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ANNUARIO
DEL
POLITECNICO DI TORINO
PER L'ANNO ACCADEMICO 1952-1953
VINCENZO BONA - TORINO 1953
INAUGURAZIONE DELL'ANNO ACCADEMICO 1952-53
(9'lODALLA FD TDAZION E)
RELAZIO NEDELDIRETTOREPROF. ELIG IO PERUCCA PROLUSIONE AI CORSI
DI S. E. IL PROF. GUSTAVO COLONNE TT I
l - A1flluariodelPolitecnicoIii'l'orino,
RELAZIONE DEL DIRETTORE
Eccellenze, Signore, Signori,
Nell'in i ziare la mia relazione anche quest'anno, desidero anzitutto ringraziare le Autorità,-le Personalità, colo ro tutti che hanno volu t o on or a re con la loro presen za quest a Inaugu- razione.
Ringrazio le Un ivers it à e gli Istituti Su perio r i che ci hanno fatto pervenire il loro vot o augurale e, con an im o fr a- terno , sa lu t o i colleghi che sono oggi tra noi in loro rappre- sen tanza. Dopo qualche an n o è ·ben difficil e non div enire monotoni nei fatti, non ripetersi nei concetti. Sicchè è sem p re più forte in me il con vincimen t o che sia anzitutto la bene- volenza Vos t ra a farvi desiderare di essere costantemente partecipi dellc condizioni di vita dell a Scuo la, alla qual e noi, Colleghi e St u de n ti, ci sent ia mo così fortemente lega ti.
Il mio primo rev erente pensi ero si volge alla memoria dei due nost r i scom p a rs i:
- il Prof. Elvio Soleri, scom parso ncl febbraio scors o ; egli, da poco ritiratosi , av cva svolto per oltre 40 an n i note- voli insegnamenti al Politecnico e al Corso di perfeziona- mento in Elettrotecnica, particolarmente su ll a Tel egrafia e
Tcl cfoni a; .
- la Prof. Rosina Zuffardi Comerci, Incaricata di Mineralogia e Geologia dal 1928 alla Scuola Su periore di Architettura, indi alla nostra Facoltà di Architettura, che da quell a Scu ola trasse origine.
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mestoil rieordo dell'uno che vede m m o dedito con eguale ferv ore all'insegna mento tecnico e alla vita industriale; è mesto il ricord o dell 'altra che soggiacq ue al male, già da qualche tempo rivelatosi , sol poche settimane dopo di aver accudito agli esa m i della sessione est iva .Nel Consiglio di Am m in ist r a zioneil Dott. Emio Dall'Aglio, colloca to a rip oso quale Intendente di Finanza, è st a t o sosti-
tuit o dal nuov o Intendente Dott. Ugo Tortorella.
Questo Consiglio si è rinnov a t o all'inizio dell 'anno acca- demico ora con cl uso con una riconfer ma quasi totale.
Solta n to il Dott . Anton Dan te Cod a, quale Rappresen- tante dell'Isti t u to di Sa n Paol o, for temen te impegnato dai com p i ti inerent i alla su a carica , av eva ch iesto e ot ten u t o di essere sos ti t uit o dal Dott . Ing. Lu igi Richieri.
Ai Consig lieri uscen ti, ai nuovi Cons ig lie ri, va il nostro salut o più cord ia le.
Son o colloca t i a rip oso per raggiunti limiti di et à e di ser VIZIO i su baltern i Silvestro Giuseppe, Enria Cam illo, ed a doman d a, per ra ggiunti limiti di servizio il su b alter n o Fur- letti Severin o.
Dal l° nov embre 1952 i nostri Professori:
- Giuseppe Albenga, Ordinario di Cost ruzion i in legno, ferro, cement o;
- Giancarlo Vallau ri, Ordinario di Elettrotecnica ; raggiu nto il 70° ann o di età, assu m ono la posiz ione di «pro- fessori fuori ruolo»,
A questi nostri cm inen ti Ma est ri , che furono en t r a m b i gIa Direttori del nostr o Politecn ico , si applica quella legge che, sancita solo da qualche anno, st ab ilisce che cessi per loro il compito di svolgere corsi ufficiali, ma ci con ce de il van t aggio di poterei an cor valere della loro oper a sap ien te di Colleghi più anziani, opera resa più illuminata dalla lunga esperienza. Chi vi parla è st a to rico nferma to Direttore per il triennio scolas t ic o che ora si inizia, così pur e fu con fer m a t o il Prof.
Capetti alla ca ric a di Pr eside della Facoltà di Ingegneria. Analoga riconferma aveva avuto, quando l'anno scorso er a già iniziato, il Prof. Pugno per la carica di Preside della
Facoltà di Arch itett ura, e mi è grad ito il ricor d are che Egli, prendendo lo sp u n to dalla prolusione da Lui tenuta in occa- si one dell ' ap ertura del passa t o an n o accademico sull a «Teoria dell ' ellisse di elas ticit à ed ele ttr ologia », fece di questo argo- mento oggetto di ampia illustrazione e svilu p p o in un cor so diventiconferenzetenutesinella nos t r a sede dal nov embre1951 al febbraio 1952.
Rinnovata , secon do leggc, la costituzione del Consi gli o N azionale dell e Ricer che, i Proff. Capetti, Panetti, Perucca , Vallauri, son o stati ch ia m a ti per vota zio ne nazio nale a fan\.e di nuovo parte ;inoltre il Sen atore Panetti fu elctto preside n te del Comitato per 1;lngegneria ; ch i vi parla fu eletto Presi- dente del Comitato di Matematica e fisi ca. .
I Proff. Boella Mario, Cirilli Vittorio, Giovannozzi Re- nato, compiuto il richiesto periodo triennale di insegnamento quali Professori st r a or d in a r i, son o st a t i nominati Professori ordinari.
E vengo ora a quella tra le variazioni che il Politecnico vuole sottolineare in modo specialiss im o : il Prof. Euclide Silvestri, nostro Professore ordinario di Idraulica , è colloc a t o a riposo dal lo nov embre 1952 per compiuto 750 anno di et à . Per vot o del Con si gli o dell a Fa coltà di Ingegn eria, egli è giàst a t o propostoper la nomina a nostro«P r ofessoreEmerito ».
Dal lontanissimo inizio del secolo, che vide l'Ing. SiI- vestri Assi stente presso la Scuola degli Ingegneri di Torino, oltre 50 anni son o trascorsi e hanno maturato le tappe attra- verso cu i Egli e la Scu ola son o passati insi eme: Egli div enuto Professore Ordinario, la Scu ola fusasi col Museo Industriale per cos t it u ire il Polite"cnico.
Forse il Prof. Silvest r i st a ora riandando col ricordo a tutti gli allievi su cce du t is i con ritmo perenne e cost a n te, a seguire il suo insegn a men t o . Forse egli ripensa a quanti inge- gneri son o lieti di ricordarlo loro Maestro.
I componenti del Consiglio di Facoltà ripetono con im mu- tato animo i sen t imen t i ad un tempo affettuosi e devoti che nella sed u t a dei giorni scorsi furono esp ressi al Collega in pro- cinto di cessare l'insegnamento.
L'Istituto di Idraulica ch e egli diresse per tanti anni e rior ga n izzò dalle fondamenta, terrà la raccolta di esem p la ri 5
di macchine idraulich e e loro or gani , da lui coordinata con speciale cu ra, per valerscne con sic u ra utilità per i nostri
discep oli.
Il Politecnico intero: Consig lio di Am minis t r az ion e (a cui egli appartcnne pcr oltre un decen n io), Collegh i, Assisten t i , Allievi, Personale tutto, hann o volu t o che accanto all' effige dell a nostra Dea e alle sob rie linee riv ela n ti il Castell o del Va- lentino, pochi segn i indelebili tr acciassero un nome e le date a rico r do di un Maestro c di una vita in ter a dedicata alla nostra Scuo la .
N ella nostra mcd aglia èil simbolo dell a nostra grat i t u dine . A nome di tutti noi, io prego il Prof. Silvest ri di vole r gra dirc questo sim b olo e considerarl o uno dei tan t i legami che, in vulner abile da ogni limite di et à, lo uniscono a noi.
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Nel segn alarc le nostre attività accademiche, mi e car o premettere que lle che hanno va rca t o i con fin i d'Italia.
Ab bia m o da t o la nostra adesione all'A ssociation Irrter- nationale des Un iversit és, cu i aderiscono le Univcrsità più autorevoli di ol t re 52 Paesi; un nostro messaggio di salu t o fu in viato all'Università di Lav al per le Cerimonie del suo Cen- tenario, cer im on ie alle qu ali il Politecnico era st ato invitato.
Tra i nost ri st u diosi :
- il Prof. Placido Cicala , Professore ordinario di Co- st r u zio n i aeronautiche, ha svolto pcr il quinto ed ultimo anno il su o insegnamento presso l'Univ ersità di Cordoba in Argen- tina c, concluso laggiù il mandato affidatogli, ritornerà da noi con decorrenza lOdicembr e 1952;
-- il Prof. Paolo Verz one, Ordinario di Caratteri st i- listici e cost r u ttivi dei monumenti, fu collocato a disposi- zione del Ministero dcgli Affa ri Est eri per sv olgere l'insegna- mento di St oria dell 'architettura prcsso l' Università di Istam- buI. La su a missione laggiil, iniziatasi il 15 aprile 1952, è pre- vista fino al 30 settem b re 1953;
- il Prof. An d rea Pinciroli, Incaricato di Elettro- tecnica II, è st a t o osp ite ricercator e al Na t ion al Bureau of Standards di Washington per un periodo di circa sei mesi, svolgendovi feconda attivit à di ricerca e con fe re n ze ;
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il Prof. Luigi Radicati , Assistente di Fisica speri- mentale, v.in ta una bor sa intern a zion a le di st u dio del Con- siglio delle Ricerche, ha fruito di essa presso l'Istituto di Fisi ca dell ' Univ ersi t à di Birmingh a m, svolge n d ovi vari stu di e anche ten endo pr oficui cicli di con feren ze, sicchè su richiesta di quello stesso Istituto il Prof. Radicati vi si tratterrà anche per l'anno scolas t ico 1952- 53.
Gli Assis ten t i Dott.ri Ingg. Occell a Enea , Varese Carl o, Zit o Giacin to, vin te le borse di op erosità scientifica all'u opo st a b ilite dal nostro Consiglio di Am m in is trazione, ha n n o fruito di una perm a nen za bimensile di st u di o all'estero .
I Proff. Albenga , Boella , Cavin ato, Cirilli, Codegone, Ga - brielli, Perucca, Rigamonti, St r a giotti e par ec chi profess ori incaricati e assistenti, hanno compiuto nell'anno numerose missioni all'estero relative a Comitati Internazionali di st u dio, a visite aventi carattere scie ntific o, a partecipazioni attiv e in congressi.
Attività parimente intensa fu svolta dai componenti del nostro Corpo Insegnante sia in numerose riunioni e con gressi di ca r a ttere scientifico tecnico tenutisi in Italia, sia mediante la pubblicazione dei risultati dei loro studi.
Hanno conseguito la libera docenza i Sigg.:
Ing. Burlando Frances co , in Elettrotecnica
- Ing. Castiglia Cesare, in Scienza dell e cos t ruzion i - Ing. Cavallari Murat Au gu st o, in Costruzioni in legno , ferro, cemen t o armato
Ing. Di Majo Franco , in Tecnica ed econ omia dei trasporti
Ing. Gregoretti Giulio, in Radiotecnica
Arch. Pell egrini Enrico, in Architettura degli in- terni, arredamento e decorazion e
Dott. Possenti Renzo, in Comunicazioni ele ttric he . Sono stati con fer it i ai nuovi docenti:
.- Dott. Ing. Renato Malvano, l'incarico di.Eserci- tazioni di Fisica sperimentale I;
- Prof. Cesare Bairati, l'incarico di Composizione ar- chitettonica II;
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A su p p lir e l'Ono Prof. Cavinato, perGiacimenti minerari, è sta t o ch ia m a t o il Prof. Peretti;
a sos tituire il Prof. Verzon e nei su oi insegnamenti, son o st a t i ch ia m a t i : l'Ing. Carlo Brajda, la Dott. Anna Maria Demarchi e la Dott. Daria Ferr ero.
Nei cors i di perfezi onamento son o da ricordar e i nuovi insegnanti: Dott . Ing. Riccard o Ferrer o, Dott. Ing. Mario Sold i, Prof. Giuseppe Ferraro Bologna , Ten. Colonn o Giuseppe Pon zi.
Il Dott. Ing. Giovanni Tarchetti è st a t o nominato Aiuto alla ca tte dr a di Fisi ca tecni ca.
I Dott.ri Ingg. Cava llo Giovanni, De Salvo Francesco, Enrietto Lorenzo,
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arre Giov a n n i, Occ ellaEnea,Pastore Bruno, PuggelliGiorgio, son ost a t i nominati Assistenti ordinari, mentre il Dott. Ing. De Salvo Francesco , già ricordato e i Dott.ri Ingg. Pacella An t on io, Ca n d ia n o Antonino,Stella Ezio, hanno dato le dimissioni da tale ca r ica .Sono in cors o le operazioni riguardanti gli esami di con- corso per assistenti a 7 dell e nostre cattedre.
Ricordo infine che son o a buon punto gli atti per il con- cors o alla ca tted r a di Architettura degli interni, arredamento c decorazione (Facoltà di Arc hitettu r a ), mentre sembr a ormai giu n to alla fase finale il concors o per altra materia, non da noi bandito, ma che 'si presume possa essere utile per coprire posti di ruolo vaca n t i presso la detta Facoltà.
A con clu dere le nostre segn ala zion i su lle variazioni del personale, ricordo:
- il trasferimento del Segre t a r io Capo Dott. Aldo Vita Colonna dall' Università di Macerata al nostro Politecnico;
- la nomina della Dott. Bice Bouvet a nostra Segre-
taria di ruolo; .
- la nomina a tecnico in prova (secondole norme della legge recente) dci Signori Bordoni, Bullio, Grosso, Mazzuoli.
Per evidenti ragioni di tempo mi sono limitato ad indica- zioni schematiche; d'altronde il nostro annuario dell'anno sco- lastico 1951-52 è molto più documentato di quanto non possa esserlo io in questa sede e, grazie alla solerzia degli uffici, esso 8
è già apparso da qual ch e mese e cioè proprio nei termini di tempo volu t i dall a più severa osservanza della legge.
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Un cen no alle assegnazioni str ao r dinarie che il Politecni co ha ricevuto nell'anno mi permette di ricordare con dover osa riconoscenza i contributori :
- La Cassa di Risp a rmio di Torino Lire 600 000;
- l'Istituto di San Paolo di Torino Lire 500 000 e poi ancora Lire 100 000;
- l'Ufficio St r alcio della Confed er azione Industriale lire 372 675;
- il Ministero della Pubblica Istruzione lirc 400 000 a favore dell 'Istituto di Ch imic a gen eral e ed applicata ;
- l'Associazione Piemontese Industriali Chimici, per speciale interessamento del su o Consigli ere Prof. Chiau d an o, lire 500 000 a favore dell 'Istituto di Chimica industriale ;
- la Camera di Com mercio Industria e Agrico ltu ra di Torino, lire 250 000 destinate all'Ist it u t o di Mineralogia e petrografia;
- la ST I PEL e la SI P, lire 1000000 ca d u n a per il nostro Corso di Perfezionamento in Elettrotecnica ;
- la Società FIAT, lire 600000 per il Corso di spe- cializzazione nell a Motorizzasion e ; lire 300000 per borse ri- spettivamen teal Corso di speciali zzazione nella Motorizzazione e alla Scu ola di Ingegn eria Aeronautica;
- la Socie t à PIRELLI lire 400 000 peril Corso di spe- cializz azione nella Motorizzazione e per borsa di st u dio;
- la RAI , lire 300 000 per una borsa di st u dio al cors o di perfezionamento in Elettrotecnica ;
- l'Associazione Imprese Aeronautich e di Roma, lire 100.000 per una borsa alla Scu ola Superiore di Aer on au tica ; - la CEAT Gomma lire 100 000 per il Corso di spe- cializzazione nella Motorizzazione;
e inoltre doni ch e, per il loro valore, meritano una se- gnalazione a parte:
- dalla Società FIAT, per un valore di lire 3 000 000 (autotelaio completo, motore a ciclo Diesel sezionati) , per il
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Corso di specializzazione nell a Motorizzazione, ed inoltre varie altre agevolazioni, tr a cu i ricor d o l'acquisto di una apparccch ia t ura sperimen tale del valore di circ a 2 800 000 ad un o dci nostri lab oratori che, a su a volta, esegu irà su di essa ricerche interessanti ta le Socie tà; .
- dalla Societ à Moritep oni, un micros copio pol ariz- zatore
.
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el valo re di lire 900 000 per l'Isti t u t o di Giacimen t i mmer a r r.Infi ne va segn a la t o che si è in questi giorni perfezionata una Conven zione tra la Societ à An onim a Cen tro di Ricerche Metallu r gic he collegata alle Società Mon tev ec ch io e Mon te- poni e l'Istituto di Elettrochimica , elettrometall urgia e chi - mica fisi ca , per svilup p a re ricerche nel ca m p o dei met alli piombo, zinco e affin i, presso il nostro Politecnico.
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Ab b iamo avu t o nell'ann o, che si è ora con cl uso, 1061 st u- denti reg olari nella Facoltà di Ingegneria, 191 nell' Architet- tura.
Gli st u den t i fuori corso furon o 1504 per l'Ingegneria ; 73 per l'Architettura.
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noto che il fenomeno con nesso al primo di questi dati, che è un sin tom o della difficile si t u a zione degli st u d i di inge- gneria in It a lia, dà luogo a serie consider a zion i anche presso le Au t orit à cen t r a li e non è un segret o che da molte parti si propone come rimedio un mutamento del piano degli st u d i che ne pr olun ghi la durata.I laureati in ingegn eri a furono 232, di cu i 2 con lode e 6 a pieni voti assoluti.
I laureati in architettura furono 31.
Eb bero la dispensa dalle tasse o tot al e o soltan to par ziale 95 allievi.
L'O per a Un ivers it aria concesse il finanziamento per lO posti interi e 4 parzi al i presso il Collegio Un ivers itario e di- st r ih u ì 55 premi, eroga n d o complessiva men te a favore di 69 stu den t i meritevoli e biso gnosi , lire 3430 00 0,a cu i devono aggiung ersi 15 sussi di a st u den t i trovantisi in particolari con- dizioni, per un importo co m p lessivo di 171 000 lire.
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Si è potuto poi disporre di 7 borse ministeriali di lire 52 000 annue ciascun a.
Le con dizioni poste per legge all'assegn a zione di queste bor se, il cu i ammon tare d'altr onde è ancora troppo esigu o per veni r paragon ato alle spese di st u dio annuali di uno st u - dente, hanno indotto a modificare da quest'anno le norme di assegn azione dei con t ribu t i finan ziat i dall'Opera Universitaria, affinc hè non fosse gran de il divario tr a le norme che regolano i due tipi di assegnazione.
Aggiungiamo le due borse di stu dio per stu den t i dell a Società Montecat ini da lire 120000 ciascu n a; la borsa dell a Societ à 'N azion ale Metanodotti del Gruppo AGI P di lire 120000, il premio Clemente Bordiga di lire 50000; il pre- mio di eguale ammontare della Camera di Commercio Indu- st ria e Agricoltura; le borse per st u de n t i dalmati, e si ha un totale di provvidenze per gli st u de n t i, com prese le esenzioni dalle tasse, di oltre 7 600 000.
È buon auspicio annunciare fin d'ora che, a partire dal- l'anno che si inizia, la Montecatini ha portato a sei il numero delle su e borse di studio, elevandone l'ammontare a lire' 250 000 ciascu n a.
Particolare rilievo ha il fatto che a giovam mgegneri iscritti ai nostri corsi di perfezionamento, che furono questo anno 38 in totale tra i vari corsi, sono st at e conferite nell ' anno 14 borse, di ammontare variante da lire 100000 a lire 300000, acui si è aggiunto'u n premio Fiat di Lire 200 000 suddiviso fra i tre migliori iscritti al corso di Motorizzazione, sicch è il totale di provvidenze a favore dei giovani ingegneri iscritti a questi corsi giunge quasi a 3 000000 e al finanziamento rela- tivo hanno provveduto da un lato il MinisterI? Difesa-Aero- nautica e dall'altro per una somma non di molto inferiore, i contributi di Enti sovventori.
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circ a ,
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en t r ate di lire 250000000 finanziamento dello .Stato, La chiarezzadi comprensionedi queste cifre si avvantaggia se si riassume in pochi tratti il nostro bilancio per l'anno che sta per iniziarsi:
su di un totale di 150 000 000 costituiscono
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lO 000 000 sono introiti dovuti a prestazioni a pagamento;
circa 20 000 000 cost it u iscon o partite di giro; circa lO 000 000 ra p p resen tan o sov ven zion i e doni ; cir ca 65 000 000 le tasse degli st u de n ti ;
le uscite assorb on o cir ca lire 140 000 000 per stipendi e altri em olu menti ; circa 20000000 ricompaiono perchè «par- tite di gir o» ; lc sp ese di generale funzionamento del Poli- tecnico e di fin anziamento alla biblioteca e ai laboratori è di circ a 75 000 000; le prov videnze a favore degli st u d en t i sali- ranno a circa 15000000.
Gli st u den t i avranno speciale interesse-a questi dati.
Son o sic u r o che da questitrarranno il con v in cimen t o di quanto onerosi sia n o per lo St a t o gli st u di univ ersitari nelle nostre Facoltà anche se, come avvien e per noi in quest'anno, i mezzi concessi ai nostri Istituti dist u dio e di ricerca sian o fortemente limit ati.
N e traggano incentivo per aiutarci con immutato ardore nell'organizzare quell e attività che si affiancano alla prepara- zione degli st u den t i nei nostri corsi.
Su di esse ho avut o sotto gli occhi proprio in questi giorni l'encomiabile rel azione del presidente dell 'ASPo
La Scu ola con fid a specialmen te ch e le iniziative che l'ASP svolge in favore dei tirocini offerti agli st u d en t i in Patria e all' estero assuma no ampiezza e autorità sem p r e maggiori.
La Scu ola vi accomp a gna , allievi, negli anni di studio ed è lieta di veder sb occ iare in voi l'interesse e la capacità per lo svilu p p o dell e iniziative che vi competono.
La Scu ola è ancora con quelli di voi che si fermano per proseguire gli st u di di perfezionamento o cimentarsi nell'opera di st u d io, di ricerca, di insegnamento. Ma è naturale che ben pochi di voi, Giovani, restino a lungo con noi dopo la laurea.
Tuttavia un vincolo sic u r o e tenace, tanto più indissolu- bile quanto più esso è sp irit u ale , vi legherà al Politecnico.
La prova di questo vincolo si rinnova in questi anni, sempre più limpida, via via che le difficoltà di tristissimi anni di guerra possono venir eliminate.
Si moltiplicano le riunioni di ex allievi del Politecnico di Torino e tutte convergono in questo Castello.
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L'Associazione Ingegneri del Castello del Valentino , cos t i- tuitasi quest'anno, si consacr a , come su o primo com p it o, a favorire queste riunioni, e gi à in occa sione di esse ho esp ress o Faugurio nostro più fervido per il lieto divenire di questa Associazione, per il moltiplicarsi di questi convegni.
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Ho volu t o fare un ccnno di insi eme al bilancio dell'ann o che adesso si inizia , per chè questo è un bila n cio fatto in ac- cor d o con la legge 18 dicemb re 1951 , . 1551 , legge che fu detta, allorquando ne apparv e il progetto nel 194 8, «legge Erm ini »,
Ebbene un accu r a t o esa me dei bilanci , dimostra che il Politecnico sep pe bensì su perare negli an n i scors i, grazie anche alla profonda comprensi one dcgli st u de n t i, anni molto difficili, ma esso non ne trae ora gr a n pr ofitto: son o ancora aum entate in lieve misura le tasse e sopr~tasse univ ersitarie, ma son o anche am p li a te le esenzio n i trib u t arie degli st u denti capaci e meritev oli e sono decisamente au men tate lequoteperl'Op era Un ivers itaria, portate per legge a quel liv ell o che gi à il Poli- tecnico av ev a st ab ili t o nell e sue norme.
A dette quote si"aggiu nge una sensib ile parte dell ' aumento del contributo statale st ab ilito da quella legge a favore del Politecnico; sicchè, se tal cont r ib u t o è davvero con ten u t o nella cifra che finora mi è dato con oscere, il van taggio della nuova legg e riesce appen a sensib ile nei rigu ar di del finanzia - mento dei nostri Istit uti.
Sa r à però possibile dedicare cu re concrete ad un amplia- mento sos t a n zia le del Collegio Un ivers it a r io di Torino, affin chè i nostri st u de n t i ne tr aggan o ben più ampi va n t a ggi.. .
E, a questo proposito, mi è gradito e doveroso informare che per i nostri st u den t i è·st a t o istituito dal Prof. Chia udan o un nuovo posto di studio permanente presso il Collegio Uni- versitario in memoria dei su oi genitori.
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Ma
il nostro bilancio resta ancora sos tan zia lm en te su b or - dinato, specialmente per quanto riguarda il finanziamentodegli istituti di ricerca, alle sov v enzioni straordinarie dello Stato o a contributi di altri Enti, e la loro richiesta costituisce un compito sp esso ingrato perla Direzione.
L'amarezza di queste parole non induca a smin uire il merito che io desidero sia attribuito ad altre due leggi a favore del Politecnico, che hanno vist o la luce proprio nell'anno sco- lastico testè éon clu so.
La legg e in data 20 luglio 1952 N. 1052, avente decor- renza dal mes e successivo , provvede alla soppressione della nostra Cassa Pensioni autonoma; lo Stato si assume l'onere dell e pensioni e a lui va versato il ca p it ale di essa.
E
un ca p it a le di poco su periore a lire 2 500 000 e fu rac- colto fatico samente in quarant'anni dalla costituzione della Cassa, con i contributi dei professori, degli incaricati, degli assi stenti,dei funzionari c del personale su b alter n o, con norme analoghe a quelle va li de per il ser vi zio di pensioni dello Stato.Il capitale, sem p re amministrato con scr u p olo da tutti i nos t ri predecessori, er a ben su fficie n te a far fronte alle esi- gen ze dell e pensioni maturate, ma esso si er a volatilizzato non nella cifr a , ben sì nel su o valore reale, in conseguenza del croll o della lira.
Il Consi gli o di Amm in istr a zione, non appen a ricostituito dopo la guerra, più volte eb be ad interessarsi delle pietose con dizion i in cu i i nostri pen sionati ven iva n o a trovarsi.
Segu ir on o anni di pratiche, contributi st r a or din ar i, rico- noscimenti pa rziali , indi il riconoscimento di principio del- l'obbligo (da parte del Ministero) di trattare il nostro per.so- nal c pensi onato all a stregua dei pensio n a t i dello Stato e tutti sanno qua n t o roseo sia questo trattamento! .
Sia m o gra t i al poter e legisl ativo , e in particolare al Se- natore Carmagnola , cu i si dev e il progetto dal quale è sca- turita la legge accennata, per av er volu t o chiudere definitiva- mente un a questione annosa, per noi scottante.
E un ringraziamento va anche al Min is ter o del Tesoro che assu meva a su o ca r ico il deficit che durante questi anni er a andato via vi a accumulandosi, perchè, ottenuto nel 1948 l'accennato riconoscimento ufficiale dei com p it i cui la Cassa Pensioni del Politecnico avrebbe dovuto far fronte, e dell'as- su n zion e da parte dello Stato dei maggiori oneri dovuti alla svalutazione, il Politecnico aveva provveduto per ragioni
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umane ben comprensibili, ad anticrpare, almeno approssima- tivamente, l'emolumento mensile che spettav a ai nostri pen- sionati.
Di qualche mese anteriore è la legge 28 marzo 1952 N.217,pubblicata nella «Gazzetta Ufficiale »del 15 aprile 1952 N. 89, legge con la quale il Ministero dei Lavori Pubblici è autorizzato a provv edere alla prosecuzione dei lavori di co- st ru zion e, oltre a quelli corrispondenti alla ~icostruzione per danni belli ci, affinc h è il Politecnico possa venire in possesso dei nuovi fabbrÌcati per la sede.
Alla relativa spesa, in più di quella già stanziata e impe- gnata in conto ricostruzione danni bellici, la legg e st abilis ce che lo Stat o provveda dividendo l'onere in tre esercizi ; eser-. cizio'1951-52 in cors o al momento della promulgazione della legge; eserc izio 1952-53 ora in cors o, e, per l'ultima parte, minore, esercizio 1953·54.
La sod disfa zione di veder così san zion a t o il con t r ib uto dello Stato al rin n ovamen t o della nostra Scuola, tanto dura- mente colp it a dalla gue rra, ci induce ad uno sgu a r d o sul pas- sato e a ricordare i punti più salien t i della st r a da percorsa;
- il dono dell a massima parte del terreno dell ' ex St adium da parte del Mu nic ip io di Torino, dono agevolato dal cosp icuo contributo dell ' Unione Industrial e, ottobre 1949 ; - la progettazion e di insieme della nuov a sede da parte di uffici apposit i del nostro Politecnico affian cat i da un Comitat o tecni co cos t ituito da un gr up p o dei nost ri profes- sori; insieme er an o anche approntati'i disegni per la esecu - zion e successiva dei vari lotti dell 'opera , 1949-1950;
- l'inizio deilavori sul terreno alla fine dell ' estate 1950.
Mentre il favorevole sv ilu p p o dell'azione legislativa por- tava con rapidità rara alla legge per il finanziamento del residuo com pless o dei fabbricati,il ritm o concreto di avanza- mento dei lavori,riv elava una lentezza che non può più ven ire ignorata.
Ma un problema com'è quello che ci riguarda , che si riv eli len t o nella su a realizzazione, non pu ò trovare ragion e al su o rit ar do in una sem p li ce giust ifica zione che qui si esp onga.
La Direzione del Politecnico, da parte sua, è pronta'a rendere pubblica la cr on aca di quanto la concerne.
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N on oraper la prima volta propongo che anche ogni altro motivo della len t ezza sia reso di dominio pubblico.
In particolare non possia m o rest a r e inerti ad esem p io al fatto che il complesso dci disegniprogettat ivi perla esecu zione dci lotti che indichiamo coi numer i 5, 6, assorbenti il finanzia- mento concesso pel 1951-52, fu presentato dalla Direzi one del Politecnico all'ufficio competente il lO agosto 1951, ma, dopo 15 mesi , non si è in grado di fare alcun prognostico sull'in izio dci la vori relativi.
Non si cons ide r in o queste mie parole come un mezzuccio per polarizzare l'attenzione degli uditori, ma piuttosto come uno degli elemen t i dello scon for t o che tenta di in v a d erei di fr on t e alla nec essità ogni giorno più esigente dei nu ovi fah - hri cati per un fondamentale impulso del nostro lav oro verso
mete che su perin o quell e degnissime raggiunte nel passato.
Vin ce lo sconforto anzitutto la riconoscenza per tutti coloro, c son o molti, presso i quali la Direzione del Politecn ic o ha sem p r e trovato indiscusso illimitato appoggio.
* *
*Ho l'onore di dichiarare aperto il 94° anno accademico del Politecnico di Torino e prego S.
E.
Gustavo Colo n netti, Professore di Sci enza delle cos t ruzion i, al quale è affidat a in questianni la presidenzadel ConsiglioN azionale delle Ricerche, di svolgere la prolusione che ha il titolo:«Studia prima la scie n za e poi segu it a la pratica nata da essa »,
ELIGIO PERUCCA.
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PROLU SION E AI CO RSI DI S. E. GUSTAVO COL ONN E T TI
Professore di Scienza delle Costruzioni della Facoltà di Ingegneria . Presid ente del Consiglio Naziona le dell e Ricer che.
-«
STUDIA PRIMA LA SCIENZA
E POI SEGUITA LA PRATICA NATA DA ESSA »
(LEONARDO da VINCI)
Eccellenze, Signore e Sign ori - che. sie te qui cortese- mente convenu t i per rendere coll a vostra presenza plU so- lenne e più degna questa cerim on ia con cu i la tradizione vuole che si apra un nuovo anno di lavoro e di studio dei nostri giovani allievi - consen t ite che, non tanto a voi, quanto a questi giovani io mi rivolga per metterli, fin dal primo giorno, di fronte'a quello che a me sem b r a uno dei più importantie deipiù deli catiproblemi dellaloro vita di st u diosi.
Problema di equ ili b ri o fra due div erse e spesso con t r a - st an t i esigen ze di qualsiasi insegnamento su pe riore - e del- l'insegnamento superiore tecnico in modo particolare - pro- blema di eq uilib rio tra la naturale aspirazione della nostra men t e alle più alte vette della con osce n za, e la indisp en sa bile iniziazione a quella pratica professionale per cui la scie nza si traduce in applicazioni utili all'uomo ed alla societ à .
Il problema non è nuovo: non è di quelli che sono st a t i posti dal moderno rapido evolvers i della scie n za e della tecni ca.
Nè nuova è la solu zione che noi possiamo tentare di dargli.
Leonardo da Vinc i - che coll'ala del genio ha sfior at i tutti gli argomenti, ed a proposito di ciascu n o ha detta una parola riv elatrice di una insuper ata profondità di pen siero
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2 - Annua rio del Pol itecnico di Torino.
Leonardo da Vinci av eva gla enunciato il problema e lo aveva insieme risolto con un tipico e sa p ie n te ammonimento:
«Stu dia prima la scienz a, epoi seguita la pratica nata da essa», E non v'è fra noi , io cre d o , chi non si sen t a d'accordo con lu i in quest a così ovvia e ra gi onevole affermazione di preminenza tra la teoria e la pratica.
E non ci sareb be più nulla da dire se noi dov essimo limi- tarci, come Egli si è limit ato , ad una assiom a t ic a affer m a zione di principio; se non fossimo noi di quelli che l' affermazione di principio sentono il bisogno di con fortare con argomenti positivi e di concre tare con precis a zion i che dicano se e come i princip ii possono poi trad u rs i in atto e conciliarsi colle esi- genze della vita di ogni giorno.
Perchè si fa presto a dire che biso gna prima st u diare la scie n za, ma basta essers i messi una volta per questa via, seriamente, con sincer it à di propositi, sen za riserv e nè mezzi ter m in i,'per accorgers i che questo è un programma che non ha limiti ; che più lo si persegue, più vasti si scop r on o gli oriz- zon ti e le nuov e mete da cu i lo st u dios o, quando è preso dal fa scino dell a: ricerca , e messo di fronte al mistero dell 'universo, non sa più, non può più, non vuoI più distoglier lo sguardo.
St u di a re la scie n za : ma vuoI dire far convergere tutte le forze, tutte le potenze del proprio essere vers o la conquista dell a ver it à . E basta che un lembo, sia pur modestissimo, di questa veri t à di cu i sia m o irrimediabilmente assetati ci si riv eli - basta che un piccolo sq u a rcio si faccia nel denso velo che alla nostra mente la na sconde - basta che un tenue raggio di luce, attr avers o quello sq u a rci o, giu n ga a colpire la nostra intelligenza, perchè noi sia m o per sem p re conqui- stat i, ed alla scie n za vot iamo per sem p re tutti noi stessi, tut t a la nostra vita.
Ma tutta una vita non basterà più all'impresa che è, come ho dett o, per su a natura sen za limiti-n è con fin i.
E l'uomo che avrà provato a vivere nella su ggest iva atmosfera della ricerca disinteressata - l'uomo che, avendo imparato a su bire in sile n zi o la oscurità di interminabili at- tese, avrà , a premio della su a insonne fatica, anche una sol volta conosciuta l'ebbrezza di una con q u is t a - l'uomo ch e si sen te ormai non inutile gregario in questa impresa che guida l'umanità verso una sem p re meno·imperfetta e meno
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incompleta conoscenza dell 'univ erso e delle sue leggi - non sapr à più distoglier e la su a mente dalla meta luminosa che, sol che gli appaia, sia pur lontana ed ina ccessibile, ha l'a rcana virtù di elevare e di arricchire il su o spirito . .
Se quest 'uom o si tro v a accan t o dei giovani, egli sognerà su bit o di avvincerli, di conquistarli al su o id eale, di farli partecipi del suo entusiasmo, di farne i contin uatori del- l'opera sua .
.E quando si accorgerà che soltanto un a piccola élite
può e vuo le seguirlo su la via lumin osa della scienza pur a, dell a scienza fine a se stessa, della scien za disinteressata, della.scien za che nella eleva zio ne e nello arricchimento dello spirito trova, colla sua ra gion d'essere, il suo compimento ed il suo pre m io - quando si accor ger à che, per ragioni di · congen it a insuffi cienza o an che soltan t o (ciò che è forse ancor più.triste) per ragioni di conven ien ze suggerite od imposte da situazioni famigliari o sociali, la maggior par t e dei su oi allie vi non sa che fars i di ciò ch'egli vor re b be dar loro, ma chie de soltan t o, e vuole solta n to essere pre p arata ed abilit ata all' esercizio di una professione - allora il problema si imporrà a lui in tutta la su a crudezza ed egli sar à su o malgr ado co- stretto a chied ersi quand' è che il precetto «Studia prima la scienza » potrà cons ide rars i port ato a com pimen t o, e dovrà ced ereil passo all'altro: «epoi seguita la pratica nata da essa». E gli accadrà forse di sent irsi incapace a riso lver e il problema che lo porta inopinatamente fuori.del quadro stesso della su a vit a; e quasi cer t a men te gli accadrà di riconoscersi inadatto a guidare quei giovani per vie che non sono le su e, che non son o quelle che egli conosce e persegue.
E logi camente pen serà, e lealmente vi dirà, che nel loro ulteriore cammino è meglio che quei giovani vengano guidati da altri, che vivano nella pratica , che esercit in o effettiva- mente la professione.
Ciò che , a prima vista, potrebbe sembrare assai facile a farsi , dato che di uomini che, vivendo nel pratico eser cizio. della professione, vi abbiano acquistato perizia e prestigio, v'è per cer t o maggior dovizia che di cultori di scie n ze pure.
Ma facile non è.
Non per nulla Leònardo da Vinci non si è limitato a dire: «Studia prima la scienza e poi seguita la pratica» ma 19
- vedi la finezza del gemo - ha detto: «seguita la pratica nata da essa scienza »,
V'è in questa sua precisa enunciazione un imperativo a cui noi non possiamo sottrarei se non vogliamo tradire in- sieme e la scie n za e la pratica e i giovani che a noi si affidano.
A un certo punto dei loro st u di la scu ola deve consentire che questi giovani distolgano lo sgu a r d o dalla scienza pura per volge rlo alle ap p lic a zion i; dev e anzi predisporre questa deviazione, questo sp os t a men t o di obbiettivi, deve preordi- narIa, ma preo ccupandosi di far sì che la pratica a cu i i gio- va n i si avvian o sia quell a che Leonardo ch ia ma «nata dalla scienza »e come tale con se r v i colla scie n za tutti quei rapporti che ne fanno una non degenere figlia.
Per esser preciso dirò che la pratica a cu i noi avviamo i nostri giovani allievi dovrebbe essere animata da uno sp i- rito di ricerca non meno viv o ed intraprendente di quello che car a tteri zza l'attività scie n t ifica propriamente detta.
E noto infatti che i problemi che la tecnica è chiamata ad affrontare ed a risolvere sono solo eccezion alm en t e di quelli di cu i noi possediamo una solu zione razionale.
Nè il tecnico può arrestarsi di fronte alle limitazioni che alla scelta dei problemipotrebberoapparireimpostedallost u dio attuale dell e nostre conoscenze scie n t ifiche e dalle conseguenti possibilità di calcolo.
Non lo può e non lo dev e. Perchè egli sa, e constata ogni giorno, che al di là dell e nostre possibilità di investiga- zione analitica esis te tutto un mondo di nuove possibilità che son o suggerite dall' esperienza e, più spesso ancora , dalla sem p li ce osservazione e dalla retta interpretazione dei feno- meni della natura.
Egli è spesso indotto a riconoscere che, persino nel caso dei problemi a cu i noi sia m o riusciti a dare una soluzione razionale, la realt à è poi non di rado div ersa da quella defi- nita dai risultati dei nostri ca lcoli, e che solu zion i differenti, e spesso migliori , si realizzano per l'interv ento di fattori da cu i noi av evamo cre d u to di pot er prescin dere .
La ver it à è che l'estrema com p less it à dei fenomeni, il grande numero di va r ia b ili da cui essi.dipendono e l'incerto com p or t a men t o di esse, la molteplicità, e diciamo pure l'ar- bitrarietà, delle ipotesi che noi sia m o cos t ret t i a postulare
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quando tentiamo di tradurre quei fenomeni in termini mate- matici , rendono non di rado illusorio il rigore dell a solu zion e.
A questa solu zione, che del rigore ha solo l'apparenza, il tecnico è allora indotto a preferire posizioni che non hanno alcuna giustifi cazione razionale, ma che gli son o su gge rit e dalla su a personale intuizione del fenomeno.
D'altronde la st or ia dell 'ingegneria ci offre non pochi esem pi di cas i in cu i l'intujzione del tecnico ha feli cemente prec eduto gli svilu p pi della teoria: in cu i cioè questi svilu p pi hanno poi recato all'intuizione del tecnico il con for t o di una success iv a, piena, e perciò tanto più preziosa giustificazione.
Si può ben dire che, in questi cas i , la tecnica ha, con divi- natrice potenza, offerto alla scienza gli elem en ti basilari su cu i il proce sso logi co ha poi potuto svilu p p ars i.
Le vie di questa potenza divinatrice son o spesso oscure: promanano da misteriosi .rap p or t i fra la personalità del ricer- catore e la natura osservata; e sfociano nella en u n cia zion e del tutto ip ot etica di leggi che non è possibile verifica re,dire tta- mente, ma che trov eranno la loro conferma nel controllo spe- rimentale di qualche conseguenza che la scie n za, operando su quell e enunciazioni, abbia logi camente elab or a t a.
Ma non è di tutti percorrere vie siffa tte. Il tentarle im- plica, da parte del tecnico, una pres a di posizione non priva di ardimento; implica l'accetta zione di un aumento di respon- sabilità; implica la deci sa volon t à di dominare il mondo esterno com p ien d o il su p rem o sforzo di .adeguarsi alle leggi che lo governano prima ancora di av erne la perfetta,cono- scenza.
Ora perchè in un tale tentativo sia evit at o il grav e in- combente pericolo di cadere nel più banale em pir is m o, è in dispensa b ile che il tecnico possa fare un sicu r o affid a men t o su di una solida formazione scie n t ifica .
In realtà l'in segn a men t o tecnico può senza pericolo spin- gersi al di là dei limiti dell e nostre con os cen ze Scie n t ifiche, ed affrontare la realtà rinunciando a cos t rin ge rl a nei tradi- zionali schemi troppo limita ti ed imperfetti, ed abbordare problemi che allo st a t o dell e cose son o teoricamente inabbor- dabili, solo se si rivolge a giovani in cu i le idee fondamentali di una concezione razional e dell 'univ erso son o cos ì profon- damente e sald a men te radicate da eli m inare ogn i peri colo
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che esse vengano perse di vista anche là dove sembr a esclusa , almeno per il momento, ogni possibilità di un a loro ap p lic a - zione diretta.
E
perciò proprio quando si vuole spingere !'in segna m ento tecnico più addentro e più innanzi nei settori dello scib ile scie n tifica men te non ancor del tutto esp lor a t i, che a questo insegnamento occorre premettere un più severo e prolung ato addestramento nell e discipline scie n t ifiche.E mano mano che nuov e e più ardite tecniche si vanno affermando, non è solta n t o della naturale evoluzione dei ri- spettivi insegnamenti che noi dobbiamo preo ccuparc i, ma del più ampio sviluppo che occorre attribuire alle scien ze fonda- mentalida cu i quell etecnichetraggono originee giustificaz ione.
Quando io pen so agli sviluppi cui daranno sicu r a men t e luogo le più recenti scoper te nel campo della fisica nucleare - e a quell a che sa rà fra pochi anni la nuovissima branca dell'ingegn eria: «l'ingegneria nucleare » - l'u nica cosa ch e mi preo ccupa è il fatto che nelle nostre Scuole non si sia ancora sen t it o il biso gno di provvedere alla istituzione, per gli allievi ingegneri, di un regolare insegnamento di fisica teorica (1). E non poss o lasciar passare l'occasione che mi si offre oggi di formulare il vot o che a questa ist it u zione si ad- divenga al più presto almeno in quell e scu ole che, come la nostra, hanno la tradizion e e la volontà di esser sem p re pr e- sen t i su l fronte, sempre in movimento, del progresso scienti- fico tecnico.
Come non posso esimerm i dall' auspicare che in queste nostre Scuole si trovi il modo di parlare più spesso e più diffusamente ai giovani dcllc fonti della con os cen za.
Poeo importa sotto qual titolo.
Una volta si sa reb be cer t a men te pen sato ad una «filo - sofia della scie n za ». In tempi più recenti l'in segnamen t o a eui io alludo avrebb e probabilmente preso il nome di «st oria della scienza » o di «critica dei principii».
Non v'è du bbio che domani lo si chiamerà più realistica- mente col nome di «tecnica della ricerca scien t ifica ».
Qu el che imp orta si è ch e in qualche modo si provveda non solo ad or ientare tem p est iv a men te verso la ricerca quei
(I) Nel Politecnicodi Milano si tiene un corso di «Fisica Nu cleare applicata».
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pochi che ad ess a dedicheranno poi tutta la vita, ma anche e sop r a t t u ttoad interessare al processo psi cologico della ri- cerc a l'intierà massa dei giova n i ed in modo particolare pro- prio quelli che finiranno inv ece per dedicarsi all' esercizio della professione.
Ai quali - prima di ch iu dere questo mio brev e inter- vento - io vorre i offrire una con clus ione che è, solo appa- rent ement e, paradossale, ma che merita tutta la loro atten- ZIOne.
Ed è questa: che quell'abito al rigore scien t ifico che si acquista nello st u dio sever o dell e discipline matematiche e fisi che - se rappresenta il presupposto ideal e della ricer ca pura e la indispensabile ca r a tter ist ic a di quanti a questa ricerca intendono dedicarsi - non-è meno necessario a color o 13 cu i attività si svolge r à nell'ambito della professione ; la quale, più spesso di quanto non si creda, inv este settori in cui le vie della inv estigazione razionale non son o ancora aperte, in cui .perciò le teorie scien t ifiche non ci soccor r on o, ma in cu i una severa formazione scie n t ifica può riuscir pre- ziosa ogniqualvolta l'ingeg n ere si venga a trovare nella ne- cessità di sce glie re tra le soluzioni ovvie della tecnica corrente e quell e, hen più impegnativ e, che gli sa r a nn o su gge r ite dalla sua personale intuizione di leggi non ancor con os ciute .
E biso gna che l'ingegnere sa p p ia che dall' ardimento , dalla consapevolezza e dal sens o di responsabilità con cui egli farà questa scelta, dipende non soltanto l'efficienza dell e su e crea- zioni, ma l'influenza che attraverso ad esse egli potrà eserci- ta r e su gli svilu p pi futuri della scie n za, della tecnica , della civiltà.
GUSTAVO COLONNETT I.
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DIRETTORI DEL POLITECNICO DI TORINO
DALLA SUA FONDAZIONE
DIRETTORI DEL POLITECNICO DI TORINO DALLA SUA FONDAZIONE
già R. Scuola di Applicazione per gli Ingegneri (Legge 13 novembre 1859, n. 3725 [L. Casali]);
R. Politec nico (Legge8 luglio 1906, n. 321) ;
R. Scuola d'Ingegneria (R. D. 30 settem bre 1923, n. 2102);
R. Istituto Superiored'Ingegneria (R. D. 21 agosto1933, n. 1592 [T. U.]);
e.di nuovo R. Politecnico (R. D. 29 luglio 1937, n. 14S0);
Politecnico (2 giugno 1946).
t
PROSPERO RICHELMY (1860-1880).Nato a Torino il 28 luglio 1813, morto a Torino il 13 luglio 1884. Laureato Ingegn ere all'Univer sit à di Tori no'nel 1833; nella stessa Università dal 1838 Dot- tore aggr egato alla Facoltà di Scienze fisic he e matem atiche e dal 1850 Professore d'Idraulica. Dal 1860 Professor e di Meccanica applicala e di Idraulica pratica nel Politecnico di Torino ,allora Scu ola di appli cazion e per gli Ingegn eri.
t GIULIO AXERIO - Incarica to (1880).
Nato a Rima di S. Giusepp e(Ver celli)nel1830,morto aTorinoil5genn aio1881.
Laureato Ingegnere civi le all'Univers ità di Torin o nel 1852. Dap prim a insegn ante nell'Istituto Privato «Rosellini» di Torino ; dal 1856 In gegn er e nel R. Corpo delle Miniere. Direttore del R. Museo Industrial e It aliano di Torino dal settem bre 1880.
t
GIACINTO BERRUTI (1881-1882).Nato ad Asti nel 1837, morto in Torino l'Il marzo 1904. Laureato Ingegnere idraulico e Architetto civile all'Unive~sità di Torino nel 1859. Dal 1861 Ingegnere nel R. Corpo delle Minier e; neI 1861 Direttore dell'Officina gov ern a t iv a delleCarte- Valoriin Torino; nel 1872 Ispettore gen erale delle Finanze. Dal 1881 Direttore del R. Museo Industriale Italiano di Torino.
t GIOVANNI CURIONI (1882-1887).
Nato a Invorio Inferiore (Novara)1'8 dicembre 1831; morto a Torino il lo feb- braio 1887. Laureato Ingegnereidraulico e Architetto civile all'Università di Torino nel 1855. Assi stente di Costruzioni, Architettura e Geometria pratica al Politecni co di Torino nel 1861, allora Scuol a di applicazione per gli Ingegneri ; Dottore aggre- gato alla Facoltà di Scienze fisiche matematiche e naturali dell' Univer sità di Torino
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nel 1862. Professoredi Costruzioni civ ili idrauliche estradali nel Politecnicodi Torino, allora Scuo la di Applicazione per gli Ingegn eri , dal 1866. Deput at o al Parlam ento per il Collegio di Borgoman ero dal 1878.
t ALFONSO COSSA (1887-1902).
Nato a Milano il 3novembre 1833,morto a Torinoil 23 ottob re 1902.Laureato in Medicina c Ch irurgia all' Università di Pavi a nel 1856 e Assist ente, nella stessa, di Chimica genc ra le dal 1857 al 1861. Professore di Chi mica e Direttore nell'Isti- tutoTecnico di Pa via dal 1861 al 1866, quindi in quello di Udine . Nel 1871 Diret- tore della Stazione agra ria di Torin o, poi Direttor e e Professor e nella Scuola su p e- rior e di Agricolt ura di Por tici, di nuovo Direttore e Professor e di Chim ica agra ria alla Stazio ne agra r ia di Torino, ed in fine Professore di Ch im ica gen era lee di Chimica minerari a nel R. Museo Industriale Itali an o di Torino. Dal 1882 Professore di Chi- mica docimasti ca nel Politecni co di Tor ino, allora Scu ola di applicazione per gli Ingegn eri.
t
ANGELO REYCE ND - Incaricato (1902-1905).Nat o a Torin o il 27 genn aio 1843, morto a Torino il 26 nov embre 1925. Lau- reato Ingegner e civile al Politecnico di Torino nel 1865, allora Scu ola di appli- cazione per gli Ingegn eri. Incominciò con l'insegnare Disegn o nelle Scuole med ie di Torino . Fondò la Scuo la di Ar ti e .Mestie ri di Torino, della quale fu Presidente;
come pure in Torino fu Presid ente della fiore n tissima Scuo la S. Car lo, oggi Scnol e tecniche ope ra ie S. Carlo, e fon dò la Scuola professionale di Costruzioni edilizie che portail suo nome. Professor e di Archi tett ura nel Politecni co di Torino dal 1877 al 1919.
t
GIAMPIETRO CHIRONI - R. Com missario (1905-1906).Nato a Nuor o il 5 ottobre 1855, morto a Torino il lo ottobre 1918. Laureato in Giurispruden za nel 1876 all' Un iv ersità di Caglia ri, ov e fu dal 1879 Dottore aggre- gato per il Diritto rom ano e civile. Dal 1881 Professore di Diritto civile nella Uni- versit àdi Sie na; dal 1885in quella di Tor i no,ovefu alt resìRettor edal 1903 al1906.
Fu ilpri mo Direttor e dell'Isti tuto'di stu di com me rciali (oggi Facoltà di Scienzeeco- nomiche e com me rci ali) di Torino. Deputato al Parlamento per il Collegio di Nuoro dal 1892al 1895; Senatore del Regn o dal 1908.
t
VITO VOLTERRA - R. Commissario (1906).Nato ad Ancona il 3 maggio 1860,morto a Roma 1'11 ottobre 1940. Iniziati gli studi univer sitari alla Facoltà di Scienze fisich e matem atiche e naturali, dall ' Uni- versità di Firenze, sitrasferì nel 1878 all'Università di Pisa,ove, am messo nel 1880 a quella Scuo la normale su pe riore, si laureò in Fisica nel 1882 e nel 1883 divenne Professor e di llfeccanica razion ale. Nel 1892 passò al medesim o insegnamento nel- l'Univ ersità di Torino e nel 1900fu chiamato all' Un ive rsit à di Roma alla cattedra diFis icamatematica , che tennefino al 1931.Sen a to redelRegn odal 1905.
t
ENRICO D'O VIDIO - (1906-1922).Nato a Cam po basso 1'11 agosto 1843, morto a Torino il 21 marzo 1933. Dal 1863 Insegn ante di Matemati ca nella R. Scuola di Marina, poi nel R. Liceo Prin- cipe Um be r t o di Napo li. Nel 1868 laureato «ad hon orem»in Matematica alla Uni-
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versità di Napoli. Dal 1872 al 1918 Professore di Algebra egeometria analitica nel- l'Università di Torino, ove fu, alt resì, Rettor e dal 1880 al 1885. Lo st esso insegna.
men t o ten ne per in cari co nel Poli tecnico di Torino dal 1908 al 1918. Senatore dei Regn o dal 1905.
GUST AVO COLONNETTI (1922- 1925).
Nato a Torino 1'8 nov em br e 1886. Laureato Ingegnere civ ile nel 1908 e dip lo- mat o in Elettrotecnica nel 1909 al-Politecnico di Torino; libero docente di Scienza delle costruz ion i nel 1910; laur eato in Matematica all' Uni versità di Torino nel1911.
Dal 1908 Assistente di Scie nza delle costruz ioni, stat ica grafica e cost ruz ioni st ra - dali e idr auliche nelPoli t ecnico di Torin o. Dal 1911 Professor e di Meccanica ap pli- cata alle costruz ioni nell a Scuola superiore nav al edi Genova edal 1915 nella Scuo la d'Ingegneri a di Pisa , di cui fu Direttor e dal 1918 al 1920, nel qual e anno passò al Politecni co di Torino come Professor e di j\1eccanica tecn ica super iore, poi di Scienza delle costruz ioni. Presidente del Consiglio Naziona le delle Ricerche ; Accademico Pontificio; Socio Naziona le dell'Accad emi a dei Lincei ; Socio dell'Accad emi a delle Scienze diTor in o ;Socio corr ispo n de n te dell'IstitutoLombardo di Scienzee Lettere;
Membro cor rispo n de n te dell 'A cadémie des Scien ces di Parigi.
t FELI CE GARELLI (1925-1929).
Nato a Fossan o (Cun eo) il 16 luglio 1869, morto a Tori no il 21 mar zo 1936.
Seguì i Cors i di Chimica nel R. Museo Indust riale Itali ano di Torino, consegue n- dovi nel 1887 l'abilitazion e all'inseg n ame n to della Chimica e Fisica ap plica te . Lau- reato in Chi mic a all'U niversi tà di Bologn a nei 1891 , vi fu dal 189 5 Assis te nte di Chimica gene ra le, perla qual emateri a ,nel1896,consegu ì laliberadocenza edivenne Professor e nella Libera Uni versit à di Ferrara . Dal 1903 Professor e di Chi mic a tecno- log icanella Scu ola d'Ingegn eria di Napoli, dall a qual e passò nel 1911 al Polit ecni co di Torino come titolar e dell a stessa mat eri a , poi di Ch im ica industriale inorganic a ed organica.
GIUSEPPE ALB ENGA (1929·1 932).
Nat o a Incisa Scapaccino (Asti) il 9 giug no 1882. Laureato Ingegner e civile nel 1904 al Politecni co di Torino, allora Scuola di applicazione per gli Ingegn eri , ove fu Assiste n te di Scien za delle cost ruz ioni dal 1904 al 1914, dal quale anno fu Pro- fessor e di Cost ruz ioni stradali e ferroviar ie alla Scuola d'Ingegn eri a di Bologn a e dal 1916 al 1918 a quella di Pisa. Dal 1919 al 1928 Professore di Meccanica appli- cata alle cost ru zioni, poi di Scienza delle cost ruzioni alla Scuo la d'Ingegn er ia di Bologn a. Dal 1928 Professor e nel Politecni co di Tori no, allor a Scuola d'Ingegn er ia, prim adi Teoria deipontipoi di Pontietecnica delle costruz ionied infinedi Costruzioni in legno , ferro e cemento armato.Colonnello di Com pleme n to delGenio aerona u t ico .
t
CLEMENTE ~ON.TEMARTINI (1932-1 933).Nato a Montù Beccaria (Pavia) il 12 giug no 1863, morto a Milan oil 28 giugno 1933. Laureato in-F isica all'Univers ità di Pavi a nei 1885; Assist en t e di Chimica docim astica nel Politecni co di Torino nel 1886, allora Scuo la di ap plica zione per gli Ingegn er i; conseguì la liber a docen za in Chimica fisica nei 1893. Assiste n te presso la Facoltà di Scienze fisi ch ematematich e enaturalidell'Univer sitàdi Romadal1894, prima di Chimica genera le e pordi Chi m ica farmac eutica. Nel 1902 Professor e di
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