Traduzione esterna
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PARLAMENTO EUROPEO
2004
2009 Commissione per i problemi economici e monetari
9.1.2008
COMUNICAZIONE AI MEMBRI n. 29/2007
Oggetto: Contributo del Parlamento finlandese
Si allega il contributo del Parlamento finlandese in occasione dell'incontro interparlamentare sul tema
"Indirizzi di massima per le politiche economiche
Revisione del ciclo: Quali sono le sfide per la politica economica europea e nazionale?"
"Supervisione finanziaria europea, gestione delle crisi sui mercati finanziari"
Bruxelles, 22 - 23 gennaio 2008
DIREZIONE GENERALE DELLE POLITICHE INTERNE
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"Indirizzi di massima per le politiche economiche Revisione del ciclo: Quali sono le sfide per la politica
economica europea e nazionale?"
"Supervisione finanziaria europea, gestione delle crisi sui mercati finanziari"
Dibattito con i parlamenti nazionali
Bruxelles, 22–23 gennaio 2008
POLITICA ECONOMICA
1. Il Parlamento finlandese tiene conto degli indirizzi di massima per le politiche economiche e adotta una posizione per quanto riguarda i programmi di riforma nazionale. Il Parlamento ha svolto un ruolo chiave nel processo decisionale del governo in merito alla definizione delle proprie politiche europee.
La Finlandia ha ben presente le problematiche relative alla crescita economica e alla competitività, che sono state prese in considerazione nel momento in cui il governo ha elaborato i propri programmi e piani d'azione. Le questioni trattate negli indirizzi di massima includono alcuni dei temi per i quali viene intrapresa un'azione a livello nazionale e che il governo ha incluso nel proprio programma, segnatamente produttività, ricerca e sviluppo, occupazione, migliore regolamentazione, ecc. Gli orientamenti e il relativo quadro di vigilanza multilaterale dell'Unione europea forniscono una base per la politica di riforma nazionale e consentono al contempo di perseguire gli obiettivi generali dell'Unione, in termini di stabilità, sostenibilità e crescita. L'adesione da parte dei diversi governi nazionali
rappresenta, dopo tutto, un requisito fondamentale per raggiungere gli obiettivi fissati negli indirizzi di massima.
Gli orientamenti integrati offrono all'Unione europea un quadro uniforme e una procedura stabilita nel trattato CE, che consentono di definire le politiche economiche e occupazionali dei diversi paesi, nonché le misure di riforma.
2. Gli orientamenti integrati rappresentano lo strumento europeo più importante di
coordinamento e integrazione politica. Essi tuttavia non godono dello status e dell'attenzione dovuti. Le basi giuridiche degli orientamenti (articoli 99 e 128) non garantiscono una
sufficiente libertà d'azione all'Unione. Ciò nondimeno, la Commissione può fare raccomandazioni specifiche a quegli Stati membri che non attuano gli orientamenti e,
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conseguentemente, anche le direttive politiche specifiche. Rimane aperta la questione se la Commissione debba sfruttare maggiormente tale potere, anche nei campi in cui la competenza è degli Stati membri ma vi sono degli interessi comuni, come sancito dal trattato CE.
Potrebbe essere necessaria una maggiore cooperazione, per quanto le rispettive competenze siano adeguate. Per tutti i paesi e i governi esiste la necessità comune di migliorare i risultati economici e promuovere l'occupazione e la competitività. È possibile trarre degli
insegnamenti utili dall'esperienza dei vari Stati, inclusi gli errori commessi.
Il documento della Commissione è utile, ma presenta alcune problematiche. Il valore della strategia di Lisbona riformata e degli orientamenti integrati sta nel fatto che è stato possibile indirizzarli ad un'area di interesse limitata, sufficientemente centrale. La Comunità rivolge sempre più l'attenzione a nuovi ambiti, un approccio che non risulta necessariamente fruttuoso. Andrebbero considerati con attenzione gli ambiti in cui l'azione comunitaria e i finanziamenti possono portare un valore aggiunto e in cui è possibile migliorare i risultati attraverso delle politiche coordinate. La volontà della Commissione di ampliare la propria sfera d'influenza è in parte politica e non può essere sempre giustificata con il principio di sussidiarietà e l'interesse comune.
Le raccomandazioni fatte agli Stati membri in realtà non cambiano. Allo stesso tempo, però, è auspicabile che le politiche comuni e il programma comunitario di Lisbona rappresentino una base più solida per il perseguimento di obiettivi comuni e che siano coerenti. In un prossimo futuro molte politiche, quali la politica di coesione, la politica agricola, i quadri finanziari, il mercato interno e i finanziamenti esterni, verranno valutate nell'ambito delle diverse revisioni intermedie. È auspicabile che tali valutazioni vengano utilizzate per migliorare la coerenza dell'azione comunitaria e delle politiche degli Stati membri. Lo stesso vale per l'azione esterna, come sottolineato nel documento della Commissione sulla globalizzazione.
Attualmente risulta prematuro giudicare gli effetti della crisi dei mercati finanziari, ma verso primavera la situazione sarà probabilmente più chiara e nella fase di preparazione del
Consiglio europeo sarà possibile trarre delle conclusioni. Appare evidente che si dovranno trarre conclusioni non soltanto per quanto riguarda lo sviluppo economico, ma anche per quanto riguarda un ulteriore sviluppo dei sistemi di supervisione dei mercati finanziari.
3. La cooperazione interparlamentare potrebbe probabilmente essere ulteriormente sviluppata.
Il Parlamento finlandese ha svolto un ruolo di primo piano nel processo decisionale per quanto riguarda la definizione delle politiche europee della Finlandia. Il livello di cooperazione è stato soddisfacente e i rappresentanti della Finlandia hanno chiaramente giovato dal fatto che fosse possibile condurre un dibattito sulle diverse posizioni e opinioni.
Sarebbe utile una maggiore cooperazione tra i governi e i parlamenti nazionali dei diversi paesi, come previsto dalle raccomandazioni adottate.
La supervisione della stabilità e della sostenibilità delle finanze pubbliche è un ambito
cruciale del coordinamento della politica economica europea. In seno all'Unione europea sono state dibattute le questioni relative al coordinamento dei bilanci, alla regolamentazione dei bilanci nazionali e alle istituzioni nazionali di bilancio. Tuttavia, la conclusione generale è che esistono dei limiti nelle competenze dell'Unione. Le competenze per quanto riguarda le
questioni di bilancio rimangono in ultima analisi nelle mani dei governi e dei parlamenti
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nazionali e così deve essere. Ciò non significa che gli Stati membri non traggano giovamento dai dibattiti di Bruxelles in materia, quando si definiscono gli orientamenti relativi ai bilanci.
Il Parlamento europeo svolge un ruolo preciso in questo senso e ha colto l'opportunità di esercitare la propria influenza in modo costruttivo.
MERCATO FINANZIARIO
4. Il Parlamento finlandese controlla attivamente lo sviluppo e la supervisione dei mercati finanziari. La questione è stata analizzata diverse volte nel corso del 2007, in particolare dalla commissione per gli affari economici del Parlamento finlandese. Il Parlamento ha
costantemente avuto contatti con la banca centrale e le autorità di supervisione (l'Ispettorato delle finanze, responsabile della supervisione degli istituti di credito e l'agenzia di
supervisione assicurativa, che supervisiona il settore assicurativo). La commissione per gli affari economici ha ricevuto relazioni e note relative alla situazione dei mercati e all'attività di supervisione.
Non sono state apportate modifiche reali alle procedure di supervisione, sebbene attualmente si stia valutando se unendo le operazioni delle autorità di supervisione summenzionate sia possibile migliorare l'efficacia e l'ambito della supervisione.
Il cambiamento strutturale sostanziale dei mercati finanziari e la loro globalizzazione pongono delle sfide importanti, sia da punto di vista della regolamentazione che della supervisione. Il regolamento comunitario sta diventando più esteso e, in parte, più complesso (Basilea II, Solvibilità II, AUPE, Target 2) e il sistema diventerà probabilmente più vulnerabile. I confini nazionali diventano sempre meno importanti, anche per quanto riguarda la supervisione dei mercati finanziari. Viene data sempre più importanza alla necessità di avere un quadro generale chiaro in modo che i rischi sistematici possano essere identificati con sufficiente anticipo. Ciò richiede la fattiva cooperazione delle autorità di supervisione, sia tra gli Stati membri dell'Unione che tra gli Stati membri e paesi terzi. In questo senso, è necessario dedicare particolare attenzione alla cooperazione ufficiale per la supervisione dei gruppi internazionali, chiarendo e migliorando l'ambito della supervisione da parte dello Stato ospitante, armonizzando le competenze delle autorità di supervisione degli Stati membri dell'Unione, salvaguardando l'infrastruttura del sistema finanziario e tutelando la riservatezza delle informazioni.
5. La commissione ritiene che il processo Lamfalussy si sia rivelato utile per quanto riguarda i principi di base. La legislazione dei diversi Stati membri e le varie pratiche nazionali sono talmente diverse le une dalle altre che la completa armonizzazione non è ancora possibile. È piuttosto necessario procedere in modo graduale nell'unificazione della legislazione europea.
Le misure prese recentemente in considerazione, anche in seno al Consiglio Ecofin, per rendere il processo più efficace sono in ogni caso necessarie. Le principali sfide riguardano il modo di trovare il giusto equilibrio tra i principi stabiliti nelle direttive e le disposizioni dettagliate adottate mediante la comitatologia e come tenere inoltre in considerazione i principi di una migliore regolamentazione.
Una percentuale crescente di operatori sui mercati finanziari è rappresentata da multinazionali che operano in molti paesi. Tale tendenza si riscontra anche in Finlandia, dove vi sono
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moltissimi operatori stranieri in quasi tutti i settori dei mercati finanziari. A livello nazionale, il trasferimento delle operazioni finanziarie alle succursali e la riduzione delle responsabilità della Finlandia per quanto riguarda la supervisione sono considerate tematiche importanti, alle quali la legislazione comunitaria non può dare risposta nella sua forma attuale. Per mantenere la stabilità dei mercati finanziari, le autorità di supervisione dello Stato ospitante devono avere il diritto e la reale capacità di partecipare alla supervisione degli operatori stranieri che svolgono un ruolo significativo sui mercati nazionali, che si tratti di succursali o filiali. È importante migliorare la cooperazione tra le autorità di supervisione dello Stato di origine e dello Stato ospitante con ogni mezzo possibile.
6. L'evoluzione della situazione è stata seguita con attenzione e sono previste iniziative per intervenire in caso di necessità.
Il processo in corso dimostra l'importanza dello scambio di informazioni, all'interno dell'UE e globalmente, e della costante analisi dei rischi di mercato. I singoli problemi ai quali è stata rivolta l'attenzione riguardano l'esiguità dei premi per il rischio e la possibile quantificazione errata dei rischi.