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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.39 (1912) n.2009, 3 novembre

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SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMM CROIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XXXIX - Voi, LXIII

Firenze, 3 Novembre 1912

N. 2009

SOMMARIO : Interessi commerciali che coprirebbero interessi politici — Le cooperative agricole nella

Gran Brettagna — 11 Credito Fondiario in Francia — L’ inchiesta sul regime alimentare di 1065 operai belgi — RIVISTA BIBLIOGRAFICA: Ing Paul Degrully, Le droit de glanage grippillage,

ratelage, chaumage et sarclage patrimoine des pauvres — RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA :

Il Congresso degli assicuratori - Lo sviluppo delle Casse di risparmio prussiane - Un rapporto sulle finanze della Serbia - La Statistica Agraria - L ’assicurazione contro la mortalità del bestiame in Au­

stria — RASSEGNA DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE : Il commercio italiano - Il commercio della Francia - Il commercio inglese — I lavori pubblici in Libia — Cronaca delle Camere di com­ mercio — Mercato Monetario e Rivista delle Borse — Società commerciali ed industriali — No­ tizie commerciali.

Interessi commerciali

che coprirebbero interessi politici

Gli avvenimenti che in quest’ultime setti­ mane hanno sorpreso il mondo, accennano ad un epilogo che nessuno veramente si aspettava. La concorde azione dei quattro Stati balcanici ha sgominato la Turchia europea ed il famoso « grande malato » che da tanto tempo resisteva a tutti gli assalti più o meno palesi, sembra ve­ ramente agonizzante e irrimediabilmente desti­ nato a perire.

Come di ogni ingiustà oppressione che venga eliminata non possiamo che rallegrarcene, sia per­ chè era una triste situazione quella della lotta inane delle popolazioni balcaniche contro un dominatore che si mostrava refrattario ad ogni elemento di civiltà; sia perchè le popola­ zioni oppresse hanno dato prova di aver saputo organizzarsi per la vittoria con una preparazione che nessuno certo si aspettava.

Tuttavia il sangue sparso ed i sacrifizi che sono stati necessari a tale vittoriosa lotta pare che trovino un nuovo ostacolo in una strana teoria che viene avanzata e in questi giorni di­ scussa. Che l’Europa cercasse di impedire il con­ flitto, che desiderasse una lenta soluzione delle varie questioni connesse al problema balcanico, si comprende; ma che dopo aver dato prova lu­ minosa della incapacità in cui si sono trovate le Potenze europee ad evitare od a limitare il con­ flitto, vogliano ora vantare e far valere dei « di­

ritti » per menomare il frutto della vittoria dei quattro Stati, crediamo che sia il colmo del­ l’egoismo e sia tale mostruosità da sorpassare quel segno che la politica ha fatto tante volte valere contro la più elementare giustizia.

Una nuova teoria politica viene messa in­ nanzi della quale invero non sappiamo vedere il fondamento : questa o quella Potenza, poco im­ porta quale sia, dichiara di aver « diritto » ad avere uno sbocco, ed un nuovo sbocco sul mare. Ma come mai si può sostenere un diritto si­ mile? quali ne sarebbero le basi? da dove sca­ turisce ?

Se tutti gli Stati proclamassero tale diritto e facessero sforzi per raggiungerne l’attuazione, non sarebbe necessaria una nuova spartizione dei territori?

La Serbia che vuol aver diritto ad un porto per quanto piccolo nell’Adriatico; l’Austria-Un- gheria che domanda un porto nell’Egeo, non pensano che la Germania potrebbe accampare egualmente un « diritto » di avere un porto nel mare meridionale d’ Europa ? L ’aspirazione a S. Giovanni di Medua od a Salonicco non sem­ bra 1’ aspirazione della Germania al porto di Trieste?

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nè assicurata dal possesso di un porto o di un nuovo porto. Le vie di comunicazione terrestri sono altrettanto libere e altrettanto dipendenti quanto quelle marittime. Quando uno Stato vo­ glia assicurarsi pacificamente delle vie di comu­ nicazione che conducano il suo commercio ad un porto in possesso di un altro Stato, non gli è dif­ ficile fare convenzioni commerciali le più larghe possibili, o possedere la maggioranza del capi­ tale di chi esercita le ferrovie che conducono al porto ed anche, con opportuni trattati, ottenere tariffe ferroviarie che eliminino le distanze.

Che se poi si intende di alludere alle dif­ ficoltà derivanti dai conflitti'' violenti, è troppo chiaro che le stesse difficoltà che si incontreb- bero nei trasporti per via di terra si incontre­ rebbero anche per quelli per via di mare, come blocchi, ecc.

Sembra pertanto che gli interessi commer­ ciali » che si dice di voler tutelare mediante questo nuovo principio di aver bisogno di « un porto » o di « un altro porto » non siano che una forma colla quale si persiste a voler assi­ curare interessi politici fortemente turbati dal nuovo assetto territoriale che minaccia di for­ marsi.

Se non che dopo il modo reciso col quale gli Stati balcanici, finalmente sfiduciati del­ l’azione delle Potenze europee, hanno creduto di risolvere essi stessi, indipendentemente dalle Potenze stesse, le loro questioni che sono non solo simpatiche ma hanno base in un legittimo senso di giustizia, sarebbe veramente urtante, che le grandi Potenze europee, incapaci come furono di risolvere pacificamente il problema, esigessero ora di essere messe in grado di go­ dere dei frutti delle vittorie altrui.

Se gli Stati balcanici hanno saputo mettere in tacere le loro rivalità ed allearsi strettamente contro il nemico comune, se hanno saputo organiz­ zare così sapientemente la loro azione da invadere in poco più di un mese il territorio del loro nemico, e infliggergli le più disastrose sconfitte con mosse rapide, studiate e decisive, essi soli, questi ar­ diti e forti Stati hanno il diritto di dettare le condizioni di pace, di disporre del paese con­ quistato con tanto sangue e di risolvere defini­ tivamente ogni questione che li riguarda.

Qualunque intervento delle Potenze, che fino ad ora non hanno saputo mettersi d’accordo nemmeno su una vaga formula di mediazione, urterebbe talmente la pubblica opinione che si preparerebbe il germe di una inevitabile rea­ zione avvenire.

Nessuno potrebbe dimenticare che le grandi Potenze, nel loro impotente egoismo, hanno cer­

cato di sostenere la Turchia pur riconoscendo, specie dopo 1’ esperimento dei « giovani turchi » che era incapace di una qualunque opera di ci­ viltà. I fatti inesorabili hanno dimostrato che nè la Turchia meritava tanta indulgenza, nè gli Stati balcanici tanto abbandono; le grandi Po­ tenze non possono quindi nè debbono pretendere di intervenire ora nel conflitto e meno ancora di dettar leggi ai vincitori. Ed i così detti « in­ teressi commerciali » non potrebbero giustificare un intervento limitatore alla giusta esigenza che i popoli balcanici certamente sosterranno, quella cioè di regolare da loro stessi le conseguenze delle loro stupefacenti vittorie.

[ ' inchiesto sul regime alimentare

di 1065 operai belgi

In altro fascicolo abbiamo accennato al ca­ pitolo relativo alla analisi fisiologica (lavoro del sig. S. Ho s s e) delle conseguenze del regime ali­ mentare operaio, ricavata da una inchiesta ese­ guita su 1065 operai belgi. Oggi vogliamo ac­ cennare al capitolo relativo alla analisi sociologica, ottimo lavoro del sig. E. Waxweiler.

Numerosi fattori, dice l’Autore, bisogna stu­ diare come agenti della alimentazione operaia: principale fra essi il fattore regionale, il fattore economico, il fattore sociale. — Quanto al primo l’Autore ha dovuto esaminare 23 operai nei quali non furono potute raccogliere sufficienti indica­ zioni ed ha portato la sua analisi su 1012 operai così divisi: 173 a Grand, 131 a Bruxelles, 54 a Verviers. 44 a Bruzes, 196 a Lug, 48 a Char­ leroi, 49 a Quenast, 194 a Flandres, 136 a Lus­ semburgo, 17 a Durant, compresi, per ciascuna, i dintorni.

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3 novembre 1912 L ’ E C O N O M IS T A 691

Studiando gli operai sottoposti all’ inchiesta sotto i vari aspetti e in relazione all’ influenza apportata dai sopraddetti fattori, l’Autore fornia varie constatazioni.

Tra le prime, rileva che nelle diverse re­ gioni il valore nutritivo della razione alimentare e particolarmente la sua composizione in albu­ mina, hanno in generale, una tendenza a ele­ varsi col reddito di cui dispone la famiglia ope­ raia. Rileva ancora che il valore nutritivo della razione alimentare e particolarmente la sua com­ posizione in albumina, varia seguendo le diverse regioni: la proporzione d’albumina è la meno elevata nei centri propriamente detti.

Esaminando poi i diversi mezzi di nutri­ mento, osserva che particolarmente per la pro­ porzione della albumina la razione alimentare degli operai belgi è sotto la dipendenza parti­ colare del fattore economico e del fattore regio­ nale. Quanto agli idrati di carbone, il pane agi­ sce in proporzione preponderante nelle diverse regioni.

Ancora : l’aumento dei redditi disponibili ha per effetto di accrescere la parte relativa alla carne nell’alimento operaio, a detrimento della parte del pane.

Meritano d’essere riportati alcuni principi che l’ Autore ricava dal confronto dell’ operaio belga con quelli degli altri paesi e cioè: 1) l’ope­ raio belga non regola il suo alimento secondo la natura della professione che esercita ; 2) l’ope­ raio belga non regola il suo alimento secondo il valore nutritivo degli alimenti che si può pro­ curare con una somma determinata; 3) l’operaio belga che abita le regioni industriali ha un ali­ mento meno nutritivo di quello che abita le città o le campagne ; 4) l’operaio belga ha in gene­ rale un alimento più nutritivo in quanto dispone di un più elevato reddito; 5) l’operaio belga ac­ corda nella sua razione alimentare una parte tanto più grande alla carne in quanto dispone di un reddito più elevato; 6) le influenze locali potenti per le diverse modalità di alimentazione non pos­ sono compensare l’azione delle suddette tendenze. L ’Autore corrobora i suoi principi con bel­ lissimi quadri statistici completi contenenti cifre di dettaglio di grande interesse.

Il libro che studia un argomento quasi nuovo e da un punto di vista completamente obiettivo, giacché ogni considerazione è desunta dalle cifre risultanti da inchieste e indagini esclusivamente di fatti, ha una grande importanza, giacché, se an­ che le cifre si limitano a osservazioni particolari relative agli operai belgi, i principi generali cui assurge possono essere utili per qualunque paese,

in quanto, su per giù, il tipo operaio si regola e agisce, quasi dovunque, in modo simile nelle nazioni civili.

Il [mio Mini in Francia

Il Consiglio di amministrazione del Credito Fondiario di Francia ha presentata recentemente la sua relazione sull’attività di questo Istituto durante l’anno 1911.

Stante la grande importanza di questa So­ cietà, crediamo opportuno darne un breve reso- conto.

Due grandi operazioni finanziarie furono intraprese dalla Società in questo periodo.

La prima operazione consiste nell’aumento del capitale sociale da 200 a 225 milioni me­ diante l’emissione di 50,000 azioni : essa è stata fatta allo scopo di ottenere i mezzi necessari sia all’incremento dei prestiti, sia allo sviluppo della circolazione delle obbligazioni fondiarie e comu­ nali. Ciò ha permesso anche di modificare la ma­ niera di costituire delle provvigioni straordinarie per l’ammortamento dei prestiti, col destinare a questa il premio di 200 franchi per ogni nuovo titolo emesso, cioè a dire una somma di IO mi­ lioni.

La seconda operazione finanziaria consiste nel­ l’emissione di obbligazioni comunali : 1’ ecce­ denza dei prestiti comunali sulle corrispon­ denti obbligazioni in circolazione ha deciso l’Istituto a emettere un prestito comunale di 500 milioni, sotto la forma di obbligazioni a premio di 250 fr. al 3 per cento offerti alla sot­ toscrizione pubblica al prezzo di fr. 248 50. L ’ope­ razione ha avuto successo: 1,927,519 sottoscrit­ tori hanno prenotato 37,565,660 obbligazioni in luogo dei 2 milioni di titoli offerti.

Ciò premesso, rilevasi dalLa Relazione che durante il 1911 il Credito Fondiario ha fatto 7,374 prestiti ipotecari perla somma di fr.186,905,998.73. Essi risultano così suddivisi : 6,335 prestiti a lunga scadenza per fr. 179,758,779.58; 88 pre­ stiti a breve scadenza per 1,639,400,00; 951 pre­ stiti concessi sui fondi del capitale sociale e di riserva per fr. 5,507,819.00. Totale 7,374 pre­ stiti per fr. 186,905,998.73.

Sui 951 prestiti concessi sui fondi del ca­ pitale sociale e della riserva, 939 per una somma di 5,372,902 fr. sono stati accordati ai proprie­ tari d’immobili danneggiati dal terremoto dell’ l l giugno 1909 e alle vittime delle inondazioni del gennaio e febbraio 1910.

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di 779 come numero, e di 43,994,441 ir. come somma.

L ’ammontare dei rimborsi anticipati che era stato nel 1910 di fr. 77,3 \ ,087 discese per il 1911 a fr. 75,019,757 con una diminuzione di oltre 2 milioni. L ’ interesse dei prestiti ipotecari, fissato a 4.30 per cento a partire dal 12 gen­ naio 1909 ha conservato il medesimo saggio.

I prestiti concessi nel corso di questo eser­ cizio portano a 170,885 il numero e a 6,146,993,508 franchi la somma totale dei prestiti ipotecari ae- cardati dal Credito Fondiario dopo la sua fon­ dazione fino al 31 dicembre 1911.

II Credito Fondiario di Francia si consacra però più specialmente al credito urbano: infatti sur un totale di 6,146,993,508 franchi di pre­ stiti accordati dopo la sua fondazione, 4,848,346,347 si riferivano a immobili urbani, situati in gran parte (3,567,691,721 fr.) nel dipartimento della Senna. La proporzione dei prestiti gravanti pro­ prietà rurali oscilla fra il 20 e il 25 per cento del totale.

Gli ultimi due anni segnano un certo au­ mento dovuto specialmente ai danni delle inon­ dazioni del 1910.

Durante il 1911 il Credito Fondiario ha fatto 2597 prestiti comunali per una somma di fr. 151,852,944 con un aumento di 297 come nu­ mero e di fr. 36,917,326 come somma. D ’altra parte l’ammontare dei rimborsi anticipati che nel 1910 furono di fr. 20,387,682 sale in que­ st’anno a fr. 44,067,341. Il totale dei prestiti comunali concessi in 52 anni dal Credito Fon­ diario (1860-1911) si eleva come numero a 45,104 e come somma a fr. 4,209,220,179.

I prestiti in Algeria in partecipazione col Credito Fondiario di Algeria e Tunisia figurano nelle operazioni del 1911 per 79 prestiti ipote­ cari in fr. 2,035,900 e per 37 prestiti comunali, in fr. 10,066,624.

Quelli fatti in Tunisia, si elevano a 69 per una somma di fr. 1,361,566. Nel corso dell’eser­ cizio il Credito Fondiario ha rinnovato per un periodo di 10 anni il trattato col Credito Fon­ diario d’Algeria e Tunisia che veniva a spirare il 31 dicembre scorso.

La situazione generale delle obbligazioni al 31 dicembre 1911 era la seguente:

Obbligazioni fondiarie fr. 2,255,079,017.46 Obbligazioni commerciali » 1,672,220,725.10

Totale » 3,928,199,742.56 II saldo profitto e perdite dell’esercizio 1911 ammonta a fr. 32,182,145.43. Se da questa cifra si deducono le somme versate al conto per l’am­ mortamento dei prestiti (fr. 14,016,468.55) restano

fr. 18,165,676.88. Dedotte le spese generali (fr. 4,995,529.45), gli utili netti dell’esercizio re­ sultano in 13,170,147.43. Aggiungendo l’avanzo dell’esercizio 1910 (fr. 102,237.12) si hanno ir. 13,272,384.55 di utili.

La ripartizione degli utili si è effettuata nel modo seguente : fr. 15 a ciascuna delle 400,000 azioni, cioè fr. 6,000,000 ; alla riserva obbliga­ toria il 5 per cento degli utili netti dopo aver prelevato il 5 per cento per il capitate versato fr. 158,507.37 ; come dividendo complementare di fr. 17 alle 400,000 azioni, fr. 6,800,000 : alle 50,000 azioni nuove un dividendo uguale for­ mato dai fr. 750,000 versati nella sottoscrizione a da un prelevamento di fr. 100,000 sugli utili del 1911, fr. 100,000; infine all’esercizio 1912, fr. 213,877.18.

Il dividendo dell’esercizio 1911 risultò quindi di fr. 23 come quello dell’anno precedente.

Il Credito Fondiario possedeva al 31 dicem­ bre 1911, 88 proprietà immobili, di cui 53 ru­ rali, di una superficie di 3,931 ettari, e 35 urbani.

I beni rurali resultano così costituiti negli ultimi tre anni :

die. die. die. 1909 1910 1911 Piccoli fondi inferiori ai 5 ettari 24 15 12

Fondi da 5 a 10 ettari 9 6 6

» da 10 a 50 ettari 29 15 14 » da 50 ettari in su 31 19 21

— — —

93 55 53

Tali i dati principali, che nella Relazione sono dettagliati e illustrati da utili tabelle sta­ tistiche.

L ’Istituto internazionale di Agricoltura pub­ blica alcune statistiche su questo argomento, le quali per lo straordinario sviluppo che ha oggi dovunque il movimento cooperativo risultano as­ sai interessanti.

Le società cooperative agricole inglesi sa­ rebbero ammontate secondo queste statistiche nel 1909 a un totale di 653 (delle quali 336 di consumo e 318 di produzione) aventi 84,952 membri, un capitale di 453,505 sterline in azioni e somme prese in prestito e 165,174 sterline in riserva e assicurazioni.

Dopo il 1909 il numero delle Società sale ancora, per quanto i dati non siano sufficienti per dare delle cifre precise, in modo uniforme, sì da potere effettuare dei confronti.

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La stessa relazione afferma che le cifre ri­ guardanti il 1909 date dalla Divisione del La­ voro del Ministero del Commercio, sono certa­ mente, nei limiti che la Divisione segna alle sue statistiche, le cifre più complete fin qui pubbli­ cate relativamente all’anno suddetto. Tuttavia esse comprendono solamente le società registrate a norma delle leggi sulle società industriali e di previdenza o delle leggi sulle società di mutuo soccorso. Esistono per altro, alcune grandi so­ cietà cooperative agricole registrate a norma delle leggi sulle compagnie ( Companies Acts).

Ecco alcuni criteri generali che al di fuori delle cifre, serviranno a farsi idea della fisono­ mía delle Cooperative inglesi:

La Divisione del Lavoro, senza dare nes­ suna precisa definizione della cooperazione, pone come caratteristica delle organizzazioni contem­ plate nel suo rapporto, ciò che segue:

« 1) Può entrare a far farte di una società cooperativa chiunque lo voglia; tuttavia il Co­ mitato della Società, si riserva, ordinariamente il diritto di respingere l’ammissione di persona la cui adesione si ritiene possa recare pregiu­ dizio agli interessi della società.

Per conseguenza, la lista degli azionisti di una società cooperativa non è mai chiusa.

« 2) L ’ammontare delle azioni di una so­ cietà cooperativa (azioni invariabilmente emesse alla pari) è sempre minimo (ordinariamente L. st. 1) e può in generale esser pagato in ac­ conti settimanali o trimestrali, o anche per mezzo del cumulo automatico delle quote spettanti al socio come parte nel dividendo della società, senza che egli sia costretto a pagar uulla in contanti, tranne una somma insignificante ver­ sata al momento in cui entra in possesso del titolo.

« 3) La quasi totalità del capitale in azioni può essere ritirata, previo avviso, in un breve spazio di tempo. Tuttavia numerose società esigo­ no che ciascun membro conservi almeno un’azione transmissibile (che può essere realizzata soltanto vendendola).

« 4) Salvo rare eccezioni, ogni individuo membro di una società dispone di un voto, qua­ lunque sia il numero delle azioni che egli pos­ siede. Se il capitale in azioni è in mano di altre società, si accorda, in generale, a queste società, un numero di voti supplementare, proporzionato in una certa misura, all’ammontare del capitale in azioni da loro posseduto.

« 5) Il voto per procura è quasi scono­ sciuto.

« 6) La rendita annua del capitale in azioni è, di solito, limitata a un tasso di inte­

resse fisso (ordinariamente del 5 per cento). L ’eccedente degli utili, dopo il pagamento di questi interessi, è in generale ripartito, in pro­ porzioni precedentemente stabilite talora tra i clienti della società, soci o meno, a titolo di di­ videndo sugli acquisti, e talora, tra gli azionisti, i clienti e gli impiegati ; se si tratta di società agricole, questo eccedente è diviso tra i clienti, gli impiegati, i fornitori di materie prime e gli azionisti. Ma accade raramente che gli azionisti ricevano contro versamento del loro capitale, la totalità degli utili.

« 7) La pubblicità data ai resoconti è ca­ rattere generale delle società cooperative. Gene­ ralmente i resoconti pubblicati dalle società sono dettagliati e completi.

« 8) Le società non compiono operazioni soltanto con i loro membri, benché in pratica, l’ammontare delle vendite fatte ai non soci sia esiguo. Ciò si deve al fatto che l’ammissione è agevole e che il fatto d’essere membro della so­ cietà dà diritto al cliente a una quota di divi­ dendo sugli acquisti, doppia di quella che egli percepirebbe se non fosse socio.

«• 9) Le società, salvo alcune rare eccezioni, sono formate a norma di leggi specialmente pro­ mulgate per rispondere ai bisogni delle classi industriali e non a norma delle leggi sulle Com­ pagnie, come lo sono ordinariamente le imprese per azioni (joint-stock undertakings) ».

Infine accenneremo che le società si distri­ buiscono nei seguenti gruppi:

1) Società cooperative industriali. 2) Società cooperative agricole.

3) Banche e società cooperative di credito e di assicurazione.

4) Società cooperative di alloggio e di co­ struzioni.

A ll’infuori delle società comprese nel secondo gruppo, rientrano nel quadro di questo articolo le società seguenti :

a) Società cooperative industriali, in quanto sono in relazione con la produzione agricola ;

b) Società di credito rurale;

c) Società cooperative di assicurazione agricola ;

d) Società per le home industries, in Irlanda, aventi carattere rurale.

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Ing. Paul Degrully, Le droit de glanage grap­

pi llag e, ratelage, chaumage et sarclage pa- trimofne des pauvres. — Paris, V. Giard et E. Brière, 1912, pag. 304, l x x x i i, x x i. Confessiamo che leggendo questo geniale lavoro dell’ ing. Degrully ci siamo meravigliati che 1’ argomento trattato potesse fornire occasiono a così dotta e profonda trattazione. Certo da tempo immemorabile i poveri di ogni contrada hanno esercitato sulle terre di ciascun paese un diritto di raccogliere dopo la mietitura o la ven­ demmia od altra operazione analoga gli avanzi dei prodotti lasciati sui campi ; ma la somma dei fatti che l’Autore ha raccolti, ordinati ed esaminati è tale che coloro i quali non hanno compiuti studi speciali in proposito non possono nemmeno sospettare tutto 1’ interesse che essi presentano.

Dopo alcune premesse per precisare le que­ stioni trattate, l’Autore esamina il diritto di « spigolare » attraverso le diverse epoche nella storia della istituzione e nella relativa legisla­ zione. Quindi tratta degli altri analoghi diritti, come il « raspollare » il « rastrellare » il « sar­ chiellare » il « fare la stoppia ». Premesse tali nozioni storiche l’Autore esamina tali usi nel diritto e nella giuVisprudenza dei diversi paesi per ricavare poi i principi fondamentali di di­ ritto che regolano gli usi stessi.

Disponendo di una larga erudizione e di documenti delle varie epoche che riporta nelle appendici, l'Autore viene a conclusioni molto importanti nelle quali domina il concetto che detti usi costituiscano un diritto per i poveri, il quale può essere disciplinato per 1’ interesse generale, ma non può senza ingiustizia essere soppresso.

L ’eccellente lavoro del sig. Degrully non può essere che lodato senza reticenze.

Dr. Richard Passow, Materialien für das

virtschaftswissenschaftlichen Studium. I l i

Band; Warenbörsen. — Leipzig, B. G. Teu- bner, 1912, pag. 152 (M. 2.80).

In questo terzo volume l’Autore tratta delle borse di varie merci ; dopo una introduzione e dopo aver posti i principi generali che regolano le borse di merci, si sofferma a dare ampie no­ tizie sulle borse di Danzica e di Mannheim pei cereali, su quella di Amburgo per il caffè, su quelle di Amburgo e di Magdeburgo per lo zucchero, di Amburgo e Berlino per i contratti

a termine dei metalli, e finalmente di Duisbuig- Ruhrort per le navi.

In ciascuno di questi studi che rappresen­ tano altrettante monografie strettamente legate ad uno schema di acuta analisi, l’Autore dà prova della sua profonda dottrina e della sua speciale attitudine di ordinare i fatti.

RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA

— Nel Congresso degli assicuratori in­

fortuni tenutosi a Roma fu approvato tra gli

altri questo ordine del giorno :

« Il Convegno, ecc. j constatato che non tutti i coefficienti d’ indennizzo fissati dall’art. 95 del regolamento rispondono alla entità reale della diminuzione di attitudine al lavoro derivata al­ l’operaio leso ; considerato che per lo spirito e la lettera delle vigenti disposizioni legislative, l’in­ dennizzo va ragguagliato al grado di diminuzione della capacità di un individuo a compiere qual­ sivoglia lavoro, e non a criteri di valutazione di una capacità di lavoro specifico ; fa voti che nella revisione della legge e regolamento infortuni:

1) siano riveduti e corretti i coefficienti di indennizzo di cui all’art. 95 del regolamento, proporzionandoli al grado reale di limitazione della capacità lavorativa derivante dalle singole lesioni anatomiche e conseguenti limitazioni fun­ zionali, con eliminazione dei piccoli indennizzi che rispondono a lesioni anatomiche od a limi­ tazioni funzionali le quali in realtà non dimi­ nuiscono per nulla l’attitudine dell’operaio leso al lavoro ;

2) che sia dettata una tassativa disposizione in forza della quale non siano più possibili de­ formazioni dello spirito informatore della legge, intese a ragguagliare l’ indennizzo alla diminu­ zione di capacità ad un determinato lavoro, an­ ziché a qualsivoglia lavoro utile ».

L ’avv. Colajanui svolge un suo ordine del giorno nel quale si fanno voti perchè l’arbitrato venga reso obbligatorio se richiesto da una delle parti ammettendo che il giudizio arbitrale sia deferito ad un solo medico con facoltà alle parti di farsi assistere rispettivajnente da un medico fiduciario, durante lo svolgersi delle operazioni arbitrali. L ’ordine del giorno è approvato a grande maggioranza.

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propone di modificare l’art. 115 del regolamento nel modo seguente:

a) nel caso di controversia sulla natura e sulla entità della conseguenze dell’ infortunio, le parti interessate, dopo avere inutilmente esperite le pratiche del contraddittorio amichevole, rap­ presentate ciascuna da un arbitro da esse libe­ ramente scelto, addiverranno alla nomina di un terzo arbitro scelto di comune accordo. Quando questo accordo non potesse raggiungersi, su sem­ plice domanda scritta a cura della parte più di­ ligente, il presidente del tribunale sarà investito della facoltà di nominare questo terzo arbitro scegliendolo fra i sanitari elencati in apposito albo. Il lodo del consesso arbitrale sarà inappel­ labile e godrà per la registrazione dei benefici concessi dalla legge 1904 n. 51, testo unico;

b) le revisioni degli infortuni, chiesti, sia ad istanza dell’ istituto, come ad istanza dell’ operaio, verranno giudicate e definite secondo il sistema dell’arbitrato obbligatorio di cui alla lettera a);

c) ogni biennio, all’ inizio dell’anno giuri­ dico, verrà redatto in ogni tribunale apposito albo di quei medici che possedendo cognizioni cliniche e medico-legali, particolari intendono essere adibiti nella qualità di arbitri periti. Alla compilazione dell’albo procederà il presidente del tribunale, sentito il parere del Consiglio dell’or­ dine dei medici, del Consìglio sanitario provin­ ciale, dei presidenti degli istituti o sindacati di assicurazione sul lavoro, dei presidenti di asso­ ciazioni operaie per la tutela dei medesimi sugli infortuni, residenti nella giurisdizione del tribu­ nale stesso;

d) gli onorari dei periti verranno determi­ nati in apposita tabella e saranno pagati in giu­ sta metà dalle parti richiedenti ; a garanzia del pagamento sarà effettuato congruo deposito dalle medesime.

L ’on. Beltrami, rappresentante della Confe­ derazione del lavoro, è d’accordo con l’avvocato Zanoncelli nel riconoscere la necessità di evitare gli abusi, ma ritiene non potersi togliere all’ope­ raio il diritto della difesa e della rappresentanza. Fa voti quindi perchè in queste questioni siano intermediarie le associazioni operaie.

L ’avv. Zanelli si oppone all’ordine del giorno Zanoncelli. Consente con l’on. Beltrami per l’in­ tervento delle organizzazioni operaie e presenta un ordine del giorno che viene approvato, con­ trario a quello Zanoncelli. L ’ avv. Zanelli riferi­ sce quindi in ordine ai servizi medici e presenta un ordine del giorno con il quale il Convegno, richiamando il voto già espresso in ordine alle necessità di una tariffa sulle spese e sugli ono­ rari medici, sia in confronto dei singoli profes­

sionisti che degli ospedali ed istituti, fa voti che in argomento si prendano accordi con gli ordini dei sanitari.

— Il 1910 fu un anno assai favorevole per Io sviluppo delle Casse di risparmio prus­

siane. I depositi, che nel 1909 sommavano a

764.51 milioni, uel 1910 salirono a 774.56 mi­ lioni di marchi: e complessivamente da marchi 10,332,231,727 nel 1909, crebbero a 11,106,793.497 marchi nel 1910, ossia sono cresciuti del 7.50 per cento.

Anche rispetto alla popolazione si ha un au­ mento nei depositi per abitante, che da una media di 259.40 in. nel 1909 salirono a 276.18 nel 1910. L ’ importanza dello sviluppo delle Casse di ri­ sparmio è bene illustrata anche dalla considera­ zione del continuo incremento subito dalla media dei depositi per abitante: di 3.27 m. nel 1850, di 8.29 nel 1860, di 20.17 nel 1870, di 58.46 nel 1880, di 109.55 nel 1890, di 166.68 nel 1900; in 60 anni l’ importo medio dei depositi per abi­ tante è cresciuto di 84 volte.

Il numero delle Casse di risparmio ammon­ tava a 1,711 nel 1910, cioè a 19 di più che nel 1909. Esse sono così distribuite :

Casse di risparmio urbane 774 per cento 51.29; Id. id. comunali-rurali 272 id. 6.87 ; Id. id. circondariali 473 id. 33.07; Id. id. provinciali 6 id. 3-36; Id. id. private 186 id. 5.41.

Totale 1,711 per cento 100.00.

Anche gli utili delle Casse di risparmio hanno subito un aumento non indifferente, da 84.27 milioni nel 1909 a 92.63 milioni nel 1910.

Interessanti sono le cifre relative agli im­ pieghi del patrimonio fruttifero delle Casse di risparmio, giacché gran parte di essi sono fatti in prestiti ipotecari rurali.

L ’aumento di questo patrimonio dal 1909 al 1910 ammonta a 824 milioni.

La tendenza delle Casse di risparmio è at­ tualmente quella di impiegare il proprio patri­ monio sempre più in prestiti su ipoteche urbane e in prestiti a enti pubblici.

Sono diminuiti invece gli impieghi in titoli al portatore, che nel 1905 rappresentavano il 26.27 per cento del totale, e nel 1910 sono discesi a rappresentare solo il 23.63, poiché le Casse di rismarmionon intendono di correre iì rischio delle oscillazioni di prezzo cui sono sottoposti valori mobiliari.

Anche i prestiti su ipoteche rurali hanno perduto di importanza, sia in confronto al com­ plesso degli impieghi fatti dalle Casse di risparmio, sia rispetto alle ipoteche urbane.

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rapporto sulle finanze della Serbia durante

il 1912:

I prodotti delle imposte dirette e indirette sono calcolati in sterline 5,230,588 con un au­ mento di sterline 523,432 in confronti' dell’anno precedente.

Per quel che riguarda il bilancio il rapporto nota che mentre gli introiti dovuti alle tasse indirette mostrano un costante aumento, quelli dovuti alle imposte dirette presentano una dimi­ nuzione in confronto dell’anno precedente e ciò per il fatto che in causa dell’antiquato sistema di riscossione non si può sempre ottenere dalle imposte tutto il gettito previsto. Si confida che le dogane daranno un maggior introito di ster­ line 62,795 ; che le ferrovie offriranno uri maggior prodotto di 80,000 sterline e che l’ incremento delle poste, dei telegrafi e dei telefoni frutterà altre 32,625 sterline.

In quanto alle imposte straordinarie sono preventivate per una somma di sterline 94 mila 331 in più dell’anno scorso. Le spese per il 1912 erano state preventivate in una somma eguale alle entrate, ottenendo così il pareggio del bi­ lancio nonostante un aumento di 427,326 sterline sul totale delle spese dell’anno scorso. L ’aumento principale è rappresentato nel preventivo da una somma di sterline 111,171 per le spese militari. Invece la principale diminuzione di spese, che è di 48,750 sterline, è dovuta al diminuire delle somme richieste per interessi ai prestiti, essendo stato rimborsato l’anno scorso un importante pre­ stito russo.

— È uscito il numero di ottobre del Bollet­ tino di Statistica Agraria edito, sotto la dire­ zione del prof. Umberto Ricci, dall’ Istituto In ­ ternazionale d’Agricoltura. Riproduciamo le no­ tizie più importanti eh’ esso contiene, e che mo­ dificano solo leggermente quelle pubblicate nel Bollettino del mese scorso.

Frumento. — Per il complesso dei 24 paesi seguenti: Prussia, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Spagna, Francia, Inghilterra e Galles, Irlanda, Regno d’ Ungheria, Italia, Lussemburgo, Norve­ gia, Paesi Bassi, Rumania, Russia Europea, Sviz­ zera; Canadà, Stati Uniti, India, Giappone, Rus­ sia Asiatica; Algeria, Egitto, Tunisia la produ­ zione è calcolata in quintali 886.598.555 contro q. 826.743.580 nel 1911. In altri termini la pro­ duzione del 1912 risulterebbe uguale a 107,2 per­ cento di quella del 1911.

Segale. — Nell’ insieme dei paesi seguenti : Prussia, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Spagna, Francia, Irlanda, Regno d’ Ungheria, Italia, Lus­ semburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Rumania, Rus­ sia Europea, Svizzera; Canadà, Stati U niti;

Russia Asiatica ; Algeria, si calcola una produ­ zione di q. 402.962.314 contro q. 342.007.234 nel 1911. In altri termini la produzione del 1912 risulterebbe uguale a 117,8 per cento di quella del 1911.

Orzo. — Nel complesso dei seguenti paesi : Prussia, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Spagna, Francia, Inghilterra e Galles, Irlanda, Regno d’Ungheria, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Rumania, Russia Europea, Svizzera; Oa- nadà, Stati Uniti; Giappone, Russia Asiatica; Algeria, Egitto, Tunisia si calcola una produzione di q. 278.598.321 contro q. 264.895.714 nel 1911. In altri termini la produzione del 1912 risulte­ rebbe uguale a 105,2 percento di quella del 1911. Avena. — Nel complesso dei precedenti paesi, meno l’Egitto, si calcola una produzione di quin­ tali 592.924.830 contro q. 491.198.306 nel 1911. In altri termini la produzione del 1912 risulte­ rebbe uguale a 120,7 per cento di quella del 1911. Mais. — Pel complesso dei seguenti paesi : Bulgaria, Spagna, Ungheria, Italia, Rumania, Russia Europea, Svizzera; Canadà, Stati Uniti; Giappone, Russia Asiatica; Algeria, Egitto e Tu­ nisia, la produzione in quest’ anno si calcola in q. 919.337.207 contro q. 789.860.828 nel 1911. In altri termini la produzione del 1912 risulte­ rebbe uguale a 116,4 per cento di quella del 1911. Riso. — In Italia si calcola una produzione di q. 8.800.000 contro 4.792.200 nel 1911 e nel Giappone di quint. 75.044.000 contro 73.665.208 nel 1911.

Barbabietola da zucchero. — Nella Prussia il raccolto è previsto in q. 130.907.080 contro 59.961.440 nel 1911, nel Belgio il raccolto è pre­ visto in q. 18.200.000 contro q. 14.760.000 nel 1911, in Danimarca in quintali 8.035.279 contro q. 7.304.799 nel 1911, in Spagna in q. 10.789.738 contro quintali 8.749.550 nel 1911, in Italia in q. 15.000.000 contro 14.404.000 nel 1911, in R u­ mania in q. 3.200.000 contro q. 2.630.318 nel 1911 e in Svezia in q. 9.901.842 contro 8.211.230 nel 1911.

Vite. — In Spagna si prevede una produ­ zione di hi. 14.000.000 di mosto contro ettolitri 14.747.051 nel 1911, in Italia di hi. 42.000.000 contro hi. 42.654.100 ne! 1911 e in Rumania di hi. 1.250.000 contro hi. 993.437 nel 1911.

Cotone. — La produzione dell’ Egitto è sti­ mata in q. 3.633.777 (cotone sgranellato) contro q. 2.860.012 nel 1911.

(9)

3 novembre 1912 L ’ E C O N O M IST A 697

In fine quanto alle colture dell’ anno 1912-13 nei paesi dell’emisfero meridionale, il Bollettino contiene i dati delle superimi seminate in Argen­ tina che sono le seguenti : pel frumento ettari 6.868,000 contro ha.6.897.000 nel 1811, per l’avena ha. 1.190.000 contro ha. 1.031.000 nel 1911 e per il lino ha. 1.745.000 contro ha. 1.630.000 nel 1911.

— L ’ assicurazione contro la mortalità del bestiame in Austria, viene esercitata come

nella maggior parte degli altri paesi, esclusiva- mente da istituti organizzati sotto forma mutua. Alla fine del 1907 funzionavano nell’ Impero sei grandi istituti provinciali, e precisamente quello dell’Austria inferiore, dell’Austria superiore, della Carinzia, della Moravia, del Vorarlberg e del j Salisburgo. Oltre a questi grandi istituti si an­ noveravano ancora trecento e ventidue società j mutue locali, diffuse specialmente nel Tirolo, nella Boemia, nella Moravia e nell’Austria superiore. Nel 1908 e nel 1909 il numero degli istituti mu­ tui provinciali è aumentato; oltre ai sei istituti su ricordati, operavano l’ Istituto tirolese, con sede ad Innsbruch, 1’ Istituto Goriziano, con sede a Gorizia e l’ Istituto Istriano con sede a Parenzo.

Il Ministero dell’ Interno austriaco ha pub­ blicato recentemente, a pochi mesi di distanzal’uno dall’ altro, tre rapporti sul funzionamento di questi istituti di assicurazione e nel numero di agosto del Bollettino edito dall’ Istituto Internazionale di Agricoltura in Roma, si trovano esposte, in base a questi rapporti, le linee generali dell’or­ ganizzazione attuale dell’ assicurazione del be­ stiame in Austria.

Considerando i risultati ottenuti dagli isti­ tuti di assicurazione austriaci in questi ultimi anni, si deve dedurne che la loro organizzazione è informata a sani criteri e posa veramente su salde basi ; anche dalle statistiche più recenti si può rilevare che il numero dei proprietari e dei capi di bestiame assicurati tende ad aumentare, i fondi di riserva sono in giusta proporzione colle somme assicurate, 1’ assicurazione diretta viene bene completata dalla riassicurazione e si cerca di ricorrere il meno possibile ai premi supple­ mentari. Si deve notare però che gli istituti mutui di assicurazione contro la mortalità dei bestiame sono sovvenzionati dai poteri pubblici provin­ ciali e queste sovvenzioni raggiunsero nel 1907 la proporzione del 12 per cento del totale delle entrate.

Tra le diverse specie di assicurazione quella del bestiame bovino è la più diffusa. E interes­ sante a rilevare, che nel 1907 il capitale rappre­ sentato dal bestiame bovino, assicurato presso gli istituti e società locali soggette alla sorve­

glianza del Ministero dell’ Interno austriaco, am­ montava complessivamente a 106.614.407 corone, sorpassando la cifra dell’ anno precedente di co­ rone 7.903.583; il valore medio di un animale assicurato si aggirò intorno alle 295,9 corone. Il bestiame equino assicurato nel 1907 rappresen­ tava un valore di 49.725.754 corone, con un au­ mento rispetto al 1906, di 5.213.793 corone. La somma media assicurata per cavallo è di 365 co­ rone. È nell’Austria inferiore che l’assicurazione del bestiame equino è più apprezzata dagli agri­ coltori ; il 56,5 per cento dei soci ed il 58,3 per­ cento dei cavalli sono assicurati presso l’ Istituto di assiourazioue contro la mortalità del bestiame dell’Austria inferiore.

L ’assicurazione del bestiame caprino ha mi­ nore importanza di quella del bestiame bovino ed equino, perchè minore è il valore dei capi di bestiame esposti al rischio. Tuttavia nel 1907 l’assicurazione del bestiame caprino era esercitata da tre società mutue in Boemia e da una società mutua in Cortina d’Ampezzo. Il numero dei capi di bestiame assicurati era di 486 per una somma di 12.412 corone.

È notevole poi l’aumento nell’ammontare dei | premi incassati, verificatosi presso i nuovi istituti I di assicurazione di Innsbruch, di Gorizia e di ! Parenzo; il primo, da 6430 corone di premi in- 1 cassati nel 1908, passa a 16.854 corone nel 1909 ; il secondo da 5887 a 20.035, il terzo da 2727 a 8925 ; questa è una buona conferma, che la loro . creazione corrispondeva ad un bisogno della po­

polazione agricola del paese.

Se dall’ ultimo censimento del bestiame in Austria, si è rilevato, che in generale, nonostante le numerose epizoozie avutesi in questi anni, il numero dei capi di bestiame non è molto dimi­ nuito, questo risultato è certo in gran parte do­ vuto alla benefica influenza dell’ assicurazione. È noto infatti quale rigoroso controllo esercitino gli istituti di assicurazione per prevenire il diffon­ dersi delle epizoozie, e come essi contribuiscano a migliorare il servizio veterinario nei piccoli paesi

Il commercio della Francia. — La Di­

rezione generale delle Dogane pubblica il quadro del commercio della Francia con gli altri paesi e le colonie durante il mese di settembre:

Mese di settembre

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all’ industria 324,268 + 36,730 Oggetti fabbricati 130,961 + 12,897 Totali 574,938 + 40,795 Esportazioni 1912 (Migliaia Differ. sul 1911 di franchi) , Oggetti alimentari Materie necessarie 60,216 + 219 all’ industria 161,209 + 9,159 Oggetti fabbricati 290,569 + 31,285 Colli postali 38,553 + 3,372 Totali 550,548 + 44,031 Ecco intanto i resultati per

mési del 1912 :

Nove mesi.

i nove primi

Importazioni 1912 Differ, sul 1911 (Migliaia di franchi) Oggetti alimentari

Materie necessarie

1,260,756 - 301,783 all’ industria 3,411,453 + 64,207 Oggetti fabbricati 1,154,111 + 59,62o Totali 5,826,350 — 177,655 Esportazioni 1912 Differ, sul 1911

(Migliaia di franchi) Oggetti alimentari Materie necessarie 549,124 + 44,384 all’ industria 1,426,435 + 77,001 Oggetti fabbricati 2,456,328 + 243,547 Colli postali 370,730 + 11,424 Totali 4,782,617 + 376,256 Il miglioramento già constatato altra volta si accentua ancora.

Tranne la importazione degli oggetti alimen­ tari che sono in lieve diminuzione, tutte le altre categorie sono in aumento: specialmente è da segnalare 1’ aumento della importazione delle materie prime e della esportazione degli oggetti fabbricati che stabiliscono le buone attuali con­ dizioni della situazione industriale francese.

Il commercio inglese. — Ecco secondo

la classificazione del Board o f Trade, i resul­ tati del commercio estero inglese del mese di settembre e dei nove primi mesi del 1912:

Importazioni.

sett. nove mesi (migliaia di sterline) Prodotti aliment. 23,272 201,297 Materie prime 18,436 189,398 Articoli manifat. 15,269 136,856 Articoli diversi 208 2,084 Totali 57,183 528,965 Esportazioni.

sett. nove mesi (migliaia di sterline) Prodotti aliment. 2,998 23,114 Materie prime 5,467 42,287 Articoli manifat. 33,906 281,911 Articoli diversi 833 6,971 Totali 43,204 354,283

Il commercio italiano. — Ecco il rias­

sunto dei valori delle merci importate ed esportate, in e dall'Italia per categorie dal l.o gennaio al 31 luglio 1912:

Importazione.

Spiriti, bevande

V alore d e lle m erci im porta te a l 81 lu g lio 19tP D ifferenza sul 1911 Lire L ire 57,936,861 + 3,262,897 Generi coloniali 50,036,019 — 433,344 Prodotti chimici med. 85,907,986 + 221,452

Colori 20,122,774 — 57,847

Canapa, lino 37,337,266 — 968,977

Cotone 303,341,478 H- 34,808,405

Lana, crino, peli 97,298,810 + 561,118

Seta 92,749,403 — 10,900,706 Legno e paglia 100,707,588 — 8,839,652 Carta e libri 28,246.220 + 3,182,502 Pelli 78,148,009 — 6,112,464 Minerali, metalli 352,946,386 +• 17,358,737 Veicoli 19,037,262 + 729,107

Pietre, terre e cristalli 220,335,432 — 2,265,631 Gomma elastica 46,644,956 H- 9,708,131 Cereali, farine e paste 309,557,114 — 31,250,888 Animali e spoglie anim. 113,182,626 — 20,956,868 Oggetti diversi 34,986,021 -H 9,422,270 Totale, 18 categorie 2,049,022,211 — 2,631,758 Metalli preziosi 12,349,600 — 2,049,000 Totale generale 2,061,371,811 — 4,680,758

Esportazione.

V alore d e lle m erci esporta te al 81 lu g lio 1912 Spiriti, bevande Lire 94,848,673 + D ifferen za sul 1911 L ire 4,379,252 Generi coloniali 12,378,510 + 5,519,431 Prodotti chimici med. 47,120,545 + 3,390,875

Colori 4,532,590 — 72,764

Canapa, lino 40,989,273 — 12,933,610

Cotone 111,914,608 — 17,770,751

Lana, crino, peli 17,697,320 — 671,265

Seta 304,671,600 + 35,864,790 Legno e paglia 42,261,900 + 4,461,907 Carta e libri 12,581,773 -4- 720,620 Pelli 43,844,976 + 5,377,830 Minerali, metalli 59,709,729 11,770,551 Veicoli 26,566,186 - 15,532,797

Pietre, terre e cristalli 64,863,714 — 425,290 Gomma elastica 28,566,310 4- 15,085,804 Cereali, farine e paste 206,532,482 + 10,642,315 Animali e spoglie anim. 149,442,755 -+■ 21,899,779 Oggetti diversi 58,688,935 + 17,945,019 Totale, 18 categorie 1,327,206,879 + 89,651,726 Metalli preziosi 20,888,700 — 1,340,300 Totale generale 1,348,095,579 + 88,311,426

Il commercio spagnolo. — Il movimento

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3 novembre 1912 L ’ E C O N O M IST A 699

Ecco il movimento per ogni capitolo: Import. Esport. (milioni di peaetas) Animali viventi 18 11 Materie prime 308 223 Prodotti fabbricati 234 172 Derrate alimentari 94 262 Totale 654 668 1911 604 528 1910 611 604

Le importazioni variano poco, ma le espor-fazioni sono in sensibile progresso, e ancor più per le derrate alimentari.

Tra gli articoli che si sono visti accrescere di più nel 1912, il valore del loro commercio, in rapporto al 1911, stanno le patate con 43,000 tonnellate invece di 25,000, l’olio d’oliva can 50,224 invece di 29,285.

I lauopi pubblici in Libia

Riassumiamo una relazione ordinata dal Mi­ nistro dei Lavori Pubblici on. Sacchi e compiuta ddll’ufficio speciale per le opere pubbliche nelle co­ lonie.

Essa consta di una Relazione generale del comm. Ruini, dirigente dell’ufficio, e di cinque mo­ nografie compilate sotto la sua direzione dai fun­ zionari addetti all’ufficio, Vianelli, Bichelli, Pintor, Colucci e Petrocchi.

Le monografìe concernono :

a) l’organizzazione degli uffici e gli appalti in corso ;

b) l’edilizia coloniale (espropriazioni, piani re­ golatori, edrfici pubblici);

c) le opere ferroviarie; d) quelle portuali;

e) i sistemi di appalto sperimentati possibili in regime di colonie.

La Relazione riassume l’azione svolta d’accordo con le autorità militari, non senza notevoli risul­ tati di prontezza e di rapidità. L’ invito di prov­ vedere agli impianti portuali è del 15 dicembre 1911 e, valendosi dj un progetto all’uopo predisposto, i lavori erano già messi a gara ed appaltati il 16 gen­ naio 1912; mentre per le ferrovie l’autorizzazione governativa è del 28 dicembre 1911 ed il 17 marzo il tronco da Trìpoli ad Ain Zara era già inaugu­ rato. A questi primi atti che destarono le lodi dei tecnici stranieri, va poi aggiunta l’opera minuta ed intensa svolta tra difficoltà d’ogni genere, per si­ stemare i servizi pubblici ed introdurre le condi­ zioni elementari della vita civile nei molti' luoghi occupati della vastissima costiera.

I criteri cui l’ Ufficio si è ispirato, sono i se­ guenti :

Anzitutto massima economia : sia pel numero delle opere che limitaronsi a quelle di imprescin­

dibile urgenza e non importano piu di 10 milioni, sia per il modo di esecuzione, giacché in regime di colonia importa solo la buona costruzione e sa­ rebbe errore adottare quei finimenti, perfezioni ed accuratezze esterne, che le abitudini delle popola­ zioni chiedono in Europa.

Nello.stesso tempo però si è cercato che i la­ vori da eseguirsi in questo primo periodo per ra­ gioni militari, servissero anche a scopi commerciali e non pregiudicassero lo sviluppo delle . maggiori opere da riservarsi al futuro, al quale criterio ispi- raronsi i primi appalti portuali, l’adozione di uno scartamento adatto a stabili ferrovie invece che a semplici decauvilles, i tipi di serbatoi di acqua, eco.

In terzo luogo si evitò ogni formalismo e rigi­ dità burocratica, ritenendo errore di trapiantarne in colonia gli ordinamenti e gli istituti, della madre patria. Ma si cercò ugualmente di stimolare la maggiore concorrenza fra imprese, ottenendo prezzi relativamente bassi.

Così, ad es., pei dragaggi, malgrado le diffi­ coltà dei porti libici, non si superano i prezzi ché si fanno nei porti italiani.

La Relazione tratta distintamente delle opere portuali, che sono le più urgenti di tutte e si di­ stinguono in tre gradi: impianti di sbarco, dragaggi e costruzione di moli, con speciale riguardo a Tri­ poli, ove si potrà con non grande spesa, formare uno dei più vasti scali mediterranei ed a Bengasi, ove una Commissione ha ora risoluto il problema dell’ubicazione del futuro porto, che servirà di sbocco ad un vasto hinterland commerciale.

Perla parte edilizia, ricordate le misure prese contro gli abusi della speculazione, la Relazione espone i criteri cui sono informati i decreti reali testé appro ati per le espropriazioni di pubblica utilità e per l’attuazione dei piani regolatori./

Abbandonando i sistemi dell’ inchiesta pubblica e dell’ indemnité prealable, che anche nelle legisla­ zioni europee sono sostanzialmente violati, il de­ creto per le espropriazioni tien conto dell’ esperienza di altre colonie e delle costumanze libiche, stabi­ lendo le forme più adatte per la divulgazione dei bandi di esproprio. E mentre per l’ accertamento dei titoli di proprietà si rimette all’ufficio da isti­ tuirsi per la conservazione e registrazione dei di­ ritti immobiliari, foggia un organo nuovo per le funzioni di magistrato delle espropriazioni.

Nella determinazione del compenso, affine di sfuggire alle artificiali sopraelevazioni ed agli ac­ caparramenti delle aree, il decreto reale assume come criterio di valutazione il medio valore venale del quinquennio anteriore alla occupazione, con un aumento discrezionale non superiore al dieci per cento.

(12)

Dopo aver parlato di ciò che si è fatto in Libia la Relazione esamina ciò che resta da fare in ma­ teria di lavori pubblici, ed insiste sulla necessità di dare il maggior sviluppo alle risorse locali e di distribuire la spesa dello Stato in una serie di annualità mediante un congegno di acconce opera­ zioni finanziarie.

Per i porti, anche dove non sono possibili tipi di concessioni a Società e ad Enti privati col com­ penso di diritti portuali e della utilizzazione di banchine, cave, industrie ecc., si propone di adot­ tare una rigorosa autonomia finanziaria, con un bilancio proprio per ogni porto, nel senso di tener conto del costo d’ impianto e d’esercizio e delle en­ trate, e di mirare a che con queste ultime si faccia fronte alle spese, o almeno a che, ove sia indispen­ sabile un concorso dello Stato, sia contenuto nei limiti di una quota d’ integrazione.

La Relazione conferma che il porto più econo­ mico non è quello in cui minori sono i diritti por­ tuali ma quello in cui maggiori diritti, senza osta­ colare il commercio, rendono possibili e pagano le spese dei lavori ed impianti dal commercio ri­ chiesti.

Applicando i criteri generali a Tripoli, si di­ mostra che la capitalizzazione del gettito delle tasse portuali consenta di eseguire i lavori previsti dal progetto Luiggi pel secondo periodo.

Quanto alle ferrovie, tracciato il presumibile programma delle future linee sia costiere sia di penetrazione, la Relazione enumera i criteri tecnici di minimo dispendio da seguirsi sull’ esempio di altre ferrovie coloniali, e per la parte amministra­ tiva ove non sia possibile la concessione di com pensi in terra e cave, delinea un sistema di con­ cessione a base di garanzia d ’ interesse, con parte­ cipazione di rappresentanti dello Stato nel Consiglio d’amministrazione.

Per gli edifici pubblici, da costruirsi con la lenta gradualità si è studiata una forma di appalto con pagamenti di annualità comprensivi di ammor­ tamento ed interesse per un periodo di diversi anni, dopo il quale lo Stato avrebbe in piena proprietà gli stabili, avendo intanto pagato pressappoco il loro fitto.

Infine pei sistemi di appalto la Relazione espone il metodo speciale seguito -per la Libia, che corri­ sponde all’ incirca al così detto concorso dei progetti tedesco e consiste nell’ invitare le stesse imprese a predisporre, in base ad un progetto governativo di larga massima, i progetti più dettagliati e ad offrire i prezzi relativi, con opportuno margine discrezionale per la scelta dell’amministrazione.

La Relazione conclude, esprimendo la fiducia che nell’assetto definitivo della colonia potrà mo­ strarsi la capacità organizzatrice del nostro paese.

*

[ ■ [ 1 IELLE [U S E 9! [O H I O

Camera di commerio di Pavia. — Nella se­

duta dei 17 ottobre 1912 (Lanzini Cav.Ing. Angelo, Presidente), il Consiglio, a seguito della relazione fatta sull’oggetto dal Presidente, approva il se­ guente ordine del giorno :

« La Camera;

« Vista la deliberazione dell’ XI Assemblea Ge­ nerale Ordinaria dell’ Unione delle Camere di Com­ mercio. circa le riforme da apportarsi allo Statuto dell’ Unione, e la conseguente proroga del termine per la disdetta per quest’anpo al 31 ottobre u. s. ; « Esaminate le proposte di modificazione dello Statuto fatte dalla apposita Commissione e consi­ derando che esse non sembrano rispondere al de­ siderato migliorameuto delle funzioni dell’Unione ; « Tenuto presente che il termine stabilito dalla deliberazione suddetta sta per trascorrere prima della convocazione di altra Assemblea, in confor­ mità alla deliberazione stessa;

« Presa cognizione delle determinazioni adot­ tate dalle consorelle del Veneto circa le proposte di modificazione dello Statuto dell’Unione, ed asso­ ciandosi in massima alle medesime;

« delibera

di disdire la sua partecipazione all’ Unione per la fine del corrente anno, salvo ritirare la disdetta a seguito delle deliberazioni che verranno prese nella prossima Assemblea straordinaria dell’ Unione ».

Datasi lettura della relazione inviata sull’ar­ gomento dal Consigliere Fassina. 11 Consiglio ne approva le conclusioni col seguente ordine del giorno :

« La Camera di Commercio di Pavia;

« Prese in considerazione le proposte della Con­ sorella di Novara relative alla maggiore validità dei biglietti ferroviari di andata e ritorno per di­ stanze non superiori ai 100 chilometri senza pre­ giudizio della validità dell’attuale biglietto festivo, ed alla facoltà di fermata alle stazioni intermedie;

« Richiamando il suo voto espresso nella seduta 14 dicembre 1910 conforme alla prima di dette pro­ poste e riconoscendo l’opportunità della seconda ;

« Rinnova detto voto per ottenere la facilita­ zione intesa al reciproco utile dell’Amministrazione e del pubblico, appoggiando altresì la seconda pro­ posta fatta dalla Consorella ».

Mercato monetario e Rivista delle Borse

(13)

3 novembre 1912 L ’ E C O N O M IS T A 701

ohe in altre occasioni avrebbe prodotto viva im­ pressione, è stato considerato, quale esso è in realtà, come una semplice misura di precauzione in presenza del livello raggiunto dallo sconto li­ bero 3 5/8 per’ cento) e della riserva dei capitalisti e bancbe/localì nell’ accettare effetti allo sconto, che tendevano a far convex'gere all’istituto in mag­ gior copia le richieste del pubblico. In realtà, alla vigilia della liquidazione si può dire, grosso modo, che la situazione della Banca non differisce da quella dello scorso anno.

Non bisogna però dimenticare che, dato il li­ vello del prezzo del denaro a Londra (4 15/16-5 per cento) e a Berlino (4 7/8 per cento) i cambi con l’estero continuavano a volgere sfavorevolmente alla Francia, incoraggiando le esportazioni di ca­ pitale, nel momento stesso in cui in Germania si considera la possibilità di un nuovo aumento dello sconto ufficiale sebbene la Beiohsbank si trovi in una posizione sensibilmente migliore di quella di un anno fa. La settimana scorsa il bilancio dell’istituto germanico, infatti, segnava, sul 1911 un aumento di m. 101 nel metallo e una riduzione di 52 1/2 milioni nella circolazione tassata, nono­ stante la espansione di 226 milioni negli impieghi. Ma, evidentemente, la tendenza delle banche minori, ovunque prevalente, a serbare liquide grandi disponibilità e ad astenersi dagli impieghi a scadenza, per poter fronteggiare imprevedibili eventualità dei rispettivi mercati, induce gli istituti centrali a premunirsi ancorché la situazione loro sia favorevole. La stessa Banca d’Inghilterra, seb­ bene in possesso di un fondo metallico di un mi­ lione maggiore a quello di un anno fa e di una riserva pure superiore per 1 1/2 milioni, potrebbe, ove la Beichshank s’induca ad un aumento elevare il proprio saggio, pur facendo essa assegnamento sui consueti arrivi di oro dal Sud-Africa e su quelli che attende ora dall’India, per fronteggiare le uscite di metallo a destinazione dell’ Egitto e dell’ America Meridionale e i bisogni delle provincie.

A tale stato di cose del mercato monetario europeo non fa riscontro una pressione anormale di quello americano: A New Jork il prezzo del denaro si aggira intorno a 5 per cento e l’ulteriore inde­ bolimento delle Banche Associate, la cui eccedenza • di riserva è scesa a meno di doli. 5 milioni, non destra preoccupazioni per la certezza che non manchi l’intervento del Tesoro americano ove se ne manifesti la necessità.

La tensione dello sconto in Europa, solita a verificarsi in questa parte dell’anno, ha acquistato in realtà una maggior importanza solo pel contrac­ colpo della situazione determinatasi nei Balcani: ora poiché i circoli finanziari tendono a riguardar questa sotto un nuovo aspetto, anche la ripercus­ sione che ne è venuta ai saggi non rimpressiona soverchiamente la speculazione, tanto più che la liquidazione delle posizioni effettuatasi durante il mese ha permesso che essa rimanesse assai calma di fronte alla prospettiva di riporti elevati.

Il mondo degli affari, che considerava con in­ quietudine lt vittorie degli alleati contro la Turchia per le difficoltà che avevano al ristabilimento dello statu quo. si è rasserenato di fronte all’abbandono di tale principio da parte delle Potenze. Esso, pur non nascondendosi quanto ancora sia lontano il pieno accordo di queste per 'un rimaneggiamento della carta politica della penisola balcanica, è più ottimista, e dalla rapidità stessa dei progressi degli eserciti coalizzati, trae argomento a sperare in una non lontana cessazione del conflitto e dei pericoli che ne derivano alla pace europea.

E cosi che nei giorni scorsi, attraverso le oscillazioni dei prezzi dovute sia al succedersi di notizie contradittorie, sia alle operazioni inerenti alla liquidazione di fine mese, una intonazione più ferma, nonostante l’inattività generale delle tran­ sazioni, è andata prevalendo sulle varie Borse. Anche sul mercato interno, dopo le esitazioni dei primi giorni della settimana, la resisenza dei corsi si è trasformata in un movimento di progresso, favorito dalle condizioni favorevoli in cui si svol­ geva la liquidazione, assai sensibile, cosi per la rendita, del resto ben tenuta anche all’estero, come per la maggior parte dei valori.

riT O I jT DI STATO S a b a to 26 o tt o b r e 1 9 1 2 L u n e d ì 28 o t to b r e 1 9 1 2 M a r te d ì 2 9 o tt o b r e 1 9 1 2 M e r c o le d ì 8 0 o tt o b r e 1 9 1 2 G io v e d ì 81 o tt o b r e 1 9 1 2 V e n e r d ì 1 n o v e m b . 1 9 1 2 ! R en d ita ita l. 8 3[4 97 87 97 87 97.90 97 98 98 65 . » B1 j2 Ojo 98 10 98 86 97 98 98 56 98 .57 » » 8 Oio 67 50 67 — 6 7 - 67 50 67 50 R en d ita ita l. 8 8^4 O^O

a P a rig i . . . 9695 96.76 96 55 96 65 96 65 a L o n d r a ... 9 5 - 95.— 95.— — — a B e rlin o . . — — - .— — R en d ita fra n cese . . .

a m m o rtiz z a b ile . . --- - --- -- ---- — — — » » 8 0[o 90 — 89.60 89 35 89 35 89.75 C on solid a to in g le s e 28^4 73.25 73 25 73.28 » p ru ssia n o 8 0(0 88.40 88.50 88 50 88.50 88.40 R en d ita a u s tr ia c .in o ro 108 70 109.20 108.20 108.30 108.80 » » in a rg 85.80 85 20 84 86 84.85 84.85 » » in ca rta 85 30 85 20 84 85 85.26 8480 R end. spagn. es teriore

a P a r ig i... 915 5 94.80 91— 90.55 9C.90 — a L o n d .a . . . . 8 9 - — .— 09.— 6 9 - — R e n d ita tu rca a P a rigi 81 — 79.— 80.50 7 8 - 78.90 —

» » a L on d ra 7 9 - 80.— 7 8 . - 7 8 - 7 9 . -R end. ru ssa n u o v a a Par 104.40 108.76 103.85 103.85 10865

» portog h ese 8 0i0

-a P-ari ... 81.05 64 05 14.50 —

(14)

PRESTITI MUNICIPALI Prestito di Milano . . . 4 “/„ » Firenze . . . 3 °/0 » Napoli. . . . 5 °/0 » Roma . . . 3.*/, CARTELLE FONDIAU.il': Istituto Italiano . . . » » . . . » » , , . Banca Nazionale . . . Cassa di Risp. di Milano

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Monte Paschi di Siena

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Op. Pie di S. Paolo Torino 5

» » » 4 Banco di Napoli . . . 3 Il 01 /ti lo °/ / 0 7 ° /l ‘A l i ) ° / l i ) °ll o 0 / 10 ‘ / , ° / o ' / / / „ 0 / l o °/o

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Meridionali . . I Mediterranee. . I Sicule . . . . , Secondarie Sarde Meridionali . . Mediterranee Sicule (oro) . . I Sarde 0. . . . Ferrovie nuove. Vittorio Emanuele Tirrene. . . . Lombarde. . . , Marmif. Carrara » " / , 4 °/o 1 7 , 8 • /. 3 ° / 0 3 ° / 0 5°/o 3 ° / „ VALORI INDUSTRIALI Navigazione Generale . . . Fondiaria Vita. . . . . . » Incendi ... Acciaierie T e r n i... Raffineria Ligure-Lombarda. . Lanificio Rossi... Cotonificio C antoni... » Veneziano . . . . Condotte d’ acqua... Acqua P i a ... Linificio e Canapificio nazionale Metallurgiche italiane . . . . Piombino... Elettric. E d is o n ... Costruzioni Venete... G as... Molini Alta Italia... Ceramica R ic h a r d ... Ferriere ... Officina Mecc. Miaui Silvestri . Montecatini... Carburo rom ano... Zuccheri Romani... E l b a ... Banca di Francia Banca Ottomana Crédit Foncier. su F ra n c ia su Londra 28 Lunedi. . 29 Martedì . 30 Mercoledì 31 Giovedì . 1 Venerdì . 2 Sabato . . 100.90 101.92 100 90 100.95 25.46 25.47 25.47 25.48 J.0J.95 25.48 27 2 ottob re n o v e m b 1912 1912 100 65 100 70 67.50 67.50 96 50 96.50 483.- 483— 27 2 ottob re n o v e m b 1912 1912. 5 10 .- 510. -499.— 496— 466— 466. -481.— ■180— 515— 516.— 503 50 503.50 476.50 474.50 490— 1 1 ! 1 ì 1 27 2 ottob re n ov em b 1912 1912 594— 594.50 394 — 394— 675— 675— 285— 279— 334 50 335— 498 - 498— 505.— 406— , 336— 536— 335.50 337 — 362— 362— 509— 503.50 254 — 2&L. — 27 2 ottob re n o v e m b 1912 1912 411— 403— 300— 300.— 188.50 189 50 1612— 1621— 342 - 342 50 1476 — 1476— 366 — 365. — 74.50 74.50 315— 316 — 2002 — 2000— 142— 138.50 126.50 125.— un — 138 50 600.50 604.--153 50 154— 1204.— 1206 -211.— 225— 241 — 240. -140— 139— 106.50 106.75 130 — 135— 733— 742. -8 1 - 8 2 .-— 4320— 4250— 630— 635— 5610— 5650 — 830— 826— AMBI

iu B erlino siu A u stri» 124.10 105.40 124.10 105.40 124— 105.30 124.15 105.30 124'15 105.30

Situazione degli Istituti

( O ro. H attivi) In0aS8° ( A r g e n t o . t ì Am\0 < P o rta fo g lio ... [ A n tic ip a z io n i . . . . ■d

di emissione italiani

10 o tto b r e Differenza L . 1022 664 000 00 174 ' "J0 118916 000 00 — 2 CO » 505 022 000 00 -h 6 701000 107 858 000 00 — 800000 n, m v. ; C ircola zion e . . . . » 1651590 000 00 - f 18861000 l Ardivo J C on ti c> e d e b iti a vis ta 184 590 000 00 - f 11 984 000

10 o t to b r e D ifferenza 02 •r-t d U T I V O PASSIVO ATTIVO g l PO «sii o m £ M M e „ ( i n c a s s o ...L. 58914 000 ___ 812 000 ¿P orta fog lio in te rn o . » 56 678 000 — 2181000 /A n t i c i p a z i o n i . . 6 272 000 96POOO

) C irco la zio n e . . . . » 98304 000 921000 ) C on ti c. e deb iti a vista 36464 000 558000 10 o tto b r e D ifferenza (in c a s s o [ O ™ - tQ; • - L . 214 791000 00 15 952 000 00 + 84 000 / P o r t a f o g l i o ...» 166 371000 00 +- 2983 0C0 (A n t ic ip a z io n i...» 29 621000 00 — 548 000 \ C ircola zion e . . . , »409 279 000 00 4- 2 095 000 ) C on ti c. e d eb iti a vista 56 028 000 00 4 - 653 000

izione degli Istituti di emissione esteri

31 o t to b r e differenza ( In e. m e ta llic o Steri. 87 865 000 4- 249 000 ... a 1 P o rta fo g lio * 34 752 000 — 1 807 000 | R is e r v a . . . . » 27 150 000 + 304 000 ( C ircola zion e. . . * 28 553 000 65 000 ’IVOi corr. d . S tato *

5 vu/ C on ti co rr. p r i v a t i » I l 236 080 -1- 1 003 000 15 192 000 1 666 0)0 V R a p . tra la n s . e la prop. 47 70 °, 0 + 1 80 o g ri Q ATTUO In ca ssi ■3 PASSIVO ( j O ro . . I A rg e n to P o r ia fo g lio . . . A n t ic ip a z io n i. . C ircola zion e . . C on ti c o r r e n t i . J Ò <D g u t.

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+J CD D ¿4 Q> ® S* o.S !* c3 o fe W S © ATTIVO 81 o tto b re F r. 8 228 440000 » 761597000 » 1859 654000 » 609 281 OOo * 5 886 079000 * 1 095 645000 23 o tto b r e » 1805 768 000 » 271 825 000 » 901 826 000 » 14942100Ó 299 492 000 ì 361 081 000 293 798 000 295 804 000 26 o tto b re In ca sso D oli. 262 170 000 P orta f, e a n ticip . » 1 338 460 000 V a lo r i le g a li . » 15 850 000 ATTIVO i IllCa9S0(argento Aimo ) Portafoglio . . . . ¿Anticipazione . . ' P re s titi ip o te c a r i PASSIVO (C ir co la z io n e . . . . j C onti co r r e n t i . . (C a r te lle fon dia rie.

pioo,vfY C ircola zion e. . » rAablYU^ C o n ti co rr. e d e »

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