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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.12 (1885) n.571, 12 aprile

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L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

S C I E N Z A ECONOMICA, F I N A N Z A , COMMERCIO, B A N C H I , F E R R O V I E , I N T E R E S S I P R I V A T I

Anno XII - Voi. XVI D o m e n i c a 1 2

Aprile

1885 N . 571

AGRICOLTURA E FERROVIE

Alcuni giorni sono si sono tenute in Roma alcune conferenze tra i delegati di amministrazione ferro-viarie italiane ed estere affine di riprendere le di-scussioni intorno alla delicata materia dei contratti speciali di trasporto con le Ditte che effettuano la esportazione dall'Italia, specialmente di prodotti agri-coli. Scopo precipuo di queste conferenze era di ve-dere se l'Italia avrebbe prorogati, almeno fino alla approvazione delle nuove Convenzioni ferroviarie ed alla sistemazione del nuevo servizio, i contratti che esistevano con alcune Ditte specialmente con quella Francesco Cirio. Le riunioni precedenti, come quella tenuta a Vienna nell'ottobre u. s. non avevano con-dotto ad alcun definitivo risultato, anzi avevano lasciato nei più la convinzione che i contratti sopraccenati, i quali scadevano col giorno 13 marzo 1883, non sarebbero stati prorogati da parte delle amministra-zioni italiane.

Da ciò la convenienza di nuove conferenze tenu-tesi in Roma nelle quali, oltre i rappresentanti delle amministrazioni italiane, vi erano quelli di molte

fer-rovie estere, come il Gottardo, la Siidbahn, il Baden, l'Alsazia e Lorena, Francoforte Colonia, ecc. Le riu-nioni di Roma raggiunsero però solo in parte lo scopo, poiché, se si convenne in un prolungamento fino a l i0 luglio 1883 delle attuali convezioni, che

accor-dano facilitazioni ai trasporti delle derrate alimen-tari, i delegati delle amministrazioni estere soprat-tutto, partirono colla persuasione che i funzionari, i quali con molta probabilità avranno maggior voce nelle future Società esercenti le ferrovie italiane con-tinentali, pur convenendo nella utilità di favorire la esportazione delle derrate alimentari dall'Italia, non credano facile un accordo tra le amministrazioni ila-liane ed estere sulla'base di un eguale trattamento di quest'ordine di trasporti, tanto al di qua che al di là della frontiera. Naturalmente questi concetto che emerse, a quanto ci viene da fonte autorevole affermato, anche nelle recenti conferenze di Roma, non può a meno di produrre una certa impressione sul pubblico, tanto più quando si conosca in tutte le sue parti la storia delle discussioni e delle tratta-tive corse. E che i delegati delle amministrazioni estere non abbiano nascosto la loro meraviglia per questa specie di indifferenza colla quale vengono dalle nostre amministrazioni accolte le proposte di facilitazioni che sono messe innanzi dalle ferrovie al di là del confine , risulta, non solamente dai discorsi che vennero tenuti e dal modo col quale procede

la discussione, ma anche da note scritte. Infatti tra i moltissimi documenti che abbiamo sottocchio e che trattano dell' argomento, troviamo ad esempio una lettera in data 20 novembre 1884 della Direzione generale delle strade ferrate d'Alsazia e Lorena dove, a proposito della informazione avuta « che da parte delle ferrovie italiane, vale a dire del Governo ita-liano, persistevasi nell' intenzione di revocare, colla decorrenza di quell' anno le speciali riduzioni accor-date fino ad ora alla ditta Cirio », è detto : « A « questo riguardo fu fatto avvertire ai sigg. rappre-« sentanti italiani che qualora questa intenzione fosse « tradotta in fatti, si verificherebbe il caso tanto « anormale che, dopo il decorso di quest' anno le « ferrovie estere soltanto accordino le facilitazioni « occorrenti per l'incremento della esportazione « dall'Italia di derrate alimentari, mentre invece si « ha diritto di chiedere almeno che le concessioni « attualmente accordate dalle Ferrovie Italiane durino « quanto tempo le tasse ridotte dèlie Ferrovie Estere « sono mantenute in vigore ».

Da questo brano emerge quindi chiaramente il con-cetto dominante nelle ferrovie estere che le ferrovie italiane debbano accordare ai trasporti di derrate ali-mentari le stesse facilitazioni che esse godono al di là dei confini. — Ma la lettera stessa soggiunge:

« Sebbene durante la discussione i signori Rap-ii presentanti delle ferrovie dell'Alta Italia abbiano « accettato di farne l'occorrente proposta all'autorità « superiore, ciò non di meno venne dichiarato che, « le ferrovie italiane, allo scopo di mantenere ed « aumentare la esportazione di derrate alimentari « dall' Italia, dovrebbero accordare concessioni

mag-li giori di quelle consentite dalle ferrovie estere.

« La Conferenza generale dichiarava inoltre che « il trattamento da parte delle ferrovie italiane sa-li rebbe per le altre amministrazioni ferroviarie la « pietra di paragone per giudicare della importanza « dell'esportazione italiana e degli appoggi che alla « medesima debbonsi accordare da parte dei paesi « nei quali i prodotti vengono importati, o vi fran-ti sitano in desfran-tinazione di più lontani mercafran-ti.

« Devesi quindi ritenere che da parte delle fer-ii rovie austriache, svizzere e tedesche esiste tendenza « a favorire in modo speciale i trasporti di derrate « alimentari italiane sul presupposto che anche il « Governo italiano e le ferrovie a sua dipendenza « rinnovino ugualmente le corrispondenti facilitazioni. « Le amministrazioni Austriache, Svizzere e Tede-« scile, in una parola, non potrebbero accordare pel

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Non si possono leggere le esplicite dichiarazioni di questa nota senza comprendere che si tratta di una questione molto seria e molto complicata ; poi-ché dopo quanto si è detto e parlato in Italia per lo sviluppo della agricoltura, dopo 1* incoraggiamento col quale la pubblica opinione ha salutati i primi tentativi per l'incremento della esportazione dei pro-dotti agricoli, deve veramente far meraviglia che le ferrovie estere muovano lamento perchè le ferrovie italiane sembrano molto meno disposte] a favorire questo commercio che non sieno le stesse ammini-strazioni forestiere.

Però è duopo non giudicare senza tener conto di tutte le circostanze che intervennero in questi ultimi tempi. Infatti la freddezza delle amministrazioni fer-roviarie italiane può essere spiegata dal fatto che verso i contratti speciali per il trasporto delle derrate ali-mentari si era sollevata in Italia una opposizione ab-bastanza rumorosa, la quale si manifestava in mille modi e poteva lasciar credere che su questo argo-mento non fosse ancora bene deciso né l'indirizzo della pubblica opinione né quello del Governo. E come trattavasi appunto della rinnovazione di quei contralti, si comprende che le amministrazioni ferro-viarie si trovassero incerte sul da farsi e quasi timo-rose di prendere deliberazioni che fossero poi in urto colla maggior parte dei produttori e dei commer-cianti e venissero all'ultimo momento anche scon-fessate dal Governo, dal quale le stesse amministra-zioni dipendono.

Se non che i fatti hanno dimostrato come la op-posizione verso i contratti speciali colle Ditte espor-tatrici, fosse più artifiziosa che reale. Alla Camera, discutendosi dell'argomento, malgrado che alcuni de-putati abbiano pronunciati dei discorsi eloquenti contro la clausola che ammetteva quei contratti nel nuovo ordinamento ferroviario, tale opposizione non raccolse che quattro soli voti. Oggi quindi da que-sto aspetto la questione è risoluta in modo defini-tivo e non vi può essere più nessun dubbio sulla intenzione del Governo, delle Amministrazioni fer-roviarie attuali e di quelle che assumeranno l'esercizio al 1° luglio 1885, sulla opportunità di mantenere le speciali facilitazioni al trasporto delle derrate alimentari.

Tuttavia questa non è che una parte e, giova no-tarlo, la meno controversa della questione. Da parte nostra non abbiamo mai dubitato nel senno del Go-verno e della Camera per credere che potesse es-sere approvato il concetto del vagone unico o di altro limite a contratti, che debbono avere quel ca-rattere commerciale che hanno tutte le grandi im-prese, cioè cercare il guadagno nel largo consumo. Rimane egualmente insoluta un'altra questione che è la più grave, ed è questa : — Sono disposte le ammi-nistrazioni italiane a concedere al traffico interna-zionale delle derrate alimentari quelle stesse facili-tazioni che le ferrovie Austriache Svizzere e Tedesche sono disposte ad accordare? E se sì, sono anche disposte, come sembrano esigerlo le amministrazioni estere, a concedere facilitazioni maggiori di quelle consentite dalle ferrovie estere? —

Ecco, lo ripetiamo, il lato molto delicato, molto importante della questione; tanto più che le ferrovie estere sembrano voler considerare il trattamento che questo commercio riceverà in Italia, come la

pietra di paragone per misurarne la importanza; e

stabilire la entità delle facilitazioni che esse stesse

accorderanno Ora non vi è chi non veda che l'Ita-lia ha grandissimo interesse a sviluppare il suo commercio di prodotti agricoli, perchè così giova ad un tempo e alla agricoltura ed agli scambi inter-nazionali, ma la quistione non è semplice quanto può sembrare a prima vista e merita studio e pon-derazione. E ci proponiamo appunto di trattare l'ar-gomento con cura speciale in un prossimo articolo.

I CONTADINI ILLA BISSA LOMBARDIA

LETTEBA SECONDA

Egregio Sig. Direttore

Un quadro esatto delle tristi condizioni economiche ed igieniche fatto ai contadini nella Bassa Lombardia dissi nella mia prima lettera essere necessario per far palese l'urgente necessità di porvi pronto riparo. Quantunque volte si voglia seriamente scongiurare lo scoppio dei gravi conflitti fra proprietari, affiliamoli da un lato e coltivatori dall'altro non si deve tardare ad inziare un qualche miglioramento; ammaestrino le recenti notizie di torbidi e scioperi agrari, so-praggiunti fin troppo presto a legittimare i dubbi che aveva espressi nella prima lettera. E vengo senz'altro a tratteggiare, come meglio potrò, le condizioni eco-nomiche, restringendo come prima, il discorso ai con-tadini obbligati. Credo superfluo ricordare, come fu altre volle descritto, che l'agricoltura nella zona irri-gua della Lombardia ha indole affatto speciale e sco-nosciuta altrove e non procede né dalla feracità natu-rale del suolo, nè dal lavoro manuale di quelli che lo coltivano. La produzione è bensì relativamente enorme, ma è completamente dovuta,come anche rilevò l'on. Ja-cini nel voi. Y l , fase. I, degli Atti dell'Inchiesta agra-ria, ai capitali che si hanno per così dire, costruita la produttività della terra nel corso del tempo e che sono rappresentati dalla proprietà, ed ai grandi capitali ne-cessari sotto determinate forme, per far valere quella

praduttività e che sono rappresentati dagl'industriali d'agricoltura, vale a dire dai fittabili.

Da tutto ciò consegue che nel campo di una sif-fatta produttività artificiale, al lavoro manuale dei coltivatori sia riservata una funzione infinitamente meno importante, come fattore di produzione, e che quindi gl'industriali dell'agricoltura abbiano cercato di accaparrarsi quel lavoro manuale al minor prezzo possibile e per l'indeclinabile legge economica della concorrenza gli operai agricoli siano stati, non dico indotti, ma costretti, pur di campare in qualche modo la vita, ad accettare retribuzioni assai esigue.

Ventura volle pei contadini che abitano nella re-gione della bassa pianura lombarda che esistessero dei prodotti un tempo sufficientemente rimuneratori, come il riso e il granturco, alla coltivazione dei quali l'industriale agricolo trovava un tornaconto ad ac-cordare loro una cointeressenza che vien detta diritto

di zappa o zapperia, la quale, aggiunta al salario

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ti!ità del -fondo e che nelle buone annate poteva rap-presentare, quando i cereali non erano, come al pre-sente, deprezzati in valore, complementare al salario fisso, abbastanza considerevole.

Laddove invece il genere di coltivazione non offre materia di compartecipazione, la condizione econo-mica dei contadini ò assolutamente intollerabile. Nei dintorni di Milano, dove le praterie sono la coltiva-zione quasi esclusiva e non permettono quindi coin-teressenza , una famiglia riesce difficilmente a gua-dagnare in media L . 430 all'anno, computato il valore del vitto in pane giallo, minestra, latte e qualche companatico.

I salari fissi infimi ha rivelato l'Inchiesta agraria che si hanno appunto per tale mancanza di cointe-ressenza nel basso Milanese e nel Pavese e credo che l'on. Jacini si apponesse completamente al vero, quando affermava temere che, se il diritto di zappa non esi-stesse e la retribuzione non consiesi-stesse che in un salario determinato, la condizione economica dei con-tadini sarebbe peggiore ancora di quello che è, stante il pregiudizio quasi tuttora generale che 1' utile del conduttore deve consistere nel pagare poco la gior-nata di lavoro, e non nell' ottenere maggior lavoro dietro una migliore retribuzione.

Ma anche nei paesi dell' irriguo piano lombardo, dove la compartecipazione s'aggiunge al salario fisso, i risultati dell'Inchiesta agraria hanno confermato che i salari (il complesso cioè della cointeressenza e del salario fisso) sono scarsi, o tutto al più qua e là me-diocri. Infatti rari sono i casi in cui una famiglia di coloni composta semplicemente di marito e moglie con figli non ancora atti al lavoro percepisca, te-nendo conto di tutto, L. 350, rarissimi quelli in cui arrivi alle L . 600. Nella gran maggioranza dei casi invece la retribuzione, sommando insieme salario fisso e compartecipazione di generi, oscilla dalle L . 450 alle 350. Credo quindi di non poter venir tacciato di soverchio pessimismo se lamenterò l'assoluta scar-sezza di una tale rimunerazione e sono d'avviso che, qualora non venga spontaneamente cresciuta, i conta-dini non tarderanno a trovare il modo di obbligare i conduttori ad aumentarla.

La retribuzione che il contadino riceve è, come si sa, fissata dal patto colonico, il quale non è altro che un contratto bilaterale fra il conduttore del fondo e il capo della famiglia colonica che viene assoldata. Tale contratto si fa ancora oggidì quasi dappertutto verbalmente e ne prende nota per sua norma il solo conduttore, che non è a meravigliarsi se si fa il più delle volte la parte del leone, giacché il patto colo-nico è dettato più dalle consuetudini del luogo che da un equo e studiato modulo di contratto. Ma v'ha di più: non sempre il padrone lo rispelta scrupolo-samente e si prevale della sua posizione per gravare il già stremato contadino che, se ha quasi sempre sopportato in pace finora le angherie, si mostra ora meno disposto a lasciarsi vessare e rivela una certa tendenza a ribellarsi ai soprusi dei padroni. E da questi soprusi appunto ebbero origine alcuni scioperi parziali di contadini, che avvennero p. es. nel Lodi-giano nel 1882. A i gravi inconvenienti, che furono causa prima di tali scioperi, mi piace il ricordarlo perchè vorrei vedere il filantropico e saggio esempio imitato , cercava di porre riparo il solerte e vera-mente benemerito Comizio Agrario di Lodi, compi-lando con cura un patto colonico normale abbastanza equo, al quale dovrebbero i conduttori attenersi come [

minimo ;Q ed istituendo Commissioni mandamentali dipatronato, alle quali possano i contadini rivolgersi

per ottenere valido aiuto contro le angherie che po-tessero usare i padroni nell'esecuzione del patto co-lonico. Ed incidentalmente dirò anzi che l'opera di queste Commissioni mandamentali si è dimostrata in pratica efficacissima , troncando ed appianando con equità non poche vertenze insorte tra contadini e padroni, nelle quali si ebbe quasi sempre a riscon-trare il torto non essere dei primi ; e che si va cer-cando ogni modo di estendere la saggia abitudine di stipulare per iscritto i contratti tra agricoltori e con-tadini, attenendosi il più fedelmente possibile al patto colonico normale compilato dal Comizio Agrario, con-siderandolo come un minimo da non oltrepassarsi e dandone copia al colono.

L a scarsità dei salari dei contadini che l'Inchiesta agraria non ha contraddetto apparrà tanto più evi-dente, quando si abbia riguardo alla media dei sa-lari con cui i lavoratori delle città sono retribuiti. Questo confronto è stato fatto più d'una volta e io non starò qui a rinnovarlo. Dirò solo che nelle sue grandi generalità il confronto è sempre riuscito sfavorevole agli operai agricoli e vantaggioso per gli operai urbani. A rendere sempre più accentuata questa superiorità di condizioni economiche dei secondi rispetto ai primi concorre anche un fatto, che forse non è ancora stato abbastanza apprezzato, sebbene non sia senza impor-tanza per dimostrare la miglior posizione economica fatta all'operaio urbano, a cui non siano sconosciute le buone abitudini del risparmio e della sagace previ-denza. Questo operaio trova nelle Società di M. S. un inestimabile presidio ed aiuto per provvedere alla sua vecchiaia e alle sue malattie non solo, ma d'ora innanzi gli sarà offerto anche un valido sostegno con-tro gì' infortuni del lavoro dalla Cassa nazionale di assicurazione, e ciò mediante un tenue contributo mensile.

Di nessuno di questi vantaggi è dato invece di approfittare ai contadini, fra i quali l'utilissimo e santo istituto del M. S. è ancora un mito. Gran mercè per un contadino se in occasione di qualche malattia o sinistro avrà la ventura di essere al servizio di un padrone che non sia sordo alla clemenza e alla pietà, perchè a rigore, secondo le consuetudini vigenti, a nessun soccorso pecuniario avrebbe diritto per qua-lunque infortunio accadutogli sul lavoro. Per ogni giornata di malattia gli si suol trattenere sul già scarso e magro salario una quota della giornaliera re-tribuzione, che varia dall'inverno all'estate e che non di rado viene ad agguagliarsi all'intera remunera-zione quotidiana.

Per esempio, nel modulo di patto colonico for-mulato dal Comizio Agrario di Lodi, che pure ho giudicato abbastanza equo, si stabilisce che, in caso di malattia del colono, il padrone sarà in diritto di trattenergli per il mancato lavoro L . 0,70 per ogni giornata d'inverno e L . 1,20 per ogni giornata d'estate, e solo nel caso che la sua malattia, debitamente con-statata, s'intende, dal medico, durasse oltre un mese, la trattenuta sarebbe ridotta a L . 0,50, mai a meno. Soltanto se nel complesso dell'anno le giornate di ') Esso è riportato nella pregevole ed accurata Monografia agricolo-statistica del Circondario di Lodi pubblicata a Lodi nel 1884 dalla tipografia W i l m a n t e compilata in occasione del Comizio agrario

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malattia non raggiungano il numero di cinque, non si farà luogo ad alcuna trattenuta.

Da quel lauto salario del contadino lombardo che per sua disgrazia cada ammalato — e notisi che ciò avviene bene spesso per l'insalubrità del cibo e delle abitazioni fornitegli — sottraggasi ancora la tratte-nuta giornaliera e si vedrà quanto resti pel povero infermo — che pure ha bisogno di medicine, di corroboranti e cibi tonici — e pel resto della fa-miglia. . .

È del povero contadino, a cui la grave vecchiaia to-glie la possibilità del lavoro, che avviene? Bene spesso io vedete costretto a tender la mano all' elemosina per prolungare una vita che fu precocemente logo-rata dalle fatiche dei campi. Egli non ha avuto come

l'operaio urbano la possibilità di crearsi per mezzo delle Società di mutuo soccorso una fonte di sus-sudio pei tardi anni. Quasi dunque la tenuità dei salari non bastasse, altre circostanze concorrono a render più difficile la condizione economica del lavo-ratore del suolo. — Ma quasi tutto ciò non bastasse, occorre riflettere che si va sempre più estendendo la tendenza di allargare la coltivazione del prato a scapito della coltivazione arativa. Il che vuol dire in altri termini che la compartecipazione del contadino al prodotto andrà ancora diminuendo a totale suo detrimento e che quindi il complessivo salario, se si continuasse colle vigenti costumanze, ne risulte-rebbe ancora scemato.

Come provvedere dunque per regolare equamente i salari degli operai di campagna per portarli a un più alto livello? Certo sarebbe assurdo l'invocare l'intervento dello Stato, nò là può vedersi altro ri-medio che la libera e spontanea iniziativa privata. Oggi, contrariamente a quanto si faceva pel passato, comincia a prevalere nell'economia industriale e per-fino nella domestica, la tendenza a servirsi del mi-nor numero possibile di persone, ma pagandole bene; e ciò si è trovato che era un sistema più proficuo, perchè ri è visto che da un uomo ben nutrito e ben pacato si poteva esigere mollo di più e che .egli stesso era al caso di poter soddisfare più facilmente tali esigenze. Non v' è ragione, perchè tale sistema non debba prevalere anche nell' industria agricola, ed infatti parecchi conduttori di fondi hanno già comin-ciato a tradurlo in atto con mirabile vantaggio della loro azienda. Potessero questi esempi isolali trovare numerosi imitatori !

E qui dovrei passare a discorrere delle condizioni igieniche, ma mi accorgo di avere usurpato già troppo spazio nelle colo ine del suo pregiato perio-dico, e le chiedo in cortesia di accordarmi ospitalità per una terza lettera, nella quale esaminerò il tema che mi era proposto.

Colla massima stima

Suo devotissimo

D o t t . A . F I O R I N I . Bologna, marzo 1885.

STATISTICA DELL'EMIGRAZIONE I T I L I ! ALL' ESTERO

n e l l ' a n n o 1 8 8 4

L a Gazzetta Ufficiale del 2o marzo p. p. pubblica diverse tavole contenenti le notizie sommarie del-l'emigrazione tanto propria che temporanea avvenuta nel 1884 confrontata con quella antecedente.

Prima di procedere all' esame di quelle tavole pre-metteremo con la scorta del foglio ufficiale, che la fonte ufficiale a cui vengono attinte le notizie sono i registri dei passaporti per I' estero, e sussidiaria-mente la pubblica notorietà. Nell'atto di rilasciare i passaporti, i sindaci e le autorità di pubblica sicu-rezza cercano di distinguere gli emigranti dai sem-plici viaggiatori in base a diversi criteri. Si domanda alla persona che richiede il passaporto se si reca al-l'estero in cerca di lavoro, sia temporaneamente, sia a tempo indefinito, ovvero se viaggia all'estero per diporto, per affari, per ragioni di studio, ecc. Questi ultimi appartengono generalmente alle classi agiate e civili e pagano la tassa di 10 lire, mentre il pas-saporto si rilascia col solo pagamento della tassa da bollo di L. 2,40 alle persone'di condizione povera, ai contadini e operai che costituiscono la quasi to-talità dei nostri emigranti. Quanto alla notorietà, se-guendo le istruzioni ripetutamente espresse dal Go-verno i sindaci e le autorità politiche locali cercano di tener nota delle persone che si allontanano dal proprio paese per passare all'estero senza regolare passaporto sia perchè cercati dalla giustizia punitiva, sia perchè renitenti alla leva, o pei" altri motivi. Tuttavia per quanto le autorità procurino di tener nota della emi-grazione dell'una e dell'altra specie, non v'ha dubbio che la statistica officiale non riesce a rappresentare intero questo movimento. Non pochi dichiarano di andare in cerca di lavoro negli stati limitrofi per una parte dell'anno, e poi, quando si trovano all'estero, si convertono in emigranti veri e propri, sia fermando la loro dimora nei paesi ove sono capitati, sia pren-dendo imbarco in un porto straniero per recarsi in un paese più lontano.

Ecco adesso i resultati sommari:

Differenza 18S4 1883 nel 1884

Emigrazione propria N.57,994 68,416 —10,422 Id. temporanea » 89,001 100,685 — 11,682

Totale N. 146,995 169,101 — 22,196 Da questo specchio comparativo viene a resultare che 1' emigrazione propria diminuì di 10,422 emi-granti, e la temporanea di 41,682 e così in tutto si ebbero nej 4884 22,196 emigranti meno che nel 4883. Dividendo per compartimenti le cifre sommarie ri-guardanti tanto l'emigrazione propria che temporanea durante il 1884 si hanno i seguenti resultati :

Emigraz. Emigraz. Compartimenti propria temporanea Totale

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Dividendi) finalmente il movimento complessivo del-l'emigrazione per ogni 100 mila abitanti, abbiamo che il Piemonte ne ebbe 944 su 100 mila abitanti; la Liguria 718; la Lombardia 623; il Veneto 1,638; l'Emilia 2 4 0 ; la Toscana 3 6 6 ; le Marche 380; Pe-rugia 3 ; Roma 1 ; Abruzzi e Molise 3 7 7 ; Campa-nia 269; Pug ie 41 ; Potenza 969; le Calabrie 376; la Sicilia 81 e la Sardegna 18.

Nelle tavole pubblicate dalla Gazzetta Ufficiale non si contengono altre notizie, ma il foglio ufficiale fa sapere che il Ministero di agricoltura industria e com-mercio ne darà in breve altre più particolareggiate in apposito volume.

IL MOVIMENTO COMMERCIALE E INDUSTRIALE

della provincia di Vicenza

La Camera di commercio di Vicenza ci ha inviato la sua relazione statistica delle condizioni industriali e commerciali nel suo distretto camerale.

L a relazione comincia dal costatare che i nuovi e più rapidi mezzi di comunicazione e di trasporto dovunque attivatisi in questi ultimi anni, se riuscirono di benefizio alle grandi città di scalo e di consumo, spostarono invece le vie dei traffici delle città minori. Vicenza si trova appunto in questa condizione ed i l suo commercio interno può dirsi che meno per alcune derrate di esportazione, come frumento, ortaggi, uova, bestiame e pochi altri generi, si limiti oggi al puro dettaglio, dipendendo le sue sorti quasi interamente dai bisogni del commercio della provincia. U n se-guito di annate agricole piuttosto sfavorevoli, gli oneri che aggravano di soverchio la proprietà fon-diaria, l'inasprimento delle altre pubbliche imposte, P insuccesso di alcune imprese industriali, le inon-dazioni del 1882, che produssero guasti risarcibili solo in una lunga serie di anni, furono le cause principali elio le impedirono di sollevarsi a prospe-rità. Affine di arrestare i l suo decadimento, e la deviazione dei traffici dalle proprie cerchia naturali non mancò Vicenza di fare ogni sforzo per allacciare a sè, al più presto possibile con più solleciti ed oppor-tuni mezzi di comunicazione, quei paesi della sua cir-coscrizione che oggidì tendono al discentramento e sono attratti per i commerci alle provincie circonvicine. A raggiungere tale scopo vi e già in attività una ferrovia economica Schio-Piovene, che proseguirà fino ad Ar-siero; si conclusero ultimamente le convenzioni per un tramway a vapore fra Vicenza-Barharano e No-venta Vicentina, e quanto prima Vicenza avrà una più vantaggiosa congiunzione coli'importante distretto di Lonigo, essendo avanzate le pratiche per la ese-cuzione di un tramway a vapore per Montebello Vicentino e Lonigo, come pure per unire più stret-tamente a Vicenza i l distretto di Marostica.

Passando al 1884, a cui si riferisce più special-mente la relazione camerale, essa costatata che l'anno scorso fu per varie cause assai sfavorevole all'indu-strie e ai commerci, e queste cause che recarono una grave perturbazione all'andamento degli scambi e degli affari e quindi danni incalcolabili, furono il continuato degrado nei prezzi dei prodotti agricoli, la scarsità del raccolto dei bozzoli, e dell'uva, le

scemate esportazioni, i l deprezzamento delle sete, la invasione colerica in varie provincie del Regno, le quarantene terrestri alle frontiere della provincia, e tutti gli altri provvedimenti sanitari forse eccessivi od arbitrari in molti paesi del Regno.

Malgrado questo la relazione accenna con piacere come in questi ultimi anni si sia compiuta un'evo-luzione quasi in tutte le industrie, che si è manifestata con la scomparsa di molte piccole industrie per cedere il campo ai grandi stabilimenti, i quali disponendo di forti capitali, di macchine perfezionate, e di ogni moderno miglioramento si misero in grado di au-mentare largamente la produzione, e di esitarla a prezzi non consentiti al piccolo industriale.

Fra le industrie cui non volse propizio i l 4884, troviamo dapprima le fabbriche di pellami, e l'in-dustria dei cappelli di paglia e delle treccie. Alle prime sono d'ostacolo la concorrenza estera, e più specialmente i prodotti adulterati mediante infiltrazione di sostanze che danneggiano l'intrinseca qualità dei cuoj aumentandone il peso a scapito del consumatore, e all'industria dei cappelli di paglia furono di nocu-mento gli alti dazi di entrata all'estero.

Vengono poi le industrie laniere che si lamentano delle condizioni sfavorevoli a loro create dal trattato di commercio con la Francia, l'industria della carta danneggiata dalla franchigia daziaria dei cartoni, le fabbriche di istrumenti musicali che trovano un osta-colo nella produzione estera, la cui importazione in Italia è facilitata dalla mitezza dei dazi doganali, T industria del lino e della canape che s i lamenta che i l costo del filato prodotto in Italia sia maggiore di quello che si ritira dall'estero, l'industria della birra che trova ostacolo nei forti pesi che superano di un terzo quelli che colpiscono l'industria della birra in Austria e finalmente le fabbriche di mate-riali laterizi, e di ceramica, le quali domandano che la tariffa ferroviaria pel trasporto del caolino sia pa-reggiata a quella della terra refrattaria ; che le merci imballate a piccole partite sieno tassate a peso netto; che vengano modificate le gravose tariffe del car-bone; e finalmente che pei laterizi vengano, in luogo dei-prezzi portati dalle nuove tariffe ferroviarie, con-servati quelli delle tariffe attuali meno dannosi alla loro industria.

Passiamo al movimento commerciale.

I quadri del commercio d i importazione e d i esportazione che sono annessi alla relazione rappre-sentano il movimento reale avvenuto negli anni 4882 e 1885 entro la provincia, riguardo alle merci che essa ritirò dall'estero, ed a quelle che la medesima esportò.

Nell'importazione prevalsero l e seguenti merci: olj, coloniali, prodotti chimici, generi per tinta e concia, tessuti di cotone e lana, ghisa, ferro, acciajo, macchine, ed apparecchi di macchine.

Nell'esportazione figurano i n partite abbastanza rilevanti le acque minerali, i filati di cascami serici, i mobili, le treccie e cappelli di paglia, la cartarie pietre, le terre e i minerali non metallici, i laterizi e lavori di terra non comune, le granaglie, le farine, i legumi, gli ortaggi, il pollame e le uova.

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naturai-230

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mente non è indizio di migliorate condizioni econo-miche, ma dimostra, come dice la relazione, una concorrenza che si fanno reciprocamente detti minori esercizi non essendo l'aumento numerario in una giusta proporzione colla crescente popolazione nè con le esigenze della medesima.

U n altro prospetto si riferisce al movimento com-plessivo della staziono ferroviaria di Vicenza negli anni 1882-1883. Da questo prospetto si viene a conoscere che nei due anni indicati si ebbe un aumento sen-sibile nei viaggiatori, e nelle merci a piccola velocità, ma al contrario diminuirono le merci a grande ve-locità e i trasporti per conto del governo. Quanto al bestiame aumentarono i capi grossi e diminuirono i piccoli.

V i sono finalmente altri due prospetti riguardanti 1' uno il movimento postale, e l'altro il movimento telegrafico nei due anni sopra indicati.

Quanto al movimento postale si trova che le let-tere aumentarono di oltre mezzo milione, le cartoline di 94 mila, e le stampe e le corrispondenze officiali di oltre 100 mila. Diminuirono invece di 26 mila i pieghi di carte manoscritte, e i campioni e ciò per ragione dell'altro modo di trasmissione, cioè dei pacchi postali. Relativamente ai vaglia si ebhe una diminuzione di 911 in quelli trasmessi, che aumen-tarono però di valore per la somma di L . 348,000; e un aumento di 3361 in quelli pagati, il cui im-porto fu superiore di L . 161,000,

Quanto alila corrispondenza telegrafica dell' intera provincia si trova che diminuirono i telegrammi trasmessi, e aumentarono invece quelli ricevuti.

E R R A T A - C O R R I G E

Trattandosi di oifre, che rappresentano fatti d'im-portanza, dobbiamo correggere due errori incorsi nella stampa dell'ultimo numero (3 aprile).

Nell'articolo La immigrazione nell' Argentina, alla pagina 215, col. 2a, riga 2 dall'alto, invece di 2,000

si legga 20,000 lire, siccome l'utile che un peone, par-tecipando all'aumento della mandra, può procacciarsi a capo di pochi anni.

E nella notizia sulla Produzione del cotone

nel-l'America Nord, a pag. 217, col. 2a, riga 7 dal basso,

invece di 500,000 si legga 6,500,000. È questa la quantità di balle a cui dovrebbe salire il raccolto nel-l ' A m e r i c a denel-l Nord, per suppnel-lire anel-lnel-le domande denel-l mercato in generale.

I nuovi acquisti della Germania in Africa

A i tre possedimenti coloniali di Angra Pequena, di Camerun e di Togno, altri due ne ha aggiunti la Germania in queste ultime settimane: l'uno, all'oc-cidente di Zanzibar, nei paesi degli Usagara, dei Nguru, degli Ukami ed Usegaha; l'altro sulla sinistra del basso Congo, vicino alla stazione di Nokki. Tutti e due furono acquistati per conto della Società te-desca di colonizzazione nell'Africa; e il primo fu posto senz'altro sotto il protettorato dell'impero ger-manico.

Quanto a) possedimento in vicinanza di Nokki sap-piamo solo che il luogotenente Schulze, capo della

spedizione, ha potuto procurarsi un tratto di riva acconcio ad accogliere piroscafi e navi di grossa portata, e a dar vita ad una stazione commerciale. Il luogotenente Sehulze s'adopera adesso ad ampliare con nuove compere il possesso in riva al fiume, dove fu issata ormai la bandiera germanica. Ma la bandiera, qui, non servirà che a significare l'acquisto per conto dell'Associazione tedesca. Di un vero pro-tettorato dell' Impero non dovrebbe almanco essere il caso, se allo stato libero del Congo competano i diritti di piena sovranità, come sembra doversi ri-cavare dalle deliberazioni prese nel Congresso di Berlino.

Si può invece considerare come pertinenza del-l'impero il territorio acquistato all'ovest di Zanzibar. Se anche meno vasto di quanto s'era annunziato in sulle prime, ha pur sempre un estensione notevole (di circa 30,000 chilometri quadrati) una superficie da paragonarsi a quella del Belgio o del Piemonte. Situati sul declivio che scende dalla catena del Ki-limangiaro verso l'Oceano indiano, quei territori si trovano ad un'altezza dal mare che varia dai 300 ai 500 metri, per cui hanno temperatura meno sof-focante che sulla costa. L a vegetazione è, nel com-plesso, abbastanza varia e ricca; e in alcune parti ci sono anche acque perenni. Perciò gli acquirenti si lusingano di poter introdurre da quelle parti coltivazioni simili a quelle che si praticano a Giava, e non meno estese e proficue. Ma questa opinione incontra non pochi contraddittori, alcuni dei quali autorevolissimi; come, ad esempio, il dott. Fischer di Berlino, che conosce l'oriente africano per averci dimorato parecchi anni. Secondo lui, in quei paesi si potranno stabilire delle fattorie di piantatori, ma vere colonie agricole non mai. Qualche dozzina di europei potrà impiegarvi, più o men bene, i propri capitali; ma al lavoro non si potranno adoperare cbe indigeni. Bisogna, soggiunge egli, rappresentarsi i fatti quali sono; non lasciarsi andare a fantasti-cherie. Se la coltivazione dei cereali possa prospe-rare laggiù, è cosa per lo manco problematica. Del resto i commerci vi sono languidissimi. Quello del-l'avorio si può dire rovinato, dopo le stragi che si sono fatte degli elefanti. Piante, che producano gom-ma pel cauciuk, in quei paesi non se ne trovano. E poi al giusto sviluppo della colonia bisognerebbe la libera comunicazione col mare. M a il litorale appartiene tutto al sultano di Zanzibar; per cui i traffici della colonia tedesca dipendono in certo modo dal beneplacito di Said Burgash.

(7)

12 aprile 1885

L' E C O N O M I S T A

231

della Società colonizzatrice dell'Africa orientale; do-vrebbero disapprovare energicamente tutti i tentativi di attirare da quelle parli coloni, prima che non si sieuo fatto le necessarie esperienze, che non si sia raccolta maggior copia di notizie sul paese e sui suoi abitatori, che non si sia provveduto infine a rendere più facili e sicure le comunicazioni dell' in-terno colle coste. »

Abbiam voluto riferire i giudizi del dott. Fischer e del dott. Datickelmann, non tanto perchè i nostri lettori possano rendersi conto dell' importanza da assegnarsi ai nuovi acquisti della Germania ; quanto per contribuire, anche da parte nostra, a combattere gli avvisi fantastici ed i parliti arrischiati. Non è questa già la prima volta che cerchiamo di preve-nire il pubblico contro le illusioni; ma l'insistere non è a dirsi supertluo, massime quando l'inganno può recar seco le conseguenze più dolorose, e quando, a dissiparlo, si può invocare l'appoggio delle persone più savie e più competenti.

U N A N U O V A I N D U S T R I A

Una lettera recentissima alla Deutsche

Koloniàl-zeitung, da Dunedin nella Nuova Zelanda, ci fornisce

ragguagli interessanti intorno al traffico delle carni congelate. F u nel maggio del 1882 che dal porto Park Chalmers partiva i l primo carico di 5000 pe-core preparate in quel modo; del peso medio di 38 chi-logrammi ciascuna. In due anni e mezzo la nuova industria progredì con tale fortuna, da fornire ormai una delle materie principali del commercio d'espor-tazione della colonia. Per il trasporto diretto dalla Nuova Zelanda a Londra si fondarono due compa-gnie con piroscafi e velieri propri. L'esportazioue fu nel 1884 di 374,332 capi; senza che perciò aumen-tasse il prezzo delle pecore; le quali abbondano sif-fattamente, che in passato se ne potevano uccidere grandi quantità, per lucrare soltanto sulla lana e sulle pelli. Le carni venivano sotterrato.

Il processo di congelamento è i l seguente. Macel-lati, scuoiati e sventrati diligentemente gli animali, si appendono nel così detto Carnajo, che può con-tenere da cinque a seimila pecore. L'apparecchio di congelazione viene messo in movimento da una mac-china a vapore della forza di 80 cavalli, che genera ogni ora 4000 piedi cubici di aria secca ad una temperatura di 60° a 80° Fahrenheit sotto zero. Per far agire la macchina 24 ore, sono necessarie due tonnellate di carbone; ma a temperatura più bassa bastano anche sei ore.

Nei primi tempi la congelaziane si faceva sui ba-stimenti stessi, dov'era disposto a tal uopo un locale spazioso. M a da poco in qua si eressero particolari stabilimenti; uno dei quali, a Burnside presso Du-nedin, appronta ogni giorno 400 pecore; con note-vole risparmio di tempo per i grandi piroscafi, capaci di 10 mila e più pecore. Sinora il commercio delle carni congelate si è fatto soltanto coli'Inghilterra ; ma è più che probabile che s'abbia ad estendere anche ad altri paesi per la buona qualità della merce (la pecora dell'Australia è molto più saporita di quella dell'Europa) e per la modicità del prezzo. U n chilog. di carne congelata costa 55 centesimi di franco.

li commercio del Belgio nel 1884

L a Revue Commerciale e diplomatique di Bruxelle contiene vari documenti statistici riguardanti il com-mercio dei Belgio nel 1884.

Da quei documenti si rileva che in quell'anno le importazioni diminuirono del 4 per cento, e le

espor-tazioni ebbero invece un aumento del 5 per cento. Nell'importazione aumentarono il legname da co-struzione, il legno segato, il grano, il mais, il grano, la spelta, i grani misti, i filati di lino e di altre fibre vegetali, gli olj vegetali, la stoppa, il lino, la seta, il rame e il nikel greggi, il sale di soda, il luppolo e il petrolio.

Diminuirono al contrario il bestiame vivo, il legno di quercia e di noce, il caffè, il burro fresco e sa-lato, la segale , 1' orzo, 1' orzo esotico , le vinaccie d'orzo, i legumi secchi, la farina, la crusca, le fecole alimentari e i macinati di ogni specie, le patate, il vino, la carne, i filati di lana, le macchine, il grano, il minerale e la limatura di ferro, il ferro fuso greggio, 10 pelli greggie, i prodotti chimici, i tabacchi greggi e i semi oleosi.

Nell'esportazione abbiamo trovato in aumento gli animali bovini, i cavalli e poledri le candele stea-riche e di sevo, il carbon fossile, il frumento e l'avena, 11 mais, la farina, la crusca, le fecole alimentari e i macinati di ogni specie, i stracci e cenci, il guano, i filati di lino e di altri vegetali, gli abiti fatti, i va-goni, i tramways, il grano, il lino, la seta, la mer-ceria, la chincaglieria, il rame e nikel greggi, le rotaie, 10 zinco in pezzi, la carta, le pelli greggie, le pelli tinte e preparate, le pietre greggie, tagliate e segale, il pe-trolio, i tessuti di lana, di lino, di canapa e di juta, 11 luppolo e i vetri da finestre.

Ebbero invece diminuzione i bestiami bovini, il coke, l'orzo, le vinaccie d'orzo (resti di birra), la carne, gli olj vegetali non propri all' alimentazione, le macchine in ferro e altri metalli, i minerali e la limatura di ferro e di acciaio, lo rotaie, i ferri la-vorati, gli zuccheri greggi, i semi oleosi, le vetrerie fini, arrotate e dorate. "

BULLETTAIO DELLE BANCHE POPOLARI

( S i t u a z i o n i al 31 m a r z o 1885)

Banca popolare cooperativa di Acerra. —

Ca-pitale versato L . 13,267; Riserva L . 6,637; Conti correnti L. 32,778; Rispar. L . 8,864; Buoni frutti-feri L . 17,586; Portafoglio L . 48,542; Sofferenze L . 00,00; Entrate L. 1,648; Spese L . 187.

Banca mutua popolare di Verona — Capitale

sociale L. 359,712; Riserva L . 34,041 ; Conti correnti L. 2,331,571; Portaf. L. 2,445,178; [Anticipazioni sopra valori L. 21,375; Fondi pubblici L . 274,386; Sofferenze L . 5,747; Rendite L . 50,936; Spese L . 30,951.

Banca Metaurense di Urbino.— Capitale versato

(8)

232 L' E C O N O M I S T A 12 aprile 1885

Banca mutua popolare di Molfetta. — Capitale

versato L . 95,242 ; Riserva L . 20,375; Risparmio L . 318,849; Buoni fruttiferi L . 111,754; Portafoglio L . 513,711; Fondi di Stato L. 48,535; Sofferenze L . 771 ; Entrate L . 6,757; Spese L. 6,686.

Banca di depositi e prestiti in S. Sofia. —

Ca-pitale versato L . 113,650; Riserva L . 21,847; Conti correnti L . 45,693; Risparmio L . 114,899; Porta-foglio L . 264,475; Fondi pubblici L . 55,138 ; So IT. L . 1,811; Entrate L . 5,44 8; Speso L . 971.

Banca popolare di credito in Bologna

Abbiamo ricevuto il resoconto dell' esercizio del-l'anno 1884 della Banca popolare di credito in Bo-logna redatto dal suo direttore Cav. Vincenzo Sani.

Il resoconto comincia coll'accennare le condizioni anormali create al commercio e alle industrie dalle luttuose vicende della salute pubbliche e parla altresì dei disagj dell'agricoltura. Si rileva da questo reso-conto che la Banca intende di fare sovvenzioni al-l'agricoltura come le è permesso dallo Statuto ap-provato nello scorso decembre, ma per attuare il Credilo Agrario oltre gli studi necessari, la Banca ha dovuto occuparsi dell' allargamento del locale, 1' ufficio attuale non potendo servire alle esigenze della nuova istituzione. Ciò premesso daremo una breve analisi delle principali operazioni.

Il numero attuele dei soci è aumentato nel 1884 di 523 essendo salito da 4243 a 4766.

Le azioni possedute da soci ascendono a 17,458 aumentando nell'anno suddetto di 949 e il capitale sociale raggiunse la somma di L . 1,046,394 con un aumento di L . 55,854 sull'anno precedente.

Le riserve aumentarono di L. 210,933.80 raggiun-gendo alla fine del 1884 la cifra di L. 681,407.35 che divisa in tante parti quante sono le azioni ne resulta che ogni titolo vi partecipa per L. 39,03.

I depositi ammontarono a L . 12,822,025.31 con un aumento di L . 1,176,032.04 su quelli accertati al 31 decembre 1883.

Gli sconti crebbero sul 1883" di L . 3,905,236.44 ed ascesero nel 1884 a L. 40,186,328.59 rappresen-tate da 34,156 cambiali sconrappresen-tate, del valore medio di L. 1,176.54 l'una. Le anticipazioni sopra valori am-montarono soltanto a L . 1,963,825.50 diminuendo di L . 933,528.o 0 sul 1883. In totale gl'investimenti am-montarono a L . 42,150,154.

II movimento di cassa si presenta in aumento di L. 21,462,136.72 ed ascende in tot. a 1.167,303,837.60, come il movim.gen. degli affari aumentando sull'anno scorso di L . 42,738,375.85 sale a L . 288,275,998.57; ma l'utile per le ragioni ricordate, non ostante che il lavoro sia aumentato è un poco minore, perchè da L . l 47,689.93 che fu nel 1883 discende a L . 130,910.05.

La qual somma fu attribuita per L . 83,654 alle azioni in ragione di L . 5 per azione, e per L . 30,761.36 alla riserva.

Banca popolare di Bergamo

Dal Consiglio di amministrazione ci è stata inviata la relazione sull'esercizio del 1884 della Banca mutua

popolare di Bergamo, che non comprende altrimenti

la succursale di Treviglio perchè costituitasi in So-cietà anonima cooperativa.

A l 31 decembre 1884 le azioni sottoscritte non comprese quelle che si riferivano alla succursale di Treviglio ascendevano a N. 20,342 corrispondenti al capitale versato di L . 1,017,100.

Gli effetti cambiari scontati durante l'anno furono in N. di 13,625 per un valore di L . 22,483,665.50 che dettero un utile di L . 217,710.40.

G l i assegni emessi furono complessivamente 9,020 per l'importo di L . 8,725,276.52 e ne vennero pa-gati 5,436 per L. 5,057,907.44 e quindi un movi-mento di oltre N. 1,700 assegni per oltre L. 2,500,000 in più dell'anno precedente.

Gli utili netti ammontarono a L . 113,278.84 che vennero distribuiti

ai soci in ragione di L . 3,90 per azione L . 79,055.97 al fondo di riserva in ragione di

L . 1,18'/» per azione . . . . » 26,821.80 a disposiz. del Consiglio per gl'impiegati » 7,403.07

L . 113,278.84

CRONACA DELLE CAMERE DI COMMERCIO

Camera di Commercio di Vicenza. — Nella riu-nione del 23 marzo la Camera di Vicenza approvò ad unanimità la proposta di istituire nei principali centri della provincia dei delegati camerali con in-carico di farsi interpetri dei desideri e bisogni dei commercianti e degli industriali. Approvava inoltre il conto consuntivo del 1884 che si riassuma nelle seguenti cifre : o Attività . . . L. 34,294.14 Passività . . . » 20,746.12 Civanzo di cassa L . 13,548.02 Restanze passive » 251.20 Rimanenza attiva L . 15,296.82

Camera di Commercio di Mantova. — N e l l a seduta del 26 marzo 1885, furono trattati i seguenti affari : 1.° Prese atto delle assicurazioni fatte dall'onor. Deputazione provinciale rispetto alla prossima co-struzione del tronco di strada nazionale insommer-gibile dal casino dei Freiters al Ponte rosso fuori Porta Molina, e dell'approvazione dell'appalto per i lavori della chiusa sul Mincio a Governolo ;

Approvava la proposta presidenziale di aderire al desiderio manifestato dal comizio agrario, inserendo quind'innanzi nel listino settimanale anche i prezzi delle carni vive dei bovini secondo le risultanze del mercato del bestiame ;

2.° Espresse la propria soddisfazione per il fatto che la Camera di commercio di Mantova è di nuovo chiamata ad aver volo nel consiglio superiore del-l' industria e del commercio a mezzo del presidente, dovendo riconoscere in ciò una prova della consi-derazione in cui la Camera è tenuta presso il R . Mi-nistero d' agricoltura, industria e commercio.

(9)

p'rov-12 aprile 1885

L' E C O N O M I S T A

233

vedimento diretto a frenare la concorrenza del com-mercio girovago, venga attuato non appena abbia ot-tenuto la reale approvazione a sensi degli articoli 31 e 33 della legge 6 luglio 1862 N. 680.

4.° Avuta comunicazione dalla circolare 6 feb-braio u. s. della Camera di commercio di Ferrara ed esaminati i tre quesiti in essa formulati, pur ap-prezzando i motivi per i quali la Camera anzidetta stimò opportuno richiamare su di essi I' attenzione delle rappresentanze commerciali del regno onde promuovere in ordine ai medesimi un'azione concorde presso il Governo nell'interesse del commercio, per varie considerazioni deliberò di passare all'ordine del giorno.

5." Presa conoscenza della circolare 13 gen-naio p. p. diretta dal Comitato interprovinciale per la ferrovia Lecco-Colico ed il valico dello Spluga alle deputazioni provinciali, alle Camere di commer-cio ed ai signori senatori e Deputati delle provinole di Lombardia, del Veneto e dell'Emilia, nonché del memoriale in appoggio della domanda di una fer-rovia attraverso al valico dello Spluga, deliberò di conformarsi al contegno adottato sullo stesso oggetto dall'on. Deputazione provinciale di Mantova la quale non credette di poter aderire alla domanda di acco-munare la propria azione a quella dell'anzidetto Go-mitato.

Camera di Commercio di Cremona.

— Nella se duta del 2 marzo vennero trattati i seguenti affari:

1.° Ispezionati i ruoli predisposti d'ufficio per l'applicazione dell'annua tassa, e sentito l'analogo ropporto sulle operazioni relative presentato dal Rag. Sig. Bandera Cesare - la Camera ammette le risul-tanze complessive del reddito imponibile in L. 2067176 e delibera che le singole qnote d'imposta vengano commisurale in base alla consueta aliquota di cen-tesimi 40 per ogni lire cento imponibili.

2.° Conformemente ad analoga proposta della Presidenza - il Collegio presta adesione alle idee esposte dal Comitato delle provincie di Milano, Como, Bergamo, e Sondrio, a favore del valico alpino dello Spluga - apprezza ie principali ragioni che consigliano di risollevare la già tanto agitata quistione -e, trovando che la desiderata ferrovia ofìrirebbe ri-levantissimi vantaggi agli interessi commerciali cre-monesi - delibera di associarsi alie pratiche iniziate nell' intento suaccennato.

3." Informato delle varie pubblicazioni perve-nute all'ufficio intorno alle Convenzioni ferroviarie e degli studj fatti dalla Presidenza circa le tariffe annesse a detto progetto di legge dal punto di vista degli interessi commerciali ed industriali dei distretti e richiamate le deliberazioni camerali 30 ottobre e 12 dicembre 1884, con cui la Camera espresse il proprio giudizio sulle tariffe inerenti ai principali prodotti ed articoli di commercio della provincia (agricoltura, seterie, carboni) - il Collegio approva la linea di condotta tenuta in proposito dalla Presi-denza. Ritenuto poi che nel distretto non avvennero manifestazioni di sorta del ceto commerciale ed indu-striale in ordine alle tariffe annesse alle Convenzioni e che il Ministero non ebbe a chiedere l'avviso della rap-presentanza commerciale sovra dette tariffe - il Colle-gio giudica inopportuna ed intempestiva qualsiasi ulteriore rimostranza in argomento; tanto più per-chè gli interessi commerciali ed industriali cremo-nesi furono implicitamente contemplati nelle conclu-sioni della petizione notevolissima del Circolo Indù

striale di Milano, appoggiato personalmente a Roma da appositi Delegati ed accolte in parte dal Parla-mento.

4." Relativamente ad un voto con cui la Con-sorella di Salerno chiede un provvedimento ministe-riale col quale si venisse a chiarire che quanto al tran-sito importazione temporanea, e depotran-sito delle farine, soggette a dazio, sia obbligatorio per l'appaltatore daziario di accordarli ; e che la cauzione ed il de-posito dovuti pel rilascio della bolletta, il termine per la uscita delle farine dagli stabilimenti e la pro-roga, siano in facoltà del produttore e non nell' ar-bitrio dell'amministrazione daziaria locale - il Colle-gio, considerando che la questione non interessa questa Camera perchè nel recinto dei Comuni chiusi della provincia non esistono stabilimenti di macina-zione di grani, passa senz'altro all'ordine del giorno.

5.° Esaminale tre domande della consorella di Ferrara a favore del commercio e delle industrie e cioè :

1.° Che il Governo riformi le disposizioni sulla tassa di ricchezza mobile non solo per quanto ri-guarda I' aliquota, ma anche per la vessatoria ap-plicazione di detta imposta e che vengano sottoposti alla revisione delle Camere di commercio i ruoli di Cat. B e C ;

2.° Che la Banca Nazionale regoli lo sconto riducendo il tasso a seconda delle condizioni generali del mercato ed accettando effetti a quattro mesi;

3." Che siano tenute a calcolo le conclusioni del Congresso di Torino relativamente alle modifica-zioni da introdurre nelle tariffe doganali — il Collegio in seguito a discusione dei singoli voti suaccennati, pur encomiando gli intendimenti della consorella di Ferrara, deliberò, per considerazioni diverse, di aste-nersi dal prestare adesione ai voti medesimi.

6.° Esaminati alcuni voti espressi dalla Camera di commercio di Cagliari onde sieno dal Governo adottati varj provvedimenti in vantaggio dell'agri-coltura e cioè sia provveduto alla perequazione fon-diaria, all' abolizione dei decimi addizionali, ad un. diverso metodo di riscossione dell'imposta prediale, alla riforma del credito agrario, all'incoraggiamento delle irrigazioni e bonifiche ed a convenienti tariffe di trasporto dei prodotti agricoli — il collegio si astiene dal pronunciarsi in argomento giudicando L che tali quistioni sieuo di competenza delle

rappre-j sentanze agricole come è dimostrato dalla

pregievo-lissima Rassegna sulle condizioni dell' agricoltura testé pubblicata dal locale Comizio Agrario in cui sono svolti egregiamente alcuni degli accennati pro-blemi.

Notizie economiche e finanziarie

Situazione delle Banche di emissione italiane ed estere.'

(in milioni)

Banca Nazionale del Regno

10 m a r . Cassa e r i s e r v a . . L. 289,2 Portafoglio 256,0 Anticipazioni 31,7 Capitale L. 200,0 Massa di rispetto.. 35,0 Circolazione.. 497,0) 9

Altri debiti a rista.. 38,25 o ó o>*

(10)

234

L' EC O N O M I S T A

12 aprile 1885

Banco di Napoli

28 febb. 20 marzo differ.

( Cassa e riserva.. L . 143,S 138,3 — 5 , 3 AttlVO ? Portafoglio 6 5 , 8 6 5 , 1 — 0 , 7 (Anticipazioni 2 7 , 3 2 6 , 5 — 0 , 8 f Capitale L. 48,7 48,7 — p„„:u.) Massa di r i s p e t t o . . . 8 , 4 8 , 4 — " " ' " ' Circolazione. 1 8 0 , 7 1 7 4 . 8 )0.r o a a

! Altri debili a rista. 7 4 , 6 Ì2 4 5'7 71 * !71,5 2 4M ~ 8>4

Banco di Sicilia

20 m a r z o differ.

Attivo

Passivo

10 m a r z o Cassa e r i s e r v a . . . L. 32,3 34.5 Portafoglio 26,2 26,6 Anticipazioni 3,6 3,5 Capitale 12,0 12,0 Massa di rispetto . . . . 3,0 3,0 I Circolazione.... 40,5 )7 1 . 40,51 7 1 „

\ Altri deb. a vista 30.6 j '1'1 30,7 V

Banca Austro-Ungherese

23 marzo 31 m a r z o - h 1,8 + 0,4

- 0 , 1

+ 0,1

Passivo

Incasso metallico Fior. 198,5

Portafoglio 104,0 Anticipazioni 24,2 Circolazione 334,7 , Conti correnti 86,4

Banca di Francia

2 a p r i l e Incasso metallico F r . 2,069,1 'Portafoglio 903,1 Anticipazioni 278,3 (Circolazione 2,920,4 (Conti correnti 458,5 198,4 — 0 , 1 116,7 + 12,7 2 5 , 5 + 1 , 3 3 4 8 ,4 86,6 9 a p r i l e 2,069,1 886,5 + 13,7 + 0,2 d i f f e r . - 16,6 286,3 - f 8 , 0 2,903,5 - 16,9 503,3 4 - 4 4 , 8

Banche associate di Nuova York.

Passivo

21 m a r z o

(Incasso metallico Steri.. 20,9 f Portafoglio e anticipaz... 60,2

Circolazione 2 , 2 I Conti correnti 17,7

Banca nazionale del Belgio

28 m a r z o ' d i f f e r . 20,9 — 6 0 , 2 2 , 1 17,6

- 0,1

- 0,1

26 m a r z o

S

Incasso metallico F r . 9 7 , 8 Portafoglio 277,7 Anticipazioni 10,7 Panimi Circolazione 340,3 rdWIVIIj C o n t i correnti. . . . 6 1 , 3 2 a p r i l e 1 0 1 , 2 2 8 7 .5 11,0 344.6 7 0 , 8 differ. -t-+

+

+

+

3 , 4 ' 9 , 8 0 , 3 4 , 3 9 , 5

Banca d'Inghilterra (2 aprile).

Aumentarono: la circolazione di st. 1,128,855; i

conti correnti particolari di sterline 291,805; i fondi pubblici di st. 20,891; il portafoglio e le anticipazioni

di st. 4,024,046.

Diminuirono : i conti correnti del Tesoro di ster-line 731,935; V'incasso metallico di sterster-line 828,476; e la circolazione dei biglietti di st. 4,457,334.

— Il ministero di agricoltura e industria ha aperto il 2 corrente un concorso internazionale di mecca-nismi elevatori dell'acqua e di motori a vento in Lecce, e ciò nell' intento di diffondere i meccanismi e gli apparecchi meglio adatti all' estrazione delle acque per irrigare i terreni e per abbeverare gli animali e di propagare l'uso dei motori a vento applicali a questi meccanismi.

Il concorso si apre col dì 45 settembre 1885 e si

chiude non più tardi del giorno 15 ottobre, e pos-sono partecipare gli inventori, i costruttori ed i sem-plici depositari nazionali ed esteri.

I depositari di meccanismi costruiti in Italia, come all'estero, sono considerati quali rappresentanti dei costruttori, e a questi, in caso di merito, verranno assegnati i premi.

Appartengono a questi meccanismi :

Gli apparecchi perforatori nei pozzi tubolari, mu-niti delle rispettive pompe.

Trivelle e utensili di esplorazione per la ricerca d'acque sotterranee; ed apparecchi completi di per-forazione di pozzi modenesi o artesiani.

Motori a vento applicati ai meccanismi idrofori. Bindoli, rosarii, norie, coclee, ruote a timpano; ruote a cassette, arieti idraulici, pulsometri e trombe di ogni maniera.

Disegni di irrigazione, dei quali si riconosca la possibilità di esecuzione e 1' utilità economica nelle provincie di Lecce, Bari e Foggia.

I premi assegnati dal Ministero di agricoltura sono in denaro ed in tante medaglie d' oro, d' argento e bronzo e l'acquisto per parte del Ministero stesso di due apparecchi del sistema, ohe riporterà il primo premio, e di altri per 8000 lire.

— La base delle discussioni che ebbero la loro fine nella recente conferenza a Parigi, riguardo al canale di Suez condussero alle seguenti conclusioni: 4. Il Canale di Suez sarà incondizionatamente libero al passaggio di tutte le navi.

2. In tempo di guerra sarà stabilito per le navi delle potenze belligeranti un termine perentorio per la loro permanenza nel Canale, nel quale non do-vranno venire sbarcate mai nè truppe nè munizioni o altri strumenti da guerra.

3. Nel Canale, ài suoi sbocchi e nelle acque territoriali egiziane non dovranno aver luogo osti-lità di sorte, anche se una delle potenze belligeranti fosse la Turchia.

4. Nè l'una nè l'altra delle sopracitate prescri-zioni avranno luogo, trattandosi della difesa del-l'Egitto stesso.

5. L e potenze saranno responsabili dei danni ar-recati al canale dalle loro navi di guerra e dovranno procedere subito alla riparazione dei medesimi.

6. L'Egitto sarà incaricato di vigilare sulla ese-cuzione delle norme fissate per il passaggio delle navi appartenenti alle parti belligeranti traverso al Canale.

7. Nè sul Canale nè in vicinanza di esso potranno erigersi delle fortificazioni.

8. I diritti territoriali dell'Egitto non subiranno altre restrizioni all'infuori di quelle determinate nei punti precedenti.

RIVISTA D E L L E BORSE

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12 aprile 1885

L' E C O N O M I S T A

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migliore dacché si seppe che il Ministero francese era stato ricostituito con plauso della maggioranza della Camera, e che la China, nonostante la vittoria riportata a Lang-Son, era pronta a firmare i preli-minari di pace con la Francia. E la persistenza del ribasso si attribuì dapprima alle molte vendite fatte a Parigi per far fronte ai bisogni della liquidazione, e poi al timore che il nuovo Gabinetto francese avendo ottenuto il credito richiesto di 200 milioni per la spedizione del Tonkino fosse propenso a pro-seguire la guerra contro la China. Ma il fatto che tiene molto più preoccupata la speculazione, e che fu cagione dai ribassi avvenuti nel corso della settimana, è la probabilità di una guerra fra l'Inghilterra e la Russia, probabilità che si teme possa avverarsi, specialmente dopo che un giornale ministeriale di Londra il Daily News, pur facendo voti per la pace, dichiarò che non era il caso di abbandonarsi ad un falso ottimismo, aggiungendo che il govprno britan-nico non credeva che i negoziati impegnatisi fra Lon-dra e Pietroburgo permettessero di sospendere per un solo istante i preparativi che il governo delle Indie ritiene consigliati dalla situazione. Fortunatamente il mercato al contante non si è lasciato impressionare nella slessa guisa della speculazione, ma al contrario, approfittando dei bassi corsi, ha operato su vasta scala impedendo forse che il mercato a termine ca-desse anche più in basso. L a situazione del mercato monetario internazionale continua in generale sempre buona. A Londra lo sconto è slato facile, essendosi aggirato fuori banca fra 2 3/8 e 2 1 / 2 per cento, sebbene la ricerca di danaro sia stata alquanto at-tiva da ridurre la riserva della Banca di circa un milione e mezzo di sterline. Anche la Banca di Fran-cia ha veduto assottigliare le sue riserve metalliche, ma i giornali tanto inglesi che francesi osservano che le diminuzioni avvenute non hanno nulla d'in-solito in questo periodo dell'anno. A l contrario la riserva delle Banche associate di Nuova Y o r k au-mentò di circa 60 mila sterline sorpassando così il limite legale di 9 milioni e 696 mila sterline. A Pa-rigi lo sconto privato si aggirò sul 5 7/8 per cento ; a Berlino sul 3 7/8; in Amsterdam sul 2 3/8; a Vienna sul 3 4/2 e a Pietroburgo sul 6 per cento. In Italia la Banca nazionale e gli altri Istituti di emissione, cominciando da giovedì elevarono lo sconto delle cambiali, e l'interesse sulle anticipazioni con-tro deposito di sete, e di titoli garantiti dallo Stato, al 6 per cento.

Il rialzo dello sconto. — Dietro le insistenti

do-mande della Banca Nazionale italiana il Governo e gli altri Istituti di emissione hanno consentito all'aumento dello sconto dal 3 al 6 per cento. Era già qualche tempo che il cambio sulle piazze estere e specialmente su quella di Parigi si manteneva sfavorevole all'I-talia e quindi determinava una non lieve differenza nel corso effettivo dei titoli e sopratutto del consoli-dato. Pareva quindi necessario riparare col rialzo dello sconto che ha per effetto immediato di com-primere in paese i prezzi della rendita. Se non che la misura è venuta in un momento di tale panico nella borsa che difficilmente se ne potrà scorgere e sentire gli effetti. Coloro però che traggono argo-mento da questo fatto per biasimare il Ministro delle finanze ed il suo piano per la abolizione del corso forzato, mostrano di essere sempre vigilanti nel co-glier ogni pretesto per fuorviare la pubblica opinione. Certo che la misura presa si connette colla abolizione

del corso forzato e tende a proteggere il nostro stock metallico dalla emigrazione. Ma se tre anni or sono il ministro Maglioni avesse detto che il corso forzato si poteva abolire mantenendo alto lo sconto per qualche anno, chi non avrebbe detto che era lievis-simo il sacrifizio che si domandava per così benefica riforma ? — Oggi vorrebbero il corso fiduciario e sempre lo sconto basso; è la incontentabilità della ignoranza.

Ecco adesso il movimento della settimana:

Rendite francesi. — 11 3 O/O da 109,03 cadeva

a 107,60 e oggi risaliva a 107,97; il 3 0|0 da 79,45 a 76,47 e il 3 0/0 ammortizzabile da 89,25 a 78,40.

Consolidati inglesi. — Da 98 4/16 scendevano

fino a 94,87; per risalire oggi a 95, 3/16.

Rendita turca. — A Londra da 17 7/8 ribassava

a 45 4/4.

Valori egiziani. — L'Egiziano nuovo da 346

scen-deva a 317 e il Canale d'i Suez da 2455 a 1970 e oggi resta a 2022.

Valori spagnuoli. — L a nuova rendita esteriore

da 60 3/4 declinava a 57 3/8.

Rendita italiana 5 0\o. — Sulle varie borse

italiane da 97,70 in contanti ribassava a 95,45 e da 97,80 per fine mese a 95,65. Oggi resta a 94,55 in contanti e a 94,75 per fine mese. A Parigi da 96,95 retrocedeva fino a 92,25 e poi risaliva a 93,30, a Londra da 95 a 91, e a Berlino da 96 a 94,25.

Rendita 3 0\o. — Dopo lievi oscillazioni resta

oggi a 62,25 ex coupon.

Prestiti pontificii. — Per tutta la settimana

rima-sero affatto inattivi rimanendo nominali il Rotbscliild a 9 9 ; il Blount a 96,50 e il Cattolico 1860-1864 a 97.

Valori bancarj. — In seguito al ribasso che ha

colpito la rendita, quasi tutti questi valori subirono qualche deprezzamento. La Banca Nazionale italiana da 2260 indietreggiava 2218; la Banca Nazionale To-scana da 1163 a 1135; il Credilo Mobiliare da 1005 a 9 4 5 ; la Banca Generale da 640 a 618; la Banca Romana da 1045 a 1030; il Banco di Roma da 706 a 684 ; la Banca di Milano da 635 a 630; la Banca di Torino da 842 a 840 e la Banque d'Excompte da 568 a 557.

Regìa tabacchi. — Il pagamento agli azionisti della

quota di reparto in L. 602,45 spettante a ciscuua azione vien fatto dalla Società di Credito Mobiliare italiano. A Roma questo rimborso vien fatto senza alcuna spesa, e nelle città in cui vi è una rappre-sentanza del Credito Mobiliare mercè la corrisposta di una lieve somma a titolo di commissione, di rim-borsi di spese postali, ecc.

Valori ferroviari. — Anche questi valori

quan-tunque in proporzioni assai lievi subirono anch'essi qualche deprezzamento. Le azioni meridionali da 717 a 690; le romane comuni da 123 a 1 2 3 ; le obbli-gazioni meridionali da 316 a 310 ; le obbliobbli-gazioni livornesi C D negoziate fra 322 a 317 ; le Vittorio Emanuele fra 315 e 316 e le nuove Sarde fra 319 e 311.

Credito fondiario. — Roma negoziato a 477 ; Mi

-lano a 514; Napoli a 498,50 e Cagliari a 478.

Valori diversi. — L ' a c q u a marcia negoziata fra

1450 e 1460, la Fondiaria italiana a 300; e la Fon-diaria vita a 300 circa.

Cambi. — In aumento. Il Francia a vista salì fino

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L' E C O N O M I S T A

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N O T I Z I E COMMERCIALI

Cereali. — All'estero i mercati frumentarj senza

però segnare aumenti, trascorsero in questi ultimi giorni un poco più sostenuti, ma siccome non vi sono almeno per il momento serie ragioni per giustificare un cambiamento nell'andamento commerciale dei grani, cosi crediamo che tutto si limiterà a piccole oscilla-zioni dipendenti dall'andamento più o meno favorevole delle campagne. L'unico fatto, come accennammo nella precedente rassegna, che avrebbe potuto spin-gere i grani al rialzo, sarebbe stata una guerra fra la Russia e l'Inghilterra, ma questo pericolo sembrando scongiurato, non vi è ragione per ritenere serio il cambiamento avvenuto. A Nuova York i grani so-stenuti da doli. 0,90 a 0,92 allo s t a j o ; i granturchi deboli da 0,49 a 0,50 1/2 e le farine extra state in-variate da doli. 3,15 a 3,35 al sacco di 83 chi ogr.

A Chicago i grani oscillarono da dollari 0,74 1/4 a 0,771/4 e i granturchi da 0,37 1/8 a 0,38; In Algeri

calma per i grani e prezzi piuttosto deboli. A Odessa sostegno nei grani prodotto dal cattivo andamento delle campagne russe. A Londra pure sostegno e a Liverpool invece i grani ribassarono di un denaro. A Berlino tendenza indecisa. A Pest i grani in rialzo si quotarono da fior. 8,28 a 8,48 al quintale; e a Vienna da fior. 8,70 a 8,84. In Anversa i grani ebbero qualche aumento. I n Francia in generale ì prezzi dei grani trascorsero alquanto sostenuti, quan-tunque gli affari si aggirassero entro limiti assai ristretti. A Parigi i grani pronti si quotarono a t r a n -cili 21,90 e per maggio a fr. 22,30 al quintale. In Italia i grani e i risi benché leggermente, continua-rono ad avvantaggiarsi, mentre al contrario i gran-turchi si mantennero con tendenza piuttosto debole. A Firenze i grani gentili bianchi si contrattarono da L. 22 a 23 al quint., e i rossi da L. 21,25 a 22

e 25. A Bologna i grani fecero da L. 21,50 a 22,2o;

i granturchi da L. 11,75 a 14,75 e i risoni da Li-re 18,75 a 23. — A Ferrara si praticò da L. 19 a 21,40 per i grani e da L. 12,50 a 14,50 per i gran-turchi. — A Mantova i grani venduti da L. 20 a 21 50; i granturchi da L. 13,50 a 14,25; il riso da L. 31 a 33 e l'avena da L. 16,75 a 17,25. — A

Ve-nezia si fece da L. 19 a 21 p e r i grani lombardi ; da

L. 18 a 19 per i grani del Mar Nero ; da L. 14 a 14,50 per i granturchi lombardo-veneti; da L. 17 a 17,25 per l'avena; e da L. 33,50 a 36 per il riso nostrale. — A Milano i grani si venderono da L. 20 e 75 a 23,50; i granturchi da L. 13 a 15; la segale da L. 16 a 17; l'avena da L. 16,50 a 17.50 e il riso da L. 30 a 37. — A Torino i grani realizzarono da L 22,25 a 24,75; i granturchi da L. 13 a 16,25; la avena da L. 16,50 a 18,50 e il viso bianco fuori da-zio da L. 24 a 36,50. — A Genova i grani teneri lombardi si venderono a L. 22,50, e i tenevi esteri da L. 16,75 a 20. — In Ancona i grani delle Marche fecero da L. 22,50 a 23,50 e gli abruzzesi da L. 21,50 a 22 e a Bari i grani bianchi da L. 23,75 a 24,25 ; i rossi da L. 23 a 23,25; i duri da L. 22 a 24,75; ì misti da L . . 2 0 a 21; le fave da L. 14 a 14,50 e l'a-vena da L. 19 a 19,70.

Lardo e strutto. — Abbiamo da Trieste che il lardo

e lo strutto si tennero nella quindicina decorsa in calma; di lardo arrivarono dall'interno 35 quintali quasi t u t t i esportati per affari diretti, pagandosi qualche eolio al dettaglio 'con bolletta a fior 50 e la roba nostrana per consumo locale si pagò da 48 a 49 secondo il merito della roba per cassa pronta. Nella stessa quindicina arrivarono dall'interno colla ferrovia 130 quintali strutto, la maggior parte roba d ' I t a l i a ; per il dettaglio si pagò qualche barile di marca Bancroft a fior. 50, per la roba di Pest fina

con bolletta a 58, qualità di Vienna nominale 54, e per la roba italiana che è sempre preferita dal con-sumo locale fu pagato da 46 a 48 secondo il mento della roba, il tutto per cassa pronta senza sconto. — A Genova lo strutto di America si vende sulle L. 110 al quint. al vagone e il sego da L. 76 a 78.

01j d'oliva. — Continua una certa attività nelle

qualità fini, mentre al contrario proseguono abban-donate le inferiori. A Diano Marina i sopraffini si contrattarono da L. 165 a 170; i fini e mezzofim da L. 160 a 145; i mangiabili da L. 125 a 150. — A

Genova i Riviera fecero da L. 165 a 170 ; i Serdegna

da L. 135 a 140; i Toscana da L. 140 a 150 e ì Ro-magna da L. 125 a 130. - A Firenze le qualità acerbe realizzarono da L. 85 a 92 per soma di chilogrammi 61,200 sul posto, e le altre qualità andanti da L. 7o

a 84. — A Napoli i Gallipoli pronti si quotarono a

L. 97 circa e per maggio a 97,25 e i Gioja a L. 87 e 90 per i pronti, e a L. 88,30 per maggio. — A Bar,i i sopraffini fecero da L. 165 a 180; i fini da L. 120 a 150 e i mangiabili da L. 100 a 108 il tutto al quintale.

Sete. — Anche in questa settimana le transazioni

furono generalmente scarse senza che per altro ì prezzi subissero peggioramento di sorta. A 7ormo si venderono alcune partite di greggie piemontesi

10/12 di 2° ord. a L. 49,50. — A Milano le greggie classiche 9/10 si contrattarono da L. 52 a 53; dette di 1° ord. a L. 49,50; le greggie mazzami di 2» ord. da L. 31 a 32; gli organzini classici 17|l9 da L. 61 e 50 a 62,25 ; detti di 1° ord. da L. 59 a 60 ; e le trame classiche 24/26 a L. 58. — A Lione in seguito alla crise politica attraversata ultimamente dalla Francia, la calma dominò su tutti i prodotti serici. F r a le vendite di articoli italiani abbiamo notato greggie di 1° ord. a capi annodati 10/12 vendute da fr. 53 a 54 ; organzini 26/30 di 1° ord. a fr. 64 e trame di 1° ord. 2 4 / 2 6 a fr. 59.

Caflè. — I mercati italiani trascorsero alquanto

animati malgrado la calma e il ribasso che predomina in quasi tutti i mercati regolatori, e questa anima-zione la dobbiamo in parte alla probabilità di pros-simo ed imminente aumento di dazio; speriamo quindi di veder un po' più d'animazione nell' articolo nei giorni avvenire. A Genova i prezzi correnti sono di L. 120 a 125 ogni 50 chilog. per il Moka Egitto; di L. 75 a 95 per il Portoricco; di L. 55 a 60 per il San Domingo, e di L. 55 a 70 per il Rio. — In

An-cona il Rio fu venduto da L. 210 a 230 al quint. ;

il Bahia da L, 196 a 200; il S. Domingo da L. 210 a 220 e il Portoricco da L. 260 a 290. - A Trieste si venderono 2,000 sacchi di Rio da fior. 43 a 59 al quint-; 1,500 di Santos da 46,50 a 58 e 50 fardi di Moka da 87 a 90. — A Londra mercato sostenuto, e in Amsterdam il Giava buono ordinario fu quotato a cents. 25 l|,.

Zuccheri. — Finalmente quest'articolo si spiegò

fortemente all'aumento e tutte le denominazioni subi-rono rialzo, perchè la speculazione sulle nostre piazze lece capolino ed opera e opererà ancora in larga scala, cercando d'approvvigionarsi al più presto pos-sibile onde poter aver della merce pronta, per pro-fittare dello sdaziamento attuale, perchè i più temono molta sollecitudine sull'approvazione di questo a u -mento. I cristallini Egitto e le qualità Inglese subi-rono discreto rialzo e sono molto domandati. A

Ge-nova i raffinati della Ligure-Lombarda si venderono

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