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Scuola di Scienze mediche e Farmaceutiche

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(1)

.microbiologia.unige.it

Scuola di Scienze mediche e Farmaceutiche

2013

MALATTIE INFETTIVE E MICROBIOLOGIA CLINICA

Prof. Oliviero E. Varnier

(2)

icrobiologia.unige.it

Scuola di Scienze mediche e Farmaceutiche

2013

Klebsiella, Enterobacter, Serratia, Proteus Providencia, Citrobacter Pseudomonas, Burkholderia, Stenotrophomonas, Acinetobacter

Graziana Manno

Sezione di Microbiologia –Dipartimento di Scienze Chirurgiche R e Diagnostiche Integrate (Disc)

www.microbiologia.unige.it

Batteri Gram negativi opportunisti

(3)

Klebsiella, Enterobacter, Serratia, (gruppo KES) , Proteus, Providencia, Citrobacter Enterobacteriaceae

agenti etiologici di

INFEZIONI A LOCALIZZAZIONE EXTRAINTESTINALE

di tipo opportunistico e prevalentemente nosocomiali

(4)

Enterobatteri patogeni opportunisti

fanno parte della flora normale non sono in grado di dare patologia

in alcune condizioni predisponenti legate dell’ospite:

•Immunocompromissione: AIDS, malnutrizione, terapie immunosoppressive, etc

•salti di barriera: ferite, interventi chiurgici, manovre invasive, etc

si comportano da patogeni

Possono anche essere definiti microrganismi occasionalmente patogeni

(5)

Microrganismo ubiquitario habitat

• Ambientale acqua, suolo, piante,

• materiale in decomposizione

• mammiferi uomo, cavalli, suini

nell’uomo rappresenta un saprofita del nasofaringe e dell’intestino

Klebsiella spp.

(6)

individui sani

5 – 38% feci

1 – 6 % orofaringe

Klebsiella spp.

pazienti ospedalizzati

77% feci

19 % orofaringe 42% mani

colonizzazione

La colonizzazione e la comparsa di ceppi MDR (Multi Drug Resistant) è favorita dalla pressione selettiva degli antibiotici piuttosto e a fattori relativi alla ospedalizzazione Il personale ospedaliero può presentare elevate percentuali di colonizzazione

(7)

Klebsiella spp.

Il principale reservoir per la trasmissione di Klebsiella spp.

in ambiente ospedaliero è rappresentato da

Il tratto gastrointestinale dei pazienti le mani del personale sanitario

importanza del lavaggio delle mani e delle misure di prevenzione e controllo delle infezioni

(8)

Tassonomia del Genere Klebsiella spp.

1. Klebsiella pneumoniae

subsp. pneumoniae subsp. ozaenae

subsp. rhinoscleromatis

2. Klebsiella oxytoca 3. Klebsiella terrigena 4. Klebsiella planticola

5. Klebsiella ornithinolytica

(9)

Fattori di patogenicità di Klebsiella spp.

• Capsula (77 sierotipi)

• LPS (8 sierotipi)

• Adesine (pili tipo 1 e tipo3; fimbrie; adesine aggregative)

• Resistenza al siero

• Siderofori

(10)

Klebsiella spp. antigeni capsulari

Spessa capsula polisaccaridica essenziale per la virulenza di Klebsiella spp.

Protegge il batterio dalla fagocitosi da parte dei PMN Previene il kiling da parte dei fattori battericidi del siero

Non è stato possibile stabilire una chiara correlazione tra tipo capsulare e patologia

Alcuni studi evidenziano che il sierotipo K2 sia il tra i più comuni sierotipi coinvolti in UTI (Urinary –Tract –Infections)

(11)

Klebsiella spp. fenotipo mucoso

Klebsiella spp. E.coli

(12)

Klebsiella spp.

Pili (fimbrie)

adesine Tipo 1 : permettono l’adesione dei batteri al muco o all’epitelio respiratorio/urogenitale/intestinale

adesine Tipo 2: permettono l’adesione all’epitelio respiratorio e del tratto urogenitale

Resistenza al siero e LPS

Resistenza agli effetti battericidi del siero mediati dal complemento

(13)

Klebsiella spp. patologie

sono patogeni opportunisti

causano gravi patologie tipicamernte nosocomiali Setticemie

Polmoniti UTI

Infezioni dei tessuti molli

target di questi batteri sono principalmente pazienti immunocompromessi , ospedalizzati, con malattie predisponenti

(14)

Klebsiella granulomatosis

agente etiologico del granuloma inguinale malattia

granulomatosa che interessa i genitali e l’area inguinale

Malattia endemica nell’America Meridionale, Caraibi, Papua Nuova Guinea, India,Vietnam, Africa meridionale e

Australia

Klebsiella rhinoscleromatis Malattia granulomatosa del naso

Klebsiella ozaenae Rinite cronica atrofica

(15)

Enterobacter spp.

Habitat comune a Klebsiella spp. ad altri Enterobatteri Patogeno umano, degli insetti e delle piante

Tassonomia del genere complessa e spesso i sistemi di

identificazione di laboratorio hanno limiti nel discriminare tra i componenti

Enterobacter cloacae complex

E.hasburiae E.hormaechei E.kobei

E.ludwigii

E.nimipressuralis

Enterobacter aerogenes Enterobacter sakazaki Enterobacter agglomerans

Enterobacter gergoviae

(16)

Enterobacter spp.

Patogenicità

Membrana esterna lipide A (endotossina) Fonti di contaminazione ospedaliera

Mani del personale Endoscopi

Epidemie da prodotti contaminati nutrizione parenterale totale, fisiologica , termometri etc.

(17)

Enterobacter spp. patologie

Infezioni respiratorie

UTIs

Batteriemie

Infezioni dei tessuti molli - Endocarditi - Infezioni intra-addominali Osteomieliti -Infezioni SNC - Artrite settica - Infezioni oculari

Enterobacter sakazakii può causare gravi patologie nei neonati e nei bambini associato ad outbreaks per polveri per infanzia contaminate

(18)

Serratia spp.

Specie:

Serratia marcescens (unica specie riconosciuta come patogeno nosocomiale)

Serratia liquefaciens Serratia rubidaea Serratia odoriferae Serratia plymuthica

Ampiamente distribuite in natura , acqua, piante, suolo, piccoli mammiferi (roditori), insetti

Uomo : pazienti ospedalizzati (gli individui sani non si colonizzano con Serratia spp.)

(19)

Serratia spp. fattori di patogenicità

Fimbrie

Siderofori (enterobactina) Emolisine

Resistenza al siero Proteasi extracellulari

I ceppi non pigmentati di S.marcescens sono più resistenti agli antibiotici dei ceppi pigmentati

(20)

Serratia spp. patologie

Infezioni respiratorie UTIs

Setticemie Endocarditi

Infezioni cutanee Otiti

Infezioni oculari

(21)

Gruppo : Proteus spp. , Providencia spp.

Genere Proteus 5 specie

P.mirabilis, P.vulgaris specie più frequenti e di rilievo clinico Ubiquitari (acqua, suolo, piante) parte della flora normale del tratto intestinale dell’uomo

Bacilli pleiomorfi molto mobili per flagelli peritrichi P.mirabilis sciamatura nei terreni di coltura

(22)

Proteus spp.

Fattori di virulenza

Flagelli/ pili (6 tipi diversi)

attività ureasica che scinde l’urea in anitride carbonica e ammoniaca (la proliferazione di Proteus spp. causa forte alcalinizzazione delle urine, induce la precipitazione dei sali di magnesio e potassio sotto forma di cristalli e formazione di calcoli renali)

Infezioni

Dopo E.coli e Enterococcus spp. è la 3° causa più comune di cistiti , pielonefriti e prostatiti, 30 % delle UTIs

Meno frequentemente causa : Batteriemie

Meningoencefaliti neonatali Empiemi

(23)

Genere strettamente correlato al genere Proteus

Due specie principali

P.rettgeri

P.stuartii

Infezioni più frequenti sono UTIs nei portatori di protesi vescicali

Providencia spp.

(24)

Citrobacter spp.

Genere strettamente correlato a Escherichia e Salmonella Colonizza l’intestino dell’uomo de degli animali

Patogeno opportunista

UTIs – patogeno nosocomiale

Citrobacter koseri puo’ dar luogo a meningite e ascessi cerebrali neonatali

(25)

La resistenza agli antibiotici nei Gram negativi

Dovuta alla selezione di ceppi resistenti, in seguito all'esposizione ad un farmaco.

acquisita tramite mutazioni o mediante il trasferimento di materiale genetico da parte di batteri resistenti.

La diffusione dell'antibiotico resistenza è favorita dall'utilizzo esteso (e spesso improprio) degli antibiotici, in particolare quelli ad ampio spettro, che aumenta la pressione selettiva in grado di far emergere e diffondere i ceppi resistenti.

(26)

Time-line dall’introduzione degli antibiotici beta-lattamici e la comparsa di resistenza.

(27)

Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi

Resistente a praticamente tutti gli antibiotici (pan-resistenza), tra i quali i carbapenemi, considerati oggi una delle ultime risorse per la terapia delle infezioni da batteri Gram negativi multi-resistenti.

Causa gravi infezioni quali cistiti, pielonefriti, polmoniti e batteriemie in grado di evolvere rapidamente in shock settico, mettendo a serio rischio la vita del

paziente, con una mortalità che supera il 50%.

(28)

I batteri non-fermentanti (il glucosio)

(Pseudomonas, Burkholderia, Stenotrophomonas, Acinetobacter, e altri )

Bacilli Gram negativi non-fermentanti per assenza delle vie metaboliche fermentative (sono quindi quasi tutti aerobi obbligati)

Tutti mobili per flagelli polari

Diffusissimi nell’ambiente per la loro capacità di utilizare come fonti di carbonio una grande varietà di composti organici

Tassonomia complessa in continua evoluzione con vari rimaneggiamenti classificativi nel tempo

(29)

Suolo

• Acqua (sorgiva/marina)

• Piante,animali

Diversi habitats

Patogeno umano opportunista Patogeno delle piante

Deterioramento alimenti

• Biotrasformazione

Enzimi Alginato Acidi grassi

• Bioremediation

Biocontrollo

• Biofertilizzazione

Industria

Biotecnologie ambientali

P. aeruginosa

(30)

P. aeruginosa

un “successo biologico”

(adattabilità e tipo di crescita)

dovuto ad un’ampia versatilità genetica

Genoma 6.3 milioni pb

PA01

(31)

P.aeruginosa morfologia

Bacilli diritti o debolmente ricurvi Dimensioni 0,5-1,0 x 1,5-5,0 µm Mobili, con flagelli polari

Gram-negativi Aerobi obbligati

Alcuni ceppi possiedono abbondante capsula mucosa costituita da alginato

(32)

Microrganismi ubiquitari, si trovano:

• suolo

• materiale organico in decomposizione

• vegetazione

• acqua

• fiori recisi

• lavandini

• toilette

• strofinacci da pavimento

• attrezzature per dialisi

• respiratori di terapia intensiva

• soluzioni disinfettanti a base di ammonio quaternario

P.aeruginosa habitat

(33)

• Patogeni per piante, animali e uomo

• Possono causare infezioni opportunistiche, in soggetti con difese organiche compromesse e nell’ospite immunocompetente

• Causa frequente di infezioni nosocomiali Causa patologia in caso di:

• lesioni traumatiche

• ustioni

• impianti protesici

• interventi esplorativi o chirurgici

• utilizzazione di droghe per via endovenosa

• immunocompromissione dell’ospite

P.aeruginosa patogenicità

(34)

La virulenza di P.aeruginosa è multifattoriale Adesine

Capsula polisaccaridica Tossine

Endotossina Esotossina A Esoenzima S Enzimi

Elastasi

Fosfolipasi C Piocianina

P.aeruginosa fattori di patogenicità

(35)

COMPONENTI STRUTTURALI

ADESINE

L’adesione è mediata da pili e da adesine non piliari

CAPSULA POLISACCARIDICA

Costituita prevalentemente da alginato permette l’adesione alle cellule (fibrosi cistica ed altre malattie respiratorie) ed impedisce la fagocitosi

Favorisce l’adesività alla superficie di protesi vascolari

(36)

Alginato

Alginato è un polimero lineare di beta-D-mannuronato e alpha-L-guluronato

Sostanza che serve nell’industria come addensante per cibi (es gelati), nell’industria tessile e della carta.

(37)

TOSSINE

ENDOTOSSINA

L’endotossina lipopolisaccaridica è il principale antigene della parete cellulare

Il lipide A, componente dell’endotossina, media i diversi effetti biologici della sindrome setticemica

ESOTOSSINA A

E’ tra i principali fattori di virulenza rilasciati in ambiente extracellulare da ceppi patogeni di P.aeruginosa

Responsabile:

della necrosi tissutale nelle ustioni

dell’insufficienza respiratoria nelle infezioni polmonari

(38)

ENZIMI

ELASTASI

E’un’endopeptidasi che può digerire numerose proteine umane tra cui:

elastina

collagene

fibrina

IgG

IgA

componenti del complemento

transferrina

FOSFOLIPASI C

Enzima termolabile che degrada lipidi e lecitina facilitando il danno tissutale

(39)

ENZIMI

PIOCIANINA

Pigmento verde/blu prodotto da P.aeruginosa

Catalizza la produzione di superossido e perossido d’idrogeno (forme tossiche dell’ossigeno)

Possiede attività antibatterica nei confronti di Staphylococcus aureus ed E.coli

(40)

piocianina (verde/blu) si osserva dopo esposizione delle colture

alla luce solare

pioverdina (verde) esposizione agli UV fluoresceina (gialla)

piorubina (rosso-marrone) piomelanina (nero)

P. aeruginosa pigmenti diffusibili

(41)

EPIDEMIOLOGIA

Presenti nell’ambiente, hanno richieste nutrizionali minime Tollerano temperature comprese tra 4°C e 42°C

Resistenti ad antibiotici e disinfettanti

Commensale nelle prime vie respiratorie e nel materiale fecale

(42)

SINDROMI CLINICHE

Infezioni polmonari

Infezioni della cute (ferite, ustioni) Infezioni delle via urinarie

Infezioni dell’orecchio Infezioni dell’occhio

Batteriemia ed endocardite Meningite

(43)

P.eruginosa capacità di persistenza e di causare infezioni croniche

Il BIOFILM

è un aggregato di cellule microbiche (anche di diverse specie) associate e tenacemente adese ad una superficie e incluse in una matrice polimerica extracellulare da esse prodotta.

i biofilm sono dotati di particolari funzioni adatte alla colonizzazione di superfici sia biotiche sia abiotiche e sono stati osservati in tutti gli ecosistemi naturali

I biofilm si compongono:

per il 15% di cellule batteriche

per l’85% di materiale della matrice.

(44)

Formazione del Biofim

Le caratteristiche strutturali dei biofilm incidono sull’istaurarsi di infezioni batteriche croniche, (quale l'endocardite valvolare, Fibrosi Cistica , etc.),

e la tendenza delle microcolonie a distaccarsi dal biofilm può produrre emboli infettivi che, attraversando i capillari, possono portare a gravi conseguenze.

IMP I batteri all’interno del biofim sono protetti e quindi resistenti alle difese dell’ospite e agli agenti antibatterici

(45)

I BIOFILM COINVOLTI NELLE PATOLOGIE DELL’UOMO I biofilm sono agenti eziologici di svariate malattie che di frequente

interessano la patologia umana

Infezioni o malattia Biofilm (specie batterica principale)

Carie dentali Cocchi Streptococchi

Otite media Ceppi di Haemophilus influenzae Infezioni muscoloscheletriche Cocchi Gram-positivi (es.

stafilococchi)

Infezioni del tratto gastro-intestinale Batteri enterici (es. Escherichia coli) Endocardite Streptococchi gruppo viridans

Polmonite associata a fibrosi cistica P. aeruginosa, Burkholderia cepacia

(46)

Biofilm come contaminanti di strumenti e presidii medici

Dispositivi contaminanti Biofilm (specie batterica principale) Lenti a contatto Cocchi gram-positivi e P. aeruginosa Dispositivi per dialisi Flora batterica e fungina mista

Cateteri urinari E. coli e altri bacilli gram-negativi Dispositivi endotracheali Flora batterica e fungina mista Cateteri venosi S. epidermis

Valvole cardiache meccaniche S. aureus e S. epidermidis Inneschi vascolari Cocchi Gram-positivi Dispositivi ortopedici S. aureus e S. epidermidis Protesi di vari organi S. aureus e S. epidermidis

(47)

Pseudomonas aeruginosa ambientale

PA colonizzazione asintomatica

P.aeruginosa Infezione Cronica in Fibrosi Cistica

Adattamento batterico

• Fenotipi batterici

• produttori di alginato

• Auxotrofi

• Ipermutabili

• Small Colony Variant

Aumento carica batterica Infezione sintomatica

Malattia polmonare

modificazioni superficiali

(biofilm, virulenza,

resistenza agli antibiotici)

Pressione delle difese dell’ospite

Aumentati trattamenti antibiotici

(48)

Fenotipi di P.aeruginosa in Fibrosi Cistica

A e B

Ceppi mucoidi

Ceppi SCV

C Pigmentati e D non- pigmentati

(49)

Burkholderia cepacia complex

Gruppo di batteri non fermentanti descritti come patogeni delle piante Presenti nell’ambiente in prevalenza nella rizosfera delle piante

Utilizzati come biopesticidi e biofertilizzanti

Importanti patogeni opportunisti per i pazienti immunocompromessi e particolarmente per i pazienti con Fibrosi Cistica

Dotati di grande versatilità metabolica e elevata resistenza ai disinfettanti a agli antimicrobici

Capaci di formare biofilm batterico

(50)
(51)

Burkholderia pseudomallei

specie endemica nel sud-est asiatico, in India, Africa e Australia Si riscontra nel suolo, nell’acqua e nella vegetazione

Infezione per via percutanea , causa colonizzazione asintomatica infezioni chiamate MELIOIDOSI con forme cutanee (ascessi) e infezioni polmonari se contratta per via inalatoria

(52)

Stenotrophomonas maltophilia

• Patogeno opportunista

• Ospiti preferenziali i soggetti con meccanismi di difesa immunitaria deficitari

• Infezioni nosocomiali: batteriemie, polmoniti con elevati gradi di complicanze e morte

• Contaminazione ospedaliera di cateteri, soluzioni disinfettanti, apparecchiature per la ventilazione meccanica

• Intrinsecamente resistente ai carbapenemi e aminoglicosidi e resistente agli antibiotici beta-lattamici

• Emergenza di ceppi resistenti al Trimetoprim/Sulfametossazolo

(53)

Acinetobacter

Sono grossi coccobacilli gram – negativi, strettamente aerobi e ossidasi negativi

Saprofiti ubiquitari sopravvivono sia in superfici umide (es

apparecchiature per la ventilazione meccanica) sia asciutte (cute umana)

Diffusi nel suolo, acqua, alimenti

Possono far parte della flora normale di una piccola percentuale di persone sane e possono proliferare e divenire numerosi durante l’ospedalizzazione

(54)

Acinetobacter

Genere diviso in due gruppi

Glucosio ossidanti A.baumannii (causa la maggior parte delle infezioni) Glucosio non-ossidanti A.lwoffii

Patogeni opportunisti

In ambito nosocomiale si trasmettono per contatto diretto o indiretto Resiste per lungo tempo nell’ambiente anche 30 giorni

Causano

Infezioni respiratorie, UTI,Infezioni di ferite

I pazienti più a rischio sono quelli che ricevono antibiotici a largo spettro, con recente intervento chirurgico o in ventilazione respiratoria

Trattamento antibiotico difficile per A.baumannii a causa della multiresistenza agli antibiotici inclusi i carbapenemi.

(55)

Diagnosi microbiologica di laboratorio dei Gram negativi

Materiale patologico feci, sangue, urine, tamponi rettali, altri liquidi biologici, etc

Semina diretta in terreni liquidi (emocolture) o solidi (agarizzati) ricchi (agar sangue) e

selettivi/differenziatori (MacConkey)

Incubazione 12-24 h a 35/37°C

Crescita batterica - Scelta delle colonie su agar

trapianto per ottenere una coltura pura (da materiale polimicrobico es feci)

Identificazione a livello di specie con metodiche convenzionali fenotipiche (biochimiche/sierologiche)

Identificazione molecolare (PCR) o proteomica (Malditoff)

Saggio di sensibilità agli agenti antibatterici

(56)

Identificazione - scelta delle colonie

La capacità di fermentare il lattosio è considerata una delle caratteristiche chiave nell’identificazione microbiologica degli Enterobatteri.

Lattosio pos

Lattosio neg Agar MacConkey

(57)

Identificazione di specie

metodiche biochimiche convenzionali I

(58)

Identificazione di specie

metodiche biochimiche convenzionali automatizzate

(59)

Identificazione di specie metodiche non-convenzionali

Identificazione molecolare : PCR mediante primers specie specifici per determinati geni batterici

Real time PCR

Sequenziamento della subunità 16S

(60)

Spettrometria di massa

E’ una tecnica analitica che consente di misurare in maniera estremamente accurata il peso molecolare di macromolecole di interesse biologico e di determinare la loro identità in base al rapporto massa/carica.

Metodo rapido, accurato ed economico per l’identificazione di batteri, micobatteri, lieviti e funghi.

Questa tecnologia costituisce un’alternativa

valida e interessante ai metodi di microbiologia classica e di biologia molecolare ed è applicabile in differenti aree della diagnostica clinica e della ricerca.

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