DELLA CAMERA DI
COMMERCIO INDUSTRIA E AGRICOLTURA DI TORINO
~~~'lLE'~IIIA~~~~~,
N. 237 -SETTEMBRE 1962-
L. 250
cronache
economiche
mensile a cura della
camera di commercio
industria e agricoltura
di tori no
numero 237 -
settembre 1962
Comitalo di redazione:
Ono Dott. Giuseppe
A
lpmo
Prof. Dott. Augusto
B
argonl
Pro!. DotI.
A
rrigo Bordin
Dott. Clemenle Celidonio
Pro!. Dott Giovanni Dalmasso
Dott. Giacom
o F
metli
Pro/. Dott. F. Palazzi - Trivell,
Direttore responsabile:
Doli.
G
iuse
p
pe Franco
sommano
3 l'organizzazione
industriale
al XII Salone Internazionale della Tecnica
L'Intervista del mese Doti Ing. Giovanni NasI, Presidente del Comitato Generale del Salone Internazionale della Tecnica e Vice Presidente della Fiat
D. Gribaudl
7 Un addi
o
alla culla dell'industria tOrinese
G. S.cerdote
11 Risultati e prospettive dell'espansione
italiana in
Africa
E. 801l;,'elll
13 la meccanica agraria al XII Salone tnternazlonale della Tecnica
Umberto Bardelli
16
N
uo
v
e acque e nuovi mezzi di ricerca
19 Rassegna della Tecnica, a cura di G.
F.
MlChelelti
2
5 N
ote di Cronaca Camerale
l) Convegno Internazionale sulla coltura del peperone: 16-17 sellembre 1962 2) Consegna di una medaglia-ricordo al pro!. Clemente Celidonio 3) Commissione fecnico-consultiva Trasporll e ComunicaZioni 4) Comunicazioni rerroviarle fra Tonno e Savona
29 Congiuntura economica del mese di agosto 1962
33 Rassegna del Commerci
o
Estero torinese del mese di agosto 1962
37
S
m
o
ssI
d
ell'imporl-export
4
1
Bo
rsa
Va
l
o
ri - Rassegna di setlembre 1962
A. Richelti
43
Tribuna dell'economista _ Prospettive economiche degli anni 60, di Alvm H. Hansen
45 Tra I libri (G.
B.)
- Minisfero dell'lnduslria e del CommerCIO: Fallimenti e protesti cambiari In italia nel 1961 - Primafesfa G .• Il lalte nella calena del freddo
- In biblioteca
48 Il mond
o
offre e chiede
51
F
iere, M
o
stre, EsposIZioni e Congressi tntern3zionali
Direzione, redazione e amministrazione:
•
•
acciai
speciali di
alta qualità
da costruzione
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il
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è
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prillcipa/e
III
oli co
ill-fomlllfon
del
a/oll(' della Tecllica
cd
ill
re/azione'
ad
esso
quali
SOIlOstati
i
priTlcipali
scopi
raggiunti?
R.
-
FIJ1 dalle
'ue origini,
il
alone cklla Tecnica
è
stato
impostato secondo la tormula di
Rassegna
In-ternazionale pecializzata). Ogni
edizione
della
Ma-nifestaziollt' ha infatti
inte~o
offrire,
al suo pubblico
qualificato di tecnici
ed
industriali, un panorama vasto
ed aggiornato
dei progressi
compiuti
dalla Tecnica in
tutti
i
Paesi
scientificamente
più progrediti
ed
in
ognu-no dl'i suoi settori. L 'alto livello dei prodotti
esposti ed
il
sempre maggior numero di partecipanti,
che
proYen-gOllo in buona parte dall'estero, sono
già
sufficienti
a
dimostrare
che
la fom1Ula del alone risponde ad
effet-tin' esigellze
di mercato
D.
Quale
~i
PlIÒ definire lo
slogan
»
della X
lI
edi:::ic)/I(
di'l
'alonc
del/a Tecllica)
R.
-
Al
alone
della Tecnica non \'il'ne- mai
impo-sto
a
priori uno
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; l'
tuttavia
ogni anno,
ad
al-kstinwnto terminato, possiamo
C'omtatare che
le
realiz-zazioni esposle si ordinano.
quasi spontaneamente
di-fl·i.
sotto un unico
«
tema
»,
che nspecchia di volta
Il dott, Ing. Glo .... annl Nasi, Presidente del Comitato Generale del Salone della Tecnica e Vice Presidente della FIAT
in yolta
le
più
attuali
tendenze
dell'industria
interna-zionale. Quest'anno,
ogni settore
del
alone, dalla
~leC'
canica
l'Metallurgia
alle
Materie Plastiche,
dall'Ener-gia
Nucleare
alle
Macchine da Cantiere, dalle
Attrez-zature per Ufficio alla Meccanica Agraria
,
parla\
'
a al
tecnico dell'
(
Organizzazione Industriale
",
secondo i
cui criteri si
va
attua
l
mente impostando,
sempre
in
ma~~ior mi~ura,
i
l
lavoro in tutte le
sue
forme:
diretti-\0,amministrati\'o
e
produttivo.
D.
Quali
nocilò
contraddistinguono
qucsta
TllIO-t'(/l'di::ionc
del alone n('i
confronli
delle pT
('cc
denti?
R.
Anche quest'anno,
il
alone
ha presentato
al-cune no\'ità di particolare rilie\o.
che sono
ben pre
;;to
assurte quasi
a
simboli della
Ras~e~na:
tali, fra le
altre,
il
cl'n
l'
Il
o
elettronico,
il telemanipolatore per l'energia
nucleare,
il
plastico del grande
stabilimento
automo-bilistico, il lluo\issimo
a\Ìogetto
F 10,1. la dlla tutta-i;,
plastica.
Particolarmente ricco di nuo\
'e
realizzazioni
,
e
no
-te\
'o
lmente
accresciuto
nei
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dello
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,
è
stato poi
il
settore
delle Attrezzature per
l'
fficio,
al
quale ha partecipato un numero di
ase
del
32
per
cento superiore a
que
ll
o
d
e
l
'
61. Anche
l
e
Macchine
Utensi
l
i
,
con
il 27 per
cento,
e
l
e
Macchin
e
per
l'Orga-nizzazione
Aziendale,
con
il 18 per
cen
to
di
aumen
to
sul
numero
delle
Case
Espositrici rispetto alla
scorsa
edizione, h
anno potuto registrare
un notevole
successo.
Ma
l'autentica grande
novità de
l
Salone
di
quest'an-no
è stato
i
l
potenziamento
d
el
settore
delle
Macchine
da
Cantiere,
ch
e
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anno
dato
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a ad
una
Mostra
spe
-cializzata
ad a
lt
o
live
ll
o con
un t
ema particolarissimo
e
d
attua
l
e,
que
ll
o
dei movimenti di terra.
Il
Salone de
l-l
e
Materi
e
Plastiche
infine,
ha
conso
lid
a
t
o
il
s
u
o
pre-stigio e
uropeo svolgendosi
con
t
emporaneamente ad
un
Congresso scientifico
e
t
ecnico
di
r
ili
evo mondiale.
D.
-
Qual
è
st
ata la pTo
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ess
ion
e
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e
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e
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eg
li
Espos
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n
eg
li ultimi anni
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R.
-
L
e
richieste
di
spazio
c
h
e ci
giungono
d
a
ll
e
Case
Costruttrici
vanno
assumendo
un
r
itmo
molto
sod-disfacente: gli E
spositori d
el Salone
aum
entano infatti
di
ann
o
in a
nno
, e
sarà sufficiente
citare
qualche
dato
per darne
un
'
idea
: ne
l 19
57
l
e
Ditt
e
presenti
a
ll
a
Ras-segna er
ano
1250;
nel
1961
,
l'XI Salone
superò
i 2000
E
spos
itori, ch
e
qu
es
t'anno
,
infine,
hanno
raggiunto
il
numero
di
oltr
e
2500.
Sono
dati
che
parlano
d
a so
li
,
soprattutto se
si con
-sid
e
ra
che,
di qu
es
t'u
ltim
a cifra
,
circa
il 25 p
er
cento
è
rappresentato da
Case
es
tere
provenien
ti
,
comp
l
essi-va
m
e
nte
,
da
ben
21
Paes
i.
D
.
-
Qu.ali
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no
s
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i
pm
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e
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d
e
l
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s
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n
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e
l pubb
li
co?
R.
-
Qu
est'ann
o abbiamo
raggiunto
una
vera
cifra-r
eco
rd: o
ltr
e
600
mila visitatori
,
mentre già
l'anno
scor-so avevamo supera
to
il traguardo d
e
l
m
ezzo milione.
Il
nucleo più
importante
per gli scopi
de
l
Salone, è
naturalmen
t
e cos
tituito da
l
pubb
li
co
qualificato di
t
ec-nici
,
opera
t
ori ed
indu
striali
che sono giun
ti
da
ogn
i
part
e
d
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Italia
e
da
una
sessantina di Paesi
es
teri
,
fra
cui
partico
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armente
num
eros
i
dalla Francia,
dalla
Ger-mania, dall
'
Inghilterra,
dagli Stati
Uniti,
dall
a
Norve-g
ia
e
dall
'
Unione
Sovietica.
Un
seg
no de
ll
'ec
o
sempre
più
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e
l
Salone
al
di
là
dei
co
nfini
,
è
dato
da
ll
e
D
elegaz
i
on
i
e
.
dai Gruppi
di Studio inviati
dai
più
lontani Paes
i
,
Paes
i in
via
di
sv
iluppo
t
ec
nico
e
d
econo
mico, co
me
l
a
Persia
,
Israe
l
e
e
d
il
Sudafrica,
Paesi altame
nte
industrializzati
come
il Belgio ed
il Giappone
,
e
persino
Paesi
che
non hanno
a
ncora alcun
rapporto
commercial
e
con
l'Italia,
come
la
R
ep
ubbli
ca
Popo
l
are
Cinese
.
D
'a
ltra parte
,
il nostro Ufficio
Stampa ha
segnalato
la presenza
di
Inviati
Speciali
dalla Francia
,
dall
a
Ger-mania
,
dalla Gran
Bre
tagna,
dagli Stati Uniti
,
dal-4
\
CRONACHE ECONOMICHEl'America del Sud,
dall'
Indocina
e
dall'
URSS
,
segno
questo
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e
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el Salone d
e
ll
a
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ecnica si occupa
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a
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e
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si
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R.
-
Su questo argomento
l
a
parola
d
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ord
in
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una
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la
:
«
Alto
li
ve
ll
o
tecnico
».In
fondo,
la
più
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cace
azione
di
propaganda è
svolta
dal nos
tro pubblico, che.
ritorna fedelmente
ogni anno a v
i
sitare
il
Sa
l
one
e,
stando a
ll
' evidenza,
n
e
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. -
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si
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e
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e
»
p
e
r
il
pubblico m
e
dio?
R.
-
Non mi
sembra
,
poichè
accanto
ai
visitatori
qualificati
anche
il pubblico m
edio
accorre
numero-sissimo
a
l
Salone.
L
e cau
se
di ques
ta
nostra
«popo-l
ari
t
à
»
possono
essere
moltep
li
ci:
il desiderio d
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massa
di
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l
corrente
d
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scientifici
e
d
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s
tri
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ed il più alto live
ll
o
di istruzione ch
e
con-sente a
moltissimi di
apprezzare
e capire,
anch
e
sol-tanto n
e
ll
e su
e
grandi
linee,
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li
zzazion
e
tecnica;
l
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tit
à
d
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settori d
el Salone, che contengono
mo-ti
v
i
di interesse
per chiunque
,
ed
infine
,
mi
sia
con-cesso
di dirlo,
l
a
presentazion
e
dei
prodotti
,
che
fa
d
e
ll
a
nostra Rassegna un
grandioso
ed interessante
spettaco
l
o anche
per il m
eno
«es
perto
»
.
D
.
-
Quali motivi hanno
determinato
l
a
sce
lta
d
e
l
-la
stagione atdvnnal
e
p
e
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esid
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di
essere
la
gran-de
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tazione specializzata
ch
e
segna
in
It
alia
l
a
ripresa
de
l!'
attivi
t
à
dopo la
pausa dell
e
f
e
ri
e
estive,
poichè
è a
l
principio d
e
ll
'autunno ch
e si fann
o
general-mente i piani p
er l'anno
ch
e
verrà.
Oggi
siamo soddisfatti
di
questa
scelta
e
la
no
s
tra
data
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e
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il Salone della
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Italia
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R.
-
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l
one
ha
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,
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del!'
anno
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e: gli
Esposi-tori
ed i Vi
sitatori.
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Cas
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ediata
mente
prece
dente
all'apertura
d
el
Salone.
Per
l'acqui
sizione
d
egli Espositori, una
cura
partico-lare viene
dedicata ai
contatti
con
i Mini
steri
dell'In-dustria
e
del Commercio
dei
Paesi
stranieri, con gli
Addetti Commerciali
d
ell
e
Ambasciate a
Roma
e
con
le va
rie
Associazioni
di
Categoria.
Organizziamo altresì
delle
Conferenze
Stampa ne
l
·
le prin
cipali
Capital
i
Europee,
mentre
la nostra rele
di
Uffici e
di
D
elegazioni
all'estero
si
manti
ene
costan-temente aggiornata
sui
progressi
nei
singoli
settori
in-dustriali
,
sull
e
possibilità
di
mercato
e sui
prob
l
emi
com
merciali
che
vi
sono
connessi.
Per quanto riguarda i Visitatori, diamo
infine molta
importanza
all'organizzazion
e
di Comitive
dall
'
estero
e
a
ll
'
effettu
azione
di Giornate dedicate
a
partico
l
ari
ar-gom
e
nti, quali
l
e Materie Plasti
ch
e,
i Cantieri,
la
Mec-canizzazione
Agricola, l'Organizzazione
Industriale.
La
stampa
d'infom1
azione e
specializzata
e
la
ra-dio-te
l
evision
e ci
aiutano nell
'as
solvimento di questo
compito
in mani
era
veramente
egregia.
D.
-
Quali sono
i
programmi
del
Salon
e
p
e
r
il
futu1'O?
R.
-
Fare sempre
meg
li
o
e
di
più:
e
il
nos
tro
Co-mitato Esecuti\'o,
da
anni
pr
esieduto con
molta
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del Lavoro
Giusepp
e
Soffi
etti
, è
già alacremente al
l
avoro per
a
um
entare,
in
vista
del
XIII Salone,
il numero
delle
Manifestazioni
specializ-zate
ed
affinarne
il
contenuto
t
ecnico,
far
conoscere
a
ll
' est
ero
la nostra
efficienza, string
ere contatti
oltr
e
che vantaggiosi
anche continui
con
gli Espositori
,
pro-muovere
Congressi
e
Convegni
di
portata mondial
e
,
o
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Giornate
di
Affari
e
di Studio
,
incremen-tare,
in una
parola,
l
e
possibilità
e
le occasioni
per
il
la
vo
ro italiano.
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co,tnlziolll dll'.
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grandi ciuffi d'alberi.
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prt'para a s c o m p a
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UllOdel più caratteristicI
quartieri cii Torino.
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Integrità
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giù aperto hlrghe
bl'l~ccl'
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padiglioni del Cottole-Ilgo.
por-tando un
soffio
di
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lIloder-nitù. fili sull(' soglie del Cimitero
di
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Pietro
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cenlt'nto . . otto la ,pinta
ch'lIaspe-cubziOlIt' edihzia, si pn'para alar
il n'sto l'd
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cast.'
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di
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Borgo
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po' ... cellografìca
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colui
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rabbrivickn-do.
avrà
dato una
guardinga
oc-chiata in
qualche viscido
androne
o in
qualche
nero.
maleolentl'
cor-tilI' di quelle
case.
E. tutta\'Ìa,
chi
ri~a]ga.per una
ragiollt'
o
raltra
,
alle origini
d('lla
\'()caZlO!H'
industriale
di Torino. non
può assistert" indifferente alla
SCOIll-n
addio
alla cllila
ll'indu
tria toril1
s
par"',1 di de,
di
piazze.
di
t'difiei dH'
a
qllelll'
origIni si collegano.
Per-cile
Borgo Dora
Ì',t'ltO
la
culla
dell'industria torinesp.
\1all'rassai.
stracc.hl'ndo]i.
picco-li
Illobilieri
.
\
l'nditori
di
oggetti da
cucina saranno costrl'tti a sloggiare
dai loro bui negozi. donde la n1l'l'ce
trabo('C'l sugli ultimi tratti di
\
ia
ancora aceiottolati.
Le
onllai mutili
ciminiere dei labbriconi supl·r ...
titi
fra la
strada
del
Fortino {' il
Lungo
Dora Agrigento
Cl'ssl'ranno di
ri-cordare
l'antica
opl'w,ità
manifat-turiera
della
zona.
\[a prima
chI'
<jUl".te
l'd altre
languenti testimonianze del
pa ... sato
di\
elltino
un puro ricordo.
c('l'chia-IllO
di
rifarci a
quel
passato.
Do-mani
chi,sà. sarà
troppo tardi
.
al-\
ando
per loro qualche immagine
del
tempo
in
cui
tutta Torino
indu-...
triale
era
qui. i
Ilo ...
tri nipoti du
-reranno
ml'no
fatica a
seguire il
rac-conto cominciato sul
Ponte \losca
...
Il
-
FLO
RID
EZZA OPE
R
O A
C'era
dunquC' una \olta
(mettia-mo.
\'er
...
o i
primi d('1
'500)
una
pic-cola
Torino
,
tutta
chius'l
nel
y,ua-drato delle \'ecchiC' mura romane
l'cl abitata
da poche migliaIa di
abi-tanti.
l\'elle ba ...
~url'circo,tanti
sor-gl'\ ano
dei borghi
... emirurali
dei
y,uali i più
grossi
.,i raccoglte\
'a
no
intorno
alla
testata dei ponti
sul
Po
t'sulla
Dora. \
[
a
I due fiumi
dove-\ ano dare un didove-\'erso dI'stino
ai
fj-slwtth i borghi.
cendendo con
lentis~ill1odedi-\io.
a
\alle della
città.
il Fa non
sen iva
che
ad atti\
Meuna modesta
na\"igazione
flm iale. Dal ripido
cor-so della Dora Riparia.
a
montI'
del-l'abitato urbano, era ,tato, im
ece,
possibile denvare. in de. tra del
fiu-mI', dt"i canali. Questi canalr
(in
dla-letto
bi,defl'
»
)
Sln
1\ano
.1II'irri-gazionl' dI un'ampia fascia di prati.
ma !>i presta\ allo anche a fornirl'
salti cLlcqua
l'CJuindi ad azionare
primiti\'i Jllecc,mismi.
Ecco pl'rchl' qui. già intorno alla
metà
del
s('colo
XIlI,
l'rimo sorti
mulilll.
batl'nderii,
«paratorli
•
gualchil'fl'
:
<}tl(',tl' ultime
111ac-chinl' idraulidw per
la fabbricazIO
-ne dI panni.
l
Illulinl. già propri(·ta
\
esco\'Ì11' l' poi passati al COlllunl'.
erallo i più importanti della
città.
da\ ano il noml' di
<ji
\16lass
alla
parte sudoril'ntall' del
Borgo Dora
.
e dove\'ano costituire a lungo il
Cl'-'pite più co,picuo delll' finanzI'
co-munali.
.
t'I
tardo
ml'c.!iot.'\o
si ha notizia
di
altri
artifizi
o fabbriche.
sca-glionate a brl'\ e di ... tanZ<l dal fiume
sul basso terrazzo a cui .,i sct'ndl'
da corso
Regina
~Iargherita.Docu
-menti di quel
t('mpo
parlano di un
maglio
.
di
una
pista da olio
'
o cioè
Ullfrantoio. di un.l
pista da
canapa , di
lIna
H',sia.
l'dal'
di IIna sega meccanica
.
La deliberazione
d('i Francesi di
distruggert'
(sia
mo
nel
15
;36)
i
bor-ghi
foranei
di
Torino
per
facilitare
Via Borgo Doro dalla piazza omonima.
Case sellecentesche di via Borgo Dora
le
operazioni
di
guerra,
rimase
,
al-meno
per quel che
riguarda il
no-stro
borgo, lettera morta. Che
anzi,
mentre
all"interno
della
città
anda-vano sviluppandosi
le fabbriche di
tessuti,
di sete e
di
cotone,
di
cap-pelli
,
di
calze,
di
passamanerie, e
l
e
botteghe dei tappezzieri, degli
orefici, dei sellai,
ecc.,
in Borgo
Dora
andava concentrandosi
l'indu-stria che oggi chiameremmo
pe
an-te,
con
un
codazzo
di
stabilimenti
particolannente rumorosi
O
fastidio-si
per
odori
e
per fumi. Questa
di-scriminazione fu ancora
più netta
quando
il
Comune,
già
proprietario
dei
mulini,
ebbe acquistato
le
pa-recchie segherie
mosse dai
canali
della
zona,
lasciandole in
esercizio
ad affittuari,
L
'
abbondanza
della forza motrice
ed
il
relativo
i
olamento
rispetto
al
fabbricato
cittadino
indussero
Ema-nuele Filiberto
ad ottenere
dal
Mu-nicipio la
ce sione
delle
segherie
ora
ricordate per tra formarle in
Il nuovo Incombe lelteralmenle sul vecchio In uno slargo d Borgo Dora.
81
CRONACHE ECONOMICHEpiste
,
per la produzione di
pol-vere da sparo. Le prime
«pi te
pronte con le relative macchine
fu-rono date in appalto nel 15 .
Il
loro numero aumentò in séguito,
ri-chiedendo mano
a
mano l'erezione
di nuovi locali.
Il carattere industriale di Borgo
Dora
s'accentuava
nei
secoli
se-guenti, anche
in armonia con
i
pro-grammi governativi, come ora
ve-dremo.
fa
ad onta
di questa
spe-cializzazione
tecnica i quartieri
pres-so
la Dora,
sui
due lati della
via
d'Italia, dO\
'
evano, ancora
~ulla
fine
del
secolo
XVIII,
con er"are
la loro
tipica fisionomia
suburbana, con
ca e
venute'
su senz'
ordine alcuno,
di aspetto rustico,
con
ballatoi
e
scale esterne
in legno. Molti gli
orti
Vecchia fabbrica sulla strada del Fodina
e
i
cortili
rumorosi per ogni sorta
di animali domestici.
II
frastuono
dei magli, delle incudini, dei
mar-telli
(numerose erano
le piccole
of-ficine dei
calderai,
dei bottai, dei
fabbri ferrai, dei carradori), il tonfo
delle acque cadenti
sull
ruote dei
mulini, il via vai dei
carri
in
tran-ito
sul
ponte davano
al
Borgo Dora
un'aria di operosa attività.
Natural-mente ne
soffrivano,
data
anche
la
umidità dei luoghi, le condizioni
igienico-edilizie.
otto
quec to riguardo le
cose
mu-tarono,
e
in meglio, n'rso la fine de'l
secolo
XVIII. Quando cioe,
il
go-vernoabaudo decise di non
ricor-rere più ad impresari privati per la
fabbricazione de'Ile polveri,
e
di
as-sumere
direttamente la gestione
de'Ila pericolosa azienda. I
,
mulini
a pokere
vennero
portati
a
\Tntl;
nel
In
e'ra
terminato
l'edificio
detto
«R.
Raffineria dei nitri
'
.
Al-tri locali \
cnnero
ingranditi
()
rin-novati. Ciò mentre veniva pure
<1m
pliata la
vicina
(
fonderia delle
can-ne
"
a
Valdocco.
L'intervento
gO\'ernativo si
tra-dusse poco dopo in uno
sviluppo
edilizio che
portò
ad
un
certo
rt·tti-lineamento delle vecchie
contrade
de'l borgo
e alla costruzione di
mi-gliori abitazioni:
quelle'
che
tra
non
molto
verrano
demolite. A
qu('st'o-pera di risananwnto
accenna
O.
De-rossi nella
sua
uova
Guida per
la
città
di Torino
»
del 1771
,
che
del Borgo Dora dice
«E'
situato
fra
il
canale che conduce
l
'
acqua ai
molini
ed
il ponte' del fiume Dora
ed
è
decorato da una lunghissima
contrada
di
fabbriche, che si vanno
riducendo al gu
·
to
moderno .
Tannerie
,
tintorie,
fabbriche' di
te'le
cerate, ed altri stabilimenti
SIaggiunsero ai
vecchi,
grazie anche
ad
una migliore
i temazione
ciei
canali.
In
seguito all'unione
del
ca
-nale del Martine'tto
(ramo
della
Pel-I
rina)
con il canale
Me'ana,
ch'ri-\
'
ato
in
sponda
destra della Dora
in
regione Valdocco,
il
risultante
ca
-nale dei
10lassi
ebbe
maggiore
e
più
costante
portata. Dietro
l'antico
cimitero
di S. Pietro in Vincoli dal
canale
dei Molas
'jera stato
dira-mato un braccio detto
canale
della
Fucina
o
della Sabbionera. Questo
braccio
scorre
parallelamente
alla
via S. Pietro
in
Vincoli,
passa sotto
al
Cottolengo,
e' con ampia curva
SIricongiunge
al canale
dei MolassI.
Sui primi del
secolo scorso ecco
come
ci
scrissero
il
nostro borgo
i
frate'lli R
·"cend,
nella loro
Guida
de'
foresti~ri
per la
città
di Torino
.>
:
Dalla
strada
di
a\oia,
parte
\er-so
il nord la passeggiata, detta
stra-da del Principe Eugenio,
c1w
ter-mina
ad
un
circolo
denominato di
\'aldocco,
('
da questo
si
dirigp \
er-so
levante la
strada
S. Massimo,
C'he
ha tennine
!>ulla
piazza Emanuelp
Filiberto,
così chi,
mato quel
~ran
de
0\aie
arboreggiato
dw
si
gran-d(' filatoio di ,eta, i molini della
cit-tà, una grande fabbrica di
stufe,
\('lIl1ti('ri,
t('ssitori, tintori,
stampa-tori
in t{'b, la fucma delle
canne
da
sehioppo,
la fabbrica della
pol-\"('1"('
tutta
armata
di conduttori
elet-trici, per
salvarla
dal fulmine, la
raffiJ1<'fia
de'I
salnitro,
fabbriche di
na\tri di
sett',
ortolani, insomma ("
un borgo tutto popolato da gente
indw.triosa.
E
pt'r
essere collocato
sulla grande strada
d'Italia
verso
la
Lombardia,
è
pieno
di
osterie
per
comodo
dei
conducenti e
di
altre
attigue a giardini,
fornite di vini
(CCC lIenti t'squisite vivande,
fre-Cjuentate
dai
cittadini
per
ricreazio-Ile.
Li molti
canali
eli acqua,
che
scorrono
per questa parte,
favori-scono
mollo It' fabbriche
e
le
fu-cine
quid
stabilite.
Si veggono
in-nalzare edifizi
che
farebbero bella
cumparsa anche
nel
centro
della
cit-tà. Vi
è
una parrocchia rieelificata
sul
disegno del
conte
Dellani, una
pubblica
~cuolaper le
secondarie
istituzioni, t'el
un
cenotaRo,
dove si
dà
sepoltura a
una metà dei morti
in
Torino
>.Ma
già allora
il vecchio borgo
in-dustr
ioso,
raggiunto dal grosso della
città,
si preplua \'a a perdere le
pre-rogatin
'
di un
tempo.
Uscendo
dal-Ia
matrice del borgo, l'indl1stria
to-riuese traboccava ormai, sia
verso il
\fartinetto, dove
già
funz:onavano
sul canale omonimo
mulini
ed
opi-fici
\arii,
sia
lungo le
sponde
della
Dora, \
'er. o
\'anchiglia,
che, con
le
sue
fabbriche doveva guadagnarsi
il
poco
simpatico appellativo
eli
borg
'cll
fum
)'.
~Il'ntre
la prima
area
industriale
torinesI':'
anda\ a allargandosi anche
al
di là clella Dora,
al
di qua,
al
rrastuono
delle fabbriche
s'interpo-ne \
'a
no
oasi
di
silenzio e
di
racco-glimento, rappres
e
ntate dalle
isti-tuzioni caritati\t'
cl1t'
colà
[ace\ ano
sorgl
re i
marcl1t'si di Barolo, il
Cot-tolengo,
Dc)]) Bosco. Il 26
aprile
l
52 Borgo Dora
era
terribilmente
~tjuassato
da uno
scoppio
che
co-sta\a la vita
a
23 persone. Erano
~<11tali
in
aria
alcuni depositi
del-l'officina Jelle poheri,
e
i deve,
cOl11e
è
noto,
all'eroi
ma del
ser-gente Paolo
acchi
'e
il di a.;tro
non fu maggiore.
III - L
E
TR
ACCE
D
E
L P
A
A
TO
Sulle rovine dell'officina
l'ammi-nistrazione miliutre costruì
e;randio-si edifici che
ospitarono la
carpen-teria dell'Arsenale. Ma ormai la
fortuna industriale del borgo
era
in
declino.
E
nei decenni
succe~sivila
sua
fama rimase affidata quasi
soltanto
alla
stupenda,
miracolosa
opera
del Cottolengo
-
una \'era
città
nella città
-
e
allo
strano
mercato del Balan
,
nel quale
,
scri-veva
De Amicis,
"
c·
è
tutto quello
che
il mare agitato della vita
uma-na rigetta da
si?
».Ciò non o tante,
sono
ben
visibi-li, anche oggi, i
egni
dell'antica
vo-cazione
industriale del borgo,
che
doveva diventare vocazione di
To-Antico stabilimento fra la strada dci Fodino e via Carlo Noè.
rino. I vetusti canali,
scorrono
ormai
meccanicamente inutili, ma
conser-\
'a
no la mas a d'acqua
e
il vigore
d'un tempo. Il canale dei Mola
i
sctndl':'
verso Dora per buon tratto
parallelo
al
fiume, lungo la
strada
del Fortino,
semina
costo
(ed è
un
bene, data la sporcizia delle
sue
acque), fra due alte
siepi
di robinia.
Poi, alla testata della strada del
Fortino,
il
canale piega verso
l'in-temo, costeggia
su
uno
spigolo
il
cimitero di S. Pietro in Vincoli
e
un
tetro fabbricone,
sotto
passa via
Vit-torio Andreis
e
corre poi fra due
rosse file di case, creanelo un
an-golo di paesaggio urbano
inconsue-to per una città com
c
Torino. Il
canale dei \-101a
~i,
dopo un
'1.1 ltimabreve apparizione in fondo al
cor-Il canale del Molassi in un corlile di vecchie case.
tile di un
gruppo
di
alte, cadenti
case
in uno
!,largo
di
via
Borgo
Do-ra,
abbandona
il
borgo per pa
ssa
r
e
sotto
la parte più bassa di Piazza
della Repubblica
(Porta
Palazzo
).
E
tra
il
canale
dei Molassi
c
la
Dora
gruppi
di
vecchi edifici,
in-tram
zzati
da
cortili alberati
sui
quali
stagna
un'aria di tra
sanda
l
ez-za e
di
abbandono,
danno
ancora
ricetto
a
piccole fabbriche
,
a
ma-gazzini,
a
officine
di riparazioni
,
a
r
eca
piti di
corrieri.
Ma il più tipico
di que ti
antichi
nuclei industriali
,
sormontato
da un'ardita
ciminiera,
allarga
le
sue squallide costruzioni
fra la trada del Fortino, Yia Frall
-cesco Cirio
e
il più \
'o
lte
ricordato
cimitero
eli S. Pietro in Vincoli.
Nuclei
altrettanto
malconci
,
alter-nati a qualche
capannone rimesso
in sesto,
fiancheggiano,
come
s'è
già
accennato, la
strada
dcI
For-tino,
guardando sul
canale dei
Mo-las i. La
strada
del Fortino trenta,
quarant'anni
fa,
suscitava curiosità
Il canale dci Molassi oltre via Viltorio Andreis.
la $Irada del Fodino e il canale dei Mola$$i da
monte a valle.
tenebrose,
e
sembrava adatta
per
servire
da
sfondo a
un romanzo
po-lizie~co.
Ma non
era
una
via
mal-famata. Forse contribuiva
alla sua
un po' piccante rinomanza
l'eser-cizio
di
alcune attività artigianali
che,
in fatto di
stranezza,
trovano
riscontro
anche oggi.
Co
ì,
merita
conto
di
sapere come
in trada del
Fortino
accanto ad aziende che
cu-rano la raccolta
e
il
commercio
di
stracei e
di
scope,
ve ne
siano altre
ehe
attendono alla
lav
orazione
de-gli straeei, al
recupero dei pezzami
di
artoria, alla
rigenerazione dello
scatolame
di latta
e
persino alla
sp
e
nnatura dei polli.
Ma la
strada
del Fortino, può
vantare
ben più
consistenti esempi
di
intraprendenza
indu triale: dal
montaggio di
carpenteria,
dalla
la
c-ca
tura
di
mobili
,
dagli avvolgibili
in materia plastica, dalla
riparazio-ne delle veriparazio-nezian alle
costruzioni
metalliehe,
alle elettrocostruzioni,
alle officine
meccaniche, alle
ripa-razioni di automezzi, alla te itura,
alla
tipografia, alle acque minerali
e alla
birra, all'immagazzinamento
della gomma
greggia.
I
V
- I
NCONTRO
A
LL
'AVVENIRE
Con que te [orme perduranti di
lavoro
artigiano e
industriale
è
an-cora in armonia
la
parte di Borgo
D
ora
più vicina a Piazza della
Re-pubblica
e
a
corso
Giulio Cesare.
Qui le vie
(alcune sghembe e
cie-che)
Don rispettano la rigida,
squa-drata tradizione urbanistica della
città,
ma ben rispecchiano la
tradi-zione arehitettonica
della Torino
juvari.ana
l
e
case di 3-4 pi.ani,
con
le lunghe uniformi teorie di abbaini.
In
questo vecchio
angolo
di un
mondo
ormai
tramontato, i tempi
nuovi,
come
dice\"o in principio,
hanno
già
fatto irruzione. All'angolo
di via Cigna, la
strada
del Fortino
ha inalberato due
casoni
modernis-simi e spocc
hio
si. sorti
quasi per
simmetria
dell'altissimo muro che,
dall'altro
lato
di via Cigna,
proteg-ge
dalla vista un tranquillo gioco
di bocce
aperto,
come un balcone,
su
Il
a
Dora
.
In
corrispondenza allo
slargo
che via
Borgo Dora
forma
con via
Andreis altri
casoni
multi-piani hanno rotto
l'
eq
uilibrio
sette-centesco della piazza
e stanno
creandone uno proprio, in lotta
con
il
pronunciato pendio del terreno.
E nella piazza Borgo
Dora,
la
de-corativa rossa facciata dell' Arsenale
non
dominerà
più.
Proprio
davanti
s
tanno
ultimando un mezzo
gratta-cielo
che
è,
anche lui, fuori
propor-zione con l'antitante
spazio aperto.
Il
contrasto fra \"t'cchio
l'
nuovo
assume
già
adesso
toni più
clH'
concertanti,
irritanti. Rotta,
irrepa-rabilm nte, la
secolare concordia
stabilitasi
fra uomini
cast'
l'cose,
non
&Ono
più possibili
accomoda-menti. Anehe il più
appassionato
difensore delle
armonie
<ntropico-architettoniche
di un tempo
dC\l'
augurarsi che rombanti scavatrici
spazzino
via quanto
di \"t'echio, di
sporco,
di
graveolente intrisliscl'
Borgo Dora
per
far
posto ael edifici
rutilanti per
cromature e per falsi
mosaici.
aturalmente
dovrà
rispettarsi
quanto prescrive il
piano regolatore
generale
di Torino del ]
959. Esso
pre\
'
ede isolati
residenziali
sulla de
-tra di \'ia Borgo Dora: un'
autosta-zione al
posto dell'attuale
arsenale,
aree arborate a
mercato
sulla
sini-stra
di da Borgo Dora fino
alla
strada
del Fortino: poi lungo
e
da-vanti a
questa
strada aree
residen-ziali fra larghe
strisce
di
verde
pub-blico.
Può darsi
che
qualche
attività
in-dustriale
«pulita
e silenziosa
rie-sca a rimanere o ad installarsi
tra
le maglie
edilizie
del piano
regola-tore. Spesso l'acqua
e
la terra
si
legano
alle costruzioni
degli uomini
con
radici molto profonde. Ma
l'
più facile prevedere
che
fra non
molto avremo dato un definitivo
ad-dio
ad
una delle parti più
caratte-ristiche della no tra Torino
e che,
con velo
di rimpianto nel
cuore e
nella
voce,
dovremo dire
ai
nostri
nipoti. passando
sul
Ponte Mosca:
«
ecco,
laggiù,
c'era
lilla
()Olta ....
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nero, nel quadro della politica di
{'
pro-motion
delle
esportazioni
dei prodotti italiani.
li
Il('same
dei
consuntivi e
delle possibilità
pre-senta
degli
aspetti
nuovi
» sulla
base delle
esperienze
\issute,
e
nOIl
può quindi
Ilon
richiamare
l'interesse
de-~Iioperato
li
economici e
degli
organi competenti
go-\l·rnati\i.
l trafficl lra l'Italia
e
l'Africa hanno registrato
nel-l'ultimo
ùecennio un
'espansione
meno
accentuata
ri-spetto al
noslro
commercio estero complessivo.
Abbastanza signifkativo, al
riguardo, appare
l'an-damento
inerente agli
ultimi
sei anni ed e
posto nella
seguente
tabella:
Importa". ]o SpOrllt7. o
itAlitiod italiana o·
• U
.
•
del]' \fri('" <lU tu:ul,. in .\erica su totale (val. DliJi~rdi imporloT. (\"fai. miliardi esporlalo
di )jrE') di lire)
19,5(i
169,9
13,6
104,6
7,8
19,57
15
,8
6,9
129,9
8')
,
-19,58
157A
7.&
13·1.4
8.4
1959
177.5
8,-1
131..-1
7,2
1960
200,0
6,8
151.6
6,7
HJ61
20·!,.j
61')
165,5
6,3
Esame deg
l
i scambi
Dall'
e ame
di que ti dati
si
rileva, anzitutto, come
le percentuali di
concorso
al trafnco globale appaiono
oggi sensibilmente
ridotte rispetto al
'56
. In
termini
assoluti, per le importazioni, ad una certa ripresa dal
'5
al
'60
ha fatto
seguito
nel
'61
un rallentamento del
ritmo
espansi\o.
Si ricorda, a questo riguardo, che il
91
o
(Idelle banane, il 60
o o
dei datteri, il 23
%del
caffè,
r
O
010del cacao, il 70
II/Odei. emi di ricino e
sesamo,
il 62
1)'0dell'olio di palma per u i indu triali,
italiana in Africa
il 63 <I
/
o
dei fosfati,
il
72
%del rame,
il
39
Ofo
del
co-tone,
il 53
%del legno tropicale
grezzo, il
25
0/
(1
delle
pelli bovine, importate
complessivamente dall'Italia
provengono dall'Africa
(1);
e
trattasi
solo
di
alcune
del-le voci più
alienti
nel vasto repertorio dei
prodotti
africani
introdotti ul nostro mercato.
Per quanto riguarda le
esportazioni.
il
\'alore
delle
vendite
a
l
mercato
africano, eccettuata
una battuta di
arre
to nel
'59, aumenta incessantemente, sebbene ad
un ta
so
di incremento inferiore
a
quello delle
esporta-zioni
comp
l
essive.
Negli ultimi
anni,
nelle importazioni
africane i è
verificata una modifica nella loro
composizion
strut-turale, nel
senso che -
per l'attuazione dei piani
di
svi
luppo
-
si è
avuta una preminenza
ai
beni
tru-mentali, agli impianti di produzione, mentre nel
campo
dei beni di consumo
g
li
approvvigionamenti all' estero
sono stati
limitati, per ragioni valutarie facilmente
com-prensibili, a quanto
era
assolutamente indispensabile.
Un
esame
dal punto di vi ta
geogranco
permette,
inoltre, di rilevare che
i
nuovi Stati Africani hanno
orientato
la loro
azione mercantile in modo da
irra-diare maggiormente gli acquisti, con \'intento di
atte-nuare i
l
egami
economici che, in passato, legavano,
con
assoluta preminenza, i territori
co
l
oniali
alla
Madre-patria europea.
Iniziati
ve ec
onomi
c
h
e
A questo punto, va ovviamente considerato
che
la
«presenza)} in Africa dell'Italia non
è
limitata
al
set-tore
degli scambi commerciali, ma
si es
t
ende
all'
assi-stenza
finanziaria
e ad una serie di iniziative per
parte-cipare direttamente o indirettamente ai programmi di
sviluppo, nonchè ad alcune iniziative,
Jaddov
e
pos
i-bile, atte a creare delle vere e proprie attività
econo-miche
in
loco.
(1) LI'