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BILANCIO DI PREVISIONE 2004 Approvato dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza il 23 febbraio 2004

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BILANCIO DI PREVISIONE 2004

Approvato dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza il 23 febbraio 2004

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Stabilimento Tipolitografico INAIL Milano finito di stampare nel mese di aprile 2004

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Presidente-Commissario Straordinario Avv. Prof. Vincenzo MUNGARI

Vice Commissari On. Giuseppe COVRE

Avv. Franco LA GIOIA

Direttore Generale Dr. Maurizio CASTRO

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Presidente Giovanni GUERISOLI

Consiglieri Luisa BENEDETTINI

Giuliano BOLOGNA Sergio BONETTI Roberto CAPONI Massimo CESARINI Vincenzo DAMIANO Luigi DE VITTORIO Giancarlo FONTANELLI Bruno GOBBI Fiorito LEO Pietro MERCANDELLI Claudia MERLINO Giuseppe PAGLIUCA Carlo PASQUA Fabio PONTRANDOLFI Walter REGIS Roberto RINALDI Paolo ROMOLI Giuseppe SORICARO Antonio SPEDICATI Mario STOPPINI Giorgio USAI Alessandro VECCHIETTI Giovanni VINAY

CONSIGLIO DI INDIRIZZO E VIGILANZA

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COLLEGIO DEI SINDACI

Presidente Bruna BAGALINO

Vice Presidente Marcello VITALE

Membri effettivi Angelo ACHILLE

Arturo CERILLI Luigi DEL GIACCO Lucio BRUNDU Emanuele CARABOTTA

Membri supplenti Graziella DE MAIO

Silvana GORI Franca SMISI Susanna ZELLER Carmine DI NUZZO Domenico MASTROIANNI Carla PAVONE

Magistrato della Corte dei Conti

delegato allʼesercizio del controllo Giuseppe ZOTTA

Magistrato della Corte dei Conti

sostituto del delegato allʼesercizio del controllo Giovanna GIORDANO

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INDICE

DELIBERA DEL CONSIGLIO DI INDIRIZZO E VIGILANZA ...

RELAZIONE DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO ...

P A R T E P R I M A

1. QUADRO DI SINTESI ...

1.1. Prestazioni istituzionali e tutela integrale...

1.2. Accantonamenti e investimenti ...

1.3. Tasso di capitalizzazione...

P A R T E S E C O N D A

2. SCENARI DI RIFERIMENTO ...

2.1. Il contesto normativo ed istituzionale ...

2.2. Il quadro macroeconomico di sintesi 2004-2006 ...

2.3. Le scelte strategiche degli Organi per il triennio 2004-2006 ...

2.3.1. Le scelte strategiche generali ...

2.3.2. Il piano pluriennale 2004-2006 ...

P A R T E T E R Z A

3. LE SCELTE DI PROGRAMMA PER IL 2004 ...

3.1. Le politiche di sviluppo...

3.2. I piani di attività delle strutture territoriali ...

P A R T E Q U A R T A

4. LE POLITICHE GESTIONALI ...

4.1. La politica delle entrate...

4.1.1. La gestione delle entrate contributive ...

4.1.2. La definizione delle situazioni contributive, il recupero dei crediti e il monitoraggio dellʼattività dei Concessionari ...

4.1.3. La gestione dei rischi e la vigilanza assicurativa ...

4.1.4. Le entrate derivanti dal patrimonio immobiliare e mobiliare ...

4.2. La politica gestionale delle uscite ...

4.2.1. Le spese istituzionali – Premessa ...

4.2.1.1. Prestazioni economiche ...

4.2.1.2. Servizi e prestazioni sanitarie...

4.2.1.3. Prestazioni riabilitative e di reinserimento ...

4.2.1.4. Gestione contenzioso in materia di prestazioni ...

4.2.1.5. Il Casellario Centrale Infortuni ...

4.2.2. La prevenzione e la sicurezza sui luoghi di lavoro ...

4.2.3. Le spese di funzionamento...

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4.2.4. Le spese per la gestione del patrimonio immobiliare...

4.2.4.1. Dismissioni ...

4.2.4.2. Investimenti ...

4.2.5. Sistemi informativi e tecnologie ...

4.2.6. Organizzazione/Risorse umane...

4.2.6.1. Assetti organizzativi...

4.2.6.2. Politiche per il personale ...

4.2.6.3. Formazione...

4.2.7. Comunicazione ...

P A R T E Q U I N T A

5. LʼANALISI ECONOMICO–FINANZIARIA...

Tabella I: Il bilancio di previsione ...

Tabella II: Il quadro riassuntivo del bilancio ...

Tabella III: La dimostrazione dellʼavanzo di amministrazione presunto al termine dellʼesercizio 2003 ...

Tabella IV: Il preventivo economico...

FLUSSI DELLE ENTRATE E DELLE SPESE NEL TRIENNIO 2004-2006 Allegato 1: Fabbisogno del personale e forza al 30.9.2003 ...

Allegato 2: Obiettivi di produzione 2004 ...

RELAZIONE DEL COLLEGIO DEI SINDACI...

GRAFICI ...

BILANCIO

Tabella I Bilancio di previsione ...

Tabella II Quadro riassuntivo del bilancio di previsione per lʼanno finanziario 2004 ...

Tabella III Dimostrazione dellʼavanzo di amministrazione presunto al termine dellʼesercizio 2003 ...

Tabella IV Preventivo economico dellʼesercizio 2004 ...

Preventivo economico della gestione per lʼassicurazione nellʼindu- stria, nel commercio e nei servizi pubblici per lʼesercizio 2004 ...

Preventivo economico della gestione per lʼassicurazione nellʼagri- coltura per lʼesercizio 2004 ...

Preventivo economico della gestione per lʼassicurazione dei medici esposti a radiazioni ionizzanti per lʼesercizio 2004 ...

Preventivo economico della gestione per lʼassicurazione contro gli infortuni in ambito domestico per lʼesercizio 2004 ...

SPECIALE GESTIONE GRANDI INVALIDI DEL LAVORO ESERCIZIO FINANZIARIO 2004

Relazione ...

Bilancio di previsione per lʼesercizio 2004 ...

Preventivo economico per lʼesercizio 2004 ...

Ripartizione per gestione del preventivo economico per lʼesercizio 2004 ...

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RELAZIONE DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO

PARTE PRIMA 1. QUADRO DI SINTESI

Prima di introdurre le considerazioni specifiche della relazione appare opportuna una breve considerazione di sintesi sui risultati complessivi che si prevedono per lʼesercizio finanziario 2004, che possono così sintetizzarsi:

Avanzo economico € 1.029.589.922

Liquidità al 31/1/2004 € 4.297.149.445

Questo risultato deve essere letto, come già rappresentato in occasione del Rendiconto 2002, con attenta considerazione dei fenomeni che a monte concorrono alla realizzazione dello stesso, per contribuire ad una valutazione che consenta agli Organi interni, al Governo ed al Parlamento di adottare conseguenti ed efficaci iniziative.

Ciò in quanto, come ha avuto più volte occasione di sottolineare il CIV, una situazione di avanzo, qualora effettiva, non può considerarsi a lungo andare un dato positivo per unʼassicurazione sociale, quale sintomo di un sistema che dà meno del dovuto o richie- de più del necessario.

Per questo si ricorda brevemente che la gestione INAIL presenta un andamento net- tamente diversificato per quanto riguarda il settore agricoltura, da un lato, gli altri settori, filiazione dellʼoriginario settore “industria”, dallʼaltro.

Per la gestione assicurativa per lʼagricoltura, fondata su un sistema a ripartizione, è noto come una complessa serie di fattori - non dissimili da quelli di altre forme di sicu- rezza sociale - abbia determinato uno squilibrio strutturale in termini che appaiono sempre più preoccupanti sul piano finanziario e su quello dellʼequità sociale di un sistema di welfare che sempre più intende valorizzare la solidarietà di categoria e generale a fronte di quella intercategoriale che di fatto si realizza per lʼassicurazione infortuni.

In questo quadro di generale criticità - nel quale peraltro il contributo per lavoratori agricoli dipendenti non è lontano, qualora si prescinda dalla complessa rete di agevola- zioni e sgravi, da quello di equilibrio - appaiono sempre più determinanti, come vedre- mo, due fattori riguardanti:

- lʼuno, lʼaccumularsi di un debito consolidato nei confronti della gestione industriale sempre più insostenibile, anche per la lievitazione della quota interessi che, dal 1958 sono calcolati su un tasso pari al 4,5% annuo;

- lʼaltro, la circostanza che lʼunificazione della riscossione contributiva presso lʼINPS mentre agevola solo marginalmente gli utenti, non consente allʼINAIL - traducendosi in unʼunificazione delle stesse funzioni di accertamento, vigilanza e monitoraggio - di svolgere un ruolo dinamico nella gestione dei rischi ed anche delle agevolazioni che si propongono con finalità diverse per detto settore agricolo.

La gestione assicurativa per lʼindustria, che a fini solo tariffari e non contabili è stata scomposta dal decreto 38/2000 nei quattro settori produttivi, si caratterizza invece per la ricerca di un equilibrato mix fra principi di ripartizione - propri dei sistemi di assicurazio- ne sociale - e di capitalizzazione - propria delle assicurazioni private - in una logica che è stata mutuata dal sistema INAIL per la peculiare caratteristica assicurativa, pur pubbli-

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cistica, e che negli ultimi anni è spesso richiamata quale uno degli strumenti per supera- re le ricorrenti criticità del sistema di Welfare.

Alla base di detto “mix” è, in sintesi, lʼesigenza di garantire le prestazioni attraverso adeguate riserve, il cui rendimento da un lato assolve a detta funzione di garanzia, dallʼaltro dovrebbe concorrere, con il reddito conseguente, ai pagamenti correnti.

Tutto il sistema tariffario dellʼIstituto, in conseguenza, è basato su questo principio e su questo meccanismo, con la duplice conseguenza che:

• i tassi di ciascuna lavorazione sono determinati - con un meccanismo di aggiorna- mento periodico basato sugli andamenti infortunistici consolidati di un triennio - tenen- do conto della esigenza di scontare il valor capitale delle rendite via via costituite;

• diversamente da ciò che avviene per i sistemi a ripartizione, scarso significato ha di per sé il differenziale fra entrate ed uscite correnti dellʼanno.

Questa premessa consente di attribuire un più puntuale significato alla lettura del dato richiamato allʼinizio, nel senso che lo stesso:

1. può scaturire dalla circostanza che lʼIstituto, per vari motivi, non riesce ad esprimere tutta la potenzialità del sistema di tutela, pur doverosa rispetto alle attese degli utenti e delle stesse previsioni legislative;

2. deriva sicuramente dalla obiettiva situazione di stallo degli investimenti dellʼIstituto che pure appaiono impegno doveroso nella logica del “mix” gestionale richiamato allʼinizio;

3. risente di un tasso di capitalizzazione che nel tempo ha perso progressivamente un sicuro aggancio con la realtà dei rendimenti degli investimenti dellʼIstituto.

1.1. Prestazioni istituzionali e tutela integrale

Per il primo punto, al momento le uscite istituzionali sono concentrate essenzial- mente su indennità di temporanea, rendite a superstiti e prestazioni per invalidità per- manente (in capitale ed in rendita); per queste ultime da più parti si sollecita una riconsiderazione non tanto per un aumento fine a sé stesso, quanto per una verifica della coerenza degli attuali valori con lʼimpegno assunto con il decreto 38/2000 di una riforma del danno biologico che non riducesse in modo diffuso i precedenti livelli di servizio.

Per questo, lo si ricorda già in questa premessa, si sollecita lʼemanazione di una norma che consenta di riaprire il confronto con le Parti sociali per quellʼadeguamento già previsto nella legge delega 144/1999 con termine di scadenza, peraltro, incongruo rispetto alle necessità di osservazione del fenomeno.

LʼIstituto, inoltre, proprio per effetto del decreto 38/2000 si trova a gestire una singola- re situazione nella quale:

a) si è affermato lʼobbligo di concorrere alla prevenzione, attraverso una sperimentazio- ne di incentivi per 200 miliardi di vecchie lire ad anno per un triennio, che ha dato positivi risultati, da tutti apprezzati con preannunci di imminente legislazione di regi- me che peraltro non è ancora intervenuta sicché a rigor di termini le uscite istituzio- nali dovrebbero considerarsi sottostimate per almeno 100.000.000 di Euro;

b) la legislazione di settore, da ultimo confermata dalla Finanziaria 2001, ribadisce con forza che allʼinfortunato spettano tutte le cure necessarie ed utili per il recupero della integrità psico-fisica a carico del sistema assicurativo, come logico data la sua natura tendenzialmente risarcitoria/indennitaria.

Per un difettoso meccanismo di raccordo con la normativa del SSN, peraltro, di fatto lʼinfortunato difficilmente riesce ad ottenere in detto Servizio questo tipo di garanzia tota- le, con crescente pressione sugli uffici dellʼIstituto per una tutela differenziale che nellʼambito dello stesso SSN e degli organismi ad esso preposti si è convinti, già in sede interpretativa, debba essere posto a carico dellʼIstituto al di là della contribuzione di questʼultimo al Bilancio dello Stato a tale titolo.

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Anche da questo punto di vista - ed a legislazione invariata - quindi, deve essere attentamente considerata la rispondenza delle uscite iscritte in bilancio alla effettività degli impegni socialmente a carico dellʼIstituto.

1.2. Accantonamenti ed investimenti

Per il secondo punto la criticità della situazione cresce in modo esponenziale, dal momento che:

- una quota sempre più significativa di fondi a riserva è impegnata per anticipazioni di liquidità alla gestione agricola ad un tasso di interesse del 4,50% che se corrispon- dente ad una effettiva entrata - ma di fatto non lo è, a prescindere dalle considerazio- ni del quarto punto prima elencato - potrebbe anche essere adeguato;

- le consistenti riserve consolidate in investimenti pluridecennali dellʼIstituto si vanno rapidamente assottigliando, con un abnorme afflusso di liquidità allʼIstituto ovvero alla Tesoreria unica dello Stato. Ormai ci si avvia ad un patrimonio immobiliare consisten- te in immobili ad uso uffici istituzionali (pure per i quali sono ricorrenti le ipotesi di car- tolarizzazione) ovvero in immobili acquistati per finalità sociali;

- è preclusa la possibilità di investire le somme che di anno in anno si rendono disponi- bili in edilizia residenziale e commerciale: la più redditizia sul piano finanziario e più agevole su quello funzionale per la concreta realizzazione;

- sono possibili unicamente investimenti sociali di estrema complessità gestionale, di scarsa redditività nel tempo per la tipicità dei beni acquisiti;

- è preclusa la possibilità di investimenti mobiliari, pur tradizionali quali i mutui, anche per ipotesi alternative a quelle dellʼinvestimento immobiliare a fini sociali.

Di là, quindi, dalle contingenti vicende che hanno caratterizzato la gestione dal secon- do semestre 2002, si tratta di una impossibilità strutturale a mantenere un ritmo di inve- stimento congruo con le disponibilità di bilancio, pur in presenza di nuove normative e procedurali che concorreranno senzʼaltro, a snellire - in assoluta trasparenza - le proce- dure di acquisto.

Per il discorso che qui interessa, in ogni caso, occorre prendere atto che il differenzia- le finanziario fra entrate ed uscite deriva anche da questo anomalo funzionamento del meccanismo della capitalizzazione che finisce per rimettere in definitiva la garanzia del pagamento delle rendite non più alla esistenza di solide riserve, come di regola per sistemi assicurativi, ma alla garanzia dello Stato, al quale comunque affluiscono le liqui- dità corrispondenti, al pari della generalità dei sistemi “assistenziali” e senza nemmeno una esplicita previsione in tal senso: per la gestione agricola, nellʼattuale contingenza;

per le altre, in prospettiva di sicurezza delle prestazioni.

1.3. Tasso di capitalizzazione

Valore altrettanto determinante riveste il terzo punto, riguardante la congruità del tasso di capitalizzazione delle rendite (fissato al 4,5% dal 1984), che dovrebbe corri- spondere al rendimento medio degli investimenti dellʼIstituto e che coincide attualmente con il tasso di interesse che viene calcolato a favore della gestione industriale quale remunerazione delle anticipazioni di liquidità alla gestione agricoltura.

Tale parametro, peraltro, è scarsamente significativo per gli anzidetti motivi e comun- que non risponde più alla effettività degli investimenti.

Da ciò lʼopportunità di riconsiderarne il valore, come del resto sollecitato dagli Organi di controllo, con un approfondimento da sviluppare nel corso del 2004, in quanto con- sentirebbe di:

- adeguare i capitali di copertura delle rendite;

- rendere i parametri per il ricalcolo dei tassi più rispondenti alla effettività delle uscite istituzionali;

- incrementare, per un verso, le liquidazioni in capitale delle rendite e del danno biolo- gico e, per un altro, i recuperi per azioni di rivalsa;

- ridimensionare i valori del debito di esercizio della gestione agricoltura.

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Si tratta di operazione che, da tempo sollecitata, trova in questo momento un punto di forza nella favorevole situazione finanziaria che potrebbe consentire un ricalcolo a costo zero rispetto agli attuali livelli di contribuzione delle categorie, con residui margini, pro- babilmente, per recupero di livelli di tutela per gli assicurati e/o riduzioni tariffarie e/o benefici selettivi per le aziende.

I risultati previsti per lʼesercizio finanziario 2004 aprono, infatti, una prospettiva di veri- fica degli attuali livelli di tariffa, verifica del resto già prevista dal decreto 38/2000 e solle- citata dagli Organi dellʼIstituto e dallo stesso NUVACOST, che sarà possibile effettuare sulla base dellʼesperienza di un triennio significativo: il 2000-2002 consolidato, ovvero il 2001-2003.

Ciò anche se i dati contabili non sono esaustivi per una valutazione della congruità delle tariffe: nel documento di bilancio, redatto con il criterio della competenza finanziaria, si registrano infatti le spese derivanti da eventi infortunistici verificatisi negli esercizi pre- cedenti e ciò non consente di stabilire una diretta relazione tra gli oneri (principalmente futuri) correlati agli infortuni dellʼanno ed il gettito dei premi del medesimo periodo.

In ogni caso, peraltro, lʼandamento del triennio 2000-2002, se pur non consolidato, fa presumere un risultato favorevole nel rapporto tra oneri e masse salariali che è alla base della determinazione dei tassi di tariffa, esprimendo un margine di possibile riduzione, pur non generalizzata, dei tassi stessi.

Poiché, però, la misura di tale margine è influenzata dal coefficiente di capitalizzazio- ne, lʼadozione di un diverso valore per questʼultimo potrebbe consentire di riconsiderare la congruità dellʼattuale tariffa anche in funzione di un miglioramento dei livelli di tutela per gli assicurati.

Il tutto in parallelo, ovviamente, ad una attenta politica di gestione amministrativa che:

• valorizzi le entrate attraverso iniziative mirate per lʼevasione nonché per unʼaccelera- zione delle azioni di rivalsa;

• riqualifichi le uscite, attraverso lʼaccelerazione delle procedure di investimento, la valorizzazione di veri e propri investimenti in I.T. (Informatic Technology) con progres- sivo ridimensionamento delle corrispondenti spese correnti, il consolidamento della strategia di attenzione per le malattie professionali emergenti nonché per la presa in carico degli assicurati;

• promuova una riconsiderazione complessiva del sistema legislativo attraverso un nuovo Testo Unico che valorizzi le opportunità di riqualificazione della spesa a parità di qualità del servizio.

Per questʼultimo punto, le strutture tecniche dellʼIstituto hanno recepito le indicazioni degli Organi per una riforma che razionalizzi il sistema, superando le criticità prima richiamate e che in alcuni casi sono illustrate nei successivi punti.

Il frutto di questa elaborazione è sintetizzato in una proposta di delega per un nuovo Testo Unico dellʼassicurazione infortuni che intende recepire lʼintero arco di indicazioni e di proposte essenziali per un compiuto riequilibrio del sistema stesso.

Consapevoli, peraltro, della complessità dellʼattuale momento di transizione verso un nuovo modello di welfare, nella elaborazione gli Uffici hanno avuto cura di evidenziare, fra le varie proposte, quelle che più immediatamente sono rivolte alla razionalizzazione e semplificazione del sistema con il dichiarato obiettivo di consentire uno spostamento di risorse organizzative, professionali e finanziarie verso le funzioni di tutela integrale e presa in carico.

Si tratta, oltretutto, di indicazioni che già elaborate e declinate dagli uffici possono essere recepite in provvedimenti legislativi immediatamente applicabili, senza passare attraverso il filtro della delega, che resta invece essenziale per altri punti, riguardanti i nodi essenziali della riforma.

Le indicazioni già elaborate, dʼaltra parte, proprio per la loro finalità razionalizzatrice, non comportano costi aggiuntivi per le aziende, proponendosi, anzi, come strumento per una progressiva riduzione dei costi di esercizio e di valorizzazione dei servizi da rendere ai lavoratori assicurati ed alle stesse aziende.

Si tratta, così, di previsioni che rispondono, fra lʼaltro, allʼesigenza di:

• rendere omogenei i meccanismi di valutazione previsti a più fini dal Testo Unico, a fronte della radicale modifica delle tabelle per la valutazione del danno biologico e dei danni patrimoniali;

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• consentire alle aziende, in modo generalizzato, di anticipare lʼindennità di tempora- nea (in analogia con quanto già previsto per quella di malattia) con possibilità di immediato recupero in compensazione con i pagamenti mensili di tributi e contributi previdenziali;

• semplificare i criteri di individuazione dei soggetti assicurati con una previsione che prenda atto anche sul piano formale del fatto che ormai nella sostanza la giurispru- denza va consolidando la generalizzazione della tutela per tutti i lavoratori dipendenti;

• definire più efficaci percorsi di rilevazione e segnalazione delle malattie di sospetta origine professionale;

• dare adeguato supporto normativo alla generalizzazione dei meccanismi di servizio on line, anche restituendo allʼIstituto adeguata autonomia nella definizione di regole tecniche ed operative funzionali a tale supporto;

• chiarire i confini fra ruoli e competenze del SSN, da un lato, dellʼIstituto, dallʼaltro, per quanto riguarda la tutela integrale dellʼinfortunato od invalido, fermo restando il pre- supposto costituzionale del diritto ad una tutela “privilegiata”, per quantità, qualità e tempestività delle prestazioni.

A parte si pongono interventi di maggiore complessità, come quello - comunque indi- spensabile - per il riordino e riequilibrio della gestione agricola.

Già il primo complesso di interventi - se realizzato nei termini che gli uffici stanno pro- ponendo nelle competenti sedi accogliendo le concordi sollecitazioni di tutti gli Organi, garantirebbe senzʼaltro la possibilità di migliori livelli di servizio e consentirebbe di razio- nalizzare ulteriormente, in logica di contenimento, lʼintero comparto delle spese di fun- zionamento.

A proposito di queste ultime, si sottolinea in premessa come lʼindirizzo della “invarian- za” formulato dal Governo per il 2004 sia colto, nel presente Bilancio di previsione in ottica di piena collaborazione rispetto agli obiettivi generali del Paese e, quindi, con rife- rimento ai valori degli iniziali stanziamenti di bilancio 2003, senza tenere conto delle variazioni che si sono rese necessarie in corso di esercizio.

Si opera in questa direzione per prendere atto dellʼimpegno che tutte le strutture hanno assunto per una riconsiderazione dei costi di esercizio che, certamente non pos- sibile nei termini repentini richiesti dai noti “tagli” 2002 e 2003, appare ipotizzabile per il 2004, tenuto conto, fra lʼaltro, della eccezionalità della situazione venutasi a creare questʼanno per effetto degli anzidetti “tagli” e delle valutazioni che già sono state opera- te per il 2004 con le strutture centrali e territoriali.

In questa sede si potrà verificare se ed in quale misura lʼandamento delle spese a tra- scinamento - riferite, cioè, a contratti pluriennali da non considerare ai fini della verifica del rispetto di tetti programmati - condizioni anche lʼesercizio 2004 (come già verificatosi per il 2003) e richieda, quindi, assestamenti dei valori di bilancio per la quarta categoria, comunque rispettosi degli anzidetti tetti, pur se non riproposti in termini legislativi dalla corrispondente Legge Finanziaria.

2. SCENARI DI RIFERIMENTO

2.1. Il Contesto Normativo ed Istituzionale

Il quadro normativo di riferimento non ha mostrato significative modifiche della discipli- na legislativa dellʼassicurazione infortuni. Tuttavia lʼazione dellʼEnte sarà influenzata dalla presenza di alcuni provvedimenti legislativi comunque intervenuti e che scaturisco- no dalla prosecuzione del processo di trasformazione del sistema produttivo italiano e del mondo del lavoro che vede, tuttora, impegnate le forze politiche e sociali del paese.

La Legge delega 14 febbraio 2003, n.30 sul mercato del lavoro riordina, fra lʼaltro, la disciplina in tema di viglianza in materia di previdenza sociale e di lavoro. In questo qua- dro, razionalizza gli interventi ispettivi di tutti gli enti sotto la direzione ed il coordinamen- to delle Direzioni regionali e provinciali del lavoro, e consente in questo quadro di valo- rizzare il ruolo degli ispettori INAIL, come poi vedremo, restituendo certezze di prospetti- ve a questa specifica funzione.

Nel filone della stessa filosofia di semplificazione degli adempimenti a carico dei datori PARTE SECONDA

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di lavoro, figura il decreto legislativo 19 dicembre 2002, n.297 che ha modificato il siste- ma delle comunicazioni relative alla gestione dei rapporti di lavoro, confermando lʼobbli- go della denuncia nominativa (DNA), cambiandone, però, il destinatario nella competen- te Direzione provinciale del lavoro.

Lʼobbligatorietà di tale nuovo sistema di comunicazione è comunque subordinata alla emanazione di specifico decreto interministeriale che definisca tempi e modalità di attuazione, così come stabilito dallʼart.7 del citato decreto legislativo n.297/2002.

Da ultimo si richiamano per il loro fondamentale rilievo per lo sviluppo delle azioni amministrative, le previsioni:

- dellʼobbligo della certificazione di regolarità contributiva anche per gli appalti privati, con una previsione che lascia intravedere un rilevante impatto organizzativo anche in relazione al parallelo impegno per gli enti previdenziali di provvedere al rilascio in modo unificato di detta certificazione;

- del decreto 269/2003 riguardante fra lʼaltro una diversa modalità di denuncia di eser- cizio per i lavoratori autonomi, che impegnerà lʼIstituto in un percorso di integrazione con le Camere di commercio, senza peraltro poter concretamente incidere sui com- portamenti di queste ultime - e sui loro ritmi operativi;

- di tutto il complesso della nuova normativa sui rapporti di lavoro (Legge 14 febbraio 2003 n.30 c.d. “Legge Biagi”) per i suoi riflessi su un sistema assicurativo, come il nostro, che - pur staccato da un rigido collegamento con le formalità dei rapporti con- trattuali - non potrà non risentire di oggettive difficoltà di adattamento ad un sistema di rapporti del tutto nuovo;

- della nuova legislazione sui benefici amianto (Decreto Legge 30 settembre 2003 n.269) che, se da un lato attesta la qualità della presenza INAIL nel procedimento, dallʼaltro rischia di creare un impatto estremamente grave sul piano organizzativo qualora non si riesca a delimitare il campo di applicazione, oggi sul piano formale estremamente generico.

A fronte di queste previsioni normative, alle quali altre se ne aggiungono in questo scorcio di anno per il combinato della Finanziaria 2004, del Decreto 269/2003, della Legge di riforma delle pensioni, che riguardano essenzialmente obiettivi e profili istitu- zionali, occorre aggiungere, per un più esauriente quadro degli scenari di riferimento, il consolidamento dei principi in materia di qualificazione e contenimento della spesa pub- blica affinati da successivi provvedimenti legislativi e regolamentari nel corso del 2003.

Si tratta di scelte irreversibili, che lʼIstituto pone a base delle sue politiche gestionali per soluzioni che intendono valorizzare le capacità di razionalizzazione dei costi in vista di un doveroso recupero di spazi di elasticità delle spese strumentali da convogliare verso la realizzazione di obiettivi che si ritengano strategici.

In questo quadro, fondamentale sarà lʼapporto di nuovi meccanismi di programmazio- ne e controllo volti a valorizzare le opportunità offerte dalla I.T. (Informatic Technology), che allo stato appaiono in via di consolidamento, unitamente alle indicazioni del Decreto del Presidente della Repubblica 27 febbraio 2003 n.97, riguardante il Nuovo Regolamento di amministrazione e contabilità che, attuato in alcune parti fin dal prossi- mo anno, per le parti essenziali del nuovo processo di programmazione andrà a regime dal 2005 in termini concordati fra tutti gli enti previdenziali.

2.2 Quadro macroeconomico di sintesi 2004-2006

Sulla base delle informazioni e delle analisi disponibili al momento, è stato elaborato un quadro di sintesi per le principali variabili macroeconomiche che interagiscono con lʼattività dellʼInail.

Lʼ EVOLUZIONE PIUʼ RECENTE

Il governo ha presentato la Relazione Previsionale e Programmatica per il 2004 il 29 settembre u.s. aggiornando le previsioni macroeconomiche contenute nel DPEF di luglio.

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Per lʼanno in corso vengono stimate ulteriormente in ribasso le previsioni di crescita del PIL (0,5% contro lo 0,8% indicato nel DPEF di luglio) sulla scorta del forte calo della produzione industriale, dellʼevoluzione negativa della domanda per beni di investimento e dei consumi e della contrazione delle esportazioni. Vengono ridimensionate anche le aspettative di crescita del PIL nel biennio successivo seppure in un quadro di conteni- mento dellʼinflazione, di ripresa degli investimenti e di buona tenuta dellʼoccupazione.

Le ultime previsioni macroeconomiche dei maggiori Istituti di analisi economica (disponibili al 30/10/03) segnalano per il 2003 un tasso di crescita del PIL ben al di sotto dellʼ1% medio annuo (si collocano intorno allo 0,4%) e una inflazione intorno al 2,8%.

Nel 2004, in sintesi, il PIL è stimato intorno allʼ1,5% e lʼinflazione al 2,1%.

QUADRO MACROCONOMICO DI SINTESI OPSE 2004 - 2006 (variazioni %)

2004 2005 2006

PIL 1,7 2,2 2,8

Inflazione 2,2 2,3 2,4

Retribuzioni industria e terziario INAIL 3,0 2,8 2,8

Occupazione industria e terziario INAIL 1,0 1,2 1,3

Occupazione agricoltura -0,3 -0,3 -0,3

GOVERNO: RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA SETTEMBRE 2003

2003 2004 2005 2006 2007

PIL 0,5 1,9 2,2 2,5 2,6

Inflazione tendenziale 2,6 - - - -

Investimenti -0,6 3,5 4,4 4,9 5,2

Consumi delle famiglie 1,8 2,3 2,2 2,4 2,4

Tasso disoccupazione 8,7 8,4 8,1 7,7 7,4

Occupazione 0,6 0,9 1,0 1,2 1,3

Indebitamento P.A./Pil 2,5 2,2 1,5 0,6 0,1

Debito P.A.\PIL 106,0 105,0 103,0 100,9 98,6

Fonte: RPP per il 2004 29/09/03

UN APPROFONDIMENTO SULLʼINFLAZIONE NEL 2004

Rispetto allʼinflazione occorre precisare che nel DPEF vengono riportati sia i dati ten- denziali che quelli programmatici. Lʼinflazione programmata, così come altri parametri ad esempio occupazione, deficit ecc, ha la caratteristica di un obbiettivo economico generale su cui calibrare politiche e comportamenti piuttosto che la natura di una previ- sione. Lʼinflazione programmata viene indicata nel 2004 in 1,7%. Lʼinflazione tendenzia- le è più propriamente una previsione sugli andamenti futuri sulla base di ciò che si è realmente verificato e nel DPEF, sempre nel 2004, viene indicata pari a 1,9%, 2 decimi di punto più elevata.

La Relazione Previsionale e Programmatica (RPP) viene elaborata prima della legge finanziaria e monitora gli andamenti effettivi dellʼeconomia per adeguare il programma di politica economica rispetto agli obbiettivi prefissati. Nella RPP di fine settembre il dato dellʼinflazione del 2003 è del 2,6% contro il 2,4% tendenziale indicato, per il 2003, nel DPEF quindi un trend in aumento, seppur lieve, di due decimi di punto. Per il 2004, non viene indicato il tendenziale.

Le ultime previsioni degli Istituti di ricerca e previsione economica indicano per il 2004

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una inflazione che varia tra il 2 e 2,3%. Nelle previsioni OPSE, che possono considerar- si più propriamente valori di tendenza che non obbiettivi e si basano sullʼinsieme delle previsioni disponibili, sui dati congiunturali più recenti e sulle analisi economiche, viene stimato nel 2004 un tasso di inflazione pari al 2,2% valore che, allo stato delle informa- zioni disponibili e delle tendenze congiunturali a fine ottobre 2003, si ritiene, al pari degli altri parametri del quadro previsionale OPSE, possa essere confermato.

2.3 Le Scelte Strategiche degli Organi per il Triennio 2004/2006 2.3.1 Le Scelte Strategiche Generali

Con deliberazione n.15 del 9 giugno 2003, il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza ha approvato le Linee di Indirizzo 2004 che si muovono in una logica di continuità evolutiva con le scelte ed indicazioni in precedenza formulate, nellʼottica di una sempre maggiore e qualificata presenza dellʼIstituto nellʼambito del Sistema di Welfare attivo.

In questʼottica lʼazione dellʼEnte dovrà essere orientata, fra lʼaltro a promuovere:

- la generalizzazione della tutela per ricondurre tutti i lavoratori dipendenti nella tutela assicurativa INAIL;

- la razionalizzazione del sistema assicurativo;

- lo sviluppo di nuove forme di sinergie al fine di assicurare una tutela integrata dei lavoratori e la migliore competitività delle imprese;

- la riforma della gestione agricola per la realizzazione degli obiettivi richiamati in pre- messa;

- prosecuzione degli interventi per lʼadeguamento del sistema informativo/informatico, in una logica di e-government secondo i principi e le direttive fissate da parlamento e Governo.

2.3.2 Il Piano Pluriennale 2004/2006

Gli obiettivi strategici così definiti sono declinati nel Piano Triennale 2004/2006 in obiettivi operativi che intendono offrire un panorama compiuto della articolazione dello sviluppo nel medio periodo delle strategie già delineate e delle possibili modalità di attuazione delle stesse.

In tal modo il Piano costituisce la base per le successive scelte programmatiche di breve periodo, del budget e dello stesso bilancio annuale, fermo restando che nella logi- ca di continuità degli obiettivi strategici prima richiamata il piano 2004/2006, costituisce anchʼesso la naturale prosecuzione ed evoluzione del Piano 2003/2005.

Esso stesso, peraltro, deve essere letto - al pari degli obiettivi - nel contesto del più generale scenario di riferimento richiamato in premessa, soprattutto nel momento in cui occorre tradurre obiettivi e piani pluriennali in linee di programma e di azione per il pros- simo esercizio finanziario

3. LE SCELTE DI PROGRAMMA PER IL 2004 3.1 Le Politiche di sviluppo

Le politiche di sviluppo coinvolgono essenzialmente lʼimpegno degli Organi e gli impe- gni che le funzioni dellʼIstituto assumono, essenzialmente ma non esclusivamente a livello centrale, per lo sviluppo dei Piani di settore riferiti agli specifici settori di attività.

In questo ambito, ferma restando la declinazione degli obiettivi in detti Piani ed in quelli di struttura, il Bilancio di Previsione per lʼesercizio 2004, e prima ancora il relativo Budget, hanno come punti di riferimento fondamentali le scelte strategiche interne, i vin- coli gestionali ed operativi posti da normative esterne, le indicazioni che scaturiscono dagli andamenti produttivi, in termini quantitativi e qualitativi.

Conseguentemente, per il 2004, i programmi delle strutture possono rappresentarsi PARTE TERZA

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nei termini di seguito specificati, distintamente - per comodità di esposizione - per le fun- zioni centrali e per quelle territoriali. Resta fermo ovviamente che pur nella diversa rap- presentazione le due linee di obiettivi sono intimamente correlate fra loro, con una distinta focalizzazione su aspetti più propriamente e direttamente operativi, da un lato, di indirizzo evolutivo ed innovativo, dallʼaltro.

Con questa avvertenza, gli obiettivi che le linee strategiche propongono allʼOrgano di gestione e, quindi, alle funzioni direzionali, impegnate a promuoverne la realizzazione, possono così schematizzarsi.

PER I RAPPORTI CON I DATORI DI LAVORO

- consolidare il principio assicurativo dellʼesonero dalla responsabilità civile del datore di lavoro promuovendo una riforma dellʼistituto del regresso che valorizzi lʼeffettivo impegno delle aziende nella adozione di misure di sicurezza;

- sulla base dei risultati conseguiti con il Progetto Incentivi alla prevenzione, formulare proposte a livello legislastivo per consolidarlo in termini strutturali quale componente significativa delle spese istituzionali;

- confermare lʼimpegno per un sistema diversificato di tutela per particolari categorie, già previsto per gli artigiani, compatibile con lʼattuale sistema indennitario e finanziario e tale da non incidere sulla natura pubblicistica della tutela stessa;

- valorizzare le funzioni di vigilanza ispettiva - anche per il tramite di rapporti sinergici con le altre Amministrazioni - per il recupero dellʼevasione/elusione contributiva, la regolarizzazione e lʼemersione del lavoro sommerso, una nuova e diversa attenzione, nei termini che poi vedremo, alla gestione dei rischi e della loro conoscenza;

- dare ulteriore impulso, anche alla luce della legge costituzionale n.3/2001 al progetto di sinergie per un Piano globale per la prevenzione orientando lo sviluppo delle inizia- tive in essere alla piena valorizzazione dellʼ impiego delle risorse decentrate;

- proseguire nella progettazione della banca dati dei processi produttivi al fine di racco- gliere, codificare e sistematizzare le relative informazioni;

- intensificare lʼattività di assistenza e consulenza in materia di prevenzione, sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, anche in collaborazione con i Comitati paritetici, espres- sione delle parti sociali sul territorio e sfruttando tutte le opportunità offerte dal conso- lidamento della sistematica collaborazione avviata con ISPESL e Regioni con lʼavvio dei Nuovi Flussi Informativi;

- accelerare il processo di integrazione delle aziende e, sopratutto - dei consulenti del lavoro - nei processi produttivi dellʼIstituto, valorizzando soprattutto il ruolo dei consu- lenti stessi quali “componenti operative” del sistema INAIL con piena assunzione delle relative responsabilità.

• NEI RAPPORTI CON GLI ASSICURATI

- promuovere iniziative legislative al fine di pervenire ad una chiara formulazione legi- slativa della estensione della tutela infortunistica a tutti i lavoratori dipendenti, attra- verso la generalizzazione dellʼobbligo assicurativo che tenga, comunque, conto del rapporto premio/rischio;

- in sistematica sinergia con gli altri Enti istituzionalmente competenti, favorire lʼeroga- zione agli infortunati e tecnopatici di interventi di tutela improntati ai caratteri della glo- balità e della personalizzazione nel quadro della garanzia di tutela privilegiata ad essi garantita dal dettato costituzionale;

- attuare una progressiva espansione di taluni servizi sanitari attraverso la stipula di specifico protocollo dʼintesa Stato-Regioni in materia sanitaria, nel quadro del ricono- scimento del diritto dellʼinfortunato a tutte le cure necessarie ed utili, quale che sia il soggetto responsabile della relativa erogazione;

- potenziare ed ampliare la funzione riabilitativa con adeguati investimenti nella ricerca, nelle strutture e nelle risorse umane dedicate;

- definire percorsi operativi che tendano a ridurre il fenomeno del contenzioso ammini- strativo e giudiziario - già oggi di contenuto andamento - puntando su azioni che inci-

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dano a monte del contenzioso stesso sui comportamenti operativi delle strutture terri- toriali e delle professionalità dellʼIstituto;

- sviluppare modelli e progetti a completamento del percorso prestazionale con azioni mirate al reinserimento sociale e professionale dei lavoratori infortunati e tecnopatici;

- accelerare il processo di trasferimento alle aziende della responsabilità della eroga- zione delle indennità di temporanea, con piena garanzia per le aziende stesse di pronto recupero delle somme erogate attraverso compensazione nellʼambito del sistema fiscale nonché di agevoli parametri di riferimento per il calcolo di quanto spet- tante al lavoratore infortunato;

- garantire una specifica considerazione per gli infortuni gravi e mortali - nella tenden- ziale prospettiva di progressiva generalizzazione - sia per quanto riguarda lʼanalisi delle cause e circostanze, anche con diretta lettura del fenomeno tramite il servizio ispettivo opportunamente integrato, sia per quanto riguarda una diversa e più tempe- stiva azione per il recupero funzionale, laddove possibile, e lʼintervento indennitario;

- realizzare - in parallelo alle analoghe iniziative sul versante dei rapporti con le azien- de - strumenti di integrazione degli utenti - e soprattutto degli operatori di Patronato - nei processi operativi dellʼIstituto, con piena legittimazione dei patronati stessi quali soggetti attivi del procedimento di erogazione delle prestazioni.

• SUL PIANO ORGANIZZATIVO

- definire un nuovo modello organizzativo anche alla luce di provvedimenti di riordino degli Enti previdenziali e dellʼevoluzione della missione aziendale, coerente con il pro- cesso di regionalizzazione del Sistema Italia e funzionale allʼintegrazione dellʼIstituto in detto processo nel rispetto del ruolo nazionale ad esso affidato;

- promuovere lo spostamento di risorse verso servizi alla clientela , informativi, di assisten- za, di consulenza, specialistici ad alto contenuto qualitativo, di presa in carico complessi- va , nel rispetto degli obiettivi di razionalizzazione dei fabbisogni definiti dal legislatore;

- sviluppare in modo sempre più efficace e sistematico le nuove forme di interazione con la clientela puntando al pieno coinvolgimento degli utenti nei processi aziendali, ed alla riqualificazione generale dei servizi offerti alla clientela;

- razionalizzare lʼimpiego delle risorse, mediante un più attento utilizzo ed una migliore e più articolata organizzazione dei sistemi dedicati alla programmazione ed al control- lo di gestione nonché allʼimpostazione ed alla gestione dei progetti di sviluppo;

- razionalizzare e contenere le spese non obbligatorie attraverso un programma di riduzione dei costi di funzionamento che consenta di individuare le interdipenden- ze fra obiettivi istituzionali, azioni programmate e spese conseguenti, in modo da poter incidere a monte di queste ultime per un efficace e razionale contenimento che non pregiudichi la qualità del servizio;

- rendere più organica e funzionale la politica di espansione delle sinergie e delle inte- grazioni con le altre Amministrazioni, soprattutto in funzione della capillarità della pre- senza sul territorio, dello sviluppo dei servizi telematici e del tipo “sportello virtuale unificato”, della razionalizzazione delle infrastrutture logistiche, telematiche, informati- che e di servizio, così da perseguire effettivi miglioramenti e semplificazioni nellʼero- gazione dei servizi ed economie gestionali, nel rispetto dellʼautonomia decisionale e gestionale dellʼEnte e della specificità dei servizi attesi dai suoi utenti.

3.2 I Piani di attività delle Strutture territoriali

La negoziazione degli obiettivi a livello regionale è stata effettuata con i competenti dirigenti, nel presupposto che gli obiettivi definiti dal “Programma nazionale di normaliz- zazione produttiva e recupero delle giacenze di lavoro arretrato” (Delibera del Consiglio di Amministrazione n. 400 del 4 luglio 2002), trovassero puntuale riscontro nei risultati rilevati entro il corrente anno.

Ed invero, tale previsione risulta in via di realizzazione alla luce degli esiti delle verifi- che sullʼandamento produttivo relative al primo semestre dellʼanno 2003 e, soprattutto, della verifica al 30 settembre u.s..

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Ne consegue che gli obiettivi per il 2004 delle Strutture territoriali sono stati ispirati dalla finalità:

• di consentire una verifica che dia anche contezza dei risultati ottenuti, utilizzando la sequenza storica al fine di avere continuità nei trend temporali, monitorare il recupero dei livelli qualitativi dei principali servizi e formulare valutazioni sullʼefficienza ed effi- cacia della gestione;

• di non incidere sulle esigenze di implementazione delle procedure informatiche con la richiesta di nuovi “contatori”, che rappresenterebbero, comunque, un “costo” al momento non sostenibile.

In particolare, per quanto riguarda gli obiettivi relativi alla linea aziende, rispetto alla programmazione 2003 sono stati abbandonati sia quello relativo agli incassi in conto competenza, sia quello riguardante la riduzione dei tempi di acquisizione delle denunce nominative assicurati, per sostituirli con altri due obiettivi:

• il primo, che non costituisce assoluta novità, riguarda lo smaltimento delle giacenze dei verbali ispettivi risultanti alla fine del 2003. Tale obiettivo, infatti, si inquadra nellʼindirizzo generale, più volte esplicitato, di porre sotto controllo il fenomeno dei verbali ispettivi nella sua globalità, analizzandolo non solo sotto lʼaspetto dei tempi medi di liquidazione ma anche sotto quello dellʼazzeramento dellʼarretrato;

• il secondo riguarda il miglioramento dei servizi derivante dalla diffusione dellʼuti- lizzo del canale telematico per lʼacquisizione delle “dichiarazioni salari”.

Relativamente alla linea lavoratori, restano confermati tutti gli obiettivi del 2003, con esclusione di quelli relativi alla riduzione dei tempi medi di costituzione delle rendite dirette a seguito di collegiale (ex B6) ed alla riduzione della certificazione sanitaria ester- na (ex B8), nonchè di quello - prettamente organizzativo - concernente la gestione tem- pestiva delle malattie professionali non tabellate (ex B10).

Le ragioni di detta esclusione sono:

• per il primo obiettivo, la ravvisata inopportunità, connessa alle motivazioni dʼordine economico che precedono, di introdurre nuovi “contatori” diversi da quelli attuali;

• per il secondo, sembrano superate le motivazioni che ne avevano determinato lʼinse- rimento;

• per il terzo, lʼesigenza di avviare un ulteriore e globale monitoraggio del fenomeno delle malattie professionali, anche in relazione alla nuova procedura di gestione che sarà rilasciata nel corrente anno.

Parimenti, per lʼanno 2004, vengono momentaneamente accantonati gli obiettivi riguardanti gli indici di variazione delle tre linee di prodotto prescelte per lʼanno 2003, in quanto in questa fase si intende concentrare lʼattenzione non tanto sul contenimento delle forbici quanto sul recupero della produttività.

Per quanto riguarda le linee prevenzione e riabilitazione, sono stati apportati taluni aggiustamenti ed integrazioni con la definizione, anche per gli obiettivi di natura organiz- zativa, di alcuni indicatori espressivi dellʼefficacia e/o efficienza di ciascuna iniziativa.

Per quanto riguarda le linee di prodotto strumentali, viene confermato il set di obiet- tivi attinenti anche indirettamente al contenzioso giudiziario, al fine di consentire una lettura complessiva dellʼandamento del fenomeno nei suoi aspetti principali e maggior- mente significativi. Gli indicatori prescelti, infatti, si prestano in modo particolare a tale utilizzo, più che a fini di valutazione diretta dei risultati conseguiti, considerata la com- plessità ed eterogeneità dei fattori che determinano il relativo andamento e la conse- guente governabilità soltanto parziale del fenomeno stesso.

Inoltre, mentre viene confermato lʼobiettivo relativo allʼutilizzo risorse finanziarie, particolarmente significativo in considerazione delle ricorrenti restrizioni normative al riguardo, quello relativo alle risorse umane viene abbandonato in quanto sono ormai consolidati e diffusi lʼalimentazione e lʼutilizzo della funzione “Allocazione risorse”, che fornisce importanti elementi di valutazione per le scelte di ripartizione del personale tra i Centri di costo e tra i diversi processi lavorativi.

Nella stessa area risorse umane è stato invece inserito un nuovo obiettivo di produ-

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zione per risolvere definitivamente alcuni disallineamenti e carenze di informazioni negli archivi e per migliorare gli strumenti di governo della componente personale, che richie- dono completezza e qualità di dati.

Per quanto riguarda la comunicazione, infine, sono stati definiti due nuovi obiettivi specifici.

Nellʼambito degli obiettivi di produzione, resta confermata la distinzione tra gli obiettivi monitorabili e quelli puramente organizzativi - che riguardano fatti non direttamente parametrabili - per i quali sono stati individuati specifici indicatori in relazione ad alcune iniziative o tipologie di interventi.

4 LE POLITICHE GESTIONALI

4.1 La Politica Gestionale delle Entrate 4.1.1 La gestione delle entrate contributive

Il flusso delle entrate contributive nellʼesercizio 2004, in assenza di significative inno- vazioni normative in materia di assicurazione obbligatoria, sarà influenzato prevalente- mente:

• dallʼandamento del ciclo economico e del P.I.L.;

• dal tasso di inflazione programmato dal Governo;

• dalla ripresa produttiva e dallʼandamento dellʼoccupazione nei vari settori di attività.

In particolare per questʼultima variabile è atteso un miglioramento in relazione allʼentrata in vigore delle disposizioni in materia di occupazione e mercato del lavoro.

Per le gestioni Industria e Medici RX, in particolare, accanto alle variabili macroeco- nomiche sopra ricordate, si è tenuto altresì conto degli effetti finanziari del D.M. 19 mag- gio 2003, pubblicato in G.U. 21 agosto 2003, con il quale, per la copertura degli oneri derivanti dal risarcimento del danno biologico ai sensi dellʼart.13 del decreto legislativo n.38/2000, è stata determinata la misura dellʼaddizionale, da applicare sui premi dovuti per le gestioni industria e medici RX relativi agli anni 2000 e 2001, rispettivamente dello 0,88% e nel 2,04%.

Per la gestione Agricoltura, si ritiene che, nonostante lʼincremento ( + 8,33 %) della quota capitaria annua dovuta dai lavoratori autonomi in attuazione dellʼart. 28 del decre- to legislativo n.38/2000 e le iniziative finalizzate allʼemersione - alle quali lʼIstituto può concorrere, per i motivi richiamati in premessa, in misura limitata con riferimento alla gestione degli infortuni e delle malattie professionali del settore, il gettito complessivo avrà un aumento contenuto, tenuto conto della ulteriore diminuzione dellʼoccupazione.

Tale diminuzione, dovrebbe compensare, fra lʼaltro, gli effetti derivanti:

• dallʼapplicazione del decreto legislativo n.228/2001, recante “Orientamento e moder- nizzazione del settore agricolo a norma dellʼart.7 della legge 5 marzo 2001 n.57”, che prevede la possibilità di inquadramento nel settore agricolo per aziende finora com- prese in settori diversi;

• dai decreti legislativi nn.226 e 227/2001 relativi, rispettivamente, ai settori pesca e acquacoltura ed a quello forestale.

Analoga previsione di sostanziale invarianza di gettito viene formulata per i premi rife- riti allʼassicurazione contro gli infortuni in ambito domestico. Le iscrizioni alla gestione, infatti, si sono stabilizzate nel biennio 2002-2003 in circa 2 milioni di soggetti, dei quali poco più di 160.000 con premio a carico dello Stato.

Lʼazione amministrativa a sostegno del raggiungimento dei risultati finanziari esposti in Bilancio sarà volta innanzi tutto al consolidamento di un sistema di relazioni con le aziende e con i loro intermediari orientato alla trasparenza ed alla semplificazione, con il duplice obiettivo di migliorare la qualità del servizio per i datori di lavoro e, per questa via, garantire il raggiungimento dei previsti risultati finanziari con il minor costo organizzativo.

PARTE QUARTA

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Si tratta di una prospettiva che rafforza la strategia operativa di attenzione per lʼuten- za, che considera come tale non solo i lavoratori assicurati ed infortunati, ma anche le aziende chiamate a concorrere al finanziamento con la migliore qualità di servizio, anche nei momenti in cui richiedano attestazioni e certificazioni.

A questʼultimo proposito, fra lʼaltro, la gestione assicurativa dovrà scontare dal 2004 lʼimpatto della recente riforma che ha previsto lʼobbligo della certificazione di regolarità contributiva anche per gli appalti privati, imponendo altresì agli enti previdenziali di prov- vedere al riguardo con modalità unificate.

Anche in questa prospettiva lʼobiettivo di miglioramento della qualità dei rapporti con i datori di lavoro passa per lʼimplementazione accelerata dei servizi on line, primo fra tutti lʼautoliquidazione dei premi e, a seguire, le denunce di esercizio, di variazione, di cessa- zione, per le quali è stato sollecitato altresì un intervento normativo volto a razionalizza- re ed omogeneizzare i termini di adempimento.

La realizzazione di questo impegno di miglioramento della qualità dei rapporti:

- sarà agevolato dalle intese consolidate con associazioni e consulenti del lavoro che inseriscono ormai questi ultimi nei processi produttivi, garantendo qualità e tempesti- vità delle informazioni e piena autonomia nella diretta acquisizione delle informazioni;

- deve tener conto degli indirizzi e vincoli normativi che impongono la unificazione dei canali di colloquio con lʼutenza con duplice modalità, nel senso che, da un lato, solle- citano la realizzazione di sportelli unificati, dallʼaltro, trasferiscono - come nel caso dei lavoratori autonomi - le competenze nellʼacquisizione delle iscrizioni assicurative ad un unico soggetto: nel caso di specie alle Camere di Commercio.

Si tratta di un percorso che nelle linee essenziali appare irreversibile, da governare con estrema attenzione, ad evitare che la parcellizzazione del rapporto possa comporta- re criticità operative per enti, come lʼINPS e lʼINAIL che gestiscono un rapporto comples- sivo con aziende e lavoratori con continue interrelazioni destinate ad entrare in crisi qualora uno dei due flussi operativi abbia ritmi e modalità non congrui.

La tendenza allʼunificazione dei canali di colloquio operativo con lʼutenza - accelerata, nel caso nostro, anche da iniziative autonome degli Enti, come nel caso del Call center unificato INPS-INAIL - e la diffusione accelerata dellʼe-government comportano la nasci- ta e la creazione di servizi affatto nuovi, che si aggiungono a quelli tradizionali, compor- tando a monte ed a valle diversi assetti organizzativi e diversi impegni per quanto riguar- da la gestione e la qualità dei dati.

Per questo gli obiettivi di produzione affidati al governo delle Direzioni regionali ed alla operatività delle strutture territoriali costituiscono il concreto supporto alla politica gestio- nale sopra delineata, mirando:

• a migliorare ed a mantenere costantemente aggiornata la rispondenza delle informa- zioni contenute negli archivi con le correlate situazioni, sia anagrafiche che contabili, delle imprese;

• a definire con celerità le posizioni controverse, dando certezza alle aziende della pro- pria regolarità nei confronti degli obblighi assicurativi, con riferimento sia alla liquida- zione dei verbali ispettivi sia al contenzioso in materia tariffaria;

• ad intrattenere rapporti sistematici di collaborazione e confronto con gli intermediari e le associazioni di categoria, anche al fine di incrementare lʼutilizzo dei servizi in rete, riducendo via via i costi aggiuntivi - finanziari ed organizzativi - che derivano dal dover tenere in piedi una molteplicità di canali comunicativi

Si tratta di obiettivi imposti dalla realtà del sistema produttivo ed obbligati per vincoli di leggi, regolamenti e direttive che, come si è avuto modo di sottolineare in altre sedi, devono essere conciliati, poi, con lʼimpegno, parimenti cogente al ridimensionamento dei costi di esercizio.

4.1.2 La definizione delle situazioni contributive, il recupero dei Crediti ed il moni- toraggio dellʼattività dei Concessionari.

La riduzione dei tempi di acquisizione delle informazioni, indotta dalla realizzazione

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dei servizi on line ed il continuo affinamento qualitativo dei dati dʼarchivio, consentiranno nel 2004 di consolidare la migliorata efficacia del recupero dei crediti.

Tenuto conto, quindi, che anche in questo settore è codificata la parcellizzazione del processo operativo - con un ruolo determinante dei Concessionari delle esattorie - resta confermato, così, lʼobiettivo gestionale della definizione delle situazioni contributive, in vista del quale dovranno essere poste in essere tutte le azioni tese ad effettuare tempesti- vamente ed efficacemente, le operazioni relative allʼiscrizione a ruolo con riferimento a:

- per le iscrizioni già effettuate, allʼazione di costante e puntuale monitoraggio sullʼatti- vità dei Concessionari attraverso le nuove funzionalità della procedura “ruolo telema- tico”, entrata ormai nella fase di regime e di consolidamento;

- per le iscrizioni da affettuare, alla gestione degli avvisi bonari e di altre iniziative pro- pedeutiche che svolgono la duplice funzione, di servizio per le aziende - per evitare loro extracosti economici ed organizzativi - di garanzia di un corretto e compiuto flus- so di entrate.

4.1.3 La Gestione dei Rischi e la Vigilanza Assicurativa Per i settori diversi da quello agricolo

A monte della gestione delle posizioni contributive resta lʼimpegno della gestione dei rischi, intesa nella sua più ampia accezione di lotta alla evasione ed allʼelusione contri- butiva, presupposto fondamentale - a sua volta - per una corretta gestione dei rischi assicurativi, a fini tariffari, da un lato, di prevenzione, dallʼaltro.

In questa prospettiva di ampio spettro un ruolo fondamentale sarà affidato al migliora- mento della qualità delle informazioni, tramite il perfezionamento delle procedure che consentono di acquisire tutte le informazioni utili a detti fini, sia al momento della apertura della posizione assicurativa, sia e soprattutto durante la vita della posizione stessa, per tutti i momenti nei quali per effetto di mutamenti dei cicli produttivi e della attività stessa dellʼazienda il rischio sia destinato a variare con ricadute tariffarie e prevenzionali.

Un ruolo altrettanto fondamentale resta affidato alla Denuncia Nominativa Assicurati che, quale che sia il soggetto chiamato a gestirla, deve continuare a garantire allʼIstituto la possibilità di conoscere tempestivamente lʼandamento della platea degli assicurati anche ai fini dei necessari riscontri in termini contributivi.

Si tratta, in entrambi i casi, di obiettivi che, irrinunciabili per i mantenimento di un ade- guato livello di qualità del servizio, comportano profondi cambiamenti nei processi ope- rativi e negli stessi comportamenti delle risorse professionali, chiamate a realizzare gli obiettivi gestionali attraverso tutta una serie di servizi affatto nuovi.

Il quadro delle iniziative sarebbe, però, incompleto se non saldato con la valorizzazio- ne del ruolo del Servizio ispettivo delle Sedi, da evolvere in parallelo con quello delle Sedi, di cui gli Ispettori costituiscono la proiezione nel tessuto produttivo del territorio, dovendosi fare carico del medesimo obiettivo di accollarsi lʼutenza che la Sede nel suo insieme ha assunto.

La realizzazione di tale obiettivo è senzʼaltro agevolata dalla circostanza che lʼemana- zione della legge n.30 del 14 febbraio 2003 ha posto fine alle incertezze operative sorte a seguito della formulazione, negli ultimi anni, di alcune ipotesi di ristrutturazione com- plessiva dellʼattività di vigilanza svolta dagli Enti previdenziali e dagli Uffici territoriali del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali.

Con lʼart.8 della predetta norma sono state infatti confermate le attuali competenze dellʼInail in materia di vigilanza, prefigurandosi inoltre la valorizzazione dellʼattività di consulenza nei confronti dei destinatari della disciplina degli obblighi previdenziali.

Se a ciò si aggiunge che la funzione ispettiva deve continuare a giocare un ruolo determinante nellʼIstituto per quanto riguarda la valutazione dei rischi allʼatto dellʼinfortu- nio per una circolarità del rapporto “rischio-evento”, si coglie appieno come sia, riaffer- mato e consolidato che lʼattività ispettiva costituisca un irrinunciabile supporto alla fun- zione assicurativa, in particolare per quanto concerne gli accertamenti sulla: ricorrenza dellʼobbligo - e quindi della sussistenza del rischio; - la corretta applicazione delle Tariffe - e quindi la qualità dei rischi assicurati, lʼindennizzabilità degli eventi denunciati, gli ele-

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menti retributivi da assumere a base per le prestazioni economiche, le eventuali respon- sabilità del datore di lavoro o di terzi, anche in relazione allʼosservanza delle norme di sicurezza ed igiene del lavoro.

Inoltre, poiché la citata legge ha riaffermato la funzione di coordinamento operativo da parte delle strutture territoriali del Ministero del lavoro per gli interventi finalizzati allʼemersione delle attività irregolari ed alla lotta allʼevasione fiscale e contributiva, anche in questo campo occorrerà coniugare le esigenze specifiche dellʼIstituto (orientate alla gestione dei rischi anche per le ricadute tariffarie e contributive) con quelle di gestione coordinata che nel corso del 2004 vedranno impegnati i funzionari dellʼIstituto con inizia- tive di vigilanza in collaborazione con gli apparati organizzativo-ispettivi delle altre Amministrazioni

Da ciò un particolare rilievo dellʼimpegno di attenta programmazione per coniugare la molteplicità di obiettivi, agevolata dalla crescente disponibilità di informazioni gestionali, programmazione che dovrà riservare adeguati spazi alla integrazione del servizio ispetti- vo nei programmi di monitoraggio degli infortuni di particolare gravità nel pieno rispetto della nuova “mission” assegnata allʼIstituto.

Resta essenziale, peraltro, una volta chiarito ruolo e collocazione della funzione ispet- tiva, lʼavvio già dal 2004 di interventi strutturali per il potenziamento della funzione di vigilanza, attraverso lʼadeguamento della forza ai fabbisogni, unitamente alla attivazione di programmi di aggiornamento professionale e di arricchimento delle dotazioni strumen- tali e tecnologiche a supporto dellʼattività degli ispettori.

Per il settore agricolo

La situazione di disavanzo strutturale della gestione risulta ulteriormente aggravata dalla oggettiva difficoltà di governare i processi di gestione delle entrate, per come defi- nite dal legislatore, governati - come è noto - dallʼINPS in un sistema unificato che, ovviamente, non può tener conto delle specificità di ciascuna delle gestione coinvolte.

Pur con il miglior impegno dellʼINPS, quindi, sviluppato già a monte nella costruzione di un sistema informativo realmente adeguato alle esigenze di governo delle entrate e di compiuta conoscenza delle effettive posizioni assicurative dei lavoratori agricoli, dipen- denti ed autonomi, la gestione INAIL soffre di riflesso delle difficoltà che si riscontrano nel governo complessivo dei rapporti con il settore agricolo.

Da ciò, fra lʼaltro, una situazione di incertezza - e, quindi, di sostanziale indetermina- tezza - sulla effettività delle postedi bilancio, per quanto riguarda la competenza dellʼesercizio, i residui, la cassa dellʼanno ecc.

Impegno prioritario per il 2004, quindi, è quello di una serie di iniziative già program- mate con gli Uffici INPS per una migliore definizione dei raporti contabili e una adeguata utilizzazione da parte dellʼIstituto del patrimonio informativo che lʼINPS sta costruendo per la gestione contributiva, essenziale anche a fini prevenzionali.

4.1.4 Le entrate derivanti dal patrimonio immobiliare e mobiliare

La previsione della gestione immobiliare, tiene conto dei proventi derivanti dalla gestione di immobili di proprietà dellʼINAIL e della quota parte dei proventi (15%) deri- vanti dalla gestione degli immobili trasferiti in proprietà alla S.C.I.P. S.r.l. con decreto interministeriale 21 novembre 2002 (SCIP 2), considerato che il programma di vendita degli immobili, oggetto della seconda operazione di cartolarizzazione, è slittato a causa del ritardo nellʼemanazione dei decreti di individuazione degli immobili di pregio.

La rimanente parte dei fitti (85% dellʼammontare complessivo dei canoni di locazione spettante alla Società di cartolarizzazione ai sensi della normativa di riferimento), trova specifico inserimento nei capitoli di competenza.

Analogo adeguamento è stato effettuato per il recupero di spese sostenute per la gestione immobiliare.

Lʼandamento degli interessi ed altri proventi dei mutui tiene conto dello slittamento dei tempi per la vendita degli immobili oggetto della seconda operazione di cartolariz- zazione.

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Per quanto concerne le morosità da locazione, lʼIstituto proseguirà le azioni mirate al recupero dei crediti e, in questo ambito, si segnala che la dismissione del patrimonio immobiliare ha consentito un notevole ridimensionamento del fenomeno, considerato che, presupposto essenziale per il legittimo esercizio del diritto di opzione da parte dei conduttori, è la regolarità del pagamento dei canoni e degli oneri accessori.

Lʼattenzione, quindi, si concentra sulle morosità degli enti pubblici - nel complesso in progressiva riduzione - ed in particolare delle Amministrazioni dello Stato.

Per quanto riguarda il patrimonio mobiliare, anche per lʼesercizio 2004 si farà conto sulla redditività garantita dai fondi provenienti dalla cartolarizzazione degli immobili e sarà perseguita una politica di investimenti basata su criteri che assicurino la massima flessibilità ed una redditività che sia quantomeno allineata al tasso di attualizzazione scontando comunque le perduranti rigidità sulla mancata remunerazione delle giacenze di tesoreria che comprimono gravemente le potenzialità di investimento dellʼIstituto.

Altre entrate

In questo quadro particolare attenzione meritano le entrate per azioni di rivalsa, di cui si dirà più avanti, nonché quelle per attività nuove, quali le sponsorizzazioni, già impo- state nel corso del 2003 e che nel 2004 si conta di valorizzare nella prospettiva di mas- simo recupero della economicità di gestione

4.2 La Politica Gestionale delle Uscite

In coerenza con le scelte più generali di qualificazione e contenimento della spesa pubblica, nel predisporre le previsioni di bilancio si è prestata massima attenzione a razionalizzare la spesa di natura istituzionale ed a contenere e ridurre, con una costante ricerca del miglior rapporto costi/benefici, la spesa strumentale.

Resta il dato obiettivo della progressiva valorizzazione delle spese strumentali quali presupposto essenziale non tanto o non solo per la qualità del servizio, quanto per la esistenza stessa del servizio, in termini di efficacia dei provvedimenti (subordinata ad esempio alla comunicazione in certe forme e con certi costi agli utenti) ovvero di funzio- nalità delle strutture e componenti organizzative essenziali per poter prestare il servizio atteso.

Lʼaffinamento degli strumenti di controllo di gestione consentirà di porre sempre più in evidenza la stretta correlazione fra spese istituzionali e spese c.d. strumentali e discre- zionali, del resto avvertita dal Governo e dalle amministrazioni di controllo allorché rac- comandano di governare - e ridimensionare - non tanto le spese, quanto le azioni ammi- nistrative che, a monte, le determinano, per qualità e quantità.

4.2.1 Le Spese Istituzionali - Premessa

Nel corso del 2004 proseguirà ancora il processo di attuazione delle norme di riordino in materia di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali (legge n.144/1999 e decreto legislativo n.38/2000, leggi nn. 68/1999 e 493/1999) anche in previsione del nuovo assetto organizzativo/funzionale che interesserà gli Enti di previ- denza.

Le citate norme, infatti, hanno ridisegnato il concetto di tutela globale integrata ai lavo- ratori assicurati nellʼambito del sistema di sicurezza sociale, nel pieno rispetto dellʼequili- brio economico-finanziario e della equità intesa non solo come corrispondenza tra danno ed indennizzo, ma anche quale insieme di azioni positive per evitare il danno o per ridurne le conseguenze.

Pertanto, nellʼottica di fornire al lavoratore unʼeccellente qualità dei servizi, nellʼambito della continuità assistenziale, si dovrà mirare sempre più al coinvolgimento di tutti i sog- getti interessati, interni ed esterni, pubblici e privati, operanti nel settore a qualsiasi tito- lo, implementando le sinergie già esistenti, come peraltro disposto dagli artt. 77 e 95 della legge n.388/2000 (Finanziaria 2001).

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