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Cronache Economiche. N.223, Luglio 1961

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N.223

LUGLIO 1961

COMITATO DI REDAZIONE:

Ono Doti. GIUSEPPE ALPINO Doti. AUGUSTO BARGONI Pro!. 0011. ARRIGO BDRDIN 0011. CLEMENTE CElIDONIO Prol. Doti. GIOVANNI DALMASSO 0011. GIACOMO FRISETTI Prol. Dott. F. PALAZZI· TRIVELLI

Dott. GIUSEPPE FRANCO Direttore responsabile

MENSILE A CURA DELLA CAMERA DI COMMERCIO

INDUSTRIA E AGRICOLTURA DI TORINO

V. DE CAROLIS - Come si produce la massima quan-tità di latte.

VASCO ROSSI - Nuovo Palazzo delle Mostre a To-rino - (Architettura d'avanguardia) .

G.

SACERDOTE - Natura e limiti della pubblica spesa Inagurazione del Corso per Dirigenti di Coo-perative Agricole del Piemonte

Arte e quattrini - Divagazioni di Pino Bava A. RICHETTI _ Tribuna dell'Economisla - La

produt-tività ed i mutamenti tecnici di

W.

E.

G.

Sa Iter Convegno delle Borse Valori dei Paesi della C.E.E . .

Rassegna della Tecnica - a cura di

G.

F. Mi-chelelti

Note di CRONACA CAMERALE:

1) Conferenze per gli orari ferroviari - 2) Commi5-sione tecnico comultiva trasporti e c.omunlcazionl -3) Elenco aulorizzato spedizionieri - 4) Servizio Telelt

pog.

3

7

15

19

13

16

28

3Q

,n To"no . 5} I problemi dello di,tribuzione al dettaglio 37 Cronache dell'integrazione Europea - Situa-zione economica e prospettive della C.E.E. nel

secondo semestre del 1961 44

Congiuntura economica del mese di giugno

1961 46

Rassegna del Commercio Estero lorinese nel

mese di giugno 1961 . 50

Sinossi dell'Import-Export.

54

Borsa Valori di Torino - Rassegna del mese di luglio 1961

Tra i libri

(G.

B.):

KENNETH E. BOULDING Principle, 01 economie policy _ Camera di Commercio Industria e Agricoltura di Rieti: I Convegno Economico Provinciale· In biblioteca Fiere, Mostre, Esposizioni e Congressi interna-zionali

Il

Mondo offre e chiede

59

62

64

65

Direzione Redazione e Amminl.trazione

(2)
(3)

ma

V. DE CAROLIS

Lt' proporzioni tra maschi

c

fcm-mint' Ilelle naseilP dei bodni

sono

eOl1ll'

nella

specie

umana: metà

e

nll'tù. U no più, uno nll'no, per le

finalitù di questo

articolo,

non

è

quello

che

guasta.

Il

discorso

Ì'

limitato

ai

bodni

per

fart' latte,

[wr

i quali,

in

tutto

il

J1Hllldo, si \

Nifica

questo fatto:

che

chi

pmsiede la buona vacca non la

"t'Ildl'. Quando

c'i.'

esuberanza

nu-merica

eh

\acche in

stalla,

si

desti-nano

alla

\

l'n

dita

1('

peggiori, non

Il' migliori.

Ll situaZIOne

l'

dhersa per i

ma-schi.

Questi, se lro\,mo impiego

nel-la

riproduz;onl',

bene:

se

no, de\'ono

finire

al

macello.

Chi possiede una

stalla

di bo\ iI)('

st

,

lezion,lll' non può tenere per sÌ'

tutti i maschi

che

nascono da

esw.

Pt'r

la

sua

stalla glie

ne basta solo

qualcuno, tah-olla nessuno, perchè i

tori durano in ser\"Ìzio dieci

t'

più

anni.

E

allora

deve \

enelerli.

icchè

il

campo

di sc,.lta per i compratori

è

\astn.

Da qUl'.ste st'mplici

constatazioni

eh

ri\,l lIna norma per gli allevatori

ehl'

desiderano migliorare i loro

al-k\'<lIl1t'nti:

di

fare assegnamento sui

maschi. Ilon

Sll

Il' femmine. Perchè?

Pl'rehè l' relati\'anlPnte facile

tro-\

'

are in \'l'n dita tori

eccellenti.

E'

(Illasi

il1lp()ssibil~

trovare chi \'l'nda

\"lee!1l' eecelh'nti.

.\ppan'ntl'IlWnte

la via indicata

st'mbra la più

lunga.

pt'rcht,. per

\'t'-<ll'n'

il

primo latte da una

gellera-ziOllt'

bovina nuo\'a bisogna. a far

prbto,

dll'

siallo passate le st'guenti

fasi di\'iluppo: 9 mesi

e

mt'zzo

pn

ome

quantità

la

graddanza

della bovina

fecon-data dal toro di nuova

compera;

20

mesi per preparare la neonata

(am-messo che nasca una femmina) al

primo

accoppiamento

per la

fecon-dazione;

e,

infine.

altri

9 mesi

e

mez-zo

per la gravidanza di quest'ultima:

in totale

39

mesi.

E,

poichè non

tut-te

le fecondazioni possono

avvenire

m,Ilo

stesso

giorno,

praticamente,

l)('r vedere in funzione una nuova

generazione

bovina, bisogna a

pet-tare quattro anni

almeno. se

tutto

\'a liscio.

Eppure questo

è

l'unico

suggeri-mento

serio

che può

essere

dato

a

chi

aspira a

migliorare la propria

azienda zootecnica: fare

a

segna-mento

su

toro portatore delle

qua-lità \'olute.

Latte o carne?

Purtroppo nel nostro paese ci

so-no parecchi dottrinari e parecchi

orecchianti

i qua

l

i dicono che non

bisogna pensare

al

l

atte. bisogna

produrre carne.

D

i latte in Italia ne

abbiamo

già in

e

uberanza; per la

carne siamo

tributari alle

importa-zioni estere; e

il

consumo

è

tuttora

crescente. Va bene tutto ciò?

Ve-diamolo.

L'attuale annua produzione

ita-liana di latte si aggira sui 97 milioni

di quintali; dei quali 25 sono

impie-gati per l'alle\amento dei vitelli; 26

pu

il consumo diretto; e 46 per

ali-mentare l'industria casearia. Si

cal-cola che da tale industria si

abbia-no q.1i .3.944.000 di formaggi, di cui

q.li 1.190.000 di grana e q.li

:320.000

di proyolone o cacioca\·allo.

ttoduce

di

iatte

Uno

degli

impit'ghi più diffusi e

più

tradizionali dd

formaggi in

Ita-lia

;.

quello del fom1aggio

sui

mac-cheroni, sul risotto e sulle

minestre.

Se

soltanto

la mctù

della

nostra

po-polazione consumerà

Kg.

5,.5

all'an-no

di

forma?:gi

(corrispondenti a

15

grammi al giorno) per

questo

im-piego, la produzione

di grana

pa-risce.

:\on

solo. e

\enditori

di riso,

di pasta

t'

di formaggi

si

decides

ero

a

fare

in

comune

una

pubblicità

coordinata

per questi

prodotti, che

~ono

non

solo

igienici, ma

appro-priati

a]]'indole

del popolo

italiano,

nel

nostro paese ricco

di frutta e di

n

rdure, la

gente

mangerebbe

me-glio, spenderebbe

meno

e

godrebbe

migliore

salute,

perchè 100

gr.

di

grana contengono

40

gr.

di

protidi

mentre 100

gr.

di

carne

ne

contengo-nù

solo

20

gr.

A parte tutto questo.

per

produr-re carne ci vuole il

figlio della

vacca,

la quale ne dà,

sì ('

no. uno

o?:ni

14

mesi. In questi 14 mesi

essa

ha

al

pa

si\'o

i foraggi

che

C()Jlsuma e

tut-te

le

altre spese

di mantenimento.

e all'attiyo

tro\ iamo

solo il vitello,

sia

pure un magnifico \'itello da

car-ne, il bilancio

Ì'

fallimentare. Per far

front('

alle spese. ci

vuole.

adunque,

qualche

altra cosa. che

non può

es-sere che

il latte.

Ora

sta scritto

anche

sui

boccali

di monte lupo

che

la \.

acca più

eco-nomica

è

quella

che

dà la

mas~ima

quantità cii latte. Che

cosa

ha di

particolare questa vacca?

~fangia

di

più delIP

altre. , ovanta anni

fa. un

pratico

elI

zoott'cnica

-

l'ing.

Fran-cesco

Zalll'lIi

-

fratello del

fonda-tOfe della

cuoIa

di Zootecnica di

(4)

sono gar

e

costose. Basti dir

e

che

la

bovina iscritta

viene affidata

a

un

provetto mungitor

e

che,

p

e

r

365

giorni

,

non fa

altro che occuparsi

di

quell

'

unica bovina. Talvolta

g

li

a

d-d

e

tti a una bovina

sono

du

e.

L

'az

io-n

e

consist

e

n

e

l

far mangiar

e

alla

bo

-vina

il massimo

senza

d

e

t

e

nninar

e

indigestioni.

Sono

venute

fuori

per

l

e

pezzate

n

e

r

e

cifre

incredibili.

P

e

rsino 190

q.li di latt

e

in 365

giorni.

L

e

bovine

che

ri

esco

no

sono

i

sc

rit-t

e

in un particolar

e

Libro

Genealo-gico

-

c

h

e

si chiama

Libro

Avan-zato

-

e

s

eg

uit

e

n

e

lla loro

carriera

e

in qu

e

lla

d

e

lla disc

endenza,

te-nendo conto

d

e

lla

loro durata in

v

ita.

BERTA 1468, NATA A CREMONA IL 13-10-1951. HA AVUTI 7 PARTI. LATTE PRODOTTO IN 2028 GIORNI DI MUNGITURA: O.L1 521.55. MASSIMO DI UN MESE: KG. 1373.8 NEL MARZO 1959. MASSIMO DI UN GIORNO KG. 51 NELL'II-4-1959.

E

'

qu

es

to lo

strumento

di

se

l

ezio-n

e

col

quale

si

fa l'inv

en

tario

delle

bovin

e

che

poss

eggo

no l

o s

tom

aco

miglior

e, e

cioè

d

e

ll

e

bovin

e che

-mi

si

passi

la

parola

-

so

no

man

-gione

perchè sono dotate

di un

fi-s

ico

superiore.

S

e

così

non fos

se,

es-se

accuserebbero

una

se

ri

e

di

g

u

ai,

è

non dur

e

r

e

bb

e

ro n

e

l t

e

mpo

, così

come,

infatti

,

avviene a quelle

che

non r

es

istono

alla prova

.

Reggio

Emilia

,

nativo di Cr

e

ma

,

la-sciò sc

ritto

che

la vacca più

reddi-tiva

è

la più

vorace.

Primati americani

Qu

es

ta

osservazione è stata

pr

esa

come

ba

se

di

se

l

ez

ion

e

d

e

ll

e

p

ez

-za

t

e

nere

d

'

Am

e

rica

,

quando sono

stat

i

istituiti

i

così

d

e

tti

primati d

e

l

la

tte.

Di

che si

tratta?

E

'

una

ga

ra p

er

man

e

nte

alla

qua-l

e si

i

sc

ri

vo

no l

e

bovin

e

che si

pr

es

u-m

e

c

h

e s

i

ano

in

grado

di dar

e

le

produzioni

m

ass

im

e.

E

'

qualch

e

co-sa

di

ana

l

ogo a

ll

e co

rs

e

in pista p

e

r

i cava

lli di

ve

lo

c

ità. La

corsa val

e,

se è

u

fficia

l

e,

fat

ta

in

pubblico.

Vin-citore è

il

cava

llo

che va

in t

es

ta.

Tr

a

l

asc

io l

e

mod

a

lità

,

limitando-mi

a

dire

c

h

e

i risult

a

ti d

e

i

primati

d

e

l l

atte sono

garantiti

dai

contr

'o

lli

d

e

ll

e

Stazioni Agrarie Statali

e

d

a

l-la

vig

il

anza

d

e

i

co

mp

e

titori

,

i quali

entra

no in

gara,

non

so

lo p

e

r un

a

costosa

forma

spor

ti

va,

ma p

e

r int

e-ressi positivi cons

id

e

r

evo

li di

va

lo-rizzazione

degli

a

ll

eva

m

en

ti.

Lo

svo

l

gime

nt

o

della gara

è sem

-plice.

Gli inter

essa

ti r

ego

lano

l'ali-mentazione come c

r

edono.

Alla

mungitura,

fatta

nell

'

ora

precisa

co

n-cordata, i

l

latte

s

i

pesa

,

si

r

egis

tra

e

viene analizzato.

I

contro

ll

o

ri int

e

r

-vengono quando vogliono,

sempre

41

CRONACHE ECONOMICHE

se

nza preavviso

e

sono più di uno.

Tra

essi ci sono

Professori

Universi-tari.

Conseguenze

tecniche dei

primati

Va da

sè che coloro che

part

e

ci-pano

a gare

di qu

e

sto gen

e

r

e

sono

in num

e

ro limitato

,

anche

p

e

rch

è

Tal

e

prova

mira

a

dim

os

trar

e

qua-li

sono

l

e

famigli

e

bovin

e che

pos-seggo

no l'attitudin

e

a

impun

emen

t

e

mangiare

molto for

agg

io

e,

in

(5)

segue

n

za,

di produrre

molto l

a

tt

e.

Da

esse

si

tra

ggo

no i ripr

od

uttori

pE'T

l

a contin

u

azio

n

e

della

r

azza.

Quando un toro vanta nella

s

ua

ascendenza

femminile

tutti

soggetti

con

primato

di

l

a

tt

e, si

presume

c

h

e

questo

toro

sia

portatore

di t

a

l

e

qua-lità

l

a

ttif

era,

e

perciò

v

i

ene va

lutat

o

n

e

l mercato dei riproduttori

so

mm

e

eccez

ionali. E'

un

a semen

t

e e

l

e

tt

a,

ne

ll

a

produzione

d

e

ll

a

quale solo

l'America d

e

l

Nord

e

il

Ca

n

a

d

a

han-no seguito

il procedim

e

nt

o acce

n-n

a

to.

Risultati

di una prova

Ne

ll'

a

ll

eva

mento

di bo

v

in

e

p

ez-za

te n

e

re dell'Istituto Sperimentale

Agrar

i

o Cremo

n

ese

h

o

posti in

pro-va

rip

rod

utt

or

i in

parola

s

in da 193

8.

Nel

1943

avevo già

messo insieme

l

e

seguen

ti

bovin

e

generate

con

uno

di

d

e

tti tori di razza pezzata nera

di

ceppo americano.

D

e

l

l

°

l

at

t

e

n.

33,1

»

2

°

» »

14

,5

»

3

°

» »

I l

)}

4

°

» »

6

»

5

°

» »

3,6

Totale n.

68

,

2

In detto

anno

1943

co

n l

e su e

l

en

-cate

bovine

-

di

c

ui

quasi

l

a

metà

primipara -

l

a

produzione

d

e

l la

t

t

e

co

mpl

ess

iva

è

sta

t

a

di q

.

li

3.742

,

10.

Media

p

er

bovina: q.li

54

,8

6.

Purtroppo

,

per ragioni che

è

inu-til

e espo

rre

,

l'esp

e

rimento

si

è

in-terrotto.

Ripr

eso

n

e

l

1

950, è s

t

a

t

o co

nti-nuato per

un

decennio, dal

1950

a

l

1959

con

l

a

presenza media di ogni

anno

di

66

,

51

b

ovine,

l

e

quali

h

anno

dato

in media, per

og

ni

anno de

l

de-cennio

q.li

3.950

,3

4

di l

a

tt

e, e c

io

è

q.

li

59,39

per

un

a a

ll'

alUlo.

Sommando

tutt

e

l

e

b

ovine

pre-s

e

nti

in

talla n

e

l

decennio e

il latt

e

prodotto s

i h

anno

quest

e

c

i

fre

:

Latte

prod.

q.li

39.503.57

Bovine

munte

N

.

665.09

Media

di

l

at

-te

q

.l

i 59.39

Fermando l'attenzion

e s

u

l'ultimo

anno

d

e

l

decennio

-

e cioè

il

1959

-

l

e

c

i

fre sono

qu

es

te

a

ltr

e.

Latte prad. q.li -1.759.64

Bo\'ine munte

l.

70.72

~Iedia

di

lat-le

q. 67.3

ASSISA 1754, NATA A CREMONA IL 25-6-1956 E' NEL TERZO LATTE. PRIMO LATTE O.LI 57.69 COL 3.78 IN 297 G. SECONDO LATTE O.LI 62.25 COL 3.74 IN 282 G. MASSIMA PRODUZIONE DI UN MESE KG. 1120.5 NELL'APRILE 1961; MASSIMA PRODUZIONE DI 24 ORE KG. 39.4 IL 15-6-1961.

Tra l

e

70

,

72

bovin

e

presenti

in

s

talla

n

e

l

1959

, ce

ne

sono

state

30

l

e

qu

a

li hanno

dato

comp

l

ess

i

va-mente q.1i

2.302

,

7

9

di

l

a

tt

e, e

ClOe

in

media

q.li

76,76 per una. Ecco

il d

e

tta

g

lio

,

bovina per bovina.

Produzione

di

latte di 30 hovine nel 1959

N. mntricolll Q.li lalle N. matricola Q.li Ifltte N. matricola Q.li latLe

rip

or

t

o 75

1.4

2

riporto 1.496.60

]

-

1

491

74.58

11

-

14

83

67.85

2

1

-

15

59

89

.

59

2

-

1

489

73.70

1

2 -

774

67.39

22

-

1

586

71.33

3 -

1544

83.66

13

-

790

78

.

10

23

-

1

463

70.08

4

-

1450

69.90

1

4 -

16

46

67.26

24

-

1

584

71.30

5

-

1

468

96

.

2

1

15

-

1

513

68.52

25

-

1

432

79.12

6

-

1694

71.78

16

-

1

318

111.11

26

-

1294

107.48

7

-

1538

66.77

1

7

-

1

634

67

.0

6

27

-

1286

69.12

S -

15

29

75.42

1

8

-

160

8

73

.17

28

-

1

684

75.74

9 -

1653

70.89

19

-

1742

73.47

29

-

1600

93

.

30

lO

-

1456

68.51

20

-

167

4

71.25

30

-

1516

79

.1

3

-a

riportare

75

1

.42

a

riportare

1.496.60

Totale

2.302.79

Q

.li

2.302.79

:

30

=

Q.h 76.76

D

o

p

o

di

che

a

me non

pare

dub-bi

a

l

a

utilit

à

di

diff

ondere

i

ripro-duttori qualificati in parola

in t

a

lu-n

e

p

I

ag

h

e.

Quali sono qu

es

te pIagh

e?

Sono

q

u

e

ll

e

n

e

ll

e

quali

c

i

s

i

a

l

a possi

bi

-lit

à

di

forni

r

e a

ll

e

bovine

d

a

l

a

tt

e

foraggio verde acquoso per non

m

e-n

o

di

otto

mesi

d

e

ll

'

a

nn

ata, e

si

di

-sponga

di p

e

rsonale idoneo p

e

r

il

governo

d

e

ll

e

b

ovi

n

e

.

Secondo

l

a

mia

es

perienza

,

quan-do si vuo

l

e

portare

la

media

pro

du-zio

ne

annua di

lalt

e

per bovina

a

q.li

60,

n

ecess

ita di mettere in pr

eve

n-t:vo

per ognuna

d

i

esse:

q.

li

20

0

di

f

oraggi ve

rdi

acq

u

os

i

;

q.li

20

di

fi

e

-ni;

e

q.li

12

di

concentrati a

l

1

8

%

di protidi. N

e

lla

sommin

i

s

tr

az

i

one

di

essi v

i

è

un

a

t

ec

nica da risp

e

tta-r

e,

c

h

e,

però

,

non

presenta

difficol-tà di

applicazione.

Si

t

rat

t

a

di

que-s

t

o: c

h

e

l

a

bovina

c

h

e

produc

e

di

più d

eve

m

ang

i

are

di più

,

in

modo

c

h

e

l'

e

ntrat

a

bil

anci

l'uscita

e

la

b

o-vina

rimanga durant

e

l

a

l

attazione a

p

eso

costan

t

e

.

Prima di intrapr

en

d

e

r

e

l

a

p

rova

di

cui

h

o

ri

ferito, mi

è

parso

uti

le

di

portare

]'

attenzione sul

foraggia-mento

d

e

ll

e

bovin

e.

M

i

sono con

-vinto che,

da noi,

non si dà

da

(6)

ROMANZA, BERTA, GERMANA. ECCO COME SONO, OUANDO ENTRANO IN PRODUZIONE, LE BOVINE

PEZZATE NERE GENERATE DA TORI DI CEPPO AMERICANO. ALLEVAMENTO DELL'ISTITUTO

SPERI-MENTALE AGRARIO CREMONESE.

gia

r

e

a s

uffi

c

i

e

nza alle bo

v

in

e

ch

e

fann

o

latt

e,

n

è

l'alim

e

ntazion

e è

qualitati

va

m

e

nt

e

b

e

n fatta.

E

a

llor

a

ho id

e

ato

il

così d

e

tto

latt

oge

n

o,

d

e

l

qual

e

il

Consorzio

A

g

r

a

rio di Cr

e

mona fa oggi

la

pro-du

z

i

o

n

e

indu

s

triale.

Si

tratta di una

mi

sce

l

a co

mpl

e

s

s

a

di mangimi

con-ce

ntr

a

ti

c

on ag

g

iunta

di sali e

so-s

t

a

n

ze v

itaminich

e.

Si

s

ommini

s

tra

una razion

e

di

fo-r

agg

i

az

i

e

ndali uniform

e

p

e

r

tutt

e

l

e

bo

v

in

e

.

In

o

ltr

e

a

ll

e

bovin

e

ch

e

danno

più

di

8-

10

c

hili di

latt

e

al giorno

,

si

off

r

e

u

n c

hilo di

lattog

e

no

p

e

r

ogni

4

K

g

. di

latt

e

prodotti

in

più degli

8-

10.

Controlli

L

a

d

e

fi

c

i

e

n

za

maggior

e

n

e

l

go-ve

rn

o

d

e

ll

e

bovin

e

da

latt

e

sta n

e

l

p

erso

n

a

l

e, c

h

e

non ha altr

e

cono-sc

e

n

ze

ch

e

qu

e

ll

e

tr

a

d

i

zionali ch

e

si

tramandano di

padr

e

in

figlio.

E non

può

e

ss

e

r

e

div

e

rsam

e

nte

,

p

e

rch

è

non

esist

e

in Italia una

scuo-l

a

prof

e

ssional

e

p

e

r

l'istruzion

e

del

pe

r

s

onale add

e

tto

all

e

bovine

da

latt

e

.

M

e

ntr

e

p

e

r

le

attività

industriali

s

ono stat

e

organizzat

e

num

e

rose

s

c

uol

e

di

arti

e

m

e

sti

e

ri

,

p

e

r

la

zoo-t

e

cnia non c

nient

e

di

tutto qu

es

to.

Ond

e

non

solo

l'op

e

raio

agricolo è

privo di

istruzion

e

; ma gli el

e

menti

più sv

e

gli

d

e

l

c

e

to

agricolo acc

e

do-no all

e

scuol

e

di

arti

e

mesti

e

ri

e

fuggono

dall'

agricoltura.

In queste

condizioni è più ch

e

mai

n

e

cessario sorvegliare

]'

anda-

'

m

e

nto

,

delle lattazioni

,

m

e

diante la

p

es

a

tura

e

la r

e

gistrazione

d

e

l latte

,

vacca p

e

r

vacca

,

in

tutt

e

l

e

mungi-tur

e

.

Si i

s

tituisce, m

e

s

e

p

e

r

m

e

s

e,

un

foglio di

contabilità

,

vacca p

e

r

vac-ca

,

n

e

l

qual

e

si r

e

gistra m

e

todi

ca

-ment

e

la

p

e

sata d

e

l latt

e

di

og

ni

mungi tura d

e

lla bovina

alla qu

a

l

e

il foglio

è

int

e

stato.

In

tal

e

foglio si r

e

gistrano anch

e

gli altri

.

avv

e

nim

e

nti not

e

voli

c

h

e s

i

riferiscono alla bovina

,

com

e sa

lti

,

malatti

e

,

e

cc.

Alla

fin

e

m

ese

si fa

il

ri

e

pilog

o

conform

e

allo sp

e

cchi

e

tto ch

e seg

u

e

tratto dal

v

e

ro: ri

e

pilogo compil

a

t

o

in

uJficio

da contabil

e

.

Rotaria -

Settima

lattazione

iniziata

il

6-1-1959

Descrizione Giorni N. Latte Kg.

Riport

o

5

4

2.

0

65

.

5

M

ese

di m

a

r

z

o

31

1.10

8.3

Totali

8

5

3

.17

3.8

Da qu

e

sto ri

e

pilogo

,

riport

a

to qui

com

e ese

mpio

,

si d

e

duc

e

ch

e

la

b

o-vina

Rota'l'ia

,

p

e

r

la

qual

e e

ra

s

tat

a

iniziata la

r

e

gistrazion

e

d

e

l 7

°

l

a

tt

e

il

6 g

e

nnaio

1959

,

dopo 54 giorni

av

e

va prodotti Kg. 2.065

,

5 di

l

a

tt

e,

ch

e,

aggiunti ai Kg

.

1.108

,

3

prodot-ti

n

e

i

31 succ

e

ssivi giorni

di

m

a

rzo

,

formano

Kg. 3.173,8

,

munti

in

tota-le in

85 giorni. Con che

la Dir

e

zion

e

è

messa al corr

e

nt

e

ch

e

la

bovina in

parola

n

e

ll'

ottantacinqu

e

simo

gior-no di mungi tura della s

e

ttima

latta-zion

e

pr

e

s

e

ntava qu

e

sto ri

s

ult

a

to:

K

g. 3.173.8

di l

a

tt

e

=

K

g

.

36

.

58

Gi

o

rni di mun

g

i tur

a 8

5

E

naturalm

e

nt

e,

n

e

l

caso in p

a-rola

la

conclusion

e è

qu

e

sta: di

es

-s

e

r

e

in pr

e

s

e

nza di

una

bo

v

ina di

pr

e

gio.

Ch

e

se

l'ultima

c

ifra fo

s

s

e s

tata

insuffici

e

nt

e, s

ar

e

bb

e

nata l

a

n

e-c

es

sità di ric

e

rcarn

e

l

e c

au

se

p

e

r l

e

d

ec

isioni

d

e

l

cas

o

.

In

ogni modo

, c

osì

s

i

s

or

veg

li

a

n

o

l

e

bovin

e

da

latt

e

di una mandria.

INDUSTRIE CHIMICHE

&

FORESTALI S.p.A.

FORMALDEIDE

-

EXAMINA

TECNICA - PURA -

CITRICA

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ADESIVI E TESSUTI SPECIALI

PER L'INDUSTRIA DELLE

CALZATURE

Sede:

T O R I

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O -

Corso GiacoIllo Matleotti n. 21 - Telei. 41032

Ufficio:

M I L A N O -

Via Dante n. 16

(7)

NUOVO

PALAZZO DELLE

MOSTRE

A

TORINO

Italia 61

A

Torino,

lun

go

l

e

rive

del Po

,

dove nuovi giardini prolungano

verso sud

l'in

can

to

del Va

l

e

ntin

o,

nel suggestivo scenario

d

e

lla

verde

co

llina,

s

i

apre

la

zo

na

(fig.

1)

de-stina

ta

da

«

Italia

61

»

a

ll

e

ce

l

e

bra-zioni del Centenario

d

e

ll

'Un

ità d

'

Ita-lia

.

Come per

incanto il

lu

ogo

fors

e

più desolante di

Torino

è

stato

tra-Sf01l11a

to

in un

rid

e

nt

e

parco pieno

di

a

ttr

a

tti,

·e

,

tra lagh

e

t

t

i

e

fon

t

ane

.

Qui

sono

sorte con

incr

e

dibil

e

ra-pidità

b

e

ll

ezze

d

e

lla

natura, de

ll

'ar-chitettura

e

della

t

ecnica che si fon

-dono

e

si

co

mpl

e

tano

a vicenda

:

a

l-b

eri

e

cemento armato, acqua

e

cr

i

s

talli

,

pietra

e

d

acciaio.

Semplicità di linee

e

chia

r

ezza

informano questo comp

l

esso

di

pa-l

azzi e

di padiglioni saggiamente

VASCO

ROSSI

disposti

e

co

ll

egati, o vo

lut

amente

i

solati

tra il verde

,

con

p

e

rcorsi

pia-cevoli

c

h

e

riposano

e

distraggono

dalla fatica di una

vis

it

a a

ll

a

lunga

serie

di

es

posizIoni d

ec

isam

e

nt

e

in-t

e

r

es

santi ma

anc

h

e,

p

er

qua

l

cuno,

tr

oppo cerebra"li.

Tr

a

l

e

novità

che

'

l

a

t

ec

ni

ca e

l'archit

e

ttur

a offrono,

qui,

a

ll

a

no-stra amm

ir

azione

basti

citare

il

sen

-sazionale

Circarama,

il

nuovo

mez-zo di

trasporto

a

monorotaia

so-praelevata (fig. 2)

e

d

il

grande

e

suggestivo

Palazzo del Lavoro.

Il Palazzo delle Mostre

Proprio

a

l

centro

di qu

es

to

vasto

comp

l

esso esposi

ti

vo

un'altra

opera

attrae per

!'inusitato

aspet

t

o est'=!

-tico

,

per

l

a

mol

e

e

per

l'

ardita

con-cezione s

t

atica e st

ruttur

a

l

e:

il

nuo-vo

Palazzo

delle Mostre della Soc.

«

Torino E

sposiz

ioni

"

,

Erutto di

una

l

abo

ri

osa co

ll

aborazione

tra

il

noto

arch

it

e

tto

Annibale

Rigotti

,

il

figlio urbanista ing

.

Giorgio Rigotti,

l'ing.

Franco

L

evi,

Pr

esi

d

en

t

e

del

Comitato

Europ

eo

del

C

emento

Armato,

il

genia

l

e

pr

oge

ttista

di

opere

in

cemento armato

ing. Ni

co-las Esquillan

e

l'atti

va

Imp

resa

Ga-stone

Guerrini

di Torin

o,

la

quale

prese a

s

uo t

e

mpo l'iniz

:at

i

va ed

i

l

rischio di

studiare a

fondo

e

pro-porr

e

fuori

concorso

il

progetto

c

h

e

è

stato

realizzato.

Eccezionale salone

Con

quest'opera,

unica in Italia

per

il

suo sa

l

one (figg. 4-7

-

8) che

hn

un

'a

r

ea

di mq.

14.000

comp

l

e

ta-mente

lib

eri

da qualsiasi ingombro

,

(8)

CON

GRESSI· SALONE MUSEO

.~--

D

Ell'AU

T

O

M

OBILE :=-",~

.~--Fig. t. - Schizzo prospetti co della zona espositiva Il Italia '61 Il, con al centro il Palazzo delle Mostre.

«

Torino Esposizioni

»

può

final-mente

sodd

isfar

e

l

e

più

es

igenti

ri-ch

i

este per

la miglior

e

riuscita di

esposizion

i

,

competizioni sportive,

rappres

e

ntazioni

o

raduni di

qual-siasi genere (6).

Si alimentano

co-sì que

i

fecondi motiv

i

di

i

ncontro,

di

scamb

io di id

ee,

di intreccio

di

affari,

utili a

tutti. Qu

esto

u

l

t

e-riore e

decisivo potenziamento di

« Torino Esposizioni »,

già

notevole

per

il Palazzo delle Esposizioni al

Valen tino con gli annessi

Palazzo

d

el Ghiaccio

e

T

ea

tro

Nuovo,

porta

un ulteriore

con

tributo

a

l

l'aumento

del

flusso

turistico

e

commerciale

ve

rso

l'antica capitale

d

'

Italia.

Il nuovo

Palazzo d

e

ll

e

Mostre

-entu

iasmante

p

er alcuni,

sconcer-tante

per al

tri non

ancora assuefatti

ad

una

arc

hit

e

ttura d

'

avanguardia,

strutturale, sincera e

senza

fronz

o-li

-

è

di

per

se

stesso

un

e

l

eme

nto

di

attrazione

per

la

forma

e

l'ardi

-tezza; è

una

di

quelle opere

archi-tettoniche

or

i

gina

li

e

funz:onali

,

semplici

e

belle,

che,

placate

l

e

po-lemiche

troppo impetuose del

mo-8

1

CRONACHE ECONOMICHE

m

e

nto

,

possono

diventare simbolo

di una

città, di

uno

stile,

di un

'e·

poca.

Già

alcuni pittori,

Sicba

l

di

,

Pi

c

-cine

ll

i

ed

a

l

tri

,

hanno

avvertito

il

fascino di questa

costruzione

e

l'hanno ritratta

più volte, anche

du-rante

i lavori

,

attratti

da questa

im-m

e

nsa

vela che,

allora più

d'oggi

,

appariva

armoniosamente

libr

ata

nell'aria

(fig. 9), salda ormai

e

li-b

e

ra dalla

suggestiva selva di

pon-t

egg

i

che

l'av

eva

no

sostenuta

du-rant

e

la

costruzione

,

tra l'al

acre

sforzo ed il concorso di tante

mac-chine

e

di tanti uomini

giustamente

orgogliosi

di

aver partecipato alla

r

ea

lizzazion

e

di quest'opera.

Fig. 2. - Palazzo delle Mostre, prospetto secondario verso nord-esI. In primo piano l'automotrice a

(9)

Grande volta su tre appoggi

Tre

vo

lt

e c

ilindrich

e c

h

e

to

cca

no

terra

in tr

e so

li

punti

(

figg. 5-9

) e

l

a c

ui

cun

'

a

dir

e

ttric

e

(fig.

6)

è

a

l

-l'incir

ca

funi

co

l

a

r

e

d

e

l

peso

proprio

d

e

ll

e st

ruttur

e

di

ce

m

e

nto

armato

,

s

i int

erseca

n

o

lun

go

tr

e

compluvi

e

fOlm

a

no

copertura

di un

'a

r

ea esa

-go

n

ale

di mq. 14.625. Tra i

vertici

o

ppo

sti

d

e

lI'

esago

no

corrono,

in

pia-no,

b

e

n 150 m

e

tri

;

m

e

ntr

e

i

punti

di

ap

pog

g

i

o

d

e

ll

a vo

lta

,

posti

an-c

h

'ess

i

s

u tr

e

d

e

i

vertici

d

e

ll'

esa

-gono,

di

sta

no tr

a

l

oro

di m. 130

(

fi

g

.

5).

Qu

es

t

e

grandi volte aeree

e

li

sce

mostrano, quasi

in tra

s

p

a

r

e

nza

,

sug-ges

ti

ve

raggere

c

h

e s

i irradi

ano

ver-so

l'

a

lto

(

fi

gg.

7

-8)

rive

l

ando

1

e

n

e

r-vature

d

e

lla

struttura ce

llul

are

e

materializzando

l

e

lin

ee

di

forza

c

h

e co

nc

e

ntrano

e

scaricano

il p

eso

e

l

e spi

nt

e

d

e

ll

a

volta sui

tr

e

plinti

di

bas

e

. L

e

n

e

rv

a

tur

e

trasv

e

rsali,

anc

h

'esse es

t

e

ti

ca

m

e

nt

e ev

id

e

nti

e

d

utili a ritma

r

e e

misurar

e

1'ampia

s

u

perficie curva, assorbono

l

e

so

ll

e

-citazio

ni indott

e

in qu

e

l

senso

dai

gran

di

sbalzi

d

e

ll

e

tr

e

visiere che

esco

no

ognuna

dal triangolo di base

per m. 37,50 (fig. 9).

E'

uno

spettaco

l

o suggestivo

e

d

impon

e

nt

e

che

dà risalto

e

va

l

ore

plastico allo spazio

d

e

limitato da

queste

sup

e

rfici

curve che,

tuttavia

,

p

er

l

a

l

oro semp1icità

e

d

e

\'id

e

nza

strutturale,

p

e

r

l

a

mancanza di

e

l

e

-m

e

nti d

eco

rativi

o comp

li

cazioni .1r

-c

hit

e

ttonich

e,

non distraggono il

v

i-s

itator

e

che sia

int

e

nto

alle

ma

:l

i-f

es

t

az

ioni

che si svolgono

nel

sa-lon

e.

P

e

r r

e

nd

e

r

e

più raffinato 1'am

-bi

e

nt

e

si avverte semmai

l'oppor-tunità di proc

e

d

e

r

e

ad

un tratt

a

-m

e

nto

superficia

l

e -

una l

egg'O'

ra

sabbiatura

-

d

e

ll'intr

adosso

della

volta che

div

e

rr

e

bb

e

più uniform

e

e

più gradevole a

ll

a vista,

lasciando

inalt

e

rato il

giuoco

d

e

ll

e

n

e

rvatur

e.

L

'a

ltezza interna d

e

l

Palazzo

,

d

e

-finita in bas

e

a

n

e

c

ess

ità

statiche

d

e

ttat

e

dalla

curvatura

d

e

ll

e

vo

lt

e,

è

riuscita

proporzionata

, es

t

e

ti

ca-m

ente e

funzionalm

e

nt

e,

alla gran

-d

e

superficie

d

e

l

salone ed alle

in-finit

e

n

ecess

it

à

d

e

ll

e

manifestazioni

pr

evis

t

e.

Così, per

ese

mpio

,

l'int

e

r

essa

nte

Fig. 3. - Prospetto principale con atrio seminascosto dagli alberi. Nol.are. uno dei tre punii di appoggio

della grande volta e le visiere a punta che sovrastano le alle vetrale Incllnale e curve.

e

d

origina

l

e

rass

eg

n

a

«

Moda

,

Stil

e

e

Costum

e

» ha potuto r

e

alizzar

e

un

allestimento

lib

e

ro da vincoli plan

i

-m

e

tri

c

i

o

limit

azion

i

di

a

lt

ez

za,

gra

-zie a

ll

e

caratteristiche

della

costru-zione

.

Ciò

si apprezza

dalla

piatta-forma

e

l

e

vata

a

ll

a

qual

e

il visitator

e

giunge con sca

l

e

mobili p

e

r

godere,

incontrastata, una vista d

'

insi

e

m

e

su

ll

a

distesa di colori, di

lu

ci

e

di

form

e

dominat

e

dai grandi

e

p

esan-ti tendaggi

che

d

e

limitano

e

copw-no il rosso

«

teatrino dei mill

e

»

e

dalla

evanescente

«

scu

ltura

»

di v

e

li

ch

e

si inseguono a f

e

stoni

e

si

in-nalzano su tralicci d'acciaio, quasi

in

gara

con

un

lu

cen

t

e

aereo che

sembra

guizzare

verso l'alto.

L

'a

lt

ezza

variabil

e

d

e

lla

vo

'

lta

s

i

manti

e

ne

in

gran part

e

al di

sopra

d

e

i v

en

ti metri,

sino a

raggiung

e

r

e

in

c

hiav

e

m. 27,70 netti

e

m. 29

su

ll'

es

tradosso.

Il volume racchiuso

è

di mc

.

322.000

;

circa lO mc

a

persona in

caso di massimo affollamento

,

cioè

quanto basta

o

ben poco di più,

senza

t

e

ner

conto

degli impieghi ai

quali il Palazzo può

esse

re

adibito

proprio in virtù d

e

ll

e sue

dim

e

n-sioni

e

della

comp

l

e

ta assenza di

ostacoli

a

l

movim

e

nto

e

d

alla

vi-suale.

Nei

so

li

tre punti di

appoggio

la

vo

lta

sc

e

nde

a

t

e

rra rastr

e

mandosi

in

credibi

lm

ente verso

il basso: ogni

fuso

,

da m. 75 di larghezza in

chta-ve,

si riduce

a

m.

4,50

s

ui

plinti

di

bas

e

che

p

ogg

ian

o s

u

casson

i

ce

llu-l

ari

di fondazion

e (

fi

g.

6).

Funzionalità,

non capriccio

I plinti h

a

nno

così

mod

es

t

e

di-m

e

nsioni non p

e

r un

cap

riccio

o

un

' es

tros

a

ricerca

di

e

m

oz

ioni

spet-tacolari ma per ragi

o

ni

s

tati

c

h

e e

funzionali: minimo ingombro

e

con-centrazione

d

e

ll

e

not

evo

li

s

pint

e

orizzontali d

e

lla

volta

da far

assor-bir

e

ai tiranti

che collegano e

d

eq

ui-librano i plinti tra di

l

oro.

.

Analogh

e

ragioni spiegano come

non

sia stata

un

a

bizzarra trovata

quella di

appoggiare

il Palazzo

s

u

tr

e

soli punti ma una

opportunità

dettata da'Ila

statica

di qu

e

sto tipo

di struttura. Struttura

che è stata

pr

e

sc

e

lt

a

tra tant

e

altr

e -

di

ce-m

e

nto

armato e

di

acciaio -

oltre

che

p

e

r la

sua essenziale

pur

ezza

di

lin

ee

e

p

e

r il minor

costo, anche

p

e

r

la

coibenza

e

p

e

r la razional

e

sistemazion

e

degli impianti off

e

rt

e

dalla int

e

rcapedin

e

compresa

tra

l

e

du

e

so

l

e

ttine

che compongono

la

vo

lta.

Si

aggiunga

inoltr

e

ch

e

l

a

pres

e

nza di un terr

e

no quanto mai

infido

e

discontinuo ha

confermato

e consig

li

ato

1'opportunità di

con

-centrar

e

in

so

li

tr

e

punti

ogni opera

di consolidam

e

nto d

e

ll

e

fondazioni

costituite

da

cassoni

di

c

.

a.

(

fig. 6

)

di circa m.

13 x

13

x

12

,

costruiti

fuori terra

e

fatti autoaffondar

e

sca-vando

n

e

ll

'

int

e

rno

sino a

raggiung

e

(10)

neYYd!z'rd

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...

1

__

~

__

r

____

i GSM

~~Z11ll1~

10

I

CRONACHE ECONOMICHE -"--.. - " .

""1,30

t

Fig. 4. - Palazzo delle

Mostre: schizzo plani-metrico del grande

sa-lone, dell'atrio e dei

servizi a piano terreno. La vastità e l'assenza di

ostacoli non pongono

praticamente limiti agli impieghi del salone: dagli spari alle espo-sizioni, dalle

rappre-sentazioni ai raduni. Superficie del salone

mq. 14.000 circa.

Fig. 5. - Proiezione sul

piano orizzontale delle nervature che collega-no le due solelle co-stituenti la volta

auto-portante di c.a. a co-pertura del Palazzo del-le Mostre. I tre rombi

neri rappresentano i plinti di appoggio della volta. L'area coperla esagonale è di mq.

14.625. Le nervalure

accoppiale delimitarlo i tagli tra i fusi che

sono stati realizzali

simmetricamente, in tre tèmpi successivi, a par-lire dalla stella cen-Irale.

Fig. 6. - Semisezione

schemalica della volta

del Palazzo delle

Mo-stre lungo ,'asse di uno dei tre tiranti che col -legano i plinli. Una

In-tercapedine alta m. 1,18 permette di circolare ed

installare impianti

nel-,'interno della volta. Il

taglio verso l'imposfa

della volta ha servllo

per inserirei i martinetti

idraulici che hanno sol-levato in Ire tempi la copertura al disarmo

('ledi lig. IO).

re un banco di ghiaia sommersa che,

successivamente, è stato consolidato

con

iniezioni di

cemento.

Purtroppo l

e

int

eressa

nti

e

deli-cate strutture di

bas

e,

dalle quali si

spicca agilmente la volta, sono

s

tat

e

nascoste

con

discutibili

sovrastrut-tur

e

murari

e

che ci

auguriamo

ven-gano

quanto

prima rimoss

e.

Così.

pure

ci auguriamo che l'int

e

rno

ven-ga

comp

l

eta

to

con

l

e

previste

gal-l

erie

p

e

rimetrali le quali

,

oltre

;1d

offrire

nuovo

spazio

util

e

agli

espo-sitori o

più num

eros

i

e

d

ottimi posti

per tribun

e e

gradinate, permett

e

-ranno

anche

di

godere

una int

eres-sante visuale

d

'

insi

e

m

e

d

e

l

salone

e

dei

suoi allestimenti,

poi

c

h

è

da

ter-ra non

si apprezzano

int

e

ram

ente

l

a vastità

e

gli

e

ffetti

scenici di

que-sto ambiente

inusitato

(6).

Gli

impianti

Una

int

e

nsa

rete sotterranea di

ca vi

e

l

e

ttrici

e

t

e

l

e

fonici

e

di

con-duttur

e

raggiunge a pavimento tutti

i punti d

e

l

salone, permettendo

qualsiasi impianto provvisorio

negli

stands

.

Parlando di impianti

dobb:amo

t

ornare

sulle caratteristiche della

volta:

essa è costituita

da du

e

sole

t-tine di

c.a. spesse cm.

6

,

collegate

da

sottili nervature con passi

d'uo-mo in d'uo-modo da formar

e

una

inter-capedine a

l

ta m. 1,18 int

eramente

praticabil

e

. Questa forma

cellulare

-

che è

una d

e

ll

e

più importanti

caratteristiche

d

e

ll'

opera -

oltre

a

dare una

eccezionale rigidezza

e

ro-bustezza

a

ll

e

strutture

in

c.a. pur

tanto

esili e leggere,

crea

una buona

coibenza

e

permette

soprattutto di

raggiungere facilm

e

nte

qualunque

punto della

copertura

per installarl'

,

modificare

-

nascosti alla vista

-gli

impianti

elettrico, acustico,

pa-rafu

l

mini, di riscaldam

e

nto

e

ven-tilazione. Inoltre

attraverso

oppor-tuni fori predisposti nella

volta,

si

possono

sospendere oggetti

e

car-tellon

i

o far discender

e

in

qualsiasi

punto del sa

l

one,

tubi

e cavi

di

ogni

genere durant

e

l

e

manifestazioni.

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