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The John Galt Financial Newsletter, 1957 Fax:

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The John Galt Financial Newsletter, 1957

Fax: +44-207-9766106 E-mail: johngalt@jgline.com 10 luglio 2016 – E' stato il maggiordomo

SOMMARIO

Euro a 1.1051 contro dollaro e 111.11 contro yen. Dollaro/yen 100.54, yen/euro 111.11. Oro 1,366.33, rame 4698, indice GSCI 358.04, greggio 45.41. T-Bond 176.94, rendimento 2.10%.

Euribor tre mesi -0.293%, Bund 167.79, rendimento -0.19%. Dow Jones 18147. Milano 16066.

Indice Banche tedesche 41.53.

Chi sia l'assassino (che poi è anche, contemporaneamente, l'assassinato) è ormai evidente.

Ma l'istinto umano di raccontarsi delle balle gradevoli, e di farlo SOPRATTUTTO quando i problemi sono arrivati alla fase conclusiva, è potentissimo.

E quindi:

1) i giornali europei (e gli operatori finanziari e i politici, a cena lontano dai giornalisti) parlano di un solo argomento: le Banche.

Sui mercati accade: -5.31% delle Banche tedesche (chiudono a 41.53 ma passando anche da 40 prima di un rimbalzicchio venerdì).

Banche europee -2.06% a 118.59.

Banche giapponesi -6.29% a 214.53.

Banche inglesi -0.64% a 107 nonostante il clima "euforico da svalutazione" della Borsa londinese.

Banche giapponesi -6.29% a 215.

Banche americane appoggiate all'allarme di 300 (309): e questa è "la migliore economia del Mondo" con un settore finanziario "già ristrutturato grazie agli ampi interventi dello Stato nel 2009/2011", come dice il mio amico Barisoni che vorrebbe "una Bundesbank più americana"

(poi però vuole gli Inglesi più Francesi, gli Spagnoli più Svizzeri, gli Italiani più Lussemburghesi e i Greci più Irlandesi. Barisoni, ma... prendere atto che la Storia esiste, no, eh?).

"La moneta più forte" ha le Banche più a sconto. "Il debito pubblico più forte" ha le Banche più decisamente in picchiata. "L'economia più forte" ha i tassi a trent'anni che scendono più rapidamente. E "il Paese con i giornalisti economici più saccenti" ha solo "qualche problema bancario isolato"... a Siena, Milano, Firenze, Reggio Emilia, Ancona, Genova, Treviso... manca qualcuno?

Più chiaro di così? Devo proprio farvi un disegno?

2) lo yen scarseggia, quindi sale. La valuta di finanziamento più abbondante, quella che ha inventato i "tassi zero", quella che ha creato le carry trades [mi faccio prestare soldi in moneta stabile e poco costosa, li investo in un monete a rischio ma che rendono bene], continua a apprezzarsi e addirittura a svolgere un ruolo di "rifugio", tipico delle fasi di stretta monetaria e del credito: dollaro/yen -1.93% a 100.54, yen/euro +2.67% a 111.11.

3) l'altra moneta "abbondante", il dollaro USA, è mista ma non debole: cede terreno contro yen e contro monete periferiche (australia 0.7569, canada 1.3044, brasile 3.300),

ma conferma la forza in Asia (salendo molto nettamente contro yuan cinese, 6.691, e rallentando la correzione contro won coreano, 1,161.80),

e, a parte il rally contro sterlina, è forte contro euro: +0.76% a 1.1051, dopo un rapido passaggio anche sopra 1.10 che ha minacciato di rilanciare il crollo dell'euro, fermo da un anno abbondante (attenti all'estate calda delle Banche).

Nonostante qualche rallentamento sulle Periferie e il calo di dollaro/yen, il dollar index è forte sopra il segnale di rialzo di 95 (+0.68% a 96.3).

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10 luglio 2016 – E' stato il maggiordomo 2 4) il Brexit assume la forma di quel che è sempre stato e sempre ha voluto essere: la correzione di un errore commesso nel 1992, quando l'Inghilterra oltre a lasciare lo SME non osò andare fino in fondo e uscire dall'Unione Europea (una mossa che avrebbe potuto condizionare in senso liberale la nascita dell'euro. Se Major fosse stato la Thatcher. ma era Major. Invece, gli Europei si sono illusi di burocratizzare il resto del Mondo - e il resto del Mondo entra in Europa da Londra -, e sappiamo com'è andata).

Sui mercati accade: sterlina -2.36% a 1.2954 contro dollaro, -1.65% a 0.8525 contro euro, ma Borsa di Londra +0.19% a 6591 e titoli di Stato inglesi +1.13% a 130.28.

5) il petrolio notifica al Pianeta che a muovere le commodities sono i soldi EFFETTIVAMENTE INVESTITI IN ATTIVITA' PRODUTTIVE, e segue il ribasso delle Banche (segna -7.31% a 45.41) invece che il rialzo dell'oro (+1.86% a 1,366.33).

6) Ma su tutto il resto, cioè su tutto ciò che non sia Inghilterra, Europa, Banche, credito, moneta, greggio (e media delle materie prime) si sparge un alone roseo di aspettative che resiste a qualsiasi fatto - positivo o negativo che sia.

Nonostante dati economici USA in recupero (un dato molto caldo, ma molto provvisorio, sull'occupazione), che inducono qualche commentatore a suggerire che il ciclo rialzista dei tassi ufficiali americani sia destinato a riprendere presto,

la stragrande maggioranza degli operatori e commentatori è fortemente convinta che la imminente nuova crisi bancaria globale

(che potrebbe, se va tutto bene, essere una crisi "fredda", da "implosione e consolidamento.

Non una serie di fallimenti, ma una serie di acquisizioni e fusioni - soprattutto acquisizioni da parte degli Stati...)

terrà i tassi di mercato e ufficiali a zero o poco sotto per moltissimo tempo, e indurrà non più solo le Banche centrali ma appunto anche gli Stati a acquistare o garantire debiti anche di bassissima qualità (un felice connubio fra Welfare State [lo Stato paga uno stipendio a chi non fa un tubo] e Capitalismo di Stato [lo Stato presta soldi a capitalisti squattrinati ma amici, complici, ricattabili]).

E quindi: il dollaro non è fortissimo, i titoli di Stato sono su livelli che cominciamo a far presagire "tassi zero per decenni" (T-Bond americani +1.87% a 176.94, Bund tedeschi +0.49% a 167.79 con rendimento -0.19%, perfino BTP italiani 0.31% a 144.45),

e le Borse salgono (Dow Jones sopra 18000, +1.1% a 18147), oppure mantengono i rimbalzi (Londra +0.19% a 6591, Brasile +1.74% a 53141), oppure si assestano senza panico dopo i rally di dieci giorni fa [Francoforte regge sopra 9500, -1.50% a 9630, Milano tiene 16000 a 16066, -1.41%, Shanghai riavvicina 3000, peraltro senza ancora riagganciarlo: +1.9% a 2988]

Le materie prime sono invece meno convinte:

greggio -7.31% a 45.41, quindi indice GSCI delle commodities -4.89% a 358.04, benzina -10%, granaglie in media -8.5%, rame -4.12% a 4698, nickel -0.90% a 9840, acciaio cinese fermo a 2202.

IN SINTESI:

i mercati mantengono idee e movimenti "inflazionisti/ottimisti":

IDEE (stimoli monetari, salvataggi bancari, discreta base americana per la ripresa globale, Cina lentissima ma non in panico, Brexit non così tremendo, e soprattutto tassi bassi bassi bassi bassi) e MOVIMENTI (dollaro non fortissimo, Borse stabili o in recupero, materie prime fiacche ma non in picchiata).

In fondo in fondo (in fondo) quindi gli operatori sperano ancora che l'estate (e il resto dell'anno) siano dominati da uno scenario di "benefica" debolezza del dollaro ("perché la FED ancora una volta aiuterà i mercati"), che legittimi una ripresa delle commodities e recuperi o tenuta delle Borse e delle monete emergenti e periferiche, nonché tenuta/forza delle Borse.

Ancora più in fondo, però, sanno che l'inflazione occulta degli scorsi sei anni ha provocato disastri, erodendo capitali (quindi capacità di credito e solidità del risparmio),

e fanno capire questa inquietudine attraverso:

continui tonfi delle Banche (ai quali il dibattito politico risponde con teorie vecchie di sette anni e rivelatesi dannose),

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tensioni al rialzo sulla moneta (yen) che dovrebbe essere la più facile da ottenere in prestito (se una moneta viene data in prestito in abbondanza s'inflaziona, dovrebbe casomai scendere),

sostanziale inconcludenza di Borse e commodities (che mantengono ampie perdite e in NESSUN caso danno segnali di rialzo vero e proprio dopo un anno di agonia),

mentre il mercato dei titoli di Stato è sempre più condizionato dagli acquisti istituzionali (la "sindrome giapponese", per cui il mercato si ferma perché tutte le nuove emissioni vengono interamente ritirate dalla Banca Centrale, si sta replicando, per ora non nella stessa misura, altrove nel Mondo), e quindi il suo segnale economico è ambiguo: i tassi decennali e trentennali vanno a zero. Ma PERCHE' lo fanno:

1) perché i debiti pubblici valgono come l'oro e i diamanti e non presentano nessun rischio?

2) oppure invece perché scontano deflazione e recessione di lunga durata, e future nazionalizzazioni del credito?

3) o perché gli interventi istituzionali hanno completamente svuotato di significato i segnali economici del MAGGIORE mercato del Pianeta?

Io ho già spiegato [recentemente di nuovo il 12 giugno] che temo che i mercati si siano rassegnati a veder accadere una nazionalizzazione del sistema bancario in Paesi importanti (cioè, a vedere Stati che possono di nuovo direttamente stamparsi la moneta per pagare i debiti), e, a quel punto, acquistano direttamente cambiali del "vincente" (titoli di Stato) vendendo cambiali del perdente (titoli bancari).

Sarebbe interessante se le Banche Centrali fossero quotate: il loro andamento in questo momento fornirebbe informazioni utili.

Se non sono quotate, se non cercano capitali sul mercato nonostante abbiano espanso i loro bilanci in modo abnorme, è forse perché sanno che non ne troverebbero.

Se non fanno la cosa più ovvia per "rassicurare i mercati": vendere loro azioni di ottima qualità (non comprereste azioni di una Banca gestita da Draghi? Yellen? Carney? No? Ma come siete diffidenti!) e usare i capitali per rastrellare affidabilissimi titoli di Stato USA, Giapponesi e Tedeschi (come sarebbe a dire "e se poi crollano?"! Ma se salgono del 2 o 3% la settimana senza sosta! Siete proprio gentaglia mai contenta!).

Scherzi a parte: una fase storica di contrazione globale del credito, che mette in questione il rapporto fra Banche e Stati e quindi tutta la logica degli Stati assistenziali, è il tema che sta muovendo i mercati.

OPERATIVAMENTE:

Per quanto riguarda l'euro: è cominciata un'altra fase della crisi europea. Alla larga. Per quanto riguarda la sterlina inglese: se esporto da Italia verso UK, avevo da tempo swappato le sterline per dollari [incasserò quindi dollari contro euro]. In questo modo mi sono protetto sia da una svalutazione diretta della sterlina, sia dal rischio che una instabilità generalizzata europea affossi l'euro. Tengo queste posizioni anche su occasionali rimbalzi della sterlina contro dollaro

Per il resto: non esco dal dollaro, con una eccezione: ho venduto dollari contro yen quando servivano a proteggere debiti in yen. Cioè sono passato da ribassista sullo yen a neutrale.

Non ho ancora posizioni rialziste pure sullo yen.

Sugli altri mercati: * resto indebitato in euro a tasso fisso. * Ho, oppure acquisto, opzioni put sui titoli di Stato USA [raccomando put base 165 per settembre], per sfruttare/proteggere un possibile choc "imprevedibile" sul debito pubblico del Paese più vicino a un ciclo rialzista dei tassi. * Non ho scorte di materie prime. * Ero e resto completamente fuori dalle Borse. * Investo in liquidità in dollari USA (successivamente:

yen, vedi sopra).

POSCRITTO:

Il credito si fa con i capitali.

Per risanare il sistema bancario, incentivate l'accumulo di capitali, e incentivate i capitali a cercare rendimenti per rinnovarsi.

Quali delle seguenti manovre incentivano la creazione e l'impiego di capitali, e quali no?

Quali sono tipici di un ambiente che crea e impiega capitali, e quali sono sintomi di un'economia scarsa di capitali? Segnate la Vostra scelta con una crocetta.

(4)

10 luglio 2016 – E' stato il maggiordomo 4 [ ] azzardo morale (pericoli distribuiti in modo selettivo, esentando amici e aggravando estranei);

[ ] chiarezza delle informazioni;

[ ] segreto sulle rogne "per non turbare i mercati";

[ ] profitto;

[ ] rendimento zero;

[ ] concentrazione dei nuovi posti di lavoro nella distribuzione e consumo al dettaglio;

[ ] concentrazione dei nuovi posti di lavoro nella produzione e nel business-to-business;

[ ] sfiducia verso le controparti commerciali e creditizie e fiducia nello Stato e in prestatori di ultima istanza;

[ ] indifferenza o fastidio sfiducia verso lo Stato e i prestatori di ultima istanza, attenzione quotidiana alla ricerca delle migliori controparti commerciali e creditizie;

[ ] caccia alle opportunità in occasione dei ribassi;

[ ] paura dei ribassi perché "se va a gambe all'aria lui saltiamo tutti";

[ ] dibattito attento e critico sui metodi da utilizzare per affrontare i problemi;

[ ] "fate presto", "fate qualcosa", "fate il possibile".

Spedite le risposte all'indirizzo indicato nella prossima pagina, potrete vincere un viaggio per due persone in Lussemburgo il prossimo Novembre. Allegria!

(5)

Questa lettera verrà aggiornata fra una settimana o dieci giorni. Se da qui alla prossima lettera sarà necessario correggere nettamente qualche indicazione, invieremo dei brevi messaggi.

Se il lettore desidera spiegazioni, messe a punto o indicazioni pratiche su singoli punti di questa lettera, grafici o documenti relativi alle analisi può chiederli in qualsiasi momento e li riceverà a giro di fax o di e-mail. Ugualmente può segnalare se desidera che valute, indici, commodities, tassi, titoli, fondi, indicatori non trattati in questo numero della lettera vengano

aggiunti nei numeri successivi.

Qualsiasi operazione finanziaria verrà intrapresa in seguito a libero giudizio del lettore, e a suo pieno rischio e profitto.

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