Scuola Galileiana di Studi Superiori Anno 2013-2014 – Prova di Fisica Problema 1
Un’astronave descrive un’orbita circolare di raggio r1 = 6500 km intorno alla Terra. Successi- vamente, in seguito all’accensione del propulsore per un breve intervallo di tempo, l’astronave si porta su un’orbita ellittica, che ha minima (perigeo) e massima (apogeo) distanza dalla Terra pari a r2 = r1 e r3 = 30000 km. Determinare
1. la velocit`a v1 dell’astronave mentre percorre l’orbita circolare iniziale;
2. le velocit`a v2 e v3 dell’astronave quando si trova, rispettivamente, al perigeo e all’apogeo.
3. la potenza media per unit`a di massa erogata dal propulsore, se esso `e rimasto in funzione per 3 minuti.
Massa della Terra: MT = 6.0 × 1024kg. Costante universale di gravitazione: G = 6.7 × 10−11m3/kg/s2.
Soluzione
La velocit`a v1 nell’orbita circolare iniziale si ricava immediatamente imponendo che la forza di gravit`a per unit`a di massa eguagli la componente centripeta dell’accelerazione
GMT
r12
= v12
r1 , (1)
da cui
v =
sGMT 3
m/s . (2)
dell’astronave e r la distanza generica dal centro della Terra), la conservazione dell’energia fornisce
v22
2 −GMT
r2 = v23
2 − GMT
r3 . (4)
Ricavando v3 dalla prima e sostituendolo nella seconda, si ottiene immediatamente
v2 =
s 2GMTr3
r2(r2+ r3) ≃ 104m/s (5)
e
v3 = r2 r3v2 =
s 2GMTr2
r3(r2+ r3) ≃ 2.2 × 103m/s . (6) Allo stesso risultato si poteva arrivare ricordando che in un’orbita ellittica l’energia mec- canica per unit`a di massa `e costante ed uguale a −GMT/(2a), dove 2a `e l’asse maggiore dell’orbita. Nel nostro caso, 2a = r2 + r3, per cui v22/2 − GMT/r2 = −GMT/(r2 + r3) e v32/2 − GMT/r3 = −GMT/(r2+ r3), da cui si ricavano immediatamente v2 e v3.
Il lavoro fatto dal propulsore `e uguale alla variazione di energia cinetica dell’astronave nel passare dall’orbita circolare a quella ellittica, quando la velocit`a cambia da v1 a v2
W = mv22
2 − mv21
2 ; (7)
si noti che essendo r1 = r2 non c’`e variazione di energia potenziale gravitazionale. Dividendo la precedente per m e per ∆t = 180 s, si trova la potenza media per unit`a di massa
p = 1
2∆t(v22− v12) ≃ 1.1 × 105W/kg . (8)
Problema 2
Il circuito mostrato in figura `e composto da un condensatore di capacit`a C = 200 nF e da tre resistenze di valori R1 = 5 Ω, R2 = 20 Ω e R3 = 25 Ω, aventi ciascuna una potenza massima dissipabile pari a 1 W. Si calcoli
1. la massima potenza totale dissipabile in calore da parte del circuito,Pmax; 2. la carica Q ai capi del condensatore, nelle condizioni della domanda precedente.
Soluzione
Anche senza fare il calcolo esatto della costante di tempo del circuito, l’ordine di grandezza si pu`o stimare dai valori dei componenti. Sar`a il prodotto della capacit`a, 200 nF, per una combinazione dei valori delle tre resistenze, che sono dell’ordine della decina di Ohm. La costante di tempo risulta dell’ordine dei microsecondi e quindi il calore che viene dissipato sulle resistenze in questa fase iniziale `e trascurabile. Pertanto, per il computo della potenza massima dissipabile nel circuito si pu`o considerare il regime stazionario corrispondente al condensatore carico. In condizioni stazionarie le tre resistenze, collegate in serie, sono at-
Pmax = (R1+ R2+ R3)Imax2 = 2.0 W . (12) Il condensatore `e in parallelo con la resistenza R3. Nelle condizioni di massima corrente, la tensione ai capi del condensatore `e quindi Vmax = R3I3,max = 5.0 V . Di conseguenza, la carica Qmax si ricava da
Qmax = CVmax = 1 µC . (13)
Problema 3
Il livello di un liquido criogenico viene comunemente misurato tramite tecniche capacitive. Si consideri pertanto un condensatore ad armature piane e parallele, aventi sezione quadrata di lato l = 10 cm. Le armature sono separate da una distanza d = 1 mm, con due lati orientati parallelamente alla superficie del liquido e gli altri due perpendicolarmente alla superficie. Il condensatore `e riempito con azoto liquido (costante dielettrica relativa KN2 = 23) ad altezze H diverse. Si calcoli la capacit`a totale del sistema per
1. H = 5 cm;
2. H = 10 cm.
Costante dielettrica del vuoto: ǫ0 = 8.85 × 10−12F/m.
Soluzione
Il condensatore pu`o essere pensato come il parallelo tra due condensatori ad armature piane e parallele, aventi sezioni rettangolari di area l × l/2 e separazione d, uno immerso nell’azoto liquido, l’altro in aria. Le rispettive capacit`a sono
CN2 = ǫ0KN2
l2
2d = 1.02 nF (14)
Caria = ǫ0Karia
l2
2d = 44 pF , (15)
con Karia = 1. Quindi
C1,tot= CN2 + Caria = 1.064 nF . (16) Se il condensatore `e completamente riempito di azoto liquido, si pu`o pensare come il parallelo di due condensatori aventi ciascuno capacit`a CN2. Quindi
Un fascio di luce incide su un polarizzatore avente l’asse ottico parallelo all’asse y (vedi figura). Il sistema ottico `e inoltre provvisto di un secondo polarizzatore e di un rivelatore di intensit`a. Quando l’asse del secondo polarizzatore forma un angolo di 60◦ rispetto all’asse y (nel quadrante delle xy positive), un rivelatore posto alla fine del banco ottico misura un’intensit`a luminosa pari a 3 W/cm2. Si determini
1. l’intensit`a del fascio incidente nell’ipotesi che sia polarizzato circolarmente, Iin,1; 2. l’intensit`a del fascio incidente nell’ipotesi che non sia polarizzato, Iin,2;
3. l’intensit`a del fascio incidente nell’ipotesi che sia polarizzato lungo l’asse y, Iin,3.
z
1 2
x y
Fascio incidente
Soluzione
All’uscita del primo polarizzatore, il fascio sar`a polarizzato linearmente lungo y e avr`a intensit`a pari a Iin = Iin,1/2 perch´e il fascio incidente `e polarizzato circolarmente. All’uscita del secondo polarizzatore, il fascio avr`a intensit`a data dalla legge di Malus
Iout = Iincos2θ = Iin,1cos260◦/2 , (18) da cui
Iin,1= 2Iout/ cos260◦/2 = 24 W/cm2. (19) Iin,2 = Iin,1 perch´e un fascio non polarizzato, all’uscita del primo polarizzatore, sar`a polarizzato linearmente lungo y e avr`a intensit`a pari a Iin,2/2, come nel caso precedente di un fascio di luce polarizzato circolarmente.
Il fascio di luce polarizzato linearmente lungo y non viene modificato dal passaggio at- traverso il primo polarizzatore. Quindi
Iout = Iincos2θ = Iin,3cos260◦, (20) da cui
Iin,3= Iout/ cos260◦ = 12 W/cm2. (21)
Trovare la capacit`a equivalente dei due circuiti, sapendo che C1 = C3 = 10 nF, C2 = 20 nF e C = 40 nF.
C 1
A
C 2 C 3B
C
A
C C CB
C
Soluzione
Nel primo circuito, tutti e tre i condensatori hanno una armatura al potenziale del punto A e l’altra a quello di B. Il circuito si pu`o ridisegnare come in figura, la capacit`a equivalente `e Ceq= C1+ C2+ C3 = 40 nF.
Il secondo circuito si pu`o ridisegnare come in figura. Per la simmetria del problema i punti A1 e B1 hanno lo stesso potenziale. Il condensatore che li unisce si pu`o quindi togliere.
La capacit`a equivalente risulta Ceq = 2(C/2) = C = 40 nF.
C 1
A C 2 C 3 B
C
A C C C B
C
A 1
B 1
A 1
B 1
C 1
C 2
C 3
A B
A B
A 1
B 1
C C
C C
Problema 6
Un tubo verticale liscio, che presenta due diverse sezioni, `e chiuso da due pistoni di area diversa, liberi di scorrere senza attrito nelle rispettive sezioni. La differenza di area dei due pistoni `e ∆S = 50 cm2 e la loro massa complessiva M = 10 kg. I due pistoni sono legati tra loro da un filo inestensibile di lunghezza L = 60 cm. Nel volume compreso tra i pistoni
`e presente una mole di gas ideale biatomico mentre all’esterno `e presente aria a pressione atmosferica. Inizialmente il sistema si trova in equilibrio con il pistone superiore molto vicino alla posizione pi`u bassa possibile. Il gas viene lentamente riscaldato fino sollevare i pistoni per una altezza pari a L (vedi figura). Calcolare
1. l’innalzamento di temperatura del gas;
2. il calore assorbito dal gas nel processo.
Costante universale dei gas: R = 8.31 J/K/mole.
p
0p
0p
0p
0 Soluzione0
p
0F F
La trasformazione avviene a pressione costante, come era facile prevedere dato che il sistema `e sempre in equilibrio meccanico. L’equazione di stato dei gas ideali pV = nRT , applicata agli stati iniziale e finale, fornisce le due equazioni seguenti: p(S1L) = nRTi e p(S2L) = nRTf. Sottraendo membro a membro si ottiene p∆SL = nR(Tf − Ti) = nR∆T . Sostituendo la pressione con il valore ottenuto dalle condizioni di equilibrio meccanico si ha
∆T = Mg + p0∆S
nR L = 44 K . (25)
Essendo una trasformazione isobara Q = nCP∆T . Trattandosi di un gas biatomico, il calore molare del gas a pressione costante vale CP = 7R/2, da cui Q = 1.27 kJ. Allo stesso risultato si pu`o arrivare utilizzando il I principio della termodinamica. Indichiamo con ∆U la variazione di energia interna del gas nel processo, con W il lavoro compiuto e con Q il calore assorbito. Le tre quantit`a sono legate da ∆U = Q − W . La variazione di energia interna del gas `e ∆U = nCV(Tf − Ti), dove CV = 5R/2 `e il calore molare del gas a volume costante. Il gas ha compiuto lavoro contro la pressione esterna, per aumentare il suo volume, e contro la forza di gravit`a per sollevare i pistoni:
W = p∆V = p0∆SL + MgL . (26)
Il calcolo del calore segue senza difficolt`a.