EQUAZIONI DI SECONDO GRADO
Gaetano Tarcisio Spartà
Indice
1. PROPRIETÀ GENERALI ... 3 2. ESEMPI ... 5 3. UN PROBLEMA DI SECONDO GRADO ... 8
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633)
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1. P
ROPRIETÀ GENERALISiano a, b, c numeri reali, con a diverso da zero. L’espressione 𝑎𝑥2 + 𝑏𝑥 + 𝑐 = 0
è detta “equazione di secondo grado in forma normale”. La x presente nell’espressione si dice “incognita” dell’equazione. L’equazione si dice di secondo grado perché la potenza più alta a cui x è elevata è 2.
Ci poniamo il problema di conoscere quei valori di x (come numero reale) che rendono vera l’uguaglianza, cioè le (eventuali) soluzioni dell’equazione.
Definiamo “discriminante” dell’equazione il numero
∆= 𝑏2− 4𝑎𝑐 .
Il simbolo ∆ (che rappresenta, appunto, il discriminante) si legge
“delta” e corrisponde a una lettera dell’alfabeto greco (la delta maiuscola).
Il discriminante ci permette di determinare se l’equazione ammette soluzioni, e (eventualmente) quali sono. Infatti, si dimostra che:
1) Se
∆> 𝟎 ,
allora l’equazione ammette due soluzioni (come numeri reali). In particolare, se indichiamo le soluzioni con 𝑥1 , 𝑥2 , esse risultano
𝑥1 =−𝑏 − √∆
2𝑎 e
𝑥2 = −𝑏 + √∆
2𝑎 . 2) Se
∆= 𝟎 ,
allora l’equazione ammette un’unica soluzione (si usa anche dire che ammette due soluzioni reali “coincidenti”). In particolare, se indichiamo la soluzione con 𝑥1 , essa risulta
𝑥1 =−𝑏 2𝑎 .
3) Se
∆< 𝟎 ,
allora l’equazione non ammette soluzioni (cioè, non esiste alcun numero reale che rende vera l’uguaglianza).
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2. E
SEMPIVediamo degli esempi (con coefficienti numerici) di equazioni di secondo grado.
Esempio 1
Consideriamo l’equazione
𝑥2 + 𝑥 = 0 .
Osserviamo che essa è equivalente (per la proprietà distributiva) a 𝑥(𝑥 + 1) = 0 .
Il prodotto
𝑥(𝑥 + 1) si annulla nei due casi
𝑥 = 0 e
𝑥 + 1 = 0 . Dunque l’equazione ha soluzioni 0, -1.
Esempio 2
Consideriamo l’equazione
𝑥2 − 9 = 0 . Osserviamo che essa è equivalente a
𝑥2 = 9 ,
e quest’ultima uguaglianza è verificata per 𝑥 = 3
e per
𝑥 = −3 . Dunque l’equazione ha soluzioni 3, -3.
Esempio 3
Consideriamo l’equazione
2𝑥2+ 5𝑥 + 2 = 0 .
Essa corrisponde alla forma normale vista nel paragrafo precedente, con
𝑎 = 2 , 𝑏 = 5 , 𝑐 = 2 . Il discriminante di questa equazione è
∆= 𝑏2− 4𝑎𝑐
= 52− 4 ∙ 2 ∙ 2
= 25 − 16 = 9 . Osserviamo che
∆> 0 ,
dunque l’equazione ha due soluzioni, che indichiamo con 𝑥1 , 𝑥2 , dove 𝑥1 =−5 − √∆
2 ∙ 2
=−5 − 3 4
= −8
4 = −2 e
𝑥2 =−5 + √∆
2 ∙ 2
=−5 + 3 4
=−2
4 = −1 2 .
Esempio 4
Consideriamo l’equazione
𝑥2+ 𝑥 + 1 = 0 .
Essa corrisponde alla forma normale vista nel paragrafo precedente, con
𝑎 = 1 , 𝑏 = 1 , 𝑐 = 1 . Il discriminante di questa equazione è
∆= 𝑏2− 4𝑎𝑐
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= 1 − 4 ∙ 1 ∙ 1
= 1 − 4 = −3 . Osserviamo che
∆< 0 ,
dunque l’equazione ha non ha soluzioni (come numeri reali).
3. U
N PROBLEMA DI SECONDO GRADOVediamo adesso un esempio di problema che può essere risolto riconducendosi a un’equazione di secondo grado.
Problema 1
Consideriamo il triangolo rettangolo di vertici A,B,C. Sapendo che l’ipotenusa BC misura 5 cm e che la differenza tra le lunghezze dei cateti è 1 cm, determinare il perimetro del triangolo.
Se indichiamo con x la lunghezza (in centimetri) del cateto minore, i dati del problema ci dicono che il cateto maggiore misura x+1 (centimetri).
Inoltre, ricordiamo che, per il teorema di Pitagora, l’area del quadrato costruito sull’ipotenusa è uguale alla somma delle aree dei quadrati costruiti sui cateti. Cioè, in termini algebrici si ha
𝑥2+ (𝑥 + 1)2 = 52 .
Sviluppando l’equazione, essa risulta equivalente a 𝑥2+ 𝑥2+ 1 + 2𝑥 = 25 ,
cioè
2𝑥2+ 2𝑥 − 24 = 0 ,
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equivalente (dividendo per 2 entrambi i membri) a 𝑥2+ 𝑥 − 12 = 0 .
Il discriminante di questa equazione è
∆= 12− 4 ∙ 1 ∙ (−12)
= 1 + 48 = 49 . Osserviamo che
∆> 0 ,
dunque l’equazione ha due soluzioni, che indichiamo con 𝑥1 , 𝑥2 , dove 𝑥1 =−1 − √∆
2
=−1 − 7 2
= −8
2 = −4 e
𝑥2 =−1 + √∆
2
=−1 + 7 2
=6 2= 3 .
Scartando la soluzione di segno negativo, otteniamo che il cateto minore ha lunghezza 3cm. Allora il cateto maggiore misura 3cm+1cm=4cm, e il perimetro (cioè, la somma delle lunghezze dei lati) è
𝑃 = 3𝑐𝑚 + 4𝑐𝑚 + 5𝑐𝑚 = 12𝑐𝑚 .