N.224
AGOSTO
1961
COMITATO DI
REDAZIONE:
Ono Oott. GIUSEPPE ALPINO Oott. AUGUSTO BARGONI Pro!. Ootl. ARRIGO BOROIN Oott. CLEMENTE CELlOONIO Pro!. Oott. GIOVANNI OALMASSO Ootl. GIACOMO FRISETTI Pro! Oott. F. PALAZZI· TRIVELLI
0011. GIUSEPPE FRANCO OIrlllorl r . . ponl.blll
MENSILE A CURA DELLA CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA E AGRICOLTURA DI TORINO
pago
BRENA - Che cos'è il Circarama
.
3
Industria Automobilistica (Frammenti di
conta-bilità nazionale)
6
Il processo di liberalizzazione del movimento
dei capitali nella C.E.E. (Cronache
dell'integra-zione europea)
.
9
E.
BA TTISTELLI - Il lalle e la sua propaganda
collet-tiva e progressiva
11
G. LEGA -
I problemi della montagna nella Comunità
Economica Europea
.
ts
Rassegna della Tecnica a cura di G. F,
Mi-chelelli
19
Note di CRONACA CAMERALE;
1) Pubblicazioni Camerali.INFORMAZIONI E NOTIZIE: Agevolozioni per inv.,li. men'. in .ree depresse: Brazoloi Mondavio; Monte-maggior. al Metauro; Ripe; Rocca San Casciano;
Ca-prie; Vicchio; Caserla
lS
Congiuntura economica del mese di luglio
1961
27
Rassegna del commercio estero torinese nel
mese di luglio 1961
.
31
Sinossi dell'Import-Export
lS
Borsa Valori di Torino - Rassegna del mese di
~~~1%1
»
Fiere, Mostre, Esposizioni e Congressi
inter-nazionali
Tra
i
libri (G.B.):
ti Unione It"liena de Il. Camere di Commercio Indu,',ia • Agricoltur • • : C.r.tteri e struttura dell' istruzione tec-nica • prof.uionale nelle Provincie d'lt.lia CARLO liMA: l'acqua. Torino - In bìblioleca
Il mondo oHre e chiede .
t
6
differenti
modelli di proiettori
Dai grandissimi per Drive-in
ai più piccoli
a
passo ridotto
permettono alla Microtecnica
di soddisfare
di~ ~
'"
E Uf»S'E IL UIRCA
Ad
Italia 61
»molte cose sono
interessanti
a.
vedersi. ma nulla ha
conosciuto pres o
il
pubblico
il
fa-\'Ort'
del circarama. Dinanzi al
pa-diglione in cui es o viene proiettato
la gente wsta paziente attendendo
il
momento eli poter entrare, quasi
non s 'accorge, una volta dentro, di
dovcr trascorrere mezz'ora in piedi
tutta pre-a
com'è
dal fascino
inso-lito dello lipettacol0 in cui i
paesag-gi gli si snoùano dinanzi
e all'in
t
or-no dandogli
la
sensazione
ù'imme-ùl'simarsi in essi e di farne parte
integrale.
Un viaggio attraverso l'Itali::l di
una rapidità inusitata anche
in
que-sti tt'mpi di wlocità. che ha del
fan-ta~ti('o.
e che è nel tempo teso o
quanto cii più perfetto si pos a
im-maginare. pcrchè aderiscE' alla
real-tà
11e1 colore e nella forma,
la
ripro-duce in ogni
~uo
particolare
t'dà
l'e'atta sellSclZiol1e di essa.
La zona in cui sorge
J'Esposizio-ne
è
di per sè assai suggestiva, colla
collil1a per sfondo ed
il
Po che le
scorre a lato tra un lussureggiare
di fiori e di verde, ma si tratta
di
uno spettacolo, che,
e
pur con
erva
tutto
il
suo incanto, i torinesi sono
abituati a vedere.
Il circarama per contro
è
qualco-sa di nuovo,
e
della novità pre
enta
l'attrattiva. Perdere l'occasione di
ammirarlo ora, significa far
e
non
avere più per anni una possibilità
del genere, privarsi di un
godimen-to tutgodimen-to particolare in cui si ha la
sensazione di non
essere
spettatore
soltanto, ma anche attore delle
ce-ne
cui si assiste.
~Ia
che cos'
è
in realtà questo
cir-carama in cui la tecnica
cinemato-grafica ha raggiunto
il
suo più alto
livello. e che è manifestazione
pa-lese
de
l
progresso raggiunto dalla
scienza anche in questo campo?
Il circarama, sorto ad
«Italia 61
»per volontà ed a
spese della Fiat,
BRENA
ehe intendeva fornire
con esso
l'E-sposizione di una ingoIare
attrat-tiva,
è
realizzato
su
di un brevetto
di \\'alt Disney. L'autore dei
car-toni
animati
continua
così con
esso
le ue originali coperte
in campo
cinematografico.
Presentato per la prima
volta nel
1955 a
Di ney-Iancl, quindi
all'Espo-sizione
Internazional di Bruxelles
nel 195
, ed a
quella AmerÌcana di
Mosca nel 1959. il
circarama è
il
cinematografo
su schermo circolare
di
360
,
con originalissimo sistema
di ripre
a e di produzione. Dal 1958
ad oggi non
è
però rimasto
immu-tato. Il
suo
autore vi ha
introdotto
anzi di
continuo
nuo\'i
perfeziona-menti. portando il film da 16
a 35
mm.
e
diminuendo
i
proiettori
si-multanei da undici
a.
nove. Come lo
si ammira a Torino
è
dunque una
nodtà a
sol uta da cui tecnici
e
spet-tatori ignari di ogni dettame
tifico sono attratti in eguale
mi ura.
Potrà
il
circarama avere in futuro
un infiu so in campo pratico?
Potrà
cioè influenzare la normale
produ-zione in modo e enziale e
pene-trare come ospite con
ueto
nelle
sale cinematografiche? A parere
ge-nerale ciò sembra da e eludersi.
Ed
è certo che per
il
momento, per
quanto
vivo e generale sia
!'interes-se che desta, e so nOn rimane
nulla
più di
una
curiosità.
Intanto deve
venir
proiettato
in
un padiglione costruito appo
ita-mente.
Quello
di
({
Italia
61
»,tutto
in acciaio, alluminio e pIa
tica,
è
completamente smontabile, sì
da
poter all' occorrenza essere
traspor-tato altrove e servire per altre
ma-nifestazioni.
Progettato dalla
Divi-sione Fiat
Costruzioni
si sviluppa
4
I
CRONACHE ECONOMICHEsu
di un'area di 1500 metri
qua-drati, mentre la
sala
di proiezione
o cilindro-circarama, come
la
si
de-nomina
con
termine tecnico,
è alta
12 metri
ed
ha un diametro di
32.
Circolare
la
sala, circolare
lo
schermo, che
ha uno
sviluppo
di
90
metri
per
un'altezza di 7.
ella
struttura
del
cilindro sono collocati
i 9 proiettori
da
cui si
dipartono
i
fasci delle immagini,
che investono
e circondano colla
loro
potenza
i
mille pettatori di
cui è capace
la
sala.
Spettatori
che
naturalmente
devono rimanere in piedi, ma
che
non hanno tempo nè modo di
ac-corgersi
della fatica, tanto
il
film
che è
montato
ad anello
~isussegue
colle
ue immagini
in
modo
conti-nuo,
e
tiene
avvinta
la loro
atten-zione colla sua stupenda
bellezza.
Ci
. ono spettacoli
che hanno
il
potere di tra cinare fuori della
}'eal-tà
in
cui si è costretti a
"in're,
l'cl
almeno
per
il
periodo
d('lla
loro
du-rata dare l'illusione di un mondo
diverso
e più suggesti\ o;
il
circara-ma
è
uno di quelli. 1incolo
della
tecnica
è al
tempo te'
o un hlffo
nella bellezza del
nostro paese
ecl
un
'e\asiam' a mt'zzo di
e~sa.Abbiamo
parlato finOf'l di come
aV\'Ìene
la
realizzazione
tecnica
del
circarama, vogliamo accennare ora
al
film
proiettato.
on si tratta di
un film
qualsia. i che ser\'a soltanto
per dimo
trare
praticamente che
co-sa ia
il
nuovo
procedimenlo. Esso
è
stato
realizzato
appositamente
dalla Direzione Stampa
Fiat
coll'as-sistenza
tecnica della Disney
per
essere proiettato in occa\ione della
celebrazione dell'unità d'Italia c
da-re maggio}' risalto ad un
3nenimcn-to
di
tanta
importanza,
Intitolato
Italia
61
»
il
titolo
basta del resto a
spiegare
lo
scopo cui il film tende.
N
è
mai scopo è stato più
ampia-mente raggiunto, chè
1'Italia
ci
ap-pare nel
film
ricca di
tutto
il
suo
splendore naturale ed artistico,
sfol-gorante
di
luce
e
di
colore.
La
mac-china
da
presa
ha
spaziato per
22.000
1:m.,
ritraendo ciò che più le
sembrava
degno di nota,
cogliendo
ogni aspetto
più
ignificativo del
no-stro pae e.
Dalle Alpi
alla Sicilia
ed alla
Sardegna,
dal
Veneto
alla
Toscana,
sofFermandosi su
avveni-menti
caratteristici come il
Palio
di
Siena,
riproducendo stabilimenti in
pieno
fervore di
opero
ità,
in cui si
sente pulsare
il
ritmo di una
vita
nuova
e
più
intensa che non per il
passato.
è
la
cinepre'ia
Disney,
che
ha filmato
spesso
da un
C
119,
il
cosi
detto
vagone
\
alante, me so
a disposizione degli operatori dal
Ministero della Difesa,
si è
accon-tentata di rimanere
sempre
in
Ita-lia. Il lavoro italiano
compie
mira-coli
anche all' etero.
Pro\
a
ne
sia
la
colo sale
diga di Kariba
in
Rodesia,
che è stata
ripre
'a
in tutta la
sua
grandiosità, e che appare
veramen-te
opera
di
.
traordinaria
importan-za
sia
per l'arditezza
con cui è stata
progettata
che
per la fatica
necessa-ria
a
portarla
a compimento.
appagare l'occhio e ricreare lo
spi-rito durante una lieta vacanza, ma
andH' un
~randepaese industriale
iII cOlltinuo
sviluppo. Un film
de~tiIlato
a
celebrare la sua
unità dove\ a
dunque eSse' re un inno non
solo
alla
b(·lIezza. ma
anehe
all·opero~ità.Italia 61
è
queste due
cose
in-si(,I11('. ('d appunto
perciò
avvince
lo
spettatore, anche
se necessità
con-tingenti hanno imposto
il sacrificio
di
mdii
e
metri di pellicola
,
di
\tu-l'l'Ilde riprese di
grandi e
belle
cit-tà. \1ilJe nJ('tri
sono
parsi infatti ulla
lunghe'Zla
che
non
era
possibile
01-t('('passare sellza ingenerare nello
spettatore
un lil'\'e
senso
di
stan-dH'zza. Anche la bellezza ha dei
limiti
che
non
è
dato
superare,
on abbiamo
finora
accennato al
SOltoro. Qualcuno potrebbe' dunque
(Tedt'l"e che
il
circarama sia
un
me-nn iglioso
susseguirsi
di immagini,
ma cii immagini mute,
ulla eli più
errato.
Il
sonoro, un impianto
ste-rcofonico
a sei
pi
te,
è
bensì
indi-pem!t-nte dal Rlm, ma
sincronizzato
elettronicamente con
es o, secondo
lo
svolgimento
dl'lle immagini
stes-se,
elimoclochè il
suono
diviene
ele-mento dell'azione, dando
allo
spet-tatore la
sensazione
di
essere
prota-gonistI
della
scena. ed
aumentando
ancora, se
ve ne fosse bisogno, quel
senso di immedesimazione nello
spettacolo,
che è
forse l'elemento
più
stupefacente
di
tutto
il
circara-ma
e che solleva
l'entusiastico
COI1-sen
o
degli
spettatori.
ChE'
cosa sono
infatti la fatica di
rimanere in piedi, il
lieve giramento
eli
testa che coglie taluno più debole
di fronte al turbinìo delle immagini,
dinanzi ad uno
spettacolo co
ì
diver-so
da quelli cui
si è soliti assistere?
Lo
schermo
panoramico
è
parso
a
suo
tempo una
grande
innovazio-ne.
Il
pa
saggio ha
assunto
per
me-rito
suo
una vita nuova,
si è
ani-ma
to da muto che
era,
ma un
pae-aggio u
schermo
panoramico
ri-mane ben lontano dal produrre
l'im-pressione che esso produce per
mez-zo
del circarama, do\
e
il film
circo-lare avvolge lo spettatore da
ogni
lato, rendendolo palte
viva
dell'at-ma fera che re pira, facendolo
pal-pitare all'unisono con
es
a.
Il
fatto di
essere
circolare,
e
co-stituisce
l'attratti a maggiore del
Blm circarama, ne costituisce però
anche l'intima debolezza,
che,
come
abbiamo più volte ripetuto, non \'i
è po ibilità di
a
istere
comoda-mente
seduti alla sua proiezione,
Ciò in ieme
all'alto costo degli
im-pianti
e
delle pellicole
pone
natu-ralmente delle limitazioni
allo
sfrut-tamento industriale,
Che
cosa
possa
accadere è
tutta-\'ia difficile immaginare. L'avvenire
è
ricco di imprevisti,
e
la
scienza
progredisce di
continuo e compie
di
continuo
nuove
coperte.
Il
cir-carama
può re tare una
meraviglio-sa attrazione enza
possibilità
alcu-na di
s
iluppo pratico, ma potrebbe
diventare
anche
il
cinema
del
futu-ro. Un cinema
che soltanto alcuni
anni
fa ne
suno avrebbe osato
so-gnare,
e
che ora sta
invece
pren-dendo forma
e
trasformandosi
in
realtà.
INDUSTRIA
AUTOMOBILISTICA
el
1960
sono
tati prodotti in Italia 644.617
\'ei-coli.
l\'eIl'ultimo quinquennio l'andamento della
pro-duzione sudcli\
'
isa
per
categorie è stato il seguente:
19.56
195,
1958
1959
1960
Ill/i)/ellllrc
279.900 318,775 369.374 470.659 595.907
III/o!e';coli
i11(l.
35.
'
93
33.024
34.174
30.110
4 .710
TOTALE
:
315.793 351.799 40;3,548 500.769 644.617
Per quanto riguarda le
vetture si
è
avuta
una
me-dia d'incremento
annuale,
in unità, di
circa
73.000.
Bisogna però tener
conto che
negli ultimi due
anni
gli
incrementi
sono stati
di
oltre
100.000 unità.
Per
quanto
riguarda l'a\venire, tenendo
conto
di
un
incremento
minimo
annuo
di
oltre
70.000 vetture
e
massimo
di 150,000,
si
dovrebbe arrivare ad una
produzione annua
di 1.000.000
al
minimo
entro
la fine
del '63 o al
massimo
entro
la fine del
'65.
Facendo
quincli una pre\'isione media
si
può ragionevolmente
pensare chL'
la
cifra
prima
citata
sia raggiunta
entro
la fine del
'64.
A tale proposito
è
bene tener conto delle
dichiarazioni del Presidente della nostra maggiore
im-presa del
ramo che,
nell'aprile 1'960 dichiara\a
all'as-semblea
degli
azionisti che
la sua azienda
sì
propone\
a
il raddoppio
della produzione mediante nuovi
investi-m nti per 150 investi-miliardi da attuarsi
in
due-tre anni,
os~iaentro il
'62-'63. Dato che a tale
epoca
la produzione di
\'e!ture Fiat
era
di 422.216 unità
e
che esse
rappre-senta\'ano oltre
r
O
O/Ildella produzione nazionalp,
sembra
logico pn'\eclere che,
sempre
che tali
im'esti-menti
abbiano
luogo
entro il
1963, la produzione
su-peri
il
milione di unità
annue
ultro la fine del '64. Per
quanto riguarda -\Ifa Romeo, Lancia,
ecc., ossia
il
re-\tantl' 20
l)o,
dati
gli
ill\'p~timentiin corso valgono le
~tessepre\
i~:oni.:--:ella prima
I11ntà del lY61
è continuato
rincre-6
1
CRONACHE ECONOMICHEmento della produzione
l'delle immatricolaziolll
ri-spetto al
corrispondente
periodo dell'anno precedente;
solo
la produzione di
autobus
denuncia una lieye
fles-sione.
PRODUZIONE:
ESPORTAZIONE
I
PROD
V
ZION~
GE
NNA
IO - LUGLIO
1960
_
1961
"1'1/11 TI , ,11I/lIrllrri,
I/I/uh,/l'
TOT
.
\LE
eh ... \lO-LLCLIO
Prc>dll:::;OIl('1961
1960114
,
40'56
,'3
S.
:
376
1.719
454.551
,'375.05,5
2·1.553
2.000
102201,
GE:-' '\
UO-CIUG!\O
I III lIIa/ricala:::.196/
19601/
:
061/60]0,3:3
56,30
-14.05
t
13,01
\'/'/IIITI'252.2:3.'
191.1
l
°
'Ii 6l/601-
31,94
TOT LE
(\'cllllrl' Imi (//llo("lIrTl (' IIl1lohllS)2,')5.<;'<'9
212..14
..
3.J
,
57
\' l'diamo ora la situazione produttiva neg
l
i al
t
ri
principali Paesi costruttori del
~
l.
E.C.
e in Gran
B
re-tagna ,nel
1960:
Frallcill Germallia
Gran
Brel. \'('lIlIre1.175.301
1.1,16.7791.352.728
\ '/'iClli!
indlllir.
19:3.909
2:37,S.J6
4,57.972
TOTALi.':
1:369
,
210
2051.625
1.
10.700
Dal confronto con glI altri Pat'si de
l
~
r.
E.C.
risulta
e\icknte il divario produttivo dell'
It
alia.
Esaminando la demità nei Paesi sopra citati
\'1'-diamo COllll'
il
mercato italiano sia suscettibi
l
e di
mi-glioranH'nti. Infatti nel
1960
la situazione nei
princi-pali P,H'
.... i
co~truttori
europei era
la
seguente'
Frcll/cill (;t~1 tUt/"UI (;rllll 8r(,/II;':IIt1
Ittllitl
9.0
.1hitanti
Pl'l" auton'ttura
11,6
9,1
2.5.Cj
"
'\
t'gli ultimi cinque Lumi, pt'r quanto riguarda
l'illl-Illatricolazione, ... i
è a\uto un incremento medio anlllll)
di
,!3.S!:J6
unità.
\', 'IIITI'(
Ullit,i
illllll.ltr.)
1956
202
:
373
1
.
9');'
19.58
195')
1960]9),'540
20'l.21,) 2.5:1:321 3SI.
:
3'>5
r.,l
si l,l
UIIconfronto con
Id
produzione nell'u
l
timo
ljuinl{Ul"llllio,
.
... i n,de ('onlt'
Il'
imlllatricobzioni
costi-tui,C'allo in rtll'dia ognI
61
/I /Idella produzione
ba't'
Il'
prl'\Ìioni per la
'64
'OIl1ldi oltre
600.000
ne
all'anno.
anno
il
u
tali'
fltlt'
del
macC'h
i-La circolazione,
dw
altualrtll'l)
-te
è in totale (h 2.45Y
.505 unit ì,
così
sudell\ ISl'.
\t'lture
1.99
..
1.721;
autocarn
·440.457; ,llltobus 24.32·!,
dm rebbe ascendere pl'r le solt'
\t'ttme, s('mpn' alla fi'le
del
'64
. a
c.:irca 4.000.()OO di unità
.
ull'argolll('lIto ricordIamo la
pondt'rosa memoria presentata dal
·
l'A.:-...
.F.I.:\ al VI Congrt'sso
cIt,:
Trasporti, secondo
cui alla
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del
'64
si sarebbero do\ uti raggi
un-gC're i
:3
milioni di unità in tutto.
Dato che l'A. .F.I.A. prevede\ a
un
aumento
IllC-d:o a
n
n
u
o de
l
1'8
%per il pC'riodo
1960-'04
,
mentrl'
ora, a
ll
a
l
uce
d
el\' esperienza si può parlarc di un tasso
annuo de
l
12-15 o o,
l'aumento delle pre\'Ìsioni \ienc'
glmtificato.
Come denota la tabella re portazione
è
in
diminu-zione rispetto al 1959, tranne per quel che riguarda gli
au
tocarri. Anche la percentuale
sulla
produzione
è
quindi diminuita.
Per quanto riguarda l'Europa sono
s
tati
registrati
degli incrementi ul mercato france
e e
nel
Ben
elux;
sul
mercato tedesco invece c'è tato un lieve regresso.
Questo per quanto concerne i Paesi del MEC. Per
quanto riguarda i Paesi dell'EFT A
l
e
nostre
esporta-zioni
sono
aumentate in Austria, Norvegia, Regno
Uni-to, Svizzera, mentre
ono
diminuite in Danimarca,
Por-togallo,
vezia.
Riportiamo in dettaglio i dati delle nostre
esporta-zioni
nei Paesi
europei
nel 1960.
j\{ls/ria
. .
.
Belgio
Cecoslowccllia
Danimarca
Finlandia
Francia
Germania
Occ.
Grecia
Irlanda
.
lllgos/a(;ia
LlIhlemburgo
Norvegia
Olallda
.
Polonia .
Portogallo
Regno Unito
Spagna
5
['(';:.ia
• L'Ì::,zeraAli
ri Paesi
7.546
7.305
L531
3.081
1.031
8.943
72.293
473
721
11
.7
12
253
866
6
.
149
98
1.513
4.315
762
2.281
8.996
303
Venendo alle importazioni, nel 1960,
esse son:1
state
di 19.252 unità, di
cui
17.129 vetture,
in
massima
parte tedesche
(9.061) e
france i
(5.108).
Circa
l
e
pro-venienze EFT A
es e sono
rappresentate quasi
total-mente dalla Gran Bretagna
con
4.416 unità.
Nei primi
ei
mesi del 1961 l'ltalia ha incassato ppr
Db-N/IT
~
5
abitanti per
autovettura
re portazione di
autowicoli
il
controvalore
di 64.336
milioni contro 73.450 milioni di lire
circa
per i primi
sei
mesi dell'anno '60. Le parti
staccate
di
autoveicoli
esportate
nei primi sei mesi del
'61
hanno raggiunto
il
peso di quintali 204.062 per un
Ya-mlG ;.;.
lore di lire 17 miliardi
p159 milioni
PRODUZIONE
GRANBRETAGNA
1500
contro quintali 201 119 per un
va-lore di lire 17 miliardi
e
900
mi-lioni esportati nei primi
sei
me\i
dell'anno
'60.
Sempre nei primi
sei
mesi del
'61
!'Italia ha importato 23.749
auto-veicoli per un valore di lire 16
mi-liardi
e
51 milioni contro 11.680
autoveicoli per un
valore
di lire q
miliardi
e
528 milioni importati nei
primi
sei
mesi dell'anno
'60.
Duran-t
e
i primi sei mesi del
'61
rItali:1
ha importato 203.569 quintali di
parti
staccate
di
autoveicoli
per un
valore di lire Hl mihardi
e
159
mi-lioni
contro
127.4,'37 quintali per
lire lO miliardi
e
50 milioni
circa
importati nei primi 6 mesi del
'60.
CRONACHE DEU'INTEGRAZIONE EUROPEA
" processo di liberalizzazione del movimento
dei capitali nella C.E.E.
Il
Trattato
i~tìlllth'odella
.E.E.
~tabilisc('all'art.
(i,:
Cii Stati
nw
111l.>ri
sopprimono
~radatam('ntefra
lo/(), duranll'
il
periodo transitorio (' nella misura
ne-('(' .... .nia al
bllon lunzionanwnto del
\Il
'reato
Comune,
h'
I('strizioni
ai
l1Io\
'
inwnti dt'i
capitali appartl'nenti
a
]l('ISOJl(' resiùl'nti lJt'gli Stati membri,
e
parinwnti le
discrimillazioni
(li
trattamento fondate,ulla
naziona-litù
()
la residenza delle parl1,
o
slIl
luogo di
colloca-mento dei
capitali .
\1entn' per
altri
~l'tl()rieconomici
il Trattato
ddi-IIIS('('
ìnmodo pn'clso
gli obìt'tth
i
e
le tappc della
pro-gressiva
integraziolle,
IJ)materia di lllo\Ìmenti dei
ca-pitali
lascia una
certa
libertù
ai
~t'ÌPaei.
La \
'a
lutazinOl' dt'l ritmo
e
dei limiti della
libcra-lizzaziolle
l' ,tffidata agli
Organismi
comunitari (articolo
100:
li
OTl'>i~lio,deliberando
all'unanimità su
pro-post.1
della
COlllll1issiol1t" stabilisce
le direttive \ oltt' al
rian
'
icin.lmt'nto
dt'lIt' disposizioni lt'gislath
e,
regola-Jllt'ntari
ed ammillistrati\t'
degli tati membri...
).
Il
coordinamento
delle politiche dei Pae).i C.E.E.
attÌllt'nti il
mo"imento di
capitali
Con i Paesi terzi
è
pn'\"isto
dal Trattato
<lnchl' allo
scopo di
e"itare che
le
nOl!lw
intracol11unitarie
possano
es
'e
n'
aggirate
l'per
0\dare a
possibili perturbazioni nel funzionamento
dpl llIercato monetario
t'finanziario.
o o oCna
Prillla dircI/ira pcr l'applicazione dell'art.
rr;
»
\ t'nlll' l'm
,IIIa
t,I dal Consiglio C.E.E. Ilt.'l maggio
19CiO
.
A
'l'conda d('l rl'ginH'
che
SO\raintl'nde alla loro
libt'r.dizzaziolll',
i capitalI
,ono stati ripartiti in quattro
~ruppi.
\
I prilllo apparkllgono i erediti a
brt.'\f:
e
medio
tUllIine
COJ1IH'SSI ,I
scambi
commerciali;
gli iJl\'estimenti
dirt'lti
('
la loro liquidazione;
gli
investimenti
immobi-li.ni;
i
trasfNinlt'nti
a
scopo assicurati\
o;
i
mO\'imenti
a cara
! tt'fl'
personale
(succ('ssioni.
donazioni, doti,
ri-IIll J, l'
dt'~li
el11igr'IJlti. t'cc.).
La loro libt'ralizzazione
dm
I lhbt' (',wn'
illllllediata
l'cl
i/lcolldizio/lata.
salvo il
rilOr
o allt' duu,oll'
di sah
'a
guarùia del Trattato in
ca
i (ceezionali:
gli
l.lti nH'mbri dovrebbero
conc~d
"re
1(,
autorizzazioni
richiestt' pt'r realizzare i
trask-rinH'
Ilt i
e
Il' transazioni, chl' dO"fl'bbero potersi
effet-tuare
,Id
un tasso
th cambio
u~uale
a quello per i
paga-Identi rt'latJ\i
.1tramazioni corrl'nti.
AI
st'condo gruppo
appartengono
i movimenti di
capitali
per
opl'raziolli
111valori mobiliari nt'goziah
iIIBor~a.
La liberalizzazionc do\ rebbe
l'~~ert'
incondizio-no/a;
la dirt'ttiva pn'\ede la
concessioJle di
autonz-zazioni
gt.'nt'rali
.
Gli StalJ membri
potrt.'bbero
transi-toriamente limitare la libl'ralizzazione
delle operaZIOni
effettuate
da residenti,
risl'T\ anùola allt' società
finan-ziarie
ed alle
imprese
che acquistino
titoli
eli società
e~terl'a\'enti
lo stesso
scopo sociale.
AI
terzo gruppo
appartengono i mo\'imenti per
l'l'-missione
o
il
collocamento
di titoli
sul mercato
finan-ziario; le
operazioni
in titoli
non
negoziati
in
Borsa;
i
crt'ùiti
a breve
e
medio termine
connessi a scambi
com-merciali cui non partecipano i residenti;
i
crediti
a
me-dio termine non
commerciali;
i
crediti a
lungo tt
'T1nil1l
di
ogni
natura
.
Per
que~tila liberalizzazione
dO\Tebbe
t'SS('fe
condiziolla/a;
gli
tati membri potrebbero
adot-tare
o
mantenere le restrizioni
a sahaguardia della
propria
economia.
Al quarto
gruppo
appartengono
i
mo\inll'nti
di
fonùi
a
bre\e termine
(iJ)\('stimenti sul
mercato
mone-tario,
apertura ('
liquidazione di depositi
e conti
cor-renti,
conce~sionee
nmbor~odi
cn'diti a
br{'\{' tennine
non lt'gati
a scambi commerciali).
La loro
liberalizza-zione non
("
obbligatoria per
gli
tati
membri.
Il
significato pratico della
dirl'tti\
a
sta
nel
fatto
che
una parte
important('
delle misure prese
da ci
a-!.cuno
dei
sei
Pat'si
si
trO\a
consolidata, cioè sottopost'l
<I
regole H'\ocabili unilateralmente
solo con ri.
l'na di
conformarsi
ad
una determinata procedura.
Es,a riguarda
sostanzialmente
le restrizioni imposte
ai
mo\"Ìmenti di
capitali
dalla regolamentaziollt'
dei
cambi.
\la
su~sistono altre
restrizioni, in
ispecie
eh
ca-ratterl'
amministrati,o
e
fiscale. Gli Stati temono
che
una
certa
massa di mo\Ìmenti possa
anenire al solo
finl' di bendìciarc di un trattamento Sscale meno
one-roso,
senza una giustificazione propriamente
economi-ca;
temono un
e\entualt'
Rmso di
capitali
\erso le
re-gioni
più s\ iluppate,
con
il pericolo di
aggra\are gli
squilibri regionali. Alcuni Pue."i reputano impossibile
la rinuncia ad alcune restrizioni. nell'inten'sse
dell'e-quilibrio dl'i loro mercato finanziario
e
della loro
bi-lancia dei pagamenti. almeno fino
a
quando non sia
n ,dizzata una duratura stabilità monetaria,
con
la
rico-stìtuziorw delle risene
('
l,l
con"ertibilitù estt'ma
delle
monete.
La
Conferenza
Permanente delle Camere di
Com-mcrcio dei Pae
i
C.E.E.
segue
da vicino
gli
sviluppi
del
problema.
Demandatone lo tudio preliminare
ad
una
appo
ita
Sottocommissione
"
Mol:Ìmento dei Capitali
,
fac
e
nte parte
della
«Commissione per la politica
finan-ziaria e
fiscale
"
, nel
corso
di
varie sessioni,
la
Confe-renza
ha
preso posizione in ordine ai
criteri
ed alle
modalità
di
attuazione
dei precetti del Trattato.
S
e
condo
la Conferenza Permanente,
sarebbe
neces-sario esaminare
le possibilità di ulteriore
liberalizza-zione,
riguardanti
soprattutto
i re identi,
in
particolare
per gli imestimenti
di
portafoglio ed
i movimenti
fi-n
<
nziari a brev
e
termine:
considerare l'opportunità di
applicar
e
tassi di cambio
liberi
o
Hessibili,
oltre che
ufficiali, senza incorrere in
inosservanze degli
accordi
monetari
"igenti;
predisporre
,
concertandone
il
conte-nuto, particolari modalità pratiche
per re
ecuzione
ef-f
e
ttiva dei regolamenti
delle
operazioni
per le quali
e
sistano all'interno dei
Paesi disposizioni di
controllo,
m
e
diant
e
il
ricorso ad appositi
tramiti bancari;
studiare
ult
e
riori form
e
di inte a
,
volte alla ricerca
di
sistemi
più generali di compen azione.
Quanto alla
.
direttiva
»
del
Consiglio C.E.E.
,
la
Conf
e
renza
,
c
o
n
la
ri oluzione adottata
nella
se
ione
del
7-8 ottobre
1960
a
Bruxelles, ha dchiamato
l'at-tenzion
e
delle competenti
Autorità
sui eguenti
punti:
l
-
Gli investimenti diretti e
la loro liquidazione,
la concessione ed
il
rimbor o
di
crediti a
breve
e
medio
t
e
rmin
e
conn
e
ssi a transazioni commerciali,
le
cauzioni
e
le
gar
a
nzie sugli stessi, i
trasferimenti
a scopo
assi-curativo sarebbero
da
effettuare sotto
il
regime
di
auto-rizzazione generale.
I
Governi potrebbero
adottare
un
~istema
di registrazione obbligatoria,
ostituendo a
quello a priori il controllo a
posteriori.
2 -
Lo
carto fra
il tasso
di cambio
per le
opera-zioni commerciali e quello per
le
operazioni
finanziarie
dO\Tebbe es ere eliminato al
più presto. Sarebbe
op-portuno che gli
I
tituti di
emission realizza sero
una
effettiva
unità di
cambio.
L'eventuale
adozione
transi-toria di
cambi
liberi
potrebbe
facilitare l'avanzamento
della
liberalizzazione
senza
danno per le riserve, la
situazione
monetaria
e
la bilancia dei pagamenti di
eia cun
Paese.
3 - Una
futura
«
direttiva
dovrebbe prevedere
una
ma~giore
libertà di movimento per i titoli tuttora
sottoposti a
restrizioni, quali le
operazioni effettuate
da residenti
ed
i movimenti
a
breve termine non legati
a
transazioni
commerciali.
I titoli
eme
i
o
pagabili negli Stati membri
sareb-bero da
ammettere alla
libera quotazione
e
negozia-zione
nelle Bor
e
degli te
si.
Il Consiglio
e
la Commissione C.E.E., nella
formu-lazione della politica monetaria della Comunità,
do-\'Tebbero tener conto anche della politica deII'O.C.E.D.
Alcuni
studiosi
hanno
pro~ettato
la co tituzione di
una
Banca Centrale della Comunità
>
,
fornita di
po-teri di
controllo, oppure
il ricorso ad un
sistema
fede-rativo fra le Banche Centrali dei Pae i membri. Altri
hanno proposto l'adozione di una moneta unica
effet-l
O
I
CRONACHE ECONOMICHEtiva,
altri
ancora di una moneta
semplicemente
di
conto.
La
Sottocommi ione per il mo\imento dei
capi-tali
»
ha
espres o
giudizio negativo
sia
.
ulla
creaziont
'
di
strutture
di
secondo grado
nel
campo degli
IstitUtl
di
emissione,
ia
sull'adozione della moneta unica,
eù
ha
con
igliato di rendere più trC'tU i
contatti
fra
i rap
-presentanti dei
cennati
Istituti, non
esclusi quelli dei
Paesi terzi.
Il
coordinamento
operativo
è
quanto
mai oppor
-tuno: modifiche
ai
tas i di
sconto ed alle
ri
erve obbli
·
gatorie, sviluppi
di
certi ettori
del
credito per fa, onn
'
talune branche dell'economia
interna, mo\imenti
ad
eccessivo carattere
peculativo
possono produrre squi
-libri nei rapporti fra Paesi
e,
direttamente
,
nel mercato
monetario
e creditizio
di
ciascuno di essi
.
In
sede co
-munitaria,
o in
quella più
vasta della
O.C
.
E.D
..
l
e
Banche Centrali hanno la possibilità
di attuare inter
-venti
riequilibratori
in
forme tecniche
dherse
,
com
-presa la determinazione di movimenti
contrari a quelli
spontaneamente stabilitisi sul
mercato.
L'armonizzazione delle forme
e delle strutture re
-lative
ai
principali
movimenti
di
capitali, nei quali si
intesse
l'attività degli
operatori,
facilita
senza dubbio
una più generale
fluidità
n
e
i rapporti
economici fra gli
Stati membri. Perciò
è
di fondamentale
importanza
l'indagine
sugli ordinamenti
e
ui
meccanismi di nego
-ziazione
nelle
varie
Borse Valori,
anche per giungere
all'e
laborazione di
norme e principi
basilari
da adottare
almeno
nell
'
area comunitaria.
AI
riguardo,
nell'annunciare
che
la
Camera di Com
-mercio di Torino ha
indetto per
il
25 e
26 ottobre
p.\-un
«Convegno delle Borse Valori dei Paesi
C.E.E.
su
«
La funzione della Borsa nel
sistema economico del
M.E.C.
»,la Delegazione italiana
in seno aJ]a Conft
·-renza Permanente ha
invitato i colleghi della
Com
-missione per la politica finanziaria
e
fiscale
)
a
parte-ciparvi.
o o o
L'orientamento tracciato dagli Organismi
comUI1l-tari
è
stato
recepito nella lC'gisZazione italiana,
che sì
allinea
fra quelle in posizione di
avanguardia nel
pro-cesso
di liberalizzazione.
Dopo la legge 7 febbraio
1956,
n.
43,
che libera".t
gli
inve timenti
e
teri
effettuati
da
'(
non re
identi »
,con
D.M. 28 luglio
1959
si è
provveduto
a
di
ciplinan'
l'assunzione di partecipazioni
e
l'acquisto di titoli
esteri
effettuati
da
persone
giuridiche residenti
•
. Ultima
mente, il D.M. 22 febbraio
1961,
concernente
J'acqui-to
e
la vendita di titoli
azionari ed obbligazionari
emes
i o pagabili all'e tero da parte di
società ed enti
finanziari con
sede
nel territorio della Repubblica, ha
precisato quali i tituti,
enti e società sono autorizzati
a compiere le
suddette operazioni, con
il
limite di un
rapporto ma
simo
tra il
valore
dei titoli
esteri e
l'am
-montare del capitale versato
e
delle
risene,
fis
ato
dal
Comitato Interministeriale per
il
Credito
ed
il
Rispar-mio nella mi ura del 20
0/0 .Il latte
e
la sua propaganda
collettiva
e
•
progressIva
I
E. BATTISTELLI
L'Italia
l'il
Pae'e che ha bi ogno di spingere, con
una
accorta opera
dh ulgatrice dei suoi prodotti
e
ca
1-mieratrice dei prezzi, i
consumi
alimentari a più altl
Iiwlli. A meno che le !>tati tiche non siano esatte la
nostra popolazione appare rispetto alle colleghe
euro-pee. anzi , ..
:est-europee.
sottoalimentata.
La divulgazione dei benefici alimentari
-
sia che
ci
si debba nutrire di materia che di energia
-
non
può ess('re limitata soltanto al \ ino. alla frutta, alle
carni. ma anche e
'oprattutto
al latte. del quale i
ap-prezzano più che altro. nella afosa !>tagione
e
ti\'a, i
gelati. posto che
il
grosso pubblico appia distinguere
il gelato proH'niente dal latte autentico da quello
rica-vato dai suoi surrogati. Eppure oltre ai gelati ci
sareb-bero:
-
il latte tale (' quale. frullato o meno;
il latte fermentato che invita a berne e e ne
ber-rebbe più di quanto
è
Tiscontrabile se molti non
giudicassero più
SIlob
prediligere il Coca Cola, o i
succhi agrumari. o la birra. o altre be\ande
disse-tanti anche St' meno prelibate.
Alcuni sostengono che il modesto consumo
nazio-nalt' di lattt'
-
e Ile diremo appres o
le
cifre
-
è
im-putabile all'de\'ato prezzo di \endita del medesimo.
Appart'ntt'l11ente l'accusa
è
vera.
fa a volerIo
com-pararl' con quello della carne. delle uova, si viene a
rilt'\'are il contrario. Dato infatti il prezzo del latte al
litro nell,l misuf<l di 0-90 lire. lO gr. di nobili sime
proteine sue vengono a costare 24 lire. mentre
altret-t.lJ1ti W. di nobili proteine derhate dalla carne
ne
co-stano, allo stato attuale dei prezzi. 79; della canw
~ui
na 67,
delle uova 60.
Ergo: la \'erità vera
.
un'altra. La colpa
è
delle
nostre abitudini alimentari, suggerite da
condizioni
cli-matiche che portano
a
preferire i prodotti
succulenti
dei frutteti, degli orti. e spingono pertanto
a
tenere in
ba
'sa
considerazione
il
latte. Ed
è
male. Poi
c'è
da
tener presente che i mezzi
empirici
per sterilizzarlo
(bollitura
che \"Ìen fatta, per eccesso di cautela,
anche
quando il latte
è
di Centrale) ne devastano l'edificio
chimico e biologico, per cui la sua digeribiltà finisce
con l'essere fatico a
e
la sua
efficacia
nutritiva blanda
o addirittura nulla. Il che contrasta con il
~uoeffetth o
valore fisiologico che
è
quello di un nutrimento
per-fetto. digeribilissimo. Che se non lo fosse non sarebbe
atto a nutrire
nella prima fase della loro esistenza
t
sseri deboli e privi di denti .
Che la digeribJità del latte sia alta lo
conferma
il
fatto che esso
è
anche un alimento
e
un veicolo dei
microbi dell'uomo. i quali nell'intimità dell'intestino
sintetizzano il patrimonio vitaminico
(del
complesso B
e \itamina
C)
necessario allo sdluppo e alla salute
dell' organismo. E con lo zucchero suo.
il
lattosio.
es
o
si pone a disposizione del
B.
l)[llgaricIIs,
il quale
crea
un ambiente acido favorevole all'assorbimento e alla
utilizzazione del calcio e del fosforo. Ecco perchè i
cultori di dietetica alimentare sostengono che
il
latte.
anzi il lattosio. agisce come rico!>tituente antirachitico.
alla
'tregua
delle vitamine Iipoolubili A. D.
La propaganda dovrebbe tra l'altro porre l'accento
PIU' DI 200 RICETTE DI PIATTI DIVERSI.
su
queste
virtù ignorate
del latte, per rompere
il
muro
della
diffidenza
che a
torto lo
circonda.
La
dhulgazione
delle
virtù
nutriti\'e che la fisiolo·
gia ricono ce alle
bevande
e
alle
\'i\ande fondamentali
è
in
Italia
eseguita a singhiozzo.
e
dà
conferma,
per
citare
un
ca
Oaltrettanto eloquente,
la
campagna
di
propaganda per
l'lI\a. I
grandi organi
di informazion<.'
si ricordano
di parlarne
sempre
in ritardo
sulla stagione
di consumo.
quando più non possono ignorare la circo·
lare
ministeriale intesa
a
richiamarne
e sensibilizzanH'
l'attenzione.
~la
una propaganda per
essere efficace
non de\
e
,
posto che abbia a sen
irsi del \eicolo g:ornalistico.
usarlo
11/10!alltlllll.
L'efficacia propagandistica
è
figlia
della ripetizione.
la quale
-
secondo
ì\:apoleone
che
St'
n<.' intende\ a -
è
l'arma più efficace per
gah aniz·
Z<lT('
le folle
e convincerle anche
delle tesi più assurde.
:\on
una
ripetizione meccanica, monotona.
chè su sci·
tertbbe
una reazionI:' di noia
e
di stanchezza, ma una
,eril' di \ariaziOIll' sul tema,
sullo
stesso tema, traguar·
dato da di\
ersl angoli
\isuali
e
divulgato in diver.;e
chia\
i
stilistiche.
Dire
che
il
latte, per
esempio.
è
utile
e
darne
In
dimostrazione con argomentazioni chiare e
persuasÌ\
t',
prt'ndendo
a
prestito i pareri dei fìiologi
e
dei dietl.
tici.
l·
bene; ma
saperlo
dire
l'
meglio.
'
l'il latte
non fo
se
utile, anzi indispensabile. \
l
a-drt, :\atura
non
lo
anebbe
posto aù
alimento
unico dti
1
2
I
CRONACHE ECONOMICHEn{'(mati nl'! monùo ùei
maIl1l1lifl'ri
e
nemnwno
IWa\T<.'bbe predi\I;\!'
sto
la lernlt'ntaziolll'
lattica l'al·
coolica, grazie ,tlla quale \i ottt
'
n·
g(lIlO
i
tre
... l'!t,lr
di
lunga
\'ita n'
·
peribili
in comnH'rcio principal
.
mente
sotto
Il
nome ùi ìoghurt.
secondarianll'ntl' sotto (lul'llo di
Kdir
l'di Kumh.
Più d'una \olta
in questa mpi
.
tale riYÌsta abbiamo ricorò,tto i
moth
Iper i
quali
molti
sono l\SSl
'
ll
·
natamente ,t'guaci
dell'utilizzazio
·
ne
pO.\lprllndlll/H
e
luori
p.tstll
delle bl'\
anùe
lattee
ft'rnH'ntall
'
,
ad onta
del
sapore acido
dll'
pub
anche
non piacere, ma
dlt'
tutt,\\'ia
è
più
o
meno neutralizzato
dalla
aggiunta
di
zucchero, t'avendolo
più
\
olte
ricordato
non l
'
il
caso
ora
òi ripn'nùl'rli
am
'
he
se
rqu
till/
jl/l'alll
alla
loro
conoscenza. anclw
se, in altr<.'
parol<.'
.
la
ripetizionI
'
giova a suscitart' intorno allo Yo
·
ghurt
e
alle
be\'ande
sorelle la
C\1· rio~itàe
l'inten'sse di
chi ignora
non diremo resi. t<.'nza, ma la prelibatezza
e
la
forz
,
t
nutrith
a.
la quale
è
non m<.'no
importante
di quella
SU,lintesa
alla
difesa dell'organismo dai pericoli delle
pu·
trefazioni intestinali.
u questo
argomento
l'A. di
questa nota pn'\l' la
f
Il
parola su)
Corriere della Sera
(Cfr.
(111bI/or! lancio pubblicitario
faTl'b/w la forluna d('llalle
_
12-1
r-19.57)
('
si.lfebbe
ritomato a
par-laroe'
~e la direzione di quelquoti-diano ne
aveSse
ravvisato ]'
oppor-tunità. Sart'bbe invt'ro
~latouti/:'
riprelldere la trattazinne del tema
per
aggiungere che
non
è
suffi-cient('
incrementare il
consumo
d(
l
latte divulgando
soltanto
le virI
li
'lie
di alimento
so\
rana.
Giove-rebbe
inH'ce
estt'ndere
la
divul-gazio/le:
alle
virtù de,i
suoi
derivati,
i
quali non l imitandosi
ai
due
lat-ticini noti, quali il formaggio
e il
burro,
abbracciano
il
ciOe'colato,
i gelati, il latte fermentato, la
panna
naturale, la panna fermentata, i budini,
ecc.;
-
alle
virtù delle
sue
applicazioni,
le quali, nella
sola cucina
italiana, danno luogo
a
più di 200 ricette
di pietanze
cii
\
erse .
" NON puo' ESSERE LIMITATA SOLTANTO AL VINO. ALLA FRurrA. ALLE
CARNI. MA ANCHE E SOPRATTUTTO AL LATTE.
I LATTICINI PIU' NOTI. QUALI I FORMAGGI ...