• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.30 (1903) n.1517, 31 maggio

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.30 (1903) n.1517, 31 maggio"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno I I I - Vol. XXXIV

Firenze, 31 Marno 1903

» . 1511

Sommario : Il catasto nuovo — Le spese per la marina e le recenti discussioni — Il regime legalo delle associazioni operaie in Germania — Le cause dell’emigrazione in Basilicata — Rivista bibliografica. An­ nuario italiano delle Arti GraficheR. Crespolani. La tassa di famiglia o focatico nella sua applicazione — Arthur Raffalovich. Trusts, Cartels et Syndicats — F . Mallieux. La société anonyme d’après le droit civil russe — Edmond Demolins. A-t-on interet à s’ emparer du Pouvoir? — Rivista economica. (Il rac­ colto del tabacco in Italia nel 1902 - L'importazione dei prodotti chimici in Egitto - Il commercio marittimo spagnuolo nel 1902 - La condizione giuridica dei sindacati in Russia - Tariffe ferroviarie pel Mezzogiorno L ’industria cotoniera inglese - La relazione sul bilancio delle finanze - Rei miglioramento delle linee di navi­ gazione - Commercio francese - La flotta mercantile tedesca nel 1902) — Le proposte della Commissione per l’esercizio privato — Le ferrovie al principio del secolo X X — La legislazione contro i « Trusts * agli Stati Uniti — Le compagnie tedesche di assicurazione sulla vita nel 19U1 — Cronaca delle Camere di Commercio (Alessandria) — Mercato monetario e Banche di emissione — Rivista delle Borse — Società commerciali e industriali (Rendiconti di assemblee) — Notizie commerciali — Avvisi.

IL CATASTO NUOVO

Nella relazione della Giunta Generale del bilancio, 1’ on. Massimini che ne fu estensore, ci fornisce preziose notizie ed osservazioni assen­ nate sulla importante questione del nuovo ca­ tasto, della quale a torto si occupano così poco gli italiani, come se fosse una questione secon­ daria.

Ed a provare il contrario basta il fatto che in 25 anni di lavoro si sono spesi già cento mi­ lionie si è appena ad un quinto della strada to­ tale da percorrersi; il che vuol dire che l’ opera intera domanderà in totale centoventicinque anni di tempo e mezzo miliardo di spesa.

Così, mentre i 20 milioni d’ ettari coltivati in Italia pagano una imposta totale di 100 mi­ lioni, cioè 5 lire per ettaro, lo Stato ha adot­ tato un sistema per riordinare la proprietà fon­ diaria, che domanda più d’ un secolo per essere compiuto e che aggrava ogni ettaro di L. 12.92, di spesa. Ma non basta ; come si è visto dalle ultime discussioni, la legge 1886 sulla perequa zione fondiaria ha già dato prova dell’insuccesso del metodo, perchè mentre si credeva di sgra­ vare il Settentrione per colpire di più il Mezzo­ giorno, si appalesa oggi che, con più o meno buone analisi dei fatti, mentre effettivamente gli sgravi avvengono al Nord, il Sud non potrà o non vorrà sopportare quella maggior quota che doveva stabilire l’equiliqrio.

La conseguenza è chiara : i proprietari dei 20 milioni d’ ettari produttivi finiranno a pagare in complesso una imposta totale di poco più di sessanta milioni, cioè appena tre lire per ettaro. Ed i contribuenti, per ottenere questo bel resul­ tato, subiranno un aggravio di mezzo miliardo

,

diluito in un secolo di lavoro inutile.

Ben a ragione 1’ on. Massimini osserva : « che i resultati di perequazione tributaria della « legge del 1° marzo 1886 e i suoi vantaggi dal

« punto di vista tecnico-fiscale vengono sempre « più discussi ed a molti appaiono incerti o « troppo precari e modesti di fronte al tempo, « al lavoro ed alla enorme spesa che questo gi- « gantesco inventario della proprietà rustica « verrà a costare, fa sì che l’animo ed il propo- « sito naturalmente si debbano volgere a cer- « care di trarre dalla rinnovazione del catasto « quei benefici grandissimi ed indiscutibili d’or- « dine più elevato ai quali pare essa intendesse, « nel concetto dei suoi autori, che le assegna- « rono come primo dei suoi scopi quello di ac- « certare la proprietà immobile, di tenerne in « evidenza le mutazioni ».

Giuste riflessioni ma troppo miti, troppo be­ nevoli verso questo enorme errore nel quale con un insuccesso altrettanto enorme si continua a mantenersi.

Basta riflettere che la proprietà fondiaria dal 1886 ad oggi ha ottenuto uno sgravio di 20 milioni l’ anno che per i 25 anni formano 500 milioni circa ; che per illudersi di riordinarla si sono già spesi 100 milioni ed altri 400 occor­ rerà spenderne ; che agl’ italiani si fa rincarare il costo del pane a vantaggio della agricoltura, così che spendono per lo meno altri duecento milioni l ’ annodi più del necessario, e che ciò non ostante la proprietà fondiaria è ancora in crise e domanda nuovi aiuti, per concludere che il problema è molto diverso da quello che si mostra di credere, e che la sua soluzione non può stare in quei piccoli sussidi di pochi milioni che io Stato può ancora profondere a favore di questa industria, che decade tanto più quanto più si viene in suo soccorso.

(2)

354 L ’ E C O N O M IS T A 31 maggio 1903

girne immobiliare sarebbe pel nostro paese alta­ mente benefica, sopratutto per le regioni dove più tristi sono le condizioni dell’ agricoltura. » Invoca quindi con un ordine del giorno T adem­ pimento di ciò che « l’ art. 8 della legge 1° marzo 1886 stabiliva fosse fatto entro due anni, cioè un progetto di legge che determini gli effetti giuridici del catasto e contenga le riforme che occorressero a tal fine nella legislazione. »

Non possiamo che applaudire, ma non ab­ biamo nessuna speranza che il voto abbia se­ guito.

Perchè fosse possibile una riforma, anche modesta, che cominciasse a togliere la proprietà fondaria da quelle inestricabili pastoie nelle quali la mantiene invischiata la vecchia legislazione, bi­ sognerebbe che il movimento provenisse diretta- mente dagli interessati, dai proprietari. E questo non è sperabile. Essi hanno troppo comodamente accettata e seguita la parte dei perseguitati, dei sacrificati, per aver energia sufficente a difendere i.loro interessi con intelligente costanza. Essi non comprendono che la proprietà fondiaria vive in un inondo giuridico-economico a sè, tutto diverso da quello che le altre industrie si sono creato, e quindi non rappresenta che una piccola quota dell’ interesse generale.

Il lamento continuo è la divisa del proprie­ tario italiano; lamento per la imposta; lamento per le sovraimposte ; lamento per i consorzi di difesa; lamento per le tariffe ferroviarie; la­ mento per i trattati di commercio ; lamento per il risveglio legittimo delle moltitudini agricole ; e lamento.... per tutto.

Ma intanto mentre tutti gli interessi nella vita moderna sanno associarsi, organizzarsi, di­ fendersi e far valere diritti magari esagerati, essi, che pur rappresentano una classe colta che non ha da lottare col bisogno urgente, non hanno ancora saputo raccogliere le loro forze e formulare quel programma di giuste riforme che potrebbe accrescere la loro influenza e mutare le stesse basi economiche della loro funzione.

Non è naturale che il rimanente del paese si disinteressi dei loro lamenti, od almeno poco li curi ?

Le spese per la marina

e le recenti discussioni

Non possiamo, nè vogliamo entrare nel- 1’ esame delle accuse che 1’ on. Ferri ha rivolto contro il Ministro della Marina on. Bettòlo; l’on. Ferri ha il dovere di provare il suo as­ serto meglio che con semplici coincidenze di prezzi per titoli, che hanno dato prova di essere oggetto di speculazione di Borsa come sono le azioni della Società Alti Forni ed Acciajerie di Terni. Ma d’altra parte sentiamo il dovere di avvertire che male iniziò l’on. Bettòlo la sua difesa negando la verità dei prezzi e delle date citati dall’on. Ferri, perchè, e la raccolta del- VEconomista può provarlo, quelle date e quei prezzi sono esattissimi.

Yi è però implicata in questa discussione una questione ben più alta e generale che

non siano le non ancora provate relazioni che l’on. Bettòlo possa aver avuto colle cause che hanno fatto subire cosi ampie oscillazioni alle Azioni delle Acciajerie; e la questione a cui alludiamo sono le spese per la marina.

Già fino dal 1888 su queste stesse colonne dell’ Economista, proprio a proposito delle Ac ­ ciajerie di Terni, abbiamo dimostrato coll’ana­ lisi delle cifre, che lo Stato italiano avrebbe potuto procurarsi all’estero rotaie e corazze ad un prezzo tale che gli avrebbe permesso di pa­ gare egualmente gli operai di Terni senza che lavorassero, realizzando nel tempo stesso una notevole economia. E tutti sanno che colla stessa spesa colla quale lo Stato paga due co­ razzate costruite in Italia, potrebbe comperarne tre costruite all’ estero.

Nè mancammo di rilevare la contraddizione nella quale cadevano così spesso quei Deputati e quei Ministri, che lamentavano la spesa troppo alta per la marina, ma in pari tempo domandavano che lo Stato aiutasse le industrie siderurgiche e procurasse lavoro agli operai.

Sono flagranti contraddizioni che dimostrano la unilateralità delle vedute di alcuno, ma ge­ neralmente dimostrano lo stato artifizioso della politica economica del paese.

Nè speriamo affatto che, non ostante queste palesi incompatibilità tra le diverse aspirazioni, si muti strada, e nemmeno si cominci a mutar strada. Quando coloro che si professano libe­ rali non hanno la fermezza necessaria per vo­ lere anche le conseguenze di tale loro profes­ sione di fede, è inutile nutrire la speranza che si modifichino quei sistemi artificiali sui quali si vuol erigere lo sviluppo della attività nazio­ nale. Ci ingolferemo ogni giorno più nel prote­ zionismo ed ogni giorno più aumenteremo la estensione e la intensità delle contraddizioni dalle quali siamo circondati.

Il fatto intanto è che la dotazione per la marina da guerra è molto aumentata da vari anni, e con tutto questo i competenti ci dichia­ rano che la nostra marina è in decadenza.

Dal 1868 al 1872 non si oltrepassavano i 30 milioni per il bilancio della marina; dal 1872 al 1878 si toccarono appena i 40 milioni ; nel 1884-85 si oltrepassarono i 66 milioni; nel 1887-88 si toc­ carono i 90 milioni; nel 1889-90 si oltrepassarono i 100 milioni, e siamo in peggiori condizioni di prima, nè vi è motivo alcuno per sperare che si possa andar meglio.

Ben venga quindi l ’ agitazione che promuova la luce e ci faccia veder chiaro in questo stato di cose non soddisfacente; che se la luce dovrà portare anche qualche scandalo, più o meno giu­ stificato, e rovesciare sistemi sui quali troppa gente si è comodamente adagiata, non vi è ra­ gione di adirarsene; è troppo evidente che il paese intero ha bisogno di sapere come sieno andate e come vadano le cose, e poco gli im­ porta se per ottener questo si dovrà sopportare qualche dolorosa operazione. chirurgica o si do­ vrà soffrire qualche amara disillusione.

(3)

ab-31 maggio 1903 L ’ E C O N O M IS T A

355 biano compreso che non poteva assolutamente

passare sotto silenzio il fatto abbastanza impor­ tante che quella Società può dare il 15 od an­ che, se volesse, il 20 per cento di dividendo ai suoi azionisti, dopo aver consacrate delle somme vistose ad ammortamento del capitale di fonda­ zione.

Una industria, che in molta parte è alimen­ tata dalle ordinazioni dello Stato, non potrebbe avere le proprie azioni ad un prezzo così alto (più del triplo del valore nominale) giustificato dal grosso dividendo, senza dimostrare che que­ sti cospicui guadagni non le derivano già dalle torniture per lo Stato, ma dalla sua produzione commerciale.

E siccome vi è motivo per credere che la produzione commerciale non possa essa sola of­ frire un margine così largo alla retribuzione del capitale, è ben giustificato che qualcuno si do­ mandi se per avventura lo Stato non paghi troppo lautamente a quella Società le cose di cui ha bisogno.

Per quanto si voglia sottilizzare sugli ap­ prezzamenti e sulla onestà degli uomini, non si può a meno di convenire che per lo meno il dubbio è legittimo. E per di più non è la prima volta che esso sorge; anche quando le azioni delle Acciaierie erano quotate molto più basse di ora, lo stesso dubbio è stato manifestato.

Se non che allora si è in certo modo chiusa la bocca ai dubbiosi con una affermazione che nella attuale polemica non vediamo esaminata quanto meriterebbe.

Si diceva cioè: l’ accusa che le Acciajerie di Terni vendono le corazze allo Stato troppo care, non ha fondamento, perchè dai prezzi ai quali gli altri Stati comperano le corazze di cui hanno bisogno, risulta che lo Stato italiano è tra quelli che acquistano tal merce a più buon mercato. E senza avere sott’ occhio ora i docu­ menti che provano tale asserto, ricordiamo benissimo di averli visti e di esserne stati con­ vinti.

Ma che perciò ? La questione non sta in questi termini.

Padronissimi gli altri Stati di pagare le co­ razze a quel prezzo che credono ; padronissimi an­ che di dare un prezzo alto affinché gli stabili- menti siderurgici abbiano un margine sufficiente di guadagno per far la concorrenza all’ estero contro gli altri produttori. È avvenuto infatti che qualche paese pagasse molto care le corazze affinchè altri paesi potessero averle a buon mer­ cato ; sono stranezze del protezionismo inteso nelle più morbose manifestazioni.

■ Ma in Italia, dove il paese lamenta che le spese militari sono eccessive, e dove i marinai lamentano che la marina non è abbastanza do­ tata, dovrebbe essere cura dei governanti di far in modo che i fondi assegnati alle costruzioni navali fossero impiegati nel modo migliore per la sola marina.

A noi pare, e crediamo di non aver torto, che il Ministro della marina, tutto infiammato dal desiderio di avere una buona flotta, dovrebbe dire ai protezionisti:— io ho bisogno di tre navi e voi non mi date che i mezzi per costruirne due in Italia; ebbene: — o trovate il modo di esone­

rarmi da questo maggior prezzo che debbo pa­ gare in Italia, o lasciate che faccia le mie ordi­ nazioni all’ estero, o infine aumentatemi i fondi. Invece i Ministri della marina a poco a poco cessarono di esser tali rigidamente e si adatta­ rono ad essere protettori delle industrie.

Cosi per le corazze, quando corsero le voci, giustificate dall’ alto prezzo delle azioni e del* gròsso dividendo, che lo Stato pagasse alla So­ cietà di Temi troppo care le corazze,— il Mini­ stro della marina, nell’ interesse della Marina stessa, doveva investigare da qual fonte derivas­ sero i cosi larghi guadagni della Società, e se dalle corazze, doveva ottenere ribassi taÌi che limitassero il dividendo ad una equa rimunera­ zione del capitale.

Invece è avvenuto che mentre alcuni anni or sono — non molti (1898) — Il Consiglio di Amministrazione discusse lungamente se doveva dare venti o venticinque lìré di dividendo alle azioni, e l’ accordo tra gii amministratori fu finalmente latto sulle lire ventuno, poco dòpo il dividendo fosse portato a settanta lire.

Vi è da sorprendersi se il relatore del bi­ lancio della Marina ha avvertito il Governo sulla convenienza di studiare come si possano ottenere dei miglioramenti sul prezzo ?

E da meravigliarsi se l’ on. Eerri, racco­ gliendo voci che in vario tempo corsero qua e là,, ha formulato delle accuse gravissime contro il Ministro ?

E da meravigliarsi se la stampa più assen­ nata di ogni partito, anche difendendo i l Mini­ stro, domanda che si provveda al fatto quale appare ?

N i non sappiamo in qual modo si risolverà la questione, che non è certo finita, ma crediamo però che le Società, le quali sono in stretta rela­ zione d’affari con lo Stato, non tutelino bene il loro interesse facendo o lasciando fare dei loro titoli sfrenata e tumultuosa speculazione di Borsa come è avvenuto per le Azioni delle Acciajerie di Terni dopo il 1899; e non tutelino il loro interesse nemmeno conseguendo e distribuendo benefizi che sono eccessivamente alti e che tutto lascia credere che oltrepassino la equa misura ; crediamu in­ fine che il Ministro della marina non debba sa­ crificare la difesa nazionale che gli è affidata ad altre considerazioni, specialmente se queste considerazioni possono essere causa di non sani nè saggi movimenti di borsa.

11 regime legale delle associazioni operaie

i n G e r m a n i a

(4)

356 L ’ E C O N O M IS T A 31 maggio 1903

leggi o regolamenti nei singoli Stati. Or bene, per sottrarre i gruppi proiessionali all arbitrio, alla perpetuai ncertezza, loro per facilitare la loro azione, per assicurare dei diritti si muove spe­ cialmente la Gescllschafi fur Sozialvefovvyi, nella quale partiti differenti per il loro programma ma concordi su questo punto si riuniscono ad eccezione di quello socialista, per sostenere tia gli altri punti questo della emancipazione delle associazioni operaie.

La campagna condotta dalla Società per la riforma sociale è assai vivace e ogni partito ne approfitta per sviluppare le organizzazioni ope­ raie, sia nel numero che nella azione loro. E non sono mancati i successi anche notevoli. A ll’ in­ fuori dei socialisti, specialmente i gruppi quali­ ficati di Christliche Oewerkvereiue hanno avuto

e continuano ad avere uno sviluppo notevole. E un movimento diretto da uomini attivi del partito del Centro, e dal Volksverein cattolico di Gladbach. La cifra dei loro membri da 152,000 nel 1900 è salita a 175,079 nel 1902, la loro azione si estende: 16 organi speciali emanano da quei gruppi, le loro entrate hanno raggiunto i 400,000 marchi nel 1901, i loro congressi si moltiplicano e ormai costituiscono una federa­ zione o Verband.

Le altre organizzazioni operaie vanno pure moltiplicandosi, cercano di fortificare la loro posizione e si agitano per la riforma del mecca­ nismo amministrativo e politico che ostacola la loro azione.

Alla fine del settembre del passato anno si riunì a Colonia la Società tedesca della riforma sociale e la questione delle Unioni {Vereine) operaie era all’ ordine del giorno, perchè appunto si domanda una Reichsgesetz o legge dell’ im­ pero che regoli il diritto di associazione e di riunione ( Verein und Ver sammlungsr echi) e sop­ prima le incoerenze delle legislazioni particolari sia insomma una legge di libertà che sopprima le variazioni e gl’ inciampi vessatori.

Vi sono attualmente leggi più o meno restrittive. Alcune sono assai severe, come quella del Mecklemburg, altre arbitrarie come quella di Weimar, in cui tutta la materia è re­ golata da ordinanze ministeriali, altri ordina­ menti dipendono pure dal volere del^ potere esecutivo, come in Sassonia, in Baviera, in Prussia, ecc., altre infine sono piuttosto liberali, come nel Baden, nel Wurtemberg. E quanto alla giurisprudenza giudiziaria e amministrativa le differenze tra paese e paese sono molteplici.

Così la questione delle minaccie che ac­ compagnano il reclutamento degli aderenti e le manovre di una coalizione danno luogo a una giurisprudenza imperiale assai delicata. Quando le minaccie sono punibili? Quale dev' esserne il carattere? Quando è costrizione sufficiente per­ chè sia punibile? Quando si esce dal fatto non delittuoso dello sciopero o della coalizione per cadere nel fatto proibito di sciopero qualificato da minaccie? Qui la giurisprudenza essendo as­ sai oscillante si possono invocare sentenze assai divergenti.

Una sentenza recente del Reichsgericht o tribunale supremo dell’ Impero dice: le misure prese nelle lotte contemporanee relative al

sa-lario nella industria, come scioperi e rinvii, hanno ordinariamente il significato, da ambe le parti, di una pressione o di una costrizione eser­ citata sull’ altra parte e tendono a un danno materiale per quest’ultima, in quanto questo danno è connesso al pregiudizio temporaneo recato alla sua situazione economica, senza tut­ tavia che si possa sempre per questo titolo qua­ lificare quelle misure come moralmente condan­

nabili. . ,

Questo considerando permette di giudicare i casi speciali secondo le circostanze e per con­ seguenza non condanna qualsiasi misura di pres­ sione, di costrizione o qualsiasi atto pregiu- dicevole.

In realtà i promotori dell’attuale movimento reclamano l’ allargamento del diritto di coali­ zione, anche nell’ esercizio del diritto di scio­ pero, e il diritto di associazione, essi uniscono i due ’diritti e forse sarebbe più savio di tenerli distanti. In se stessa e teoricamente, certo, la parola coalizione non ha nulla di più compro­ mettente dell’ associazione; è un aggruppamento temporaneo del quale l’associazione è per così dire il coronamento, ma il significato storico della parola è più di combattimento e si ricol­ lega con l’ idea di sciopero, di lotta acuta, quando non si faccia attenzione a distinguerli. Ora il diritto di sciopero non va confuso con quello di associazione; lo sciopero è un mezzo di lotta che eventualmente può essere legittimo, sia per gl’ individui isolati come per i gruppi coalizzati e associati, ma è un’ arma pericolosa. Mentre l’associazione professionale ha uno scopo di miglioramento economico, sociale, infinita­ mente più largo, più elevato; confondere le due cose non è quindi giusto.

Si può discutere in quale misura lo scio­ pero sia lecito, ma non si può non approvare l’associazione pacifica degli interessi legittimi. Ebbene, invece in Germania l ' associazione, il

V, rein, ossia il gruppo permanente anche paci­

fico, dalla sua nascita alla morte è oggetto di ostacoli e vessazioni incessanti che in qualche Stato vanno fino alle raffinatezze dei cavilli. Sotto la pressione della agitazione dei vari par­ titi i governi hanno preso qualche tempera­ mento, hanno attenuata la loro avversione, ma la situazione rimane precaria.

La legge del 14 dicembre 1899 ha bensì stabilito per tutto l’impero il diritto di fede­ rarsi per le Vereine. Ciononostante l’ ostacolo alla vita normale delle Vereine è cronico e si citano di continuo fatti relativi al carattere po­ litico che si vuol riconoscere ad ogni costo nelle associazioni, alla partecipazione delle don­ ne che è proibita, agli argomenti trattati, ecc. che provano le angherie alle quali le associazioni sono esposte.

(5)

31 maggio .1903 L ’ E C O N O M IS T A 357

l ’ ordinamento professionale con dei consigli misti del lavoro. Ma finora non è stato con­ chiuso nulla e la questione dei sindacati operai in Germania rimane sempre aperta e più che mai argomento di discussioni appassionate.

-— -—

~---Le cause della emigrazione in Basilicata *)

Gravezza di balzelli, difetto di istituti bene­ fìci e tutelari, costo esagerato dei generi neces­ sari alla vita, sterilità dei terreni, usura, — scrive l’avv. Prato - non riuscirebbero forse a vincere la proverbiale paziente soinmessione e il vivissimo attaccamento al suolo natio del popolo lucano se a questa somma di sventure d’ indole economica un’altra non venisse ad aggiungersene di carat­ tere morale, consistente nell’ingiustizia clamorosa che crea fra le varie classi sociali abissi di fon­ dati risentimenti, erompenti nella rivolta si­ lenziosa dell’esodo disperato.

Abbiamo notato, egli continua, il criterio di progressività alla rovescia che distingue tutto intiero il sistema tributario comunale, imper­ niato quasi dovunque sulle tasse di consumo, e bestiame, di fuocatico e soltanto in minima parte sulle aliquote di sovraimposta, gravose ai medi proprietari e ai latifondisti.

Orbene, quali le ragioni di questa ingiustizia? In sostanza esse risiedono nella composizione delle amministrazioni comunali, dalle quali il proletariato analfabeta riesce forzatamente esclu­ so e nel conseguente signoreggiare dispotico delle piccole oligarchie locali, le quali per la lontananza delle autorità tutorie e vigilatrici si trovano di fatto investite di quasi discrezionali poteri. Al che aggiungendo la secolare tradizione se mifeudale che assoggetta al signorotto, col giogo di un superstizioso timore ed un rispetto istintivo, il volgo rassegnato, si comprenderà agevolmente come in tutta la Provincia, si pos­ sano citare a migliaia fatti specifici di incredi­ bili abusi di autorità, di saccheggi spudorati di beni comunali, disperequazioni odiose nell’ ap­ plicazione delle tasse, di sinecure e appalti ne­ potisti a vantaggio di amici e parenti degli amministratori in carica; di aste per taglio di boschi demaniali - cui si preclude con ogni mezzo ai modesti boscaiuoli di adire; di ricatti e minaccie intese ad assicurare ai latifondisti imperanti il monopolio della scarsa mano d’ ope ra rimasta, di vendette ed esecuzioni spie­ tate a danno dei protestanti e dei ricalcitranti; di cento angherie e soprusi insomma, cui altrove provvederebbe senz’ altro la sollecitudine amo­ revole del Codice Penale.

Il quadro così è completo; alle devastazioni che hanno gravemente deteriorato ì’ ambiente fìsico, alle sperequazioni e vessazioni fiscali che talvolta tolgono al misero contadino il neces­ sario per vivere, si aggiungono condizioni am­ ministrative e sociali, abusi e arbitri, che met­ tono le classi popolari, le masse rurali, nella impossibilità di ottenere giustizia, di trovare intelligente assistenza e una cura amorevole per

*) Vedi il numero precedente dell’ Economista.

le necessità e pei bisogni spesso dolorosi e gravi nei quali si trovano.

La protesta per tutto questo complesso di condizioni, la via di salvezza, e dopo tutto l’espe­ diente meno dannoso per chi va e per chi re­ sta è appunto la emigrazione. Se il contadino lucano, data l’ indole primitiva, l’ ignorante im­ pulsività e non emigrasse gli episodi di violenza e di sangue non mancherebbero, perchè in lui, sotto il cumulo grave delle miserie, non può non ridestarsi una confusa coscienza della dignità individuale umana secolarmente conculcata. Tra le caus6 psicologiche che inducono gli uomini ad emigrare, le propotenze sociali sono, a co- mun giudizio, quelle che più concorrono allo spopolamento della Basilicata. E non a torto l’emigrazione lucana fu anche definita uno scio­ pero disperato di tacita protesta collettiva.

Quanto ai caratteri di cotesta emigrazione è da notare che da qualche anno essa ha modi­ ficate in parte le destinazioni cui prima tendeva nella sua quasi totalità,

La crise argentina e la proibizione dei viaggi gratuiti pel Brasile hanno deviate verso il Nord le correnti rivolte a quei paesi, le quali vengono oggi assorbite per la maggior parte dagli Stati Uniti. E se perdura fra i nativi di alcune città, borghi e villaggi, come Lagonegro, Lauria, Ma- ratea, ecc. ecc., la inveterata abitudine che tradizionalmente li conduce alle Repubbliche del Sud America, la ragione precipua deve ricer­ carsi in qualche particolare condizione di vita e di abitudini, che attira in determinato centri piuttosto l’una che l ’altra specialità di emi­ granti.

E pure da notare che la decadenza rovinosa dell’ agricoltura in patria disamora i lucani dalle opere dei campi anche all’ estero e perciò essi si dedicano di preferenza ad altri lavori. Nello Stato di San Paolo buon numero di contadini lavora la terra di altri agricoltori e specialmente pastori della Basilicata si trovano nello Stato di Nuova Jersey, ma a Nuova York, a Buenos Ayres e altrove preferiscono anche i lavori più ingrati a quelli agricoli. Spazzini o fognatori sono, in quasi tutte le città degli Stati Uniti, gli emigrati di Potenza, minatori in Pennsilvania e sterratori ferroviari nel Massachusetts quelli di Avigliano, Valsinni, Rotondella ; terrazzieri nei vari Stati dell’ Est quelli di Pisticci e di parecchi altri fra i Comuni più poveri. Ma non mancano, di quando in quando, esempi di una emigrazione di grado superiore. Lagonegro ha fornito al Messico buon numero di sarti e di calzolai molto ricercati. Lauria invia alle r e ­ pubbliche dell’America Centrale una proficua emigrazione di abili muratori e falegnami. E cosi via di altri Comuni.

(6)

358 L ’ E C O N O M IS T A 31 maggio 1903

quando intendono rimpatriare per vivere di rendita.

Un indice abbastanza esatto del grado di prosperità, saputo raggiungere da molti emigrati ci è dato dalle somme dei sussidi annualmente spediti a sollievo dei rimasti, e che raggiungono, nei paesi dove fu dato eseguire una sommaria verifica, somme assai ragguardevoli. Cosi si cal­ cola a quasi mezzo milione annuo il risparmio inviato dai soli emigrati di Avigliano, a 30 o 40.000 lire quello di Teana e Fardella ed a somme anche più rilevanti i sussidi mandati in patria dai Sanfelesi, sia per soccorrere le fami­ glie, sia per dare lustro al loro paese, il quale ha potuto edificare, con le loro oblazioni una splendida chiesa. Solo eccezionalmente però, non giova nasconderlo, alla entità del danaro impor- portato corrisponde direttamente la misura del beneficio sociale procurato. Dei sussidi che pro­ vengono dal Nuovo Continènte, poco più di una minima quota entra nella pubblica circolazione, perchè la maggior parte o si cela con pauroso sospetto nelle capanne, o ritorna nelle casse degli usurai per riprodursi in elemento dissan­ guatore, o si trasforma in biglietti di chiamata per nuovi emigranti o, infine, si riversa nelle Casse postali ìli risparmio, senza alcun profitto per lo sviluppo economico della regione. Le somme inviate al paese nativo vanno progressi­ vamente crescendo, specie mercè il contributo dell’ aumentata emigrazione agli Stati Uniti, dove gli alti salari concedono un largo margine di risparmio a chi non rifugge dal più miserabile e degradato tenore di esistenza; ma da qualche anno prevale tra gli emigrati la tendenza ad im­ piegare i primi risparmi nel chiamar presso di sè la famiglia rimasta in patria, anziché soccorrerla con sussidi pecuniali. E se tale consuetudine continuerà ad estendersi e generalizzarsi, scom­ parirà in buona parte anche il lieve beneficio che oggi incontestàbilmente deriva a questa re­ gione dal lavoro dei suoi figli lontani.

A questo punto il pensiero si volge natural­ mente ai rimedi e l’ avv. Prato non ha mancato, nel suo accurato studio, di fare questa ricerca.

Vediamo adunque quali essi potrebbero es­ sere, a suo avviso, e in altro momento esamine­ remo quelli che l’on. P. Lacava propone nel suo recente studio sulla Basilicata ora pubblicato nella Nuova Antologia.

Il problema non è dei più facili, scrive il nostro autore, se si deve giudicare dalle contrad­ ditorie proposte di cura degli stessi rappresen­ tanti politici della Basilicata; le quali variano dalle costruzioni ferroviarie e stradali care al Torraca, al Gianturco ed al Lacava, alle bonifi­ che preferite dal Donnaperna; dall’ importazione di lavoratori forestieri e dall’ educazione agra­ ria, suggerite, anche coll’ esempio, dal Materi, agli sgravi immediati e totali voluti dal Fortu­ nato e dal Oiccotti. Orbene si tratta di trovare rimedi intesi a neutralizzare le conseguenze di­ sastrose dell’ esodo che si verifica in Basilicata, esodo che ha un carattere indiscutibile di mor­ bosità. E il Prato crede giustamente che uno stato di deperimento organico tanto profondo non si combatte se non con tutto un sistema lo­ gico e sapiente di'! disposizioni intese a ricon­

durre gradatamente la vita nelle vene esauste del corpo sfinito d’ anemia ; tra le quali non v’ ha dubbio stiano in prima linea gli sgravi immediati, radicali,, in qualche luogo completi, dei tributi ohe, per la pressione ohe esercitano, per T usura di cui si complicano, per i soprusi sociali cui porgono occasione, appaiono fra le cause deterininatrici della fuga, la più diretta e la più evidente. Ma pure sperando nella lenta e progressiva efficacia di questi metodi curativi a lunga scadenza, preme sopratutto accennare bre­ vemente a quei rimedi che intendono a rimuo­ vere quanto di artificiale e dì volontario si veri­ fica nei moventi propulsori del fenomeno studiato: specie di soccorsi d’ urgenza temporaneamente apprestati in attesa della operazione piu radicale. La suggestione psicologica prodotta tra le masse ignoranti dalla propaganda che agenti d’emigra­ zione e rappresentanti di -vettori esercitano assi­ duamente, a incitamento interessato di sempre più numerose partenze, tale suggestione può es­ sere combattuta col vietare che si accordino viaggi gratuiti, che si diffondano notizie non conformi alla verità, anzi perseguitando con ine­ sorabile severità la predicazione e la diffu­ sione della menzogna, perchè se la miseria è spesso ragione sufficiente all’aumento della emi­ grazione, non si può nemmeno negare che gl’ in­ citamenti degli speculatori non influiscano in ragguardevole misura sulla inacerbita entità del fenomeno morboso.

Ma al male non si può rimediare co dqualche

efficacia se non con provvedimenti energici e im­ mediati e sono sopratutto le misure di carattere locale quelle che per l’ impressione e i pronti ef­ fetti che producono, possono ricondurre nei cuori prostrati la fiducia in un’ amorevole superiore sollecitudine. Sussidi agli enti pubblici più biso­ gnosi, per l’ immediato compimento delle opere più indispensabili d’ evidente interesse locale ; esenzioni temporanee concesse, caso per caso, senza troppi scrupoli per quel criterio di pere­ quazione unificatrice che si risolve, in pratica, nella più esosa iniquità di ingiustizia ; qualche esempio di severità rigorosa a danno delle con­ sorterie prepotenti degli sfruttatori, avrebbero certo una virtù vivificatrice sul morale depresso di turbe ignoranti e impulsive. E quando, mercè il ristoro immediato di questi mezzi empirici e temporanei, la confidenza nella buona volontà del Governo fosse dovunque rinata, si potrebbe allora por mano con coraggio a quella maggiore opera di rigenerazione economica, nelle cui linee generali ormai convengono quanti al complesso problema si dedicarono con studio amoroso.

(7)

31 maggio 1903 L ’ E C O N O M IS T A

359 L ’ egregio scrittore della Rassegna Nazio­

nale si è mantenuto più che altro sul terreno delle idee generali; 1’ on. Lacava col suo studio già ricordato ci darà modo di vedere quali pro­ poste dovrebbero essere attuate per rimediare alle tristi condizioui della Basilicata.

Rivista <§ibliografìca

Annuario italiano delle A rti grafiche, — Firenze, So­ cietà tip. fiorentina 1903, pag. 263 L. 1,60.

Questa buona pubblicazione è al 2° anno e si propone di fornire notizie in tutto quanto si rife­ risce alle arti grafiche: dagli indirizzi dei tipografi, litografi, editori, incisori, stereotipi, fonditori di caratteri, costruttori di macchine, fabbricanti di inchiostri, di carta, e c o , alle leggi concernenti l’industie grafiche, dalle notizie storiche e stati­ stiche agli avvenimenti più importanti dell’ anno; dalle notizie tecniche, alle norme pratiche, utili e necessarie all’ arte di che si tratta.

Ed il concetto è certamente buono non solo, ma anche sufficientemente applicato in questo volumetto, dove oltre alle leggi ed ai regola­ menti troviamo articoli tecnici e storici lodevo- lissimi del Sala, del Barbera P., del Dalmazzo, del Bandi, del Venanti, eco.

Per lo scopo che si propone l ’ Annuario avremmo desiderato che la parte tipografica fosse più accurata, e la Società tipografica fio­ rentina, che è in caso certamente di tare un la­ voro degno di rivaleggiare con quelli del genere inglesi o tedeschi, avrebbe dovuto in questo An­ nuario far vedere tutta la cura tipografica di cui è capace.

Auguriamo che lo faccia nell’ anno prossimo. R. Crespolani. — La tassa di fom igliao focatico nella

sua applicazione. — Milano, Società Edit. libraria 1902, pag. 218 (L. 5).

Sebbene l’ Autore dichiari di aver voluto fare uno studio essenzialmente pratico, pure la prima parte che tratta della storia di questa imposta dà tutta la dottrina intorno, ad essa e costituisce una pregevole monografia sull’argo­ mento.

Nella seconda parte è esaminata e svolta tutta la materia riguardante la applicazione di detta imposta. Prima di tutto l’Autore commenta la legge e le varie questioni di competenza sorte per la sua applicazione, quindi la qualità della imposta, se annua, se individuale, se unica. Im­ portante è il capitolo che considera la famiglia come soggetto della imposta, considerando i re­ golamenti provinciali, la dottrina e la giurispru­ denza, rilevando i diversi criteri dominanti e concludendo che si debba seguire il principio « che si ha una sola famiglia composta di più persone, quand’ anche manchi fra di esse qual­ siasi vincolo di parentela e d’affinità, ov ero tal vincolo sia molto remoto e di qualunque grado, purché concorrano gli estremi della convivenza piena ed assoluta e della comunione di beni, o di industrie, o di lavoro ».

Considera quindi l’Autore una serie di casi speciali : 1’ individuo solo ; — il capo di fami­ glia ; la responsabilità degli altri membri ; — i minori e gli interdetti ; — gli stranieri ; — i do­ mestici; — g l’ impiegati ecc. ecc.

Viene quindi a parlare degli estremi per la applicazione della tassa, come la residenza, e la indigenza ; della quantità della imposta, come i limiti, le eccedenze oltre il massimo, le classi dei contribuenti, la rateazione, la scadenza ; in­ fine termina questa seconda parte esaminando le questioni relative alla applicazione o riscossione della imposta.

Con molto acume nella terza parte l ’Autore indica le riforme che stima necessario per unifi­ care la applicazione ditale tributo; e sono pro­ poste che meritano tutta l’attenzione.

Questo libro scritto in apparenza con mo­ desti intenti è riuscito una importante tratta­ zione d’una delle più discusse forme dei tributi locali.

Arthur Raffalovich. — Trusts, Cortels et Syndicats. — Paris, G-uiliammiu et. O 0, 1903, pag. 208, (fr. 5). A chi conosce il Raffalovich, a cui sono dovuti tanti e bei lavori su svariati temi econo­ mici, non farà meraviglia se egli dice esplicita­ mente fin dalla prefazione : « associandosi, coa­ lizzandosi per ridurre la loro produzione e per intendersi sulla regolazione dei prezzi, gli indu­ striali non fanno che usare di un loro stretto diritto », e se egli attribuisce al protezionismo il nascere di queste colossali associazioni: « sem­ bra incontestabile, egli dice, che esista nna re­ lazione molto stretta tra il regime protezionista che ha per iscopo di assicurare il mercato indi­ geno alla industria indigena, escludendo la con­ correnza straniera, e la costituzione di questi ac­ cordi di produttori. »

Ed è veramente così che deve ragionare 1’ economista liberale; mentre è strano che i pro­ tezionisti si meraviglino che sorgano forme eco­ nomiche artificiali, le quali sono la conseguenza dei loro stessi artifizi.

Su tali principi il chiaro Autore esamina i

trusts nei diversi paesi: in Germania, in Inghil­

terra, in Austria Ungheria e negli Stati Uniti. Però più che dare, come altri Autori, le notizie su queste singole associazioni, il sig. Raffalovich cerca di penetrare lo spirito dei giudici, che nei diversi luoghi, al Parlamento, alle Camere di Commercio ed in altre pubbliche istituzioni, ven­ nero emessi su tali nuove forme di associazione.

Interessanti i due capitoli che riguardano la Germania e gli Stati Uniti, perchè l’ Autore studia molto accuratamente e con larghezza di vedute le condizioni dell’ ambiente come generatrici dei

trust. ,

Una appendice riporta documenti importanti prussiani, inglesi e russi; quest’ ultimo riguar­ dante la questione dei sindacati internazionali. F. Mallieux. — La socièté anonyme d’oprès le droit

civil russe. — Bruxelles, V.ve F. Larcier, 1902, pag. 183.

(8)

860 L ’ E C O N O M IS T A 31 maggio 1903

veramente importante. Come è noto per 1 Ou- kasse 24 agosto, 7 settembre 1900, tutte le leggi russe sono raccolte in 17 volumi, nei quali il le­ gislatore, evitando accuratamente ogni esposi­ zione teorica e perfino ogni definizione, si limita, ,si direbbe soltanto alle regole pratiche.

Da ciò deriva la incertezza stessa del diritto russo anche in temi di importanza quale e quello di cui si occupa l’ Autore. Perciò non è da me­ ravigliarsi se il metodo adottato dall’ avv. Mal- lieux in questo trattato differenzia da quello a cui siamo abituati nella trattazione di istituti giuridici di altri paesi. Intatti l’ Autore procede piu che altro per quesiti, per interrogazioni a cui risponde citando sentenze di tri cuna li o tatti, nel silenzio della legge. La s essa esistenza giu­ ridica delle società anonime e del modo con cui possono costituirsi, non si basa che su analogie, su interpretazioni estensive e su esclusioni.

Tanto più è meritevole di elogio questo la­ voro nel quale l’ Autore ha dovuto procedere con difficoltà che emergono ad ogni passo, in una via dove manca quasi affatto la guida. E chi conosca tutta la complessità delle questioni che riguardano le Società anomine, comprenderà la difficoltà di darne un chiaro concetto in base ad una legislazione che non dice nemmeno quale re­ sponsabilità speciale assumano i soci tra loro e verso i terzi.

Il libro è scritto ciò non ostante con molta chiarezza e dà una prova dello stato meno^ che adolescente in cui si trova ancora il diritto russo.

Edmond Demolins. — A -t-on intérêt à s’emparer du Pouvoir ? — Paris, Firmin-Didot et C.i, pag. 338 (fr. 3.50).

L ’ Autore già noto per altri importanti la­ vori tra cui quello : A Quoi tient la auperioi ite

des Anglo-Saxons il quale ebbe tanto successo,

svolge in questo nuovo volume la tesi seguente: i popoli dei paesi civili lottano politicamente di­ visi in gruppi (partiti) solamente per impadro­ nirsi del Potere, ed ottenuto il Potere ciascun gruppo ne abusa accrescendo smodatamente le attribuzioni dello Stato, e per conseguenza de­ terminando il soffocamento della iniziativa pri­ vata il che è poi causa della decadenza della nazione. Non vi è quindi utilità alcuna anzi vi e danno generale in questa lotta per la conquista del Potere, mentre per migliorare le attività d’ una nazione è necessario stimolare od almeno lasciar libera la iniziativa privata la quale ga­ rantisce la libertà molto meglio di tutti i con­ gegni parlamentari. Invece la forza e la potenza d’ una nazione si trovano in ragione diretta della libertà di cui godono i cittadini che la compon­ gono ed in ragione inversa della quantità di P o­ tere di cui sorto investiti i Governi.

Questa tesi non nuova che avvicina una volta di più le leggi economiche alle leggi più generali della sociologia, è dall’Autore suffragata con una serie d’ esempi storici alcuni dei quali

bene scelti. .

Se aggiungeremo che il lavoro è pieno d os­ servazioni acute e dì crìtiche argute, e dettato con quello stile facile ed attraente di cui i fran­ cesi hanno il secreto, diremo in pari tempo che

il libro si legge con molto diletto non solo, ma anche con profitto, giacché tende a rendere sim­ patica la dottrina liberale alla quale così scarsi sono ormai coloro che mantengono tede.

Rivista (Economica

Il raccolto del tabacco in Italia nel 1902. — L impor­ tandone dei prodotti chimici in Egitto.Il commer­ cio marittimo spagnuolo nel 1902.La condizione giuridica dei sindacati in Russia.Tariffe ferro­ viarie pel Mezzogiorno. — /.’ industria cotoniera in­ glese.La relazione sul bilancio delle finanze.Pel miglioramento delle linee di navigazione.Com­ mercio francese. — La flotta mercantile, tedesca nel 1900.

II raccolto del tabacco in Italia nel

1 9 0 2 . — I> Tabacco, giornale speciale che si occupa di quanto sa di tabacco pubblica le notizie complete pel raccolto in Italia nella campagna del 1902.

Dal confronto col 1901 risulta una grave perdita, che si ragguaglia a 716,000 kg. .ed ò sopportata quasi tutta dalle Agenzie meridionali, tranne Lecce, e da quelle dell’ Italia Centrale.

L’ Agenzia di Carpane ebbe una consegna minore per quantità della prevista, ma i prezzi sono note­ volmente in aumento, ciò che si verifica pure a fa­ vore di Lecce.

Ed ora diamo il prospetto comparato delle due ultime raccolte 1901 e 1902 per quantità di kg. con­ segnati e per l’ importo pagato, a seconda delle di­ verse agenzie.

Consegne Importo pagato

Agenzie ___ 1901 190 2 1901 1 9 0 2 Barcellona... . 26,831 27,481 14,417 14,420 Benevento---- 826.700 531,524 535,248 340,667 Carpane... 577,015 603,825 375,212 448,748 C ava... 789,081 758,358 596,668 555,818 Cbiaravalle. .. 275,332 207,743 164,920 125,595 Comiso... 43,252 55,636 20,865 24,675 Cori... 68,837 40,979 47,859 23,273 F oian o... 586,905 415,325 406,576 285,103 L e cce ... 616,772 683,300 420,904 480,427 Palermo... 94,605 315,829 95,855 327,984 Pontecorvo.. . 251,371 181,203 129,123 103,878 San Giorgio.. 468,861 263,624 270,591 146,867 San Sepoleio. 673,773 410,779 419,183 277,038 Sussari... 193,195 217,905 132,686 156,859 Totale. . 5,492,533 4,716,511 3,630,110 3,816,352 Dalle notìzie sull'andamento dei semenzai, la campagna 1903 si presenta generalmente per ora in condizioni assai favorevoli.

IV importazione del prodotti chimici in Egitto. — Il Bollettino della Camera di com­ mercio di Alessandria pubblica uno studio sull’ im­ portazione dei prodotti chimici in Egitto. Questa im­ portazione si elevò nel 1901 ni totale di 65,997 lire egiziane (una lira egiziana vale lire italiane 25.22).

Il principale paese importatore è l ’ Inghilterra, con 31,377 lire egiziane, segue la Francia con 11,385, poi il Belgio, la Germania, e 1’ Italia con 4,410 lire egiziane.

Il bollettino, per ciò che riguarda le importazioni italiane, scrive :

(9)

Marsi-31 maggio 1903 L ’ E C O N O M IS T A 361 glia, a dei prezzi che variano da 240 a 280 franchi il

quintale. Quantunque il prodotto fornito dall’ Italia sia un po’ inferiore come qualità, esso ottiene la preferenza, perchè è venduto 10 franchi meno li, quantunque i noli per l’ Egitto siano più. elevati dai porti italiani che non da Marsiglia, 1p differenza dei prezzi è abbastanza notevole per attirare la clientela. »

Il commercio marittimo spaglinolo nel

1 9 0 2 . — Il movimento dei bastimenti nei porti spagnuoli è passato da 17,877 nel 1900 a 18,525 nel 1901 e 18,703 nel 1902; queste cifre comprendono rispetti­ vamente, 16,900, 17,221, 17,774 bastimenti mercantili. Il numero delle tonnellate scaricate si è elevato pel 1902 a 3,648,289 contro tonnellate 3,699,328 nel 1901 ; quello delle tonnellate imbarcate a 20,761,666 contro 19,210,534 nel 1901.

Le importazioni fatte sotto bandiera spagnuola si sono elevate a 1,805,981 da 5,513 vapori, contro 1,192,012 tonn. sbarcate da 5,432 vapori nel 1901.

Quelle fatte sotto bandiera estera sono state di tonnellate 2,114,167 sbarcate da 3,306 vapori contro . 2,267,371 tonnellate sbarcate da 3,175 vapori nel 1901.

La condizione giuridica dei sindacati in Russia. — 11 Tribunale di Petrikau ha deciso testé una importantissima quistione intorno ai Sin- daoati in Russia. Qualche tempo fa le 14 fabbriche di farina d’ ossa o di colla esistenti in Polonia ave­ vano costituito un Sindacato ed avevano impiantato un ufficio comune di vendita. Questo ufficio fece causa presso il Tribunale sopracitato contro un mem­ bro del Sindacato per non avere costui osservate le disposizioni del Sindacato stesso. La causa è stata rinviata, in parte per ragioni speciali che qui hanno poco interesse, ma sopratutto per considerazioni for­ mali, specialmente poi perché l’ ufficio di vendita delle fabbriche di farina d’ ossa e di colla non ha 1

diritti di una persona giuridica e perciò non può da sé intentare un processo ; _ quindi anche perchè lo scopo dei Sindacati e contrario alla legge, e le loro di­ sposizioni non sono per conseguenza obbligatone per i componenti.

Secondo l’ articolo 1108 paragrafo 4 e 1133 del Codice civile polacco, sono ammesse solamente quelle Associazioni il cui scopo non è contrario nè alle leggi, nè alla morale, nè all’ ordine pubblico. Il Tri­ bunale afferma che lo scopo e l’attività del Sinda­ cato hanno di mira il conseguimento del massimo guadagno possibile a spese dei consumatori, me­ diante limitazioni della produzione, mediante il fis­ sare in comune i prezzi, ecc., e ohe quindi sono contrari alle esigenze della morale e all'ordine pub­ blico. In conseguenza di ciò il contratto che le 14 fabbriche hanno conchiuso fra loro non può essere riconosciuto valido giuridicamente.

Se questa maniera di vedere avrà l’ approvazione della superiore magistratura, l’ es'stenza di Sindacati industriali diventerebbe impossibile in Russia; poi­ ché se finora nei circoli industriali c' era del mal­ contento perchè non erano scrupolosamente osser­ vate le disposizioni dei Sindacati, ciò succederà piu spesso ancora quando i trasgressori di tali disposi­ zioni sapranno che per tale motivo non si potrà .procedere giuridicamente contro di toro. E allora tali organizzazioni servirebbero solamente per fare arricchire i soci non effettivi a danno degli onesti e leali. La decisione di cui sopra non ha forse il suo punto di partenza nelle disposizioni speciali del di­ ritto polacco. Il Codice civile russo contiene negli artìcoli 1528-1529 disposizioni conformi a quelle sopra date. Certamente 1’ organizzazione di Sindacati ulti­ mamente tentata in Russia in forma di autonome Società per azioni (Sindacato dei metallurgici russi meridionali e dei fabbricanti di lastre da specchi) può offrire una certa protezione contro simile inter­ pretazione, ma questo modo di organizzare i sinda­ cati presenta tante e tali difficoltà e spese, che 1 ab­ bandono della forma comune dei Sindacati potrebbe avere gravi conseguenze sull’ intera vita industriale. Sarebbe quindi desiderabile che il processo di cui sopra continuasse fino all’ ultimo grado per potere stabilire in modo definitivo so la maniera di vedere del Tribunale di Petrikau corrisponde effettivamente alla legislazione russa.

Tariffe ferroviarie pel Mezzogiorno. —

La Commissione tecnica incaricata di eseguire gli

studi riguardanti la riduzione delle tariffe ferroviarie a favore degli interessi del Mezzogiorno, riduzione proposta dalla Commissione della Camera che esa­ mina il progetto per gli sgravi, ha concretato, se­ condo la Tribuna, il seguente provvedimento : le ri­ duzioni delle tariffe sono state fatte in linea generale sulle seguenti basi : trasporti fino a 200 chilometri il 10 OtO ; da km. 20L a 400 il 20 0(0; da km. 401 a 600 il 40 0|0; da km. 601 a 800 il 60 0^0; oltre gli 800 km. !’80 0[0. Queste riduzioni verranno applicate col si­ stema belga, e cioè : ciascun tratto di percorso godrà la riduzione che rispettivamente è ad esso assegnai a : così, per esempio, le merci che dovranno percorrere 600 km. godranno la riduzione del 10 0{0 per i primi 200 km., del 20 OiO per i secondi 200 km. e il 40 0(0 sugli ultimi 200 km. In casi particolari la riduzione si applicherà con misure speciali.

Le riduzioni sono fatte su tutte le tariffe, ad ec­ cezione di quelle presentemente in vigore che sono già ridotte e si riferiscono quasi esclusivamente ai trasporti a piccola velocità, piccola velocità accele­ rata e merci in carri completi ; riguardano special­ mente i prodotti locali ed industriali, come macchine agricole e concimi chimici destinati all’ agricoltura meridionale ed aequa potabile, li applicata una ed u ­ zione specialissima ai vagoni completi per la traver­ sata dello stretto di Messina, che raggiunge circa il 50 0[0. Le riduzioni sono subordinate alle spedi­ zioni da determinate stazioni.

Si calcola che le riduzioni corrisponderanno alla media del 27 0|0 al disotto delle attuali tariffe più basse e che daranno un aggravio allo Stato di poco più di cinque milioni.

L’ industria cotoniera inglese. — Gli ec­ cessi della speculazione americana, ohe ha condotto il prezzo dei cotoni greggi a limiti esagerati, hanno deciso gli industriali cotonieri di Manciiester,i guali già lamentavano di essere in crisi, a limitare il la­ voro e a chiedere provvedimenti atti a limitare i loro danni.

Per tutta la settimana di Pentecoste le fabbriche del distretto di Manchester rimarranno chiuse e nelle settimane successive non si lavorerà più di quattro giorni, Alle Compagnie di Navigazione si domandano riduzioni nei prezzi dei noli dall’ Aunerica e lo sbarco dei cotoni a Manchester anziché a Li- verpool.

Anche nel Lancashire vi è crisi nell’ industria cotoniera.

Si aggiunga che, a quanto scrivono le riviste tecniche inglesi, il consumo è meno attivo agli acqui­ sti e che vi sono stock importanti di filati e tessuti da smaltire. Intanto anche gli ultimi dispacci ame­ ricani segnalano nuova eccitazione da parte della speculazione e nuovi rialzi nei cotoni sodi. Nel mer­ cato di Nuova York si è in preda a viva febbre.

La Relazione sul bilancio delle finanze.

— È stata distribuita giorni sono la Redazione Mas- simini sullo Stato di previsione del bilancio del Mi­ nistero delle Finanze per 1’ esercizio 1903-904.

La Relazione rileva con compiacimento che per 1’ esercizio 1903-994 la somma stanziata per sussidi ai Comuni di 2“, 3a e 4a classe che dalla categoria dei chiusi fanno passaggio alla categoria degli aperti, viene raddoppiata. Ciò dimostra, dice la Relazione, che la legge di sgravio non raggiunge soltanto il suo effetto diretto e immediato di sollevare dall’ in­ giusto tributo gli alimenti farinacei, ma facilita anche la scomparsa dello barriere daziarie.

L’ on. Massimini fa poi un esame della Rela­ zione della Direzione generale del catasto sull' anda­ mento dei lavori catastali nel 1901-902 e delle spese fatte per la formazione del nuovo catasto nelle pro­ vinole ove venne compiuto e rileva che a compire il nuovo catasto per tutta l’ Italia occorreranno an­ cora circa 250 milioni. La Relazione rinuncia a cal­ colare il tempo che occorrerà a condurre a termine questa grandiosa opera; ma rileva che esso sarà sem­ pre troppo lungo di fronte allo scopo di perequa­ zione tributaria proposta dalla legge 1° marzo 1886.

Approva quindi i maggiori stanziamenti chiesti per accelerare i lavori catastali.

(10)

362 L ’ E C O N O M IS T A 31 maggio 1903

proprietà e liberta dei fondi. L’ on. Massimini si preoccupa anche della confusione che deriverà dagli atti nei quali gli immobili sono descritti coi numeri di mappa del vecchio catasto e quelli nei quali essi porteranno i numeri di mappa del nuovo catasto e quindi ha proposto e la Giunta Generale del Bilan­ cio ha fatto suo, un ordine del giorno col quale si invita il Governo a studiare od a presentare nel più breve termine possibile il disegno di legge che se­ condo 1’ art. 8 della legge 1° marzo 1886, deve deter­ minare gli effetti giuridici dei catasto e contenere le riforme che occorressero a tal fine nella legisla­ zione civile.

La relazione, dopo ave)1 constatato che il servizio del chinino di Stato procede in ogni sua parte con soddisfazione e aver rimandato ogni questione sugli organici del personale dipendente dal Ministero delle finanze al disegno di legge relativo presentato dal- l’ on. Carcano, conclude proponendo alla Camera di approvare 1’ ordine del giorno relativo al catasto e il bilancio delle finanze.

Pel miglioramento delle linee di na­ vigazione. — E stata distribuita alla Camera la relazione della Commissione, presieduta dali’ ono­ revole Di Sant’ Onofrio (presidente e relatore) sul disegno di legge per il miglioramento di alcune linee di navigazione esercitate dalle Società di Naviga­ zione Generale, Puglia e Siciliana.

La relazione ricorda che allo scopo di fronteg­ giare nuovi accertamenti di speso e di migliorare i servizi marittimi tra Venezia e l’Egitto con l’ Alba­ nia, lungo le coste calabresi bagnate dal Tirreno, sulle linee di Carloforte in Sardegna, di Palermo- Biserta, delle isole di Lampedusa, Linosa e Pantel­ leria e dell’ Arcipelago Eolio, il Governo ed il Par­ lamento accordò un assegno di lirfe 270,164,94, da inscriversi nel bilancio di previsione del Ministero delle Poste per l’ esercizio 1902-903. Riferisce che in esecuzione a ciò il Ministero delle Poste attuando dal 1° luglio 1902 i servizi riguardanti la Società « Puglia » e dal 1° agosto quelli affidati alla Navi­ gazione Generale Italiana ed alla « Siciliano » prov­ vedeva all’ approvazione delle relative convenzioni con Reali Decreti, ritenendo che tali atti di Go­ verno fossero sufficienti all1 uopo ; ma di questo pa­ rere non fu la Corte dei Conti che ritenne neces­ saria la presentazione di un disegno di legge.

La Commissione si augura che la linea Venezia- Egitto possa essere quanto prima integrata con re­ golari viaggi tra 1’ Adriatico e 1’ India, i quali fac­ ciano capo a Venezia; restituendo così a questa ìllustre^ città quella eminente posizione alla quale le dà diritto il suo grande passato.

A proposito dell’ Albania, la Giunta propone al- 1 approvazione della Camera il seguente' ordine del giorno: « La Camera confida che il Governo prov- vederà per un coordinamento dei vari servizi ma­ rittimi esercitati sull’ Adriatico e sulle linee dela Tripolitania e Cirenaica in guisa da corrispondere più largamente alle esigenze dei nostri traffici in­ ternazionali. »

La Commissione fa infine voto unanime al Go­ verno affinchè il materiale adoperato in ispecie per i servizi insulari ed internazionali corrisponda ai cresciuti bisogni di velocità e comfort e possa reg­ gere sulle linee di maggiore importanza al confronto dei poderosi e splendidi piroscafi esteri che ci muo­ vono così aspra concorrenza, poiché in caso diverso noi verremo a perdere buona parte dei nostri traf­ fici internazionali.

Commercio francese. — Prospetto degli scambi francesi coll’ estero per il primo quadrime­ stre dell'anno corrente in confronto del periodo corrispondente pel 1902. (Idre) 252,813,000 235,302,000+17,511,000 Importazioni 1903 1902 Differenza Sostanze alimeli- (L’r*) ta ri.. . . . Materie necessa­ rie all’ indu­

s tr ia ... 1.082,846,000 1,050,237,001-1-32,609,000 Oggetti manifat­ tu ra«... ¿65,919,000 257,814,000-t- 8,105,000 Totali L. 1,601,578,000 1,543,353,000 + 58,225,000 Esportazioni 1903 1902 Differenza (Lire) 1902 Sostanze alimen­ tari... 189,291,000 220,979,C00—3i ,708,000 Materie necessa­

rie all’ indu­

stria... 387,996,000 380,170,000-r 7,820,000 Oggetti manifat­

tura«... 734,346,000 712,859,000+21,487,000 Pacchi postali.. 94,368,000 91,669,000+12,699,000 Totale h . 1,405,995,000 1,395,697,000 + 10,298,000

La flotta mercantile tedesca nel 1902.

— L’Ufficio di Statistica in Germania pubblica io stato della flotta mercantile tedesca al primo del 1902: risulta che essa, escluse quelle di piccola portata, contava 3959 navi, con 53,946 uomini di equipaggio, ed un tonnellaggio di 3^80,548, rappresentato per più di tre quarti dalla Marina a vapore. L’altro quarto è per 7)8 rappresentato dai velieri e per IpS dai rimor­ chiatori.

La maggior parte della flotta mercantile tedesca appartiene ad Amburgo col 52 per cento del tonnel­ laggio totale, cioè 1,607,059 tonu. : poi Brema col 33 per cento, ossia 918,606 tonn. e infine vengono Piens- taurg col 4 per cento ; Stettino col 8 per cento ; Kiel col 2 percento ; Gaestemiind, Danzi ea e Lubecca col- 1’ 1 per cento ecc.

Naturalmente anche per grandezza di navi Am­ burgo e Brema stanno in capolinea, possedendo 11 piroscafi di un tonnellaggio superiore a 10,600 tonn.

Negli ultimi 10 anni la flotta mercantile tedesca è cresciuta, per tonnellaggio, di più della metà, lad­ dove il numero delle navi è cresciuto, dell’8 per cento. La marina a vela, come del resto dovunque è in pro­ gressiva diminuzione: viceversa! rimorchialo« sono nel decennio quadruplicati.

LE PROPOSTE DELLA COMMISSIONE

per 1’ esercizio privato

I giornali datino le seguenti notizie sulla Relazione dell’ onor. Saporito :

L’ on. Saporito, presidente e relatore della Com­ missione reale per 1’ ordinamento delle ferrovie, ha presentato oggi al Ministro dei lavori pubblici la sua relazione, che è un volume di 600 pagine. La relazione, dopo avere esaminato i danni del passato, -pone in confronto le due soluzioni: l’ esercizio di

Stato e 1’ esercizio privato.

L’ on. Saporito dice che nelle condizioni in cui sono la maggior parte delle linee delle tre Reti, se si vuole continuare 1’ esercizio per mezzo dei.privati bisogna ricorrere al tipo di contratto del 1885 con un miglioramento però di tariffe, delle condizioni di trasporto e degli orari, ed assicurare un adempi­ mento più esatto dei patti da parte delle Società.

Circa l ’esercizio di Stato, l’ on. Saporito dice che una grande azienda come quella dei trasporti ferro viari deve essere retta con criteri industriali, che.le sue Amministrazioni debbono avere liberta" di ini! /dativa e che il suo bilancio non deve esser.1 subor­ dinato alle esigenze dei bilancio dello Stato. Tutto deve procedere in modo da evitare qualsiasi influenza nociva al buon andamento del servizio : 1* azienda, se azienda di Stato, deve essere autonoma.

La relazione rileva poi che disgraziatamente l’ Ita­ lia non è in condizione da potere organizzare una azienda tanto importante con quella competenza di cui diede prova la Prussia nelle sue grandi reti. Si ò quindi costretti a conchindere per la continuazione del sistema di esercizio inaugurato coi contratti del 1885.

Riferimenti

Documenti correlati

Premessa questa sommaria osservazione dob­ biamo subito rilevare che l’Autoae, per quanto sia molto benevolo, esamina però la situazione economica e finanziaria

Come si vede la tesi è importantissima e per quanto non tutto nuova nella teoria, trova nuove applicazioni pratiche nelle condizioni dei mercati oggi così

cerca; il loro compito riguarda più che altro le formalità, la esteriorità della spesa, non 1’ intima natura. Noi non cre­ diamo alla pretesa incompressibilità

E’ questo uno stato di cose inevitabile nella fase odierna della concorrenza agricola interna­ zionale, ma non è detto che debba durare eter­ namente, anche

Aggiungasi che, come abbiamo visto, il corrente esercizio e il futuro desiderano di utilizzare i mi­ nori oneri di interessi per fini essenzialmente buoni. I

Tuttavia, sorretto da molti dati statistici e scritto in forma facile, il lavoro del sig. Cuvilìier può dirsi un trattato di legislazione mineraria francese, tanto

Snccessivamente vennero costruite molte linee per conto dello Stato, e nel 1863 venne appaltato l’ esercizio ad una Società col sistema della partecipazione del

Non possiamo qui fare un esame critico di questo volume che abbiamo letto con molto pro­ fitto; se la materia della contabilità non appa­ risse anche per