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Cronache Economiche. N.238, Ottobre 1962

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(1)

DELLA CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA E AGRICOLTURA DI TORINO

~~~~LEliIllA~~~~~~

N.

238

- OTTOBRE 1962 -L.

2

(2)

..

..

u

••

-

o

(3)

cronache

economiche

mensile a cura della

camera di commercio

industria e agricoltura

di torino

numero

238 - ottobre

1962

Comitato di redazione:

Ono DotI. Giuseppe

Alpino

Prof. Doti.

Augusto Bargoni

Pro!. Dott.

Arrigo Bord

in

Dott. Clemente Celidonio

Pro!. Dott. Giovanni

Dalmasso

Doti. Giacomo

Frisetl

i

Pro!. Dott. F.

Palazzi - Trivelli

Direttore responsabile:

Doti.

Giuseppe Franco

sommano

3

Produzione

e consumo nel

settore

cotoniero

l'Intervista del mese: Pro!. Dr. Carlo Gavoslo, Presidente della Manifattura di Cuorgne

G. Biroghl

5

Popolazione

e abitazioni in Italia

Note

in margine al censimento - Indagini e problemi

N R Vesridello

15 la Direzione del

Personale

ed

il

funzionamenlo dell'Azienda

19 la situazione economica della C.E.E.: Consuntivi

e

previsioni

(Cronache dell'integrazione europea)

M. A.

21 la scuola sotto processo e necessità della collaborazione

esterna

(A proposito di alcuni lavori del Pro!. Augusto Bargoni) - Note

e

discussioni

A. Richelll

23

le

inflazioni

sud-americane:

inflazioni

da sottosviluppo

e inflazioni da sviluppo,

di Denis lamberl

(Tribuna dell

'

Econom'sta)

25 Rassegn3 della Tecnica, a cura di G.

F.

Micheletti

31

Note

di Cronaca Camerale:

l} Conferenza permanente delle Camere di Commercio italiane e francesi di frontiera. 2) Pubblicazioni camerali.

3) Concorso per la nomina di agenti di cambiO alla Borsa V"lori di Torino.

41.

Corso di qualifICazione in commercio eslero

5) Inconlro dei dlrigenh delle Camere di Commercio daliane ,,11'eslero con gli operalori torinesi. 6) Comitalo vilivinicolo regionale piemontese.

Informazioni e noli zie: Agevolazioni per Iniziative Industriali - tGE - Agevolazioni per la indu~ sirialjzzlllione del Mezzogiorno.

41

Congiuntura Economica del mese di Settembre 1962

44

Rassegna

del Commercio Estero Torinese del mese di Settembre 1962

48 Sin

ossi

dell'lmporl-Export

51

Borsa Valori - Rasse';jna del

mese di

Oltobre

1962

5~

Tra

i

libri

(G

.

B.):

Autori vari: Espansione degli scambi internazionali e automaZIone nelle decisioni direZionali.

56

Il mondo offre

e

chiede

60

Fiere, Mostre,

EspOSizioni e Congressi Internazionali

Direzione, redazione e amministrazione:

(4)

CASSA

DI

Sede central

e:

RISPARMIO

F

OND

AT

A NEL

1

8

27

Ct46"llOtl -r-e--~~-r __ ~

TORINO

Via XX Settembre, 31

21

Dipendenze in Torino

134

Dipendenze nelle

P

rovincie

P

iemontesi

e nella Valle d'Aosta.

DI

TORINO

T

U T

T

E

L E OPERAZIONI

E SERVIZI DI BANCA

(5)

1

:

/

TER

VI T

A

DE

L ME

E

P

r

oduzion

e

e c

o

nS

llmo

.

ne

l

e

ttor

e

cotonIero

D,

-

Quali .l'ono

le precisioni

congiuntuTali

ne/ uo

settore,

dopo le incertezze

e

le irregolarità

manifesta-t(,8i

reccntell/ente?

R.

-

Le previsioni

sull'andamento

della

congiun-tura,

nel particolare

settore

della filatura del

cotone.

non sono

molto tavore\'oli

e ciò

non

è

dovuto

oltanto

alle

incertezze

ed alle

irregolarità della domanda

mani-festutt'si rt'Ct'ntenwnte,

ma

è

es enzialmente

detemli-nato dalla

struttura e

dalla dimen ione dell'industria

della filatura in Italia,

in relazione

anche alle

partico-lari

condizioni

del mercato

internazionale,

Occorre ricordare,

che

l'instabilità

è

la

caratteri-~tiea peculiare del nostro

settore

produttivo;

a

periodi

nei

quali la domanda di filati

è adeguata

per

condizioni

e

\olul1w

alle

pos .. ibilità medie della produzione,

us-seguono altri

periodi nei quali l'offerta

è

nettamente

uperiore

alle

necessità di mercato, Se però i

esamina

il

problema a

lungo andare,

al

di apra delle

tempora-nee ampie oscillazioni

del mercato, i può rile\'are un

permanente

squilibrio fra la produzione

ed

il consumo

di filati. determinato da una ben nota

esuberanza, sia

sul

piano nazionale

sia

su quello internazionale. delle

,trutture produtti\e rispetto alle dimen ioni della

do-n1ànda,

D,

-

l possibili alimenti del costo del lacoro

nel-/'industria

cotolllera

sono tali da minacciare

i

risu

lt

ati

Proi. Dr. Carlo Gavoslo, Presidente delle Manlfa.ttura di Cuorgne.

raggiunti

attraccrso la trasformazione tecnologica

ed

il rinl10CIJI/IC'l1to degli impianti?

R.

-

No, l'aumento del

costo

del lavoro

ba

accen-tuato il logorio

economico

delle

vecchie macchine ed

ha determinato

il

rinno\

'

amento

dei mezzi tecnici

ne-ces

'

ari

per la fabbricazione di filatI.

E' noto

che

nel

campo

delle macchine per la

fila-tura del

cotone

il progres

o

tecnico

,

realizzato

in

modo

particolare in que

ti

ultimi

anni.

la

diminuzione

del

co

to dei

capitali,

l'aumento del

costo

del lavoro

e

de-gli

oneri sociali,

hanno

accelerato

il processo di

obso-lescenza dei vecchi impianti

ed

hanno imposto

l'attua-zione

di nuo\. i programmi di

acquisto

di macchine

e

di

organizzazione

dell'atti\'ità produttiva,

I

nfatti, pur rimanendo

ancora

immutate le

tradi-zionali concezioni

tecnologiche del proce

so

di

trasfor-mazione del

cotone,

il progresso tecnico

si è

manife-tato in

ogni

fase del ciclo produttivo, riducendo

i

tem-pi

e emplificando alcuni

passaggi intermedi,

con

no-te\'oli

conseguenze

sulla

stru

t

tura dei

costi

di

produ-zione, i quali

accolgono

quote

empre

più

elente

re-lati\e

all'ammortamento degli impianti.

Pertanto, molte nuove macchine per la filatura del

cotone

sono tate installate in questi ultimi anni

in

Italia e se il numero dei fusi operanti

è

diminuito,

è

il1\ ece notevolmente

aumentato

il

rapporto fra fu i

(6)

nu

ovi

e

quelli

vecchi,

di

conseg

uenza

lo squilibrio

fra

possibilità di

produzion

e e consum

o

di filati

, causa

fon-dam

e

ntal

e

della

difficil

e

situ

az

ion

e

del nos

tro settore,

non solo si

è

m

ant

enuto,

ma si

è

for

se

accentuato.

In

sosta

nza

il

rimodern

am

e

nto

degli impianti di fil

a-tura non ha

risolto

quelle

parti

colari

condizioni di

s

truttura e

di

dim

ensioni

,

che

d

a

molti

anni pongono

in diffi

coltà il nostro settore di

attività.

D

.

-

Si

p

m

'

la

di pr

eocc

up

az

i

o

ni d

e

ll

e

indu

s

tri

e

co-t

o

ni

e

T

e e

vr

opee

d

i

fT

o

n

te

ad un

'eve

ntv

a

l

e

ad

esio

n

e

d

e

ll

a Gra

n B

-re

t

ag

na

a

l

Mec,

qu

a

li

so

no

es

attam

e

nt

e

i

tenn

ini

de

l

p

r

o

bl

e

ma

?

R.

-

L

e

preoccupazioni d

e

ll

'

industria

cotoniera

per

una

eve

ntu

al

e

a

d

esion

e

dell

a

Gr

an Bre

tagn

a al

M

e

r

ca

to Co

mun

e

sono soprattutto

d

eterminate

dal

ti-m

or

e

ch

e

l'In

ghilterra possa

imm

ettere

nel

MEC

-

a

pr

ezz

i

parti

colarm

ente

b

assi

-

filati

e

tessuti pro

ve-ni

en

ti d.ai

paesi del Commonwealth

,

sotto forma di

me

r

ce

n

azionalizzata

.

D.

-

Seco

nd

o

l

e

pr

ev

i

s

ioni d

e

l Dipa

r

tinl-

e

nto di

Agr

i

co

l

t

uT

o di W

a

s

hin

g

t

o

n l

'

ar

e

a d

e

l M

e

r

c

ato Comvn

e

da

to

il

fO

T

te

svi

lv

p

p

o demog

rafi

c

o

e

d

il

c

r

esce

nt

e

r

e

d-d

i

t

o pTO-ca

pit

e

p

r

ese

nta

se

mpr

e

c

r

esce

nti po

ss

ibil

i

tà di

a

ssor

bim

e

nt

o,

L

e

i

c

on

co

rda

co

n qv

es

t

e

ottimi

s

tich

e

p

T

ev

i

s

i

o

n

i?

R.

-

Fra i Paes

i d

el M

e

rcato

Comune

l'Italia

è

in-dubbiamente qu

ello

con

il

minor tasso di consumo

pro-capit

e

di prod

otti tessili.

L

e

statistiche

itali

an

e

di ques

ti ultimi anni dim

o-strano

p

e

rò ch

e

all

'

in

crem

ento del

reddito pro-capite

non h

a corrisposto

un

aum

ento

proporzional

e

nel

con-sum

o

di pro

dotti t

essili L'autom

obile,

il

frigorifero,

il

t

e

l

e

visor

e

hanno

modificato

la

distribuzione

dei

con-sumi

,

a scapito

dei tes

sili. O

ccorr

e p

ertanto ess

ere

cau

-ti

nel formul

are

previsioni

circa l'

andam

ento d

ella

do-mand

a

di prodotti t

essili, ten

endo co

nto che

l'industria

d

e

lla

fil

a

tura

italiana

nelle su

e a

ttuali dimensioni

è

già

in gra

d

o

di

sopperir

e

ad

eventuali incr

ementi

fu-turi d

e

lla

domanda.

D

.

-

Ne

ll

'

as

se

mbl

e

a d

e

ll

'

indu

s

t?

'

ia

c

otoni

e

-ra t

e

nv-t

a

s

i a Milano n

e

l nw

gg

i

o sc

or

s

o

è

s

tata ril

ev

ata la

stati-ci

t

à pro

dvtt

iv

a d

e

l

se

ttor

e

co

toni

e

r

o

in

c

ontrasto

c

on

Za

din

a

m

ic

a di t

u

tt

o i

l

s

i

s

t

e

ma

eco

nomi

c

o italiano

.

Qvali

so

n

o

l

e

ca

u

se

d

i

qu

es

t

o s

quilibri

,

o

?

R.

-

La stati

cità

produttiva

del sett

ore

cotoniero

è

det

e

rminata d

alle cau

se prima a

ccennate

: dimensione

es

ub

e

ra

nte

d

egli

impianti rispetto

ad una debole

do-m

anda

di prodotti

,

senza

un

a

pprezzabil

e

increm

ento

,

pur nell

'

attuale fase

din

amica dell' economia italiana.

D

. -

Qual

è

la

si

tv

az

i

o

n

e

d

e

ll

'ex

port d

e

ll

'

indvstria

co

t

o

ni

e

ra i

t

aliana

?

R.

-

D

'a

ltra

p

arte

limitate son

o

le

possibilità di

esportazion

e

di fila

ti p

oich

è,

pur

aum

entando il

con-sumo

m

ondiale

di qu

es

to

prodotto,

le statistiche

dimo-s

trano

una cost

ante

diminuzione

d

el

v

alore

d

el

lor

o

comm

ercio

internazionale,

a

seguito dell'installazion

e

41

CRONACHE ECONOMICHE

di nuovi impianti di fil

atura e tess

itura in Paesi un t

em-p

o

tradizi

onali import

atori.

D.

-

Quali

S0l10

i pTObl

e

mi

e

l

e

p

r

os

p

e

t

t

i

oe

cle

li

a

Manifattura di Cu

o

r

g

n

è

in part

i

,

co

lm

'e?

R.

-

La

Manifattura

di Cuorgn

è

ha

da anni

impo-stato

un programm

a

di rinnovamento

degli

impianti di

filatura, considerando i

costi

comp

arati di produ

zione

e

la

rapida e concreta possibilit

à di ammort

am

ento dei

cap:tali inves

titi.

Qu

es

to

programm

a, oggi

già

in

fase

di

avanza

t

a

r

ea

lizzazione,

tiene conto

dell

e

modin

ch

e

strutturali

e

sociali

che si

stann

o

ma

nif

es

tando

n

e

ll'ar

ea econom

i

ca

europea,

e

permetterà dj disp

orr

e e

ntro

la nn

e

d

e

l

1963

di un

efficiente e mod

e

rno com

pl

esso

di filatura

.

D.

-

Quali

S0l10

l

e

p

ossi

bilit

à

di

asso

rb

i

m

e

n

to del

m

e

r

c

ato i

,

nt

e

mo

?

R.

-

Il

mercato

interno

assorb

e

oggi la

più

gran

parte

della

produ

zion

e

italiana

di filati.

E'

noto che

le esportazioni rappr

ese

ntano solo

un

valore

ma

rginale,

con

andam

e

nto assai irr

ego

lar

e.

Infatti

,

m

olti

sono

i paesi

ch

e

hanno

una effì

ci

en

t

e

industria

p

er

la

filatur

a

d

e

l

co

ton

e;

l

e

poss

ibilità di

es

portazion

e sono perciò

limitate a saltuari p

eriodi

di

alta domanda.

D.

-

L

'

indi

ce

m

e

di

o

d

e

l

c

on

s

um

o

d

e

l t

ess

i

,

l

e,

si

a

g-g

im

in Italia

s

u

i

3 k

g.

pro-

c

apit

e,

il

m

e

r

c

ato d

e

l

Mezzo-g

iorno

i

n

ci

d

e

n

eg

ati

o

am

e

nt

e

s

u qu

es

ta m

e

dia

,

L

ei

pen-sa a un futuro

c

on

c

r

e

to

so

iluppo di tal

e

merc

at

o?

R.

-

Effe

ttivam

ente

l'indice

m

edio

italiano

d

e

l

consumo pro-

capite è

uno

dei più b

assi in Europa

e

certamente un miglioramento

d

e

l reddito

pro-capit

e

nel

M

ezzogiorno può

eleva

r

e

il

con

sumo medio

di t

essuti

di

coton

e.

Già

si

è

d

etto

però

che

l'increm

ento di questo

con-sumo non proce

de

parall

elamente

al miglioram

e

nto

d

el

reddito me

dio

pro-

capite

.

E

'

noto che

il

consumo di prodotti t

ess

ili

è attu

al-m

e

nt

e

un parent

e

povero

di fronte

agli

elettro

dom

e

-stici,

alla motorizzazione ed

ai div

ertimenti.

D.

-

Qual

e

part

e

hann

o

a

o

u.t

o

e

a

or

ann

o

l

e

nu

ooe

fibr

e

t

es

si.li n

e

lla

«

r

ecess

i

o

n

e

»

d

e

l

co

t

o

n

e?

R.

-

In

qu

esti ultim

i

anni le nu

ove fibr

e

tessili

a

r-tifi

ciali

e

sintetich

e

h

anno avuto

un tasso

di n

otevol

e

sviluppo.

Molte

sono attualm

ente

le

m

arche

e

l

e

qualit

à

di

fibr

e

sintetiche,

d

elle

quali

sono ben noti i pregi

ed i

dife

tti.

Molte

nuove

nbre

t

essili

artinciali

hann

o cerca

to

di

imitare

le

caratteristiche

di quell

e vegetali

,

so

pra

ttutto

p

er quanto riguarda l'igroscopi

cità.

Sotto ques

to

particolare as

pe

tto il coton

e ha mant

e-nuto il suo primato.

(7)

INDAGINI

E PROBLEMI

Popolazione

e

abitazioni

In

Italia

G

. Bira

g

hi

Note

Ln

margute

al censim

e

nto

Qua

lch

e

tempo

fa Arturo

J

emol

o scriy

eva

ch

e

Ln-di

ca

tore p

convince

nte

de

l

grado di

sviluppo econ

o-mico-socia

l

e

di un

a

coll

e

ttività va ancora

oggi, a

nzi

sopra

ttu tto oggi,

ri

cercato

nelle co

ndizioni di

abita

-zion

e

.

S

e

qu

es

to

è

vero,

il rece

nte censimento genera

l

e

d

ell

a

popo

l

azione (15

ottobre

1961) ci pon

e

già ora

in

grado

di

con

osce

re

p

arecchie cose

intorno

a

l

grad

o

di

b

e

nessere

ne

l nos

tro

Paese, alla

s

ua

distribuzione

geografi

ca

e

d

al

suo svolgim

ento n

e

l t

empo.

E' vero che

qualc

uno, a

bb

as

tanza superficialm

ente,

ama contra

pporr

e

talvo

lta

l'aspetto

qua

litativo

a qu

ello

q

uantitati

vo

de

l

problema

(sta

b

en

e

ril

evare

il

«

nu-m

e

ro

»

di

abitazioni

e

di

stanze,

ma bi

sogn

erebb

e

an-ch

e

sape

re

«

com

e

»

sono) e

tram

e

pretes

to per

dimi-nuire

l'importanza

de

ll

e

ri

sultanze ce

nsua

ri

e,

inv

o-ca

ndo

maga

ri

l

a

necessità di altre

partico

lari

indagini

ch

e

si

p

r

e

t

e

nderebb

e

ro

maggioDn

ente signifi

ca

ti\·e

.

La

r

ealt

à è che a

ttr

a

v

e

r

so

l

e

co

mponenti

essenzialmente

quanti-ta

.

tiy

e

dei

cen

sim

enti

eme

rgono

an-che e

l

ementi qualitativi di

indub-bio va

l

ore.

In primo

luo

go

lo

stesso

e

se

m-pli

ce

rapporto

p

opo

l

azione -

s

tanz

e

pr

ese

nta

un

a c

hi

ara

connotazion

e

qu

alitativa

poich

è si tratta

di

stanze

r

e

per

ite

in

abitazioni

ve

re e

propri

e

(per

l

o

stati

stico

l'

abitazione è

«

un

insieme

di

vani, o

anch

e

un

vano

solo,

des

tinato

funzi

onalm

ente al!'

a-bitare, che

disponga

di in

gresso

in-dipe

ndent

e su

stra

da, cortile,

ter-razza,

p

iane

ro

tt

olo,

b

a

ll

at

o

io

e s

imi-li

»

), con

esclusione

dei cosiddetti

«

a

ltri alloggi

»,

quali

lo

cali di

scuo-l

e, ceserm

e,

tuguri

,

b

aracc

h

e,

can-tine,

ecc.

Ora è intuitivo che la

mag-giore o

min

ore gra

ndezza

di qu

esto

ra

pporto

è costantem

ente

corre

lata

con il

grado

di benessere

generale.

Una

ulteriore

indi

cazion

e

quali-ta

ti

va

pu

ò essere

ricavata

da

ll

'am-pi

ezza

dell

e abitazioni

,

vale

a dire

1

r

O)

*

\

il

i\

rL

1,03 0,93

prattutto

nell

e

costruzioni di qu

esto

dopogu

e

rra

,

al

li-ve

llo qualitativo

de

ll

e

st

esse

.

Ancora,

il

censim

e

nto ci

offre

l

a

possibilità

di

ac-certa

r

e

l'a

ttr

ezzatura civil

e

d

ell

e

abitazioni

,

va

l

e

a

dir

e

il

g

rado

medio

in

cui i

servizi igienici

e

tecnici

(im-pianti fissi di illumin

azon

e e

l

e

ttrica

,

acqua

potabil

e

di

acqu

edotto,

latrine,

b

agni

,

ecc.)

sono

diffu

si n

e

ll

e

abi-tazioni. Ciò

signifi

ca conoscer

e

il

grado

di

effici

e

nza

con

c

ui l'abitazione

risponde alle esigenze

del

citta-dino.

Qui

ci

occuperemo es

clusivament

e

de

l

p

rimo aspe

t-to:

que

ll

o ch

e

norm

almente si defini

sce g

rad

o

d

i

aff

o

l

-lam

e

nto

.

Propriamente

qu

esto s

i

ca

l

co

l

a a

ttraverso

il

rapporto

fra il num

ero

di

abitanti

censiti ne

lle

abita-zio

ni

occ

up

ate ed

il

numero d

e

ll

e stanze esistenti in

ta

li

abitazioni

(per

stan

za

o vano

utile si int

end

e

il

«

vano

avente

lu

ce ed

a

ria dirette ed un'ampiezza

ta

le

da

contenere

almeno un

l

etto

»

). Per

ora,

dal

censi-;

1

t

1,37

d

al num

ero m

edio di st

anze per ogni

abitaz

ion

e, essendo

abbastanza

noto

che

le

dim

ensi

oni de

ll

e

abitazjoni

si

accompagn

ano ordinariame

nte,

so-GRADO 01 ArroLLAMENTO

(RIPARTIZIONI STATISTICHE)

1961

(8)

mento del

1

96

1

, conoscia

m

o so

lo il num

ero

complessivo

de

ll

e ab

it

azion

i

e

delle

s

t

anze (anc

h

e

quelle

non

occu-pate) ed il numero

di

a

bitanti in tot

a

l

e, co

mpr

es

i qu

e

lli

c

h

e vivono

in

conv

i

venze (

militari

,

ospedaliere,

ecc.).

Anc

h

e

utili

zzan

d

o

qu

esti

dati il rapporto non

può

su-bire

tuttavia

variazioni

sensi

bili

,

o

co

munqu

e

t

a

li d

a

modificarne

l

a co

mp

ara

bilit

à te

rritorial

e.

Ad ogni

mo-do,

per

scr

up

o

l

o s

·

c

i

en

tifi

co,

potremo

di

s

tingu

e

r

e

tr

a

«

grado

di

affo

llam

ento effe

tti

vo

"

,

c

h

e è

quello

so

pr

a

definito in

conform

it

à

alle

conve

nzioni

sta

ti

s

ti

c

h

e, e

«

grado

di

affo

ll

amen

t

o v

irtu

a

l

e

»

(o

potenziale,

co

m

e

a

ltri hanno de

tt

o), a

formare il quale

conco

rrono

da

un

l

ato anche

l

e

abitazion

i

non

occ

up

a

t

e e

dall

'

altro anche

gli

abitanti cos

titu

e

nti

conv

i

venze

.

Come è già sta

t

o sopra accenna

to

ana

li

zze

r

emo

il

grado

d'i

affo

ll

amen

t

o (vir

tu

a

l

e)

da

un

punto

di

vista

sia

tempora

l

e

che

t

e

rrit

or

i

a

l

e

. O

sservere

mo

pertanto

la

configuraz

i

one

del fenomeno

n

e

ll'int

ero

Paese,

nelle

fondam

entali

circo

scrizioni

geog

rafi

c

h

e,

n

e

ll

e s

in

go

l

e

regioni

ed

infi

ne

ne

ll

e

provincie

d

e

l

nostro

Pi

emo

nt

e.

M

ett

eremo

a confron

t

o

l

e risu

lt

anze

ricavabili

dalla

ri-levazione

d

e

l 1

96

1

con la si

tu

az

ion

e eme

rs

a

nel

pr

ece

-dente cens

im

ento de

l 1951

,

ed otterremo

cos

ì

la

mi-sura del cammino

che,

in lin

ea s

ia

assoluta che

r

e

lati

va,

le

diverse

aree

h

anno co

mpiuto

nel

co

r

so

d

e

l

decennio.

<> " "

In via pre

limin

are osservia

m

o c

h

e per

!'int

e

ro Pa

ese

i

l

grado

di

affo

ll

a

m

e

nt

o

m

e

dio

è

ri

s

ultato

,

n

e

l 1961

,

pari ad

--l

,

0

8 (va

l

e

a dire

1

,

08

a

bitanti p

e

r

ogni stanza

disponibil

e)

m

entre

dieci

a

nni prima raggiung

eva

il

quozi

ente

di 1

,27.

In t

er

mini di

numero

indi

ce,

raggu

a-g

l

ia

t

a a

100

la

d

ens

ità d

e

l 1951

,

qu

e

lla d

e

l 1961

scen-d

eva a

quota 85,

04. Dur

a

nt

e

il

periodo si

è

avuto

dun-que

un

miglioramento del

15%

c

irc

a

.

Naturalmente il dato

nazional

e

n

asco

nd

e

not

evo

li

disparità

t

err

itori

a

li. Il primo

app

roccio

ad

una

visione

più

p

art

i

co

l

aregg

i

a

t

a

delle cose

mu

ove

dall

'

esa

m

e

delle

grandi c

ir

cosc

rizioni

geografiche.

S

e

mbra tuttavia

op-portuno

rif

a

r

s

i

,

anz

i

chè

alla

vecc

hia distinzion

e

fr

a

nord

,

cen

t

ro e s

ud

,

a

qu

e

lLa

proposta

dall

'

Istituto

Cen-trale

di

Statistica:

1

°)

Italia nord-o

cc

id

e

ntal

e (

Pi

e

mon-t

e, Valle

d

'Aos

ta

,

Liguria

e

L

o

mbardia

);

2

°)

Italia

nord-o

ri

e

ntal

e

e cent

ral

e (

Tr

e

ntino-Alto Adig

e,

V

e

n

e

to

,

Friu-p

o

poZazio

'~

e

residente

li-V

e

n

ez

i

a

Giulia,

Emilia-Romagna,

M

arc

h

e,

Toscana,

Umbria, Alto

Lazio

,

Rom

a

e

pr

ov

in

cia); 3")

I

ta

li

a

me-ridionale

e

d in

s

ular

e (

L

az

i

o

meridionale,

Campania,

Abruzzi

e

Moli

se,

Pu

g

lia

,

B

as

ili

cata,

Calabria,

Sicilia

e

Sardegna).

Qu

es

t

e, c

h

e s

i di

cono

«

ripartizioni

stati-s

ti

c

h

e

»,

ri

specc

hian

o

in

modo più

adeg

u

a

t

o a

ll

a

strut-tur

a econo

mic

a

l

e

r

ea

li

s

uddi

vis

i

o

ni

geografiche del

nostro

Pa

ese.

M

en

tr

e

n

e

l 1951 il

g

r

ado

di

affo

ll

ame

nt

o

presenta-va

lITI

quo

z

i

e

nt

e s

up

eriore a

ll

'unità per tutte

l

e

tre

ri

-partizioni

(r

i

spe

ttivam

ente

1

,

0

3;

1

,15;

1

,68), esso si

tro

va a

l di

so

tt

o

dell'unità per

l

a

prima

e

seconda

ri-p

a

rti

z

ion

e

n

e

l 1961

(rispettivamente 0,93; 0

,96)

di

front

e

a

d 1

,37 della

t

erza

ripartizione. Se misuriamo il

ca

mmino

c

h

e c

ia

sc

un

a

di tali aree

h

a compiu

t

o ne

l

de-cenn

io

si

avverte

c

h

e

il

miglioramento più

accentuato

s

i

è ver

ifi

ca

to

nell'

Itali

a

me

ridion

a

l

e

ed insulare e

quin-di n

e

ll

a zona

più arretrata,

un

a

nd

amento solo

li

eve-m

e

nt

e

inf

e

rior

e s

i

è avu

t

o

nell'Italia nord-orienta

l

e

e

centrale,

un

progresso più attenuato

in

quella

nord-occ

id

e

ntal

e

. T

a

l

e

diff

ere

n

zia

t

o

processo

è

sfociato

quin-di in un

avvic

inam

e

nt

o

delle

po

s

i

z

i

oni

fra

l

e

tre

aree:

presa come

ba

se

l

a

d

ensità

dell

'

It

a

li

a

nord-occidentale,

il

ca

mpo di

va

riazion

e

dell'

indic

e, c

h

e e

r

a

d

e

l

63010

n

e

l 1951

,

s

i ridu

ce

al

47010

nel

1961.

Tra

i fattori

d

e

t

er

minanti

dell'a

ccostamento

viene

in

primo

piano annoverato

il

minor

e a

um

ento

della

po-polazion

e

n

e

l Sud Tisp

e

tt

o a

l

NOTd

,

conseguen

t

e

alla

fort

e e

migra

z

ion

e

d

a

ll

e

zone

pov

e

r

e verso

quelle più

industrializzat

e

d

e

l P

aese.

In r

ea

ltà l

a

p

o

p

o

lazion

e

d

e

ll

'

It

a

h

a

nord-occidentale

è c

r

esci

uta d

e

ll

'

1l

,5% ,

mentre

n

e

ll

'

Itali

a

nord-orien-tal

e e ce

ntral

e

l'espansione

è sta

t

a so

lt

an

t

o

del 4%

e

in qu

e

lla m

er

idion

a

l

e ed

in

s

ul

a

r

e

d

e

l

4,8010.

Ciò

spiega

se

nza dubbio in buona p

ar

t

e

il

fenomeno

d

e

ll

a

minor

e

disparità n

e

l

grado

di

affollamento,

m

a

n

on

l

o

esauri-sce.

Infatti l'Italia m

er

idi

o

nal

e e

d in

s

ul

a

r

e, graz

i

e

ad

un

'

inten

sa

politica

d

'

int

erve

nto

,

h

a

nno

v

ist

o

progredire

il proprio patrimonio

e

dilizio

ad

un ta

sso

d

e

l

28010,

con-tro il 24

,7010

d

e

lle

altre

rip

a

rti

zion

i d

e

l P

aese.

Un quadro

s

in

ottico

comp

I

e

to d

eg

li

e

l

e

m

e

nti

qui

accennati

è

fornito dalla

segue

nt

e

t

abe

ll

a.

In

essa sono

docum

en

tati l'ammont

a

r

e

d

e

Ua

popolazione resid

ent

e,

C

ons

i

ste

n

za stanze

Crado di

qffo

l/am

e

nto

Circosc

ri

z

ioni

Varia

z

ion

Varia

z

ione

O

'

a l

t'

asso

Z

'U

tI '

tempo

I

ndici

'

rali

(la

I

ndici

Riparti

t

e

rritoriaZ/

z.=

100

)

19

51

1961

O/o

1951

1961

O/o

19

51

19

61

(l951=100

)

1951

1961

l

'

Rip

artizio

ni

e

11.745

.432

1

3.097.838

+

11

,

51

11.

343.787

14.149

.

667

+

24

,

73

1,03

0

,

93

90

,

29

100

,

00

100,00

(

Pi

e

m

on

t

e,

Va

ll

e

d

'Ao-s

ta

,

Liguria

,

L

ombardia)

2'

Ripartizion

e

17.

332

.

388

18.036.589

+

4,06

15,024.1071

8.

730.6

88

+

24

,6

7

1,15

0,96

83,48

111,65

103

,

23

(

Tr

e

ntino - Alto

Adige

,

Ve

n

e

to

,

Friuli-V

e

nezia

Gi

uli

a

,

Emilia - R

oma

-g

na, Marche

,

Toscana

,

Umbria,

Alto Lazio

Ro-ma

e

provincia)

,

3

'

Ripartizion

e

1

8.437.71

71

9.329.335

+

4,83

10

.

974

.

32314.057.945

+

28,09

1

,

68

1

,

37

(

Lazio meridion.

,

Cam-

81

,5

5

163

,

11

147

,

31

pan

i

a,

Abruz

zi

e Molise

,

Puglia

,

Ba

s

ili

ca

ta

,

Cala-bria

,

Si

c

ilia

,

Sardegna

)

(9)

la

consis

t

e

nza delle

s

tan

ze,

nel

1951

e

n

e

l 1961

,

e

il

g

r

a

do di

affo

ll

ame

nto

co

n

s

id

e

rato

p

er

d

a

ti

asso

luti

,

in-dici temporali

e

indici

t

err

it

oria

li.

o o o

Abba

nd

oniamo ora

l

e

massime partizioni

geografi-che

d

e

l

Pa

ese e,

con

di

sagg

r

egaz

i

o

n

e

progressiva

,

soffer-miamoci

su

ll

e

R

eg

i

oni.

Anch

e

qui

a

nzich

è

pr

e

nd

e

r

e

in

co

nsid

e

razion

e

l

e

tradizionali regioni

s

t

or

i

c

h

e, c

i

ri-feriremo a

ll

e

cosidde

tt

e

«

r

eg

i

on

i

s

t

a

ti

s

tich

e

»

,

cos

t

i-tuit

e

da r

eg

ioni

s

t

oric

h

e con

ti

g

u

e

e ca

r

a

tt

e

ri

zzate

da

s

uffici

e

nt

e

omogenei

t

à

di

condiz

i

on

i d

a

l

punto

di

vis

t

a

geo-eco

n

om

i

co.

L

e

r

eg

i

oni s

t

a

ti

s

ti

c

h

e

h

an

n

o

in

comun

e

l'important

e

propri

e

t

à

d~

esse

r

e

cos

tituit

e

da

una

popo-l

az

i

one

pr

essoc

h

è

di ugual

e

ammo

nt

a

r

e

.

L

'

adozione

di

t

a

l

e

cr

it

e

rio divisionale

,.

a

fini

sta

tistici

, cos

titui

sce

una

pratica

corrente

in

molti

Pa

es

i.

Come

lo

è

quella di

considera

r

e

unità

t

e

rritorial

e

a

s

tant

e

l

a

zona

com-prenden

t

e

l

a cap

it

a

l

e

d

e

llo

Stato

ed

il t

e

rritorio inclu

so

n

e

ll

a s

u

a o

rb

i

t

a.

Le regioni-

s

t

a

tistich

e

itali.an

e so

n

o

dunqu

e

così

d

e

limit

a

t

e (

I

sta

t

):

1"

Pi

e

mont

e,

Valle d'Aosta,

Liguri

a;

Lombardia

;

3

" Tr

e

ntino-Alto Adige

,

V

e

n

e

t

o,

Friuli-V

e

n

ezia

Giuli

a;

4

° Emilia-Romagna,

March

e;

5"

Tosc

a

na

,

Umbria,

Al-to Lazio, Roma

e

provincia;

6

°

Lazio m

e

ridional

e,

Campan

i

a;

7"

Abruzzi

e

Molise; 8

°

Pugli

a,

BasHicata

,

Ca

l

ab

ria

;

9° Sicilia;

10

° Sardegna.

La prima

osservaz

ion

e c

h

e s'

impon

e è

che

n

e

l 1951

so

l

o

il raggruppamento

Pi

e

mont

e,

Vall

e

d

'

Aosta

,

Li-g

uri

a

presentava

un

grado

di

affo

ll

amento

inferior

e

a

ll'unit

à.

Nel

1961

sa

lgono

a quattro

l

e

r

eg

ioni

stati-s

tich

e

con

un

quoziente al

di

sotto

d

e

ll

'

unità

,

e

sono

l

a

prima

,

l

a

t

erza,

l

a

quarta

e

l

a

quinta.

Ciò

s

ignifi

ca

che

,

accan

to

alla prima regione,

s

i

è

attestata

s

ul

cosidetto

«

coef

fici

en

t

e civi

l

e

»

di

affollamento (identificato

n

e

l

va

l

ore

unitario)

,

quasi

co

mpl

e

tam

e

nt

e,

la

vasta

area

dell'Italia

n

or

d-

orien

tal

e e ce

ntral

e

. Va

aggiunto che

a

ltr

e

r

eg

i

oni s

t

a

ti

s

tich

e -

l

a seco

nda

,

l

a s

e

ttima

,

non-c

h

è

Roma

e

provincia

-

pr

esen

tano un quozi

en

t

e

ap-pena

s

up

eriore, s

itu

a

to

e

ntro l'int

e

rvallo d

e

l primo d

e

-cimo a

l

di

sopra

d

e

ll'unità.

Anche

su

l

piano

reg

ional

e è

valido,

in lin

ea

di

mas-s

im

a,

il

rili

evo

,

g

i

à

f

o

rmulat

o

a

proposito d

e

ll

e

riparti-zioni, c

h

e

un

avanzame

nt

o

r

e

l

a

tivam

en

t

e

più

rapido si

è

ve

rifi

ca

to n

e

l

corso

d

e

l d

ece

nnio n

e

ll

'

ambito

d

e

ll

e

zone

m

eno

provvedute.

I

miglioramenti

più

sensibili

sono s

t

at

i

o

tt

en

uti

, nell'ordine,

da Roma

e

provincia,

in

misura ragguagliabile

a

l

26%

ci

r

ca;

d

a

Puglia

,

Basi

,

li-ca

ta

e

Calabria

con

il

22%

ci

rc

a;

dal Lazio m

e

ridional

e

e

Campania

con

il

19°/

0

.

Fra

l

e

aree che

h

a

nno progr

e-dito

a

d un

ritmo più

l

e

nt

o

si

a

nnov

e

rano

il

Pi

e

monte

,

Valle d

'

Aosta

e

Li

g

uri

a

con un

tasso d

e

l

9°1

0

,

la

Tosca-na

,

Umbr

i

a

e

Alto Lazio

con

l'll

°

/

0

,

l

a

Lombardia

con

il 12

%

circa.

L

e

distanz

e

fra

l

e

r

eg

i

o

ni

si sono

di

conseguenza

accorcia

t

e:

assunta come

bas

e

l

a s

ituazion

e

d

e

lla

prima

r

eg

i

one s

t

a

ti

stica,

il

campo

di

variazione

d

e

ll

'

indic

e

tocca nel

1961

un

va

lor

e

d

e

ll

'88

%

circa, contro

il

11

8%

del

1

95

1.

Anche

in

questo

caso

l'

effe

tto

è

dovu-to

,

in

genere, a

ll'

azione convergente

di una

contrastan-t

e

dinamica d

e

mografica

e

di un div

e

r

so

ritmo di

co-s

truzioni

e

dilizi

e.

La

prima

r

eg

ion

e sta

tisti

ca (

Pi

e

m

o

n-t

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Vall

e

d

'

Aosta

,

Liguria)

a petto

di un

'es

pansion

e

d

e

-mografica d

e

l

+

10

,2°/

0

ha

aumentato

l

e

stanze

d

e

l

+

21%

;

n

e

ll

a seconda regione (Lombardia)

l'in

c

r

e

-m

e

nto d

e

lla

popolazione

è

stato

d

e

l

+

12,5°

1c> e

qu

e

ll

o

dell

e s

tanz

e

d

e

l

+

28,6%;

n

e

lla t

e

rza r

eg

ion

e (

Tr

e

V

e

n

ez

i

e)

l

a

popolazion

e è,

sia pure

l

egge

rm

e

nt

e,

dimi-nuita

( -

0

,8%),

m

e

ntr

e

],a disponibilità di

s

tanz

e

si

è

acc

r

esc

iuta d

e

l

+

19

,

2%

;

l

a

quarta r

eg

ion

e (

Emili

a-Romagna

,

March

e)

pr

essoc

h

è

statica come

popolazion

e

(+

1

,7°10),

ha

progredito

n

e

l num

e

ro di

stanze con

un

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