L’ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA. ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI. FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
REDAZIONE: M. J. d b Jo h a n n i s — R. A. Mu r r a y — M. Pa n t a cloni
Anno XLI - Vol. XLV Firenze-Roma, 25 Ottobre 1 W | g S ® f e t S 5 i ? ^ N. 2112
S O M M A R IO : Liberismo forzato ed inadeguafo. — Quest ioni economichedei. g i o r n o: Sull'alim ento della circo lazione, Senatore Eb coi.e Vid a r i - Sull'aum ento della circolazione, Ed o a rd o Gi r e t t i, Deputato al Parlamento -
L ’aumento della circolazione, Augusto Or a z ia n i - I lim iti della circolazione, Gi l b e r t o Te r n i - Alla ricerca di gualche bene, Rag-, Prof. Eu g en io Gre c o. — Dei provvedimenti economici e finanziari in Germania, Vincenzo Po r r i. — RIVISTA BIBLIOGRAFICA : À v v . Ce s a r e Gasca. I.e leggi della Guerra. ~ Un comunicato del Governo sulle esportazioni. — Le Compagnie di assicurazione tedesche ed austriache proibite in F ran cia. — R. Decreto sul dazio sul grano. — L ’aumento dell'addizionale applicato per decreto legislativo. Il condono delle sopratasse e pene pecuniarie. — La politica monetarla di guerra. — La media dei valori per le dogane. — RIVISTA ECONOMICA E F IN A N ZIA R IA : li commercio delle automobili in Francia. — La garanzia dei biglietti degli Istituti di emissione. '— I nuovi crediti per l’esercito e la marina. — Casse postali di risparmio. — PROSPETTO QUOTAZIONI. CAMBI, SCONTI, VALORI E SITU A ZIO N I BANCARIE.
LIBERISMO FORZATO
E D I N A D E G U A T O .
Tardiva, insufficiente ed inefficiente è stata già dichiarata la disposizione governativa, (della quale più avanti diamo il testo integrale), che riduce il dazio sul grano da L, 7,50 a L. 3 ed in proporzione quello su altri cereali, come se gala, avena, granturco, ecc.
Ii non da noi, che, professanti da oltre qua- rant’anni le teorie liberiste, saremmo sospetti di incontentabilità in materia di riduzione di dazi, s’ebbe il provvedimento governativo la cattiva accoglienza, sibbene da coloro stessi che, prote zionisti per convincimento, come il Luzzatti, sono quindi, in questo caso, ritenuti mondi da ogni vizio di parzialità.
Noi vogliamo invece vedere brevemente se e quanto le tre precise qualifiche attribuite al provvedimento sieno giuste, per scagionare od imputare il dicastero competente, a seconda che sarà per risultare, delle relative responsabilità.
La tardi vita della riduzione del dazio sul grano non potrebbe davvero avere riferimento che ad un’epoca ancora recente: cioè la opportunità sua non sarebbe retrodatabile ad un tempo anteriore agli inizi della conflagrazione europea, a meno che non la si volesse riportare alla questione, sem pre viva, del primo passo da compiere verso una riforma liberista di tutti i nostri dazi, della quale però non è certo il caso adesso di fare parola.
Se consideriamo invece che il prezzo del grano alla metà del luglio scorso era di L. 26 circa in tutti i mercati italiani e lo confrontiamo con le seguenti quotazioni tratte dalle mercuriali della prima e seconda settimana di ottobre, tro viamo un considerevole aumento, pressoché co stante in tutte le principali piazze, ad eccezione di Palermo e di Napoli:
Corsi (lolla prima ottava
Corsi della seconda ottava in lire p e r q u in ta le A le ss a n d ria . . . 29,75 a 31,25 30,50 a 31,50 T o rin o . . . . . 30,00 a 32,00 30,50 a 33,00 N o v a ra . . . . . 30,00 a 30,50 31,00 a 31,50 C rem o n a . . . . 30,50 a 31,25 30,50 a 31,25 M an to v a . . . . 29,75 a 31,25 30,25 a 31,25 M ilano . . . . . 30,00 a 30,75 30,75 a 32,00 L o nigo . . . . . 28,00 a 28,50 29,50 a 30,00 R o v ig o . . . . 28,50 a 30,25 29,50 a 31,10 V e ro n a . . . . . 29,00 a 30,00 29,75 a 30,75 B o lo g n a . . . . 28.50 a 29,50 30,00 a 31,50 F e r r a r a . . . . 29,25 a 30,00 31,50 a 31,75 P a rm a . . . . . 28,00 a 29,75 29,75 a 31,25 F ir e n z e . . . . 30,50 a 31,75 31,50 a 32,50 P i s a . . . . 32,75 a 33,00 P a le rm o . . . . 31,50 a 35,70 31,50 a 36,00 N ap o li . . . . . 32.00 a 32,50 34,00 a 34,50
Le 4 a 5 lire d’aumento per quintale debbono una causa o più cause; e quali ?
1° la interrotta importazione dai paesi espor tatori, o per chiusura delle barriere di uscita o per non aver saputo accaparrare in tempo le disponibilità;
2° il tesoreggiamento del grano fatto da gli stessi produttori italiani in attesa di prezzi più remunerativi;
3° l’incetta compiuta dal Governo per le necessità militari; dai municipi e dai molini, ì primi per mettere in pratica il calmiere; i secondi per non venir meno di materia prima;
4° l’incetta della speculazione.
674 L’ ECONOMISTA 25 ottobre 1914
La insufficienza attribuita al provvedimento fa ricordare quanto è accaduto nel 1898, allor ché, sebbene per cause diverse dalle attuali (si trattava allora di scarsità di raccolti) i prezzi dei grani ebbero quegli aumenti che tutti ricor diamo e che furono la causa principale del di sagio delle classi meno abbienti e quindi deter minante di quei moti che vennero però ener gicamente arrestati dall’azione delle truppe e dal funzionamento inesorabile dei tribunalidi guerra.
Anche allora il Governo dapprima ridusse il dazio sul grano da L. 7,50 a L. 5, limitando anche a quell’epoca il provvedimento ad un breve periodo, dal gennaio al 31 maggio 1898; ma prima di questa scadenza fu costretto, per solo effetto della pressione dovuta al rinnovarsi dei deplorevoli moti che sconvolsero, lasciando lunga traccia, il paese, a decidersi di sospendere totalmente il dazio e ad imporne anzi l’aboli zione anche ai Comuni.
E ’ da ricordare però che allora la defìeenza del grano, dipendente, come abbiamo detto, dai cattivi raccolti, si sapeva avrebbe trovato un limite naturale nel nuovo raccolto, e cioè nel giugno-luglio dell’anno in corso; mentre nel mo mento attuale, derivando l’aumento del prezzo da un fatto eccezionale e di durata incerta quale la guerra e quindi potendo accentuarsi anziché attenuarsi in specie le tendenze speculatrici, male si concepisce un termine, verso il quale purtroppo saranno naturalmente portati! deten tori di grano per profittare degli eventuali rialzi di prezzi che venissero in conseguenza al ritorno alle tariffe normale.
Il provvedimento della riduzione del dazio di L. 4,50, quando l’aumento dei prezzi già supera questo importo, e la tendenza si mostra decisa mente intesa a progredire sulla stessa via, rien tra invero nel novero di quelle deleterie mezze misure, che non giovano sul momento a ripa rare il male cui si vuol apportare rimedio, che pregiudicano e notevolmente anche la efficacia di un ulteriore provvedimento di abolizione, perchè questa sarà ancor meno sensibile giun gendo quando il mercato ne avrà quasi scontata in precedenza l’azione.
Crediamo che la abolizione completa e tempe stiva del dazio avrebbe potuto conseguire effetti immediati notevoli, mentre la parziale riduzione adottata tardivamente potrà equilibrare appena il danno dell’aumento artificiale dei prezzi, e non agirà affatto quale deprimente energico, come avrebbe dovuto, delle eventuali tendenze specu lative al rialzo.
Siamo cosi passati dal campo della insufficienza del provvedimento a quello della inefficienza, la quale del resto emerge anche da altre conside razioni.
E’ evidente che il solo e miglior mezzo atto ricondurre i prezzi alla base di partenza, sa rebbe quello di conseguire una notevole, anzi abbondante importazione del cereale, o delle farine dagli Stati Uniti del Nord America, l’u nica piazza ancora rimasta per la esportazione. Ora se si considera il cambio della moneta, il maggior costo dei noli di trasporto, il maggior prezzo che sarà richiesto sullo stesso mercato Americano, si dovrà concludere che la riduzione
di L. 4,50 è insufficiente a compensare le dif ferenze costituite dagli elementi sopra accennati.
Riteniamo invece che se il Governo avesse operate le incette di grano, di cui abbisognava, all’estero, anziché nel regno, ed avesse conti nuato a fare acquisti all’estero, su larga scala ad ogni occasione più propizia e fino dal cominciare dello stato anormale, più efficientamente avrebbe provveduto ad evitare la condizione attuale.
Ci auguriamo che il dicastero dell’Agricol tura, finalmente conscio che a certe situazioni si provvede più utilmente con una azione attiva e di iniziative, anziché con troppo studiate e paurosamente delimitate provvisioni, condotte faticosamente a termine soltanto sui tavoli degli uffici, voglia seguire in futuro una direttiva più vigorosa e tale da dirimere in breve un incon veniènte di non lieve entità, che potrebbe es sere foriero di guai peggiori.
QUESTIONI ECONOMICHE DEL GIORNO
SULL’t i m o DELLA CI1CDLAZI0NE
Gli scritti che abbiamo pubblicati e che qui sotto pubblichiamo, cortesemente favoritici da notabilità illustri nel Parlamento, nella Cattedra e ben conosciute nel giornalismo, alle quali in viamo sentite grazie, concludono unanimi contro la tendenza espansionista della circolazione.
Anche dove non è stato esplicitamente detto riteniamo sia stato però pensato da ognuno il consenso ad un allontanamento dai limiti nor mali della circolazione, quando le necessità pro vate dei commerci e delle industrie, od i bisogni dello Stato richiedano che entro giusta misura e colla dovuta garanzia, si acceda ad una diret tiva non rigorosamente avversa ad una certa elasticità.
On. Direzione,
Grazie del lusinghiero invito : a cui rispondo così. Dirò un luogo comune : cioè, che la circo lazione cartacea va ristretta entro i rigorosi confini segnati dalle condizioni economiche e monetarie di un paese in un’ epoca determinata, di modo che la moneta cartacea abbia ad inte grare, presso a poco, la mancanza o la insuffi cienza della moneta metallica; sotto pena, altri menti, di determinare immediatamente l’aggio dell’oro sulla carta, e quindi il rinvilimento di questa.
Pare che di ciò siasi avveduto in parte il nostro Governo quando, pure avendo stabilito di emettere parecchie centinaia di milioni di carta, non ha ancora messi in circolazione i promessi biglietti da 1 a 2 lire; prova questa, che la piccola circolazione monetaria basta, per ora, da sé a provvedere ai maggiori e più ur genti bisogni del piccolo commercio.
Senatore Ercole Vidari.
Sull’aumento della circolazione.
B riccherasio, i 2 ottobre i9 i-i Personalmente, come filatore ed esportatore di seta greggia, avrei tutto da guadagnare dall’au mento illimitato della circolazione, il cui effetto più sicuro sarebbe di far salire rapidamente i prezzi della mia merce all’interno in confronto a quelli dei mercati di consumo, per ora pres soché completamente chiusi dalla guerra e dalle sue fatali ed estese ripercussioni.
Ma credo che il primo ed il più elementare dovere di chi dalla fiducia dei suoi concittadini èchiamato a far parte deli’assemblea legislativa consiste appunto nel guardarsi dalla tendenza, purtroppo naturale, che spinge ogni individuo umano a considerare il proprio immediato inte resse, come l’interesse vero e definitivo della nazione alla quale appartiene.
Ora, dal punto di vista dell’ interesse generale io spero che il Governo e coloro che hanno la responsabilità dei nostri Istituti di emissione sa pranno resistere energicamente alle sollecitazioni ed alle pressioni della corrente «inflazionista», tanto più pericolosa in questo momento, in cui ai soliti bisogni fittizii della speculazione si ag giungono il desiderio legittimo di combattere la grave crisi, che ha ridotto all’inattività una gran parte delle nostre classi industriali ed operaie, e la tentazione, seducente per i ministri, di na scondere i debiti che essi sono costretti a fare allo scopo di sopperire ai diminuiti proventi delle imposte e di sostenere le spese militari straordi narie necessitate dalla grave e delicata situa zione internazionale.
E cosi facile con qualche rotolo di carta filo granata, con un torchio da stampa e con alcuni chilogrammi d’inchiostro fabbricare i miliardi di fantasia e dare quattrini a tutti quelli, ai quali può tornar comodo di averne in cambio dei loro riconoscenti elogi alla saggia e coraggiosa poli tica governativa !
Si capisce che una emissione la quale soddisfa tanti appetiti, trovi da ogni parte fautori entu siasti anche dopo le ripetute e solenni catastrofi che la storia ricorda.
Soltanto codesti fautori « dell’ inflazionismo » bancario dovrebbero astenersi dall’adoperare l’esempio e gli argomenti attuali dell’Inghilterra. L’ Inghilterra, sola tra le grandi e le piccole Potenze dell’ Europa, ha sino ad oggi, nonostante la guerra, mantenuto un regime di sana moneta col cambio obbligatorio in oro.
Quindi, per adesso almeno, — l’on. Maggiorino Ferraris ha avuto il torto di dimenticarlo— non vi è in Inghilterra il pericolo di un eccesso di circolazione fiduciaria. Questa è precisamente quella giusta che il paese richiede. Se è stata aumentata, la ragione è che il bisogno reale dei biglietti era cresciuto. Vero è che il Governo inglese ha creduto di guarentire tutte le cam biali che le Banche tenevano in portafoglio al 4 agosto u. s., giorno della dichiarazione di guerra. Ma chi potrebbe seriamente sostenere che un simile provvedimento possa essere imitato in Ita lia, dove le condizioni del sistema bancario e cre ditizio sono così profondamente diverse da quelle che esistono in Inghilterra!
S'intende che, parlando prò e contro l’au mento della circolazione, si è nel campo dei li miti e delle tendenze.
In fatti, un aumento considerevole della circo lazione fiduciaria è già venuto in Italia, ed anche gli avversari più decisi della corrente «inflazio nista », tra i quali mi metto senz’ altro, non af fermano che non ci siano state per ciò delle buone ragioni, e non escludono che, con dovute precau zioni, qualche ulteriore aumento si debba an cora eventualmente consentire.
Ma quello che si può con tutta certezza nello stesso tempo affermare, è che le autorizzazioni già date per una ulteriore emissione, sono non solo suffieenti, ma anche eccessive.
Le riassumo brevemente. Col R, I). 4 agosto u. s., N. 701, le Banche di emissione furono autoriz zate ad aumentare di un terzo il limite massimo della loro circolazione a riserva del solo 40 per cento, che, come è noto, era fissato nella comples siva somma di 908 milioni di lire.
L’aumento di un altro terzo è stato accordato col succesivo R. D. del 13 agosto u. s., n. 825.
Col R. D. N. 827, del 18 agosto u. s. il Mini stero del Tesoro fu autorizzato a chiedere ai tre Istituti di emissione, indipendentemente dalle an ticipazioni previste dall’articolo 25 della legge testo unico approvata col R. I). del 28 aprile 1910 n. 204, e dall’ art. 3 della legge 29 dicembre 1912, n. 1346, una somma complessiva di 300 milioni di lire di biglietti, per fronteggiare le richieste straordinarie di rimborsi, che potessero essere fatte alle Casse di Risparmio ordinarie ed hai Monti di pietà che ricevono depositi a risparmio.
Finalmente il R. D. del 19 settembre u. s., n. 1007, aumenta di altri 155 milioni di lire, che, contro la emissione di pari somma di biglietti, il Tesoro dello Stato è in facoltà di chiedere agli Istituti di emissione per l’art. 3 della legge del 29 dicembre 1912, n. 1146, ed eleva sino a 700 mi lioni di lire Fimporto complessivo della circola zione dei biglietti di Stato, che era fissato a 525 milioni di lire dalla legge 9 luglio 1914, n. 659.
In totale abbiamo dunque queste autorizza zioni di nuove emissioni accordate nei due ultimi mesi, di cui solo i primi 600 milioni di lire gua rentite da riserva metallica nella proporzione del 40 per cento :
Due terzi sul limite normale degli Istituti di emissione... milioni di lire 600 Anticipazione per rimborsi
alle Casse di risparmio.
Anticipazioni al Tesoro. . »» »» 300155
Circolazione di Stato . . » » 175
Totale aumento milioni di lire 1.220 Al 31 dicembre 1913 la circolazione fiducia ria in Italia era:
dello Stato. ' ...lire 499.070.695
degli Istituti di emissione . » 2.283.508.850
676 L’ ECONOMISTA 25 ottobre 1914
della moneta a pieno valore intrinseco, ma ohe, essendo escluso il baratto effettivo dei biglietti in oro e scudi della Lega latina, non può in nessun modo costituire per la nostra circolazione una garanzia equiparabile a quella, di cui godono tuttora i biglietti della Banca d’Inghilterra.
In altre parole, se il sapere che esistevano nei forzieri dello Stato e degli Istituti di emi- sione considerevoli riserve di oro e di argento ha potuto in buona parte giovare a mantenere nel pubblico italiano la buona opinione sulla solidità della nostra circolazione monetaria, il fatto che i nostri biglietti si siano potuti con servare a lungo alla pari con l’oro non si deve attribuire tanto all’esistenza delle riserve, quanto alla effettiva insufficienza della circolazione mone taria per rispetto ai bisogni, ai quali essa doveva
servire.
Coloro, che oggi propugnano 1’aumento illimi tato della circolazione, dimenticano appunto che nei regimi a corso forzato questo senso penoso di insodisfazione è il prezzo al quale il paese paga la garanzia che in mutate circostanze la sua moneta non sia esposta a gravi deprezzamenti. Occorre quindi resistere energicamente nei momenti di crisi, in cui aumentano i bisogni, non tutti reali, ' di credito, alla corrente che tende alla moltipli cazione dei biglietti, specialmente quando questi biglietti sono chiesti per la creazione artificiale di affari o per permettere al Governo di largheg giare nelle spese, sia pure nel lodevole scopo di dare lavoro ai disoccupati.
Anzi, è precisamente in questo genere di spese che bisogna andare molto cauti e guardinghi, perchè adoperare i biglietti dello Stato o delle banche in opere pubbliche è come fabbricare case coi denari ottenuti con cambiali a tre mesi, colla differenza che le cambiali dei privati protestate vanno a danno soltanto di coloro che hanno cre duto di accettarle per buone, mentre il depraz- zamento della moneta, inevitabile nel caso di una eccessiva e prolungata emissione può momenta neamente costituire una fonte di utili indebiti per un piccolo numero di imprenditori e di spe culatori, ma si ripercuote in un danno certo ed immediato della grandissima maggioranza della nazione, e massime delle classi, degli impiegati a stipendio fisso e degli operai salariati, deter minando una condizione generale di sfiducia e di scredito, di cui alla lunga dovranno soffrire le stesse industrie ed attività, che a tutta prima possono avere avuto l’illusione di un impulso efficace e durevole.
Credo quindi che sia opera utile e meritoria quella di mettere in guardia il grande pubblico italiano contro i sofismi e le lusinghe della cor rente « inflazionista » e spero che il Governo ed i dirigenti degli Istituti di emissione, pur non rifiutandosi a quegli straordinari provvedimenti, che possono essere giustificati dalle condizioni veramente eccezionali del momento, non si lasce- ranno attrarre per una via, che potrebbe essere rovinosa per il paese.
Edoardo (¡riretti.
D e p u tato a l P a rla m e n to p el Collegio d i B ric h e ra sio . P. S. —‘ Agli aumenti di circolazione sopra ricor dati sono ancora da aggiungere i 100 miliioni di lire di biglietti che il R. D. n. 1028 del 22 settembre u. s.
ha autorizzato il Ministero del Tesoro a farsi som ministrare dalla Banca d’Italia allo scopo di anticipare a mezzo della Cassa Depositi e Prestiti i mutui alle Provincie ed ai Comuni destinati all’accelerata ese
cuzione di opere pubbliche. E. G.
L’aumento della circolazione.
Ill.mo signor Direttore,
La condizione di non perfetta convertibilità dei biglietti di banca impone cautele più rigorose intese a prevenire una eccessiva circolazione. Gli Istituti italiani di emissione possono scambiare i propri biglietti od ili moneta metallica, od in biglietti di Stato, ma è sospesa la conversione dei biglietti di Stato in moneta metallica. Vige un corso forzato parziale dei biglietti di banca, per una quantità di essi uguale all’ammontare dei biglietti di Stato, mentre per la quantità residua la convertibilità è potenzialmente intera. Quindi se aumenta l’emissione dei biglietti di Stato, tanto più si restringe, a parità di rap porti, anche l’obbligo effettivo della conversione del biglietto in metallo: laonde pure l’incre mento della carta di Stato dovrebbe costituire freno ulteriore all’incremento della carta ban caria: laonde la convenienza di speciali prescri zioni e garanzie, dalle quali potrebbe prescin dersi in un regime di circolazione completamente fiduciaria. Dato questo, non gioverebbe fissare un massimo di emissione, basterebbe prescrivere il mantenimento costante di una riserva metal lica proporzionale alla quantità dei biglietti cir colanti ed esigere anzitutto e sopratutto la cor rispondenza delle operazioni attive a quella dell’emissione. Ma, data l’imperfetta converti bilità del biglietto, è prudente aggiungere a tali norme la designazione di un limite massimo nor male, al di là del quale l’emissione debba essere fronteggiata da riserva metallica piena o pro porzionalmente più grande. Il sistema italiano, quale è fermato nel Testo unico approvato con Regio decreto 28 aprile 1910, è lodevole, poiché disciplina le eccedenze sul limite normale od imponendo copertura metallica piena, od aggra vando in misura scalare e sino al 7,50% l’im posta di circolazione coll’incremento dell’emis sione e colla diminuzione proporzionale della riserva. Cosi non si elimina nemmeno negli ul timi gradi l ’elasticità della circolazione, mentre se ne rinvigoriscono le garanzie; elevando i costi dell’emissione del biglietto col scemare della riserva e coll’aumentare dell’emissione, si indu cono gli Istituti bancari a ricorrere ad incre menti più grandi di emissione, solo se ad essi facciano riscontro reali vantaggi.
a nuova disposizione, di accrescere di due terzi codesto limite normale, prescrivendo che sopra tale eccedenza l’imposta di circolazione sia del- 1 uno per cento, coni’è sulla circolazione sino a lineila cifra. Quindi nessun costo ulteriore incon trano gdi istituti bancari nell’incremento della circolazione, che complessivamente ragguagli anche 605 milioni e 330 mila lire, purché però io lronteggino colla riserva normale del qua ranta per cento. Sostanzialmente, mentre anche in assenza di questi decreti-legge si sarebbe potuto ampliare la circolazione, o con riserva totale proporzionalmente superiore al quaranta per cento, o pagando imposta di circolazione via via crescente; per virtù di essi Tampliazione può avvenire, contrapponendo la proporzione normale di riserva metallica e pagando la normale im posta di circolazione. Le guarentigie della circo lazione sono anche diminuite per l’accrescimento della quantità dei biglietti di Stato da 525 a a 700 milioni, essendo così accresciuta la carta inconvertibile di 175 milioni. Si aggiunge che le anticipazioni statutarie, cui gli istituti di emis sione sono costretti, sono aumentate di 155 mi lioni, e che di altri 300 milioni non coperti da riserva metallica può aumentarsi remissione per fornire anticipazioni alle casse di risparmio ed ai monti di pietà, i quali diano somme a pre stito sopra a titoli di Stato o garantiti dallo Stato. La riserva di titoli è meno propria di quella metallica per le oscillazioni di valore cui sono soggetti, ma ad evitare l’alienazione a corsi depressi di questi titoli è stato utile il provve dimento, che ha accresciuta la disponibilità di istituti che sovvengono medie e disagiate fortune.
Si tratta di una notevole facoltà di estensione
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della circolazione, ma può dubitarsi della misura di essa, non della convenienza di un ampliamento dell emissione, che costituisce il limite normale. Giustamente osservava in queste colonne il dot tor Nieotra, che vari fatti concorrono ad accre scere la necessità di mia quantità maggiore di biglietti. La restrizione dei consumi privati non si è tu tt ora manifestata in larga sfera, mentre si sono accresciuti grandemente i consumi pubblici per la preparazione militare; si è verificata inol tre una diminuzione della velocità di circolazione di tutti i titoli di credito, il che implica un in cremento della massa dei biglietti medesimi; si e attuato un tesoreggiamento parziale del medio circolante. La ragione od almeno una delle ra gioni per le quali dopo la crisi del 1866 in In ghilterra non si è più dovuto sospendere l’atto di Peel, frammezzo alle maggiori perturbazioni economiche, sta nell’uso limitato del biglietto di fronte ad altri mezzi di circolazione, così che la elasticità della circolazione può essere data da altri elementi del medio circolante.Tuttavia indubbiamente bisogna opporsi ad ul teriori aumenti della circolazione per evitare il deprezzamento del biglietto di fronte all’oro e di fronte alla carta estera, e considerare questi provvedimenti come transitori, affrettando pos sibilmente il ritorno al regime normale. È su perfluo dire che fra i pregiudizi ancora diffusi, è gravissimo quello che nella emissione di bi glietti ravvisa il mezzo già idoneo a ridestare ,shnflsjM>ntyolnI) ÌBtea,ptmsv éobupntidwtlitrtàq ifttinOie I
i mezzi di circolazione sono riflettori e non pro pulsori dell’attività industriale.
Cosi anche a calmare l'eccitazione psichica che sospingeva i depositanti a richiedere agli istituti di credito impovvisamente ed integral mente il rimborso delle somme depositate per tesoreggiarlo e che avrebbe distrutte le migliori aziende, è stata opportuna la moratoria concessa alle banche stèsse,: Ma passato il parossismo do vuto al panico dei primi momenti potevasi ri stabilire l’impero del diritto comune e lasciare che, come mediante le mutazioni del saggio dello sconto gli istituti difendono le proprie riserve, mediante opportune variazioni e graduazioni del saggio dell’interesse si procaccino depositi re peti bili, soltanto a scadenze pin o meno lunghe. Mi creda, illustrisssimo sig. Direttore, cOn ogni considerazione
Dev.mo Augusto Oraziani.
I limiti della circolazione.
La questione del limite cui può spingersi la circolazione per sovvenire il . mercato turbato da avvenimenti eccezionali, a me pure debba considerarsi sotto questi vari punti di vista: Anzitutto la proporzione tra riserva metallica e circolazione è scesa sotto quel limite che una lunga esperienza ha dimostrato opportuno? In dipendentemente dal limite stabilito per la cir colazione normale, ¡si poterono strettamente os servare taluni criteri fondamentali senza preoc cupazioni di speciali vantaggi? I cambi sono una norma? Se lo sono, cosa ci dicono?
678 V ECONOMISTA 25 ottobre 1914 seri affidamenti di solvibilità, e non si tratta
già di fare della beneficenza che risulterebbe in breve affatto impropria. Si prolungherebbero ma non si salverebbero talune situazioni, con danno degli Istituti e anche del Paese che ve drebbe svalutata la propria carta moneta.
Insisto su questo concetto del genere della circolazione, che prevale sulla cifra; più che alla quantità si deve aver riguardo alla qualità.
Dal corso dei cambi si è usi misurare il va lore della circolazione. Polemiche memorabili intesero a combattere l’attendibilità di questo indice e per mio conto ritengo che il cambio rappresenti solo un elemento di giudizio; la norma che può dare ha un valore, ma non esau riente. Or bene, nel momento attuale non dice gran che, in quanto poco più di un anno fa quando le condizioni del nostro Paese, non tor mentato dalla crisi proveniente dalla guerra colla cessazione del commercio internazionale erano ben diverse, si avevano cifre poco dissi mili dalle attuali in rapporto alla Francia: vedi giugno 1913. Dovremmo d’altra parte rallegrarci dal confronto coll’Austria e più ancora colla Germania, che dà indubbia prova di saldezza economica; cento marchi valgono oggi circa 122 lire italiane, e non 125.
Per non cadere nell’inflazionismo — il fatto che giustamente preoccupa — oltreché nella rigi dità e oculatezza sulle operazioni di risconto da parte dei direttori degli Istituti di emissione, ho fiducia nel provvedimento voluto dallo Strin ghe!'che obbliga i.tre Istituti a rimborsare, su richiesta, la cifra totale dei depositi. Nessun dubbio che questa misura, che costa d’altronde poca fatica agli Istituti, liberi di aumentare entro larghi limiti come ne hanno necessità la circolazione, costituisce un motivo di enorme van taggio su quelli ordinari, impossibilitati a fron teggiare, se non intervenivano i recenti decreti, tutte le domande dei depositanti ; ma riversando d'altra parte la maggior mole del risparmio nelle casse delle Banche d'emissione, permette di restringere la circolazione. Questo giustifica la diversità di trattamento ; è necessario ricor dare che salus reipublicae lex estl
Gilberto Terni
Alla ricerca di qualche bene,
1° Può sembrare sforzo cui manchi la speranza di un premio, o ricerca del fondamento a vieta formula.
Distruzione di vite, di ricchezze, arresto di industrie, scompaginamento nei traffici, rovine di gioielli d’arte, incendi di tesori di biblioteche, l’animo accasciano e predispongono ad una vi sione che non può essere se non di terrore, de solazione, miseria.
E’ tuttavia certo che profonda esperienza in uomini pubblici e privati è derivata dagli ul timi mesi, ed umano è il chiudere gli occhi per supporre tutto finito e pensare a quanto si farà nella ripresa della vita normale.
2° Non più impreparazione militare e politica, non più fede cieca nelle teorie dell’Angel, non 1
più illusione che interessi economici anche se fittamente serrati in reti abbarbicate e aggro vigliate valgano a scongiurare l’enorme flagello. Bando alle seducenti teorie dell’arbitrato inter nazionale, eliminazione dell’aggettivo 'di « im produttive » riservato un tempo alle spese mi litari, credenza pallida a trattati e convenzioni, un acuito senso di egoismo e giusto criterio di tutela dei nostri interessi, dei nostri diritti.
3° Forse anche si accentuerà l’amore per la cosa pubblica, il bisogno di occuparsene, di stu diarne le necessità, di avere nella scelta la pre ferenza per quelle persone che da coltura e stu dio sono additate di preparazione intellettuale e positiva, onde avvenga che in momenti gravi, solenni, uno spirito di ampia fiducia corra nelle numerose falangi del popolo verso i reggitori dei nostri destini.
4° Il largo benessere di un bilancio in pareg gio resistente alle più violenti raffiche, sì che rigorosa ne derivi la finanza, sicuro che l’affi- damento sulle forze del tesoro, e, nei rapporti coll’estero normale il cambio, sarà apprezzata come una delle necessità ineluttabili: vivranno nell’animo di tutti le benemerenze di Sella, il chirurgo, e dei pochi altri ministri Luzzatti, Sonnino a designazione, che colle parole e coi fatti in ispecie, sfidando altresì l’impopolarità, dall’enorme disavanzo in cui versava, al pareg gio portarono il nostro bilancio. Non più saranno tollerati gli espedienti di Magliani, che pure ebbero qualche edizione recente sebbene miglio rata; non più agli « avanzi giranti » si farà ricorso, ma secca e sincera ne verrà ognora fatta l’esposizione anche se dolorosa, convinti tutti che vi è maggior soddisfazione a non es ser ministro della guerra, senatore bensì il « de siderato » pel bel tratto di fermezza e di ca rattere.
E nuovo gruppo di « Rusteghi » sorgerà alle Camere a difesa solenne del pareggio sovente volte minato da domande che non sempre pog giano sui veri bisogni del Paese.
5° Alle promesse seguiranno presto i fatti. Cesserà l’attesa di lustri per la non finita di rettissima Milano-Genova, o pel Canale naviga bile della regione Padana, o per l’invocato al largamento dei porti di Savona e Genova, nè le terre Calabre già un tempo granaio d’Italia ora incolte a sterpi, si sentiranno la ripetuta promessa di legge di esproprio sempre invano attesa, nè resteranno improsciugate tante plaghe del paese atte a dar lavoro ed a rifornire quel grano che ci è indispensabile e tanto difetta ! Le opere pubbliche costeranno meno pel minore onere d’interesse sui capitali immessivi e in fruttiferi sin che non siano finite, più accelerato sarà il palpito del Paese che i mezzi fornirà pur che sia convinto di vedere e assaporare i frutti dei suoi sacrifici, di saper risolto annosi problemi quale quello del diboscamento, di co noscere i danari « spesi bene », per « lavori red ditizi ».
6° Per nulla minore sarà l’esperienza del campo pur vasto della vita privata. In passato:
per il feticismo delle grandi cifre da connubio di ragionamenti sani con altri viziati d’errore: cosicché con un capitale di 250 mila, lire un banchiere credette far affari per 40 milioni, un industriale con 400 mila lire di patrimonio co stimi uno stabilimento di un milione, e insomma l'avere nitido individuale o sociale rappresen tava una tenua frazione del grande passivo, un insignificante cuscinetto, mentre l’attivo per di più veniva costituito da enti di difficile rea lizzo e non sufficientemente svalutati e ammor tizzati.
Quante attuali vite di dolori, quali recenti notti di ansie per codesti nomini richiamati da banche, da fornitori, da correntisti a pagamento e restituzioni che più non si ponno fare col sa puto rimedio di creare un buco nuovo per chiu derne uno vecchio e coll’espediente usitato di fabbricare carta finanziaria o di comodo.
Il concetto di avere una situazione buona finanziariamente prevarrà a quello di avere una situazione economica migliore. L’idea di tran quillità e di indipendenza avrà sopravvento a quella del lucro presente e ingente. La nuova divisa sarà guadagnare quel che si può ma si curo, vender meno ma vender meglio, avere meno crediti e meno merci ma anche meno de biti verso banche e fornitori.
Si armonizzeranno più esattamente le forze delle singole aziende, meccanismi di orologeria saranno più saviamente studiati, ogni commer ciante amerà fare a sé, e il sistema delle cor date con cui la vita dell’uno è legata a quella degli altri resterà relegato al campo più pro prio dell’alpinismo dove nemmeno forse ha una nimi ammiratori.
7° Sarà fatale un restringimento di freni nelle spese famigliari pel minor guadagno, per la maggior prudenza dei padri di famiglia; ma se anche questa contrazione nelle erogazioni si ripercuoterà sui traffici, in cambio i risparmi troveranno poi sfogo a favorire imprese più produttive o rispondenti a veri bisogni, e i mi nori dissesti famigliari come i diminuiti falli menti commerciali si riverbereranno in preferi bile andamento della società in genere che dagli sconvolgimenti dei singoli non trae che nocu mento per la più utile delle sue istituzioni « il credito ».
8° E quanto al « Credito », strumento pre zioso ma delicato quant’altri mai, esso troverà applicazioni più confacenti ai bisogni cui sod disfa.
E’ augurabile che industriali e commercianti si risolvano a far da commercianti e da indu striali ai loro clienti, non da banchieri in omag gio alla massima latina che deve imperare « age quod agis », e le banche nostre che non meritavano affatto il « run » prodottosi a fine luglio scorso, sempre più e sempre meglio si proporranno coi depositi operazioni a breve sca denza, prettamente su carta commerciale, non finanziaria o di comodo, operazioni liquide come dai canoni della dottrina apposita predicata da Pietro Rota nel libro « Principi di Scienza ban caria », a torto rimasto esaurito, perchè seb bene del 1873 è sempre fresco e maestoso col suo eterno ammonimento implicito ed esplicito
di essere ognora pronti a liquidare se mai si vuole dover liquidare.
Sono 100 milioni di depositi? Ecco 100 milioni in contanti con un semplice provvido riscontro di carta sicura. 11 pubblico tranquillo su ciò non ripeterà il deplorevole errore di rinchiudere in cassette di custodia somme ingenti lasciate infruttifere e sottratte ad una fruttuosa circo lazione.
9° Sono milioni e milioni a centinaia così rifugiati « ad ogni buon fine » e non soltanto dal popolino che già in recente passato ricor reva alle calze o materassi per la custodia dei risparmi, ma da eletti commercianti, intelligenti industriali, hrillanti professionisti. 0 ’ è da scom mettere che la serie comprende anche qualche scrittore di note economiche contro l’allarga mento della circolazione.
10° 11 quale allargamento sarebbe per ciò solo stato indispensabile fino a concorrenza vale a dire di codesta sottrazione di medio cir colante, ma doveva essere aumentato dalla mi norata compensazione per la improvvisa rare fazione degli chèques che, pur da noi già suffi cientemente diffusi, avevano sedotto persino al cune signore trasformatesi in pioniere di simile strumento.
Nè più nè meno si doveva aumentare la quan tità di carta per non rievocare i fasti degli as segnati e i prodigi di Law, per non lasciare però i traffici al disorientamento iniziale pro dottosi allo scoppio della guerra avrebbero fatto seguire indirizzo energico teso a trarre vantag gio dall’arresto delle industrie e dei commerci nei paesi belligeranti col sostituire le minori importazioni, col conquistare qualche mercato nuovo, e del resto i rifornimenti al (Governo per la nostra preparazione non poco movimento hanno portato e porteranno.
11° L’appuramento di simile concorrenza non può che esser fatta in modo empirico all’inizio alla stregua di esperienza e di « colpo d’occhio » ma soccorrono poi i soliti termometri che sem pre avvisano tecnicamente della regolarità della circolazione e più esattamente se ne accorge ranno i finanzieri nostri quando l’ eliminata moratoria, che vuol essere adoperata nelle tenui dosi con cui ci si vale della stricnina nelle ma lattie, avrà permesso il ritorno al normale dello specchio dei traffici.
12° Ancora un istante di veggenza nel futuro e di astrazione del triste presente. Non ultima portata dello sconvolgimento odierno sarà la riconosciuta forza di una preparazione anche scientifica nei nostri commercianti ed industriali, preparazione a base di studi storici ed econo mici dei quali non mancano in Italia le cattedre cui accorreranno i futuri uomini di traffico come a fari emananti fasci di luce.
Allora avverrà che quando, passata la bufera, con rinnovata energia e forzata esperienza si riprenderà la vita nuova, l’ Italia nostra avrà il posto assegnatole dai suoi destini e « strepiti lieti e lieti fumi di fervide fucine » voleranno al « cielo liberale » !
680 L ’ ECONOMISTA
25 ottobre 1914
provvedimenti economici e finanziari
Germania. i n
Allo scoppiare della guerra europea la prepa razione finanziaria della Germania per la grave contingenza, aveva già pronta tutta una serie di progetti di legge interamente redatti e che ven nero presentati al Reichstag per essere conver titi in leggi ed instaurare i nuovi istituti e le nuove norme. Il momento della situazione econo mica era abbastanza tranquillo, e se vi era stata una leggera tensione nel credito, era già passata la liquidazione del secondo quartale,.e le condi zioni erano ben differenti da quelle che si erano presentate nella crisi del settembre 1911 in cui, per il ritiro di 200 mi liioni di marchi, era stato necessario ricorrere ai mercato monetario, nord- americano: ora invece il denaro era relativa mente facile ed anche questa fu una delle cause che procurarono l’incapacità del mondo finan ziario ad esplicare una qualsiasi azione favore vole alla pace.
I. Nell’occasione dell’imposta straordinaria sul capitale che avrebbe dovuto rendere un miliardo di inarchi, per spese militari, — benché il gettito ne sia stato assai minore, si può presumere non interamente sia stato adoperato, quindi possa ora servire alla conduzione della guerra 4^. Si èra deliberata la formazione di due riserve belliche di 120 milioni ciascuna (una in oro, l'altra in argento); fino al luglio però non erano stati rac colti che 85 milioni i quali don i 120 del vecchio tesoro di guerra furono portati alla Réichsbank dove divennero base ad una triplicata emissione di banconote. Contemporaneamente era stata so spesa la convertibilità delle banconote in oro da parte della banca centrale, ed anche le Provinz- notenbanken, che possono emettere banconote da convertirsi in oro a vista, furono tenute solo a cambiarle in note della Réichsbank. Viceversa si deliberò di non estendere la facoltà della banca di emissione di mettere in circolazione dei biglietti oltre i limiti statutari: però, so spesa la convertibilità, il potere d'emissione si trovava, già notevolmente largo, perché lò sta tuto esige solo una /copertura metallica di un terzo, e perché i certificati di prestito da emet tersi dalle ricostrutte Daflehenskassen, (mentre nel 1870 potevano esser emessi fiab a 50 milioni di Marchi, óra in ben più ampie respiro di vita commerciale possono giungere fino ad una circo lazione di un miliardo e mezzo sono considerati come metallo quindi portati alle banche d’emis sione diventano base per una triplicata emissione di banconòte. Ne ci si arresto qui, ma cominciò Un evidente ricerca affannosa di metallo aureo anche con mezzi autoritativi, quali le requisi zioni, mentre per i bisogni della guerra si spen deva il più possibilmente dèlia moneta divisio nale fi argento. Còsi la Réichsbank al ricevere i 125 milioni delle riserve di guerra potè emet terne per 615 di biglietti, e poi potrà aumentarli a mano a mano che si.emettonó i Darlehenskassen- scheine ed i ReichskàsSehscheine. Questi ultimi ed i Darlehenskassenscheine dei tagli fra uno e venti marchi vengono in circolazione, e provve
dono così al bisogno^#?! 8ív,ftielíMe. j
II. Il Bundesrath abolì tutti i dazi sopra i con sumi e tolse forza a tutte le norme che ne limi tavano l’importazione: così oca non si prelevano più i dazi che, anche dopo le riduzioni imposte dai trattati, erano di marchi 5,50 sul frumento, 5 sulla segala, 4 sul mais e sul riso e 10,20 sulla farina per quintale; tuttavia questo momentaneo trionfo completo del libero scambio è annullato implicitamente dall-' mancanza dì sicurezza sul mare, tranne per le merci che possono venire attraverso a territori neutrali (Italia, Olanda) e su navi neutrali benché anche qui l’Inghilterra confischi i carichi quando li sospetti destinati al nemico.
III. Di fatto, se non di nome, e come se vi gesse il moratorium perche sono sospese le do mande giudiziali contro commercianti ed indu striali debitori che partecipino alla guerra; e pei debiti rispetto a creditori stranieri nel caso in cui nel paese di questi il moratorium sia stato appli cato, e per i crediti di cittadini di Stati nemici si dichiarò una sospensione delle scadenze fino alla conclusione della pace. Inoltre in tutti .gli altri casi fu lasciato al giudice di decidere se doveva darsi al debitore la facoltà di dilazionare i paga menti per un massimo di tre mesi, mentre se il debitore e riconosciuto essere già in condizione di non poter affatto pagare, si nomina un « Gesehà- ftsaufsicht » che tutela l’attivo, mentre il debi tore - di fatto fallito - può incorrere in nuove ob bligazioni solo per l’acquisto di quanto è stret tamente necessario alla sua vita. Si annullarono infine tutte le norme che punivano la non di chiarazione di fallimento da parte di società a responsabilità limitata. Ma non si volle dichia rare il moratorium generale per conservare at tiva la macchina creditoria-finanziaria; però così le banche sono tenute a soddisfare le loro obbli gazioni, mentre di fatto non possono riscuotere i loro crediti (1). .Vietali o Reich e Darlehen- skasseu scheine, ed altri biglietti ’C ircola
zione P o r ta foglio pazioniA n tici O b b li gazio n i q u o ti d ian e 23 luglio 1691 105 1891 751 50 944 31 » 1528 45 2909 2081 2 0 2 1258 7 agosto 1596 120 3897 3736 226 1879 15 » 1590 159 3882 4426 181 2552 53 » 1596 158 4000 4616 163 2620 31 » 1607 192 4235 4750 117 2441 7 SPtt. 1620 174 4138 4680 109 2419 15 » 1653 175 4054 4660 119 2494 23 » 1704 172 3993 4712 125 2709 30 » 1737 344 4491 4756 30 2351 7 o tto b . 1791 949 4.200 3300 13; 1915
VII. La situazione della Réichsbank già nella prima settimana d’agosto ci mostra l’eifetto dello stato di guerra. Nel «metallo» si vede subilo
(1) p fr. E . St e iju t z e r k n e g s m r t s c ia fM D ie D eutsch-
nella prima settimana una diminuzione provo cata certamente dall’uscita di moneta divisionale d argento : poi la banca ricevett e a mano a mano l'oro dei tesori di guerra e le Darlehenskassen- seheine. Contemporaneamente aumentò rem is sione di banconote di circa -un miliardo in cia scuna delle due prime settimane, poi più lenta mente fino alla fine dell’agosto, per ridiscendere lievemente in seguito quando per l’emissione del prestito di guerra i biglietti cominciarono a tor nare alla banca (1). li portatogli® contempora neamente aumenta anche più, da % di miliardo giungendo in un mese a 4% per mantenersi poi ad altezza di poco inferiore. Date le condizioni del mercato le domande di credito da parte delle banche furono elevate nella prima settimana, (in cui il portafoglio della Reichsbank" aumentò di un miliardo ed '/4) ma poi essendo esse or mai in condizioni d’avere denaro liquido, il ri sconto delle cambiali cessò.
IV. La creazione delle darlelieuskassen do
veva provvedere a dare credilo ai commercianti ed industriali sopra pegno di merci o di titoli {"in quanto ora con la chiusura delle borse non è possibile realizzare alcun titolo e d’altra parte la Reichsbank non fa che ristrettamente l’ope razione d’anticipazione su titoli - Lombard-ge- sehiift). Titoli e merci danno diritto ad un’anti cipazione fino ai 50-75% del valore, scendendo al 40% pei titoli esteri e al 25°/0 sui titoli russi; minimo è il prestito di 150 Marchi, e la durata massima è di sei mesi, al tasso di sconto del 6%%. Queste banche di pegno posson emettere fino a 1 % miliardo di marchi dando Darlehenskassenscheine da 1-2-5-10-20 marchi, che saranno posti in cir colazione per sopperire alla necessità di con tante, mentre i tagli maggiori verranno portati alla Reichsbank che darà in cambio banconote ai portatori. Praticamente le domande di credito su pegno non furono grandi tranne da parte di persone che volevano impegnare oggetti di casa, gioielli ed altri oggetti di lusso, che viceversa sono espressamente esclusi, ricercandosi invece oggetti di valore di mercato possibilmente sta bile e materie prime, prodotti semi fabbricati, beni d’uso generale ecc.
V. L’aiuto del credito mediante accettazione
e sconto di cambiali, di eredito sui libri, di anti cipazioni contro ipoteche e: valori di situazione fu lasciato ad istituti privati, e ad organizza zioni locali create espressamente: kreditliilfkas
sen. Debbono alleviare la posizione di coloro ai
quali le banche ora negano una estensione del credito, precedentemente aperto, come per quegli altri commercianti ed industriali piccoli e medii, viventi giorno per giorno e ehe avevano inve stito tutto il loro capitale nell’azienda: questi non erano legati a banche ma ora non possono vendere quindi sono in più pericolosa posizione
(I) L a c o p e rtu ra d elle ban co n o te d iv è tin e p ro p o rz io n a ta m ente m in o re ed a lla m età d ’ a g o sto e ra 42,8T>/0, n a tu ra lm e n te in clu se le D a rlh e u sk a sse n sc h e in e n el m e ta llo . R iu n en d o q u e ste. la pro p o rzio n e m ig lio rò ed il 23 se tte m b re e ra a tto rn o al
m a se si tien conto solo d e lla c o p e rtu ra a u re a esso e ra SS.aVo. e 3 0 % se si in c lu d e il m etallo non au reo . D opo il p re stito d i g u e rra , d a ta la n o tev o le q u a n tità d i D arlelieuska.ssu- sclieine e n tra te , la c o p e rtu ra salì il 7 o tto b re a 65 »/¿f V edi : E . St o e p e r, R ric h sb n n k a n d K riegsaiileihe, i n : De r Ok ste rr
M V « . a s v » r r ii'7 ¡tì"? -M toW -ii'mitra-rono 300 m ilio n i d i m e ta llo n e lle casse d e lla Banca<$Sl#?MHle. I
che non i grandi produttori e quindi più di questi meritano una azione di aiuto. 11 capitale ad esse venne fornito dalla Reichsbank : sui loro guada gni pagheranno un interesse del 4 °/0 méntre l’eventuale eccedenza dei profitti andrà in bene ficenza. Se ne fondarono a Berlino, Monaco, Franeoforte, Amburgo: in qnest’ultima città per soccorrere gli esportatori che non ricevono pa gamenti dall’estero essendo lo scambio inter nazionale delle merci quasi totalmente caduto. Per iniziativa privata si Sostituì sulla fine di settembre una kriegsversielierungsbank con un capitale di 28 liiiìioni di marchi. Ma data la forzata immobilità della flotta mercantile non se vede il fine pratico.
Più opportuna appare invece la costituzione di lina riegsuvollebedàrf A. O. e di una kriegsme ■tali A. Qt. per procurare e dividere la materia
prima’ assicurando così i bisogni delle indùstrie, dell’esercito e della marina. Naturalmente oc corre vincere l’interesse privati) di quelle ditte che si erano coperte abbondantemente: tanto più difficile ora, che occorrerà magari ridurre ad al cune le provviste di materie prime, per poi darne loro altre, di bnalità differenti da quelle prima usate.
Lo scopo di tutta questa còs-truzione straordi naria era mantenere il più possibilmente in'mòto la macchina della, produzione e del commercio: ma le condizioni di fatto lasciano intravedere come anche n Lesti provvedimenti bori abbiano potuto conservare attiva la. dinamica econòmica. La pratica impossibilità di esportare o realiz zare il valore delle merci prodotte influisce a causare la limitazione della produzione, e questo a sua volta influisce a rendere il mercato del lavoro pesante ed in stato caotico : — 20% di disoccupati alla metà d’agosto — e lo sarà an che più ora ehe i raccolti agrari sono fluiti. 20 % in media: ed in oltre la quota dei richiamati nell’esercito deve essere anche maggiore. Sof frono specialmente di disoccupazione gli addetti alle industrie del libro, 33% i rilegatóri ; 35 % i lavoranti del legnò; 24% i metaliurgìci. Que sti sono quelli che fanno domanda per soccorsi alle loro leghe. Peggio stanno gli impiegati pressò commercianti, e male pure risente il mer cato di lavorò femminile, per ,es. nelle industrie tessili e di confezione, .dovè più grande è la restrizione del consumo. I giornali pubblicavano i nomi di coloro che licenziavano o riduce vano i salari: poi pubblicarono invece quelli degli industriali e commercianti che li mantenevano come prima: e tale cambiamento è sintomatico ! Per quanto pronto il nuovo sistema di credito, .essendo /più ristretto dì quello in cui l’indu stria lavorava precedentemente, fa sì che solo poche fabbriche possono continuare la produ zione: per esempio nel ramo dei cotonieri dove già prima della guerra il cartello si trovava in difficoltà.
682 L’ ECONOMISTA 25 ottobre 1914
diventa evanescente mentre d’altra parte gl’in teressi da pagare per il giro aumentano. La dif ficoltà sta nel fatto che il reddito su cui si pagano i debiti ipotecari è dato dagli affitti i quali sono ora in notevole riduzione. Si propose la riduzione legale degli interessi ipotecari nella stessa mi sura della riduzione degli affitti, ma sarebbe una riduzione a favore di una sola classe di debitori ! Le Kredithilfbanken nelle prime settimane non possono aver fatto subire la loro influenza essendo da poco costituite; mentre le Darlehen skassen non gravano mai sulle anticipazioni della Banca perchè i loro « Scheine s> entrano nel metallo. La differenza tra l’aumento del porta foglio e il minor aumento di circolazione di bi glietti, venne iscritta a Giroguthaben. I Reichs ed i Darlehenskassenscheine ed i biglietti delle altre banche aumentarono da 105 a 172 milioni e così sostituirono altrettanto oro sottratto alla circolazione (1). Le altre attività salirono da 115 a 269, viceversa gli effetti da 381 si ridussero a 80 milioni. Le anticipazioni su titoli da 105 sa lirono a 226 milioni il 7 agosto, per decrescere successivamente a 172 il 23 settembre quando a questa categoria di affari provvedevano le Darlehenskassen. L’enorme aumento delle obbli gazioni maturanti giorno per giorno, da circa un miliardo a due e tre quarti, come tutta quella parte dell’aumento di portafoglio che non va ascritto alla domanda di risconto da parte delle banche si può prevedere dipenda dai bisogni di guerra dello Stato. Ma non si sa con certezza determinare quanto dipenda dai debiti dell’or ganizzazione statale.
Vili. L ’emissione del 'prestito di guerra ri sponde al bisogno che lo Stato sente di sosti tuire alle sue obbligazioni colla Reichsbank al trettante obbligazioni coi singoli capitalisti do mandando loro di sottoscrivere le domande per i nuovi titoli di debito dello Stato. In base ad una autorizzazione del Reichstag furono offerti al pubblico dei Buoni del Tesoro per un miliardo di marchi al corso di 97,50 coll’interesse solle ticante del 5°/o e quattro miliardi di consolidato pure al 5 % ai corsi di 97,30 a fermo e 97,50 aperto. 11 40 % va pagato il 5 ottobre, ed il resto il 26 ottobre, il 25 novembre ed il 26 dicecmbre. Ma nemmeno il p'ù ottimista può credere vi siano cinque miliardi di marchi disponibili in Germania! Si spera di attirare denaro dai teso- reggiatori seducendoli, con la prospettiva del lauto interesse, a rimettere fuori le banconote che nel primo momento del panico ritirarono
(1 ) T u tte q u este em issio n i ed i v a ri tip i di b ig lie tti non c o n v e rtib ili n a tu ra lm e n te p ro d u sse ro ria lz o d i prezzi a l l ’ in te rn o , ed ag g io del 20-35% d elle banconote d i fro n te a l l ’ oro e stero , a d A m sterd am com e a Z u rig o : un poco m in o re a Ne w -Y ork. Invece la v a lu ta fran cese fa p rem io del 3 % % a B erlin o , e d i 1 % q u e lla belga.
Ma il fa tto che a n c h e il ru b lo si è riv a lo riz z a to , dopo la ca d u ta a l p rin c ip io d e lla g u e rra , fo rn isc a a « B e r O e ste rr Volk- s n w irt» . 3 oct. 1014. S. 7 Devisenhurse ini K rieye, la sp ieg a zione d e ll’a p p a re n te p a ra d o sso : q u e sti p re n d i d e lla v a lu ta di paesi n em ici d ip en d o n o d a i b iso g n i d i g u e rra , che la ric h ie dono p e r p ro v v e d e re a i p a g am en ti s u l luogo. Ma il d isag io delle banconote g e rm a n ic h e — secondo « T h e E co n o in ist » a n co ra m o lto liev e — rin c a ra i p ro d o tti d a c o m p rare a l l ’estero e q u in d i il co n su m o e t u tti i p a g a m e n ti d a fa re a ll’estero p e r cedole ecc. In o ltre è a b itu d in e d e l m ondo co m m erciale il g iu d ic a re la forza fin a n z ia ria d i uno S ta to e il v a lo r d e lla su a v a lu ta diti corsi d e i cam bi.
dalle banche perdendo così completamente l’in teresse. Ed inoltre si suggerisce espressamente dal governo di portare i vecchi tìtoli di Stato alle Darlehenskassen per averne anticipazioni e con queste comperare i nuovi titoli offerti. Vi sono trenta miliardi di depositi nelle Casse di Risparmio e negli Istituti di Credito, ma non sono liquidi perchè impegnati in altri titoli ed operazioni: portandoli alle Darlehenskassen pa gheranno il tasso dello sconto per alcuni anni ma poi godranno perpetuamente gl’interessi del momento di guerra. Ed ecco come questo ente che pareva creato per soddisfare i desiderii di tesoreggiamento ora si rivela quale strumento per indurre alla trasformazione dei precedenti nel nuovo titolo del debito pubblico germanico. E contemporáneamente ecco che la spinta a doman dare i Darlehenskassenscheine, che sono consi derati come metallo, si traduce nella possibilità d’emissione di banconote per tre volte il loro ammontare (1). Nè basta: pare le banche siano state invitate a sottoscrivere un ammontare di debito pubblico predeterminato dal ministero del Tesoro: e si sa che cosa significa in Prussia un invito da parte delle autorità!
Così il prestito germanico fu un successo più apparente che reale; ne furono firmati più di quattro miliardi e non si può dire certo che influisse a gonfiarlo la credenza di ricevere solò una parte di quanto si domandava, chè il Governò dichiarò di accettare tutto quanto fosse offerto: e anche la speranza di guadagnare sui corsi riven dendo subito i titoli non poteva influire, in quanto le borse sono chiuse e la maggior parte dei titoli sono a fermo. Ma l’opera delle Darlehenskassen non fu di poco momento in quanto a chi doman dava anticipazione su litoli allo scopo d’acqui stare il nuovo, ridussero lo sconto al 6°/0. Cosi la differenza fra il tasso di sconto e l’interesse che si riceveva fu ridotta a 0,88: ma questa spesa per pochi mesi si sa che darà poi perpe tuamente un interesse superiore a quello del mercato nelle condizioni ritornate normali.
Vincenzo Porri.
RIYI5TA BIBLlOQRdFICd
Avv. Cesare C a sc a .— Le leggi della guerra.
— Torino, Unione Tip. Ed. Torinese, 1914, pag. 136, L. 2,50.
La guerra, che semina rovina e stragi in una metà del mondo, fa fiorire giorno per giorno nell’altra metà una folla di questioni e di di scussioni che ognuno risolve secondo il proprio sentimento, il proprio buon senso o le pro prie fobie, ma ben pochi — eccezione fatta dei
rari studiosi e competenti — secondo le regole della guerra, secondo i precedenti storici, il pa rere degli autori antichi e moderni più accre ditati, le convenzioni internazionali.
Dalle formalità della dichiarazione di guerra fino al diritti ed ai doveri dei belligeranti verso i nemici, i non combattenti ed i neutri, verso le città indifese, verso le opere d’arte ed i mo numenti del passato e fino alla condotta della, guerra attraverso ai suoi sanguinosi episodi (guerra e corsa marittima, blocco, mine sub acquee, guerra aerea, guerra terrestre, palle dum -dum , trattamento dei feriti, dei prigio nieri, dei sanitari e dei giornalisti, bombarda mento e saccheggio, spionaggio, trattamento della proprietà privata, requisizioni e contribu zioni di guerra, ostaggi e rappresaglie), tutto è, nell’opportunissimo volumetto che presentia mo, esaminato, vagliato e risolto secondo le fonti più autorevoli, i precedenti e le conven zioni in vigore, sicché esso potrebbe ben dirsi il vero Codice della guerra, se la mostruosa materia non fosse, come gli avvenimenti di ogni giorno dimostrano, l’apoteosi della forza e la negazione di ogni diritto.
Nè alla materia strettamente bellica si re stringe l’opera del chiaro avvocato Casca, chè anzi una gran parte del volume tratta argo menti del più alto interesse attuale anche per il nostro paese, quali la condizione di neutra lità, i suoi diritti ed i suoi doveri, il casus belli ed il casus foederis (quanti, che non siano giuristi, sanno per esempio che il caso dell'Italia e dei suoi obblighi verso gli alleati fu già ri solto dal Crozio tre secoli fa....?), la legittimità delle vendite di materiale bellico e navi fatte da Potenze belligeranti a Potenze neutrali, la radiotelegrafia, i servizi postali, i trasporti ter restri, il modo come il diritto di libero com mercio e di libera navigazione dei neutri si contempera con le esigenze di polizia marittima dei belligeranti, le sottili distinzioni che si af faticano intorno al contrabbando marittimo, alla sequestrabilità del carico, alle acque territo riali....
Infine, un ultimo importantissimo capitolo esamina gli effetti d.ella guerra sui rapporti tra privati e questo capitolo ha carattere di reale ed immediato interesse pratico non solo per commercianti ed industriali nei loro rap porti con cittadini ed enti di Stati stranieri, belligeranti o non, ma altresì per chi voglia conoscere il valore dei proprii obblighi e diritti di fronte al mutato stato di cose e difendersi dall’abuso che troppo spesso si fa della guerra altrui considerandola come causa di nullità o di forza maggiore. Questa parte del trattato, notevole per l’acume giuridico e la coltura della quale il valoroso autore dà ancora una volta prova, è senza dubbio destinata ad essere util mente consultata, per i suoi richiami alla giu risprudenza ed all’opinione dei maggiori tra tta tisti, anche da avvocati e magistrati ai quali spetti di pronunciarsi sul dibattuto argomento. 11 capitolo si chiude con la esposizione dei prov vedimenti di moratoria emanati eoi decreti 4 e 16 agosto e 27 settembre, brevemente illustrati nell’interpretazione e negli effetti.
Il libro è utile, oggidì, a tutti, avvocati, ma gistrati, diplomatici, commercianti, militari, ma rinai, armatori, pubblicisti, uomini politici.
Un comunicalo del Qoveino sul esportazioni.
Il giorno seguente alla pubblicazione del nostro articolo « Errori di apprezzamento ed errori di fatto nei riguardi degli scambi com merciali » nel fascicolo 18 corr. e apparso il comunicato del governo che qui sotto ripro duciamo. Evidente è la tendenza ad evitare qualsiasi concludente risposta agli addebiti che abbiamo creduto di muovere, sebbene il docu mento governativo',’si addentri in dettagli, ma naturalmente soltanto quanto scusanti pote vano essere in qualche modo presentate.
A proposito della concessione di talune esportazioni. sono stati di questi giorni pubblicati dati e notizie che non hanno riscontro nei fatti.
Si è detto che sono usciti dai nostri confini nume rosissimi capi di bestiame, dei quali si fa ora più larga incetta nel Regno. A prescindere dalla considerazione che la esportazione del bestiame è già regolata in guisa che, ad ogni spedizione all'estero, debba corrispondere u n ’uguale introduzione in peso di animali da ripro duzione, sta in fatto, che, secondo le risultanze di accu rate statistiche, finora dalle nostre dogane di confine non sono stati esportati se non soli 261 capi di be stiam e da m acello.
Si è p ure accennato al libero passaggio attraverso il nostro territorio per Testerò di un carico di nitrato di soda.
Ma, al riguardo, è da osservare che tale prodotto, risultante dai do cu m en ti di accom pagno destinato alla agricoltura, venne presentato alla dogana di Genova con dichiarazione di transito, ed il transito, come è noto, oltre ad essere conforme alla nostra legge do ganale è consentito dall'art.7 della 5“ Convenzione delTAja.
Si è altresi richiamata l'attenzione del Governo sul l'impoverimento delle nostre scorte alimentari, peter- minato da esportazioni consentite o fraudolente di cereali.
Su questo punto è bene dir chiaro che, tranne qual che piccola concessione fatta nei primissimi giorni di agosto, appena pubblicato il decreto di divieto, per merce che in quel momento già trovavasi in corso di spedizione, nessun permesso di esportazione di grano e granaglie é stato accordato. Alle domande insistenti di enti e rappresentanti di commercio si è sempre rispo sto che non si potevalasciare esportare ciò di cui l’Italia abbisognava pel suo consumo. Anche per le lane e i tessuti, per i medicinali, e il chinino di Stato, si è se guito costantemente il criterio di assicurare, su tutto, quanto occorre alle necessità del paese.
L ’esportazione di vino, uva, frutta, pollame, uova, patate, castagne, è rimasta libera e si svolge a tutte le dogane dei paesi confinanti. Il Ministero ne con trolla intanto le quantità in relazione alle esportazioni degli scorsi anni e al prodotto dell'anno corrente per provvedere ove occorra.
Il riso e i formaggi furono regolati con norme spe ciali malgrado le insistenti domande per ottenere la esportazione senza alcun limite.