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(5)

DESCRIZIONE

DI

CERE ANTICA

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(7)

DESCRIZIONE

DI

CERE ANTICA

EDINPARTICOLARE DELHONTUENTO SEPOLCRALE SCOPERTO NELL^ANNO MDCCCXXXAl DAS.E.1LSIG.GENERALE VINCENZOCALASSI,ERMOARCIPRETED.ALESSANDRO REGULINI PER SERVIREDIPREUBIINARE ILLUSTRAZIONEDEGÙOGGETTIINESSO RINVENUTI

£ COLLOCATI NEL NUOVO MUSEO GREGORIANO DEL VATICANO.

DKLL'ARCHITETTO CAV. LUIGI CANINA

ACCAOmiCOSIMCIITO UtlDtllTfMLLArORTmclA ACCiDKMlASI ••LUCA

•ocjooaDiniBJOdella ronrinciA accademiaeomadadiaicbiolooia

IDAOOIIOATOAltOCCOUISPODDEUTIOtALTEEl»<UltAOCADEMIB DI8CTEH&BI BELLEARTI.

ROMA

PER1TIPIDELLO STESSO CANINA

1838.

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(8)

PREFAZIONE

La

fortunatascoperta fattaper

cura

di S. E.ilsi-

gnor Generale

Calassi c

Rino

Arciprete

D. Alessandro

Regulini nell’aprile dell’anno i83(ì di alcuni

monu- menti

sepolcraliinvicinanza dell’anticacittàdi Agilla, ossia

Cere

,

luogo

ora

denominato Cenetri

,ci

portò

a

conoscere

in

più ampio modo quanto ha prosperato

nellepiù antiche etàil

paese

abitato dagliagillci

o

ce- riti;

poiché

glioggetti,rinvenuti in quelle

tombe,

di-

mostrano ad un tempo somma

dovizia di

quel popolo

e vetusta perizianell’eserciziodellearti.

Vennero

i

medesimi

oggetti prescelti, traitantialtridi simil ge-

nere

rinvenuti

ultimamente

nelleregioni dell’antica Etruria,

compresi

nelladizione pontificia,

ad

accrescere

decoro

al

museoVaticano

particolarmente distinto col

nome

del

Sommo

Ponteficeregnante,

ed

instituito

con

propria

sua munificenza

allodevole

scopo

di conservare

memoria

diquelle

opere che sono

reputate

più

utili a

dimostrare

le

comuni

pratiche degli antichi popoli dell’Etruria,e

che per

l’avanti soltantosi

potevano

rinvenire sparse indiversi

luoghi

privati,

ed anche

spesso

con molte

difficoltà.

Quindi

è

che con

giustizia

vengono unanimamente

attribuite

grandi

lodialledi- sposizionidel

Sommo

Pentefice

che produssero

agli studiosi dellecose antiche

un

tanto benefizio.

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(9)

6

PREFAZIONE

Quantunque

lecose risguardantiivetusticeriti ,

che

si

conoscono

pergliscrittidegli antichi,sieno state soventi esposte

cd

illustrate

da

varj dottiscrittori

moderni, pure onde

dimostrare tantol’

epoca più

pro- babileincui

furono

costruttigliannunciati

monu- menti, quanto

laveralocalità

occupata

dallaantica cittàdeiceritie dalla stazione delle loro navi in Pirgi,

mi

èd’

uopo

ritornaresullecose

medesime

.

Però esponendo

glistessi

ben

cogniti

documenti

,

mi

aster- rò dalfar

menzione

diquelle tante discussioni

che

si fecero

su

diessi

da

alcuni

moderni

scrittori

onde

ri- durrelecoseantiche

ad

essere

più concordi

colle at- tualinostrepratiche e

pensamenti

,

ed ancor più

a

vane

opinioni di

una

originale

indipendenza

nazionale;

im- perocché sono

diparere

che

si

debba

prestare fede a chi scrisse molti secoli

più da

vicinoallecose

che

si riferiscono,e

che

sia

troppo

ardireiltacciaregliscrit- toriantichi di

mancanza

diverità.

È pur

vero

che

in

molte

cose, risguardantiiprimitivi stabilimenti dei

più

vetustipopoli

,gliscrittoriantichiseguirono alorta- lentoletradizioni

che

gli

venivano

narratesenza forse poterlespesso

comprovare con documenti

incontra- stabili:

ma

èaltresìvero

che

il

periodo

didieciotto inventi secoli di

minor lontananza

prestava loroassai

meno

oscurità di quella

che

ora a noi

nasconde

le

me- desime

cose.

Laonde

in

questo ragionamento non mi

starò

ad

ideare

un

sistema di derivazione differente

da

quello

che

ci

venne

indicato dagli antichiscrittori,

nè mi occuperò

diriferirequelleopinionidei

moderni

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(10)

PREFAZIONE

7 scrittori

che per

molivi particolari

concedono

a lor

piacimento

ilmerito dei

primi insegnamenti

italici, edella

propagazione

dell’incivilimentoora all’uno,

ed

oraall’altro-popolodelle

più

lontaneregioni;

perchè

siffatteopinioni tra loro stessesidistruggono, etrionfano

sempre

quelle

tramandateci

daglianti- chi.Inoltre seguiròil

comune metodo

ora

approvato

nel

non

riferiree dimostrarelepratiche degli antichi

con lunghi ragionamenti

basatisoltanto

su

partico- lari

pensamenti

,

benché

ragionevoli

ed apparente- mente

convincenti,

come

sisoleva fareper lo passato:

ma

invece

procurerò

diottenerelo

scopo

prefissocol- r

appoggio

solodei

documenti ed anche precipua- mente con

quei

che sono

giudicati

più

veritieri.

Cosi mentre poche

cose

potrò aggiungere

a ciò

che bene

si

conosce su

i

documenti

scrittia riguardodell’

an- nunciato argomento, mi

studieròpoi di appropriare a

quanto

ci

venne

narrato

su

l’anzidetto

popolo

le

più

probabili derivazioni e successive vicende.

Quindi

in

ampio modo dimostrerò

colsoccorsodelle

opere monumentali

le

comuni

pratichedeglistessi cerili;

sino a tanto

però che conservarono

essila

indipen- dente dominazione

del loropaese

o

lo

governarono unitamente

agli altri tirreni.

In

treparti

ho

divisoil

mio ragionamento.

Nella

prima

siriferiscetutto ciò

che tende

a far

conoscere

lastoriadell’anticaAgilla

o Cere

dal

suo

principio sinoa tuttoil

tempo

incui resse in

Roma

il

governo

dellarepubblica, e viene intitolataossEKvazionisullastoria

(11)

8

PREFAZIONE

DELL'ANTICA CERE.Nella

scconda

partesi

dimostra

lapre- cisa situazione dellacittàdi

Cere

,dellesue adiacenze, e della stazione delle navistabilitainPirgij e perciò essa

porta

iltitolodiricerchetopografichesull'antica cere.

Nella terza parte poi,

che

viene intitolata,descrizione DEIMONUMENTISEPOLCRALI DELL'ANTICA CERE, sidescrivclapar-

ticolarestruttura degliannunciati

monumenti,

esi cerca distabilire la

più

probabile

epoca

dellaloroe- didcazione, e

con

ciòsiviene a

dedurre

quella in cui

furono

operatiipreziosioggetti in esse rinvenuti,

ed anche

laloro

più

evidente derivazione.

A questo

ul-

timo scopo

è rivolto

principalmente

il

mio

discorso;

poiché

esso

deve

servire

come

di preliminareillustra- zione

ad

altra

opera che

verrà pubblicata

su

glistessi oggetti

che

ora

sono

dinobile

decoro

al

nuovo mu-

seo

Etrusco

del Vaticano.

Tale

èil

metodo che ho credulo

più

conveniente

di seguire

onde

ottenere

con maggior

chiarezza

quanto mi sono proposto

di

dimo-

straresull’

annunciato argomento.

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(12)

€E11

PARTE PRIIIA

In

treepoclie distintecredoopportunoa m.iggior chiarezza delloscopoprefisso d’imprendereaconsiderarelecosechesi riferiscono alla storia dcU’anticaCere,intitolandolaprima/>e- lasgica,lasecondatirrena,elaterza

romana

;perchèdiciascuna diessesihannocertidocumentiscrittiche nedeterminanoalcune vicenderisguardantiipopoliconegualinomidesignati.Questa distinzione

mi

è stata necessaria diadottarepermetterein cliiaro ognicosa;mentre confondendociòchespettaadun’epocacol- l’altra,

come

spessovennefattoperilpassato,facilmente s’in- tralcianolenarrazioni,benchédistintecisienoriferitedagli antichi. Allaprimadellesuddetteepoche nestabiliscoilprincipio dalle età piùremote, edilterminealtempodella guerratro- jana;allasecondadaitempi chesuccedettero allamedesima guerra sino acheiceritinon furonosottomessiairomani;ed allaterzadaltempo che passaronoessisottoaldominioro-

mano

sino a tuttoilgovernodellarepubblicasoltanto,poiché

isuccessiviavvenimentisonoestraneialnostro scopo.

EPOCA PRIMA PELASGICA. Da

Dionisio di Alicar- nasso, accurato illustratore delle antichitàromane,civenne

riferitoaverequei pelasghi,chesicongiunseroagliaborigeni nei dintorni di Cotila,eche insiemeuniticacciarono dalle loro sediisiculi

,preseadabitareprimieramente moltecittàfabbri- catedalorostessiotenuteuntempodaisiculi;taleeralacittà dei ceriti,cheAgilla inqueitempidicevasi,e tale era Pisa, SaturniaedAlsio,edaltreespugnatecol volger deglianni dai

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(13)

10

CERE ANTICA

tirreni(t).

Da

questodocumentosideduce primieramente che Cere,opermegliodireAgilla,dovette sussistereancheavanti

laconquista fatta dagli aborigeni unitiaipclasghi;poichénon vien dettocheessa fosse nel

numero

di quelle edificatedaque- stipopoli.Coloro che, seguendolaopinionedelGuarnacci

,

Cori,Carli,Maffei,Passeri,Paoli,edaltritantiscrittori

dipartito,ondesostenereuna vanaanticaindipendenzanazio- nale,tacciono Dionisio dipropensionein favore dellaGrecia sua patria nel fare derivare ogni stabilimento italico dai paesi chefecero parte dellaGrecia,e di avere compilati informadi

storiairacconti favolosi degli antichi poetic mitologi,dovranno dinecessitàconvenirecheinquesta narrazionehalostesso storicodimostrataunavera imparzialità;poichéeglinelPindicare chetalecittà sitenneprimieramentedai siculi,e pòsciasiprese adabitare dai pelasghi insiemeurlitiagli aborigeni

,dimostra su di essauna provenienzamista, quale infatti dovetteaccadere nello stabilimento del piùgrannumerodellecittàantiche.

Non mi

starò a ricercare qual gènte in generalesiastata quella dei pelasghi e degli aborigeni,allaqualeappartenevanoquegliuo- mini chepreseroadabitareilpaesedegliagilleidopoisiculi;

perchétraToscurità deitempi

,e tralevarieopinioniriferitesul medesimo argomento,sirendequasi impossibile a scuoprirne laverità:

ma

bensì In particolarecredo opportunol’indicare chegliaborigenisonocomunementeconsideratiindigenidel paese, oalmenoiprimi abitatori dell’ Italia,ladicui origine

era incerta sinodatempiantichi(2).

A

riguardo poi dei pelasghi,

(<) IldXAùv d; we;t*‘A;555r/f7trjyn'^;zsv; ItxiXsù;

n^juav In orwsTTwr;? nsXÀg npo5'juÌx ouVsù; ix rn;

ziXu;TToXXà;»zi; fib «ixsutùva:; xai r:^mf>7V ùnèzwItxùsM, srjxsixeraT/iUtìrrov- Ti;, oiJhXxT/si orrsc Tìiw ‘A/ìopf/ivuiv,5v ijx(v ^xsKm'^^x/uv ’AywX/a xixe xaa*ìliiz.zzi xai’'A).5r5v,xsa nvij,ajiviyùi'vovvrè

{Dionis, Lib. /.c.20.)

(2)ttalinecuUores primiabori^ines (nere. (Giustino lÀb.XLUf.c.i.) e cv&i«laCatuni: prdssuSerrlO)Udi cui auìoritavenneseguiladaSallustionella

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(14)

PARTE PRIMA

11 sideveosservareche daDionisiosigiudicaronoessereessiprove- nientidaArgo

;percheinFalerio,ovepure abitarono,avevano edificatoun tempioaGiunonenel

modo

stesso diquellochestava inArgo,cderaconsimilculto curato. Inoltreda Apollonio Rodio venne Giunone denominatadea pelasgica;perchèintal

modo

crasi designatada

Omero

lacittàdiArgonellaTessaglia,oveessa avevaspecialculto.

Una

talecircostanzaèimportantealno- stroscopol’averla ricordata;perchèciservirà nel seguito ari- conoscerenoimonumentirimasti degliagilleiunaconsimile strut- turaconquelleopereproprie degl’ indicati paesi della Grecia.

Imedesimipelasgliiavantidivenire in Italia,sinarra daDionisio,chedalla loroprimasede tenuta inArgodiAcaja

,

oveebberoper lorosovrano Pelasgo,dalqualenetrasseroil loro

nome

,sitrasferirononellaEmonia cheposciaTessaglia vennedenonrinata,ovesimantennerofinchénon furonodiscac- cialidai cureti e dai lelegi (3).Cosisitrovabene concordare quanto venneriferitodaStrabene,nel dire essere quei pclasglii

,

che fondaronoAgilla,provenienti dalla Tessaglia(4).Inoltre questostesso scrittore osservavanel seguitocheipclasgliierano

guerra di Catilina.PrimoIlaliamUnuissequosdam,quiappettabantwaborigines.

{Servio inf^irj^ilioAencid,Lib. /. v. 6.) (3)Dionisio Lib,I,c.1

(4) Twrocnocrv, vuvKotfssa.ìwd Jiye?»UùaT/uv rtic^tw

ixftrrraXffltj (Strab,Lib. c.2.)Daquantositrovascrittoda Gin*

stinosideduce purecomunementeesserestataCerefondata daitessali:macon- siderandobeneleparole dello stesso GiustinOtnonsitrova innessunmodode- bnitaunataleprovenienza;poiché soloaitarquinjsiriferisceciò eh* eglidisse deitessali.Ettuscistarquini a thessalis et spinambrii.- perusiniquoqueoriginem abacìsaeis ducunt.Quid Caereurbemdicant7Quidlatinospopulosqui abAe^

neaconditividentur.{Giustino. Stor. Lib.XX.c.1.)DaServiopois*indicava esserevarialaopinionesullostabilimento dei petasghi in questipaesi;poiché alcunilidicevanoateniesialtriIaconi,edaltritessali,ciòche erapiòdacre- dersi,giacchénellaTessagliasiannoveravano moltecittàpelasgichc: cos\ alla spiegazione delle parole di Virgilio f^eteres sacrasse pelasgos.DefUsvaria est

<q>inio,Namoliieosabatheniensibus^aliiaUicanibtiSyaliiatftessalisdicunt

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(15)

12

CERE ANTICA

genticlicanticamentesitrovaronodifTusepertuttaquantala Eliade;edinprovadiciò riferivaleopinioni diEforo, diOmero, di Escliilo, diEuripide,diAnticlidcedialtriscrittoriantichi

,

edinparticolare diqueichescrisserolastoriadell’Attica ,i qualiaffermavano cheacagione del loroandarevagandoe del fermarsiche facevanoa guisa di uccellidovunqueilcasoliavesse portati,gli atticilichiamavanomXafi7«,cioè,come danoisidicono, cicogne(5).Altripoitrovandounasomiglianza didenominazione tra

,mare,cTUha-ti; ,Pclasgore dei pelasghi,deducono esserestaticoloro intal

modo

chiamati

,perchègiungevano nelleregioniper via dimare:

ma

unataleopinionenonvedesi confermata da nessundocumentoantico,ondeèdacredereche piùprobabilesiaquelladesignatadaStrabono.Peròqualunque sialaveraprovenienzaditaleanticagente,sempresivienea conoscereesserestatiquei pelasghi,chegiunsero vicino a Cotila in piccolnumero,edancheincapacidasostenere colla forzail possesso delpaeseoccupato

;perchè inermisipresentaronoessi agliaborigeni,elipregarono peressere ricevutiqualiamici

,

come

dallo stessoDionisositrova narrato.Laonde nonècon- venienteilcredereche untaleavvenimento abbia potuto pro- durreunsigrandecambiamentonelleantiche cose italicheda portare tante discussioniquantesenefecero tragliscrittoridei nostritempi,ondesostenereilsovraindicatoindipendentein- civilimento italiano;edanzisigiunse persino asupporreavere invecegliantichipopolidell’Italia istruitiiprimiuominidella Grecianei principaliinsegnamenti.Tantafugrandelaopposi-

originemducere^ (juud est propensìus.NammultosinThessalia pelasgtM’um con- staiessechitatcs.{Servio in f^irgil. yiencìd.Lib,f v.GOO.)

(3) 91 TjJv nwt,vmUi).crr/5v,«S; xart

tSm ìlùxtTpty Stà ii

«

r:)Mr7Si; «ìvor xut cOjstv/j Tsflsvj niX«y/5yjÙ.T9T4w“Arr(x5vx).n3J7va«.(Strab. /oc.cit.)Lostosjtotrova rife- rilodaDionisio,secondociòcheno avevascrittoMirsilocd Lliaitico di Lesbo.

(^Oionisiu.Lib.I.c.l9.)

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PARTE PRIMA

13 zione nel distogliereogniproyenienzagreca!

ma

seipiùgrandi uominideirItalia,che veramenteconimpareggiabiliopereno-

bilitaronoilpaesee lo resero superiore aqualunquealtrochein paritemjioabbiafigurato,vantavanouna provenienzagreca,ed anzisigloriavano di discendere in particolareda(juegli eroi btyi cogniti dellaguerra trojana;perchèvogliamonoi,clicnonan- corabbiamo dato uneguale lustroalpaese,distruggerecon sempliciragionamentiunatalederivazione?D’altrondeosser- vando cheglistessietruschi,iqualitenneroilprincipaldominio

nei più antichitempidell’Italia

,fregiarono le lorooperealla foggia diquelle dei greci, tantoconrappresentazioni figurate, quantoscritte,nonsipotrà cosi innessun

modo

negareun’antica intervenzione greca incpicstipaesi. Infatti3rrraXafuronodenomi- natidaStrabenegliagiticiprimitivi.Particolarmentepoiri.spetto adAgillail

nome

Koipfa,bensidimostradallostessoStrabonc esseredivenutoda vocabologreco; econaltrovocabolo grecosinomavaPirgi,!!»>/«,ossia torri,ovegli agilleiavevano un tempio chesidicevafondato dai pclasghistessi.Inoltre serve diconferma'a questostabilimento pclasgico intalipaesi,quanto

sitrovanarratoda Strabonoariguardo di posta traCossacGravischio,ovecredevasiaversoggiornatoMalcoto pclasgo,ilqualedopodi averregnato in quei luoghiperqualche temposuisuoiconnazionali pcla|g|ii,erafama chesifosse trasferito inAtene.Dipiùaggiunse lo stessoStrabono chedella medesimatribùeranoque’ pelasghicheabitarono Agilla(6).

Questisono documentiincontrastabilichedimostranouna pro- venienza greca, senza averbisognodialtreprove.

Benché da Strabonosidica Agillafondatadaquei pelasghi chevennerodalla Tessaglia, esiadaPliniounatalecircostanza

(6)Ev t5 TCT9? ioTÌxfltXsyjUivs^ 'VtTfvsTjOòjx: cffTcpi7?c«di '/r/scSatjjto /SsaOiisv MaXflKsirsyIIcXaDX/sy,evywidyvoyTcyffavra iv furéxwcvvsììki'jIIi- XarfitA ùnù^iiv cì;'A5vjva;.revreud* éiciTeu X2ÌoiTnv'A7yX),e» yfoc’sa/rì- KSTi;. {^Straboue. Lib.y.c.2.)

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(17)

14

CERE ANTICA

confermatanel direAgyllaapelasgis condilorihusdictum;pure seguendociòclic sitrova narratodaDionisio

,sidevecredere chequelpaese già fosse stato abitato per l’avanti daisiculio da

altropopolopiù antico dell’Italia

;poiché vieneannoveratatale cjttà tra quelleoccupatedagliaborigeniunitamenteaipelasghi.

Inconfermadi ciò èdaosservarsichelo stesso Dionisio,par- landodellaguerra diTarquinio,riferivaessere stataquella città abitata dai pelasghi

,primicramante chiamataAgilla:

ma

sog- giacendoposcia essaaitirrenifuCere nominata. Quindiaggiunse cheeraquestafelicee popolataquantoogni altra città delpaese dei tirreni(7).Neiversidi Virgiliosirappresenta Agilla elevata su diunvetusto sasso,ovegiàun tempogente della Lidiasiera portata acombatteresuicollietruschi;esiriferisce di più essere statalacittàstessa già floridadamolti anni, e sino daltempoin cuiMezenzio ne aveva usurpatol’impero (8).Ciò cheintaliversi vedesi indicato a riguardo dellagentevenutadallaLidia,non deveriferirsialprimostabilimento di Agilla,

come

spessosiè attribuito

,edinspeciedaServio,spiegandoimedesimiversi di Virgilio(9),cda Licofrone poeticamentedescrivendoilpaese

(7)

Brairj; ii TaatJvis; rfioivlicficìjiù; x»i Tfutr^ sfesffri- pma;tta;Oùi'mwtvsà;tùv ix rS; aMTEp*;-fi;imxxymùx, à;émiusv imiryjirtf/

xaìà;eu'3ivcvrrrjht jSXóirTav cT/iv,ìjtì Kxu>>;TayvA nsJiv txvJùvcr;tuv«vXjJsri- pcv EXscTftTs,IltXxtT/ùv xazioaCwjrJtvxò 3^ Tvypvjvoìiyìvojù'jijKau>rz jv3af^v,d‘xv,ei xatT(; ai7i,TWK èvTuòjsijvta: xaixsXvmbpaKVi, (^Dionisio,Lib.Ili,c,58.)

(8)

Ilaud proculbinesaxoincolitwfondalavetusto UrbisAgyllinaesedes,ubiLydiaquondam Gensbeltàpraeclara iugis insedit etruscis, Ilancmultos florcnlemannosrexdeindesuperbo Imperioet saevis .tenuitMezentiusarmis.

l^Uirg.Aeneid.lÀb.UHI.c.478.) (9)

Urbis Agyllintte sedes;quae none Caeredicitur.Lydiaquondamgens;

quondaminsedit.nonquondamin bellopraeclara,nameliam tusw florebat.Sane etian sopradiximus.Moconiampruainciam esse, cuiiissombreaitasduosfratres Lydumet Tyrrhenumferi e non posset. exsorteTyrrhcnuscumingenti multitudine

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(18)

PARTE PRIMA

15 degliagillci

,quantunquesidicaausonia,ossiaitalicalucittà stessa(io);

ma

solo a quellaben notaspedizioneproveniente dallaLidiaecondottada TirrenofigliuolodiAti re dii[iicl paese

,daliaqualesistabilisceilprincipiodeliedodici princi- pali città degli etruschiotirreni,secondoilpianoordinatoda Tarcone,delqualesidedusseil

nome

diTarquinia

,come venne riferitodaErodoto, Strabono,VellejoPatercolo,ValerioMassi-

mo,

edaTertulliano in particolare; (juindiconfermato da Tacito neldimostrareesservi stataunaanticaparentela traisardiani egli elruscbi(11);imperocchéallacittà diAgillasitrova indi-

cataunadistintaprovenienza.AncheVirgilioneicitativersi nondisseesserestatigliagilleiderivatidallaLidia:

ma

solo esserelaloro città già fionda altempodellavenutadiuomini dallaLidia neicollideglietruschi, ciòcheinveceprova una an- teriore esistenza dellamedesimacittà,edunavetusta prosjjcrità.

Chiarodocumentodellaanticaprosperità degliagillci ci offre ciòchesinarrada Strabonoin specieariguardo del valore e della giustizia ch’ossi ebbero;poichésiastennerodailadronecci dimare, sebbenefosseropotenti, cconsacraronoaDelfoilteso- rochesidistingueva col loro proprio

nome

(1 2).Mentre questo profectuStfMrtemItaliae tenuie etT/rrheniamnomina^fU.{Sersf.inyir^.Jeneid.

Lth.yill.c.470.) (!0) xioxscT/xa)^fxXxXcfrrÓTis,

Kiix'Povxt,xa: nxxTiiXcOnoxà Ka<vi,ose sv3a ^ùiutp Kry3ftMV9;«fV6).i)fT,5cv«ySova 'AyyXÀov AyjsvlTtv ihaayuseseof, Air/r/ xo7sx'a? «ffurs?

Fr/avtwvlòv/wx«TT?as'v«j èvùctuvyicifxt^sani^Ji'xXvpt.

(l,ìc*>frone,Caisnndrav.1351.e seguenti,) (11)Erodtìliiin Clio.SlralMmelùb.y.y<iUejoPateradoLilt./c. 4.f'a- lerio\fassimo lÀb. II. c. 4. Tertulliano.DeSpectac, c, 5. secondo 'J'imeot e Ta-~

Cito.Annali. Lih. Il*,c.53.

^12^ hKi)j;ocjxr;,Jtati xat

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16

CERE ANTICA

documentocifaconoscereesserestati gli agilleisino dai più antichitempigente giusta, potente c doviziosa,ciconfernaa poi

laloroprovenienzadallaGrecia,edesserequestaaccadutanel

modo

sovraindicato;poichéancheglispineti, cioèquegli abi- tanti diSpinaanticacittàposta vicino alle foce delPo,che eranoderivatidalla stessaspedizione di pelasghi,laqual poisi rivolseentro terra nelpaesetenuto dai siculi,equindi unita- menteagliaborigeni preseadabitare Agilla,secondociòche venne daDionisionarrato,avevanodedicatountesoro inDelfo

,

come

da StraboneedaPlinio in particolaresitrovariferito (1 3).

In qual

modo

fosseformatoiltesoro degliagillei,nonsicono- sce;giacché Pausajiia traitanti tesori diDelfononlodescrisse, o perchè non meritavadiessereannoveratotraiprincipalida luiconsiderati nellasua descrizione,o perchèalsuotemponon esistevapiù per essere statounodeipiù antichi, e perciò di- struttocoglialtrimonumentinellaguerra focese

come

venne da Strabonedescritta.Iltempoin cui fuconsacrato tale tesoro dovevacorrispondere acpicllodellamaggiorprosperitàdegli agillei,edallorché questinon erano ancorpassati sottolado- minazionedei tirreni;perchècol loroprimo

nome

diagilleie non conquello diceritivennelostesso

monumento

distinto- Peròessi lodovetteromaggiormentearricchirecon nuovi doni

nell’epoca susseguente, allorchésiportarono a consultarequel- Toracolodopoladistruzionechesifecedei focesi nelmareTir-

reno,

come

nelseguito riferiremo.

È

verochetrovo scrittonella geografia diStraboneessereamincssidaprincipioadinterrogare

t5vnyàp X»jTnj»i4)y xnT/zzs, 3y/3r;!xty>j noùriyS^Tt«v'A*/u).Xfl!è4rt»xcdsù- U.ZVSV Bjj'tx'jfiSy.(Strab. Lib.F.c,2.

(13)K*ì v5y,a»vxm/aisv,r.x\sail nSki O»jiyocy«?

fv Jifxvirrat.(Strabone Lib, f^,c,1.)EilaPlinio nel scgUfiiti^ inmiu sitrovaconfermatala stessa circostanza.HocanteEridanum ostiumdicfitm est alUs Si>inelictirn^ab urbeSpinayqunefuitiurtapraeoalens,ut Delphicis credi-’

tumest(hesauris^cmdita a Diomede,(IHiti.Hist,Hat.Lib,IH.c.20.)

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(20)

PARTE PRIMA

17 PoiacolodiDelfosoluntoipopoli circonvicini,iqualiavevano

ildirittodimandaredeputatiall’assembleadegliamfizioni, e posciaviconcorsero ancheilontani a consultarlo, e vimanda- rono doni ededificarono tesori,

come

feceroCresoesuopadre Aliatte,edalcuniitaliottiesiedi(14):

ma

è altresìverocheda Pausanianelnoverode’popolicheprendevanoparte almede- simoconsigliosino dai primitivitempi,ossiadall’epoca in cui

sidiceva stabilitoda Amfizione,sivedonoregistratiitessali(15);

esiccome chiaramentedallo stessoStrabono furonodetti tessali

gliagillei,cosinonsirendeimprobabileilcrederecheuntale tesorosiastato edificatonell’epoca pelasgicaora considerata.

Nelperiodo ditempoprescritto aquestaprima epocasido- vette stabilire dagliagilleiilcastello sulmare denominato con vocabolo grecoPirgi,nOiT/si,cioètorri,ovepertestimonianza diStrabenesappiamoesservi statoun tempiod’Ilitiachesi dicevafondatodaipelasghi, echesimantenneassai dovizioso, sinché Dionisio tiranno di Sicilianonloebbespogliato(1 (>).

Vicinoallostessocastellosidovettepurestabiliresino dalla stessaepocalastazione delle navi degliagillei,laqualeserviva diemporioaquelsirinomatocommercio marittimo,clicpro- dusselaloroprosperità.Conservandoessisempreilvantato valore e costante giustizia, ottennerolabenevolenzadegli cileni;

poichésieranogliagilleiastenutidalladroneggio,

comune

pressoglietruschi

,quantunquefosseropotenti inmare,

come

vennecontestatoda Strabono()7).

(14)To/xfvovv T0Ì; 1771^fUW roumvxacrw(uxvTHmf di xsfo( X£»'t/oSmoTUfJMTuuìodtmiVKVdóipamtSirraufirJ;xscreu X2I è iram^’A).uóiT9;, xal 'hcùiuTÌivrtvt;, xdct‘ {Stra~

bone^b. IX.c.3.) (15)Pausan.Lib.X,c.8.2.

(16) diEìXij^via; 1179VIls)^ictf7ùvidfwao,nkcrlKjii'itots7«vé|i£yflv.w/bps

d'aa/T9 atùì rjoowo; xarrdwvnX^tsviniKupvov. {Str. L.P.c.2.)

(1 7) df T0ts'£XXi}9(v cùd9X(fU99cv10mXXiScurii* d(srnMpixjxaìdociuscvvi^y.

{StrabonelÀb. A', c. 2.) 3

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(21)

18

CERE ANTICA

Questaprima epocadiprosperitàpressogliagilleidovette

avereprincipiodappoichéipclasgliicacciaronointeramentei siculidall’Italia,ilqualavvenimento accadde, secondoEllanico diLesboriferitodaDionisio, tregenerazioniprimadellaguerra trojana;giacchédaqueltemposinarraaverequei pelasghi uni- tamenteagliaborigenicominciatoastabilirsiinmolteregioni meridionali dell’Italia,

come

sitrova registrato negliscrittidello stessoDionisio (18).

A

qualedeiduepopolisidebbaattribuire maggiorparteadunataleprosperitàcdincivilimento, è ora in- certo a definirsi;peròseguendol’autorità diunanticocelebre scrittoreromano,veramente propensoaldecorodelsuopaese

,

qualera Sallustio,siviene aconoscerechegliaborigenierano uominirozzi, edaogni legge e freno disciolli (19);ondenon potevanoessisoliaverprocuratountalbenefizioalpaeseoccu- pato:

ma

bensì unitiaipelasghi,che quantunquefossero in pic- co!numero cdafllittidallelungheperegrinazioni,pureavendo maggioricognizioni dicommercioe di civilizzazione,poterono stabiliretuttequelle principali cose cli’erano più necessarie alla prosperità diun paese,

come

sipretende dimostraredacoloro dieall’opposto dei sostenitori dininnaintervenzionestraniera in Italia

,credonoinveceogniinsegnamentodiprimacivilizza-

(18) Dionisio. lÀb./.c« Mentrequegli scrittori rootlemi,chesioppon- gono ad ogniintervenzionestranierainItaliitnon concedonofedealletante cosenarrale su questoargomento,considerano poicomeun documentoincon- trastabileilpassaggio dei siculiitalicinella Sicilia, riferito in particolaredaDio- nisio;esoltanto dissentano nel doversi stabilire essere ciò accaduto o tregenera- zioniinnanzilaguerra di Troja,come daEllanico diLesbosiriferiva,o solo oUant*anniprimadellastessaepoca,comeavevascrittoFilistodiSiracusa,o anchemoltiannidopolamedesimaguerra diTroja secondoilsentimrjitodi Tucidideriferitocollesuddette altre opinioni dallo stesso Dionisio.

(19)VrbemRomam^sicutiegoaccepi^ condidereatquehabuereinitiotro~

ianitquiiAeneaduccy profugit sedibus incerlisvagabaniur;cumquehis abori^

geneSigenushominumagrestCisaielegibustsine itnperiotliberutnatquesotu- tutn.{Sallustio inCatiUna,c,6.)

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(22)

PARTE PRIMA

19

«ione essersi derivato dalla Grecia; impcroccliènonsipoterono facilmente ordinare istituzioni in

modo

interamentecontrario a quelleche somministrava naturalmenteilpaese stesso,ed a quellepratichecheper l’avanti giàsieranostabilitedaiprimi- tiviabitatori.D’altrondealtrecognizionisidovetterodedurre dai popoliche abitavanoipaesi vicini,edinparticolaredaitir- reni,

come

benesitrova dichiaratodaDionisio nel direchei pelasghi,vivendoinmezzoa gente bellicosa tracure e pericoli

,

eranodivenuti assai abili nelle armi, e piùancoranellanautica peravere coabitato coi tirreni (20).

Un

principiomistocollecoseproprie del paese, e quelle recate dagli stranieri,adunquedovette aver lo stabilimento degli agillci

,enon assolutamenteitalico,nègreco,nèlidioenèegi- zio,

come

vennepartitamentedefinito.Cosicon questo meto- do mentrenons’imprendea sostenerelaspesso vantata antica signoria pela.sgicainItalia,sistabiliscepoiunprincipio pro- dottodagl’indigeni, qualieranogliaborigeni,coadiuvatodagli stranieriivistabiliti

;e cosicon (pestostessometodosipossono facilmente(incordarelevarieopinionisenzacontradircalle cose narrale in variomodo.

Ilterminediquestaprima epocadovetteaccadereallor- chè,

come

daDionisiovemieindicato,ipelasghicominciarono adecaderenellasecondagenerazione avanti la guerra di Troja, cduraronosinoachesiridusseroinpoco numero adabitare Crotonecittàdell’Umbria(21).D’allora in poi credesicomu- nemente chevenisserodenominatidagli scrittoriantichipela-

•sghi-tirreni

;e vi fu traimoderniscrittorichiimpresea stabilire essersiquestimedesimipelasghi di poitrasferitiinGrecia, ed inparticolare nell’Attica,edavere colà costruitemolte opere

(20) ’lhxj ìi ri mXiiux, è* totfirriwviiivMV itaurfstiri; (xiXtr»; iv tSvssi fù.n- cr/xiivcvy,vai xarritàvmtoiàiracrticii); njv.liitàTuàjij- vttvwx»}7fv,ifftTJiÌTTJV (Awià.Lib» /.c.25.)

(21) Divnisio. Lìb,I.c.26.

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(23)

20

CERE ANTICA

adimitazione di quelleche avevano vedutein Italia,onde con ciò sostenere la sopraindicataprimitiva civilizzazione italiana:

inasiffatteopinioni,non potendosi comprovare con nessun do- cumentoantico,non meritanodiessereneppurconfutate.Solo aquestoriguardosiconosce,perquantocihalasciatoscritto Strabono, cheerafamaessersiquelMaleotopelasgo,chesog- giornava inRegis-Vdla

,

dopodiaverregnato peralcuntempo inquestiluoghisopraipelasghisuoiconnazionali, trasferito in Atene,

come

sièpoc’anzi accennato;

ma

untaleritornovenne daStrabonoriferitoqualesemplicesupposizione; e d’altronde

indicò egli essere stato soloMaleotoa ciò effettuare,enon con

isuoiconnazionali;perciòquandoanchefosseaccadutoil

suppostoritorno,non potevarecare allaGreciailvantatopas- saggio in quelle regioni dinuovecognizioniedistituzioni stabi-

liteallafoggiaitalica.

Con

altritantidocumentisipotrebbe con- fermareunataleopinione,seloscopoprefissociconcedesse d’entrare in queste discussioni.Pertantopotremoosservareche

tutto ciòcheabbiamonarrato fin’ora sul primitivostabilimento degli'agilleisideveconsiderare essereaccadutoavantilaguerra trojana,edallorchclacittàconservavalaprima denominazione, esigovernava indipendentementedaitirreni.Questoèquanto cheariguardo dellaprima epoca danoi stabilitasìpuòosser- vare di piuimportantesu di Agìlla

.

EPOCASECONDA TIRRENA. La

seconda epocadell’an- ticacittà,checisiamoaccintiadillustrare,haprincipioda che essacambiòilsuoprimo

nome

diAgìlla inquello diCere,eche prese partencH’ordinamentodelledodici città tirrene.Strabene nelseguente

modo

descrisse essereaccadutaunatalemutazione.

Allorchéqueilidi,chepreseroil

nome

ditirreni,mosseroguerra agliagilleì,unodi loroaccostandosi alle

mura domandò

quale fosseil

nome

dellacittà;allaqualerichiestaunodei tessali,che stavanosulle stessemura,inluogodirisposta

,gridòxp^ips,cioè addio,editirreniricevendo1’augurio

,

come

ebberopresala

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(24)

PARTE PRIMA

21

città,sostituirono all’antico

nome

"Atu»,»quello di K«r(«(22),il quale poisidissedaaltriscrittoriK<o(>:aedancheKatonzix.In diffe- rente

modo

venneriferitadaServio sulla autorità di Iginouna

! talecircostanza;poichéegli asserivaessersidenominataAgllla lastessacittà «IellaToscanadal

nome

delsuofondatore,edi

romaniignari diunataldenominazioneladistinseroconaltro

nome;

poiché andandoessiperlaToscana,interrogaronogli agilleiin«jual

modo

sichiamasselaloro città, ecoloro essen- dogreci,enon intendendociòcheessiignoravano,giudicarono di salutarliperiprimi e disserox«/)«,ilqual saluto credettero

iromaniessereil

nome

della città, e tolta l’aspirazionelade- nominarono Cere(23).

Un

taleavvenimento,tantosecondola narrazionediStrabene

,quantodi quelladiIginoriferitada Servio,viene consideratodamolti scrittorimoderni unafavola inventata dai suddetti scrittori antichi:

ma

osservando chepri- V--' mierainentelacittàsidiceva Agilla c posciaCere,

come

molti altriscrittoriantichi l’attestano, eche unatalemutazionedo- vetteessere stataprodottadauna«jualche circostanzapartico- lare,credoinvece doversiconsiderare assai probabile «piantosi narra essereaccaduto,epoter servire di principaldocumentoa ciòchesiriferisceallasecondaepocaoraesaminata.Conside-

(2't)Tmv AwJ5v01mpTopiiyoi inorcpocovjviirwwT;'AyuX- irpovarjfStiixaoìi.injvSòaterorowopjo ns)i»;‘TMV^òrrozoo tu

/

su;Qrrra/.ìiy oiitTÌtsGèatmptvaa^at^i:poaarppt{tcoc/zù^ec/rèv T9V gÌ'M7Jo\TMppyyH TdUToy,àXsvfforvrirfnoXtvi^jvcfLstasof.4 iCn)jctUTpàxat néXt;,(/yv<7ej^u fiévov.(Slrab. Lib. c.3.)LoslessosiriferiscediiStefanonellaspie,;aziunc dellavoce ‘AyuXXoi.

(23)Affilacivitat estTusciaecotiditoreappellata,ctirexinscitiaro- manaaliud estinditumnomen.Namcum romanieuntesper Tusciaminterro- garent agy^Uinos, qtuse dicerent ciWftUiilU utpotè graeci^ qtiid audirent igno^

ranteSy etoptimumduccntessiprius eos salutarent^ dixerunt tquamsala- tniìoneniromaninnmenciW/a//r esseputavcnmt^etdetriefa aspirationeCcrae numinaveruntftstdicitliigirùus inurhibusItalicisi^Seroioinf^irgilioAened.

Uh, yiii.V. :>ar).

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(25)

22

CERE ANTICA

rancio quindiisuddettiduemodi concuisidisseessere acca- duto untaleavvenimento,sonodipareredieallanarrazione di

Iginosidebbapreferirequella diStrabene,tantoperchèè confermata daaltriscrittoriantichi,edin particolareda Stefano nellaspiegazione nel

nome

"AtuìIu:

,

quanto perchèvedesi essere

più probabilechealcuniuominivenutidalontani paesinon conoscessero quelnome,qualieranoilidi,cheiviciniromani,i cjualinonsipossono supporreprivi diognicognizione dei luoghi confinantialloro territorio.D’altrondeil

modo

concuivenne riferitoda Strabono meglio concorda conlealtrecircostanze narrate dagli antichi;mentre nessunanotiziasiconosce che con-

testil’andata inque’ paesi diromaninoncognitidelpaese stesso.

La

determinazionedeltempoincuiaccaddeilsuddetto cambiamentodinome, secondoilraccontodiStrabono,èba- satasullavenutadeilidinell’Etruria,ilqualeavvenimento quantunquecontestatodaErodoto, Strabono,ValerioMassi-

mo,

Vellejo Patercolo, edaaltricelebri scrittori antichi,pure ètenutodàalcuni scrittorimoderniquale altroraccontofavo- loso.Imperocché osservanoessiconDionisiocheXanto,antico scrittorelidioperitonellecosepatrie

,non avevaneisuoi scrittilasciatoalcuncennodiTirrenosignore deilidi

,nèdi

nessunpassaggio dimeoniossianolidiinItalia.Iononvoglio

sostenerecheglietruschisianostatioriginatiinteramentedai lidi,

come

alcuni recenti scrittoriopinarono(24); anzimipiace

(24) L*avvocatoFea condiversidocumenti prov5inun opuscolo pubbli- cato tra gli ultimi suoi scritti,edintitolatoStoriadei vasifìttilidipintiche da quattroanni si trovano nello stato ecclesiastico in quellapartecheè nelCantica Etruria colla relazione della colonia lidiachelifeceper piùsecoliprimadel doaUnio deiromani^primieramentequale fosse nazione dei lidi, equanto dubbia fosselaopposizione diXantoriferitadaDionisio sullavenutadeilidiinItalia;

quindi sostenneuntaleavvenimentoprincipiUmentc sulTautorità di Oraziodie disseMecenatediscendente dairelidicheavevanodominatosuglielrnsclii, {Lib.in. Ode2i).V, eScrm.LibI.Sat. 6.) c poscia suquantoavevano scrittoCicerone, Virgilio,CajoPedone.Vlbinovano, Projierzio,Seneca, Marciale,

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(26)

PARTE PRIMA

23

seguire l’autoritàdello stesso Dionisionel crederli indigeni del paese, ed essere statoilloro

nome

derivatoodal

modo

con cui costruivanoleloroabitazioni,o daqualche

uomo

dieli

avevagovernati intempiassaipiù antichi:

ma

poicretloche nonsipossanegarelavenutadi alcunilidiinqueste stesse re- gioni inepoche nontantoremote:giacchétutticolorochescris- sero intornoquestaprovenienzal’asserirono

come

cosa certa cnotaa tutti;soltantovariavanoilfondatoreediltempo,

come

beneosservava Dionisio.

Documento

incontrastabile della venutadialcunilidiin Etruria èquantotrovasinarratodaTacito sullerappresentanzediesifecerodaundici città dell’Asiaperla preferenza d’innalzareun tempioaTiberio{25)|poichénoncon- sisteva inunaprivataopinionediqualchescrittore,

ma

nella persuasione diunintieropopolo.

Onde

écheilsilenzio diXanto sideveattribuirenon adintierainsussistenza ditaravveniinento,

ma

solo forsealpiccolnumerodellagentecomponente unatal mandatadiuominidallaLidia.Fragliscritturi antichi,cheri-

ferironolostessoavvenimento,Vellejo Patercolo è quelloche ne determinò conpiù precisione l’epoca;imperocchéegliin- dicò essereaccadutoneltempoin cui fu ucciso Pirro figliuolo di Achille inDelfo,ossiapocodopolaguerra diTroja(2fi).

Ed

in Stazio,Tacito, Giustino, ValerioMassimo,VellejoPatercolo,Plinio,Silio Ita- lico,Tertulliano e Servio tragliscrittorilatini,e traigreciStrabeneePlutarco:

manelmentrediepertantidocumenti conveniamo conluincIPapprovareuna talevenutadilidiin Italia,non possiamopoiconcedereperleragioni già adotte elleogni cosainseguitodiquestoavvenimentosifossefattoinbtmriaalla manieradeilidi.

(25)Ita sardianosinlertsinjrnneosquedeliberatum^Sardianidecretum Etruriae recUa\>ere^utcoiìsaitgumei:namTy'rrentwiLjrdumqtte^Atye rege nitoSyoh nudtitudinemdidsitsegentem;L/dumpatriis in terris reiedisse;Tjt- rhenodatum,novnsutconderet sedes.Etducumenominiùusinditavocahuta, dlisperAstam,tds in Italia; aiictanajue adiate^dorumopulentiam,missisin Gracciampoptdts^ad maxaPeiopenomcn.(JEacit, Aiutai.lÀh.lE.c.5."i.)

(2G)Faaumeittsa diiscomprobatunttspatiovitae et felicitate imperii apparnit:qttìppevixttannis

XC

regnavitLXX^qui seedama Pjrrho^AcltiU

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(27)

24

CERE ANTICA

ciòsitrovaconvenirequantovennenarratoda Strabene; poidiè sidissedaegliuntaleavvenimento accaduto dopo chegiiagil- leiavevanogiàprosperatopermoltotempo,echealoro era statamossaguerradaqueilidiche avevano presoil

nome

di tirreniforsealcuntempo dopolalorovenutainquesti paesi.

Adunque

ilcambiamentodi

nome

,che ebbelacittàdiAgilla inquellodiCere,deveessereaccaduto pochi annidopola guerra di Troja, e cosìancoral’unionechesifece colle città dei

tirreni.Infatti Virgilio

,narrandoiprimi avvenimentidiEnea conquesti popoli, distinse la città stessaprimieramentecolno-

me

diAgilla,e posciaconquello di Cere,

come

nel seguitosi faràconoscere.Pertanto convieneosservarecheinsimil

modo

diversialtri scrittori,nonsolo greci

ma

latiniancora, distinsero col

nome

diAgillacodestacittà

,allorchévolleroriferirele loro narrazioni a cose primitive, econquello diCereallorché esserisguardavanocose posteriori,

come

in particolaresirin- viene registratonegliscrittidiSilioItalico,e diRutilio(27).

Livioparimenti indicando

come

Turno edirutuliricorsero agli etruschiperessere sostenuticontroitrojani,osservavaavere

lis virtutevindicavU.Nam^quod pactaeetut,i\fenetaiatqueHeìenaeftUae Hermionesnuptiasoccupaverat^Delphiseuminterfecit.Per haec temporaLjrdne etTyrrkenusfratres^cumregnarent inLydia^sterilitaUfrugumcompulsi^ sor^

tUi sunty ulercum parte muUUuduùspatria decederci.SorsTyrrhenumcontigit.

Peryfectus in Italiam et loco et incoUt etmarinobileac perpetuumasenomen dedii.(f^ellejoPatercolo. Lib. I.c.

(27) Così Silio Italico indicando lavenutadeilidiintaliregioni registrava nel lib.V.V.17,

Litorecorreptum,tlagnis demisit .dgj'lle.

tposciaparlandodiavvenimentiposterioridiceva nel lib. Vili. v.474.

LectosCaereviros, lectosCortona superbi TarcontisdomusetvelereimisereGravisene.

RuUliopoi coi seguentidueversibenespiegava l’una e l'altradenominazione.

lam Caeretanos demostratnovità /Ines% jéevo deposuinomendtgylla vetus.

{Lib.I.V.225.)

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(28)

PARTE PRIMA

25 in alloraMezenziore degli elrnscliiimperatoinCere, castello a queitèmpidovizioso (28).Laonde precisamentenell’epoca in cuiregnava Mezenziosuglietruschidovetteaccaderelaguerra cheessimosseroagliagillei,elasottomissione di questialloro dominio

,

come

venneriferitoda Strabene,e

come

sitrovacon- fermatochiaramentedaVirgilionel direcheAgillafu florida per moltiannisinche Mezenziocol furor dellearmi barbara- mente non ne ebbe usurpatol’impero (29). In tale guerra fu- ronoi tirreni soccorsidaqueilidicheemigraronodal loropaese circa nella stessaepoca;esiccomequestilidinon bene daprin- cipiopoteronoconoscereilpaeseitalico,cosìsirendeprobabile essersialcunodiessiapprossimatoallemuradi Agillapersaperi il

nome

dellacittà,

come

dallo stessoStrabonefuscritto

.

Quindièchequesta stessa circostanza,mentreciconfermala venutadigente straniera nelpaese degliagillei,allorchélacittà fuoccupata da Mezenzio,cifaconoscereancora checoloroche in taleepocal’abitavanoeranoprovenienti dallaGrecia,

come

tali sidiconoesserestatiipelasghi sovraindicati;perchèx«<p‘^ senzadubbio vocabologreco.Dalle cose osservale intornole prime vicendedegliagillei,sipuòstabilireilcambiamentodel

nome

diAgilla inCere,e l’unione degliagillei aitirreniessere avvenutaneiprimidieciannichetrascorserodopolacadutadi Troja; poiché intalperiodo ditemposidevonocredere essersi trasferitiilidiinItalia,per avere Vellejo Patercolo stabilitoun taleavvenimentoessereaccadutocircanell’epoca in cui fu uc- cisoPirrofigliodi Achille;equindisiconosce cheEneadovette nelmedesimo temposostenereleguerre sovraindicatecontroi

(28)Indel'(tmus riitulique,dif/lsirebuSfadflorentesetrusc^umopes Mezentiumq>te^eorum regem^confu^iunti quiyCaereopulentotwnopfndoimpf ritans^iamindeabinitiominimelaetusnovaéoriginetirbis.(Z<Wo. Lib. /. c. 2.)

(29)Mane mukosfiorentemannasrexdeindesuperbo Imperio., et saevis termitMezentiusarmis.

d^Kirgiiio.Aeneid. lùb. f^III.v-481.) 3

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(29)

26 CERE ANTICA

tirrenie controMezenzioloro re.Cosiallostessoperiododi temposipossonoriferiretutte lecosechesinarranointornogli avvenimenti'accadutitraEneaeMezenzioesposteinvario

modo

daVirgilio edaDionisio in particolare (30).

E

cosila cittàstessa,chenell’epoca antecedenteabbiamodistinta col

nome

di Agilla, inseguito delsuddettoavvenimento,tanto in questaseconda epoca danoideterminataquantonella susse- guente, designeremocol

nome

di Cere.

SeguendociòchevennescrittodaVirgilio,sidevecre-

dereavereiltirannoMezenzioridotta la città, inunostato di

sommo

avvilimento;imperocché primieramentevennenarrato daluiavere lacittàstessasomministrati milleuominia

Me-

zenzio,sprezzator degli dei,edalsuofiglioLauso,dimiglior indole,ondesoccorrere

Turno

(3l).

Ma

poifacendoilpoeta rap- presentaredaEvandro ad Enealo stato in cuiMezenzio avevari- dotta l’Agillinacittà,dopodiaverneusurpatol’impero, riferiva leinique stragi e la fierezzaorrenda concuilostessotiranno aOIisscgli agillci;poichélegarfacevaa’corpimortiivivi

compo-

(30)NelseUimoanno dopolaprejadìTrojanarrò Dionisioessere acca- dutalamortediEneainunaterribilebattagliachefudatada* tirrenicoman- datida Mezenziolorore,ilqualeebbea sostenere poi altra battaglia controAs- canio in cuimorìLausosuo figlio*comefu registratodaegli nelprimolibro;

mentre daVirgilio*venneriferitoneldecimolibro dell*EneideavereEneaucciso Lau.soeMezenzionelmedesimo combattimento;eciòforseilpoetanarrava ondeesaltaremaggiormenteilmerito del suo eroe.Ondeèche convienprestare piùre<lcallanarrazione riferitadaDionisio, che a quella di Virgilio.

(31)Primusinitbeltumtjrrrhcnisasperaboris CantemptordisfomMeztntUu agminaque armai.

Filius fuùciuxta LausuStquopuìcrior alter Non/ttiCtexceptolaurentiscorporeTurtù.

Laususequumdomitor debellatorqueferarum,

Ducitjdf^Uinanequidquamex urbesecutos Millaifiros;dignuSi patriii qui laetior esset Imperiaetcuipaterhaud Mezentiusesset,

{I^irgitioAeneid.Ub*f^Il. 647,e seq.)

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(30)

PARTE PRIMA

27 nendoli tra lorocon maniamanieboccaabocca;ecosicoloro, grondandodiputredine,miseramentelifaceva perirecon lunga

morte:

ma

stancati alfineicittadinidistrussero la diluicasa,ed egli,scampandodalla strage,sirifugiòpresso

Turno

(32).Inque- steduenarrazioni Virgilio distinselacittàmedesimacol

nome

diAgilla;mentre poco dopo,descrivendo l’andata diEneaverso quelpaese,ladesignò col

nome

diCere;edivivicino indicava esservi statoun freddo fiume ed

un

sacroboscoreligiosamente custodito dagli antichipelasghi e consacrato al dio Silvano (33).

Laonde precisamenteneltempoin cuiMezenzio aveva usurpato rimperodella stessacittàdovetteaccaderelamutazionedino-

me

,

come

siè indicato poc’ anzi.Cosipurecol

nome

diCere Virgilio distinselacittàstessa, (34) allorché descrisseisoccorsi che ottenne Eneadaglietruschiedinparticolaredai ceriti, e

(32)Quidmemoreminfandas caedes^ tjiùd facta tjrranni Efferaì di cafdti ipsius f^eneriqut reserventi Mortuaquinetiamiungebat corporavMs Conponensmmnibusquemajiusatqueoribusorai Tormenti genus^et satùetahoquefluentis Conptexuinmiserohngasicmortenecabat.

Atfessitandemci^es infondafurentem ArmaticircumsistusUipsumque dwnumque.- ObtruncantsocioStignem adfastigio iactant, lìleintercaedesrutuiorumelabsus inagros ConfugereetTurnidefendier hospitis<u‘tnis.

{f^irgilio.Aeneid.Lib, v.483e seg.) (33) Est ingensgelidumiuaispropcCaeterisamnem^

Religionepatrumlate sacer:undiqueoolles Incluserocavietnigranemusabiete cingunt:

Silvanofamaestveteres sacrasse pelasgos^

Arvorumpecorisque deOflocumque diemque^

Qui primi fnisaliquandohabuerelatinos.

i^f^irgilio.Aeneid*Lib. f^III.v.597.e seg.) (34)lercettiumadiiciunt(meni omnibus unasequendi)

Qui Caerete domo^qui suntMimonisin arvist EtP/rgiveteresintempcstaequeGraviscae.

(yirgiUo.Aeneid.Lib.X.v.i83.e seg.)

(31)

28

CERE ANTICA

daquei dell’antica Pirgi c della insalubre Gravisca.

A

quanto viene stabilito dairiferitiautorevolidocumentinon possono con- siderarsi contrariialcuni passi dialtriscrittoriantichi,nei quali vcdesidatoil

nome

diAgilla allacittàedagliabitanti diessa

,

anche narrando avvenimentiaccaduti intempiposterioria quegli

spettanti alla anzidettaprima epoca

;poichétrovasidaessi attri- buito,oper nobilitareildiscorso,oper insaputa dellamutazione accaduta,il

nome

stessoad avvenimentidiognitempo;enonchia- ramenteappropriateledue denominazionialleepochedifferenti,

come

vedonsi praticate dai suddetti rinomatiscrittoriincontinuate ebenordinate narrazioni.Questadefinizione deltemj>o in cui ac- caddeuntalecambiamentodi

nome

,nonperanche daaltriante- cedentementedeterminata,ciservirà dinonlievedocumentoper

stabilirelesusseguentivicende.Pertanto conviene osservare a tale riguardochebeneconvenivaallastessamutazione'di

nome

ed alla occupazionedeidifferentipopolidelmedesimopaese,quanto venneriferitoda Plinio rispetto a tutta l’Etruria; cioècheessa arca spessomutatonome,per essere stataprimadenominatadagli

umbri,indidaipelasghi,poscia dailidieda Tirrenoloro re,ed in finedenominatinellalinguagreca tusci dalcostumetenuto neisacrifizj(35).

Le

condizionichesistabilirono traEnea o Àscanio suofi- gliocon MezenzioeLausofigliodiquesto, risguardanti l’obbligo disomministrareaitirreniquantovinoproducevalacampa- gnalatina,

come

ancoraleguerrechesifecero dai latini per liberarsidauntaleaggravio,sonoriferitein vario

modo

dagli scrittoriantichiedinparticolaredaDionisio,daVerrioFiacco, daVarrone per quanto vennescrittodaPlinio,daCatoneper- ciòchesiconosce da Macrobio, da Ovidio,edall’autore dello

(33

)AdnectUuricptimae,in tjua Etruria est%ah amne Macra,ipsamuta^

tis$aepenominibiu.Vmbrosindeexagereantiquilas pelassi: hos Ijdi^ aquO“

rumrege Tjrrrkeni^nioxsacrificoritu,linguagraecorumtkusciswUcognomi’

nati.{^Plin,[(ist.Nat.lÀb.llS.c.8.)

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(32)

PARTE PRIMA

29 scrittosull’originedellagenteromana(36):

ma

tutticonven- gononello stabilirenonavereMczeuzioperalcuntempo dopo alsuddetto avvenimento governatogli agillei,edanzi essere stato daquestiodiatoperlecrudeltà eseguite,q\uinlunquesivedapo- steriormentedaalcuni ditaliscrittoridesignato col

nome

di re degliagillei.Solo adunqueperpocodovetteCeresoffrireitristi

effettidalla tiranniadiMezenzio;imperocchénon moltianni dopolaguerra diTroja,sideducedallaseguentecircostanza

narratadaPlinio

,avere la cittàprosperatoeprotettelearti;

poichéeglivolendo dimostrarechelapittura inItaliaera stata

jjortataaperfezionedatempianteriori allavenutadiDemarato

,

asserivaessere stateinArdeaalcune pitture fatteprimadella fondazionedi

Roma

,e cosi inLanuvio.Quindi aggiungeva che aCeresiconservavanopittureanchepiù antiche delle suddette, edosservava eglicheesaminandolesidovevaconvenire essersi

lapittura inbreve periododitempoperfezionata; giacché nel- l’epocaIliacanon apparivaessersiposta inesecuzione (37).

(36) Dionisio Lib.1.c. 56.f^errioFiacco,Fastorumanm Romani.Àpriles.

Plinio.Hist.Natur.Lib.XIF".c.14.MacrobioSatura, Lib. Ili, c. 5.Ovidio Fast. Lib. IF".V,879.e seg. e Sesto Aurelio Fittore Orig. GentitRom,c.f4.) (37)/am enimabsoluta eratpicturaeiìamin Italia.Exstantcerte hotlieque antiqmores

F

rbe picturaeArdeaeinaedibus saerLs,quibusequidemnullasaeque demirortamlongoaevodurantesinorbitatetecti^velatirecentes,Similìter Lanuvii ubiAtalanlOy etHelena^cominuspictae tuntnudae abeodemartiftccy utraqueexcellentissime forma., sed altera ut virgo:neruinisquidemtemplietw- cussae.Caiusprinceps eas tollere conatusest.,libidineacccnsus., si tectoriinatura permisisset.DurantètCaere^ antiquiores et ipsae: fatebiturque,quisquiseasdili- genter aestimaverit,nullam artiumceleriiisconsummatam,qmtmlliacistempo- ribusnon fuisseeamappareat. (Plin. Histor.natur.Lib.XXXF.c.6.)Sele pitture deitempjardeatini,che nel seguito descrisse lo stesso Plinio essersi fatte da Marco LudioKdoU,eranoleslessedìquelle fatteprimadella fondazione di Huma, comeincertomodolodimostralaiscrizionecheivistava posta in dì lui onore,laquale era srrllUconantiche letterelatine,{Lib.XXXF.c.3/.) verrcbbeaconfermarosemprepiù essersi derivateleprimeistituzionidellearti ita- liche dallaGrecia, giacche dalPEtolia trovasi attestalo esserepervenutoLudio.

(33)

30

CERE ANTICA

Laonde conviencrederechetalipitturevenisserofattenello spazio ditempo chetrascorsedopolacacciatadiMczenzio, ossia circa dicciannidopolacadutadiTroja,elavenutadi Demaratoin Italiachedovetteaccadereneltempoin cui reg- gevailgovernodi

Roma

TulioOstilio (38).In quest’epocasi feceroevidentementelepiù nobilioperecheservirono all’orna- mentodiCeree dellorotempiod’Ilitiain Pirgi;mentrenel- 1epoca antecedentesieseguironoleoperecheeranopiùneces- sarie allasicurezza del lorostabilimento tanto nella loro città, quantovicino alla stazione delle loro navi,fortificando

un

tale luogocontorri,giacché fu distinto col

nome

di Pirgi,ossiano Torri,

come

siè poc’anzi indicato. Infatti Dionisionarrandole impresefattedaLucio TarquiniofigliodiDemarato controi vcjenti,riferiva essersiquestosovranorivoltocolsuoesercito versoCere,laqualeeraconsiderata in queltempo unacittà fe- liceepopolataquanto ognialtra dei tirreni,e perciò contro di luipotèuscire valido esercito acombattere perlasalvezza delle propriecampagne(39).

Fu

inparitempo chelo stessoLucio Tarquiniointrodusse in

Roma

lamanieradicostruirele

mura

conpietresquadrate, qualesipraticava inTarquinia,donde n’era eglivenuto,e clic stava vicino aCere(40).

(38) MoltecosesiscrisserointornolavenutadiDemarato condiversiartisti diCorinto in Italia.Conalcune opinionisiesaltaronosommamentegl'insegna- inentiderivatida unatalevenuta,econaltresitenuaronodimolto:mada tuttipoisitrovaconfermatountaleavvenimento,non considerandoperò alcuni

|)Ochi scrittorichenonsoloquesto,maanchetuttigli altriavvenimentiaccaduti nei primitivitempidiRoma,consideraronocomefavolosi.Èinoltreimportante l'osservarecheCiceronefececonoscere avereDemaratoistruitiisuoifiglinelle artie disciplina grecaconleseguenti parole.Omnibuseos arlibusad graeco- rum discipUnamerudiit.{Cicerone.DeRepubl.Lib. II. c. 19. e seg.)

(39) Eò3a( uav3'nv,tixatrt; tmv iv nOscn/.itacinoXviv^paTto^ oS azorttà pjrfuh] p.r/xoa}ùvo aipi rè; i;ò^.xot'Jtaì)aà;fi£VSiatp^sipacaattùv nohfiiuvi itaìXùi'Utnh'tst/;éts;8all5ÙTat“>' Ofiziputi,ti; -ijv r.iìjv*xtifrp.{Dion.L.III.có%.) (40)KairàTjr;(c irsita;achor/^iStat,xai rcxi;sfrptattu;òvza.npùaoi iàexi- fiali XìSsi;inaiai»; lir^jaiva;r.fi;xzvjva xarzoxrjà((i». {Diunis. Lib.HI.c.67.)

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(34)

PARTE PRIMA

31

Dopo

lamortediTanjuinio, insorgendoiyejenticontroi

romani,sirnosscropureiceritieitarquinensi,e di seguito l’Etru- riatutta

;esiccome dopo unaguerra di venti annivennero que- stipopolirifinitidiuominie di denari,cosiledodici città unite stabilirono dicedereàiromanie di sottomettersi alle condizioni stabiliteperl’avantida Tarquinio.Tullioperùmultòlecittàdei ceriti,tarquinensi e vejenti per essere stateleprime adinsor- gere,coldividereunaparte delle loro terre a coloroche furono ammessiinquell’epoca alla cittadinanza di

Roma

,

come

inpar-

ticolaredaDionisiovennedescritto {41).Cosiicerititantoperla lungaguerracheebberoa sostenerecontroiromani, quanto perladetrazione fatta della lorocampagna,dovettero soffrire di moltoeperdere granparte di quelle ricchezzecheavevano per

l’avanti acquistate.

Nellabennota spedizionechefeceroitirreni unitiaicar- taginesiperimpedirea queifocesi,chesieranoricoveratiin Alalia città della Corsica, dimettereasacco epredareipaesi circonvicini,sicredecheiceritine prendesserolaparteprincipa- le;poichédopolavittoriacadmea,ottenuta dai focesi, tuttique«

gliuomini,chesirinvennerosulle navi vinte dai cartaginesi e tirreni,furonolapidatidaiceriti.Erodoto

,chein

modo

più

ampiodescrisseuntaleavvenimento,aggiunsecheinappresso accadevaaiceritichecjuantipassavanodal luogo,ove giacevano

ifocesilapidati,divenivanostorti

,mutilicdapopletici,e ciò egualmente accadevaallepecoreedaigiumenti.Iceritivolen- do rimuovereuntalereato,spedironoa consultare l’oracolo di Delfo;e la Pitia

comandò

adessi dicelebraregrandifunerali, ecertamidiuominiignudiedequestri,qualiancorasifacevano altempoin cuivivevaErodoto(42).

Da

untaledocumentosi

(41) Dionis. Lih.ly.c.27.

(42) TdwilìecfSniuai'Mvtmroi;Aiìpa;,« w taloiTu/vvvel iXa/Jv TiCBÌn'tM xai twìtsu;i^Tjfor/óvTisxonìXavav. fitti ii‘A'/ti/Xaistatnàyta ri itcì^tcc ti» è-»SIijiiaii; xxtttht/aSivtt;ix’xn

,

rjivtisìiiirtf»f« xaisfunjoai

(35)

32

CERE ANTICA

dedusse daalcuni scrhtorimoderni cheiltesorodetto degli agil- leichestava in Delfo,

come

venne da Straboneriferito,fosse stato consacrato in quest’epoca:^naosservando che Erodotoin- dicò essersi solo in allora spedito a consultare la Pitia diDelfo, siviene aconoscere chesiavevaun’anticavenerazione perquel- l’oracolo anzicheessersiperlaprimavoltaspeditoadesso,ed offertogliuntesoro.Benvipoteronomandaredoni,

ma

nonedifi- carviuntesoro;poichépalese diversitàvipassavatraitesoriedi donioffertiall’oraeulo di Delfo,

come

vedesidimostrataconchia- rezza nella descrizione diStraboneediPausaniadiuntalesa- crario. Itesorisierigevanodopo una qualchevittoria ottenuta

,

mentreidonisioffrivano persemplicementeconsultare l’ora-

colo,

come

sifece nelladesignata circostanza.D’altrondegià abbiamo dimostratodoversi considerareper principaledocu- mentidello stabilimento di quei pclasghi,chesidiressero alle

foci delPo,itesoricheavevanoedificatiinDelfotantoiprimi abitanti diSpinaquantoquei di Agilla; cosìsiviene a confer- mareavereiceritinella anzidetta circostanzaoffertinuovi doni SU’ oracolomedesimo, ondeottenerneunarisposta in sollievo deimali chesoffrivano,edessersilaconsacrazione del tesoro

nalàffónXiprra* xaróv3»urrd(.01*

/ffj/xarsv, /SsuXu.tuyoc rÀv i iì ixiXamrotsuv*ri vuv

w’AyuW.ar»

m

«JTfriXisiwt.xxì hst/t^crj9(9^/xryóXij;,xatar/'Zvafjiivtxyj xxìtrnrc- X0V iWTràTi. xoi 0y?5<fuv T«y rotoìiru {Erud. Lib.I.c> 167.) Strabone{lÀb, c. 1.)nerifcrtscepureunainilicazionedello stesso avvenir mentoaccaduto ai focesi, e cosiDiodoro(^Lib. 5.)senza peròdeterminare in alcunmodoche\ceritiavesseropresaparte in talebattaglia,edanziDio- doro caddeinerrore nelnominareCalariladtUi fondata dai focesi invece di Alalia.

QuantunquepoisirinvenganoinErodotoitirrenidL Ceredistinticolnomedi agillei,nondeveperciòcredereche lo stessonomeconserva-sscronell'epoca in cuiaccaddeilsuddettoavvenimento;comeinparticolarevennesuppostoda Niebtihr nella sua storia deiritalia antica; perchèdaaltritantidocumentiposi- tivisiconosconoessersichiamati ceriti sinoda tempianteriori a quello incui accaddeilsuddettoavvenimento.

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(36)

PARTE PRIMA

33 anzidetto fatta nei piùanticliitempiallorchéconservavanoan- corailprimitivo

nome

diagillei,colquale

nome

eradistinto lostesso tesoro.

Mentrel’epoca anteriore alla guerra diTrojasiriferiva a

tutto ciòcherisguardava Agilla avantiildominiodeitirreni, (jucllapoichesuccedette allamedesimaguerra trojana sino al- l’interogovernodei sette re di

Roma

sitrovacorrisponderea tuttoiltempo chelastessa cittàfecepartedelladominazione tirrena;edanzidopolacacciata diTarquinio superbo da

Roma,

vedesi narratodaLivio,essersiquestoprincipeconduesuoi figliricoverato inCere(43)

,dadove evidentementeindusseitir- reniaprendereparte insuofavore.Nellapacestabilita traPor- sena'edirappresentanti della repubblicaromanadovetteropu- re coglialtritirreniesserecompresiiceriti;perciò d’ allorain poisihannonotizie diessisolo

come

amici edalleatidei ro- mani,nellaqual qualità consideratisicostituisce la terzaepoca dannidistinta, echeoraimprenderemoa descrivere.Pertanto convieneosservarecheindettaseconda epoca

,quantunquesi mantenesseroiceritiindipendenti dairomani

,dovetteroperò somministrarepiùmezzia far figurare lapotenzadi questi,che

laloropropria;perchèdavariipassi degli storiciantichi.sicono- sconoessere state dairomani

,specialmentesottoilgovernodei tarquinj,derivatemolteistituzioniepratiche nelleartidai tirreni,tra’qualiiecriti,

come

ipiùprossimi a

Roma,

dovet- teroavernelapiùgrandeparte.

EPOCA TERZ.\ ROMANA.

11ricettochedetteroiceriti allevergini vestalicdallecose sacre a loro aflidatc neltempo dellainvasione deigalliin

Roma,

èilprimopiùimportanteav- venimento chesiriferiscaaCeredopol’alleanza fatta coiro- mani.

Da

Livio,L.Floro,Strabene,Plutarco e ValerioMassimo vennenarratountaleavvenimento;e tuttirpiestiscrittoricon-

(43)Lìifio.lÀh. /.c.GO.

4

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(37)

34

CERE ANTICA

cordarononel direchedaiceritifuronoricevute e custoditetali

cosecon venerazionesinoatantosipoteronotrasportare di nuovoin

Roma

(44).DaStraboneinoltrevenneriferitochein tale circostanzaiceritidebellarono queimedesimigalliche avevano presa

Roma

,dopodi averlisorpresinel loro ritorno sul territorio sabino»eda forzalispogliarono di quelle ricchezzecheavevano loroceduteiromani(45).

Lo

stessoStrabeneincolpavairomani dinonaverdimostrata versoiceritiuna grandegratitudineper

un

talebenefizio.Peròsiconoscedaaltridocumenti chein riconoscenzadiaver ricettatelecose sacre»edisacerdotidel popolo

romano

,epercheinseguito ditalbenefizio

non

venne sospesoTenore dovutoai

numi

,decretaronoiromani Tobbligo didarepubblicaospitalitàaiceriti»

come

venneregistratonel ben notosenatus^consulto riferitodaLivio (46).Parimentifu

(44)Lwìo.Lib.y.c. 40.LucioFloro Lib./. c.<3.Strab. Lib.y.c.2.

Plutarcoin Camillo, yalcrioMassimo.Lib. I. c.1.ar.<0.

(45)Kflt^ Tsi)s«Xavra; Tcùma; ÒJttoOorvtntSiiAsvot

xenà xz<inspiìóvxw 'Pm/ìz(<uviìoivot Xòepopcc,dbtsvrz;òe<piiXwT9.(Stra- bone. Lib.y.c. 2.)Ciò chedi seguitovennenarratoda Slrnboncsullapoca riconoscenzadimostratadairomaniaiceriti^nonsitrovabenedeBnito nel tostocheciè stalotramandato;percuisidannovariespiegazioni.

(46)Cumcaeritibushospitìumpublice ficrct^quodsacrapopuliromani acsacerdotesrecepissentybeneflcioqueeiuspopulinonintermisushonordeum iatmortalium esset.{Livio Lib.y.c.«50.

)Unframmentodiun'anticaiscri- zione riportato dal Grutero,Muratori, Fabbretti, Borghesi, edaaltriscrittori uiodi-rni,contestalostessoavvenimento,e vienesupplito nelseguentemodo.

CumGaUi

imaDERENT CAPlTOLiyM

v^STJLES

CAERE DEOyXIT

aiqyE

Ripys SOLLEMNES ne

omUteRENryR

CyRAI

SIRIHA-

Byvv coERATA SACRA ET yiRGlNES

ra^eXlT.Peruntale ricetto vantavanoposciatceritiesseredivenutalalorocittàilsacrarlo delpopoloro- mano. CaereysacrariumpopiUiromaniydesfersorUtmsacerdotumy acreceptactf lum romanorum sacrorum intanctumiiwiolatumquecriminebelUyhospUtumve- staliivncultisquc diisdarcnt.{LivioLib.yi[,c,26.)Da untale ricetto dato dai cerili alle cose lacre deiromanisisuole, tralevarieopinioni,dedurrela ftimoiogìa delnomecaerimonia dato dai latiniadogni celebrazione di sacrorito.

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