iologia.unige.it
Scuola di Scienze mediche e Farmaceutiche
MALATTIE INFETTIVE E MICROBIOLOGIA CLINICA
Prof. Oliviero E. Varnier
Vibrio cholerae
Campylobacter spp.
Emofili
Graziana Manno
Sezione di Microbiologia –Dipartimento di Scienze Chirurgiche R e Diagnostiche Integrate (Disc)
Genere Vibrio
76 specie
3 specie infettano l’uomo:
• Vibrio cholerae
• Vibrio parahaemolyticus
• Vibrio vulnificus bacilli Gram -
monotrichi (= 1 flagello, polare) asporigeni
acapsulati
Ossidasi positivi anaerobi facoltativi T°di crescita 18 -37°C
Gram negativi
Vibrio cholerae
identificato per la prima volta nel 1859 dall'anatomista italiano Filippo Pacini
in base all’antigene “O” è classificato in 140 gruppi sierologici (sierogruppi)
da V. cholerae O1 a V. cholerae O140
O1 e O139: possono produrre tossina colerica e causare
pandemie ed epidemie di colera.
V. cholerae sierogruppo O1
2 biotipi:
V. cholerae O1 biotipo cholerae (o “classico”) (colera asiatico, è il più diffuso)
V. cholerae O1 biotipo El Tor
(cosiddetto perché isolato in un campo di quarantena in quella località in Arabia)
Fattori di virulenza I
tossina colerica causa ipersecrezione di elettroliti e acqua
altre esotossine
ace: enterotossina accessoria del colera, aumenta la secrezione di liquidi
zot: tossina che aumenta la permeabilità intestinale adesine
pilo co-regolato con la tossina (gene tcp):
media l’adesione sula mucosa intestinale
proteina chemotattica
Fattori di virulenza II
Enzimi proteasi
• mucinasi: agiscono sulle IgA secretorie e sul muco
• neuraminidasi: modifica la superficie cellulare
aumentando il sito di legame GM1 per la tossina colerica flagelli: movimento
siderofori: sequestro del ferro
Meccanismi di patogenicità
V. cholerae non invade l’intestino
si attacca e colonizza l’epitelio intestinale tramite i pili non oltrepassa la membrana basale
la tossina prodotta rende le cellule altamente permeabili ai liquidi
(si può perdere 1 litro d’acqua in 1 ora, fino a 20 litri in 1 giorno).
L’epitelio intestinale è danneggiato ed i sintomi sono:
dolore addominale, diarrea acquosa e vomito.
Per la presenza di muco, le feci diarroiche vengono definite “ad acqua di riso”.
Vibrioni Habitat
• sono dotati di notevole resistenza nell'ambiente esterno soprattutto in ambiente liquido
• possono sopravvivere anche in ambiente moderatamente salino come l'acqua di mare.
• il pesce, se consumato crudo, ed altri prodotti ittici abitualmente consumati quali molluschi e crostacei, sono particolarmente pericolosi ai fini della trasmissione del colera.
• I molluschi, a causa della loro azione filtrante, sono in grado di accumulare al loro
interno un buon numero di vibrioni, costituendo, così, un buon mezzo d'infezione qualora siano consumati crudi o poco cotti.
• la dose infettante del batterio è piuttosto elevata (circa un milione di vibrioni) .
• pericolosa, in aree endemico-epidemiche, anche la verdura consumata cruda per la possibilità che liquami vengano usati a scopo irriguo e/o fertilizzante.
V. cholerae
Reservoir ambientale
V. cholerae infezione
- colonizzazione asintomatica (esistono portatori sani) - lieve diarrea
- manifestazioni gravi, potenzialmente fatali Periodo d’incubazione: da 2 ore a 3-5 giorni La mortalità è del 60% in pazienti non trattati, meno dell’1% in seguito a trattamento.
Diagnosi di laboratorio di V.cholerae
Coltura delle feci è il gold standard
Il campione viene “arricchito” in terreno liquido:
acqua peptonata alcalina (peptone 1%, NaCl 1%, pH 8.6)
Passaggio in terreni agarizzati selettivi Identificazione di specie mediante saggi biochimici e sierologici
Campylobacter spp.
• classificato tra i “patogeni emergenti” in quanto sconosciuto fino a qualche decennio fa.
• •È stato isolato nella maggioranza dei casi di enterite umana di origine alimentare.
• •I Campylobacter sono un gruppo di batteri su cui è in corso
un’intensa opera di revisione critica delle conoscenze.
Campylobacter spp.
Sono fra le più comuni cause di diarrea.
La diarrea è clinicamente simile a quella causata da Salmonella e Shigella, sebbene la malattia possa avere un periodo di incubazione più lungo.
Analogamente a Salmonella, esiste un importante serbatoio animale da cui l’uomo (per ingestione di cibi, acqua e latte contaminati) contrae l’infezione.
Microaerofili e termofili (optimum di crescita a 42°C)
Campylobacter spp.
Famiglia : Campylobacteriaceae Genere : Campylobacter
(inizialmente incluso nel genere Vibrio)
Il genere Campylobacter comprende 15 tra specie e
sottospecie: 12 di esse sono responsabili di patologie
dell’uomo e degli animali.
Campylobacter spp.
Microrganismo di piccole dimensioni (lungo 0,5-5 μm e largo 0,2-0,5 μm) Forma bastoncellare, sottile e
spiraliforme (a forma di S) Gram negativo
Mobile e rapido in quanto dotato di sottili flagelli
Vive bene in microareofilia (O2 dal 5 al 10%) o in anaerobiosi
Cresce bene a 37°C
Campylobacter spp.
Le specie coinvolte nell’insorgenza di patologie sono:
- Campylobacter jejuni isolato nel 99% dei casi di enteriti umane comprende tre sottospecie:
1. C. jejuni subsp.jejuni principale agente di enterite umana nel mondo 2. C. jejuni subsp.doylei provoca gastroenterite, gastrite, setticemia in
uomo e animali
3. C. jejuni subsp.fetus agente di aborto in uomo e animali
-
Campylobacter coli isolato meno frequentementeFattori di patogenicità
mobilità
solo i ceppi mobili sono patogeni
adesine
si legano ai recettori specifici degli enterociti
invasine permettono di invadere la sottomucosa
citotossine
Habitat
• Il principale serbatoio batterico è rappresentato dal tratto
intestinale di un’ampia varietà di animali a sangue caldo (bovini, suini, cani, gatti e soprattutto il pollame).
• Le carni di pollame se contaminate dal contenuto fecale
durante la macellazione e l’eviscerazione costituiscono la
principale via di trasmissione di Campylobacter.
Campylobacter Forme cliniche
Campylobacter rappresenta la causa più frequente di enterite, responsabile di diarrea di breve durata con sintomi iniziali di dolori addominali che possono simulare appendicite, febbre e feci che contengono muco, sangue e leucociti.
Malattia autolimitante
Gli antimicrobici di prima scelta maggiormente utilizzati sono i
fluorochinoloni (acido nalidixico, ciprofloxacina) e i macrolidi (eritromicina)
Diagnosi di Laboratorio
Diagnosi microbiologica : coprocoltura Gold Standard
Colture in terreni selettivi appositi
Incubazione colture 48 h in condizioni di microaerofilia (5 – 10% di O2 nell’atmosfera di incubazione)
Haemophilus spp.
• Isolato da Pfeiffer nel 1892 (bacillo di Pfeiffer)
• Bacilli di piccole dimensioni (0,2 x 0,3-2m)
• Pleomorfi (forme coccobacillari, bacillari, filamentose)
• Gram-negativi
• Asporigeni
• Provvisti di capsula polisaccaridica
• Immobili
• Aerobi o anaerobi facoltativi (microrganismo fastidious)
• Presenti sulle membrane mucose dell’uomo e di varie specie animali
EMOFILI
Colorazione di Gram di H.influenzae
Il genere Haemphilus
H.influenzae
H.parainfluenzae H. ducreyi
H. aegyptius
H.haemolyticus
FATTORI DI VIRULENZA DI H. INFLUENZAE
• Capsula
Lipooligosaccaridi
Antigeni proteici
Pili
Proteasi per le IgA
Responsabile dell’attività antifagocitaria
H.influenzae presenti nella normale flora microbica delle prime vie aeree sono privi di capsula
Lipooligosaccaride
La parete contiene un lipopolisaccaride (LPS-endotossina) chiamato lipooligosaccaride (LOS)
LOS, danneggiando l’attività delle cilia, permettono la traslocazione dei batteri attraverso le cellule dell’epitelio respiratorio nel circolo sanguigno
LOS aumenta la permeabilità della barriera emato-encefalica
Antigeni proteici
Tutti i tipi di H.influenzae presentano due antigeni proteici denominati M e P localizzati sulla superficie della membrana esterna.
Pili
Favoriscono l’adesione alle cellule epiteliali
Nella malattia sistemica la cellula batterica perde i pili
Proteasi per le IgA
IgA1-specifiche che facilitano la colonizzazione delle mucose
SIEROTIPI
• In base al polisaccaride capsulare (M.W150.000) sono identificati 6 sierotipi antigenici (dalla a alla f) più un gruppo di stipiti non tipizzabili (NT) in quanto sprovvisti di capsula
• La maggior parte delle malattie sistemiche dell’infanzia, prima dell’introduzione della vaccinazione, erano dovute ad emofili con capsula di tipo “b”
PATOGENESI di H.influenzae
• Viene trasmesso attraverso la via respiratoria
• Aderisce alla mucosa nasale attraverso i pili e forse attraverso le proteine della membrana esterna
• Passa attraverso le cellule epiteliali all’endotelio ed entra in circolo
• Se ha una capsula di tipo “b” dissemina
PATOGENESI
Ceppi acapsulati (non tipizzabili = NT) di H.influenzae sono patogeni opportunisti e possono causare nel bambino:
Otiti medie sinusiti
bronchiti cronica congiuntiviti
Raramente causano malattia disseminata
Ceppi capsulati di H.influenzae (soprattutto il sierotipo b) sono poco frequenti nelle vie respiratorie superiori e causano nel bambino:
meningite epiglottite
CARATTERISTICHE COLTURALI DEGLI EMOFILI
Richiedono terreni arricchiti da uno o da entrambi i seguenti fattori:
Fattore X = (gruppo eme) coenzima termostabile trasportatore di idrogeno e di elettroni presente anche nell’emoglobina (necessario per la sintesi di enzimi quali: citocromi, citocromo-ossidasi, catalasi, perossidasi)
Fattore V = (NAD o NADP) coenzima tremolabile trasportatore di idrogeno e di elettroni (utilizzato dalle deidrogenasi nei processi bioenergetici)
Il sangue contiene entrambi questi fattori ma deve essere leggermente riscaldato (agar- cioccolato) per rilasciarli e per inattivare gli inibitori del fattore
CARATTERI DIFFERENZIALI DEGLI EMOFILI
Fattore X Fattore V Emolisi
H.influenzae + + -
H. parainfluenzae - + -
H. ducreyi + - +
H. aegyptius + + -
H.haemolyticus + + +
Satellitismo su agar sangue intorno a crescita di S.aureus produttore di fattore V