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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.14 (1887) n.697, 11 settembre

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L’ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE INTERESSI PRIVATI

Anno XIV - Vol. XVIII

Domenica 11 Settembre 1887

N. 897

A N A R C H I A B A N C A R I A

( a l l a N uova A n to lo g ia )

« N essuno si è dato pensiero, nessuno si è curato « dello sialo di anarchia lancaria nudrito e coperto « dalla legge del 30 Aprile 18 7 4 e dalla cecità e « debolezza di quelli che si sono adoperati a per­ le petuarla. »

Q ueste parole abbiam o lette assiem e a m olte altre gravissim e affermazioni nel Bollettino finanziario della

Nuova Antologia fascicolo del I .° S ettem bre 1887.

La m eraviglia nostra deve essere condivisa dai let­ tori deh’Economista non solo, m a anche da quelli della rispettabile rivista rom ana. La Nuova Antolo­

gia che arriva a chiam are lo stato attuale una an a r­

chia bancaria prodotta dalla legge del 1874 e chiam a ciechi e deboli quelli che quella legge hanno di­ feso e difendono! — La Nuova Antologia che, non più tardi di qualche mese fa, pubblicava quei sonori arti­ coli dell’on. Luzzatti dai quali erano chiam ati « miopi » quelli che non giurarono nella bontà della legge del 1 8 7 4 e la attuale condizione bancaria era indi­ cata al mondo come un esem pio di fortunata sapienza del popolo italiano, ed i direttori delle B anche erano raffigurati tanti apostoli « raccolti in cenacolo ! »

Les dieux s’en vont ! — bisogna esclam are se la Nuova Antologia non rispetta più l’ oracolo degli

oracoli, l’ on. Luzzatti, e si ribella al suo verbo e lo critica così acerbam ente ! Noi ci felicitiam o gran­ dem ente della conversione, e siam o lietissim i di po­ ter notare che a poco a poco la nostra voce non è più la sola che si sollevi contro gli idoli. P e rò la

Nuova Antologia ha gravissim o torto quando esclam a

che nessuno si solleva contro la legge 3 0 A prile 1874 ; non solam ente essa dim entica che 1’ Economista è punto tenero di quella legge, non ha cessato per molti anni di dim ostrarla fondata sull’ e rro re , ma lo scrittore della rivista rom ana m anca anche di m em oria verso sè stesso, poiché dim entica che in qualche occasione egli ha difesa quella legge contro le nostre osservazioni.

Noi però non sappiam o invero che cosa voglia la

Nuova Antologia. La Banca u n ic a ? — F o rse tra le

rig h e si può credere che questo sia il suo desiderio ultim o ; ma quanta cura nel celarlo ! quanta cura anzi nel far credere che diverso sia il suo concetto! A nche I’ on. M agliani vuole la Banca unica, si afferma da chi lo avvicina intim am ente, ma m algrado q u e ­ sta sua convinzione presenta det progetti per la plu­ ralità delle banche e forse per la libertà delle b an ­ che e spende il suo lucido ingegno alla difesa di prò

-getti e di idee che sono contrari alla sua convin­ zione. _ anche il com m . G rillo vagheggia la Banca U nica, ma d urante la sua am m inistrazione le B anche m inori si fortificarono e crebbero col suo aiuto, ed il Banco di Napoli acquistò quella forza così form ida­ bile che oggi dim ostra ; la Banca T oscana è d iv e n ­ tata uno strum ento che orm ai ha v ita propria. Noi, dell’ Economista, che tante volte siam o stati ono­ rati dallo scrittore della Nuova Antologia col titolo di dottrinari, noi abbiam o difesa a viso aperto la B anca U nica, e continuiam o a sostenere che è ia sola soluzione possibile per ripristin are alla altezza del passato il credito italiano e per m etter fine a quello stato di cose che la Nuova Antologia chiam a « a n a r­

chia bancaria. » .

Certo che desiderando noi la Banca unica la vor- rem m m o forte, e cosciente della propria forza, non già fiacca e sem pre pronta a sacrificare i propri in­ teressi per quelli degli a l t r i ; —- certo che noi vo r­ rem m o una Banca unica non già tutta preoccupata nel vano sforzo di conquistare le sim patie p arlam en­ ta ri o di sopire le antipatie, ma fidente dei servigi che può prestare e che ha prestati allo Stato e so­ prattutto padrona e guida del credito nazionale di

fronte all’estero. . .

Ma per ottener questo ci vogliono altri uom ini ed altro concetto del proprio dovere e della propria responsabilità. È necessario che quei periodici i quali — com e talvolta la Nuova Antologia, intendono esprim ere il pensiero intim o di chi ha tanta influenza nelle cose del paese, non si lascino a ttra rre nè dalla idolatria verso gli uni, nè dal dispetto verso gli altri. Il com pito di illum inare 1’ opinione pubblica in m aterie così delicate deve avere p er base la co­ noscenza delle questioni che si discutono, ma non può essere raggiunto che dalla oggettività della trat­ tazione. I tentennam enti, gli scatti, gli entusiasm i a freddo ora per un concetto, ora p er u n altro, n u o c­ ciono alla causa a cui p u r si v o rrebbe portare difesa. Così la Nuova Antologia si m ette in grave con­ traddizione e contribuisce a luorviare la pubblica opinione, quando nella stessa pagina vuol m ettere in ridicolo coloro che, com e l’Economista, biasim a­ rono la eccedenza della circolazione ed il modo con cui si perm ise fossero form ate le riserv e delle B an­ che, ma poi dichiara di « pensare che le Banche non avrebbero dovuto uscire dai lim iti im posti dalla legge e crede necessario che esse facciano del loro m eglio per rien trarv i. »

Noi com prendiam o benissim o che la Nuova An­

tologia ha scritto quei periodi sotto' la dolorosa im ­

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che di em issione, com prendiam o anche che debba crucciarle il p revedere che il nuovo progetto si a l­ lontanerà probabilm ente sem pre più da quei criteri che soli p o trebbero ancora rialzare il credito ita­ liano e m etterlo in grado di sup erare le gravissim e crisi che lo attendono pur troppo. Ma, lo creda a noi la Nuova Antologia, per raggiungere uno scopo è necessario prim a di tutto sapere ciò che si vuole e poi volere ciò che si sa di desiderare.

F ino a che però la Nuova Antologia pubblicherà i ditiram b i dell’on. Luzzatti sulla legge del 1 8 7 1 per poi ch iam ar ciechi e deboli coloro che quella legge difendono, i lettori di buon senso, so p u r si con­ vinceranno che esiste in Italia l’ anarchia ban caria, sospetteranno che esista anche una anarchia di altra specie nella redazione della reputata rivista rom ana.

IL COMMERCIO 01 VENEZIA

È stato di recente pubblicato il consueto rapporto annuo del Com itato Statistico della Cam era di Com­ m ercio ed Arti di Venezia, riferibile alla navigazione e al com m ercio di q uella città nell’ anno 18 8 6 , ed approvato dalla C am era stessa nella seduta 21 luglio scorso.

È un grosso fascicolo di non meno di 170 pagine, di cui una quindicina costituisce il rapporto p ro p ria­ m ente detto e il rim anente è occupato da molti e particolareggiati prospetti num erici. Rim andando a questi ultim i coloro che sui particolari abbisognas­ sero di cifre precise, diamo u n ’occhiata alla sintesi condensata nel Rapporto, dal quale prenderem o an ­ che alcune grosse cifre riassuntive.

Nel m ovim ento della navigazione in quel porto vi fu una dim inuzione com plessiva nel num ero delle navi e nell’ am m ontare del tonnellaggio. E ntrarono 189 9 bastim enti a vela e 708 a vapore, ossia 100 velieri di più e 2 2 5 piroscafi di m eno che nel 1885. Ne eseirono 189 6 a vela e 707 3 vapore, ossia 120 velieri di più e 2 5 0 piroscafi di meno che nel predetto anno. In confronto del quale, il tutto insiem e delle tonnellate in entrata, per le due categorie di bastim enti, che nel 1886 fu di 731,225, segna una dim inuzione di 93,0 6 6 , m entre il totale di quelle in uscita, che nel 1 8 8 6 fu di 7 3 2 ,7 4 0 , segna una dim inuzione di 9 0 ,2 7 8 . — È un poco strano il cresciuto movi­ m ento di velieri contem poraneo a quello scem ato dei piroscafi, ora che il vapore si va dappertutto sosti­ tuendo alla vela.

Ciò non ha im pedito un aum ento nella quantità delle m erci im portate ed esportale per la via di m are. — M entre nel 1885 essi am m ontavano in e n ­ trata a quintali 6,6 7 8 ,3 3 4 , ed in uscita a 993 ,9 5 8 nel 1 8 8 6 ne en trarono quint. 6 ,8 4 5 ,0 4 5 , e quin­ di 166,711 in p iù , e ne uscirono 1 ,0 6 6 ,7 9 7 , cioè 7 2 ,8 3 9 p arim ente in più.

Bisogna poi aggiungere i trasporti per le vie di terra e fluviali, per le quali entrarono nel 18 8 5 quin­ tali 2 ,3 5 9 ,7 7 9 e n el 1886 qu iu t. 2,460,218, con un aum ento di 1 0 0 ,4 3 9 , e uscirono nel 1885 quin­ tali 4 ,7 8 3 ,6 3 7 e nel 1886 quint. 4 ,8 8 0 ,9 0 4 , con un aum ento di 9 7 ,2 6 7 .

T irate le som m e, tra tutte le vie di com unicazione si ebbe nel 1 8 8 6 una entrata di qu in t. 9 ,3 0 5 ,2 6 3 e una uscita di 5 ,9 4 7 ,7 0 1 , ossia aum ento com plessivo

di 26 7 ,1 5 0 in entrata e 170 ,1 0 6 in uscita, in con­ fronto dell’anno precedente.

Da siffatto increm ento del traffico la Cam era di C om m ercio trae buoni auspici, m assim e pel fatto che ebbe luogo in quell’ anno 1886 in cui le con­ dizioni sanitarie del paese e le conseguenti m isure di precauzione danneggiarono il traffico stesso fino ad arrenarlo quasi del tutto p e r alcuni mesi. « E se le conseguenze, dice non furono peggiori di quanto si poteva supporre, ciò devesi ascrivere solam ente a quell’ increm ento com m erciale che va da qualche anno, sia pure in modo le n to , verificandosi, e del quale abbiam o sem pre con lieto anim o fatto cenno nei nostri precedenti rap p o rti. »

Le m erci di cui sopra essendo state calcolate del vai. di L. 234,1 1 8 ,3 2 7 nell’entrata e di L. 197,6 3 3 ,6 9 8 nell’ uscita, risulta nel valore com plessivo una dim i­ nuzione di L . 2 1 ,5 9 8 ,1 1 0 . Ma essa, nota la C am era, non deve im pensierire, poiché i valori non possono of­ frire un esatto criterio sull’ andam ento com m erciale di una piazza, variando i prezzi in guisa da dare talvolta risu ltati apparentem ente m eschini anche se il traffico sia stato, com e questa volta, in aum ento.

Delle cause della m aggiore o m inore entrata od uscita di alcune tra le principali m erci vien fatta nel Rapporto una breve analisi, che seguirem o in modo anco più succinto.

D im inuita l’im portazione del vino e degli spiriti Del vino, perchè il generale abbondante raccolto rese m inore la consueta richiesta di v in i delle provincie m eridionali. Degli spiriti, perchè l’aum entato dazio non perm ette alle fabbriche estere di fare concorrenza alle Nazionali, e determ inò d’altronde nel 1885 una vi­ stosa im portazione preventiva.

C resciuta, al contrario, l’ im portazione dei grani, nelle provincie venete il raccolto essendo stato infe­ rio re alla m edia.

F u scarsa quella del caffè e dello zucchero. Del caffè la solita causa dell’ aum entato dazio non solo im pinguò i depositi, ma pare abbia fatto anche sc e­ m are alquanto il consum o. È probabile per altro che abbia a notarsi nella statistica dell’ anno ora in corso una ripresa di lavoro, visto che s e n e hanno indizi fino dagli ultim i mesi del 18 8 6 . Q uanto allo zucchero, i depositi locali ne furono presto a lle g g e riti, m a 'la concorrenza che le raffinerie nazionali fanno a quelle estere restringe per quest’ ultim e la capacità dei nostri m ercati.

P arim en te alla aum entata produzione nazionale la Com m issione attribuisce la m inore im portazione di

filati e di tessuti; m entre ritiene che a quella dei cotoni che è cresciuta, abbia dato luogo non solo la

speculazione determ inata dai bassi prezzi del 18 8 6 , m a anco l’aum ento di nu m ero dei cotonifici a cui la piazza di V enezia fornisce la m ateria prim a.

Il sem pre crescente sviluppo delle industrie pae­ sane produsse un m aggior consum o di carbone in ­ glese, determ inando perciò una m aggiore im porta­ zione dalla parte di m are e una m aggiore uscita al- l’ interno.

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variabile più delle mode fem m inili, per evitare so ­ verchie oscillazioni nei profitti d’uria in d u stria che dà pane alla parte più povera della popolazione, non dovrebbero in Venezia pensare ad usufruire quegli sbocchi com m erciali che si vanno aprendo m an m ano in lontani paesi, e intro d u rre od estendere l’ uso delle conterie presso popoli,m agari meno civili, ma anco m eno schiavi de’ capricci della moda ? — Ci perm ettiam o form ulare questo m odesto suggerim ento, di cui altri forse, chi sa?.... sta già apparecchiando l’applicazione.

D im inuì l’ im portazione dei metalli, stante l’ alto prezzo che hanno all’estero. Ma nel confronto coi •1885 la dim inuzione apparisce anche m aggiore, per­ chè in detto anno si im portò molto acciaio lavorato per sostituire con binari d’acciaio i binari vecchi delle ferrovie.

L ’ im portazione dell’ olio d'oliva, dim inuì di 2190 quin tali, perchè la terraferm a si provvede ora nella piazza di T rieste, d’onde vien introdotto nel Regno dopo essere stato adulterato con olio di cotone. M an­ cano ai confini i mezzi chim ici di scoprire la frode, e la Cam era di Com m ercio chiede al G overno prov­ vedim enti in proposito. Al contrario crebbe di 36,407 quintali l’esportazione dell’olio sedicente d’o liva, ma adulterato, come si è detto.

Nel 1886 non fu im portato petrolio di Russia, non essendovi convenienza a m otivo delle enorm i spese di sbarco. Inoltre le tariffe ferroviarie, più favorevoli ad altre piazze, tolsero a Venezia la pos­ sibilità del traffico di tale articolo per la G erm ania e la Svizzera. Ma la C am era di C om m ercio prevede che in seguito il m ovim ento del petrolio di Russia in transito per Venezia avrà uno sviluppo conside­ revole per effetto della concessione dei depositi nella Stazione M arittima a favore d ’una Ditta della città. C he un vasto deposito di petrolio alla Stazione Ma­ rittim a, la quale è anello di congiunzione tra il p i­ roscafo e la ferrovia, faccia risparm iare le forti spese di sbarco e traversata della città, lo intendiam o ; ma, stando alle prem esse, non crediam o punto spiegato com e si vincerà l’ostacolo delle tariffe ferroviarie. — Un altro punto ci resta poco chiaro. La C am era, m entre è lieta di poter prevedere il risorgim ento anche del detto ram o di com m ercio, deplora « l’im ­ possibilità in cui si fu d’ im pedire una specie di monopolio, che se avvantaggerà sotto un punto di vista la nostra piazza, lascierà difficilm ente l’adito a quella concorrenza da cui traggono vita gli stessi traffici e beneficio grandissim o i consum atori. » P e r­ chè? F orse perchè una sola è la Ditta a cui i locali pei depositi sono stati concessi? E d era ciò in ev i­ tabile e lo sarà anche in seguito? T eneri com e siam o degli interessi dei consum atori, avrem m o voluto che questo punto fosse chiarito m aggiorm ente.

11 m inorato m ovim ento nelle pelli greggie e lavo­

rate dipese da fallim enti di conciatori e dal m inore

com m ercio colla Lom bardia, stante la concorrenza fatta da un’altra piazza italiana (certo G enova) che può im portarle con più m ite spesa di noli, perchè ha linee proprie di navigazione.

S u quest’ultim o fatto direm o qualcosa più innanzi. M aggior m ovim ento nei pesci secchi, preparati,

salati e freschi, causa le im portazioni dall’Africa

e l’abbondante pesca in Sicilia. D im inuito solo nelle aringhe e negli am m arinati, sui quali l’A ustria e la G erm ania hanno imposto forti dazi.

S carsa im portazione di semi oleosi. Q uella degli

zolfi poi è orm ai in dim inuzione progressiva, forse

anche perchè le alte tariffe ferroviarie n e inceppano il transito p er la G erm ania, m a più probabilm ente perchè da qualche anno vanno sorgendo nuove raf­ finerie in Sicilia, le quali assorbono g ran parte del lavoro che Venezia ed altre città avevano prim a.

Questi sono gli articoli sui quali la C am era di Com m ercio, com m entando i prospetti statistici, fa una speciale disam ina. Essa nota con giusta co m ­ piacenza che il traffico anche nel 1 8 8 6 ebbe sia p u re in lieve m isura, un com plessivo increm ento, m algrado le disposizioni q u arantenarie, contro le quaii a buon dritto scaglia vivaci parole. E non ha torto nel riprom ettersi un increm ento assai m aggiore quando l’uso, o meglio l’abuso, di cotali disposizioni cessi, com e pare a noi che venga cessando, alm eno a grado a grado, ogni anno.

Ma da altre cose ancora se lo rip ro m e tte : dal P unto F ranco stabile — ora ve n ’è uno provvisorio — che tra d ue anni sarà un fatto co m p iu to ; dalle riduzioni dei noli ferroviari e m arittim i, che favo­ rira n n o in special modo il transito dei cereali ; dal com pletam ento della stazione m arittim a, già in corso di lavoro; dalla recente legge per il porto di Lido; dallo sviluppo che il M inistro della M arina intende d are all’A rsenale ; dalle future linee ferroviarie che abbrevieranno la distanza tra V enezia e i principali centri di com m ercio, e da alcu n e d’interesse regio­ nale, per esem pio la linea in progetto M estre-C a- slelfranco-B assano ; finalm ente dagli opifici indu­ striali sorti di fresco nella città e nella provincia con capitali e am m inistrazione di veneziani.

V ede perciò l’avvenire abbastanza roseo e con­ clude col g rid o : sem pre avanti, V enezia!

E noi pure vorrem m o term in are, ripetendolo com e facciam o. — Ma perchè non sia soltanto platonico l’ interessam ento che prendiam o alle cose di quella città, tenterem o di abbozzare due m odesti suggeri­ m enti.

Uno concerne il contenuto di questi R apporti annui, dei quali più volte abbiam o avuto occasione di lodare l ' accuratezza e il carattere interessante. G radirem m o tro v arv i qualcosa di più intorno alle in d u strie locali, di cui quella benem erita C am era certo non si lim ita a raccogliere le notizie, m entre siamo anzi sicuri eh’ essa porge loro inoltre quell’ appoggio, quegli aiuti indiretti che si addicono alle sue attribuzioni. — Ci piacerebbe vedere riferiti m aggiori particolari sullo svolgim ento che le più im portanti in d u strie hanno avuto nel corso dell’ anno, su quello prevedibile che sono per avere, sulle difficoltà che incontrano, sui con­ sigli da seguirsi p er su perarle, alm eno secondo il pai re re di un consesso così com petente com e è la C am era stessa. S ta b ene un am pio resoconto sul m ovim ento del com m ercio e della navigazione, m a bisogna ri­ cordarsi e h ’essa si intitola C am era di Com m ercio

ed arti.

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della concorrenza da un m om ento all’altro m aggiore o m inore sulla linea che unisce due porti. In quanto alle linee proprie, una città m arittim a non può im­ provvisarle, se si tratta di istituirle m ediante C om ­ pagnie di navigazione proprie, quando di queste non ne possegga. È più facile procuri d’ ottenere di d i­ ventare testa di linea negli itinerari delle Compagnie già esistenti, e allora per Venezia l’occasione non do­ vrebbe m ancare.

Nei mesi di aprile, m aggio e giugno scorsi ci siam o ripetutam ente occupati dei servizi postali e com m erciali obbligatori istituiti m ediante Convenzioni collo Stato, e della necessità cbe vi sarebbe di ri­ form arli razionalm ente senza aspettare la scadenza delle Convenzioni, cbe ha luogo fra più di quattro anni. Venezia deve tener fisso lo sguardo non più soltanto al prossim o, ma all’ estrem o O riente. Non sarebbe necessario che vi facessero capo alcune di quelle linee del Mar Rosso, delle Indie e della China che ora fanno tutte capo a G enova? O r bene, per una sollecita riform a dei servizi postali e com m er­ ciali m arittim i italiani, unisca la Cam era di Com ­ m ercio alla nostra voce la sua più autorevole, e non protranno cbe affrettarsi quei vantaggi che a Venezia ne devono risu lta re e che prim a o poi le spettano.

QUESTIONE D’ ARITMETICA

( a l l a Tribuna)

I lettori vorranno perdonarci se da qualche tempo sono frequenti i nostri articoli di critica sopra q u e ­ stioni che veram ente non dovrebbero m eritare cbe vi si spendesse sopra tem po e fatica, ma crediam o che sia sem pre utile m ostrare al pubblico con quanta leggerezza alcuni discutano di quello che evidente­ m ente non sanno.

La Tribuna si è sem pre occupata volentieri di cose ferroviarie e durante la discussione delle Con­ venzioni di esercizio ha sostenuto, com battendole, una lotta veram ente strenua. F u perciò appunto che era o parve essere 1’ organo di persone com petenti in siffatto argom ento, e' che con una certa curiosità si attendeva quale potesse essere la conclusione finale deila recente seconda cam pagna intrapresa dalla

Tribuna contro le convenzioni.

Nel riam erò del 7 corrente il giornale rom ano espone infatti una idea « che da tem po gli m ulinava p e r il capo, e che s ’è venuta m aturando duran te le polem iche ferroviarie di questi giorni. »

Q uesta idea consiste nel suggerim ento di « aprire un concorso per la concessione — verso una modica garanzia chilom etrica — di tutte le linee ancora da costruirsi, in base alle leggi esistenti. »

Noi non discuterem o questa idea, poiché i lettori ricorderanno che in parecchi articoli abbiam o a lungo trattato l’argom ento, m anifestando il convinci­ m ento che fosse sotto ogni aspetto conveniente di rito rn are al sistem a delle concessioni. La Tribuna ora accoglie questo concetto che l’Economista prim a, il Popolo Romano poi, hanno messo avanti e vi ag­ giunge di suo « l'apertura del concorso » — il che non sarebbe gran m ale, se il giornale di R om a non

m ostrasse avere idee e speranze, che sono pu r troppo in contraddizione con alcuni problem i elem entari di aritm etica.

Oggi, dice la Tribuna, non siam o più nelle condi­ zioni econom iche del passato, il nostro credito è m igliorato e basta avvertire che « il capitale —

« quello stesso capitale pel quale il G overno delle

« Convenzioni paga il 3. 74 Olo dopo aver dato il

« pegno — è offerto all’ estero al d u e d e e c e n t o,

« e si trova a 4 m iliardi, per tagliare l’istm o di P a ­ ti nam a, o per costruire delle ferrovie nel Senegai. »

Ora la Tribuna deve sapere che le ultim e em is­ sioni delle obbligazioni di Panam a p e r 400 m ilioni avvennero alle seguenti condizioni : si em isero ob­ bligazioni di 10 0 0 lire (m ille lire) al saggio di 440 lire (quattrocento quaranta lire) coll’ interesse di lire 50 (lire 3 0 ) l’anno pagabile sem estralm ente.

T renta lire l’anno per 4 4 0 rappresentano u n in ­ teresse superiore al 6 ,8 0 per cento, a cui, aggiungendo la quota per il m aggior rim borso capitale da 440 a 1000 lire, si ha com plessivam ente che il capitale all’ Istm o d i Panam a costa circa l’o t t o p e e c e n t o.

Noi speriam o che il progettista della Tribuna non sarà mai chiam ato a risolvere il problem a delle co ­ struzioni, ma ad ogni m odo non sarà m ale che frat­ tanto rivegga un poco quelle operazioni aritm etiche,che si chiam ano le regole d’interesse. Si priverà della soddisfazione di m eravigliare il suo pubblico con raffronti così m eravigliosi, ma in com penso ne gua­ dagnerà la serietà della discussione e la m aturità delle sue idee.

Il commercio italiano neiranno 1886

IL

Passiam o alla esportazione n ell’A u stria-U n g h eria dall’ Ita lia ; essa rappresenta una som m a di 160 m i­ lioni ’) cioè appena il 70 per cento della im porta­ zione; ecco però in qual modo si d iv id e :

1 V in o ... L . 613,000 14 Sem e d i b a c h i d a

2 O li...-..* 8 ,389,000 seta e b o z z o l i.. . L . 2 ,2 5 3 ,0 0 0

3 T a r ta r o e fe c c ia 15 S e ta t r a t t a e t o r t a . . » 15,653,000 d i v i n o ... » 633,000 16 C asca m i d i s e ta . . . » 541,000 4 F ia m m if e r i...» 270,000 17 T e s s u ti e la v o r i d i 5 M e d i c i n a l i . . . 822,000 s e ta ...* 1 ,6 3 1 .0 0 0 6 S a p o n e ... » 269,000 18 L egno c o m u n e . . . . * 998,000 7 L e g n i , ra d ic h e , 19 B o tt i... ... * 463,000 foglie, in d a c o .. » 838,000 20 R a d ic h e e sp azzo le» 1 ,7 8 2 ,0 0 0 8 C a n a p a , lin o , j u t a 21 Treccie d ip a g lia . . » 1,4 5 6 ,0 0 0

g reg g i... » 3 .3 5 7 ,0 0 0 22 C a r ta ... ... » 670,000 9 F ila ti d i c a n a p a e 23 P e lli c r u d e ... » 2 ,7 0 2 .0 0 0 l i n o ... . . . * 621,000 24 P e lli c o n c ia te . . . * 733,000 10 T e s s u ti e la v o r i 25 M a r m i ...* 748 000 d i c a n a p a e lin o » 964,000 26 L a te r iz i... * 2,1 5 1 ,0 0 0 11 Cotone in bioccoli* 5 ,0 2 7 ,0 0 0 27 Z olfo...» 671 000 12 L a n e la v a te e su - 28 V e t r i ... » 1 .1 1 7 ,0 0 0

d i c i e ... » 792,000 29 G r a n a g li e ...» 2,0 3 6 ,0 0 0 13 F ila ti e te s s u i d i 30 C asta g n e e p a ta te » 935,000 l a n a ...* 510,000 31 R i s o . . . ... » 5 ,2 9 8 ,0 0 0

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32 F a r i n e ...L . 378.000 38 B o v in i... L . 319,000 33 A r a n c i e li m o n i.. . » 3,923,000 39 S u i n i ... * 811,000 34 U v e ... 1,3 7 4 ,0 0 0 40 P o lla m e ... » 1,7 8 5 ,0 0 0 35 M an d o rle n o ci e 41 U o v a d ì pollam e» 3,8 0 2 ,0 0 0 f i c h i ... » 5,8 6 5 ,0 0 0 42 P e s c i ... » 1,220,000 36 L e g u m i e d ortag g i» 1,758,000 43 B u r r o e form agg.» 1,273,000 37 C a v a lli m u li ed 44 C o rallo ...» 1 ,739,000

a s in i... » 445,000 45 M e r c e r ie ...» 444,000

La nostra esportazione adunque verso l’A ustria si limita a m eno di una cinquantina di voci e rap­ presenta circa i l milioni di m ateria prim a, canapa lino, juta, greggi, lana lavata e sudicia, sem e di bachi da seta e bozzoli, legno com une, pelli crude. Negli altri ISO milioni circa di nostra esportazione troviam o circa 25 milioni di prodotti agricoli, g ra ­ naglie, riso, farine, agrum i, legum i, ortaggi, burro form aggio e pollame, onde rim angono circa 125 m i­ lioni dai quali, detratto il cotone in bioccoli, per 5 mi­ lioni e qualche altra voce di m inore im portanza, r i­ mangono 100 milioni di prodotti m anufatti che noi m andiam o nell’A u s'ria-U n g h eria. Ma abbiam o veduto nel num ero precedente che la im portazione dall’A u­ stria di prodotti m anufatti nel vero senso della pa­ rola, si limita a 60 m ilioni, per cui risulterebbe chiaro che a parte gli scam bi che hanno un c a r a t­ tere, direm o quasi sem plicem ente com m erciale a vantaggio dei due paesi, rim angono per i prodotti m anufatti circa 60 m ilioni che noi riceviam o dal­ l’A ustria—U ngheria e circa 100 che noi m andiam o ad essa.

Sappiam o benissim o che queste cifre sono appros­ sim ative e suscettibili quindi di qualche rettifica, m a ci pare bastino a dim ostrare che erano in erro re coloro i quali, osservando ie cifre del nostro com ­ m ercio dai confini orientali, hanno afferm ato che il trattato vigente favoriva più la esportazione austriaca che non la esportazione italiana.

Certo la im portazione dell’A ustria U ngheria è di circa 30 m ilioni, ma lo si deve a due voci, le quali nulla hanno che vedere sulla concorrenza in d u ­ striale e sono il legno rozzo e le granaglie. In quanto alla esportazione, essa è andata aum entando (spe­ cialm ente se va corretto nel senso da noi supposto l'e rro re ritenuto nella nota precedente) ed aum enta anche in alcuni prodotti m anufatti.

Conviene adunque diffidare molto delle conclu­ sioni che si traggono da una lettura superficiale delle cifre del com m ercio, e diffidare più ancora delle prom esse che qua e là si fanno sugli effetti di nuovi trattati e di nuovi dazi.

La nuova tariffa im pedirà alcune delle im porta- i zioni dall’A ustria ma si potrà am m ettere che l’Au- I stria non esiga in com penso di intralciarle qualcuna delle nostre produzioni, specialm ente se potrà dim o­ stra re che cogli attuali trattati la bilancia del com ­ m ercio di concorrenza fu più favorevole a noi ?

IL REGOLAMENTO

per l ’esecuzione della legge sul Credito agrario

Il 23 gennaio del co rrente anno veniva p ro m u l­ gata la legge sul Credito A grario e, a breve di­ stanza di tem po, il M inistero di A gricoltura In d u stria

e Com m ercio nom inava u n ’apposita com m issione col­ l’incarico di com pilare il regolam ento relativo. Dei lavori di questa Com m issione ci viene data contezza in uu volum e di Annali del Credito e della P re v i­ denza recentem ente pubblicato dal suddetto Mini­ stero.

Il regolam ento, così come venne preparato dal Sig. A.' Monzilli, D irettore della D ivisione industria, com m ercio e credito e poi modificato e votato dalla Com missione, si divide in otto titoli, i quali rispetti­ vam ente trattano : dei prestiti e dei conti correnti ag rari, dei m u tu i ipotecari per m iglioram enti ag ra ri, dell’ esercizio del credito agrario e delle cartelle agrarie, della creazione ed em issione delle cartelle, del trasferim ento tram utam ento e rilascio dei d u ­ plicati delle [cartelle agrarie, del rim borso delle c a r­ telle, della vigilanza governativa e delle disposi­ zioni transitorie.

N aturalm ente non intendiam o di d ar conto di tutti questi punti, ma ci accontentiam o di toccare so l­ tanto di alcuni fra quelli che hanno dato luogo a più lunga e viva discussione. E procederem o n e l­ l’ordine medesim o con cui il regolam ento è com pi­ lato, perchè la Com m issione ritenne opportuno om et­ tere la discussione generale per risparm io di tem po e per non ripetere ciò che già era stato detto al mo­ m ento della votazione della legge sul credito agrario.

Come abbiam o detto, il titolo"primo tratta dei p re ­ stili e dei conti correnti agrari.

Comincia l’articolo prim o a d eterm inare le in d i­ cazioni che-deve contenere l’alto costitutivo del p ri­ vilegio consentito ai prestiti o conti correnti ag rari, quali l’indicazione precisa delle qualità del m u tu a­ tario, cioè se proprietario, conduttore, mezzaiuolo o colono parziario, la descrizione dei prodotti e oggetti dati in garanzia, la relazione giuridica in cui questi si trovano col m utuatario , la espressa costituzione del privilegio, la enunciazione della som m a del d e ­ bito, il saggio di interesse pattuito e la destinazione della som m a stessa, l’ indicazione se il privilegio è costituito a garanzia di cam biali o di conti correnti.

Q uest’articolo venne approvato salvo piccole m u ­ tazioni di form a così com e era proposto. Lo stesso deve dirsi del su sse g u en te, il quale stabilisce che, ove le cose soggette a privilegio siano assicurate nel contratto, potrà stipularsi la cessione a favore dell’I­ stituto creditore del diritto a percepire direttam ente l’indennità derivante dall’assicurazione pel principio, ben noto in giurisprudenza, che il prezzo succede in luogo della cosa: ma le indennità pagate dagli assi- curatori potranno anche col consenso dell’ Istituto e le debite cautele essere restituite al debitore per r i­ parare le perdite o il deterioram ento subito.

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era una conseguenza. S’arriva così all’articolo 8 il ;| q u ale, secondo il proponente, im portava nel Mini­ stero il diritto di fissare ogni anno il saggio del­ l’interesse, ma in una m isura non mai inferiore del - l’I per Ojo al saggio medio di interesse praticato du- I rante l’anno dagli Istituti di em issione. Su questa di­ sposizione la discussione fu vivace. A rgom entava il Monzilli da una parte che il legislatore vuole favorire il debitore e, siccom e il saggio norm ale è dato dagli Istituti di em issione,così quel favoresi deve tradurre in una riduzione del saggio richiesto da questi Isti­ tuti; ina notavasi d’altra parte,specialm ente dall’un. Luz- zatti, che mal si può pretendere l’uniform ità dei sag­ gio dell’ interesse in un paese vasto com e il nostro, e data la varietà delle condizioni locali e delle circostanze in cui caso per caso viene fatto il pre­ stito : ostinarsi nel saggio unico è non favorire, ma u ccidere il credito, perchè niuuo può essere costretto a dare il suo denaro per m eno di quanto vale ; gli Istituti sceglieranno altre operazioni più vantaggiose e abbandoneranno quelle di credilo agrario. L’a rti­ colo contestato non si poteva però del tutto abolire, perchè la legge del 15 gennaio vuole l’ intervento del G overno nella fissazione del saggio di interesse; perciò bisognava accontentarsi di m odificarlo e si pro­ pose che la determ inazione di detto saggio si faccia con decreto del M inistero di A gricoltura dbiccordo con quello delle finanze sopra proposta dei singoli Isti­ tuti e tenuto conto delle condizioni locali. A meglio precisare il significato della m utazione, l’on. Luzzatti faceva poi votare anche, a guisa di com m ento, un ordine del giorno nel quale la Com missione consi­ glia al G overno di lim itare l’esercizio di questa sua facoltà ad una ricognizione, tranne in casi strao rd i­ n ari ed eccezionali.

A proposito del secondo titolo che tratta dei m u­ tui ipotecari per m iglioram enti ag rari, non ebbe luogo nessuna discussione di principii e quasi tutto si li­ m itò a correzioni di form a, intese a fare com pren­ dere negli scopi su cui il credito agrario è concesso, casi che a prim a vista parevano esclusi e che pure sono di cospicua im portanza nella economia agricola di questa o quella regione, e mutazioni in provve­ dim enti di dettaglio indirizzati al fine di evitare gli abusi possibili nelle operazioni in discorso. In occa­ sione dell’articolo 24 che dà le norm e per la d e te r­ m inazione del saggio dell’interesse nei m utui ipote­ cari si risollevò la questione già sorta a proposito dell’interesse dei crediti in cambiali e conti correnti, ma naturalm ente si decise anche questa volta s e ­ condo i voti dell’on. Luzzatti, rim andando alla di­ sposizione già votata nel titolo precedente.

C irca all’esercizio del Credito agrario e alle C ar­ telle ag rarie di cui tratta il terzo titolo, ecco le principali conclusioni a cui è venuta la C om m is­ sione : tanto le Associazioni m utue di proprietari che gli Istituti di em issione ed i Monti frum entari deb­ bono, qualora vogliano esercitare il credito ag ra­ rio, chiederne autorizzazione al M inistero, au to riz­ zazione che questi concede quando abbia accer- ! tato l’ adem pim ento delle prescrizioni della legge e del regolam ento. La facoltà di em ettere cartèlle ag rarie viene concessa con decreto speciale quando gli Istituti o le Società abbiano dim ostrato di posse­ dere crediti ipotecari per una somm a eguale alla m età del capitale versato, del patrim onio o del fondo assegnato. A ffinchè le deliberazioni del G overno rie ­ scano più illum inate si stabilì di istituire una Com m is­

sione consultiva coll’incarico peculiare di dare il suo voto in m ateria di credito agrario. Si rim andò infine ad un regolam ento speciale, voluto dalla legge m edesim a, quanto rig u ard a i particolari per la creazione, emissio­ ne e ritiro dalla circolazione delle cartelle agrarie.

Falla la legge, bisogna poi, per farla rispettare, avere i mezzi di conoscerne le infrazioni. A ciò provvede il M inistero di A gricoltura per mezzo di delegati speciali, incaricati di prendere visione dei libri e do­ cum enti relativi alla azienda del credito agrario e per mezzo di stati che gli Istituti hanno obbligo di presentare al G overno a certi periodi e della' cui esattezza si rendono conto i suddetti delegati m e­ desim i.

V edrem o alla prova se questa legge e questo re ­ golam ento nei quali trattasi di una delle più im por­ tanti questioni dell’epoca presente e che tende a risol­ vere difficoltà finora sem brate quasi insuperabili, r i­ sponderà ai bisogni del paese e della agricoltura.

RIVISTA ECONOMICA

Lo sviluppo della ricchezza in Inghilterra secondo il Sig. Giffen — La moltiplicazione dei funzionari in Francia — L’insuccesso del tentativo di costituire un monopolio privato dell' alcool in Germania.

La riunione annuale della Associazione B ritannica ha luogo quest’anno a M anchester, e com e di con­ sueto, le com unicazioni e i discorsi che ad essa sono fatti hanno una grande im portanza e presentano un vivo interesse per gli studiosi di tutti i paesi. L im i­ tandoci, com e ò nostro c o m p ito , a segnalare i lavori della sezione F destinata alla « Scienza Econom ica od alla Statistica » crediam o non debba riescire di­ scaro ai nostri lettori un breve cenno del discorso del Sig. R. G iffen, presidente della Sezione, sullo sviluppo recente del progresso m ateriale in In g h il­ terra.

Il tema era di una alta im portanza per tutte le classi sociali, poiché se la prosperità m ateriale d e l­ l ’Inghilterra non fu in aum ento d u ran te quest’ ulti- periodo, se com e i protezionisti, si chiam ino o no

fair traders, asseriscono, vi è stato un regresso

sensibile nella ricchezza del paese, la g rav ità' della situazione appare evidente. La popolazione è infatti in continuo aum ento e, com e notò di recente Lord D erby , ogni giorno il sole guarda u n migliaio di persone di più, sicché se lo increm ento della ric ­ chezza si è arrestato, o peggio vi è stato un movi­ m ento retrogrado, accom pagnato da u n aum ento nella popolazione, la conseguenza è chiara, la m isura del benessere generale deve essere sensibilm ente scesa.

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dieci anni fosse stata così notevole come nel decen­ nio p re c e d e n te , il totale delle som m e soggette a l - 1’ imposta (assessments) nel 188 5 avrebbe dovuto essere di 882 m ilioni invece che di 631 com e realm ente am m ontò.

P a ri constatazioni fece il sig. Giffen in altri ri­ guardi. Così la produzione del carbone e del ferro greggio fu, è vero, in aum ento, ma non secondo la progressione precedente. E le sue indagini lo con­ dussero ad accertare lo stesso fatto, sebbene in pro­ porzioni d iv e rs e , pel p io m b o , e pel ram e ; p er l’ag ric o ltu ra , la navigazione e i trasporti ferroviari, com e pei consum i dei principali prodotti ecc. ecc.

R iunendo e rilevando questi vari sintom i di una m inore forza di espansione, il Giffen notò che tutto ciò m erita una spiegazione e la fine di essa fu ap ­ punto la parte più notevole del suo discorso. Che vi sia stata una dim inuzione nello sviluppo p ro g re s­ sivo dell’ Inghilterra il sig. Giffen non lo am m ette- che com e argom ento di studio, e lo respinge- com e fatto accertato. E d egli passò in rassegna le varie ragioni addotte per spiegare il rallentam ento della ricchezza pubblica inglese, specialm ente la concor­ renza estera, e conchiuse a questo proposito che non vi è nella n atura delle cose nessuna ragione perchè la m isura (thè rate) del progresso m ateriale debba essere sem pre la stessa. Ma quando dalle cause, supposte erroneam ente quali determ inanti il rallentam ento dello sviluppo economico del paese si passa a con­ siderare le cause generali che possono avere influito sul m ovim ento com m erciale, si trova che il ribasso dei prezzi ha determ inalo una apparente d im in u ­ zione nel volum e degli scam bi inglesi. C he per la stessa ragione il benessere si è diffuso e lo scem ato costo delia vita ha contribuito a m igliorare la situ a­ zione delle classi m eno agiate.

Non abbiam o la pretesa di riassum ere il lungo e interessante discorso del sig. Giffen, che i lettori cui interessa possono trovare nel Times del settem bre, e crediam o che le acute considerazioni sue abbiano ancora una volta dim ostrato quanto sia infondata l’ opinione di uno sviluppo m inore della ricchezza pubblica in Inghilterra a paragone dei periodi an­ teriori.

— Nello stato attuale delle finanze pubbliche nei vari paesi è n aturale che le m enti rico rran o alle econom ie e si studino le riform e capaci di scem are le gravi spese pubbliche. Ma il diffìcile sta n e ll’uscire dalle generalità per segnalare praticam ente in qua! punto "del grande edificio dell’am m inistrazione pub­ blica si possono portare i colpi capaci a recid ere le piante parassite. A vero dire, questo com pito spetta più che altro a coloro che sono chiam ati dalla fiducia del paese a reggerne le sorti. Lo studioso può solo segnalare il m ale e dare l’allarm e affinchè si provveda. Nè è da oggi soltanto che u n grido famoso fu tram utato in quest’altro le fonctiounarisme, voilà

V ennemi ! E bisogna che questa incessante m olti­

plicazione dei funzionari sia diutu rn am en te messa in luce e analizzata con spirito critico, libero affatto da ugni sorta di pregiudizi.

Uno scrittore noto anche nel nostro paese per lo studio da lui fatto delle nostre finanze, il sig. Cuche- val C larigny ha trattato assai bene questa questione riguardo alla F rancia, in un articolo pubblicato in uno degli ultim i fascicoli della Bevue Aes Duex

Mondes.

Non soltanto in tutti i m inisteri francesi il num ero

degli im p ieg a ti.e specialm ente degli im piegati s u ­ periori è aum entato in una proporzione considerevole, ma non trovando sufficiente il num ero dei m ini­ steri se ne crearono dal 1860 in poi tre nuovi. E soltanto in questi ultim i dieci anni furono creati 1 0 nuovi direttori, 10 capi divisione, 31 capi d’uf­ ficio e 74 sotto-capi. L’esercito degli im piegati fra n ­ cesi m inaccia di rassom igliare a uno di quegli eser­ citi dell’A m erica del S ud, dove vi sono generali e soldati quasi in pari num ero. E la prova si può avere con poche cifre. Al m inistero dell’agricoltura francese vi sono 51 capi per 62 im piegati, al com ­ m ercio 37 p er 7 2 , alle bolle arti, 25 p er 6 5 , ai culti 15 per 31 ; peggio ancora si nota nelle m an i­ fatture dello Stato, dove si trovano 15 capi per 22 im piegati.

Come dice brillantem ente il sig. C ucheval C lari­ g n y , si è visto rinnovarsi nell’ordine am m inistrativo quel fenom eno che i naturalisti constatano presso ce rti esseri che si possono im punem ente tagliare a pezzi, perchè ogni pezzo diviene im m ediatam ente un essere nuovo, provvisto di tutti gli organi necessari alla sua esistenza. Si potrebbe credere ch e se la crea­ zione di nuovi m inisteri ha aum entato n ecessaria­ m ente le spese, vi è stata alm eno una dim inuzione correlativa nei m inisteri dai quali essi furono sepa­ rati. Ma sarebbe un erro re, i nuovi costano parecchio, ma i vecchi non costano un soldo di m eno.

L’aum ento secondo il sig. Cucheval C larigny è stato del 30 per 0|Q per le finanze e del 40 p er 0 |0 per i lavori pubblici. E neanche deve cred ersi che, spe­ cializzati i servizi, essi contribuiscano con una am ­ m inistrazione più v ig ilan te, più attiva ad accrescere notevolm ente il bilancio dell’entrata.

Da quando le foreste hanno servito a costituire 11 m inistero dell’agricoltura, le entrate che avevano ecceduto i 4 0 m ilioni nel 18 6 9 contro una spesa di 10 milioni e mezzo non erano nel 1 8 8 3 che di 28 m ilioni, in dim inuzione quindi del 20 p er 0 |0 , m en­ tre la spesa cresceva del 40 per

0|0-Se l’aum ento, la m oltiplicazione dei ‘funzionari avesse solo p er conseguenza un m aggior dispendio da parte dello Stato, il danno non sarebbe ancora che secondario entro certi lim iti : ma bisogna riflettere alle innum erevoli conseguenze d’ ordine econom ico, sociale, m orale che ne conseguono p er com prendere com e questa m alattia vada curata radicalm ente. Noi siam o troppG lontani dall’epoca in cui il sig. D am - b ray nom inato cancelliere da Luigi X V III, ricevendo 11 suo personale, non poieva rep rim e re un m ovi­ m ento di sorpresa vedendolo accrésciuto di nu m eto e esclam ava : « M essieurs, vous ètes bien n om breux ; de m on tem ps nous n’ étions q ue sept. » E dire che allora il sig. D rm b ray non aveva intorno a sè che 35 funzionari com ponenti in quel tem po tutto il m inistero della giustizia.

Siam o m olto lontani da quell’ epoca, dicevam o, e certo ad essa non vorrem m o to rn are ; ma i buoni principii non conoscono la condanna del tem po e il sig. D am bray si ispirava nella sua riflessione a un principio allora trascurato, oggi assolutam ente rin ­ negato.

— Come avevam o preveduto in una delle riviste precedenti, il tentativo di istituire in G erm ania una società m ono poi izza tri ce dell’alcool è fallito com ple­ tam ente. Q uantunque si fossero coalizzate case ban­ carie potenti quali la Bisconto Gesellschaft e la

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non riuscì. Già si erano progettate delle associazioni politiche costituite da distillerie che intendevano restare estranee al ring, per usare la parola am eri­ cana, e altre resistenze considerevoli si erano venute m anifestando e tutto questo, con I’ antagonism o di­ m ostrato dai consum atori, indusse i prom otori a ri­ nunciare al monopolio nonostante l’ utile ohe si prevedeva p oterne ricavare. In teoria, com e in pra­ tica, le coalizioni dei produttori com e quelle degli operai devono essere libere e sono allora legittime. Non si possono qualificare per ingiuste finché non si trovano in una condizione privilegiata. Ma questo non si poteva certo dire dei distillatori tedeschi che tentarono di coalizzarsi, poiché adesso il P arlam ento ha conceduto un enorm e vantaggio, quello cioè di im pedire la creazione di nuovi stabilim enti sovra un piede di eguaglianza con gli esistenti. Qui sta l’in ­ giustizia e quindi vi è ragione di rallegrarsi che il tentativo sia com pletam ente fallito.

LE TASSE SUGLI AFFARI

La Direzione generale del dem anio ha recente­ m ente pubblicato i dati statistici relativi alle riscos­ sioni fatte nell’ esercizio dal 1° luglio 1885 al 30 giugno 1886 in confronto coll’ esercizio precedente.

Le tasse sugli affari com prendono le tasse di sue- ' cessione, le tasse di m anom orta, le tasse di registro, le tasse di bollo, le tasse in surrogazione del re g i­ stro e bollo, le tasse ipotecarie e le tasse sulle con­ cessioni governative.

L e tasse di successione abbracciano le trasm issioni fra ascendenti e discendenti, e le trasm issioni per altre successioni, e rim anenti titoli di riscossione.

Il num ero dei titoli di riscossione nel 1885 -8 6 am m ontarono p er questo capitolo a N. 2 5 1 ,6 9 0 con una differenza in più sull’ esercizio precedente di N. 4,1 3 2 e le som m e riscosse a L- 3 5 ,6 67,908.70 cifra che in confronto dell’ esercizio precedente r a p ­ presenta u n aum ento di L 1,112,376.16.

Il rapporto di questo capitolo per ogni 100 lire del totale generale ritirato dalle tasse sugli affari sta a 19.19 contro 19.52 nel 1884-85.

Le tasse dì manomorta com prendono le rendite di opere pie soggette a tassa nella sola m isura di cent. 60 per cento, e quelle di enti m orali soggette a tassa nella m isura di L. 4.80 per cento, i rim a ­ nenti titoli da riscossione, ecc. ecc.

Da questo capitolo il tesoro ritirava nell’esercizio 1 8 8 5 - 8 6 L. 6 ,5 0 5 ,4 2 6 .4 2 con una differenza in meno su ll’ esercizio precedente di L. 2 4 5 ,942,23.

Il rapporto di questo capitolo per ogni cento lire del totale generale ritirato p er ragione della tassa su­ gli affari sta a 5.71 contro 4.01 nell’ esercizio pre­ cedente.

L e tasse di registro colpiscono le vendite di beni m obili e im m obili per atto civile o giudiziale, enfi­ teusi, ed affrancazioni, relative costituzioni di re n ­ dite fondiarie e sem plici, censi, donazioni ed altre liberalità, cessioni, retrocessioni, locazioni di cose e opere, atti civili soggetti a tasse fisse, sentenze ed altri titoli di riscossione.

Q uesta tassa colpì nel 1 8 8 5 -8 6 N. 2,109 ,2 2 6 t i ­ toli di riscossione con un eccedenza sull’ esercizio 1 8 8 4 -8 5 di N. 163,361 titoli e rese allo stato

L. 6 0 ,4 3 8 ,0 7 1 .0 5 contro L. 5 7 .5 1 7 ,5 6 6 .7 2 nell’eser­ cizio precedente, e quindi una differenza in più di L. 2 ,9 2 0 ,5 0 4 .3 3 .

Il rapporto di questo capitolo sul totale generale riscosso dipendentem ento dalla tassa sugli affari fu di 3 4 .4 4 per cento nel 1 8 8 5 -8 6 contro 34.14 nel 1 8 8 4 -8 5 .

La tassa di bollo riguarda la carta bollata e m arche da bollo, il bollo straordinario col punzone, il visto per bollo, il bollo graduale per cam biali ed altri effetti e recapiti di com m ercio, la tassa annuale di circolazione sui biglietti degli istituti di em issione, il bollo sulle carte da giuoco ecc.

Da questa tassa le finanze dello Stato ricavarono nell’ esercizio 1 8 8 5 - 8 6 L. 5 6 ,6 4 8 ,4 9 2 .7 0 contro L. 5 4 ,7 4 5 ,9 0 5 .8 4 nell’ esercizio precedente e così una differenza in più di L. 1,90 2 ,5 8 6 .8 6 la quale per circa 1,50 0 ,0 0 0 deriva dalla vendita della carta bollata.

Il -rapporto di questo capitolo per ogni 100 lire del totale generale riscosso per ragione della tassa sugli affari fu del 52.29 nel 1886, del 3 2 .5 0 per

cento nell’ esercizio precedéute.

La tassa in surrogazione del bollo e del registro prende di m ira la negoziazione delle cartelle, certi­ ficati, azioni e obbligazioni, i capitali delle società straniere, le anticipezioni e sovvenzioni sopra depo­ sito e pegno, le assicurazioni, ecc.

Q u esta'tassa rese allo Stato nell’esercizio 1885-86 L. 6 ,2 0 1 ,4 0 6 .1 6 contro 5 ,2 4 3 ,5 5 3 .1 9 nell’ esercizio precedente, aum entando così di L. 9 5 7 ,8 5 2 .9 4 .

Il rapporto percentuale sul totale riscosso per r a ­ gione della tassa sugli affari fu di 5.53 nell’eserci­ zio 1885 86 e di 3,11 nell’ esercizio antecedente.

L e tasse ipotecarie colpiscono le iscrizioni e rin ­ novazioni, le trascrizioni, annotazioni, ecc.

Da questa tassa lo Stato incassava nell’ esercizio 1885-86 L. 5 ,7 4 1 ,0 7 3 .8 4 con una differenza in più sull’ esercizio precedente di L. 3 2 9 ,1 9 0 .5 8 .

Il rapporto percentuale di questo capitolo sul totale incassato fu di L. 3.27 p er il 1885-86 e L. 3.21 per I’ esercizio precedente.

Le tasse sulle concessioni governative com pren­ dono i perm essi di caccia e porto d’ arm i, ed altre concessioni governative.

Q ueste tasse resero allo Stato nell’esercizio 1885-86 L. 6 ,2 6 5 ,0 2 0 ,4 7 con un aum ento di L. 1 5 ,2 8 4 .5 5 sull’ esercizio precedente, e il loro rapporto percen ­ tuale sul totale incassato per ragione della tassa sugli affari fu di L . 3.57 nel 1885-86 e di L . 3,71 nell’ esercizio precedente.

La quota per abitante per le sette principali città del Regno fu nel 1885-86 di L. 2 2 .2 4 per R o m a; di L . 11.25 per N apoli; di L. 9 .89 per M ilano; di L. 10 .1 0 per T o rin o ; di L. 10.19 per F ire n z e ; di L. 9.37 per Genova e di L. 7,28 per P alerm o.

La quota più piccola 1’ ebbe Massa con 2.67 per abitante.

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T orino, dalla Cassa centrale di risparm io di Milano, dalla Cassa di risparm io di Bologna, dalla Cassa di risparm io di Cagliari, dal Banco di S . Spirito in R om a, e dalla Banca Nazionale.

I m utui ipotecari contratti da tutti questi istituti al 1° gennaio 1887 ascendevano a N. 9 ,8 7 9 per u n valore di L. 3 9 5 ,2 3 9 ,8 4 4 .2 0 e dividevansi fra i vari istituti nel modo che segue:

Banco di Napoli...N Banco di Sicilia... » Monte dei Paschi... » Opera pia di S. Paolo. » Cassa di risp. di Milano » Casse di risparmio di

Bologna... » Cassa di risp. di Cagliari » Banco di S. Spirito in

R om a... » Banca Naz. italiana... ■»

1 ,9 9 3 perL. 96,685,724.28 443 » 20,190,356.07 503 » 18, 749, 697. 62 1.423 » 39,508,552.40 2.424 » 98,826,292. 37 862 541 28,779,433. 59 9,852,620. 69 463 » 21,540,055. 25 1,227 » 61,106,862.02 Totale... N. 9,879 L. 395,239,.844. 20 Nel 1° sem estre 1887, cioè dal 1° G ennaio a lutto G iugno, i nuovi contralti di m utui ipotecari f u ­ rono 1,446 p er l’im porto di L. 8 6 ,6 4 4 ,0 0 0 cosicché al 30 G iugno p. p. i m utui ipotecari contratti dagli istitu ti di credito fondiario ascendevano a 1 1 ,525 per l’am m ontare di L. 481 ,8 8 3 ,8 4 4 .2 0 . Dell’am m ontare dei m utui ipotecari contratti nel prim o sem estre 1887 che abbiam o veduto ascendere alla cifra di L. 8 6 ,6 4 4 ,0 0 0 per 4 5 milioni e mezzo appartengono alla Banca Nazionale italiana, per oltre 2 4 milioni alla Cassa di risparm io di Milano, sette al Banco di Napoli, e i rim anenti 5 milioni e mezzo si ripartiscono fra gli altri sei istituti di credito fondiario.

L e restituzioni anticipate dal 1° G ennaio 1887 ascesero a L. 2 0 ,6 2 4 ,2 1 6 .8 9 , delle quali 5 ,1 2 5 ,5 0 0 furono com piute in cartelle, e 1 5 ,1 1 6 ,6 6 0 .9 8 in contanti.

L e somm e rim borsate dal 1° Gennaio 1887 a tutto G iugno sono rappresentate da 5 5 4 m utui estinti per l’am m ontare di L. 2 2 ,8 2 8 ,5 1 5 .3 0 cosicché confron­ tando i m utui ipotecari contratti nel sem estre con le som m e rim borsate, apparisce che dal 1° Gennaio 1887 a tutto G iugno la massa dei m utui ipotecari operati dai vari istituti di credito fondiario aum en­ tarono di 1093 per l’im porto di L. 6 3 ,8 1 5 ,4 8 4 .7 0 . I crediti sopra ipoteca (conto capitale) am m ontavano al 5 0 G iugno a 4 0 ,9 7 2 per il valore di L. 4 5 9 ,0 5 5 ,3 2 8 .9 9 con una garanzia ipotecaria di L. 1 ,0 3 5 ,0 8 6 ,2 8 2 .7 2 .

L e cartelle fondiarie in circolazione al 1° Gennaio 1887 rappresentavano un capitale di L. 3 8 9 ,9 9 3 ,5 0 0 divise fra i vari istituti nella seguente m isu ra :

Banco Banco Monte Opera Cassa Cassa Cassa Banco Banca di Napoli ... , di Sicilia... dei Paschi di Siena.. . . pia S. Paolo di Torino . di risparmio di Milano.. di risparmio di Bologna, di risparmio di Cagliari, di S. Spirito di Roma.. Nazionale italian a...

L. 97.461.000 20.521.000 19.260.500 39.925.500 100,013,000 29.592.500 10.876.000 21.685.000 41.659.000 T otale... L. 389,993,500 riduce a L . 4 5 2 ,5 6 1 ,0 0 0 sottraendo L . 3 ,2 4 0 ,0 0 0 per cartelle ricevute dagli istituti per restituzione anticipata di m utui, e L. 1 5 ,778,500 per sorteggio di cartelle avvenuto nel mese di febbraio.

Il commercio estero degli Stati Uniti al 30 luglio 1887

A lcune settim ane indietro vennero pubblicate a N uova Y ork diverse tavole statistiche riguardanti iì com m ercio estero degli Stati Uniti d u ran te 1 eserci­ zio che si chiuse col 30 G iugno p. p. Ne riassu­ m erem o le ci Ire più im portanti, m ettendole in con­ fronto con quelle dei precedenti 5 esercizi.

Dal 1° G ennaio 1887 furono em esse cartelle fon­ diarie per l’im porto di L. 8 2 ,4 1 3 ,0 0 0 cosicché al 3 0 giugno dello stesso anno le cartelle em esse ra p ­ presentarono un valore di L . 4 7 2 ,4 0 6 ,o 0 0 che si

M erci im p o rta te 1881- 82 mill. doli, di 721.6 1882- 83 » 1883- 84 > 1884- 85 * 1885- 86 1886- 81 . 1 .2 <b 1» u $ . ci 1- s eu • S “ u 9 8 2g, 9 M S 3 .21, tu s s '3 *55 ** S o 9 *¡3 E N 7 2 1 .6 7 3 3 .2 1 7 .2 4 2 .4 4 3 .4 7 2 3 .1 8 0 4 .2 1 9 .0 2 8 .4 2 1 .6 6 6 7 .6 7 8 4 .9 15-6 3 7 .4 5 0 .2 5 7 7 .5 7 2 9 .6 15. 5 4 2 .2 4 3 . 2 6 3 5 .4 6 6 5. 9 1 3 .5 3 8 .6 7 2 .4 6 9 2 .2 1 70 3. 0 1 3 .1 6 0 .1 3 6 .6

L’esportazione totale delle m erci indigene si re - partiscé per il 1 8 8 6 - 8 7 com e segue : prodotti ag ri­ coli 523 milioni di doli, contro 486 nel 1 8 8 5 - 8 6 ; prodotti m anufatti 155 m ilioni cioè la stessa cifra che nel 1 8 8 5 - 8 6 ; prodotti delle m iniere 11.7 m i­ lioni contro 1 3 .6 ; prodotti delle foreste 21 m ilione com e nel 1 8 8 5 - 8 6 ; prodotti della pesca 5 m ilioni com e nel 1 8 8 5 - 8 6 ; diversi 6 ,5 milioni contro 4 .7 : totale 703 milioni nel 1887 contro 665.9 nel 4 8 8 5 -8 6 .

L ’ am m ontare delle esportazioni nel 1 8 8 6 - 8 7 sa­ rebbe più elevato se il valore della m aggior parte dei prodotti spediti dall’A m erica non avesse risentito del ribasso generale dei prezzi. Così il bushel di erano che costava doli. 1.34 nel 1 8 7 8 ; 1.07 nel 1 8 7 9 ; 1 .24 nel 1 8 8 0 ; l ' i l net 1881 ; 1.18 nel 1 8 8 2 ; 1.15 nel 1 8 8 3 ; 1.07 nel 188 4 non valeva che 86 cents nel 1885, 87 nel 1886 e 89 nel 1887.

E cco adesso l’ indicazione delle principali espor­ tazioni : grano 90.7 m ilioni di doli, nel 1887 contro 50 nel 1 8 8 5 -8 6 ; farine di grano 5 1 .9 contro 3 4 .4 ; granturco 19.3 contro 31.7 ; cotone greggio 206 con­ tro 2 0 5 ; cotone m anifatturato 14.9 contro 13,9 ; b e­ stiam e 9.1 contro 10.9 ; olj m inerali greggi 4.8 con­ tro 5 .8 ; detti raffinati 41.9 contro 4 5 .3 ; carni fresche di bove 7.2 e m iro 9 . 2 ; in cassette 3 4 .4 tanto nel 1 8 8 5 -8 6 che nel 1 8 8 6 - 8 7 ; im itazione del b urro 4.6 contro 2.9 ; lardo 27.3 contro 26.8 ; prosciutti 5.9 contro 4 .7 ; carni fresche di porco 5 .6 contro 5.1 ; dette salate 22.7 contro 2 0 .3 ; spiriti 80 1 ,1 0 3 doli, contro 2 ,7 ; zucchero 12.9 contro 12.1 ; tabacchi 29.2 contro 3 0 .4 ; legnam e greggio e m anifatturato 19.6 contro 20.6.

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i-aerali 49,2 contro 5 7 .5 ; caffè 56 contro 4 2 ; thè 16 milioni tanto nel -1 8 8 6 -8 7 'c h e nel 1 8 8 5 - 8 6 ; vini 7 ,0 contro 6 -0 ; orzo 6.1 contro 7.1 ; frutta, noci com prese, 1 5 .8 contro 1 3 .3 ; tabacchi 8.7 contro 7.8.

LE OPERAZIONI DELLA BANCA DI FRANCIA

e delle sue succursali nel 1886.

Q uantunque u n po’ in rita rd o , crediam o utile non ta rd are di più a far conoscere in riassunto ai nostri lettori le vicende di uno dei più grandi istituti di credito del mondo durante l’anno scorso.

Le operazioni in m assa della Banca di F rancia per l’anno 1 885 presentarono la cifra di fr. 1 2 ,3 2 4 ,5 7 7 ,8 0 0 nel 1886 furono di . . . . » 1 2 ,0 8 9 ,7 1 5 ,8 0 0 cioè a dire per il 1 8 8 6 una diffe­

renza in m eno d i ... fr. 2 5 4 ,8 6 2 ,0 0 0 ohe equivale a una dim inuzione di fr. 1.90 -0/ •

Q uesta differenza grava principalm ente nelle ope­ razioni di sconto che dim inuirono a Parigi di 160 mi­ lioni, e nelle succursali di circa 8 0 0 ; al contrario le anticipazioni furono in aum ento.

Le operazioni latte dalla Banca senza com penso per conto dello S tato, e che non figurano sulle cifre sopra riportale ascesero a circa 9 m iliardi con una differenza in più sul 1885 di oltre 5 m iliardi.

Le riserve m etalliche della Banca e delle su c cu r­ sali ascendevano al 31 dicem bre 1885 a 2 m iliardi e 2 3 8 ,8 0 0 ,0 0 0 di franchi. D urante il 1886 il m ini­ m um di questa riserva si verificò il 16 gennaio con 2 m iliardi e 2 2 0 ,5 0 0 ,0 0 0 di franchi, e il maximum il 27 m aggio con 2 m iliardi e 5 2 5 ,8 0 0 ,0 0 0 di fr. Al 31 dicem bre dell’anno scorso la cifra totale del- l’ incasso m etallico era di 2 m iliardi e 3 7 3 ,1 0 0 ,0 0 0 di fr.; la quale confrontata con quella esistente al 31 dicem bre 1885 presenta un aum ento di fran­ chi 1 5 4 ,5 0 0 ,0 0 0 di cui 7 7 ,9 0 0 ,0 0 0 spettano all’oro, e 5 6 ,4 0 0 ,0 0 0 all’argento.

Il tasso dello sconto per gli effetti di com m ercio duran te il 1886 rim ase invariato al 3 °/0, cifra che data fino dal 22 febbraio 1883, e per le anticipa­ zioni al 4 ° / 0. Gli effetti scontati nel corso del 1886 rappresentano un totale di fr. 8 ,3 0 2 ,8 8 9 ,3 0 0 cifra che si traduce di fronte al 1885 in una dim inuzione di fr. 9 4 7 ,2 3 2 ,4 0 0 avendo raggiunto in q uest’ ultim o anno la som m a di fr. 9 ,2 5 0 ,1 2 1 ,7 0 0 .

L ’abbassam ento della media delle scadenze e della m edia delle cifre degli effetti, già segnalata nel 1885 continuò anche nel 188 6 come si rileva dalle seguenti cifre com parative.

Effetti scontati a Parigi.

Media della scadenza 29 giorni 57 nel 1885 ; 24. 98 nel 1886 » degli effetti.. 791 fr. 34 » 767 fr. 14 »

Effetti scontati nelle succursali.

Media della scadenza 33 giorni 59 nel 1885; 30 nel 1886 » degli effetti. . 794 fr. 75 » 701 »

Parigi e succursali riuniti.

Media della scadenza 31 giorni 86 nel 1885 ; 27. 35 nel 1886 » degli effetti. . 793 fr. 28 » 730 »

Q ueste cifre spiegano il difetto di proporzione che esiste per i risultati ottenuti d urante gli ultim i due

esercizi fra il prodotto dello sconto, la somm a e il num ero degli effetti scontati.

L ’ am m ontare delle anticipazioni che era stato nel 1885 per Parigi di fr. 2 6 3 ,7 0 1 ,3 0 0

e per le succurs. di » 5 2 0 ,9 3 3 ,8 0 0 — 5 8 4 ,6 4 5 ,1 0 0 fu nel 188 6 per

P arigi d i ... » 6 4 7 ,0 8 7 ,8 0 0

per le succursali. . » 3 4 6 ,4 5 1 ,9 0 0 — 9 9 3 ,5 3 9 ,7 0 0 cioè in più per il 188 6 di fr. 4 0 8 ,8 9 4 ,6 0 0 La cifra della circolazione dei biglietti al portatore em essi dalla Banca centrale, e dalle sue succursali era al 26 dicem bre 1885 giorno in cui com inciò l’esercizio del 188 6 di fr. 2 ,7 9 4 ,0 3 1 ,3 0 0 .

Il m assim o della circolazione si verificò il 29 gen­ naio 1886 con la cifra di fr. 2 ,9 7 5 ,6 6 3 ,4 0 0 e il m inim um il 2 4 settem bre con fr. 2 ,6 5 8 ,0 7 5 .1 0 0 e al 27 gennaio del 1887 ascendeva a fr. 2,854,468,700.

Il m ovim ento generale delle specie, dei biglietti e giri operato presso la sede centrale ascese n e i 1886 a fr. 5 2 ,5 1 0 ,7 8 1 ,6 0 0 contro 4 6 ,6 1 7 ,1 1 3 ,7 0 0 nel 1885 e quindi un aum ento nel 18 8 6 di fr. 5,803,667,900.

Gli effetti al contante rim essi per I’ incasso tanto a Parigi che nelle succursali furono in num ero di 1 ,5 5 9 ,4 0 8 per l’ importo di fr. 603,0 9 7 ,5 0 0 .

I conti correnti tanto dello Stato che dei privati nel 1886 fra Parigi e le succursali ebbero un mas­ sim o di franchi 1 ,4 6 1 ,6 0 0 ,0 0 0 F 11 Maggio, e il mi­ nim o il 10 dello stesso m ese con fr. 1 9 7 ,0 0 0 ,0 0 0 e il loro totale com presi quelli del Tesoro era al 27 gen naio 1887 di fr. 6 2 0,800,000.

I biglietti all’ordine, gire e chèques tratti dalla Banca sulle succursali e viceversa rappresentano nel 1886 un valore di fr. 1 ,9 0 5 ,9 9 7 ,8 0 0 superiore di fr. 8 4 ,8 5 5 ,5 0 0 al m ovim ento ottenuto nel 1885, Le sofferenze che al 26 D icem bre 1885 erano p er Parigi di fr. 2 ,2 8 8 ,7 7 8 .6 9 furono ridotte al 24 di­ cem bre 1886 a fr. 1,294,445.51 e quelle delle suc­ cursali da 5 ,2 3 5 ,7 0 1 .7 2 a fr. 2 ,1 7 2 ,9 2 6 .8 3 : cosicché alla fine di dicem bre 1886 le sofferenze riunite co­ stituivano una somm a di fr. 5 ,4 6 7 ,3 7 2 .1 4 .

Le spese d urante l’esercizio 1886 fra sede cen­ trale e succursali com prese quello aventi un carattere generale com e spese di trasporti di specie, contribu­ zioni, imposta ascesero a fr. 1 5 ,6 4 5 ,2 8 7 ,1 5 .

I benefizi netti realizzati dalla

Banca centrale sono d i ... fr. 8 ,6 8 0 ,9 6 1 .0 5 e quelli delle succursali di . . » 1 1 ,1 9 5 ,1 9 8 .1 8 a cui aggiunti i prodotti gene­

rali com prendenti i proventi delle r e n d ite , deduzione di

pesi ecc., i n ... # 8 ,8 6 1 ,3 0 5 .9 9 si ha un totale di benefizi netti

per l’ im porto d i ...fr. 2 8 ,7 3 7 ,4 6 5 .5 0 inferiore di fr. 6 ,4 2 3 ,3 3 8 .1 2 a quelli ottenuti nel 1885 la qual dim inuzione si spiega con la dim inuzione del m ovim ento generale che abbiam o veduto essere stato di fr. 254,8 6 2 ,0 0 0 .

II dividendo p er l’esercizio 1886 venne stabilito nella somm a di fr. 155 per azione.

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