacia il signor Guyot le quali ci dimostrano che gli scambi sono enormemente aumentati, mentre la produzione dell’ oro è aumentata in proporzioni tanto minori, sono tanti argomenti che dimostrano l ’ intervento del terzo termine a sostituire l’oro negli scambi; se no saremmo già arrivati ad un prezzo altis­ simo dell’oro e quindi ad un massimo rinvilio dei prezzi delle cose.

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delle svariate forme di titoli di credito, a perfe­ zionarle ed anche ad inventarne di nuove, ren­ dendole più agili e più pronte al servizio a cui erano chiamate,

Da una parte quindi vi è il fatto dello scam­ bio che, tranne il caso ormai raro di baratto di­ retto, ha bisogno dell’intermediario per effettuarsi; dall’altra abbiamo oro, argento e titoli di cre­ dito che appunto costituiscono l’ intermediario, funzionante più o meno velocemente della moneta, secondo le sue peculiari qualità.

Ora il sig. Y . Guyot ci ha dato per quanto approssimativamente una serie di notizie da cui comprendiamo quanto grande sia stato e continui ad essere l’aumento della produzione industriale e quindi degli scambi; — ci ha dato anche, con maggiore precisione l’aumento dell’ oro, ma non ha parlato affatto, o solo per incidenza, dell’ au­ mento dei titoli di credito che, nell’ ufficio di intermediari degli scambi, sostituiscono l’ oro. E siccome non vi è nessun dubbio che i titoli di credito, non soltanto sono aumentati in cifra as­ soluta, ma hanno anche notevolmente aumentata la loro speciale funzione di servire direttamente o indirettamente di intermediari negli scambi, è da domandarsi se presi insieme oro e titoli (usi­ amo per brevità questa denominazione) non sieno ormai in esuberanza da determinare l’aumento dei prezzi.

E si noti ancora che l’ uso dei titoli come intermediari degli scambi, uso ohe può essere diretto od indiretto e non occorre spiegare come e perchè in quanto si tratta di cose molto note, l’ uso dei titoli è per molti aspetti molto più co­ modo dell’ uso dell’ oro, specialmente quando sia diventato abituale; perciò se la somma dei titoli e dell’oro diventi in un dato momento superiore a quello che era precedentemente ed in propor­ zione maggiore dell’aumento ordinario dei traffici, è da domandarsi se non si possa cosi spiegare il rincaro dei prezzi.

Suppongasi S il valore degli scambi a cui stanno di fronte per servire da intermediari O + T valore dell’oro e dei titoli. Tanto S che O e T tendono ad aumentare in modo da mantenere un certo equilibrio; ma se 0 , anche essendo una piccolissima parte della somma O + T , ad un tratto aumenta più rapidamente degli altri termini così che non si mantenga più l’equilibrio preesistente tra S ed O + T ; ci pare chiaro che si debbano imputare ad 0 le conseguenze che dal detto equi­ librio derivassero.

Ancora va considerato che nelle inevitabili oscillazioni che gli scambi subiscono quantitati­ vamente, avviene che oro e titoli si comportino diversamente; i titoli possono essere ritirati dalla

circolazione e messi in cassa ; essi continuano a dare un interesse; l’oro, se è troppo, ove sia te­ saurizzato, non rende nulla, anzi in certo modo, mangià il proprio valore per le spese di custodia, Per cui, se, ad esempio, negli anni 1905-1906-1907 quando gli scambi ebbero quell’ enorme slancio, che tutti sanno, i due intermediari oro e titoli ebbero una maggiore funzione e forse non par" vero e non furono sufficienti, tanto che qua e là si manifestarono delle deficienze e le Banche di emissione in alcuni luoghi dovettero spingere al massimo la loro circolazione di biglietti; succes­ sivamente, avvenuta una certa restrizione nella produzione e negli scambi, i titoli esuberanti, hanno potuto essere ritirati dalla circolazione e messi nelle casse private, ma l’ oro ha dovuto per forza rimanere in circolazione, od essere sem­ pre pronto a tornarvi, perchè il tesaurizzarlo co­ stituisce una perdita.

Si intende che tutto questo ha un valore soltanto a grandi linee e che in mezzo alla ten­ denza mondiale per avere l’ equilibrio od almeno una certa stabilità tra la somma degli scambi e la somma dell’oro più titoli, si incontrano le per­ turbazioni locali le quali possono dar luogo a fenomeni particolari; ma queste perturbazioni locali ed i provvedimenti che si prendono per vincerle, non si possono far assurgere senza pe­ ricolo, a teoria generale; precisamente come le cori-enti atmosferiche di una data regione non possono essere elemento per delineare le grandi correnti atmosferiche dell’ intero pianeta ; queste e quelle hanno le loro regole e le loro leggi ben distinte.

Siamo d’accordo coll’ illustre economista, di cui esaminiamo lo studio, che la guerra è grande distruttrice di ricchezza, e che le guerre che egli ha citate nel suo lavoro possono aver contribuito, anzi hanno certo contribuito all’aumento dei prezzi; ma anche per questo fatto, che del resto è tran­ sitorio, si potrebbe invocare quella stessa pro­ porzionalità, che l’ Autore invoca tra la produ­ zione dell’ oro e la produzione industriale ; che influenza può avere su un cospicuo movimento di prezzi dei prodotti, una guerra che consumi otto o dieci miliardi, quando la produzione mon­ diale si misura in molte centinaia di miliardi? L e cinque proposizioni colle quali l’ illustre economista chiude il suo diligente lavoro, hanno quindi il difetto fondamentale di mancare di com­ pletezza in quanto non è tenuto conto di uno dei fattori della questione cioè del credito che ha senza dubbio grande importanza nel determi­ nare la abbondanza o la scarsezza dell’ interme­ diario degli scambi.

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La Tripolitania e la Cooperazione

Il sig. Gino palvetti, direttore della Coope­ rativa fiorentina fra i lavoranti in legno, ]ia in­ dirizzato alle più importanti istituzioni cooperative d 'Ita lia e a molti amici della cooperazione la seguente circolare:

« La Tripolitania e la Cirenaica, nuove terre annesse a ll’Italia, non possono e non debbono essere campo di sfruttamento solo per una delle forme economiche dalle quali sorgono e pren­ dono sviluppo l ’ industria e il commercio.

« R itengo opportuno porre in evidenza che il cooperativismo nostro non deve lasciarsi sfug­ gire questa propizia occasione a fine di con­ quistare, per la parte che gli si competerà, una nuova fonte di lavoro.

« L ’ora non è intempestiva nè prematura, perchè certe intenzioni possono risolversi di mo­ mento in momento, e ne fa fede il fatto che già diversi industriali e commercianti hanno con­ dotto i loro studi in proposito, fino al punto d ’inviare nella nnova colonia dei tecnici di nota competenza e di recarvisi personalmente onde riconoscere il valore economico ed industriale di quei possedimenti.

« Inoltre vari Sindacati si sono formati e si stanno formando, ed il Governo ha già decisa ed artidata 1 esecuzione di rilevatiti opere.

« Sarebbe insensato che le Cooperative si appartassero da questo movimento di nuova at­ tività tanto più che anche ad esse non mancano persone adatte e competenti per sfruttare tale situazione, nè dovrebbe mancare l ’appoggio mo­ rale e materiale dello Stato, che favorendo inizia­ tive private, non potrebbe non usare lo stesso trattamento a delle Associazioni cui ha sempre fatto speciali condizioni anche con leggi.

« Ricorre perciò l ’opportunità di riunire a convegno le persone più eminenti del cooperati- vismo italiano per trattare della questione, con­ vegno la cui iniziativa affida a chi per indiscussa autorità nel campo cooperativo possa garantirne la buoua riuscita.

« Comunque sarò grato se Ella vorrà in una sua risposta comunicarmi le proprie impressioni ».

Non crediamo che il convegno abbia peranco avuto luogo e non ci risulta finora dove e quando sarà tenuto. Reputiamo intanto che possa riu­ scire molto opportuno e che sia degnissimo di attenzione e di studio il concetto del suo pro­ motore. Delle risposte a lui giunte, una sola è a nostra conoscenza : quella dell’Unione Coopera­ tiva di Consumo di Firenze, che l ’ha pubblicata

nel proprio giornaletto mensile, dal quale rica­ viamo la notizia. Eccone il testo :

« Non pure in mio nome, ma in nome di tutto il Consiglio cui ho l 'onore di presiedere, faccio plauso alla opportuna iniziativa di Lei. in­ tesa a richiamare l ’ attenzione dei Cooperatori italiani sul nuovo e vasto campo d ’azione che può offrir loro la Tripolitania.

« E per quanto questa Unione svolga l ’opera sua in una sfera per la quale si annunziano già sorte o prossime a sorgere in Tripolitania delle imprese, alle quali la Unione stessa non in­

tende assolutamente muovere concorrenza, ade­

risce di buon animo al convegno che Ella pro­ pone, — convegno in cui sarà rappresentata dal sottoscritto o da un suo delegato.

« Rimanendo in attesa di conoscere il luogo e il giorno di tale riunione, ho il piacere di por- gerLe i più distinti e più affettuosi saluti.

« Il Presidente

« F .to Lorenzo Piccioii-Poggiali ».

Il sodalizio fiorentino dichiara di non voler in nessun caso muovere concorrenza a quegli altri che fossero già sorti, o stessero per sorgere, in Tripolitania, se dello stesso suo genere. Non al­ lude pertanto a qualunque Cooperativa, ma solo a quelle di consumo. E ciò per mantenersi fe­ dele osservatore d ’ un principio, e h ’esso da più anni, come anche altri, ha sostenuto e predicato con assiduità: essere cioè condannata dalla dot­ trina e dall ’esperienza la molteplicità delle Coo­ perative d ’egual natura in uno stesso luogo.

Il ricordato organo mensile dell ’ Unione Coo­ perativa dice che la proposta è meritevole di studio specialmente per le Cooperative di pro­ duzione e lavoro. « Male infatti provvederebbero al loro interesse, se lasciassero unicamente alla speculazione privata lo sfruttamento del vasto campo d ’ attività che indubbiamente, a pace con­ clusa, offrirà agli operai italiani la Tripolitania ». E dice benissimo ; ma perchè quello specialmenteì A Tripoli i viveri son già rincarati. La vita laggiù è e sarà migliore di quello che fosse prima dell’ occupazione italiana, ma inevitabilmente più costosa. Il paese è fertile, ma non produce già di tutto, e i bisogni dei nuovi e dei futuri suoi abitanti sono ben altrimenti numerosi e vari che quelli degli indigeni. L ’ esistenza e l ’ opera di Coo­ perative di produzione e lavoro, come anche di consumo, possono riuscire egualmente provvide, essere per tempo egualmente desiderabili.

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spetta specialmente ad essa far sì che a suo tempo, o meglio a grado a grado, la Tripolitania riesca per l’ Italia un acquisto utile e retributivo. Lo Statò nel frattempo avrà tanto compito da sbri­ garvi!

Poco tempo addietro, il Direttore delle D o ­ gane turche diceva allo scrittore italiano Dome­ nico Tumiati: « Se chi verrà, spenderà in Tri- politahia mezzo miliardo, potrà raccogliere, di lì a un anno, il quattrocento"per uno: se vi spenderà cinquanta milioni, li spenderà senza speranza ».

Frasi ! Non già, badiamo, che cotesto calco­ letto approssimativo, esposto da uno che forse se ne intende perchè conosce il paese, debba qualificarsi sbagliato. La prima affermazione potrà essere anche giusta. In genere è risaputo che chi ha modo di seminare a piene mani, quando il ter­ reno promette molto, può fare assegnamento su un raccolto oltremodo abbondante. Bla la seconda affermaz'oue è eccessiva, e fra tutte e due sono fuori di luogo, se intendono, nel caso concreto, costituire un consiglio pratico. Dove trovare lì per lì il mezzo miliardo? D ’altronde, come spen­ derlo tutto in una volta?E minori somme, ripetuta- mente erogate a mano a mano che occorra e che si possa, verrebbero a essere spese senza speranza? Ma neanche per sogno! Non sono le vampate , quelle che scaldan bene: è il fuoco, anche moderato,

vigilato senza interruzione e mantenuto sempre [ acceso. Nel colonizzare, come in ogni opera vasta _ e non facile, è sufficiente ma necessario uno spi­ rito e mètodo di continuità. Questo sì.

Pur curando in giusta misura l ’ economia, lo Stato fin da principio avrà da sostenere molte e non lievi spese inevitabili. I porti, prima di tutto, perchè offrano un approdo almeno discreto; in pari tempo non pochi chilometri di strade ordi­ narie, e alcuni primi tronchi di ferrovia. Occorre­ ranno pure impianti amministrativi, igienici, ser­ vizi pubblici di Varia specie. Tutto ciò verrà eseguito a un po’ alla volta, sta bene; ma il da farsi è molto. Ragione di piu per lasciare inte­ ramente all’ azione dei privati quello che concerne agricoltura, commercio, industrie. Parlavamo po­ c ’anzi d’ incoraggiamento e di facilitazioni; ma ci sembra che possano bastare in forma indiretta e siamo per dire negativa, cioè consistere in assenza o rimozione d’ ostacoli burocratici e fiscali. In que­ sto senso, pur desiderando non si pratichi ostilità di sorta contro la speculazione in grande e danarosa (che sarebbe un pregiudizio stolto, ingiusto e dannoso), reputiamo si possa in modo speciale largheggiare a favore delle Associazioni coope­ rative, quante volte sappian dar sicura gaian- zia di sè.

Le condizioni Industriali e Commerciali

DELLA PROVINCIA DI FIRENZE

Da un rapporto semestrale, testò pubblicato dalla Camera di Commercio e industria di F i­ renze, togliamo alcuni ragguagli sull’ andamento commerciale e industriale della Provincia di Fi­ renze dal I o gennaio al 30 giugno 1911.

Questo rapporto comincia col constatare che la Provincia di Firenze è prevalentemente agri­ cola, quindi la maggior somma del traffico si svolge per effetto delle produzioni del vino, olio, cereali, biade, alcune delle quali hanno assunto celebrata fama nell’ interno ed all estero.

Non mancano però centri industriali impor­ tantissimi, le cui produzioni danno luogo a in­ teressante movimento di affari. Prima fra questi il capoluogo colle industrie artistico—industriali (statue e busti in marmo di Carrara e Castel­ lina, ferri battuti, bronzi d’ arte, ceramiche e

maioliche artistiche, mobili, legature artistiche ec.); Prato coll’ industria laniera e principalmente dei tessuti di lane meccaniche, mezze lane ec.; Pistoia colle paste alimentari ecc. ; Santa Croce sull’ A rno colle pelli e cuoi conciati ; Fucecchio coi tessuti misti di lana e cotone ; Montelupo e Capraia colle stoviglie comuni d’ uso famigliare; Empoli colla fabbricazione dei fiammiferi, e paste.

In generale l’ andamento del commercio e dell’ industria della Provincia ebbe notevole e graduale sviluppo ed è in via di miglioramento, per quanto, in alcuni rami, l’ industria abbia subito una stasi o ristagno, come ad esempio la vecchia lavorazione della paglia travagliata dalla concorrenza e dall’ esigenza della moda special- mente per il cappello in tredici.

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irrorazione delle viti con solfato di rame, l’ in­ dustria vinicola ebbe grave danno per la quan­ tità mancata del prodotto ; ma in compenso il prezzo dei vini fu assai rilevante. Le richieste furono incessanti sì da vuotare dappertutto le cantine.

È noto che negli anni 1907-908-909 la so­ vrabbondanza dei raccolti aveva ridotto i vini ad un prezzo vilissimo e non remunerativo da sgomentare g li stessi coltivatori. Però i proprie­ tari forniti di mezzi e di sufficiente quantità di vasi attesero più favorevole occasione che giunse in questo 1° semestre 1911 per la deficienza del raccolto dell’ anno precedente.

Anche dell’ olio che il territorio produce squi­ sito e finissimo si è fatta UDa discreta esporta­ zione ed a prezzi elevati benché il raccolto fosse stato soddisfacente.

La coltura intensiva dei terreni non con­ sente un’ abbondante produzione di cereali ed in specie del frumento, pel quale vi fu bisogno anzi d’ importazione, non indifferente pel mag­ gior consumo specialmente nelle famiglie coloni­ che perchè mancando o scarseggiando il vino esse consumavano maggior quantità di frumento.

A l minore prodotto del vino si contrappose l’ enorme aumento del prezzo del bestiame e specialmente della carne da macello. L ’ industria del bestiame compensò i coloni dal mancato vino, li pose in grado di acquistare il grano mancante al consumo e diede ai pz'oprietari buoni profitti.

Circa le frutta, specialmente per le ciliege, albicocche, pesche, ne è stata fatta in altri anni una notevole esportazione; ma il 1° semestre 1911 si ridusse a ben poca cosa poiché la stagione non fu favorevole al prodotto.

Anche le legna da ardere formano un note­ vole commercio, per essere la parte montana della provincia coperta da boschi cedui, dai quali si ricava, ogni anno legna da ardere esportata li­ mitatamente.

L ’ industria dell’ olio d’ oliva al solfuro si è svolta in condizioni difficili.

La mancanza di raccolto in molte delle zone circostanti il nostro territorio provocò il rialzo del prezzo della sansa a causa della incetta fatta ai centri di produzione ; la domanda di olio ai- fi inizio della campagna, dovuta al frequente fe­ nomeno a fine d' anno di esaurimento degli approvvigionamenti, aveva fatto nascere nei produttori la speranza che i prezzi dell’ olio potessero mantenersi a tale posizione da per­ mettere un utile, sia pure meschino, nonostante il prezzo eccezionalmente alto della sansa.

Ma in primavera, soddisfatti i bisogni locali, e mancata la richiesta dall’ estero, i prezzi

dei-fi olio abbassarono cosicché le fabbriche, che non poterono fruire di condizioni speciali di favore, e non ebbero collocata la produzione fino dal primo bimestre, chiusero fi esercizio con perdita sensibile.

Il commercio delie ligniti nel primo seme­ stre dell’ anno corrente si è mantenuto attivis­ simo e con prezzi sostenuti, nonostante la con­ correnza di altre miniere ed il prezzo non alto dei carboni esteri. L ’ escavazione nelle nostre mi­ niere è stata normale.

In quanto alle industrie metallurgiche, la Società A lti forni e fonderie ed acciaierie di Piombino, unico grande stabilimento metallurgico toscano, specializzò la propria produzione per le rotaie da ferrovia e per rotaie a gola per tram.

A tale riguardo eseguì importanti forniture per le ferrovie dello Stato nonché le forniture per le principali società di tram dell’ alta e media Italia, per le aziende municipali come quella del Comune di Roma. Ha pure eseguito varie forniture per privati di travi per costru­ zioni in ferro, ponti ecc. e per costruzioni edi­ lizie. Per i cantieri della Marina ha fornito i ferri sagomati per la costruzione del nuovo tipo Dreadnought.

Ha pure eseguito forniture di rotaiette tipo Decauville ed i ferri laminati di minori dimen­ sioni per costruzioni in cemento armato e per l’ uso comune del commercio. In pari tempo ha prodotto getti in ghisa delle più variate dimen­ sioni e getti in acciaio per pezzi di macchine. Ha inoltre dato speciale sviluppo alla fab­ bricazione del cemento Portland ottenuto con la utilizzazione della loppa degli A lti forni, cemento che ha incontrato favore sui mercati della To­ scana, del Lazio e dell’ Italia Meridionale, ven­ dendone specialmente alle importanti ditte co­ struttrici in cemento armato. Ha pure prodotto catrame e solfato ammonico: quest’ ultimo impie­ gato con favore dai centri agrari della Toscana e del Lazio.

A l principio del primo semestre gli affari in pelli da guanteria erano piuttosto calmi e solo dopo Pasqua vi fu un accenno a fermezza e mag­ giore domanda senza però aumento di prezzo di vendita.

G li affari vennero poi resi anche più difficili per causa della poco buona qualità del prodotto di quest’ anno.

Molta fu la domanda delle pelli da pellic­ ceria, i cui prezzi andavano affievolendosi dopo la seconda metà del semestre.

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3 marzo 1912 L ’ ECONOMISTA 135

di esportazione ed una minore richiesta. Non per causa del consumo che in Italia è in costante e progressivo aumento, ma per la concorrenza spie­ tata ormai invalsa ed adottata fra industriali e industriali. La crisi dei cotonifici ha avuto una ripercussione forte sul consumo minore di tutte le carte da imballaggio. La crisi delle Società automobilistiche ha pure danneggiato l’ industria della carta in genere per un minor consumo di carta adibita a cataloghi, cartelli réclame ecc. Per le condizioni speciali del nostro paese è ormai provato che alcuni dazi doganali di en­ trata avrebbero urgente bisogno di essere ri­ toccati.

L ’ arte della lana non si trova in buone condizioni e non può dirsi uscita dalla crisi da cui fu colpita fino dal 1908.

Il motivo principale di un tale stato di cose va ricercato specialmente nel fatto che i lanieri, in seguito ad un favorevole indirizzo preso dalla loro industria, si slanciarono un po’ troppo in ampliamenti durante gli anni 1907 e 1908 e la produzione che ne derivò non trovò poi equilibrio colle richieste dei consumatori.

Si ebbe quindi una esuberanza molto sen­ sibile di produzione, procurando dei guai, resi più gravi dal terremoto della fine 1908, il colera ed i cattivi raccolti del 1910.

A d aggravare sempre più un tale stato di cose precario si aggiunse il fatto che la moda abbandonò alcuni articoli, portando un danno non lieve alla generalità d egli industriali, i quali, per non rischiare di vedersi completamente sob­ balzati dalla concorrenza, dovettero mettersi in grado di supplire prontamente con articoli meglio accetti.

I l primo semestre dell’ anno in corso, che rappresenta por il commercio della paglia la fine della stagione 1911-1912, non fu molto propizio per questo commercio.

Il lavoro dei cappelli fiorentini ebbe a sof­ frire in conseguenza dei depositi accumulati sul finire della stagione precedente, nei centri mag­ giori di consumo quali New Y ork , Londra e Parigi.

Inoltre la domanda libera ridusse il prezzo talmente che provocò il tentato sciopero delle trecciaiole.

Sfortunatamente su questo articolo, cosi sog­ getto alle variazioni di moda, non vi sono sin ora segni di ripresa. Nè m igliori furono le condizioni delle trecce di fantasia. L e scarse domande di articoli speciali erano ben presto ultimate, e non potevano servire ad occupare completamente le operaie.

Il consumo di questo articolo non è dimi­

nuito, ma la concorrenza giapponese nella qualità del buon prezzo, e quindi di grande smercio, ha ridotto considerevolmente le ordinazioni che giun­ gono in Toscana.

La treccia in sette fila per contro è stata di buon esito e lo è tuttora, tanto che una pro­ duzione maggiore troverebbe lo smercio facil­ mente.

I prezzi però non dovrebbero crescere di troppo, perchè già sono molto maggiori dell’ ar­ ticolo simile, benché inferiore, che viene prodotto in China, e crediamo che un aumento danneg- gerebba la buona accettazione pel futuro.

Nel cappello a cucitura sopramessa per uomo non vi furono sensibili differenze dalla stagione scorsa. Se vi fu una diminuzione nell’ esporta­ zione, fu calmata da un aumento del consumo interno dovuto ai protratti calori estivi. Diminuì notevolmente 1’ esportazione pel Nord Brasile a causa dei ribassi subiti dal caoutchouck che tanta parte ha nel buono andamento di quel mercato.

Non ci consta che altri cambiamenti degni di nota ebbero luogo, e sembra per la nuova stagione non ci sieno accénni ad importanti al­ terazioni.

Le antiche fabbriche di carrozze cui andava orgogliosa Firenze, sono totalmente scomparse anche negli ultimi successori, e solo rimasero poche di non molta importanza, ma che seguendo il progresso si dedicano alla carrozzeria d ’ auto­ mobili.

La fabbricazione delle carrozze a cavalli di lusso è quasi scomparsa, rimanendo solo quella delle vetture di rimessa che in complesso sono buone e bene finite, con lusso certo superiore ad ogni altra città d’ Italia.

La industria della cartoleria ha avuto una sosta e una diminuzioni.

I l motivo si rileva nella fortissima concor­ renza, nel sorgere di nuove industrie e di nuove fabbriche, le quali producendo articoli, sia pur« di qualità più scadenti, deviano gli aifari, allet­ tando la clientela col buon prezzo.

Inoltre varie Case specialmente di Milano, che facevano solo il commercio all’ ingrosso, hanno iniziato sulla piazza la vendita al dettaglio, sia coll’ apertura di negozi, sia coll’ afifidare depositi dei prodotti a bazar o ad altri empori di ogni merce.

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Il movimento dei forestieri, per quanto con­ cerne la città, in rapporto ai precedenti esercizi, è in notevole aumento, in gran parte dovuto al maggior numero di viaggiatori, anche italiani, che hanno approfittato delle riduzioni ferroviarie concesse per le feste cinquantenarie.

Tali le condizioni generali e particolari, così riassunte, del commercio di questa importante provincia.

R

ivista

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ibliografica

G. Chevilliard. - L e Stock E change; le* usage

de la place de Londres et les valeurs du placement. — London, Effingham W ilson;

Paris, Boyveau et Chevillot, 1911, pag. 280. Molti hanno scritto sugli usi dello Stock

Echange di Londra, ma bisogna riconoscere che

questo lavoro che presentiamo ai lettori, è tra i più chiari e più completi ; ed è per la sua chia­ rezza ed utilità che in una diecina d’anni è già arrivato alla terza edizione, che l’ Autore ha ac­ cresciuta comprendendovi tutte le cose nuove che sono state introdotte nel mercato dei valori di Londra e dando maggior svolgimento alla trat­ tazione di quei valori che, come i minerari, hanno in questi ultimi anni assunta una speciale im­ portanza.

La crescente ìnternalizzazione dei valori rende sempre più necessario, crede giustamente l’ Autore, che i capitalisti conoscano a fondo le consuetudini di un mercato così importante come è quello di Londra.

L ’ Autore comincia facendo la storia dello

Stock Echange e si sofferma a descriverlo quale

è attualmente, indicando quale sia il modo con cui funziona ; tratta della quotazione ufficiale e delle condizioni di ammissione alla Borsa di Lon­ dra. Un capitolo è consacrato alla liquidazione ed al modo con cu i si fanno le operazioni sui ti­ toli al portatore e su quelli nominativi. Nei suc­ cessivi capitoli sono esaminate le operazioni a premio, le opzioni, le tasse d i bollo, il cambio, le stanze di compensazione ecc. Infine il vo­ lume costituisce un trattato completo sul tema.

Prof. Doti. W . Ed. Biermann. - Aus Karl

Georg Winkelblechs (K a rl Marlos) literari- schenN achlass. — Leipzig, A . Deichert, 1911,

pag. 163 (M. 3).

I l Prof. Biermann, che nel 1909 ha pubbli­ cato una lodata biografia sopra K arlo Mario, avvertiva già in quel suo lavoro che il W

inkel-blech aveva lasciata manoscritta un’opera inte­ ressante, che ora viene pubblicata accuratamente riveduta dallo stesso D.r Biermann.

L ’opera del Mario (il noto pseudonimo del W inkelblech) vuol avere un carattere pratico e tratta : delle corporazioni, della famiglia, dei mezzi di mantenimento, nella vita domestica ed in altre condizioni, della costituzione dello Stato, dei sistemi di agricoltura e delle industrie, delle teorie del commercio dei cereali e del lavoro.

In complesso quest’opera postuma ci è sem­ brata meno originale degli altri lavori del Mar­ io; quantunque contenga considerazioni acute ed in certi punti quasi profetiche, appare non com­ pletata e quasi come una serie di appunti.

Tuttavia gli studiosi devono esser grati al Prof. Biermann di aver dato alla letteratura economica questa nuova fonte di studio.

Prof, e Doti. Friedrich von Kleinwàchter.

- Lehrbuch der Volkswirtschaftspolitìk. — Leipzig, 0. L . Hirschfeld, 1911, pag. 274 (M. 5).

È la 2a parte del Manuale di economia na­ zionale del quale a suo tempo abbiamo breve­ mente presentata la l a parte. Questa seconda parte, che in altro tempo si sarebbe chiamata « pratica » tratta della politica economica, in con­ trapposto alla precedente che tratta della teoria economica.

È divisa in tre capitoli: il primo « la poli­ tica agraria » nella quale oltre le questioni ge­ nerali, è discusso ed esaminato quanto riguarda il credito ipotecario, mobiliare e personale, l’ as- sicurazione, le condizioni dei lavoratori, la poli­ tica doganale e commerciale, la forestale e la mineraria.

Il secondo capitolo tratta della politica in­ dustriale, ed anche qui, dopo la parte generale l’Autore discute della lotta di concorrenza tra la inano d’ opera e l’ officina, del credito industriale, al quale argomento consacra però brevi pagine, alle leggi protettive ed all’organizzazione del lavoro, ed alla protezione industriale.

Finalmente il terzo capitolo è consacrato alla politica commerciale e dei trasporti ; il commer­ cio, i trasporti e mezzi di comunicazione, la po­ litica commerciale e coloniale sono gli argomenti trattati.

Come sempre si incontra nei lavori tede­ schi, grande cognizione della materia, rigorosa e sistematica esposizione. I l libro riesce quindi utile agli studenti ed agli studiosi.

(9)

3 marzo 1912 L ’ ECONOMISTA

137

RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA

Sebbene il movimento cooperativo in Ungheria non sia cominciato che assai di re­

cente, esistono già in questo paese circa 7000 coopeiative. Degno di nota è perciò uno sviluppo Cosi lapido, di cui veniamo a conoscere i det- tagli grazie a una monografia particolareggiata apparsa nel Bollettino delle Istituzioni Econo­

miche e Sociali pubblicato dall’ Istituto In tern a ­ zionale d’ Agricoltura. Ne riassumiamo qui qualche

dato principale.

Ciò che anzitutto colpisce la nostra atten­ zione è il disinteresse che anima tutti i promo- toii della Cooperazione agraria in Ungheria. Più di 2000 cooperative di credito diffondono i loro benefici effetti su 6000 comuni, cioè sulla metà del territorio del paese, e solo i contabili e i cassieri di queste istituzioni vengono stipendiati. I direttori sono per la più parte dei sacerdoti, dei maestri di scuola o dei notai di villaggio; la loro attività è veramente degna della più profonda gratitudine da parte dei contadini.

Tutte le società sono affiliate a una coope­ rativa centrale che raccoglie le cambiali e le ob­ bligazioni dei debitori, le fa scontare e si pro­ cura per tal modo i fondi di cui ha bisogno per accordare a sua volta dei prestiti.

La cooperativa Centrale ha accordato in 10 anni 242,000 prestiti per un ammontare com­ plessivo di 83 milioni di corone.

D i cooperative di produzione, sì difficili a far prosperare, non ve ne sono attualmente in Un­ gheria più di 55; ma in compenso assai più nu­ merose sono quelle per la vendita. A queste ultime appartengono la Cooperativa degli A gri­

coltori Ungheresi che ha la sua sede a Budapest

e che conta 17,000 membri, i quali fruiscono dei benefici delie sezioni da essa create per i grani, i vini, il legname, i foraggi, le macchine, il be­ stiame, le assicurazioni ec. Parimenti la Coope­

rativa p er la vendita del pimento rosso e degli altri prodotti degli agricoltori di Szeghedino, la

cui cifra di affari ha sorpassato le 1,500,000 co­ rone. Citiamo ancora le cooperative per le lat­ terie, le cantine, i depositi di grano, le macchine agricole ec.

I risultati ottenuti dalle cooperative di con­ sumo sono parimenti assai notevoli. Attorno a circa 1500 società di questa specie si raggrup­ pano a un dipresso 300,000 membri. Di queste cooperative solo un centinaio sono autonome; tutte le altre appartengono a una delle tre grandi fe­ derazioni seguenti : la Formica, la Centrale delle

cooperative cristiane e la Federazione Raiffeisen.

Facciamo osservare a questo proposito che la plu­ ralità dei gruppi non è causa di alcun antago­ nismo. Così anche la Federazione popolare cat­

tolica che appoggia le Cooperative cristiane non

pone alcun ostacolo a ll’affiliazione delle altre cooperative alla Formica.

La tendenza alla centralizzazione si fa sen­ tire forse ancor di più sul terreno dell’ assicura­ zione cooperati va. Così l’ Associazione p e r l’ assi­

curazione mutua del bestiame crea delle filiali

nei comuni che contano almeno 150 capi di bestiame e 20 allevatori, e esercita l’ assicurazione di queste piccole società che sono già in numero di 184. La Cooperativa p er l’assicurazione degli A gricol­

tori opera egualmente per i rami incendi, vita,

grandine e le 3,915,663 corone che costituiscono le sue riserve attestano il favore che essa ha incontrato durante i 10 primi anni di esercizio.

Il commercio della Francia. — Ecco il

quadro pubblicato dalia Direzione generale delle Dogane sul commercio della Francia cogli altri paesi e le colonie durante il mese di gennaio:

Mese di gennaio. Importazioni O ggetti alimentari Materie necessarie all’ industria Oggetti fabbricati 1912 Differ, sul 1911 (M igliaia di franchi) 118,180 — 42,475 400,168 -i- 12,280 102,011 + 7,766 Totali 623,598 — 22,429 Esportazioni

Oggetti alim entari M aterie necessarie a ll’ industria Oggetti fabbricati Colli postali 1912 Differ, sul 1911 (M igliaia di franchi) 41,502 — 2,946 122,967 194,268 37,255 Totali '395,992 15,568 23,589 9,464 26,717

Sembrerebbe a prima vista che il 1912 co­ minciasse in modo non troppo incoraggiante, in­ vece non è troppo da preoccuparsi la diminuzione del movimento delle entrate in quanto al gen­ naio 1911 aveva a sua volta segnato nel gen­ naio 1910 un aumento di circa 62 milioni di franohi.

(10)

L A SITUAZIONE DEL TESORO

al 31 gennaio 1912

Ecco ¡1 conto riassuntivo del Tesoro al 31 gen­ naio 1912: Differenza ( + miglioramento — peggioramento della A l 31 situazione Fondo di cassa Crediti di Tesoreria Insieme D ebiti di Tesoreria Situaz. del Tesoro

gennaio 1912 169,553,064.39 ' 867,573,885.35 1.037,126,949.74 889,928,901.92 + 197,203,047.82 D A R E del Tesoro) — 353,825,881.69 -f- 371,165,166.69 + 17,339,285— — 210,544,465.97 — 193,205,180.97

Incassi (versamenti in Tesoreria) Fondo di cassa alla chiusura

dell’esercizio 1910-11 In conto entrate di bilancio In conto debiti di Tesoreria In conto crediti di Tesoreria

523,378,946.08 1,457,770,002.37 3,058,321,116.51 712,128,745.03 Totale 5,751,598,809.99 A V E R E — Pagamenti

a) Fondo di cassa al 31 gen ­ naio 1911

In conto spese di bilancio Decreti di scarico

Decreti M inisteriali di pre­ levamento

In conto debiti di Tesoreria In conto crediti di Tesoreria

169,553,064.39 1,649,756,857.71 1,218,325.63

2,847,776,650.54 1,083,293,911.72

Totale dei pagamenti 5,751,598,809.99

Ecco la situazione dei debiti e crediti di Tesoreria :

DEBITI

Buoni del Tesoro Vaglia del Tesoro

Banche — Conto anticipai, statutarie Cassa depositi e prestiti in conto cor­

rente fruttifero

Am ministrazione del Debito pubblico in conto corrente infruttifero Am ministrazione del Fondo cu lto in

con to corrente infruttifero Cassa depositi e prestiti in conto cor­

rente infruttifero

Ferrovie di Stato — Fondo di riserva A ltre Am m inistraz.

con to corrente fruttifero Id. Id. infruttifero Incassi da regolare

B iglietti di Stato emessi per l ’art. 11 della legge 3 marzo 1898, n. 47 Id. legge 29 dicem bre 1910, n. 888 Operazione fatta col Banco di Napoli

per effetto dell’art. 8 d ell’allegato B alla legge 7 genn. 1897 n. 9

al 31 gennaio 1912 166,533,000. - 76,203,376.62 70,108,505.86 251,708,509.09 3,036,515.95 69,314,469.85 7,762,631.75 2,177,687.23 90,290,800.69 17,447,709.88 22.500.000. — 45.000. 000— 17,790,695— Totale 839,923,901.92 C R ED ITI al 31 gennaio 1912 Valuta aurea presso la Cassa depositi e

prestiti : L egge8agosto 1895,n. 486 8n,non,nm _ Legge 3 marzo 1898, n. 47 22,500,UUO. — Legge 31 dicem. 1907, n. 804

(art. 10) 60,000,000— L egge 31 dicem. 1907, n. 804

(art. 11) 1,316,920— L egge 29 dicem. 1910, n. 888 45,000,000.— Am ministraz. del Debito pubblico per

pagamenti da rim borsare 181,069,547.36 Id. del Fondo pel culto Id. 12,987,324.09 Cassa depositi e prestiti Id. 67,272,894.88 A ltre Am ministrazioni Id. 134,493,609.62 Obbligazioni dell’ Asse ecclesiastico — Deficienze di Cassa a carico dei

con-tabili del Tesoro 1,710,342.67

Diversi 243,432,551.73

Operazione fatta col Banco di Napoli 17,790,695— Totale 867,573,885 35 Prospetto degli incassi di bilancio verificatisi presso le tesorerie del R egn o nel mese di gennaio 1912 per l ’esercizio 1911-912 com parati con quelli del periodo cor­ rispondente dell’ esercizio precedente.

Incassi — Entrata ordinaria. Categoria 1. — Entrate effettive :

R edditi patrimon. d. mese di gennaio 1912 differenza sul 191L Stato

Imposta sui fondi ru ■

10,055,549.58 — ” 3,538,904.72

stici e sui fabbricati Imposta sui redditi

233,044.09 — 1,153,423.90

di R . M.

Tasse in amministr. del Ministero delle

4,486,201.69 — s 5,761,694.32

finanze

Tassa sul prodotto d. m ovim ento a grande e piccola velocità s.

39,291,779.69 -+- 5,961,327.72

ferrovie

D iritti delle Legaz.

3,472,2S2.21 + 185,484.95

e Consolati all’ estero Tassa sulla fabbricaz.

degli spiriti e birra 17,993,236.22 -f- 2,026,660.70 Dogane e dir. maritt.

Dazi interni di cons. esclusi qtìelli delle

29,452,503.39 — 7,464,373.08

città di Nap. e Roma D azio consum o della

2,777,143.35 — 378,195.40

città di Napoli D azio consum o della

— — città di R om a 2,007,175.10 + 156,684.14 Tabacchi 26,561,389.81 -l- 2,108,280.29 Sali P rodotto di vendita 8,852,255.21 + 438,614.50

del chinino ecc. 211,736.50 — 107,160.38 D otto 5,954,326.57 - 1,839,440.36 Poste 9,298,231.57 + 1,527,677.05 Telegrafi 2,408,967.54 + 630,676.86 Telefoni 415,408.88 — 53,487.27 Servizi diversi

Rim borsi e concorsi

1,661,626.13 + 23,943.74

(11)

3 marzo 1912 L’ ECONOMISTA 139 Categoria I. - Entrate effettive: R im borsi e concorsi Entrata straordinaria, mese di gennaio 1912 differenza sul 1911 nelle spese 183,195.12 — 369,403.94 Entrate diverse 2,866,177.03 -1- 1,530,728.22 Arretrati per imposta

fondiaria o r. m.

Residui attivi div. 390.60 1,477.17 Categoria II.

Costruz. di strade fer. 4,344.60 — 6 3,802,264.81 Categoria III. - M ovi­

mento di capitali: Vendita di beni ed

affrancam. di canoni 600,575.42 — 19,837.11 Accensione di debiti 11,055,571.55 — ’ 22,932,960.36 Rim borsi di somme

anticipate dal Tes. 1,255,783.39 — 1,074,805.68 Anticipazioni al Tes.

da enti locali per ri­ chiesto acceleramen.

di lavori — —

Uso tempor. di dispo­

nibilità di cassa

_

Partite che si com ­

pensano nella spesa 9,677,806.67 + '8,947,114.03 Prelev. sull’ avanzo

accertato col conto consunt. dell’eserc.

1905-6 — 10,000,000.—

Prelev. di cui alle leggi 15 aprile 1909 e 4 lu­ glio 1909

Prelev. per anticipa­

zioni varie

_ _

Ricuperi diversi 2,131,860.64 + 139,829.79 Capitoli aggiunti per

resti attivi. 240,000.— — "19,867,629.81 Totale 27,965,704.42 - 47,450,706.84 Categoria IV . - Par­

tite di giro 1,017,094.31 + 115,602.98 T ota le generale 202,459,511.07 — 84,869,590.16 E cco il prospetto dei pagamenti di bilancio veri­ ficatisi presso le tesorerie del Regno nel mese di gen­ naio 1911 per l ’ esercizio 1911-912 comparati con quelli del periodo corrispondente dell’ esercizio precedente.

M IN ISTERI. Mese di gennaio 1912 Differenza sul 1911

Ministero del Tesoro 58,780,333.38 —“ 204,411,340.27 Id. delle Finanze 22,801,404.15 1,813,343.64 Id. di grazia e g. 3,998,836.04 — 7,522,658.30 Id. degli aff. esteri 1,504,324.25 864,604.76 Id. dell’ ist. pubbl. 11,452,961.64 + 3,487,339.85 Id. d ell’ interno 9,099,297.04 — 11,257,053.45 Id. dei lav. pubbl. 24,681,653.17 + 10,851,568.42 Id. poste e telegrf. 10,711,043.40 — 7,614,764.42 Id. della guerra 60,976,462.60 -+- 26,689,700.15 Id. della marina 22,174,578.90 + 6,095,215.16 Id. agric. ind. eom. 3,166,127.49 -t- 992,175.93 Totale pag. di bilancio

Decreti di scarico Decreti prelev. fondi

229,347,022.06 180,011,868.53

Totale pagamenti 229,347,022.06 — 180,011,868.53

NOTE.

(1) In questa somma è edm preso l ’amm ontare della Valuta d ’ oro depositata nella Cassa depositi e prestiti in L. 226,607,615.

(a) Sono escluse dal fondo di cassa I.. 226,607,615 depositate nella Cassa depositi e prestiti a copertura di una somma corrispondente di biglietti di Stato.

(2) Minori versamenti in conto prodotto netto dell’esercizio diretto delle ferrovie dello Stato, che sa­ ranno compensati da versamenti in corso.

(3) La dim inuzione di 5 milioni dipende dal fatto che il versam ento semestrale della ritenuta sugli in­ teressi dei debiti perpetui redim ibili eco., con scadenze al 31 dicem bre d’ ogni anno, venne operata nel mese di gennaio per l’ esercizio 1910-911 e nel mese di dicem ­ bre per l’ esercizio 1911-912.

(4) L a dim inuzione proviene principalm ente da m i­ nori rim borsi effettuati da vari m inisteri della spesa per pensioni ordinarie.

(5) M inor ricupero di somma da reintegrare a ca­ pitoli di spesa inscritti in bilancio nella parte ordina­ ria delle spese effettive.

(6) L e dim inuzioni dipendono dal non essersi prov­ veduto fondi mediante emissioni di certificati ferro­ viari.

(7) Vedi nota precedente.

(8) M aggiore somm inistrazione dalla Cassa depositi e prestiti di somme occorrenti per il servizio dei de­ b iti redim ibili com presi nella tabella A , annessa al­ l’allegato M, approvato coll’ art. 13 della legge 22 lu­ glio 1894, n. 339.

(9) Mancata omissione di certificati ferroviari per la provvisione di fondi necessari per riscatto di strade ferrate.

(10) L a differenza di L . 204,400,000 verificatasi in meno nei pagam enti per con to del tesoro nel mese di gennaio u. s. di fron te al gennaio 1911, è controbilan­ ciata, principalm ente dal m aggior pagam ento di L i­ re 195,471,000 effettuato nello scorso dicembre di fronte al dicembre 1910.

Tali pagamenti eb b ero'lu ogo per la m aggior parte per som m inistrazioni alle ferrovie, per sovvenzioni ferroviarie, per amm ortam ento dei debiti redimibili.

HÍNCHE POPOLARI E COOPERATIVE

Piccolo Credito Monzese.

L ’ assemblea generale ordinaria, di questa Banca, testé tenutasi, ha approvato il bilancio dell’esercizio 1911, che si è chiuso con un utile netto di L. 53,034 70.

Agli azionisti furono assegnate L. 30,899, cor­ rispondenti ad un dividendo di L. 3 per ogni azione di nominali L. 50; furono passate alla riserva L. 10,606.94 e le rimanenti L. 11,533.76 furono ero­ gate a norma di Statuto al Consiglio, ai Sindaci, agli impiegati, alla beneficenza, ecc.

(12)

La relazione del Consiglio d’amministrazione informa che il capitale è asceso a L. 536.750, in 10,735 azioni e che il fondo di riserva colla quota ora assegnatogli raggiunge la somma di L. 162,371.90.

I depositi liberi raggiunsero ah 31 dicembre scorso L. 4,160,164.29, ed il complesso dei depositi fiduciari (comprendendo quelli in conto corrente) L. 8,254,103.69. Questa constai aziono — aggiunge il Consiglio — è confortante quando si voglia tener conto delle attuali condizioni di crisi commerciale ed industriale che sono di danno non indifferente all’economia domestica delle classi medie ed ar­ tigiane.

Ecco il bilancio quale fu approvato dagli azio­ nisti:

Attivo: Cassa, contanti L. 440,156.28; effetti da

esigere 407,961.96; Effetti di cambio 4,517,118.88; id. ali incasso 142,664.56; Conti correnti attivi 1;t00,072.47, Riporti attivi L. 164,000; Beni immo­ bili 120,000; Valori di proprietà della Banca 424;370; Debiiori e creditori 520,846.01; Agenzie, contanti L. 142,404,18; effetti in scadenza 653,601.81; Mobilio e spese d’impianto 14,460; Risconto passivo 19Ì2 61,420.83; Depositi a cauzione 60,000; a custodia 562,939.89; Totale L. 9,932,016.87.

Passivo : Capitale sociale (soci n. 457 con 10,735

azioni) L. 536,750; fondo di riserva 151,764.96; Conti corr. fruttiferi 340,543.44; Depositi a rispar­ mio libero su n. 6363 libretti 4,160,164.29; Depo­ siti a ' risparmio vincolati su n. 17X6 • libretti 3,487,902.81; Buoni fruttiferi, n. 17,111,524.60; De­ positi a piccolo risparmio con cassetta a domicilio, n. 2986 libretti, 153,968.55; Banche corrispondenti 262,335.07 ; Azionisti conto dividendi 950.20; R i­ sconto attivo 1912 50.138.36; Depositanti a cauzione 60,000; id.acustodia562,939.89; U tilenetto53,034,70; Totale L. 9,932,016.87.

Banca Popolare di Intra.

In questi giorni si tenne l’assemblea generale ordinaria degli azionisti per approvare le risul­ tanze del 38° esercizio sociale che si è chiuso con un utile-di L. -140,074 e permise al Consiglio d’am- ministraZione di proporre, dopò-compiute nella pre­ scritta misura .statutaria, le consuete ammortizza­ zioni annuali e sussidiate largamente le utili e benefiche istituzioni locali, nonché accantonata, per straordinarie eventualità passive* la somma di L. 5447.35, un dividendo di L. 8.50 per azione, mi­ sura di riparto che segna le annate più prospere e proficue della Banca.

La relazione del Consiglio non fa che consta­ tare il felice esito dell’esercizio passato. L ’assemblea approvò il bilancio e la suddetta ripartizione del­ l’ utile.

Banca dei Piccolo Credito Bustese Busto Arsizio.

Nel nuovo palazzo sociale in Busto Arsizio, con l’intervento di 168 soci, ebbe, luogo l’assemblea

! generale ordinaria di questa Banca, presieduta dal- l’on. conte dott. Carlo Ottavio Cornaggia.

Venne approvato all’unanimit-àil bilancio chiuso al 31 dicembre 1911 con un totale attivo di lire | 67.013,172.40 con capitale sociale di L. 2,234,500 | sottoscritto da 2649 soci e un tondo di riserva di | L. 1,299,959.05. Il passivo ammonta a L. 63,295,332,58 j e l'utile netto di questo nono esercizio risulta di | lire 192,380.77 il quale permette di distribuire tm I dividendo di L. 1.20 per azione da L. 20 nominale

e di destinare L. 15,300 alla beneficenza.

Venne confermato presidente per acclamazione l’on. Cornaggia e rieletti alla carica di consiglieri I d* amministrazione i signori Carlo Bossi. Am brogio Colombo, Angelo Comerio fu M.. Francesco Crosta, 1 cav. Luigi Pomini, Claudio Siròni e l’avv. Filippo Mezzi di nuova elezione, nonché nominati a Sin- daci effettivi i Signori Carlo Falciola, Ettore Lualdi, Don Giacomo Recalbati, Giovanni Sartorio, Gio­ vanni Torzini; a Sindaci supplenti i signori dott. , Arturo Boga, don Alessandro Erba; a Probiviri i | signori avv. G. Luigi Colombo, dott. Giuseppe

Mari, don Carlo Rigogliosi.

. ,

M ID I DELLE [DIEDE DI [O H IO

Camera di comm ercio di Pisa. — Nella seduta tenuta da questa Camera sotto la presidenza del Presidente sig. comm. Vittorio Supino, è data co­ municazione:

a) della proposta, meritevole d’incoraggia­

mento a parere delle Consorelle di Firenze e di Arezzo, relativa alla formazione di un Comitato toscano avente per iscopo, a somiglianza del già I istituito Consorzio lombardo, lo sfruttamento delle

j energie della Tripolitania e della Cirenaica. 11 Con- j siglio prende semplice atto di tale proposta perchè j la ritiene prematura ;

b) della richiesta di pagamento della prima-

! e seconda rata (1911-1912) del contributo camerale di L. 1000 per rimpianto del telefono in Cecina.

Il Consiglio ha autorizzato la Presidenza al pagamento :

c) della restituzione fatta dal Superiore Mi­ nistero, col visto di approvazione, dell’estratto del deliberato camerale, in data 8 corrente, concer­ nente il contributo di L. 2000 per un decennio, nelle spese per l’erigendo Istituto tecnico in Pisa ;

d) della risposta data al Comune di Ripar-

bella, circa il servizio viaggiatori in quella sta-. zione ;

(13)

3 marzo 1912 L ’ ECONOMISTA 141

f ) della copia della relazione finale sull’ an­

damento didattico della R. Scuola Industriale di Pisa, nell’ anno scolastico 1910-1911, inviata al Su­ periore Ministero ;

g) della risposta della Direzione generale

delle ferrovie dello Stato alla deliberazione camerale appoggiante un voto della Consorella fiorentina concernente la fornitura di carri per il trasporto della lignite dalle cave del Valdarno;

h) della rinuncia, a favore della Croce Rossa

Bresciana, della somma da rimborsarsi sull’azione sottoscritta dalla Camera a favore dell’Esposizione internazionale di applicazioni dell’elettricità, cfie ebbe luogo in Brescia nel 1909.

In conformità delle Istruzioni contenute nella circolare ministeriale 21 dicembre 1911, il Consi­ glio procede, per votazione a schede segrete, alla elezione di due Rappresentanti delle Camere di commercio del Regno nel Consiglio generale del traffico, in sostituzione dei sigg- oav. uff. Carlo Danè e comm. Romolo Tittoni, scaduti di ufficio e non rieleggibili se non dopo un periodo di due anni.

Resultano eletti, con voti 13 su 13 votanti, i signori : Coen comm. Giulio, membro della Ca­ mera di commercio di Venezia e Vimercati comm. Guido, vice-presidente della Camera di commercio di Firenze.

Il Consiglio delibera di elevare il proprio con­ tributo annuo a favore delle Consorelle italiane di Parigi e di Berlino, e di assegnare un sussidio annuo, con decorrenza per tutte dall’inizio dell at­ tuale esercizio a favore delle Consorelle italiane di Alessandria d’Egitto e Buenos Ayres.

Infine viene ad unanimità approvato il seguente schema di deliberazione :

La Camera preso in esame il voto raccoman­ datole, per l’appoggio, dalla Consorella di Lecco col quale si chiede al Ministero delle poste che il nuovo regime d’affrancazione postale con 5 cente­ simi, progettato per le fatture commerciali, venga applicato altresì agli avvisi di spedizione;

considerato che attualmente con la tassa di 2

cent, la maggioranza dei commercianti può va­ lersi degli avvisi a stampa sui quali è concesso dai Regolamenti postali di sottolineare alcune in­ dicazioni relative all’effettuata spedizione o di can­ cellare quelle indicazioni di cui non si intenda ap­ profittare ; mentre invece soltanto pochi commer­ cianti, di preferenza gli spedizionieri di confine, usano inviare avvisi manoscritti con l’affrancazione postale di centesimi 15;

considerato che il ristretto e poco sensibile be­

neficio del provvedimento invocato dalla Consorella di Lecco (tanto meno sensibile se si rifletta che gli avvisi manoscritti possono essere anche redatti su cartolina postale da 10 centesimi) danneggierebbe la grande maggioranza dei commercianti, qualora la proposta elevazione di tassa dovesse essere ap­ plicata per tutti gli avvisi, o qualora venissero tolte le attuali concessioni di cancellare o sottoli­

neare, delle indicazioni contenute negli avvisi a stampa, quelle delle quali non si voglia o si intenda invece fare uso;

Considerato infine che, ammesso che l'attuale

regime potesse essere conservato per gli avvisi a stampa, il nuovo provvedimento non mancherebbe di provocare inconvenienti inevitabili stante la du­ plicazione di trattamento;

A proposta del lìelatore Consigliere sig. A l­ berto Modigliano;

deliberq,

di non concedere il proprio appoggio al sopra ri­ portato voto della Consorella di Lecco.

RIVISTA DELLE BORSE.

TITOLI DI STATO Sabato 2 4 febbraio 1 9 1 2 Lun edì 2 0 fe bb rai o 1 9 1 2 M ar te 2 7 febb raio 1 9 1 2 Merco led ì 28 febbraio 19 1 2 G io ve 2 9 febbraio 1 9 1 2 Ven erdì 1 marzo 1 9 L 2 Rendita ital. 8 3j4 Ojq 98.43 98.82 98.45 98 80 98.47 9S.55 » 31j2 0[o 98.62 98 52 98.42 98.55 98.77 98.57 » 3 Ojo 6 9 - 69.60 69.50 69 50 69.50 69 50 Rendita ital. 8 8^4 0^0 97.90 a Parigi . . . 97 85 97.88 97.90 97 90 97 90 a Londra... 9 7 . - 97.— 97 — 90.50 97.-- 90 50 a Berlino . . 98.40 98.50Rendita francese . . . 94 85 - —.— 94 80» » 3 0[o 94.87 94.77 94.75 94 67 94.77 94.77 Consolidato inglese23i4 78.75 78.75 78.75 78.75 78.75 78.50 » prussiano 8 0[o 91.— 9 ; . - 90.90 90.90 90.90 90 80 Rendita austriac. in oro 113 90 118.95 113.95 114.05 114.30 114.30 » * in arg 90.05 9 H - 9 0 - 89.96 89 95 89.86 » » in carta 90 05 9 0 .- 90.05 89 95 89 95 89.95 Rend. spagn. esteriore

a Parigi... 90 10 95.97 95.92 95.90 96.07 96 02 a Lond.a. . . . 94.50 94.50 94.50 94— 94.— 94 — Rendita turca a Parigi 92.35 92.— 91.95 9185 92 45 92 37 » » a Londra 91 25 9125 91.26 9 1 .- 9 1 - 91.— Rend. russa nuova a Par 100.45 100.45 ICO. 35 106.36 106 35 103.10

* portoghese 8 0|C m Parigi ... 65 80 66.85 65 8066 05 25 3 V A L O R I B A N C A R I febbraio 1912 marzo 1912 Banca d ’ I t a l i a ... 1473.— 1467 50 B anca C o m m e r c ia le ... 863.— 864,50 C red ito I t a l i a n o ... 571.— 579.— B a n co d i R o m a ... 108.— 1 0 8 .-Is titu to d i C red ito fo n d ia r io . . 6 1 0 .- 609.— Banca G e n e r a l e ... 10.— 1 0 -C red ito I m m o b ilia r e . . . . 2 9 6 .— 300 — B ancaria Ita lia n a . . . . L08.50

25 1 0 8 .--3 C A R T E L L E F O N D IA R IE febbraio 1912 marzo 1912. Is titu to Italian o . . 4 ,/ 9 °/0 514 — 5 1 4 . -» » . . . 4 °/0 » » • • - 3 ' / , 0/ 0 503.53 503.50 4 8 1 . - 482.— B anca N a zion a le . . . 4 °/0 500.— 497.50 C assa di R isp. di M ila n o 5 °L 514.— 514 —

» » » 4 °/„

» » » 3 ' / , ° /0

503.50 505 50 482.— 499.75 M onte P aschi di S ien a 4 ’ / 2 ° /0 ---

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