A GIUSEPPE
BIANCHETTI VERSI
DI EUGENIA PAVIA
GENTILOMO
FORTIS
Eugenia Pavia Gentilomo
DigitizedbyGoogle
OPUSCOLI
&&<B<tt(D&Va a>&fc&
9ABAVO
DOMENICO CAPRETTA
DI
C E N E D A
Volume °295
'«<•Il
Misceli. CAPRETTA
DigitizedbyGoogle
A
GIUSEPPE BIANCHETTI
DI
EUGENIA PAVIA GENTILOMO FORTIS
VENEZIA
DALLA T1POGHAF1A DI GIOVANNICECCHINI Prnniato eooroe<i«gli<»dall'I-R.IstitutoV
»H«IlF.tpn>itinncUm*er»«U«liP»ng>
1857.
DigitizedbyGoogle
EPISTOLA.
Mentre
uggiosanebbias'attraversaA
conlendercii raidelgranpianeta Ond' havitanatura eluceilmondo, 0
Bianchetti,chefai? LeviepiùsoleE
ilidiingombralarecenteneve Colraffrontoabbrunando i lentifluttiCuifan riparo. Nelle viefrequenti S'insozzaesquagliaalcalpestioperenne,
E
algocciolardellagrondaiainfestaChe
da'tetti siporge. A' passi tuoi, Vaghid'errarfra l'ombreamene
ei lieti Colliche parlan più gentillavoce Arcanadinatura achipiùargutoHa
l'intellettoeil corpronto asentirla, Troppoètalmetainvisa:etusedendo Nelteporlenediromita stanza Disciogliivannialtuo pensierche vola Diragion conlafidatascortaSul gran
mar
dellecosee delle idee.-
A—
Forsetipiace meditar severo Lastoriainterrogandoaltamaestra, Chetrai vetustiei di futuri assisa
Con
l'esempioammonisce e col consiglio;0
piùtigiovadatenacenodo* Lescienzemostrarcongiuntein una:Nodo
ignotoaiprofani^emanifesto Ai sacriingegniche insueloacume
Avvalora a scrutar nell'arduo vero;
Ene componialtissimo edificio Cheil termine mortai soverchia tanto Quanto ladiva sulla possa
umana
Fia cherimangain infinitoeccesso;Uno
egrande cosi,come
unoegrandeÈ
l'archetipo suo;come
l'amoreChe
inmilleaffetti ripartitoirraggia Latenehria di quest'afflittavalle,Ma
pur tinopermane egrandeimpera.A
reconditefontisuggellateChe
fatidicispirtinegliarcani Cantiadombrarsotto sensibil forma,Con
savioaccorgimento attigner godi Qualchestilla delver chesulcreatoDa
fonte indefettibile deriva,E
addurscienzatralapolve eilsuono **Dell'umana palestra?Ioticontemplo
Con
Tocchiodellamente,tuttoassortoVuoisi accennareall'opera lodatissima DellaScienza. Saggidi Giuseppe Bianchetti.
•* Si alludequi ad un' altrasua operadivisain Ireparli: Sden- ta efede. Scienza eletteratura.Scienza e vita, che ora dobbiam lamentare irreparabilmenteperduta, sendoaleh.Autore andata in un viaggio dispersala valigia che rontenevane il manoscritto.
DigitizedbyGoogle
-
5-
Nell'acuto indagarcui nullosfugge Purilo'minimi obbietti,in le sueocculte Anella
come
nellepiù parventi Distinguerlacatenachel'annoda Allasemplicefede,allabell'arte Che,,suadendoi cor,dolcegoverna; AH'incessante fervere dell'opra Incuis'informali delpensiero ivoli.Conmeditato eloquioindi
V
appresti Arischiararqualsia l'assiduaveceOnde
fralortcngonloscettro alterno Sovrastandoallagran famiglia umana, Sofia,severa,indagatrice, ardita,E
ilzelo piochea crederenesforza, Ilcreator pensiero e laparola, Lestudiatenorme
el'opra viva.Sempre
iltuodirprofondoe tersocome Fiume
regalsea'marginicontento Insèriflette.il ciel.Taleti mostri * Ragionandodell'uomo:all'ordin bello Delnitidosermon tefidospeglio Sedella forza narri intattaedalta Chenell'animosiedee neli'ingegno;0
diquellachedàlenaallemembra.
Deh
! salute così t'arridaognoraE
spegliofido ancodilei tiserbi.Nel ripostopensier s'agita e ferve L'ampiosubbietlo:nédell'
uom V
appaghi Individuo scrutarlatrinaforza,Ma
qual varia&'atteggia,e qual prevale•Dellafona umana,DiscorsodiGiuseppeBianchetti, dalaidet- talo quasi proemioalavorodimaggiorlena, divino in treparli.
DigitizedbyGoogle
—
G—
Ne' popolie ne'tempiavvicendala, Suggellandodisèpopolo etempo.
E come
al vYatorcheintentoosservaLa
vasta fronte diregal palagioE
da' portici arditiedalleornate Finestre eda' patentiatriiargomenta L'aspettointeriorchealuisicela;Cosìa chiFocchiodella mentedrizza Inque'nobili sensi, indiziolice
Non
fallibilrìtrar di queiche accoglie Tuttor geloso stipo,o colveloce Calamoaffidi allediscrete carte.—
Ma
troppoteso ornai l'arco s'allenta.Già priacheilsol dietroladensacerchia De'brumali vaporbaleniunriso,
E
ancorapriacheantelucanbarlume Lefolteombre
diradi,meditando Sulepiumetu siedi.Alquanto or posa L'indefesso pensier.Sorgi,edaivetri,Ove
si lietosuolfrangersiilraggio Meridian, pingi losguardointornoE
gli orti circostantieipiùlontani Tetti discerni de'palagialteriChe
fanlamiacittà maravigliosa;E
ipillatolieccelsiondesispandeDe' bronziilsacro squilloeaiprieghiinvita.
Ah! troppomestoe squallidos'affaccia Agliocchituoiquell'uniforme aspetto Di secchi ramiove frondeggiasola Lacostipata neve, ein bianchi ornati Sui bruni sidisegna antichimarmi.
Pursottoil gelfervela vita.Blanda Tralefibreserpeggiadellepiante Virtùchealsoffiodelletepid'aure Disèridenteporgeratliindizio.
Ah
in'ingannaildesiof Te,non appena Vedrai spuntarl'erbetteeiramiadorni, E redirFamorosarondinellaA* nidiusati,pungeràpiùviva Labramadispirarl'aeresereno
Che
sovrastaa'tuoicolli. Moverai Pe'cognitisentieri.,all'ombraamena
De'notiarbori annosi, confidenti De'tuoi dolcideliri!edelleambascio;E
spessoancortiridirannounnome
Cuifersanto l'affettoelasventuraE
sacro a ricordarYinvidamorte; Ond'iomalsochiederl'aprii,fecondo Dipromesseleggiadrealla natura.Ne, se t'arresta,
m'è
discaroilverno.Eiregnaintanto.
E
sediversa cerchi Sopposta scenaalguardo,dallechiuse Stanzeovetaceognoraillietoraggio Tristenonmen
t'èofferta. AbbonacciataÈ
lavastaLaguna,ma
digelo Isolettenatanti alfreddomare
Pensarti faunooveascherzarsonuse Ledeformi balene,sbigottiteDell'ardimento
uman
che tentailvarco Pe'lordeserli. PocooltreYintendi:EccoapparirYisola tetra-ecara Chedi luttos'ammanta, ove l'umane Spogliehaiidimora, poi che
P
aliaperse Lospirtoalvoisupremo.Ed
ivi posa,— 8 —
0
Luigi,*il tuofral!d'ombrailconsolaE
onor glirendeconlavivafronda Perman
dell'amistà recentealloro.Quando
n'agitairamiaura notturna,E
fastormirle foglie,un'armonìa N'esceindistinta, cui se porgeascolto Piùche l'orecchioilcor,achi l'educa Gratasembraplaudirlanobil piaola.Inbreve
marmo
conoscenti noieLapatria tiscolpia:
ma
piùche inmarmo,
Nel ricordode' posteriiltuonome
Fia che s'insempri,come
luce d'astroChe
per volgerditempo nontramonta.0
Bianchetti,perdona,se sviatoDa
telungeilpensiersiraccogliea Nelmestosovvenir:aluiritorna Vigilespesso eaffettuoso,eilmove
L'ingenuacarità digrato core
Che
piùde'sacrificihainpregioIddio.Or
tecoson;teco m'aggiro,incerta Gli aureivolumi riguardando,ingiustoOrdine compartili chefan bella
La
tua capace stanza;e qual tuscernaNon
so per anco.Cedanoiseveri Studiiperpocoallusinghieroinvito• Dipoesia.Cosìalmio genio indulgo,
E
tu sorridiargutamente. Vedi, Asè t'invita l'elegantee dolce CantordiLaura,eostentai più rcposli• Luigi f.arrer
—
0—
Artifizi! del dirsì clic l'alleili
Ma
priarinfiammasegagliardo luonaCon magnanimo
zel,rompendo
ilduro Sonnoinchepolire di saluteindegna Sui triboli delpar che sullerose, Quellache s'ornadellagloria avita,E
nonricordaeh'èsuperbomanto Cui va d'intornoconsueforceiltempo.S'allr'opranon s'appon digiornoin giorno.
Lafibra ornai troppotiscuolee sosti;
E
inseraccoltoiltuo pensiersibea:0
ilvoi diluicol suovolarseguendo L'aértrattaanimosoov'ei precorse.Ma, dimmi, vagheggiar non ami alquanto
La musa
cinta d'iride leggiadraChe
alcignodiFerraraimpennal'ali,Robustesìchealtissimo sovrasta,
E
spaziandovasiili"criccime Nè mai leimmerge
serasenta l'onde Coi volubili giri?M'innamora Lanoiafresca,limpida,potente Ch'eispande all'etra;laida-fonteviva Facildiscorreillersoumor
Ira i fiori:FaciI così,
ma
ben conaltra foga Sgorgailsuo carme,eTocean pareggia Sealarghi fiottiballe illido. Intento A mirardalla spiaggialasolenne Maestàdiquell*acque, somiglianzaUgo
* neIrasse, allorchecintoil brando L'alto spirtoguerrìcr ch'entroraggiaIlFoscolo.
2
DigitizedbyGoogle
—
10—
Allettava sulcampo.Asè tichiama QuelcheParmipietose eilcapitano
Con
Pepicaeternò gagliardatrombaChe
delPirad'Achilleancor fremea,£
nullo osavad'imboccar: ilmesto D'Eleonoraedifortunaamante* Cui perpetuarodeacuralavita£
fidiebbedelpar genio e sventura.Potcan
gP
invidi suoi,mendico, afflitto, Trarlo allatomba
edoscurargli,ahi! stoltiNon men
cheiniqui,con Pingiustocruccio11divinosplendor delPintelletto
Ad
ora adora:ma
ilgrancordomarne Non
potean.La
vetustaargutafola Del Titanocui feroaugel corrodoIl viscerecheognorsiriproduce, Troppoveroperduraatrocemito!
In forsenon tiveggio lungamente^
Che
gli occhitiferiaqualse ritratto DelPintimo fulgorsullacerulea**Modestaspoglia un raggiofosse,ilbreve
Volume
tripartito in cuis'accerchiaIl cantochediefondoall'universo.
Adoraeleggi:oa dir più vero,leggi
E
adora.È
tantoillume suo chebastaUn
riverberosolsul!'altrui fronte Adarlechiarofregio.Talemana
* i\on siachidaqueato verso Iraggaargomentod'irriverenza,non so sepiùstolta o iniqua, versoil grandeinfelice:
ma
chivoglia leg- gerne I'Epistolario troverà, credo, motivo diconvenire nell'ideacui ivisiaccenna."
Fralemoltee pregiate edizioni dellaDivino Commediadalui possedute, l'illustrescrittorenepredilige unamodesta, copertaappun- to d'aziurra veste,ericcadi suepostille.DigitizedbyGoogle
~
il—
Dal ministro
maggior
dellanatura Luce chegliastri displendor corona.Nel paurosoirremeabil regno
Dispeme ignudoed'ogniduol misura, Maraviglia,terror, ira,pielade^
Svegliansiagara;eilsensoingombranbelle Di maestà selvaggia,imagincupe.
Deh
!senonpiangidiche piangersuoli Ailuttuosieventiondes'eternaCon
sìcelestinotela memoria,Che
unparadiso fanleatrocibolgie? Inebbriatoinquellealtris'avvisaNon
oltregirmortale ingegno.Ah
!come
CitaredogentilleobbedientiCorde godetentarcondolcemetro
Che
allettaadascoltarloicor sospesi In concentomaggior,tallapiù cara Auradipoesiaeh'ivis'effondeÈ
solpromessachedisedeinsede Apparpiù manifesta,oveimartìri Si fansoavi piùche al finmirando Dell'anelitoardente, perchè aldivo Giudicio pieganl'alme innamorateE
nelduoloserene.—
Oh!come
surge L'estro invocatoconpropiziosoffio All'alta navicellache secura Percorrer miglioracquaalzalevele!Governailcanto un'armonìasolenne
Che
dituttiipensiersifareinaE
displendidabileinformailverso.QualealuiparveBeatrice,austera Neil' invitta beltà, quandosospesa De'fior ladensa pioggia, compatirgli
DigitizedbyGoogle
—
12—
Parenti gli eletti spirtiechiedervenia, Eiper
amor
sifé' protervoedacre Allavolobil,d'ogniviziodonna, Terrafatai diglorieedisventure;Ma
ilsommo
ancor d'ogni dolcezzaaggiunse Miracolo gentil d'arteenatura!Ei delParpanovissimalearcane
Temprò
corderitroseaogni nitroinvito;Eobbedienti altoccosuol'intera Melodia consentir che de' Celesti Ne'cantisuonain region superna,
Ove
P ingegno insacraestasi assorto Presenteiltennedel pensi*1 col volo.Chidell'aquilai vanniiniqua noncinse Mal seguirlo presame. Osar chipuote
Il belraggio
adombrar
di poesia Che illuminaagl'infermiocchi mortali Degli Angelilafesta,ove inperenne Gaudio,spemee desìo, perdonlapunta? Quivialla terraincognite armonieE
sublimi parvenze,euna diffusa Vitaineflabil sìche Palihacorte Dietroalenntomemorin, ocome
speglio11fulgor puòritrnrne enonl'ardore.
Ma
tifora imporlunqualse t'udissi Stridere assidua lima entrogli orecchi Intentialsuono d'amorosalira Prodottoilcarme, quandoPalma tuaDa
ogni cura terrenaornai divisa Colà pregusta ilnovodì, sicinge Dique'rai sovrumani,echiusa chiusa Entrolasua letizia nonm'ascolta.Venezia, dicembre 1855.
UNA VISITA
A
l<LO STUDIO DELLO SCULTORE
LUIGI MINISINI.
Meditabondo
spirilosevero Cheintendailforteacume
Ne'penetraliarcani Degl'intelletti umani, Ascrutar indefessoQuel chev'infuseIddioraggio delVero, Sealcaros'accompagna
Vivaceimaginarches'inamora Nelgraziosolume
Delle piùchemortaliartidivine^
Ed
iv'ilcercadisiosoamante Nellabellezza in cuitantas'accoglieOrma
del suo sembiante, Specchiofa dise stesso All'ordinesupremo,all'armonia Cher
IncreatoAmor
spiròcreando;È
questa l'altanorma
Che umanitadcaDiofasimigliatile.
Intepienaè l'amabilconsonanza,
- 44 -
0
saggio amico. Il cors'allegra,quandoPago
affermart"ascoltaChe
lecose leggiadreeperegrine, Qualsia lor varia curaNellavita,nell'uom,nellanatura.
Se aggiungono ilconfine Dell'ideaibontà,sonpoesia.
Deh
!vedicome
spiraDa'vivi
marmi
cui dièPalma
eilmoto
11giovineprestante, ched'amico Plausotalor conforti;
Non
co'magici carmi,Come
fìnger solcasialtempoantico,0
conlepreciilvótoStancando Olimpo,
ma
col bel disio D'onorchemai nonlangue,E
irischicerca,edogn'inciampoatterraMa
conlanobil fiammaDell'amor ches'affina a'rai dell'arte
E
la vitacomparte.Nellerigide vene Parches*agiliilsangue,
Il lampoesce degli occhi
Giocondoo fiero;allaparolailvarco Docil preparaillabro.
Schizzadall'aspra selce
La
splendida scintillaa cui secondaLa
fiammavincitrice e V almainnonda, Semagnanimi
fastiRendeinsembianzaeccelsa
E
incuoraalle beli'opreCon
lamuta
eloquenza dell'esempio.Eccosul!'
orme
tuemovo
bramosa-
15-
A' suoilari:eigià gode
Modestamentedituaschietta lode.
0
beatocoluicheilsacro ardore Sentefervere incore£
acuifida laman
servealpensiero(Divabeltà chiusanel
marmo
ancora Disioso presenteE
s'affrettaaspezzarFargine ingratoChe
daleilo divide.Primadel carovoltos'inamora
Ch'eivagheggiando ornò d'ingenuegrazie,
E
lieto glisorride Del donriconoscente.È
talvolta ritrosaE
ignorata vorrìarestarsiancoraTemendo
della vita;0
gl'improveraausteraChe
dal ciellarapìa per darlaal mondo.Ma non
ristàdall'opra, elaconsola SemestaoirataappareD'inclitafama conlaspemealtera Checoltempos'affronta
E
conalarobustainallo vola Varcando imontieilmare.Spessoufficiocortese
Gliraccomandasconsolatoaffetto, Cuigiova almeul'effigie
Contemplard'un perdutoecaro aspello;
Spessopietosoetetro
Di luttofamigliarsensol'inspira
Che
ilcompiantoferetro Cinge diperegrineimaginvive;—
in—
V F. lalorgli prescrive
Almo
d'onortributo e di rispello Un'intera citlade a ehid'egregia IncorrottavirtùleporseesempioE
conla piamemoria
ancor I*onora.Move
dasibelfonteIlpensiercheguidòtua pronta mano, Artefice gentil. Allascnibiauza"
Compostain dolcemaestàsevera, Al
manto
ampioe diffusoChedagli omeriscendeealpiès'arresta Allafrontemodesta
E
veneranda,ilbuonpastor ravviso CheinUdinesedea;Udineall'artieaiculti ingegni amica, A cuid'intorno slanterrefelici
Per vivid'aerc efertilipendici,
Che
digiocondo lumeInformandellementi il pronto
acume
;E
anoi dilàvenisti,o gioviliprode!Ma
di'chison que'dueM
« Degnidi tanta riverenzainvista? »
Come
neglettoeparcoIlpanneggiardelmanto
Mostra ch'altrove bauvoltaogni lorruta Disublimi pensier carcalamente
Magnanima
esdegnosa.D'onde un dilor s'attrista
Rei decoro serbandoin
mezzo
alpianto,Come
Tuonicui disdettaLastallia diMoti*.Bruito Arcivescovo(T
V4m.
Eraclito pDemocrito.
—
17—
Ognisperanza più timornonsente
E
neldolor riposa? 1/ altro cuinubeoscuraSiedein fronte,perchèridebeffardo? Ahi! quella stanca e dolorosa pace
£
d'amarezzaintriso Queirineffabil risoHan
ristessaradice!V
unoeTaltrosischiude Dell'uomosulecolpe elesventureChe
sevanta beato eaiNumi
eguale Mentre l'incalzailmaleDallacunaallatomba;
E
con sonora trombaSèdecanta signordell'universo Mentredipolve asperso
Inpolveriede,e oblìo graveVoccupa.
Piangi^chèn'haibend'onde,
Anima
alterae mesta,E
interaccoltaallafortuna opponiIltetragonopetto. Dallasponda
Ove
approdaviilsuondella tempesta Odi cheruggesovrailmondo
ancora,Nè dopo
cotant'oraDramma
scemòdel riofurore antico.Incalza onda sovr'onda Ruinosotuttorl'ampiotorrente Chetua severa mente,
Quando
l'instabil giro Delle cosemirava ognornovelleE
all'aspettoognorquelle Perinfiniteetadi,sipingea.—
18—
Ardetuttorquelfoco,
Clie tu principio efindi tutte cose Altamentebandivi,
D' inconsumati! tempra.
Ma
quel tuo focoèun'ombra
Pallidainnanzi aLuieh'Eterna splende Cagiondi vita,eaSècagion nonpose.
Ah!forsebalenarneltuo pensiero
I raggi suoi durabilmentevivi, Eiltuosenno v'adombra
Con
vagafinz'ion la chiara luce, Perchètalors'inducePiùfacilveritànell'
uman
core,Che
troppo spessovanamentesogna, Seingegnosal'adornaarduamenzogna.Oh
!qual lugubreimaginar tivinse,E
avagolar t'astrinseCome
belvaindomataaimonti inseno,La
patriaabbandonandoEfesia terra Soloco' tuoi pensicr,sdegnoso amico Dell'egraumanitade?Qualda'fioriilveleno.
Dal sapertusuggeviildisinganno, D'ognicosa mortai t'apparveilvuoto,
E
domatordell'alme assiduoaflanno.Ognisorteè depressa (Sfiduciatoeigemea), Fievol ogni possanza,
Ogni piacer noiaodolore invade; All'
umana
progenieutilsoltanto IIconoscersè stessa;La supremasaviezzaèmoderanza!
Eraclito infelice
—
19—
Cosìspiradalsassoe così dice.
O
tuche Aspettando DisardonicorisoHaisparsa l'aura sull'altero viso,
« Democrito cheil
mondo
acaso poni >Golmagico tuostile,
SedelgranTullioacquistafedeildetto, Qualsiapiù ingrato ornavi arduosubbielto, Già spaziarmi sembra
Su
levestigiatuenelvótoimmenso
In cuis" aflolla l'infinito stuolo De'tenuiatomi a volo
Che
attrattierisospintiDa
intrìnsecavirtudein variaformaE
invariabil norma,Creando vannoedistruggendoagara L'
uom,
la natura,ilcielo,Inse stessimanendo.
E
le affinivirtù chenelle cose, Rapitoinparteallanatura ilvelo, Accorteinvestigarmentipensose, Parche arieggi alquantoLa
tua sentenza.Ah
! forse Tutto miraviinDio, S'è verche d'ogniobbietto Leripercosse imagini nell'alma, Lanaturacheinsètuttili accoglie,E
quelchelicontemplaalto intelletto Cosedivecredesti.Leorigini celesti
Sente
Puom
nelsuopetto e nonlesvelle Sillogizzarfallace.Parla oscura,non tace
— 20 -
La
verità.Supremo
Unicointento di Sofia, lapace
Del cortiparvealrettooprar
compagna;
E
laserbataall'nonipoverasorteLa
versatilfolliaChed'errorinerrorlotraggeamorte, Pariall'
ombra
delsogno.Né diturgideciancie
Menzogneroscoppiò
romor
dallabro All'opradisuguale.«
Non
soseilrisoo lapietàprevale » Nel riposto pensiero;So cheun'ansia indefessa,
un
vivoamore
Ti sospingeadel veroSulcalle periglioso,
E
lagiocondavita Dicariagicondita,L'ampiedovizie,efinI'ambito onore
Che
Abdèra t'oflèrìaSuperbadital figlio,generoso Abbandonavi.Pellegrintevide Scrutar Egitto isuoimisticitempli;
E
te lasognatriccAsiaindolente Culla primadell'uomo,in cui natura Profondeasue dovizie a piene mani,E
spirliarditi insani Popolarod'error. Fastidioso Tealfinvinse dispelto,E
dall'irato pettoProruppeil risoch'haisul labro ancora!
Forseconattouguale,
« L" aiuola chenefatanto feroci, » Guaioildivo Allighier frai cielierrante
-
21—
Quandosorrise delsuoviisembiaute.
Dagli acerbi pensiercui sol ritrosa*
£
schival'alma accoglie Qualsembianzaamorosa Dolcementemitoglie?Incaroattocompostasulepalme Giunte richinailvolto
Ovetuttoraccolto
11fervordellaprecevien dal core.
Perchipreghi,ogentil?Certo non fai
Di tesolasubbietto
All'eterna pietà;cotantoaffetto Dall'ingenuabeltàspirandovai
Chè
benm'è
avviso interipornatura D'altruidanni più curaChedel tuo.Sull'afflitta
Umanitàla pace invochi:unraggio Adavvivarla tenebriaprofonda;
Un
argineafrenarlatorbid'onda Dellecolpe ede'guai!AhimèItupreghi eintanto Colrassegnato pianto, Colsogghignobeffardo
Tidanresponso sconsolato isofi!
—
Segui seguitua prece Obbedienteall'accoratozelo:
Forsel'ascoltailCielo;
E
seil rigormantiene,Temirandosipasceilcordispene!
Ma
tu chiseichesdegnosetlain vistaLaPreghiera.
LaPudicizia.
— 22 —
Interomita, pieghi
La vaga fronte dimirarmal paga Intorno,
come
quei cheporgernieghiLo
sguardo acosatroppoabbiettaetrista ?Dalleggiadrosembiante
emana
unraggioChe
dell'almas'indonnaE
sensoinspira di gentil rispetto.Casta virtùcheadognivii costume Se'regalmenteacerba
E
netrionfi,iltuo serenolumeSempre
diffondi siili'umana
gente!Ben t'hascolpito in volto
Chi atedièvita,ilnobilfoco ond'ardi Contr'ognimalsuperba.
E
tu dormi,o leggiadro pargoletto*, Sul cedevol guancialeOgnicolpaignorandoedogni male! Appressarmivorrei, d'unbaciolieve Sfiorarla
mano
breve0
lemorbidegote,come
fresca Melaspiccata or ora0
vellutata pesca, Nitideeritondette;E
levaghepozzetteDelletenere bracciachefra poco Sistenderannodisioseal collo Dellamadreaccorrenteal tuo richiamoI
Ma
troppo,caro,iot'amo
E
destartinonvo'primadell'ora;Un
subito capriccioOffenderti polrìabeir angioletto.. .
IlDormiente.
—
23—
Che spontaneo tisvegli, o caro.aspetto!
Fratello forseogarzoncel glisei *
Tantovispo eridente,
Che
de' raccoltifioriA
intrecciar serti variati e bei Movi conpresto piede?La
mano
incauta e pronta Sollevailcorto lemboDella vesteeliaccoglienelsuogrembo.
Amabileinnocente,
Serba, serba que'fior,dolce tua cura,
E
l'avaranaturaE
lavitapiù avara,ognortenporga!Oh!qualnovaarmonia M'imparadisa,e pei celestivuole ChegliAngeli terrenioblìirepente?
SuPaureecordeapria
Gentilpreludio undivospirto,eP alma**
A
sè tien cosiavvinta Chepiùnon
si ricorda Qualpiantoquisi versi,Nè
come
ilduolquaggiù P animemorda.Una
soavecalmaScendedi venainvena a esilararmi;
Giàdal petto fluir
mi
sentoicarmi Religiosiepuriinnanzi aDio Cui PaccesodisioParcheindovini,oalmenpregustiin parte.
Conarditasperanza
Aque'promessidi volo bramosa
"L' Innocenza.
Angelo che suonaIarpa.
DigitizedbyGoogle
— 24 —
Da
fatidici spirtiannunziati;Dìsolenni e beati.
Che, quai spiegatecarte, Presenti alui sistanno;
Mentre con lungoaffanno Daisecoli alternati
L'unoall'altrosonchiesti,enon sidanno.
Ma
soltacitamente Fervonnelpettomio, Nòlingua opennainibiròA
ridirli.Tu
almen tempra lecorde,0
belloangiolosanto,E
secondadelcorgì*intimi votiNcgF
inni altiedevoli.Da
teperVocchioinamoratomuove
Alcupidointelletto,All'orecchioblandito,
Un
suonche infonde riverenza eaffetto.Interpretetifa
commosso
ilcoreDa
mille fortienuove ImaginirapitoPresso Colui chespiraeternoAmore.
Canzon, rigido sasso Insembianzecelesti
Converso,ti futemaassai geutile,
Adombra
almen conleinegualirime Inconforto sublime:Finchésonledivinearti franui Dell'etereabellezzaarenderfede, Ne*dipiùtetriebui
Drizziamsecuriall'ardua melailpiede.
Venezia,aprile 1856.