• Non ci sono risultati.

Cronache Economiche. N.232, Aprile 1962

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Cronache Economiche. N.232, Aprile 1962"

Copied!
108
0
0

Testo completo

(1)

CURA DELLA CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA E AGRICOLTURA DI TORINO

~~

~

~l['~II,A~~~~~i

N. 232 -APRILE 1962 -

L.

(2)
(3)

cronache

economiche

mensile a cura de

ll

a

di

camera

industria e

commerci

o

agricoltura

di torino

numero 232

ap

ri

l

e 19

6

2

Co

mit

ato d

i r

edaz

i

one

:

Ono Dott. Giuseppe Alpino Dott. Augusto Bargoni Prof. Dott. Arrigo Bordin Dott. Clemente Celidonia Prof. Dott. Giovanni Dalmasso Dott. Giacomo Frisetti Prof. Dott. F. Palazzi - Trivelli

D

i

rettore responsabile

:

Dott. Giuseppe Franco

sommano

3 L'imballaggio come arte e come induslria

Intervista del mese Comm. Aldo Bugnane, Presidente e Amministratore Delegato della Rexim Bugnane S.p.A.

Emilio Zaccagnini

7 Problematica Economica ed Università A. Bellando

11 Il Centro Internazionale di Perfezionamento Tecnico Professionale - una grande iniziativa a Torino

A. Garino Canina

19 I Irafori alpini e le profetiche inluizioni di Camillo Cavour Enrico de Gennaro

21 L'IPSOA: obiettivi, caratterisliche, melodi e programmi A. Richefti

25 Saggio sullo sviluppo economico e la pianificazione, dì Maurice Dobb (Tribuna dell'Economisla)

27 Rassegna della Tecnica a cura di G. F Micheletti 34 Note di Cronaca Camerale:

1) Commissione permanente per l'Agricoltura, le Foreste e "Economia Monlanaj 2) Seminario onen'aflvo su Il Tecniche del Work Study n;

3) Corso di aggiornamento per professori di ragioneria e tecnica commerciale • Conversazione del Segretario Generale sulle Camere di CommerciOi

4) Riunione regionale Uffici Provinciali TarHfe Eleltriche; 5) Applicazione IGE su vendite merci allo slato estero;

-Informazioni e notizie: Induslnalizzal.ione della Piana dI Sibari, Cancello Arnone (Caserta); Concorso giornalistico.

39 Congiunlura economica del mese di marzo 1962'

43 Rassegna del commercio esleto lorinese nel mese di marzo 1962 47 Sinossi dell'lmporl-Export

51 Borsa Valori _ Rassegna del mese di aprile 1962 55 Tra i libri:

- Cavour: Serilli di economia 1835-1850 (G.B.)

- Bo Wockslroem' Metodi utilizzati per misurare Il rendimento della pubblicità (G. F.M.) - De Carlo F.: Principi di organizzazione ed economia industriale

r .

.

)

- A.E.P.: l',nformation Technlque a l'usage des petdes et moyennes entreprises

.

)

- tn Biblioteca

60 Il mondo offre e chiede

66 Fiere moslre esposizioni e congressi inlernazionali

Direzione

.

redazione e amm

i

nistrazione

:

(4)
(5)

L'I

TER

VI

TA

DE

L

MESE

L'

imballaggio

C

OIll

e

art

e

e C

OIll

e

industria

II Comm. A. Bugnolle

ci

ha detto;

D.

-

II

comulllo

medio italiano di imballae,gi

pri-mari pro

capiti'

è

di

L.

25

coni

l'O

49.50

circa

in

Ger-I/Iania.

l'

37

circa

in

Frallcia. Quali

S0I10.

in

sintc~i, 1('

cau~'('

di queslo !enomcllo?

R.

-

Scart.lte le ipotesi 'ipontanee

che sorgono

da

\'alutazioni soggl'ltiw

e

premesso

che

le

cause

del

fe-nonwno

andrebbero

ricercate mediante

accurati studi

statistici.

in linea di massima potremmo formulare le

seguenti

ipotesi;

1.

-

Per quanto riguarùa l'Italia. gli

standards

di \'ita.gli

indici economici ed

il

potenziale medio

d'acquisto

sono

inh-riori a

quelli dei Paesi citati, il

dw

'i

ripercuote

<lI1che

nei

consumi

dell'acciaio,

del-l'energia elettrica

e

dei bl'ni di consumo. per quanto.

sulla

base delle

cifre indicate

la sperequazione con

gli

altri

Pal':.i

europei appaia

meno marcata per il

con-sumo

degli imballaggi che per altre \oci.

Per

contro. sta

di fatto

che

la

e,tensione

dell'im-piego degli imballaggi primari.

~ino

alle minime unità

di

confezione. è

progrt'ssÌ\'a presso quasi tutti i grandi

complessi

industriali

chl'

si

stanno attualmentl'

svilup-pando. speCIl'

Ilt'1

campo

degli alimentari. dei

deter-gl'nli. dei saponi, degli articoli di toeletla e dei

pro-dotti

chimici.

2.

-

Esistl'

anche

una scarsa

preparazione media

a

,'alutan'

t'saltallwnll'

il

costo

di determinate

opera-ziOl11.

normalmenle s\'olte da piccoli

commercianti.

est'rcenti.

massaie. t'cc.; come dosaggi manuali di beni

di

t'OllSumo.

normalmente distribuiti sotto forma

gra-nulan'. liquida

o

pastosa.

.'3. -

llloltrt' in Italia

la

t.worazione non l'

abba-tanza -"pl'cializz,llil.

t,Il'

azil'ndl' produttrici frazionano

Il Comm. Aldo Bugnane, Ammlnutratore delegalo

e Di,efto,e gene .. le dell. REXIM BUGNONE

,

.

p

.

il la\'Oro sopra molti

articoli, anzichè specializzarsi

nel-la produzione

~u

larga scala di

alcuni di

es~i.

onse-guentemente

trovano ùifficoltà neII'acquLto

di

mac-chinario adeguato, atto ad impacchettarE' ed imballare

produttivamente

ed economicamente.

in

modo

auto-matico,

grandi

quantitati\ i di

prodotti

omogenei.

ela-borati in modo razionale.

e

destinati

al consumo col

prezzo imposto.

Le percentuali

indicate nella domanda

variereb-bero

già

note\'olmente

~e

i piccoli proptit tari.

11t'1

,et

-tore dell'agricoltura,

si

unissero

per "ersarC' i loro

pro-dotti in

organizzazIOni. crt'ate per il condizionaml'nto

ecl

il

collocamento commprciale degli orlofrutticoli.

D.

Qual

è

l'illcidenza media del

custo

del

l1ac-kagin{!.wl

prl'ZZO

di

l/Il

qualsiasi prodotto (

sapollctta.

sacchetto

di

caffè. l'cc.)?

R.

'on si

potrebbe dare.

a

rIgore.

una risposta

esatta

~e

non riferendosi

alla

incidt>nza media

del

l1ac-kaging sul costo di determinati

articoli, e

tenendo

an-che presente

dw una buona parte ciel costo

del

packa-ging e costo

di pubblicità. incluso n('i

costi di

produ-zione.

i de\e inoltre

considerare che

tale

co~to

incIuclt,

l'ammortamento

e

l'est'rcizio delle

apparecchiature

ne-cessarie

al

packaging, ma d'altra parte

alleggeri.ct'

l'imprenditore di uni.! quota di

costi

di

magazzinaggio.

di mO\ in1t'nti

inlerni e

di distribuziOl1t'.

Ritenendo quindi lecito. in maniera

abbastanza

ap-prossimata, imputare

al costo

del

l)(1ckaging solo il

co-sto di

,lcquisto

dell'imballaggio. dIremo

che esso si

àggna sul lO

11

/

"

in media,

(6)

Sarà

b

ene

t

e

n

er

pr

ese

nt

e

però

che

tale

costo

d

e

l

lO

0J0

è

più

che

a

ltro

a

ppar

e

nt

e,

in

quanto l'imballo

razionale porta dei

va

ntaggi

che

so

no

superiori al suo

cos

to

intrinseco: quali

p.

es.

il minor numero di

pas-sagg

i d

e

ll

a

m

e

rc

e e

laborata

,

la maggior

conservazione

d

e

i

prodotti

,

la loro miglior

e

pr

esen

tazion

e

nonch

è

la

possi

bilit

à

di imporre

il pr

ezzo

di

ve

ndita

all

'

origine,

il

c

h

e

rappr

ese

nta una

garanzia per

il

consumatore.

Tutti

qu

es

ti f

a

ttori

assommati

b

en co

mp

ens

an

o

il

cos

to d

e

l

pa

ckagi

ng

,

c

h

e

viene

in ultima analisi

pa-ga

t

o q

u

as

i

interamente dal

co

n

s

um

a

tor

e; a

l qu

a

l

e

yien

data tra l'altro

la

possibilità

di

consumare

d

e

t

e

rminati

prodotti in piccole porzioni,

igi

e

nicam

e

nt

e

protette,

c

h

e

g

li

ev

itano

ava

n

z

i

e s

pr

ec

hi.

D.

-

Il

costo

d

e

l

«

packaging

»

,

c

h

e

p

e

r il

pro-d

uttor

e

rapp1

'ese

nta

un

«

fatto'/'

e

di p1'Oduzion

e

»,

non

v

i

e

n

e

fors

e

a

grava

r

e,

attrav

e

r

so

il mag

gio

'/' pr

ezz

o di

vend

ita,

su

l

co

n

s

umato'/'

e

?

R.

-

Int

eso

in

se

n

so

moderno

,

il

packaging

è

un

i

mball

agg

io

a

tto

a

d una di

s

tribuzion

e

organizzata

in

grande st

il

e,

per

un

a

produzione

di

massa.

Esso fa

ri

s

parmiare

indubbiam

e

nt

e a

l

consumatore

tutta una

ser

i

e

di

cos

ti

p

e

r d

e

t

er

min

a

t

e

operazioni

mai

adegua-t

ame

nt

e

va

lut

a

t

e.

L

'a

mmontar

e

di tali

costi

è

tal

e

che

il packaging

e

ff

e

tti

va

m

e

nt

e co

ns

e

nt

e

un not

evo

l

e

ri-spar

mi

o

nell'

eco

n

o

mia

generale.

I

cos

ti

acce

nnati si

rif

e

riscono prin

c

ipalm

e

nt

e

ad

operaz

i

o

ni

di

conse

r

vaz

ion

e,

manipolazion

e,

distribu-z

i

one ai

punti di

ve

ndit

a.

L

'

imballo ra

z

ional

e

inf

a

tti

perm

e

tte

la p

e

rf

e

tta prot

ez

ione

e

conservazione del

prodotto

,

e

rende

poss

ibil

e

il

co

ncentram

e

nto d

e

lla

pro-duzion

e

e

la

f

a

bbri

caz

ion

e

in

più grandi s

e

ri

e, e

quindi

a cos

ti min

o

ri

.

D.

-

Att

ualm

e

nt

e,

m

e

ntr

e

n

eg

li Stati

Uniti

n

e

l

se

tto'/'

e

d

e

l

«

packaging

»

si

seg

uono d

e

i m

e

todi uni

-fica.ti

,

i

n Italia p'/'

ev

al

e

una t

e

nd

e

n

z

a individualistica

,

Quali

sono

l

e

ragioni

di tal

e

diff

e

r

e

n

za?

E

'

possibil

e

anche

da noi un proc

e

sso

di Lmifìca

z

ion

e

d

e

l

genere?

R.

-

Non si

d

eve a

ffatto p

e

nsar

e

che

n

e

l

campo

della

unifi

caz

ion

e

noi

s

i

sia alla

r

e

troguardia. Infatti,

d

a

l

punto di

v

i

s

ta d

eg

li

studi

e

d

e

lla

organizzazione

p

er

la unifi

caz

ion

e,

l

a

nostr

a

UNI tocca una

varietà

di

argome

nti

e

di d

e

tt

ag

li t

ec

nol

og

ici y

e

ram

e

nte

rile-va

nt

e

.

Nell'ambito

di d

e

tta

g

rand

e

organizzazione,

la

co

mmis

s

ion

e

unifi

ca

tric

e

imballaggi

,

pr

es

i

e

duta

dal-1'ing. Nilo Galletti,

è cos

tituita dai rappr

ese

ntanti di

g

r

a

n

parte

d

e

ll

e

associazioni

industriali

e

d

e

ll

e

confe-d

e

razioni

esis

t

en

ti.

Dobbiamo tutta

v

ia

ammettere, se guardiamo alla

si

tuazi

o

n

e co

n

occhio

r

ea

listico

,

che

in Italia preval

e

a

n

co

r

a

una t

e

nd

e

n

za

individua

l

istica

, e

che,

nonostan-t

e

tutti

gli sforzi

d

e

ll

' e

nt

e

pr

e

posto

alla

unificazion

e,

ci

troviamo

molto

spesso

di front

e

a posizioni n

e

tta-mente in antitesi

n

e

i

confronti

di

ogni

t

e

ntativo di

uni-fi

caz

ion

e

.

Da un

punto

di

vista

partic

o

lar

e

potr

e

mmo

attri-buir

e

questo atteggiamento

d

e

i

s

ingoli

alla

convin-4

1

CRONACHE ECONOMICHE

zione che ogni

t

e

nt

a

ti

vo

di

unificazion

e

corr

i

spo

nd

a

ad

un t

e

nt

a

tiv

o

di

sop

r

a

ff

az

ion

e

.

D

a

l

c

h

è

d

e

riva un

a

lott

a co

ntinua

,

qua

s

i una

guerriglia

,

co

ntro

og

ni

mi-nimo

accenno

di unifi

caz

ion

e.

Qu

es

t

a

è

l

a

sos

t

anza,

an-ch

e

se

formalm

e

nt

e

t

a

lvolt

a s

i t

en

ti

di pres

e

ntar

e

l

e

cose

in modo div

e

r

so

.

In

It

a

lia l

e

norm

e

UNI

tal

vo

lta

non

vengo

n

o

a

do

t-tat

e

p

e

r

il fatto

che

esse so

no

poco

divul

gate,

m

e

ntr

e

d

'

altra parte

tali nOlm

e

tr

ova

no un

a

diffi

co

lt

à

n

e

ll

a

loro

applicazione

d

a

ll

e

circostanze

stesse

di

una

pro-duzion

e e

t

e

rog

enea

e

fr

aziona

t

a, c

h

e

non

p

e

rm

ette

di

usar

e

i

m

acc

hinari

a

tti

a

l

co

ndi

z

ion

a

m

e

nto

s

u l

arga

sca

la.

Rit

en

i

a

mo

c

h

e

un

proc

ess

o di

unifi

cazio

n

e s

i

a

pos-sibile anche

in It

a

lia

,

p

e

r

ope

r

a sopra

ttutt

o

d

e

i pro

-duttori di b

e

ni

di

co

n

s

um

o,

poich

è

i

cons

umatori

fini-scono

per

acc

e

tt

a

r

e

sempre

tutto qu

a

nt

o v

i

ene

b

ene

pr

ese

ntato

e

d impli

ca

d

e

i

va

nt

agg

i

e

\'id

e

nti. Sp

e

tt

a

quindi

ai

produttori di

proced

e

r

e

in

questa

dir

ez

ion

e,

e

se

l

a

loro produ

z

i

one

è

troppo

es

i

g

u

a, cons

id

e

rino

1'opportunità di

avvalersi

di organizz

az

ioni

sp

ec

ializ-za

t

e

n

e

l packa

g

ing

,

ch

e

assom

mando l

e esper

i

e

nz

e

ri-cava

t

e

dal

se

rvir

e

num

erose

azi

e

nd

e, so

no in

grado di

curare gli

imb

a

lli

a

r

e

gola d'art

e

e s

u

vasta

sca

l

a.

In

conclusione

,

l

e

no

s

tr

e

po

ss

ibilit

à

n

e

l

campo

di

una

vera

e

radical

e

unifi

caz

i

o

n

e

d

e

i m

e

t

odi

di

packa-ging, sono

p

e

r

il

mom

en

to m

odes

t

e,

m

a sono

in

ra-pida

crescita,

dato

che

se

mpr

e

ma

ggiore

è

il

num

ero

di

co

loro

che

nei

vari complessi

indu

st

ri

a

li

s

tudi

ano

l

e

soluzioni

più idon

ee

alla

unifi

caz

ion

e

razionale.

D.

-

La politica

com

m

e

rcial

e

d

e

lla Bu

g

non

e

è

o'/'i

e

ntata

ve

rso una

c

li

e

nt

e

la

se

l

ez

ionata

o

t

e

nd

e

piut-to

s

to alla

standardizzazion

e?

R.

-

La nostr

a

p

o

liti

ca co

mm

ercia

l

e

è

or

i

enta

t

a

verso

una dir

e

ttiva

di

fondo t

e

nd

e

nt

e

ovviamente alla

standardizzazione,

poich

è è

questa

l

a s

tr

ada g

iu

sta

p

e

r

raggiung

e

r

e

un

vero,

util

e se

rvizio

soc

ial

e.

L

e e

n

ergie

intellettuali

e

mat

e

ri

a

li dedicat

e a

ll

a s

t

a

nd

ar

dizz

azione

n

e

ll'ambito d

e

ll'azi

e

nda

so

no ril

ev

anti.

Ma l'azi

e

nda do

ve,

p

er essere

viva

,

e

pres

e

nt

e

sul

m

e

rcato d

'

oggi, t

e

n

e

r

conto

d

e

ll

e es

ig

e

nz

e

d

e

lla

cli

e

n-t

e

la

,

e

del probl

e

ma d

e

lla

co

nc

orre

nza

,

ch

e

d

ew spesso

essere affrontato con

pi

a

ni d

'az

ion

e a

ttu

a

li piutt

os

t

o

che

proi

e

ttati n

e

l hlturO.

Qu

es

to non

significa ch

e

presso

la R

ex

im Bu

g

n

o

n

e

non

si

f

acc

iano tutti

gli sforzi

pos

s

ibili

p

er

arrivare

a

concetti

di

standardizzazione ed

unifi

caz

ion

e

.

In pratica

,

cerchiamo

di d

e

t

e

rmin

a

r

e e

r

ea

li

zzare

il tipo di imballaggio

più

idon

eo

per

ogn

i

a

rti

co

lo

, e

di

pr

ese

ntarlo

e

farlo

adottare

dal ma

gg

ior num

e

ro di

fabbricanti di tal

e

articolo,

in modo da

standardizzar

e

il material

e

bas

e

del

packagin

g,

il qu

a

l

e

dovrà p

o

i

va-riar

e,

da

caso a caso,

so

lam

e

nt

e

n

e

ll

a

stampa.

D

.

-

Quali

sono

l

e

previsioni

n

e

l

settore

dell

'

im-ballaggio?

(7)

-gi standardizzati, efficienti ed economici, e all'aumento

del

t

eno

r

e

di

vita e

della produzione di beni di

con-sumo

.

Una

indicazion

e

sullo sviluppo

futuro del

settore

dell'imballaggio

può

esse

r data

,

con

cifre significative,

dal progresso

d

e

lla

produzione

italiana delle materie

primc principali appartenenti a

tal

e

settore.

La produzione

d

e

lla

carta e cartone

dal 1950

al

1958

è

raddoppiata,

e

tra il 1958

ed

il 1959

è

ancora

aume

ntata d

e

l 15

%.

Qu

es

to può dare un

'i

dea della

vitalità del settore.

Sarebb

e

interessante

esa

minare i

dati di qu

es

ti ultimi

anni sulla

produzione

sia

della

carta

e

cartone, sia

d

e

ll

e

materie

plastiche e

dell

'a

l-luminio lamin

a

to,

che

hanno

avuto

uno

sviluppo

note-vole,

a

Ffiancandosi

ai

mat

e

riali derivati dalla

cellulosa,

e

specializzandosi

in modo

complementare agli stessi.

Nel settore

d

e

ll

'

imballaggio dobbiamo

essere

pronti

alle più varie

e

r

e

p

e

ntin

e

sorprese,

derivanti dagli

im-prevedibili sviluppi

della tecnica dei trasporti

e

delle

conservazioni

in

particolare.

L

'

industria

dell'imballaggio

ha risolto in passato

una

e

norm

e

varietà

di problemi

,

che

toccano nel loro

insieme

tutti

gli aspetti

della

economia, ed

ha

studiato,

dal

punto

di "ista d

e

lle forme

geometriche,

delle

solle-c

itazioni meccaniche, d

e

lle

aggressioni chimiche e

d

e

ll

e

azioni

termiche

,

tutta una

serie

di protezioni dei

mat

e

riali imballati

,

propon

e

ndo

adeguate

soluzioni per

tutta una

serie

di possibilità diverse di trasporto

marit-timo

e

aereo.

D.

-

Quali

fattori

condizione1'Onno

lo

sviluppo

del

se

ttor

e?

R.

-

Lo

sviluppo

del nostro

settore

sarà

condi-zionato

da una

parte

dal problema dei costi di

pro-duzione,

dall

'

altra

dall'

orientamento

dei

consumatori,

e soprattutto

dai nuovi impieghi del packaging

pro-posti

da

nuovi

metodi di preparazione degli alimentari

e

di molti

altri prodotti.

Per

ese

mpio, la

catena

del

freddo

riserva

grandi

sorprese circa gli

impieghi degli imballi, se

anche

da

noi

si

diffond

e

ranno

,

come è prevedibile,

i pranzi

pre-cotti

e

surgelati, racchiusi

in imballi

comp

l

essi

di carta

e alluminio, che richiedono solo

di

essere scaldati a

raggi inharossi

(i

cosiddetti

TV-dinners).

P

er

fino la tradizionale pasta

asciutta

potr

e

bbe

es-ser

fatta

con

metodo industriale, ricca di tutti i suoi

ingredienti

b

e

n dosati,

cotta alla

perfezione, tagliata

in

porzioni, m

essa

in imballi

idonei e

surgelata, indi

raggiung

e

r

e

il

consumatore

per

essere

riscaldata

e

con-sumata al

mom

e

nto,

sempre

nel

suo

involucro.

Sono infiniti i

campi

nei qua

li potrà

estendersi

lo

studio e

l'applicazione di imballi

«

integrali

»

per

prodotti

alimentari surgelati.

Esso

andrà

di pari passo

con gli sviluppi

tecnici nel

campo

dei trasporti

e

della

conservazione, con

la industrializzazione del Paese,

e

con

l'aumento del reddito medio pro-capite.

D.

-

Quali

sono

le possibilità del

«

packaging

»

n

e

l

settore

d

e

i liquidi?

R.

-

Fino

a

non molti

anni or sono questo

se

t-tor

e

era

dominato in modo

praticamente

incontra

sta

to

dal

vetro,

segu

ito dall

e

mat

e

ri

e

plastiche.

Oggi

è

già

fior

e

nte la

produzione

di macchin

e

per

co

nf

ezionare

contenitori

di liquidi

,

mediant

e

bobin

e

di

car

ton

e

poli-t

e

nato. L

'ev

id

e

nte

rilevante vantaggio

che

offre il

con-t

e

nitor

e

«

a

p

e

rd

e

r

e »

,

ev

itando

gli oneri

e

i fastidi

del-la r

esa

d

e

i

«

vuoti

»

assicura

un

grande avvenire a

que-sti nuovi

imballaggi.

Questo

cui abbiamo accennato

è

so

ltanto un

o

dei

possibili

s

\'iluppi n

e

l

se

ttor

e

d

e

i liquidi.

Altri ve ne

sono, che costituiscono o\'viamente

seg

r

e

to t

ec

nico

del-le

case che sono

in

concorrenza

tra di loro in

questo

campo.

Risolto brillant

e

m

e

nt

e

il probl

e

ma d

e

l latt

e, s

i

s

tan-no

affrontando gli

imballi

per

birra

,

oli

lubrificanti

,

piccole porzioni di

cosmetici,

m

e

dicin

a

li. Praticam

ente

tutto il

settore

dei liquidi

è

aperto alle possibilità del

«

packaging

»

, che

utilizza

a

tal fin

e ca

rta

,

cartone

e

alluminio,

mat

e

rie

plastiche

e

relativi complessi

ab-binati.

D.

-

Quale

pOTtata ha

avuto

l'auv

e

nto

delle

ma

-te

'

ri

e

plastich

e

n

e

l

settore

d

e

l

«

packaging

»

e

qua.li

sono

l

e

prospettive?

R.

-

Fin dalla loro

prima

co

mparsa, l

e

mat

erie

plastiche hanno

soppiantato

inizialm

e

nt

e

in num

e-rosi impieghi il

vetro

da una part

e, e

la

carta

e

il

car-ton

e

dall'altra. Succ

ess

ivam

e

nt

e esse

si sono affiancate

alla carta

e

cartone, ed

il loro

impiego si

è

dilatato

grandemente

n

e

i più

svariati campi,

non tanto

però,

per lo meno n

e

l nostro

settore,

da imp

e

dir

e

il

paral-l

e

lo ril

evante svi

luppo delle

applicazioni

e

d

e

l

co

n-sumo

della carta

e

del

cartone.

Si potrà quindi

concludere che

l

e

mat

e

ri

e

plasti-che,

nel

settore

del

packaging,

abbiano stimolato

le ricerche

e gli sviluppi

dell'imballaggio

,

fianch

egg

ian-do la carta

e

il

cartone non div

e

rsamente da quanto

hanno fatto

altri

materiali

fondamentali, quali

l'allu-minio.

Le prospettive

sembrano oggi ottime, per

una

grande espansione

del

settore.

D.

-

L'industria d

eg

li imballaggi ris

e

nt

e

del f

eno-m

e

no della

stagionalità?

R.

-

Evidentemente nel

campo

d

e

i prodotti

dol-ciari e

dei

gelati

l'industria d

e

ll'imballaggio risent

e

eli

una

certa stagionalità.

Essa

è

però

sempre

meno

sen-sibi

l

e,

in quanto

è

noto

che oggi

i g

e

lati

sono

prodotti

molti mesi prima di

essere consumati, e

durant

e

la

stagione

di maggior

consumo

la

produzione continua

e si

rinnova.

Lo stesso dicasi dei prodotti dolciari di fine

anno.

Viceversa molti altri

articoli

di

consumo continuo

ven-gono

per lo più prodotti nei mesi di

stasi

dei prodotti

precedenti. Praticamente quello che

ancora

pochi

anni

fa rappresenta\'a un

vero

problema,

si sta

gradata-mente livellando, mediante la ricerca di una buona

comb

inazione di gruppi

di clienti, complementari dal

punto di

vista

della

stagionalità.

(8)

OCCHIO AI CUSCINETTI!

solo i ricamb.i originali

(9)

Problellla tica Econolllica

ed Università

Emilio

Zacca

gnin

i

Chiudendo

un recente dibattito, il Magnifico

R

e

t-tor

e

della Università di Roma

,

il

prof. G. U

.

Papi

,

riaf-fermò,

con

nobili parole

,

come

l'Università appaia

tut-tora una forza valida

e

vitale

,

in contrasto alle voci più

var

ie

che,

co

n

gravi accenti profetici

,

hanno rip

e

tuta-mente proclamato

la

«

crisi della Università

».

Si volle

scorgere

un

seg

no

rivelatore

di

questa

cri-si

nel fiorire,

in

vero eccess

iv

o,

di

Istituti

o Centri

di

studi e

ricerche

,

sor

ti

per iniziativa

di

en

ti

pubblici

e

privati

.

La

ricerca

sc

i

e

ntifi

ca,

che appariva

prima

com-pito fondamentale

d

e

ll

e

Università, sembra oggi

tra-sferirsi

in

questi

Istituti

che,

a

ttrav

erso

una

moderna

e

più

e

ffici

en

t

e orga

nizzazion

e,

sarebbero in grado

di

perseg

uir

e

finalità

scientifiche rivolte a concrete

appli-cazioni

. Di

qui

un

contrasto

non

facilmente

conci-liabil

e.

Per

un

sereno

giudizio

è a

nzitutto n

ecessa

rio porr

e

in rilievo una differenza profonda

tra l

e

Univ

ers

ità

e

gl'Istituti

anzide

tti

:

i t

e

mi

oggetto

di

studio sono

im-posti

e

rivolti

a

probl

e

mi

contingenti

in qu

es

ti ultimi,

sono

inv

ece

completamente

lib

e

ri nell

e

Univ

e

rsità.

In siffatta

lib

e

ra

scelta,

a

ttrav

e

rso

contributi

scien-tifici che

trov

ano

origine

d

a

studiosi

d

e

l mondo int

ero,

si e

labor

a

n

o

quasi sempre

-

ora con

ritmo l

e

nto

,

ora

con

balzi

in

avan

ti

che appaiono come

improvvis

e

il-luminazioni

-

l

e

costruzioni

t

eo

rich

e

. E proprio

su

questo punto può

manif

es

t

ars

i un

e

quivoco;

che può

a

prima

vis

t

a sem

brar

e come

queste costruzioni

t

e

n-dano

so

lt

anto

,

quale

s

t

er

il

e gioco

d

e

llo

spirito, a

sod-disfar

e

una

spon

t

anea esigenza

d

e

l no

s

tro

pensiero:

l

a conoscenza

d

e

i

fenomeni, senza alcun

rif

e

rim

e

nto

alla so

luzion

e

d

ei

probl

e

mi r

ea

li

.

In realtà chi osservi con spirito vigile

l'

evo

luzion

e

della ricerca

scie

ntifi

ca

lib

e

r

ame

nt

e

condotta

e

d

appa-rent

e

ment

e

svinco

l

a

t

a

da

ogni

discipJ:na

,

non

tard

e

a scorgere

un

filo

dir

e

tti

vo c

h

e

mi

s

t

er

ios

ame

nt

e

sem-bra indirizzare

l

e

indagini

verso obbiettivi

co

muni,

con

risultati definitivi

di imm

e

diato rif

e

rim

e

nto

ai

f

e-nom

e

ni reali

e

quindi ai problemi concreti

d

e

l mondo

contemporaneo.

Ciò

si

può rilevare

s

in

dall

'

inizio

,

dall

e

prime

fasi

dello

s

tudio

,

quando

il

ricercatore appare

limitarsi

ad

un

a

d

escr

izi

o

n

e

d

e

i f

enome

ni

.

Già

in qu

es

t'ultima

risul-t

a

palese

un

a

implicita

,

intrin

seca

disciplina

, ev

ident

e

soprattutto nella scelta degli

e

l

eme

nti

essenz

iali d

e

l

fenomeno, nel

loro

riconoscimento quali

aspetti

signi-fi

ca

ti

v

i di

quest'ultimo.

Si

consideri

il

probl

e

ma nel

limit

ato ca

mpo

d

ell

a

Economica.

Può

esse

r util

e,

per

un

a c

hiarifi

caz

i

one

del pensi

ero

ora espos

to

,

richiamare alla

no

st

r

a

m

e

nt

e

la polemica

tra la

sc

uol

a s

torica

e

qu

ell

a c

h

e

in t

e

rmini mod

e

rni

potremmo

d

enominar

e

fisicalista.

Se

la Economica d

e

ve

esse

r una

scienza,

scricto

sensu,

e

adottare p

erc

an-c

h

'

essa

il

metodo

di

validità general

e

adottato dalla

fisica

,

occorre che

la ril

evaz

ion

e

di

questi

e

l

e

m

en

ti

pri-mi ri

s

ulti

adeguata alla fase

s

u

ccess

i

va

della

cono

-scenza, quella della

sp

i

egaz

ion

e.

P

e

rchè questa

si

a

t-tui

occorre, in altre parole

che

gli

e

le

menti che

sono

parte

essenz

iale d

e

ll

a

d

escr

izion

e

risultino

scientifica-m

e

nte ril

eva

nti,

abbiano

cioè

un

significato intrinseco

.

P

e

r quanto

ciò accada

spesso spo

nt

anea

m

ente

nei

più vari

se

ttori

,

di

qui nascono

l

e

critiche alla

scuola

storica

d

e

l!'

econo

mia,

poichè

qu

es

t

a p

roc

ede

non di

rado ad

un'

accumu

l

azione indiscriminata

di

fatti

sen-za che siano

m

esse

in luc

e

l

e

lin

ee

dir

e

tti

ve,

gli

e

l

e-menti significativi comuni cioè che unificano i

f

eno-meni

e

costituiscono

la

premessa alla

cos

truzion

e

scien-tifica.

L

'

insign

e eco

nomi

s

ta di

recente

sco

mparso,

Pa-s

quale

J

annaccone,

rif

e

r

e

ndosi

ad

uno

dei

maggiori

rappr

ese

ntanti della

scuola storica, Gustavo

Schmoll

er

rilevava

infatti

come

«

l

e

opere

d

escr

ittiv

e

cad0110

as

-sa

i facilm

e

nt

e

in un dif

e

tto di forma

o

di

misura, d

e

l

quale

il Trattato d

e

llo Schmoll

er

non

è

certo

immun

e:

que

ll

o

di

esse

r

e

troppo ma

ss

ic

cio e

ridondante.

Il

ma-t

e

rial

e

raccolto

,

non

esse

ndo domin

a

to da un prin

c

i-pio

unificator

e e

non dov

e

ndo

servire a dimostrazioni

precise,

fini

sce

per

di

ven

tare fin

e a

stesso e

dila

ga

da

og

ni part

e

»

. Si

r

i

l

evi

tutta

via

che

l'

osservaz

ion

e, v

i

o-l

en

t

eme

nt

e

sottolineata

ed

ampliata

da

gli

avversari

della

scuola storica,

non ultim

o

il

Meng

er,

può

esser

posta

in un

a

più

serena prospdtiva pensando alla

ric-chezza

di dati

storici offerti

a

lla

sociologia

da

queste

o

per

e;

molti

e

l

e

m

en

ti

econo

micam

ente

n

on

significativi

lo div

e

nt

ano

indir

e

ttam

e

nt

e

con il

l

oro co

ntributo

vir-tual

e

alla costruzione

di quella Sociologia di

cui

l'Eco-nomia

è parte.

Quando

si

limiti invec

e

lo

sguardo alla

Economica

non

si

può in

ve

ro non

condividere il pensiero

d

e

l

Riferimenti

Documenti correlati

(foto Tornei).. Un tratto della costiera Punta de la Pierre; Punta Garin, visto d a lla f oresta della Sylvenoire. Tuteo questo versante della valle di Cogne è

0. Materie prime non combustìbili. Combustìbili minerah', lubrificanti e simili.. Orientamento della politica commerciale. Problema ili concorrenza per le esportazioni dei

lavoro di indubbia utilità per chi deb- ba lavorare nel settore delle vendite sul mercato statunitense, percbè of- fre un quadro ricco e documentato delle

5) Inconlro dei dlrigenh delle Camere di Commercio daliane ,,11'eslero con gli operalor i torines i. 6) Comitalo vilivinicolo regionale piemontese. Informazioni e

O gni rilievo o quesito da parte delle impr ese sarà dal- le Camere di Commercio racco l to e trasm esso alla ri- spettiva Unione Nazionale, la quale a sua

difensore delle armonie &lt; ntropico- architettoniche di un tempo dC\l' augurarsi che rombanti scavatrici spazzino via quanto di \&#34;t'echio, di sporco, di

guarda al futuro Il Cav. del Lavoro Giuseppe SoHietti, fondatore delle Watt Rad io di Torino e Vice Presidente della A.N.I.E. Dal lato t ec nico- cos trutti vo,

che abbiamo ricordate. CRONACHE ECONOMICHE \15.. Cosa sulla quale ovviamente non ci tro- viamo d'accordo: siamo interessati alle Scuole profes- sionali e se dobbiamo