• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.14 (1887) n.688, 10 luglio

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.14 (1887) n.688, 10 luglio"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

L’ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE INTERESSI PRIVATI

Anno XIV - Voi. XVIII Domenica

I BIGLIETTI » S U I INCONVERTIBILI PER LE GANGHE?

La discussione avvenuta alla C am era sulla circo­ lazione fiduciaria, e di cui XEconomista ha trattato nel num ero del 5 G iugno e la relazione del— fo n . F ranchetti sul progetto di legge perda proroga del corso legale dei biglietti hanno dato argom ento a qualche esam e della questione e non possiamo a m eno di intrattenere i nostri lettoli sulle opinioni che si sono m anifestate.

Sorgono a difendere in un modo o nell’ altro le Banche e il Tesoro contro gli attacchi di alcuni de­ putati e nostri, la Nuova Antologìa ed il Bollettino delle Finanze; questo trovando la relazione d el­

l’un. F ranchetti « dettata con quella particolare com ­ petenza in cotali argom enti, che gli è generalm ente riconosciuta » — quella trovando invece che nulla dice di nuovo.

Sono m eritevoli di molta attenzione gli argom enti che ci olire il Bollettino delle Finanze, il quale, se non erriam o, discute della questione ponendosi dal punto di vista dell’ interesse del Tesoro.

Il Bollettino, a buon conto, conviene con noi « essere opera provvida il sollecito ritorno della circolazione degli istituti nei contini della legalità » e crede che sarà ancora più provvida « la ricosti­ tuzione delle loro riserve con le specie volute dal- l’art. 1S della legge 7 A prile 1881 per l’abolizione del corso forzoso, e cioè esclusivam ente in m onete m etalliche, senza che possano già farne parte i bi­ glietti consorziali ed i biglietti di Stato. » Ma su questo ultim o punto il Bollettino, m entre crede che stesse, se non nella lettera, alm eno nello spirito della legge, che la riserva fosse rappresentata anche dai biglietti consorziali, perchè la valuta effettiva corri­ spondente era sem pre pronta ad affluirvi m ediante il cam bio, riconosce che è m olto m eno corretta la parificazione del biglietto di Stato a valuta m etallica nelle riserve bancarie.

Noi prendiam o atto di questa prim a confessione, la quale concorda col giudizio che abbiam o già espresso, e sul quale ci pare che il Bollettino altra volta non fosse d’accordo: ed è che i rapporti tra le B anche di em issione e lo Stato fossero regolati fin qui da un co­ sciente arbitrio ; — arbitrio da parte di chi eludeva le chiare disposizioni della legge, arbitrio da parte di chi, preposto alla vigilanza della esecuzione della legge stessa, la lasciava volentieri eludere, pure sa­ pendo quali potevano essere le gravi conseguenze della infrazione.

S e non che il Bollettino, quasi per giustificare

10 Luglio 1887 N. 888

questo arbitrio, fin qui seguito e che ora sem bra si debba far cessare, osserva che le B anche di em issione hanno oggidì in cassa circa 45 m ilioni di biglietti di S tato è che potrebbero benissim o portare questi biglietti a! cam bio nelle T esorerie per com m utarli in valuta m etallica nelle loro riserve, e così n è essere obbligate a restringere la loro circolazione, nè a so­ stenere le spese occorrenti per far v enire dafi’estero com e altrim enti occorrerebbe, 45 milioni d ’ oro e d’argento. I n tal caso, osserva il Bollettino, si avrebbe la «S m ostruosa conseguenza, che lo S tato, il quale già concede alle B anche il privilegio e tu tti i v a n ­ taggi della em issione, v errebbe anche a rifo rn ire a p roprie spese le loro riserve m etalliche, onde potes­ sero m antenerle in corrispondenza con la em issione. Alle Banche adunque — continua il Bollettino — tu tti gli u tili; al Tesoro tutti i pesi. »

E la osservazione non vi ha dubbio è gravissim a poiché il T esoro, che ha una circolazione di 540 m i­ lioni, ha appena 177 m ilioni di fondi p ropri m etal­ lici, dei quali circa 43 in piastre b o rb o n ich e ; non gli rim angono quindi che 1 3 0 m ilioni, appena il tri­ plo della sua circolazione, m entre bisogna notare che ha da disim pegnaro a tanti altri servigi.

T im idam ente quindi il Bollettino, dom anda se non sia il caso di negare « insiem e alle facoltà di com prendere i biglietti-di Stato nelle riserve, anche quella di portare al cam bio nelle tesorerie i bi­ glietti stessi, i quali potrebbero essere sm altiti nei pagam enti e nelle operazioni ordinarie. »

E parendo forse al Bollettino che le Banche mal si acconcerebhero a questa esclusione dal diritto co­ m une, fa loro avvertenza che, non acconciandovisi di buon grado, ne deriverebbe una specie di^ ra p ­ presaglia per mezzo della quale anche il Tesoro m anderebbe al cam bio nelle casse delle Banche i | biglietti degli Istituti che esso possiede, e per ultima ratio potrebbe chiedere alle Banche per 103 m i­ lioni di anticipazioni, le quali al presente sono in­ teram ente disponibili, portando im m ediatam ente al eam hio cotesto ingente quantitativo di biglietti.

A bbiam o fedelm ente ed am piam ente riassunto q u e ­ ste idee m anifestate dal Bollettino, le quali, 9 e v i­ dente, ci fanno sapere quali sieno le intenzioni del Tesoro su questa m ateria, perchè crediam o servano di utilissim a istruzione intorno agli effetti del sistem a bancario dom inante in Italia, sistem a che noi abbiam o com battuto con tutte le nostre forze, m a che da a l­ cuni venne dipinto come una felicità dagli altri invi­ diataci e solo censurata dai « m iopi. »

(2)

cam bio; il cam bio esige una scorta di m oneta m e­ tallica, e questa scorta deve essere per giunta tanto più pingue quanto sono peggiori le condizioni che valgono a costituirla, a m antenerla, a rinforzarla. — Ma appunto il T esoro diventando, sotto questo aspetto, banca di em issione, solfre tutti gli inconvenienti e tutti i disagi che soffrono le banche di em issione, sotto il cattivo regim e della legge 1871 non m odi­ ficata da quella 18 8 1 . Anzi in m olte circostanze e per m olte cause — specialm ente perciò che il T e ­ soro, avendo tanti altri servigi da com piere, ha m o­ m enti di prosperità e di difficoltà —■ il T esoro può essere ritenuto, di fronte alla Banca Nazionale d’ Ita­ lia, ed ora anche al Banco di Napoli, — com e una Banca di em issione di secondo ordine, per quanto l’avere il privilegio dei biglietti di piccolo taglio e l’ essere sparita quasi affatto la moneta legale a titolo pieno — oro e scudi — agevoli alla sua circolazione di m antenersi fuori delle sue casse.

Ma in pari tem po il Tesoro, organo delio Stato, il quale è pure il creatore delle Banche, crede di po­ tersi ribellare agli effetti più inevitabili di quella legge che egli stesso ha fatta, c, sebbene tim ida­ m ente, pure con abilità som m a, dom anda che gli sia fatta nella funzione della circolazione una posi­ zione privilegiata e che i biglietti dello Stato sieno a corso forzato nei rapporti tra il Tesoro e le B anche di em issione. — E siccom e tem e che questa m isura, v eram ente enorm e, la quale sarebbe senza dubbio un prim o strappo alla legge del 1881 ed un inizio m ascherato del corso forzoso, non gli verrebbe con­ sentila, m inaccia di valersi, non per i propri biso­ gni, ma p er rappresaglia, degli altri rapporti che lo Stato ha colle Banche, affine di ottenere spontanea­ m ente dalle B anche quello che la legge non gli perm etterebbe di esigere.

0 noi ci inganniam o, o sotto questa questione vi è u n punto di diritto, direm o quasi costituzionale dei più fondam entali, in quanto si confonde lo Stato con un organo della sua A m m inistrazione, il Tesoro, m entre le due cose sono affatto distinte e non vanno per nulla confuse. Lo Stato, e non il Tesoro, ha con­ cesso alle Banche il privilegio della em issione, m e­ diante oneri e diritti stabiliti dalla leggo; lo S tato, e non i! Tesoro, ha em esso biglietti suoi co nverti­ b ili,a vista. Ora tra il privilegio delle Banche e la A m m inistrazione del Tesoro sorge una specie di con­ flitto per ciò che riguarda le due circolazioni ; come può l’A m inistrazione del Tesoro invocare l’ intervento dello Stato affinchè, prem endo sulle Banche, ottenga da esse che rinuncino a favore del Tesoro stesso l’esercizio dei loro diritti?

C om prendiam o perfettam ente che la situazione at­ tuale del Tesoro è diffìcilissima e che l’ultim a crise ha avvisato quella A m m inistrazione ad essere molto guardinga ed o cu lata; ma il T esoro coi suoi 150 milioni di scorta metallica di fronte a 340 milioni di circolazione cartacea, si trova in una posizione an a­ loga a quella in cui versavano altre Banche che, al m om ento della abolizione del corso forzato, ottennero che i m aggiori istituti immobilizzassero una parte dei loro biglietti. A llora la Banca Nazionale accordò questo favore, ed avrà av u ti certo i suoi utili diretti od indi­ retti, prestandosi ad im pedire che avvenisse un grave e forse irreparabile turbam ento nell’am m inistrazione di un im portante istituto di credito. Oggi il Tesoro vuol confessare di essere nelle stesse condizioni della Banca Piomana? V uoi dom andare alla Banca d ’ Italia, al

Banco di N apoli ed alle altre B anche di em issione che immoli ¡lizzino nelle loro casse 43 m ilioni di bi­ glietti di Stato? — Siam o proprio giunti a questo punto, per tener puntellato il sistem a bancario 1874, nel quale pare che il M inistero ancora si ostini?

« Il biglietto di Stato è convertibile a vista per il privato, non potrebbe esserlo per le Banche, che sono esse stesse facoltizzate all'emissione dallo Stato e tenute al cambio di biglietti propri. » Ecco^ le teorie, vorrem m o dire eresie, colle quali il Bollettino tenta di sostenere la sua tesi in favore degl’im barazzi del Tesoro. Noi preghiam o 1’ effem eride rom ana di dirci in quale articolo di legge, di regolam ento o di decreto è fatto cenno a questa lim itazione nella con­ vertibilità del biglietto di S tato; noi lo preghiam o a dirci in base a quale criterio si potrebbe am m et­ tere nel G overno la facoltà di m enom are quella convertibilità che la legge ha dichiarato esplicita­ m ente e senza restrizioni dì sorta.

Il Bollettino non deve ignorare che 1’ espediente di com putare i biglietti di Stato com e riserv a m e ­ tallica venne inventato a com odo del Tesoro, _ che non riesci va a m antenere in circolazione i suoi bi­ glietti di Stato, ed era afflitto da un baratto so v e r­ chiarne. Oggi che questo spediente è riconosciuto com e un abuso, il Tesoro m inaccia sul Bollettino i suoi fulm ini alle Banche di em issione se non si adatteranno a tenere nelle loro casse i biglietti di di Stato che hanno oggidì !

Del resto queste stranezze a cui ci fanno assistere i sostenitori della legge del 1874 v arran n o , lo spe­ riam o, a ren d e re sem pre più evidente la necessità di riordinare radicalm ente il eredito italiano, il quale lungi dall’essere favorito dal sistem a attuale, è d i­ sorganizzato, com e dim ostram m o altra volta, e se da a ll’Italia il vantaggio della gratuità di molti servizi, le regala però il disordine della circolazione e la confusione nei m om enti dì crise.

(3)

IL PROGRESSO ECONOMICO

s e c o n d o un e c o n o m is ta a m e r ic a n o

Le teorie intorno alia legge del progresso sono in generale un riflesso del modo diverso di considerare gli avvenim enti, in mezzo ai quali l'o sserv ato re si m uove e studia. Pochi son quelli che per la po­ tenza della loro m ente, pel loro sapere, sanno p ro iet­ tare, per così dire, nel loro spirito il passato e tra rre dalle linee della figura rappresentata un principio, una le g g e, una dottrina che, trascurando ciò ohe v ’ ha di secondario, di accidentale nel dinam ism o so­ ciale rilevi il moto fondam entale dell’ um anità.

Questi pensatori som m i non m ancarono di certo, nè occorre passarli qui in rassegna. E com e n u m e ­ rosi son quelli che studiarono il progresso sociale generale e cercarono la legge del progresso deH’um a- nilà, così vi furono economisti appartenenti a scuole diverse che si preoccuparono di determ inare i ca­ ratteri dell’evoluzione econom ica, i term ini, le con­ dizioni e gli effetti del progresso che più particolar­ m ente la stru ttu ra econom ica della società può con­ seguire.

Nè occorre d ire,a d esem pio, che pei seguaci dell’evo­ luzionism o la legge del progresso econom ico non è che un caso di quella del progresso generale, perchè, secon­ do essi, anche nel m ondo econom ico si avrebbe se m ­ pre il passaggio da una om ogeneità indistinta a una etereogenità distinta, dal sem plice al com plesso. P erò m entre furono studiati, anche con cura, molti aspetti della vita econom ica, m entre si fece la debita parte alla legge della popolazione com e coefficiente di pro­ gresso o di regresso e si dim ostrarono nella vita politica e sociale l’im portanza dei fattori econom ici, non si fece ancora una disam ina sottile, uno studio profondo dello svolgim ento econom ico, ossia della legge presuntiva dal progresso econom ico.

"Non possiamo accennare qui le ragioni di un tal fatto; piuttosto giova riflettere che se la storia eco­ nom ica dei popoli non ci è nota nella stessa m isura di quella politica, abbiam o però nella loro storia ci­ vile, elem enti per form arci un concetto del corso storico dei fenomeni economici e p er ricavarne anche qualche luce che rischiari, sia pure debolm ente, tutta la im portante questione dello svolgim ento passato e futuro delle forze econom iche.

Assai brevem ente, ma succosam ente e con il suo solito acum e, ha fatto questo esam e un econom ista am ericano di gran valore, in un articolo pubblicato nel The Popular Science Monthly *) (Gennaio 1887) a proposito dell’ afferm azione socialista che « i ricchi diventano sem pre più ricchi e i poveri sem pre più poveri. »

Lo scrittore in discorso e il prof. W illiam G raham S u m n er del Yale College (New H aven-C onnecticut) una delle m igliori scuole di scienze politiche e giu­ ridiche che abbiano gli Stati U niti. Prim a però di riferire le sue idee presentiam o ai lettori in due

•) L’ articolo fu tradotto nel Journal des Econo­ mistes, (Mai 1887).

paro’e il prof. S um ner, che ne vale la pena. D ire che è lo scrittore di cose econom iche più originale, più vivace e valoroso che contino gli S tati U niti può p arere a taluno una esagerazione, tanto più che le prove di un tal giudizio non possiamo darle qui, com e vorrem m o. Ma il lettore che vuol conoscere il professore S u m n er non ha che a leggere due sue operette l’una sul Protezionismo e 1’ altra sui Doveri rispettivi delle classi sociali, vi troverà un polem ista che sa confutare con forza non com une i socialisti e i protezionisti. Egli in queste sue lotte è veram ente un atleta e in forma concisa ma incisiva, con argom enti solidi e desunti dalla storia degli Stati Uniti e dell’E u ropa sa dim ostrare tutta l’assur­ dità delle tesi socialista e protezionista.

M a torniam o al nostro argom ento. Il prof. G raham S u m n er com incia dal riferire questa sentenza di Carlo M arx, che si trova così spesso rip etu ta nelle argom entazioni dei socialisti. « U na accum ulazione di ricchezza ad una estrem ità della società indica una accum ulazione di m iseria e un eccesso di lavoro all’altra estrem ità » e nota com e questa m assim a ab­ bia per base u na idea, che spesso non è espressa chiaram ente, ma che si ritrova nella m aggior parte delle discussioni socialiste, cioè ; che tutto il capitale che esiste in u n dato m om ento esisterebbe sotto qualsiasi legge e sotto qualunque regim e di pro­ prietà, come se quel capitale fosse dovuto a una causa indipendente, e che alcuni uom ini più abili d eg ’i altri se ne sono im padroniti e non hanno la­ sciato nulla a quelli che venivano dopo di loro.

Il S u m n er p e r m ettere in chiaro la erroneità della tesi socialista controppone al desolante e as­ surdo canone del sistem a collettivista un principio che la storia gli pare com provi lum inosam ente. « La tendenza, dice il prof. S u m n er, di tutti i pesi sociali è quella di schiacciare la classe m edia e di dividere la società in due classi a ciascu n a estre­ m ità della vita sociale. È im possibile di distribuire il peso sociale in proporzione delle forze degli indi­ vidui ; non appena il fardello diventa si pesante da sorpassare le forze di una parte della società, una divisione si determ ina tra quelli che possono e quelli che non possono sopportarlo. D apprim a quelli che sono vicini alla linea di separazione, di poco al disopra, non sono molto lontani da quelli che quasi la toccano al disotto, m a col tempo, e a m isura cne la pressione continua, u n distacco sem pre m aggiore li separa. »

La tesi, non nuova, è però presentata sotto un aspetto originale e con il sussidio di fatti storici e di argom entazioni che fanno riflettere.

(4)

Ma vi è una differenza radicale, nella possibilità di m odificare la classificazione economica della po­ polazione. E , com e in sostanza dice il S um ner, è ap­ punto tendenza costante delle ingiustizie sociali, nella loro grande varietà, di tu rb are la norm ale stratifica­ zione, la naturale e graduale classificazione delle ricchezze, la quale appunto per essere assai spinta in­ nanzi rende agevole il passare da una classe all’altra. E d egli cita alcune prove storiche; questa ad esem pio.

« S e noi consideriam o la storia dei prim i tempi di Rom a, come ce la racconta il M omm sen, pos­ siam o osservare le difficoltà incessanti che prove­ nivano dalla tendenza della società verso le due classi estrem e. E ra la pressione esercitata dai do­ veri m ilitari e dalle imposte che contribuiva a svi­ luppare le due classi dei debitori e dei creditori. Le esigenze dello Stato colpivano con diversa severità varie classi di uom ini secondo le loro condizioni ; ma m entre l’uno era in grado di poterle sopportare senza esserne schiacciato, I’ altro per cagioni varie si trovava in tale strettezze da dover co n tra rre dei debiti. Il prim o col suo guadagno com perava uno schiavo e godeva una m aggior sicurezza. La sch ia­ v itù incoraggiava questa tendenza ; venti anni più ta rd i il secondo era il debitore insolvibile e lo schiavo del prim o. »

La storia econom ica dell’ im pero rom ano non è stata ancora esposta in modo soddisfacente ; ma se ne conosce abbastanza per sapere che T im pero ro ­ m ano è stata un gigantesca esperienza di uno Stato che prendeva agli uni per dare agli altri.

S e però questo è un modo diretto per scindere una società politica in due gruppi estrem i, vi sono altre vie che conducono alla m edesim a triste conseguenza e il S u m n er brevem ente, ma egregiam ente, lo indica. La mancanza di sicurezza della proprietà, la vio­ lenza, la carità legale, l’ imposta in certi casi, il pro­ tezionism o e via dicendo, hanno per effetto di para­ lizzare il dinam ism o sociale, di rendere arduo il pas­ saggio dà una classe econom ica a un’altra più elevata nella scala sociale, precipitando i gruppi sociali agli estrem i della linea, che ne rappresentava la sequeuza e togliendole quindi la continuità. « Se le imposte hanno per oggetto di prendere agli uni per dare agli altri, com e è il caso dei diritti protettivi, abbiamo una azione più intensa in quella direzione ; e i risui­ ne sono m aggiorm ente visibili. I dazi protettivi, hanno p er effetto agli Stati Uniii di far scom parire i pic­ coli produttori e di gettare alcune industrie nelle m ani di qualche capitalista. »

La tendenza di tutte le difficoltà della vita è di d istruggere la classe m edia, la quale, mal resistendo agli urli delle bufere e delle calam ità sociali è riso­ spinta in grandissim a parte indietro. E poiché i coef­ ficienti sociali che producono questo fatto sono la violenza, il disordine, l’ ingiustizia, la m ancanza di sicurezza ece., qui appunto lo Stato ha una funzione sua propria, la sola che non possa essere m essa in in dubbio. Se lo Stato non reprim e, non elimina quelle cause di m alessere sociale, la classe in te r­ m edia scom pare e quella inferiore non può sperare di conquistarsi un posto m igliore. « Se lo Stato in ­ coraggia il furto o la spogliazione, sotto qualsiasi form a, se im pone la carità, lavora a distruggere la classe m edia e a dividere la società in due classi, i ricchi che diventano più ricchi, non coll’ industria, m a con la spogliazione, e i poveri che diventano

più poveri, non per debolezza industriale, ma per effetto della oppressione.

La tesi che ;l prof. S u m n er sostiene può non es­ sere com rdeta, e non esprim e certo integralm ente la legge del progresso econom ico o mpglio non ne chia­ risce tutti i fattori, ma m ostra a luce m eridiana l’e r­ rore com pleto della scuola socialista, quando questa, da un esam e parziale e superficiale dei fenomeni economici crede di poter en u n ciare che u n ’accu m u ­ lazione di ricchezza a una estrem ità della società, indica un accum ulazione di m iseria e un eccesso di lavoro all’altra estrem ità. La qual cosa, non occorre dirlo, sarebbe secondo il socialism o del M arx un effetto del sistem a capitalistico odierno.

Il S um m er ha però m ostrato dove risiede la causa disgregatrice delle classi sociali ed ha rivendicato al capitalismo i suoi m eriti con parole che non p o s­ siam o trattenerci dal rip o rtare perché m eglio non potrem o conchiudere : « La classe m edia si è svi­ luppata con la società industriale e si sono pure sviluppate delle istituzioni sociali e civili le quali si accordano con quella civiltà. L'organizzazione che si è così formata viene chiam ata, nel gergo di una certa scuola, il capitalismo o il sistem a capitalista. Ma essa è la prim a società um ana che sia basata sopra diritti; essa fa ora le su e prove ed è pronta a com piere le revisioni e i m iglioram enti, ovunque ragioni serie saranno invocate per ren d ere n ec es­ saria una tale revisione. Essa è la prim a orga­ nizzazione um ana che abbia mai tollerata la d i­ scussione e la critica. I nobili e i contadini non hanno m ai fatto che una Polonia e una Russia ; e il proletario uon ha mai fatto altro che delle riv o lu ­ zioni. — Lo stato socialista non prom ette neanche di tollerare la contraddizione ; e non prenderà mai in considerazione la questione di rifo rm a re.... Del resto ciò che im porta com prendere si è che tutte le m isure socialiste di qu alu n q u e grado siano hanno la stessa tendenza e devono p ro d u rre il m edesim o ef­ fetto. Sono esse che tendono inevitabilm ente a re n ­ dere i ricchi più ricchi e i poveri più poveri e a far scom parire la classe interm edia. »

SU LU CRISE BAKCABIA DELLA SAEDE5NA 11

ii.

L a vita d e ll’ Is titu to

Cagliari, 25 giugno.

Egregio Collega,

La vita è appena di quattordici anni, calm a nei prim i cinque, alquanto agitata in poi, vertiginosa in fine.

Al 50 settem bre 1875 erano versati tre decimi del capitale : nell’8 agosto 7 4 era versato il q u a rto : 800

C) Vedi VEconomista, numero precedente.

(5)

mila lire in tutto. Sappiam o intanto che con questo capitale aveva fino al dicem bre di quell’anno operato sconti per L. 5,8 3 2 ,4 7 8 , con una media per effetto di L. 2 ,2 8 5 , al tasso del 6 1 |2 circa, il 7 per i rinnuovi ; ed aveva fatte anticipazioni per L. 8 40,776.

Insufficiente a tanto il capitale, evidentem ente le risorse erano tratte dai depositi, dal risconto, dalla circolazione. I prim i affluirono largam ente all’ Isti­ tuto. Ne ebbe per L. 4 ,8 2 6 ,6 1 7 , con una media m ensile di L. 9 3 1 ,3 2 3 . Il risconto lo si rileva da una spesa, al passivo, di L. 32,0 3 4 . La circolazione del buono fu in quei periodo in m edia di L. 6 71,870.

11 buono agrario era stato bene accolto dal pub­ blico. Fabbricato a Londra, dalla casa B radburg, costò L. 21 mila per la prim a em issione di L. 4 m i­ lioni e 700 mila. C arta solida, bene incisa, non ha dato luogo ad alcuna falsificazione; sicché, quando negli ultim i tem pi l’Istituto, tem endolo, preparò un’a l­ tra em issione in altro colore, ha fatto uno spreco inutile.

A garanzia della circolazione depositavasi nella Cassa dei Depositi e dei Prestiti per L. 1 5 ,0 0 0 di rendita, per un capitale nom inale allora di L. 2 1 4 ,2 0 5 . Questo deposito si accrebbe colla posteriore m aggiore em issione. Alla fine del 1877 era di L. 2 6 ,4 0 0 di ren d ita: nel 1878 di 26,800, e di un valore reale per 4 50,200. P erciò l’A m m inistrazione insistette presso il Governo per sostituirla con 400 mila lire in contante, ciò che si vede fatto nell’anno appresso, applicandosi le L. 70,000 avutene di benefizio a fon­ dare una speciale « massa di rispetto » per aver mezzo « di sopperire ad ogni perdita eventuale n a­ scente da operazioni in corso e non definite alla chiusura d’ogni annua gestione. »

Il Credito aveva pure aperto in quel prim o anno di vita otto agenzie, in altre città o centri cospicui dell’isola per produzione agraria. Nel 1879 le agenzie erano 1 3 ; nell’81 ridotte a 11, chiuse quella di O ro­ sei p er pochi affari,e quella di M acomer per la cessata costruzione delle ferrovie che la rendea im portante, quella di V illam ar per l’abuso ch’era stato fatto nella distribuzione del credito. Ci volea poco ad avver­ tirlo : fin dal 1876 quest’agenzia aveva scontato per 1,369,181 di effetti: essa lasciò sofferenze e rinnuovi ed avrà la sua brava coda d ’insolvenza.

Le agenzie avèano una tal quale indipendenza, rette da un Consiglio d’am m inistrazione ristretto , lo­ cale. A veano anche una contabilità propria in un libro giornale, e si riferivano alla Sede, com e tante filiali, in un M astro a conto corrente. Se non si può negare che, anche in tal modo, la contabilità potesse dirsi evidente, im pediva però di sapere' nella sede quale fosse giorno per giorno la vera situazione dello Istituto.

L e agenzie, così ordinate, in codesta specie di isti­ tuti, hanno poi i loro pericoli; e sebbene paia favo­ riscano la circolazione del buono, offrendo localm ente la com odità del cam bio, facilitano invece un poco troppo la em issione, collo sconto di carta non del tutto inecceppibile, la quale poi accresce i rinnuovi e produce le sofferenze. Senza tante agenzie, con un buono e fidato servizio di Ispettori, i quali avessero vigilato l’ impiego dato dalla clientela alle som m e m utuate, come hanno fatto talune banche am ericane, parm i che, con m olto risparm io di spese e m aggiore sicurezza, si sarebbe potuto risolvere il problem a della diffusione del credito e circolazione del biglietto in paesi rurali, lontani dalla sede dell’Istituto, la quale

riponea troppo facilmente in altrui mani valori c o ­ spicui.

L ’agenzia di Bosa glielo provò. Ivi un furto, che fu allora creduto sim ulato, nella notte 4 7 -1 8 marzo 1879, fece sparire dalla cassa forte L. 145,171 in buoni agrari, biglietti a corso forzoso e danaro m etal­ lico. È ben vero che i ladri si m ostrarono di buona coscienza e. tim orati di Dio, perchè, dopo riconosciu­ tosi, per infrazione ai ’ regolam enti, civilm ente re­ sponsabile lo stesso direttore locale, ed obbligatosi lui a restituire la somm a involata, dando intanto ga­ ranzia ipotecaria, quei buoni ladri, a mezzo di r e ­ verendi canonici, restituivano L. 9 8 ,5 2 0 ,3 0 ai Ma­ gistrati. Sicché l’Istituto non,ebbe a perdere, perch è, a colm are la differenza, il Consiglio di am m in istra­ zione impose allora una speciale provvigione nello sconto delle agenzie, che non fu poi più tolto, anche dopo reintegralo il prodotto: così chè l’ interesse del danaro, fuori della Sede non fu mai m eno dell’8

0|0-In qualche altra agenzia non vi furono ladri c o ­ scienziosi : ma il Credito restò invischiato in qualche fallimento che scem erà di certo il suo attivo.

A parte questi inconvenienti che le agenzie, così tenute, presentano, si è potuto pu r verificare che passava nelle loro operazioni di sconto, talvolta, della carta, che la sede non avrebbe potuto nè do­ vuto accogliere; sicché esse erano uno sportello aperto ad infrangere le buone norm e bancarie. Così : uscì precisam ente da una agenzia la famosa circolazione destinata ad opere edilizie in Cagliari, che per for­ tuna, avvenuto il crac, si ferm ò a poco oltre le 400 m ila lire, m entre dalla buona gente qui si credea che il danaro a co struire quegli edilìzi fosseci spedito dai gesuiti della F ran cia, o fosse stato rinvenuto in un tesoro nascosto ; tesoro facilm ente reperibile nei conti correnti dello Istituto.

Nel 18 7 6 le sofferenze furono di 1 7 ,4 0 0 lire ; e la D irezione propone, per cautela, di prelevare li­ re 67 1 8 dagli utili, p er non lasciare esposto a per­ dita il capitale versato. Gli utili furono in quell’anno di L. 4 2 5 ,6 9 0 ; ma le spese ascesero a 3 2 7 ,6 8 8 . T ra le quali 223,697 per interessi passivi, risconto e cam bio. — Si avevano allora in media conti cor­ renti per L. 1 ,4 0 1 ,1 7 4 ed apoche di credito per L. 8 6 7 ,5 3 0 . — Il capitale ricevette di profitto netto un 8 0 |0 .

(6)

Ciò è da notare, perchè si tenga conto delle diffi­ coltà dovute incontrare da un novello istituto di credito agrario, il quale per altro rese allora buoni servizi al paese, sussidiò piccoli possidenti ed im pedì m olte rovine. A vrebbe potuto fare molto di più è lavorare con m aggior calm a e più larghi profitti suoi e del pubblico, se avesse avuto il coraggio di richiam are fin d’allora tutto il capitale sottoscritto, essendosi lim itato invece a far versare fino al 6° de­ cim o, richiam ati poi il 7° nel 1881, I’ 8 ° , 9° e 10° nel 1 8 8 3 ; tre ultim i decimi che, taluno dei più ricchi capitalisti, m em bro del Consiglio d’Ammini strazione, non aveva n eppure versati allo avveni­ m ento del crac.

E d a proposito del concetto che quell’Am m ini- strazione potea avere del capitale vi ha un curioso aneddoto.

Il D irettore dell’ Istituto, vedendo questo im pe­ gnato in im pieghi fissi con giacenza di danaro pro­ veniente esclusivam ente da depositi a scadenza fissa, ma la m aggior parte con disdetta, dim ostrava al Consiglio la necessità di un aum ento di capitale, perocché in parte vi si sarebbe convertito quello dei correntisti, in m assim a parte lo offrivano ban­ chieri del continente. T rattavasi allora d’ im piantare una succursale in T unisi, ove il Credito era già im­ pegnato nella coltivazione d’una m iniera, com e dirò in appresso — e l’esercizio d ’ una banca nella Reg­ genza vedeasi di buon occhio tanto sotto 1’ aspetto com m erciale, quanto sotto il politico. Posso dirvi che il G overno d ’allora, se non accordava sussidi m ateriali, avrebbe dato tutto il possibile appoggio m orale.

E bbene, quel Consiglio d’A m m inistrazione richie­ sto di aum entare il capitale, portandolo per lo meno a 4 m ilioni, profittando dell’offerta fatta da un ricco banchiere di Torino e della partecipazione d’ una Banca di Rom a — dopo aver nom inata urta com­ m issione per studiare la proposta (!) la respinse per­ chè voleva m antenere all’ Istituto il carattere iso­ lano (sic). — Così sta scritto nel verbale di delibe­ razioni del 2 2 febbraio 1881. — Quella buona gente credeva essa ancora e volea farci credere alla patria del capitale? Certo è che ha fatto per molto tempo credere al pubblico il suo patriottism o !

Intanto sì venne fino al 188 3 per richiam are gli ultim i decim i, ed attraendo i risparm i coll’ interesse del 3, del 4 1 |2 , o 4 1(4 p er 0 |0 netto, si rig u r­ gitava di danaro a modo d ìe il D irettore trovossi costretto proporne l ’ im piego in buoni del Tesoro, buoni provinciali, e nel risconto di portafoglio di B anche del Continente, o tenendolo ivi a giacenza presso corrispondenti, da uno dei quali ne sottrasse poi un buon gruzzolo il D irettore della Cassa di ri­ sparm io di Cagliari, com e vedrem o.

(7)

RIVISTA ECONOMICA

L’aumento del dazio sull’alcool In Francia.Il si­

stema decimale monetarlo in Inghilterra.Lo

sviluppo dei mezzi di comunicazione a Londra. La legge sull’alcool recentem ente votata dal Rei- chstag germ anico, e che è già entrata in vigore, ha suscitata una certa preoccupazione in F ra n cia e in A ustria. Questa preoccupazione è in buona parte esa­ gerata, ma ha p ure qualche fondam ento ed è esa­ gerata nel senso che ha per origine un apprezza­ m ento erroneo degli effetti della legge tedesca. Essa accorda un prem io d’esportazione (drawback) di 48 m archi p er ettolitro a favore degli alcools tede­ schi. E il prof. E. Alglave, le cui proposte sul mo­ nopolio dell’alcool ispirarono già il principe di Bi- sm arck quando ideò il progetto di monopolio che a suo tem po abbiam o riferito, il prof. A lglave, di­ cevam o, ha dato per prim o l’ allarm e in F ran cia a proposito di quel prem io straordinariam ente' alto. In una lettera indirizzata al Temps egli ha richiam ata l’attenzione sulle conseguenze disastrose, secondo lui, per l’ industria francesee, che possono d erivare dai favori accordati all’ industria tedesca. Ma parlando della nuova legge egli ha com m esso un erro re , p er­ chè sem bra credere che il prem io di esportazione di 48 m archi sia definitivo m entre l’ industria tedesca non lo godrà che fino al I o ottobre prossim o. A parte questo, l’influenza che il protezionism o tedesco può avere sugli alcools francesi è evidente.

Dopo ciò si capisce com e le proposte di aum enti di dazi siano sorte senza indugio. Il sig. T irarti, ad esem pio, a differenza del prof. A lglave che insi­ steva ancor una volta sul monopolio degli alcools, proponeva di colpire in F ra n c ia l’alcool tedesco con una tassa equivalente al prem io di esportazione e perfino di in terdire l’ entrata degli alcools d ’ oltre Reno. E non m ancarono le proposte di iniziativa par­ lam entare per portare il dazio da 50 a 60 e a 70 franchi, tanto che il m inistero francese ha dovuto pronunciarsi e la sua decisione è stata tale ch e con gran sollecitudine la Cam era e il Senato votarono la legge con la quale il dazio è portato a 7 0 fr.

A nche in A ustria, com e dicevam o, si è manife­ stata u na certa agitazione in seguito alla legge te- desea. A P raga, secondo la Gazzetta di Francoforte una riunione di produttori ha deciso di invitare il Governo a intervenire im m ediatam ente per proteg­ gerli contro la concorrenza tedesca. I distillatori au­ striaci dom andano che, in attesa di un nuovo regim e fiscale sull’alcool, il G overno decreti la costituzione di un fondo per prem i di esportazione m ediante un aum ento dei dazi d’ entrata equivalente al prem io di esportazione fissato dalla nuova legge germ anica e di natura da paralizzare gli effetti di essa legge.

La Gazzetta di Francoforte nell’occuparsi di que­ ste agitazioni esprim eva la fiducia che la F rancia e l’A ustria, studiata meglio la questione, avrebbero com ­ preso l’esagerazione dei loro tim ori. E ssa osservava che la legge aveva efficacia quanto al prem io di esporta­ zione solo fino al I o ottobre e che in seguito al forte aum ento della tassa interna, la quale da 34 franchi e 10 centesim i venne portata a 102 fr. e 30 centes., l’alcool ha fin d’ ora raggiunto sui m ercati tedeschi un prezzo talm ente elevato che dal punto di vista dell’esportazione le condizioni anteriori si

trovereb-bero esattam ente ristabilite. Ma non sono argom enti di gran valore, quando si pensi che lo stoch d ’alcool esistente, che viene calcolato in 6 0 0 ,0 0 0 ettolitri, fu fabbricato quando la tassa interna era di 3 1 franchi éd ora godrebbe un drawback di 60 fr. S ta n d o /le cose in questo senso, i tim ori sorti in A u s'ria e in F ran cia appaiono, dal punto di vista della produzione di quei paesi, com pletam ente giustificati.

Ma non è di questo che intendiam o occuparci, perchè in com plesso la m isura adottata dal P arla­ m ento francese ha un carattere di difesa che può di­ scutersi in un caso eccezionale come questo. Q uello che va segnalato è l’erro re com m esso dalla G erm ania col l’accordare un prem io di esportazione così elevato ; non ostante che il drawback sia quasi triplicato l’esportazione non potrà avere p er l’ industria tedesca m aggior vantaggio di prim a. E il G overno tedesco avrebbe dovuto prevedere questo bel risultato che non era d avvero difficile il su pporre che gli altri G overni, davanti a una m isura protettiva com e quella da essa adottata, avrebbero alla loro volta ricorso agli aum enti dei dazi di en trata. Ma tan t’ è ; oggi la logica in m ateria econom ica non ha piò se g u ac i; si fanno le leggi bene o m ale e quasi sem p re male p u r di farle; si accordano prem i, si elevano i dazi, senza curarsi punto delle conseguenze d irette e in ­ dirette.

Q uest’ episodio nella legislazione sull’ alcool, già tanto ricca di assurdità, lo prova ad esuberanza.

— M eritano attenzione gli sforzi che si fanno in In ­ g h ilterra per perv en ire atl’adozione del sistem a de­ cim ale nelle m onete. I l cancelliere dello S cacchiere sig. Goschen, ha ricevuto una deputazione di negozianti banchieri e altri i quali fecero istanze al Governo affinchè profitti delle varie piccole riform e m onetarie in corso x) p er studiare la prossim a introduzione del sistem a decim ale.

A nche quando fu discusso alla C am era dei Co­ m u n i il bilancio pel nuovo esercizio un deputato, il sig. M ontagu, aveva espresso un voto nello stesso senso, ma la risposta del M inistero non fu allora troppo incoraggiante. P erò la agitazione^ a favore di quella riform a va diventando seria e già 6 8 cam ere di com m ercio provinciali, sopra 6 9 , si sono dichia­ rate a favore del sistem a m onetario decim ale, Il si- g n o r M ontagu nella conferenza avuta col sig. Go­ schen ha invocato a favore della riform a quattro considerazioni p rincipali. A nzitutto il sistem a deci­ m ale per le m onete è am m esso in tutti i paesi esteri e anche in parecchie colonie inglesi, com e il Ca­ nada, C eylan, M aurizio; in secondo luogo non c’ è u n solo paese che avendo provato il sistem a deci­ m ale, vi abbia rinunciato. Terzo, questo sistem a f a ­ ciliterebbe gli studi decim ali nelle scuole inglesi, e, finalm ente, I’ esperienza prova che esso abbrevia no ­ tevolm ente i calcoli degli uom ini d’ affari in tutti i paesi dove è in uso, sia pel com m ercio in terno che per quello estero. E il sig. M ontagu ha an c h e fo r­ m ulate le sue proposte pratiche per la tra sfo rm a ­ zione del sistem a attuale in quello decim ale, le quali sostanzialm ente si rid u rre b b ero a dividere la lira sterlina in 1000 m illesim i o mtts (2 centesim i e

(8)

mezzo) e suddividerla quindi per le frazioni di lira in 5 0 0 mils, in 250 mils, 200 mils ecc. A ppog­ giarono le idee del sìg. Montagu, che, sia detto tra parentesi, è un bim etallista ardente, altri deputati e alcuni delegati delle Cam ere di Com m ercio, ai quali rispose il sig. G oschen sollevando alcune obbiezioni e dichiarando che ad ogni modo sarebbe necessario che prim a la riform a fosse dom andata dal paese.

N on crediam o che i desideri del sig. M ontagu debbano essere presto soddisfatti, ma è chiaro che la questione della riform a del sistem a m onetario si presenta insistentem ente dinanzi agli inglesi e sotto tutti gli aspetti, tanto che u n giorno o l’altro una ben diretta agitazione potrebbe trarsi dietro l’appog­ gio della m aggioranza del paese.

— U na città com e L ondra, che conta quasi quattro m ilioni di abitanti ha non uno, ma una infinità di problem i da risolvere in tutti i ram i della vita e delle relazioni sociali. M entre però ve ne sono di quelli che quasi direbbesi si risolvono da se stessi sotto un regim e di libertà economica ben inteso, come quello dell’alim entazione, altri problemi vi sono che non possono essere risolti che gradatam ente e tal­ volta solo col concorso delle forze collettive rappre­ sentate dal G overno o dall’am m inistrazione com unale. T ra essi si può citare la viabilità, cioè i mezzi di facile com unicazione da u n punto all’ altro della m e­ tropoli. L ’ intrapresa privata ha però sopperito sufii- eentem ente al bisogno di mezzi di com unicazione che L ondra aveva e le com unicazioni all’ interno della città sono facilitate da quattro grandi reti : il metro- politati railway o ferrovia m etropolitana, il distriet railtvay, il generai omnibus company e i tramways. N el 1 8 8 6 ogni abitante di L ondra ha fatto in media 9 0 viaggi nelle v ettu re di quelle com pagnie senza calcolare le corse com piute nei London Road Cars e negli om nibus particolari num erosissim i a Londra ; n è sulle linee suburbane quali la Metropolitan exten­ sión o la North London.

Q uesta media di 90 viaggi quantunque elevata è ancora inferiore a quella data dal m ovim ento dei viaggiatori di Nuova Y o rk dove i trasporti sulle linee aeree e sui tramways danno una cifra annuale di 2 0 0 viaggi per abitante.

Nel 186 4 la Metropolitan railway company e la General omnibus company erano le sole società esi­ stenti a L ondra ; la prim a trasportava annualm ente 4 2 m ilioni di viaggiatori e la seconda l i milioni, m entre la popolazione era di 2 ,9 4 0 ,0 0 0 abitanti. Nel periodo 1 8 6 4 -1 8 7 4 due nuove vie di comunicazione la distriet railway e i tramways si aggiunsero alle due prim e c offrirono alla popolazione m aggior fa­ cilità di trasporto. Sicché alla fine del 1874 il nu­ m ero totale dei viaggiatori am m ontava già a 155 mi­ lioni rip artiti nel seguente m odo fra le varie co m p a­ gnie : General omnibus company : 48 milioni — Metropolitan railway: 44 m ilioni — Distriet rail- toay : 21 m ilioni — Tramways: 42 m ilioni, in tutto 155 m ilioni.

La popolazione di L ondra era allora di 5,420,000 abitanti. Ma del 187 4 al 188 4 la rete dei trams si sviluppò notevolm ente e nello stesso tem po le altre linee si estesero nei distretti suburbani. Alla fine del 188 4 la circolazione sulle quattro linee sum - m entovate raggiunge la cifra di 308 milioni di viag­ giatori, cioè p er una popolazione di 4 milioni di abi­ tanti u na m edia annuale di 77 viaggi p er abitante. P e r tal m odo, nello spazio di 20 anni la p o p o

-1 azione aum entò del. 36 per cento, la m edia annuale dei viaggi per abitante del 500 0 |0 e il m ovim ento totale della circolazione del 5 0 0 0[0. Si può ritenere chi questo enorm e sviluppo della circolazione di per­ sone non si arresterà li, ma resi più rapidi e più perletti i mezzi di com unicazione, in omaggio alla massima in ­ glese che « il tem po è danaro », esso seguirà la pro­ gressione ascendente ben al di là di quella della po­ polazione.

LA RECENTE LEGISLAZIONE FINANZIARIA

DELL.’ AUS T E I A - U N G H E K I A

La costituzione politica e finanziaria attualm ente in vigore in A u stria-U ngheria ha, com e è noto, venti anni di vita.

Una .legge del 31 dicem bre 1867, legge rivedibile ogni decennio, ha regolato il corso degli affari che interessano le d ue parti dellTm pero. Si istituì allora un bilancio com une pei M inisteri austro-ungheresi, ossia com uni ai due Stali (affari esteri, g u erra e fi­ nanze) che è alim entato dalle entrate di quei m ini­ steri e dai proventi delle dogane e del Lloyd. Ma poiché le som m e applicate in questo modo al bilan­ cio com une dovevano essere, com e furono, inferiori alle spese, fu deciso che l’A ustria pagherebbe il 70 0 |0 per l’eccedenza delle spese, e 1’ U ngheria il 30

0|0-L’A ustria si riconobbe sola debitrice del capitale del debito im p eriale; l’U ngheria si im pegnò a v e r­ sarle annualm ente 2 9 ,1 8 0 ,0 0 0 fiorini per la sua q u o ta -p a rte di arretrati e 1 ,1 5 0 ,0 0 0 fiorini per l’ am ­ m ortam ento. F u inoltre stipulato che l’esercizio dei m onopoli e la percezione delle im poste dirette avreb­ bero luogo in un modo uniform e nelle due parti della M onarchia.

Però una legge dell’8 giugno 1871 modificò a l­ quanto la base della divisione delle spese com uni, m ettendo a carico dell’U ngheria il 2 0 |o dell’ ecce­ denza totale delle spese sulle entrate. La fissazione delle quote delle som m e necessarie a coprire le spe- se, dopo questo prim o prelavam ento non fu ca m ­ biata (70 e 30 0 |o ).

Le leggi del 1867 erano state votate per una d u ­ rata di 10 anni. Nel 1878 esse furono surrogate per un nuovo periodo decennale, ed è a questo momento che furono riu n ite , sotto il nom e di Banca A ustro­ ungherese, la Banca d ’A ustria e quella d’U ngheria, che sino allora avevano funzionato separatam ente.

I trattati del 1878 spiravano alla fine di q u e ­ st’anno, ma essi furono rinnovati per altri 10 anni (sino al 51 dicem bre 1 897) e a questo scopo fu ­ rono votate sei leggi, che si possono trovare nella

Wiener Zeitung del 14 m aggio scorso.

(9)

ustro-u ngherese allo Stato, il qustro-uale dovrà dedicare al rim ­ borso di questo debito, oltre alla sua parte degli utili della Banca, il prodotto di una im posta (del 5 0 |0 ) da percepirsi sulla circolazione fiduciaria di quel-

]’ Istituto. .

La quarta e la quinta legge rinnovano sino al 1892 il privilegio della Banca e modificano alcune dispo­ sizioni dei suoi S tatuti. Secondo esse lo Stato p er­ cepirà una imposta del 5 0 |0 sulla circolazione fi­ duciaria, quando sorpasserà di 200 m ilioni di fior, l’incasso metallico e finche i biglietti di Stato avranno corso forzato, la Banca sarà autorizzata a inclu d ere nella cifra del detto incasso le tratte pagabili in m o­ neta su piazze estere per 30 m ilioni di fior. P otrà ancora defalcare dalla sua circolazione passibile di im ­ posta i biglietti di Stato che fossero in suo possesso. Un istituto di credito fondiario è annesso alla Banca ed esso è stato autorizzato a portare a 150 m ilioni di fiorini la circolazione delle obbligazioni che potrà em ettere contro garanzie ipotecarie. F inalm ente, a norm a di una convenzione intervenuta tra le Banche e il Governo, la prim a eserciterà il suo privilegio anche nella Bosnia e nell’Erzegovina.

La sesta ed ultim a legge di carattere finanziario m odifica la tariffa doganale del 25 maggio 1882, e non occorre dirlo, aum enta notevolm ente parecchi dazi.

In questo, modo l’Austria-U ngheria ha regolato per qualche tempo i rapporti finanziari tra le due parti della m onarchia e quelli tra lo Stato e le B anche. La sola legge che non ha definito n u lla , è quella che mo­ difica la tariffa doganale, perchè ora rim angono da conchiudere i nuovi patti internazionali per il com ­ m ercio.

LA

FONDIARIA

Compagnia italiana di Assicurazione

Nell’assem blea generale degli azionisti del 10 ning- gio il Consiglio di am m inistrazione della Fondiaria, com pagnia italiana di assicurazione a prem io fìsso contro l’incendio, l’esplosione del gaz, del fulm ine e degli apparecchi a vapore presentava la sua r e ­ lazione sulle operazioni dell’ esercizio 1 8 8 6 , e n e l­

l’assem blea dell’l l dello stesso m ese di m aggio il consiglio di am m inistrazione delle assicurazioni a prem io fìsso sulla vita e contro i casi fortuiti p re­ sentava il resoconto delle operazioni d e ll’ esercizio avvenuto nello stesso anno.

Dell’uno e dell’altro ram o di assicurazioni darem o un breve riassunto.

Le assicurazioni fatte dal ram o incendi am m on­ tarono : in capitali a L. 494,948,362 in premi a L. 969,624.54 quelle in corso al 31 die. 1885 erano in cap.» 1,409,550,721 » » 1,476,883.06 Totali. L. 1,904,499,083 » L. 2,440,507.60

D educendo p er riassicurazioni e polizze sostituite o annullate L. 4 4 0 ,6 1 7 ,0 5 0 di capitale a L. 7 3 0 .5 5 8 .4 0 di prem i, rim anevano al 31 dicem bre 188 6 li­ re 1 ,4 6 3 ,8 8 2 ,0 3 3 di assicurazioni in capitale e li­ re 1 ,7 1 5 ,9 4 9 .2 0 di prem i nette da tassa.

L a media che nel 1885 fu di L. 1 - 2 6 ° / 0 e nei due anni anteriori di L. 1 .3 0 , nell’esercizio 18 8 6 scese a L. 1 .2 3 colla tassa, e a L. 1 ,1 7 senza tassa, il che indica che il portafoglio della fondia­ ria incendio si com pone per gran parte di rischi semplici, che sono reputati i m igliori, e i più desi­ derati dalle com pagnie di assicurazioni.

L e assicurazioni che devono continuare neg li anni seguenti, e che costituiscono il portafoglio della com ­ pagnia presentano un totale di L. 1 0 ,2 0 8 ,3 6 2 di prem i a ricevere.

Dal confronto fra gli anni 1885 e 1886 resu lta in favore di quest’ultim o un aum ento :

di L. 107,276,803.00 di capitali assicurati di » 91,650.37 di premi incassati a netto da

tassa

di » 1,251,308.10 di premi a ricevere.

L ’utile dell’esercizio resulta di L. 5 0 2 ,3 4 5 .7 6 e con questo la Com pagnia ha potuto per la prim a volta pagare il frutto al capitale, dopo avere asse­ gnato alla riserv a la quota prescritta dallo S tatuto, senza avere ricorso alle riserv e strao rd in arie del fondo dell’aggio dell’oro rim asto disponibile in seguito alla abolizione del corso forzoso, o alla realizzazione di q u alch e partita dei valori posseduti dalla Com pagnia p er rivolgerne l’aum ento a benefizio dell’ esercizio.

L ’ utile di L. 502 ,3 4 5 .7 6 venne repartito com e segue :

20 % alla riserva statutaria . . L. 100,343.17 5 °/„ sul capitale versato agli azio­

niate ... » 400,000.00 a conto n u o v o ... » 2,002.59 L. 502,345.76

Al 31 dicem bre 188 6 i valori posseduti dalla co m ­ pagnia era n o :

L. 100,000 in rendita italiana 5 °/0. L. 1,727,042.40 N. 18,200 obbligazioni ecclesia­

stiche 5 °/o... .... • » 1,758,777.28 N. 9,647 obbligazioni società im­

mobiliare di lavori 5 °I0 . - » 4,810,741.66 N. 301 obbligazioni del credito

fondiario di N a p o li...» 147,617.85 Immobili in F ir e n z e ...» 753,000.14 Cassa... * 58,187.43 Totale . . L. 9,255,366.76

Passiam o adesso alle assicurazioni sulla vita e contro i casi fortuiti.

Dal 4° gennaio 48 8 6 a tutto il 31 dicem bre dello stesso anno il ram o vita ricevè :

1547 proposte di assicurazioni sulla vita per L. 15 ,2 5 5 ,7 1 6 di capitali — per L . 3 2 ,1 9 2 ^ r e n ­ dite vitalizie: di esse soltanto 1444 per L . 1 4 ,2 5 5 ,4 0 6 di capitali — p er L . 3 2 ,1 9 2 di rendite furono ac­ cettate e alle altre non si diè seguito, p er effetto principalm ente della selezione m edica.

I prem i annuali relativi ai contratti com e sopra stipulati am m ontano a L . 6 0 6 ,9 1 3 .5 4 e i capitali costitutivi della rendita e L. 1 5 5 ,5 0 5 .0 3 .

(10)

Gli affari conclusi dalla società a tutto il 31 di­ cem bre 1885 si riassum ono nello seguenti c ifre :

Polizze... N. 6,787 Capitali... L. 72,650,797.00 Rendita... » 182,047.57 Premi annui, e unici e capitali

costitutivi delle rendite . » 3,921,698.62

Le operazioni in corso al 31 dicem bre 1886 erano:

Polizze... N. 4,812 C a p i t a l i ...L. 50,410,788.00 Rendita... » 105.769.56 Premi annui come sopra . . » 2,779,516.49

cifre tutte che rappresentano il totale dei rischi in corso.

I sinistri nel corso del 1886 furono 69 cioè a dire che m orirono 69 assicurati, per i quali la società dovè pagare L. 4 9 7 ,6 4 0 .2 2 .

II ram o casi fortuiti dette buoni resultati. Infatti si fecero 1072 contratti per L . 20,696,645 di in­ dennizzi in caso di m orte, e di inferm ità ; i prem i incassati ascesero a L. 71,519.41; i sinistri furono 242 e gli indennizzi pagati am m ontarono a L .l5,828.70.

Il conto profitti e perdile presenta per la gestióne del 18 8 6 un utile di L. 5 4 7,363,27 da cui prele­ vato il 15 " /„ p e r la riserva statutaria in L. 81,7 2 8 .7 3 e L. 5 ,6 3 4 .5 4 da portarsi in conto nuovo rim asero disponibili L. 4 6 0 ,0 0 0 . A questa somma residuale di L . 4 6 0 ,0 0 0 essendo stato stabilito di aggiungere u n ’ altra rata di L. 165,000 sul fondo di garanzia per aggio dell’ oro, il ram o vita potè distribuire per il 1886 L. 6 .2 5 per azione.

Il patrim onio sociale del ram o vita alla fine del 1886 era costituito dalle seguenti p a rtite :

L. 449,075 rendita it. 5 °L . . L.

L- 3 0 l o ... »

N. 24,000 obbligazioni beni ec­ clesiastici 5 °|... » N. 5,775Societàimmobiliare5"|0. » N. 725 ferrovie romane . . . » Immobili in Torino e in Napoli. » Prestiti vitalizi . . , . . . » jqade proprietà . . . » Prestiti sulle polizze di

assicu-z i o n e ...» Cassa... » 8,270,224.22 56.00 2,315,300,00 2,803,523.40 223,287.44 3,077,303.33 311,000.00 84,665.45 99,908.06 102,688.88 Totale . . L. 17,339,016.95

Le Casse di risparmio all’ India inglese

Gl’ Inglesi hanno im portato nell’ India le loro isti­ tuzioni di previdenza, ma i loro tentativi non hanno finora raggiunto che resu ltati alquanto limitati. V e­ diam one la ragione.

L ’ India è un paese essenzialm ente agricolo e in generale povero : tutto vi si fa secondo le vecchie tradizioni, le quali hanno per basi il clima e la re­ ligione. Le popolazioni sono aggravate da im poste gè- nerali e locali e in gran num ero di provincie, sono sottoposte ad u n regim e agricolo in cui l’ imposta e la rendita fondiaria sono confuse, ciò che costituisce, il peggiore dei sistem i. S e fanno qualche risparm io si im piega come porta l’uso di più che trenta secoli in gioielli d ’oro e d ’argento, di cui le donne non che

gli uom ini sono vaghi di adornarsi, e che poi ven­ dono nei tem pi di carestia, che sono periodici n el­ l’India. Così i gioielli funzionano da casse di risp ar­ mio. In tali condizioni lo sviluppo delle istituzioni di credito popolare non può aver luogo che nella città. E p pure non vi è popolo presso il quale le società di consum o, le B anche popolari e sopratutto le Casse di risparm io potrebbero dare i più grandi risultati. Il coltivatore indiano ha l’abitudine secolare di ricor­ re re ad usurai locali, che sono un flagello peggiore della carestia. In ciascun villaggio indiano vi è un usuraio, il quale si incarica di anticipare l’ imposta ed anche le sem enti, i viveri, e un po’ di denaro. Anticipa anche le doti ; funziona così da banchiere locale e se si contentasse di un interesse m oderato potrebbe essere utile. Ma i rischi essendo gravi, l’ usuraio è duro e percepisce uu interesse eccessivo. Di qui gli sforzi del G overno inglese per stabilire nell’ India Casse di risparm io e Banche agrario, sforzi che finora non hanno dato che resultati m olto r i ­ stretti.

Le casse di risparm io n ell’ India sono di quattro specie: presidenziali, distrettuali, ferroviarie e m ilitari.

Le casse di risparm io presidenziali funzionano a Calcutta, M adras e Bom bay, e vi si distinguono i depositi operati dagli indiani, da quelli degli europei. Nel 1884 si ebbero 5 2,939 depositanti indiani per un valore di r u p ie 1) 17 ,1 1 1 ,3 9 2 e 1 6 ,390 deposi­ tanti europei per un valore L. 5 ,6 9 2 ,7 7 8 .

L e casse distrettuali operano nelle seguenti pro­ v in c ie : India, Bengal, Assam, N ord -O v est, P endjah, Centro, B urm ah e B erar ed hanno un carattere es­ senzialm ente agricolo. Nel 1 8 8 4 i depositanti indiani furono 10,214 per l’ im porto di ru p ie 5 ,7 3 6 ,3 8 0 e ì depositanti europei 3,647 con ru p ie 1,74 1 ,4 6 2 di deposito.

Le casse di risparm io delle ferrovie dettero i se­ guenti 'resultati :

D epositi indiani 491 0 p e r rupie 4 6 8 ,9 9 8 e depo­ siti europei 1685 per rupie 5 51,601.

Le casse di risparm io m ilitari funzionano soltanto p er gli europei e nel 1884 i depositi am m ontavano a ru p ie 4,43 0 ,1 5 9 con 2 0 ,4 4 7 ’ depositanti.

R iunendo tutte queste diverse specie di casse di risparm io si ebbero fra indiani e europei 419,053 depositanti con 32,7 3 2 ,4 2 0 rupie di depositi che equivalgono a L. 6 5 ,4 0 0 ,0 0 0 ragguagliando la ru p ia a due lire.

Vi sono nell’ India anche casse postali di risparm io, e nel 1884 ricevettero risparm i 5 1 9 9 uffici postali per un valore di 73 lak/is, che corrispondono a 1 8 ,500,000 delle nostre lire.

O ltre gli istituti sopra ram m entati vi erano alla fine del 1885 n. 697 società per azioni con un ca­ pitale sottoscritto di rupie 2 7 8 ,5 3 6 ,9 0 8 e con un capitale versato di ru p ie 206,3 5 8 ,4 4 4 .

Il commercio della Germania nel 1886

L ’ am basciatore italiano a Berlino ha inviato al no­ stro G overno u na m em oria contenente i resultati de­ finitivi del com m ercio estero della G erm ania d u ­ ran te il 1886. Questi resultati possono considerarsi

(11)

com e relativam ente favorevoli, inquanto che accu­ sano u n aum ento piuttosto ragguardevole nell’espor­ tazione, ed una sensibile dim inuzione nella im porta­ zione di fronte al m ovim ento raggiunto nei 1885.

Le cifre com parative sono le seguenti :

ANNI

Im portazione E sportazione

Peso V alore Peso Valore

Tonnellate Milioni mar- Tonnellate Milioni mar. 1885 ... 17,867,000 2,944 18,813,000 2,860 1886 ... 16,9-16,000 2,888 18,924,005 2,985

Differenze nel 1886 — 921,000 - 56 + 110,000 + 125

Alla differenza in meno nell’ im portazione c o n tri­ buì in gran parte la forte dim inuzione n ell’ im por­ tazione dei cereali (772,000 tonnellate e 9 9 m ilioni di m archi in m eno), la quale è da attrib u irsi ai buoni risultati del raccolto del 1 8 8 6 : m entre che la dim inuzione, pure considerevole (329,000 tonn. e 21 m ilioni di m archi) nella im portazione dei legnami da costruzione è dovuta specialm ente all’influènza delle modificazioni aile tariffe doganali del 22 maggio 1885, le quali diedero luogo ad im portanti provvigioni, che coprirono il bisogno per un lungo spazio di tempo. L ’ im portazione delle m aterie prim e forma il 69 ° / 0 del complesso dell’ im portazione.

P er ciò che concerne I’ esportazione, il leggiero aum ento nella quantità delle m erci esportate porta specialm ente sugli articoli di ferro (-¡-9 2 ,0 0 0 tonn.), e di porcellana (-4- 148,000 tonn.), sui cereali ( 4 - 70 mila tonn.); m entre che dim inuì di 2 0 ,0 0 0 tonn. 1’ esportazione del bestiam e, di 2 8 0 ,0 0 0 quella dei com bustibili, di 300,000 quella del carbon fossile. Sennonché essendo nel 1886 avvenuto un rincaro quasi generale nei prezzi, ne resulta che l’aum ento del valore dell’esportazione è assai piti considerevole che non quello della qualità delle m erci. E sso è do­ vuto in gran parte ai prodotti della industria tessile, dei quali si esportarono nel 1886 per 1382 to n n el­ late in meno, ma per 135 m ilioni di m arciti, e dei prodotti dell’ industria m etallurgica per 20 m ilioni, m entre dim inuì quella del bestiam e per 19 m ilioni, dei mezzi di alim entazione per 25, delle m acchine e ¡strum enti per 7 m ilioni. P er quanto relativam ente so- disfacienti sieno questi resultati in confronto del 1885, specialm ente per coloro che considerano la d im in u ­ zione delle im portazioni com e un indizio dell’accre- sciuto benessere nelle popolazioni, segnano però sem ­ pre un sensibile regresso di fronte al quinq u en n io precedente, e si osserva che se la esportazione te­ desca è aum entata nel 1886, è esso un fenomeno che si è osservato pure in altri paesi, segnatam ente in F rancia, A ustria e In ghilterra, e che deriva dalla circostanza che I’ anno 1885 aveva presentato dal punto di vista agricolo, le condizioni più sfavorevoli che si sieno verificate da quindici anni. L’industria tedesca ha fatto in questi ultim i anni ogni sforzo per m antenere la sua posizione all’estero, ma l’opera sua vonne attraversata dagli effetti della politica prote­ zionista, che dom ina in quasi tutta 1’ E uropa, e di cui la G erm ania in gran parte si è resa com plice.

Camera di Commerc’o di Genova — Nelle sedute del 22 e 27 giugno deliberava quanto appresso :

Sulla dom anda della Società L igure per la raffi­ neria degli zuccheri, tendente ad ottenere la istitu­ zione di un deposito franco per proprio uso, dichia­ rava di non essere contraria alla anzidetta dom anda, sem prechè si verifichino lo condizioni prescritte, ed il G o verno, am m esso il principio di sim ili cpnces- sioni di ordine privato, sia disposto, e riconosca pos­ sibile, di soddisfare a qualsiasi altra richiesta che gli venisse presentata ; e ciò onde non siano stab i­ liti privilegi che tornano sem pre a scapito degli in­ teressi generali ; discusse le osservazioni fatte dal M inistero sulla entità della tassa proposta dalla Ca­ m era a carico degli esercenti tem poranei, deliberava di insistervi dim ostrandone l’opportunità; approvava la relazione della Com m issione m ista, sulle tarifle e sul servizio ferro v iario , deliberando di sottom et­ terla con viva raccom andazione al G overno e all Am­ m inistrazione ferroviaria ; e deliberava una petizione al P arlam ento contro la tassa sui riporti e contro i dazi di entrata sull’olio di oliva.

Camera di Commercio italiana a Nuova York. -U n telegram m a da Nuova Y o rk del 2 luglio a n n u n ­ ziava che in quel giorno erasi definitivam ente co­ stituita la Cam era di com m ercio italiana in quella città.

Notizie. — L ’on. P residente della Cartiera di com­ mercio di Firenze fa noto quanto seg u e:

P er le p rem u re fatte dal M inistero di A gricoltura Industria e C om m ercio la Direzione G enerale delle P oste ha stabilito che le circolari che avvisano il passaggio dei viaggiatori di com m ercio e ne indi­ cano il nom e a m anoscritto od a caratteri m o b ili, re ste ra n n o 'c o m p re se fra le com unicazioni stam pate litografate, autografate, od altrim enti riprodotte, che possono aver corso colla francatura delle stampe non periodiche, rim anendo com pletam ente in vigore l’articolo 88 delle istruzioni sul servizio della posta- lettere.

— La Camera di commercio di Varese ha testé deliberato un regolam ento per I’ iscrizione dei m e ­ diatori nel ruolo e lo ha sottoposto all’ approvazione governativa.

In tale regolam ento sono indicati i regstri n ec es­ sari per ottenere la detta iscrizione ed è stabilita la tariffa delle m ercedi spettanti ai m ediatori iscritti.

N O T IZIE F IN A N Z IA R IE

Situazioni (ielle Banche di emissione estere.

Banca di Francia

7 luglio differenza

f, ,,, (oro Fr. 1 ,2 0 6 ,4 6 4 ,0 0 0 - 1,14 0 ,0 0 0 l Incasso melali- ;argento 1 ,1 8 0 ,7 9 8 ,0 0 0 — 2 ,0 4 0 ,0 0 0 tlVI) P oi-tafoglioi. . . . 564,264,000 - 6 8 9 ,9 1 4 ,0 0 0 (A n tic ip a z io n i... 417,994,000 — 602,000 (C irc o la z io n e ... 2 ,7 2 4 ,8 8 7 ,0 0 0 — 2 8 ,5 0 4 ,0 0 0

PaSSiVO

i Contocorr. dello Stato 261,198,000 — 1 5 ,0 1 0 ,0 0 0

I » dei p riv a ti 351,099,000 — 34 ,6 7 0 ,0 0 0

(12)

Banca d’Inghilterra 7 luglio differenza ( Incasso metallico St. 22,590,000 — 746,000 ftttiVO Portafoglio.. 20,967,000 + 458,000 (Riserva totale... 12,805,000 — 1,327,000 (Circolazione. 25,535,000 + 581,000

PaSSiiOjConto corr. dello Stato 6,043,000 — 1,889,000 ( » » dei privati 27,164,000 + 2,365,000

Banca nazionale del Belgio

29 giugno differenza

Un nuovo prestito della Germania. — Un p

re-j stilo dell’ Im pero tedesco è stato offerto alla sottoscri- I zione pubblica il giorno 5 corrente. I! m ontare riordi­

nale è di 100 milioni di m archi (12.5 milioni di franchi) in rendita 5 */, 0 |0 . Il prezzo di soscrizione è di 99 0 |0 , ossia circa 70 centesim i al disotto del corso attuale del 3 */2 0 |0 tedesco.

O lire la Banca dell’ Im pero e la Seehandlung prus­ siana hanno preso parte a questa operazione ed hanno ricevuto le sottoscrizioni del pubblico i principali sta­ bilimenti finanziari e istituti bancari di B erlino, F ran ­ coforte, Colonia e A m burgo.

Iftii/n (Incasso nietall.Fr. 92,892,000 — 1,381,000 "ul,u ¡Portafoglio... 325,210,000 +13,662,000 p.(tinnì Circolazione... 371,616,000 + 7,698,000

Conti c o rre n ti... 72,494,000 + 6,190,000

Banca di Spagna

2 luglio differenza in[¡in ( Incasso metallico Pesetas326,600,000 +16,391,000 A1™ i Portafoglio...898,347,000 — 7,890,000

Poooiuni Circolazione...590,283,000 + 5,899,000 rdoùlVU^ Qonti correnti e depos. 414,615,000 + 4,451,000

Banca dei Paesi Bassi

Nuovo prestito federale svizzero. — Il Consiglio

nazionale ha, sulla proposta del Consiglio federale, votato u n prestilo di 1Ó milioni per m ettere in ese­ cuzione la legge sul monopolio dell’alcool. Il Consiglio federale è incaricalo di d eterm in are le condizioni di questo prestito il cui interesse non deve eccedere il 4 0 |0 ; ed ora si annuncia che v errà fatto sotto form a di em issioni successive di obbligazioni o di buoni del Tesoro.

Il debito federale attuale si com pone di 31 a 32 milioni di franchi in titoli 4 0|0 am m ortizzabili con annualità successive sino al 1015 e questo debito 4 OjO sarà ora convertito in rendita ài 3 secondo un contratto conchiuso dalla Svizzera con la Banque de Paris et des Pays-Bas.

2 luglio differenza (Incasso me tali.Fior. 160,831,000 — 101,000

AttiVO

(Portafoglio... 33,879,000 + 2,091,000 (A nticipazioni.... 45,131,000 + 2,656,000 p-.-i ..(Circolazione... 197,119,000 + 4,146,000 rdoaiVUjOonti correnti.. . 25,960,000 + 884,000

RIVISTA DELLE BORSE

Banca Imperiale Russa

4 luglio differenza ( Incasso metall. Rubli 130,766,000 — 2,447.000 AttiVO Portafoglio... 20,558,000 + 54^000

( Anticipazioui... 15,338,000 — 17,000 Conto con*, dello St.

Conti corr. privati.. 81.469.00082.749.000 — 6,008,000 + 64,000

Banche associate di Nuova York.

5 luglio differenza (Incasso metall. Doli. 73.300,000 + 800,000 ittiun j Portai, e anticipaz. 363,600,000 — 1,900,000

(Lega! tenders... 22,100,000 — 1,000,000

. , (Circolazione... 8,300,000 — —

MlVO f Conti corr. e dep. 367,100,000 — 2,100,000

Banca Austro-Ungherese

30 giugno differenza

( Incasso met. Fior.207,912,000 — 86,000

Aitilo] Portafoglio... 147,790,000 + 16,332,000

(A nticipazioni... 28,105,000 + 2,538,000

ps„ |,n( C ircoiazione...: 385,546,000 + 20,583,000

r ■ Conti correnti.. 88,362,000 + 214,000

Banca Imperiale Germanica

30 giugno differenza , ( Incasso metal. Marchi802, 517,000 — 21,377,000 Attira j Portafoglio... 467,739,000+ 51,456,000 ( Anticipazioni---- 80,943,000 + 35,627,000 |)mivl,j ^ c o la z io n e ... 961,242,000 +115,865,000 Conti c o rren ti... 344,141,000— 49,128,000

Firenze, 9 luglio 1887.

Riferimenti

Documenti correlati

Fra i nuovi provvedimenti per aumentare il bilancio dello Stato si parla della sospensione del­ l’abolizione dei due decimi sulla imposta fondiaria già votata

Perchè la trasmissione della Posta si facesse ra­ pidamente e regolarmente bisognerebbe che i vapori delle Indie potessero fermarsi nei nostri possedimenti così

Tu tti hanno lim iti designati e prefissi nelle loro azioni ; il bene generale deve emergere naturalmente dallo stretto adempimento dei doveri dei singoli enti :

Non ci occuperemo della parte politica rappre­ sentata da questa Giunta permanente, nè della sua origine parlamentare; rileveremo soltanto che è la più importante

— Nella tor­ nata del 13 Marzo dopo varie comunicazioni appro­ vava la proposta presidenziale di dare pubblicità a tutti gli atti di ufficio riconoscendo però

La crise politica non diede agio di ritornare sul­ l’argomento, sino a che non fu formato il nuovo Ministero; e noi, per attendibilissime informazioni che

Il Jones cominciò a rivolgere dal canto suo una serie di domande circa la praticabilità del socialismo, e più che rispondere alle obbiezioni mosse dal

Tuttavia tali pericoli derivanti dalla libertà do­ vrebbero avere in sè stessi il loro correttivo, poiché è ben naturale che se l’ azione della classe