L ’ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
Anno X X I - V o i . X X X IV
F iren ze, 1 Novem bre 1903
N . 1539
S o m m a r io : Il credito agrario del Banco di Napoli, I — Le Società finanziarie degli Stati UniU d’ America — R . Da l l a Vo l t a. Imperialismo e protezionismo, IX — A. J . db Jo b a n n i s. Lo scopo e le funzioni dello Banche di emissione, IV — Rivista economica: (La protezione degli emigranti - La produ
zione dell’ olio d’ oliva nel 1903 - Il prezzo dell’ argento) — La situazione del Tesoro al 30 Settembre 1903 —
II X III Congresso dei Cooperatori italiani — La popolazione italiana in Corsica — L ’ emigrazione negli Stati Uniti d’ America nel 1902 — Cronaca delle Camere di Commercio (Messina) — Mercato monetario e Banche di emissione — Rivista delle Borse — Società commerciali od industriali (Rendiconti di Assem blee) — Notizie commerciali — Avvisi.
IL CREDITO A B B U IO BEL BANCO DI NAPOLI
i
Anche il Banco di Napoli sta facendo, come
è noto, l’ esperimento di quel Credito Agrario,
che è tanto desiderabile, quanto difficile ad ap
plicarsi con benefizio di chi ne abbisogna e con
sicurezza di chi lo esercita.
La legge 7 luglio 1901 autorizzava la Cassa
di Risparmio del Banco a impiegare due decimi
dei suoi depositi (e i due decimi vennero deter
minati in sei milioni di lire) in operazioni di cre
dito agrario con Consorzi ed Istituti legalmente
costituiti, designati a tal uopo dall’ Amministra
zione del Banco stesso. La caratteristica sta qui:
la Cassa di Risparmio non può aprire il credito
agli interessati direttamente, bensì per mezzo di
Istituti intermedi. Ed è savio provvedimento,
giacché il credito agrario intende giovare a per
sone non molto abbienti e note soltanto nei luo
ghi ove dimorano, come gli agricoltori e i pic
coli possidenti; e non si esercita con discerni
mento, con utilità pratica, con sicurezza econo
mica, se non quando il sovventore conosca bene
e da vicino i suoi clienti.
L ’ applicazione della ricordata legge, che è
limitata alle provincie meridionali d’ Italia, meno
la Sicilia, e alla Sardegna, costituisce un esperi
mento della maggiore importanza, anche e spe
cialmente perchè la legge stessa, e il relativo
Regolamento del 13 febbraio 1.902, rivolgono le
loro molteplici disposizioni al conseguimento
certo di questi due scopi fondamentali, che al
trove risultavano sempre difficili a raggiun
gersi: 1°) Credito veramente a buon mercato;
2°) Garanzia che il danaro dato in prestito serva
effettivamente a non altro he a quelle coltiva
zioni e miglioramenti agricoli pei quali 1 istitu-
zione< è stata immaginata e posta in essere.
È utile conoscere e far conoscere i risultati
del primo Esercizio, che si è chiuso col 31 di
cembre 1902; e li porge in modo completo una
Relazione pubblicata il 25 Giugno scorso dal Di
rettore Generale del Banco di Napoli. Con pia
cere vediamo eh’ essa ha già cominciato a tro
vare i suoi commentatori ; segno che il tema
non lascia indifferente il pubblico.
Cotesti risultati, per verità, sono finora as
sai scarsi; ma hanno torto quegli impazienti i
quali dichiarano addirittura ohe la cosa non va
e non può andare. Ha ragione invece il sig. Paolo
Manassei di prendersela, in un suo recente stu
dio, *) coi « giudizi avventati di giornalisti che
scrivono più presto che non pensano. » Ed è nel
vero quando dice con garbata ironia: « Se si fa
una gara di automobili che romperanno i piedi
e forse le ossa a buon numero di tranquilli cit
tadini, o si fanno prove di areostati dirigibili
con relativi bagni in mare o precipitose discese,
non mancano gli applausi e gli incoraggianti au-
gurii di onniscenti pubblicisti ; ma se una istitu
zione buona, grande, utile, senza bagliori, senza
pompa d’ inaugurazioni e di discorsi strepitosi
si costituisce e incomincia a funzionare, e dopo
alcuni mesi non ha cambiato la faccia della
terra, si dice e si ripete con una tal quale scet
tica voluttà: 1’ esperimento è fallito! »
Il sig. Manassei presenta alcune proposte,
di cui più tardi parleremo. Seguiamo intanto,
come egli fa, la Relazione sopra rammentata.
Essa è un lavoro dei più notevoli, per limpi
dezza, ordine logico, copia d’ interessanti no-
tizie.
Nelle provincie prese a considerare dalla
legge esistevano 335 istituzioni atte a esercitare
il credito agrario ; ma alla Gassa di Risparmio,
dopo accurate indagini risultò che sole 134, pel
loro impianto, pel loro modo di funzionare, per
le persone dei loro amministratori, meritavano
si accordasse loro senza imprudenza il fido. Sif
fatti enti crebbero poi di numero, giungendo a
373, ma soli 162 vennero giudicati meritevoli
d’ entrare in relazione con la Cassa di Risparmio
del Banco. Erano e sono di più specie Consorzi
Agrari, Banche Agricole, Banche Popolari, Casse
di Risparmio, Casse Rurali, Casse di prestanze
agrarie successe agli antichi Monti frumentari ;
e fra esse solo 10 Casse rurali sono a respon
sabilità illimitata. Ecco un primo ostacolo: pic
colo numero di enti intermedi, per operare in
parecchie e vaste provincie.
Un altro fatto di cui bisogna tener conto
nel valutare i resultati del 1900, è che il detto
anno si ridusse a soli otto mesi. Il Regolamento
proposto dal Banco e approvato dal Governo, fu
pubblicato il 22 marzo ; ma fino a tutto aprile
non si mosse nessuno degli Istituti riconosciuti
meritevoli, in varia misura, del fido agrario,
benché avessero ricevuto tutte le opportune co
municazioni e istruzioni. Le prime domande di
fido furono. preseutate ai primi di maggio.
E a un po’ alla volta ne vennero altre, ma
da non più di 50 Istituti. Allora la Direzione
della Cassa di Risparmio, che non è stata dav
vero con le mani in mano, fece, secondo si suol
dire, come Maometto, che andò dalla montagna,
vedendo che la montagna non si moveva per an
dare da lui : in altri termini, fece accreditamenti
d’ ufficio a parecchi Istituti che non ne avevano
presentata alcuna richiesta, invertendo le parti,
come osserva la Relazione. In tal modo i castel
letti assegnati al 31 dicembre 1902 vennero ad
essere complessivamente 119, per V ammontare
di L. 3,238,000, ossia poco più del fondo collo
cabile.
Ma gli Istituti affidati spiegarono poca at
tività. Le cambiali (i prestiti agricoli si fanno
in forma cambiaria) da essi, presentate al ri
sconto della Cassa di Risparmio furono N. 553,
rappresentanti N. 538 prestiti, per un totale di
L. 120,891.23, Non possiamo qui seguire la R e
lazione nei suoi minuti conteggi e nei prospetti
che illustrano le diverse operazioni compiute,
circa la ripartizione di esse per provincie, i vari
scopi agricoli per cui ciascun gruppo di pre
stito ebbe luogo, ecc. Limitiamoci a spigolare
qualche notizia. — Perdite non ve ne furono :
le cambiali in scadenza vennero regolarmente
pagate. — Gli utili per interessi riscossi durante
1’ anno ascesero a L. 4,651,75, di cui però sole
L. 1,068.38 vanno attribuite al 1902, mentre
tutta la parte restante riguarda gli esercizi fu
turi. — Per legge, 1’ onere complessivo sui pre
stiti agrari non può essere superiore al 5 O
jq.
Agli Istituti intermedi venendo rilasciato 1’ 1 Ojo
di provvigione, la Cassa di Risparmio non può
percepire più del 4 0[o d ’ interesse. Dal 21 no
vembre in poi, spontaneamente essa l’inunziò a
1]2 0[o a favore degli Istituti intermedi, con
tentandosi di percepire il 3 1 [ 2 .— I prestiti si
possono fare in natura o in danaro. La legge e
il regolamento prescrivono che si dia la prefe
renza a quelli in natura. Invece ne vennero chie
sti quasi esclusivamente in danaro, e quelli in
natura ascesero a non più di L. 8,664.92. - La
modesta media dell’ ammontare dei prestiti dà
prova del frazionamento del credito e risponde
al concetto della legge, la quale tende a recare
un aiuto, con preferenza, al piccolo agricoltore.
« Due cose, dice la Relazione, chiaramente
risultano : che non ostante il lavoro preparato-
rio compiuto dal Banco, la legge fu cominciata
ad applicare con molto ritardo, circa ben tre
mesi dopo la pubblicazione del Regolamento ;
e che in ogni modo e non ostante tutto il buon
volere del Banco, questa applicazione non fu
che scarsissima. »
Per altro, mentre la Relazione si limita al-
1’ analisi dell’ Esercizio 1902, e un certo punto
porge, in poche righe, alcune cifre riassuntive
concernenti ii lavoro proseguito tino al 31 mag
gio 1903. Ne emerge un po’ di progresso: pic
colo, ma c’ è.
Il sig. Manassei già citato, ne trae buoni
auspici, e indica con numeri il lavoro non grande
compiuto nei primi anni dalle Casse di Rispar
mio di Bologna, di Modena, di Ravenna, d’ Imo-
la, di Terni, che assunsero l’ esercizio del cre
dito agrario in seguito alla legge del 1887. Perciò
conclude, non a torto : « Ci vollero dunque 5 o
6 anni perchè le offerte di Credito Agrario di
questi cinque Istituti, con ribasso d ’ interesse,
fossero gi'adite ed accolte per una somma che
in complesso supera di poco i due milioni. E
un pregiudizio volgare che vorrebbe sembrare
scientifico, giudicare il buon ordinamento degli
Istituti di Credito, in specie di quelli d ’ un cre
dito che ha una speciale destinazione, dalle ci
fre del movimento che si verifica dopo pochi
mesi di gestione ; e se non si leggono cifre
grosse di milioni e milioni, concludeva che gli
Istituti non hanno forza espansiva, o i metodi
prescelti sono sbagliati. Vero credito agrario es
senziale, autentico, è quello che è subordinato
al vincolo dell’ impiego agrario, ed a questa con
dizione esso si svolge utilmente, ma lenta
mente. »
In un altro articolo vedremo a quali cause
deve attribuirsi la difficoltà, che il credito agra
rie incontra, di diffondersi rapidamente nel mez
zogiorno d’ Italia.
Le Socielà finanziarie agli Siati U niti d’ Am erica
Il mercato di Nuova York è stato turbato
al principio della settimana passata dal falli
mento di alcuni stabilimenti finanziari, chiamati
trust .companies, specialmente da quelli della
Maryland Trust Company e dell’ Union Trust
Company di Baltimora, ,'
jquindi interessante in
questo momento di vedere un po’ che razza di
società sono queste trust companies, e anzitutto
occorre avvertire che il vocabolo trust, che entra
nel nome di queste istituzioni, porta talvolta a
confonderle coi trust industriali ed è precisa-
mente per questa confusione che a proposito
della crise finanziaria di Baltimora taluno con
clude che il sistema dei trust, considerato tanto
temibile per l’ industria europea, sta per crollare.
Ora la trust company e il trust industriale sono
due istituzioni essenzialmente differenti, che nean
che dal punto di vista della loro attività non
hanno il menomo punto di contatto.
perchè i paesi europei non hanno, pare, alcuna
istituzione che ad essa rassomigli. Anzitutto la
trust company presenta una garanzia che non si
trova nel trust industriale, perchè funziona sotto
il controllo del governo che non ne è tuttavia
responsabile. Due anni fa, nell’ agosto 1901, già
veniva segnalato dal Moniteur belga lo sviluppo
straordinario preso in questi ultimi tempi dalle
trust companies, le quali sono società che si so
stituiscono in qualche modo ai modesti capita
listi per fare e gerire i loro modesti investi
menti personali. Esse rispondono a un bisogno
nato dallo sviluppo colossale e dalla grande mol
teplicità dei valori mobiliari. Sono intermediari
utili tra il capitale e l’ industria, qualche cosa
che si avvicina agli istituti di credito mobiliare.
Pel loro tramite il denaro dei capitalisti va a
dar vita a nuove imprese, oppure a sostenere
quelle che esistono ; esse amministrano per conto
di terzi enormi portafogli di valori.
Queste spiegazioni non danno tuttavia che
un’ idea imperfetta delle operazioni alle quali
possono dedicarsi cotesti stabilimenti finanziari.
Parlando di tali istituzioni in una riunione di
specialisti tenuta di recente a Chicago, un ban
chiere, il sig. Clay Herrick diceva che è impos
sibile di dare della trust company una defini
zione che si applichi perfettamente a tutte le
istituzioni designate sotto quel nome. La legisla
zione che regola il loro funzionamento varia da
uno Stato all’ altro.
Ci sono delle trust companies che hanno
molte analogie con le casse di risparmio. Altre
rivolgono di preferenza la loro attività verso gli
affari commerciali, comprese in questi, talvolta,
le operazioni di sconto ; altre si occupano degli
interessi dei municipi, adempiono in certo modo
alle funzioni di agente fiscale ; altre ancora ge
riscono delle proprietà immobiliari e agiscono
per conto di privati, di società, di sindacati, ecc.
Un carattere, nondimeno, che è comune a quasi
tutte le trust companies è la loro tendenza a
invadere il campo delle banche propriamente
dette.
Insomma, si può dire che la trust company
è una società posta sotto il controllo dello Stato,
la quale oltre le operazioni di banca, assume di
fare per conto d’ altri tutto ciò che un individuo
può incaricare un altro di fare per lui in ma
teria finanziaria. E ancora questa definizione, per
quanto larga, non comprende tutte le istituzioni
classificate tra le trust companies, di cui parec
chie s’ incaricano non soltanto dell’ amministra
zione dei beni dei terzi, ma anche della custo
dia delle persone, come minorenni, infermi di
mente, il che rientra piuttosto nelle attribuzioni
degli ospizi e delle istituzioni di beneficenza, e
se ne trovano anche di quelle che sono esecutori
testamentari.
Il tipo più perfetto delle trust company si
divide in tre dipartimenti: q elio delle opera
zioni, il trust propriamente detto e il diparti
mento dei depositi. Talvolta questi dipartimenti
sono suddivisi secondo l’importanza che pren
dono certe operazioni, specie le negoziazioni di
titoli, i trasferimenti, le assicurazioni, ecc.
I privati prendono sempre piu 1’ abitudine
di ricorrere ai servizi di queste istituzioni,
nelle quali trovano, quando si assentano, dei veri
amministratori. Essi le fanno anche intervenire,
specialmente negli Stati dell’ Est, alla creazione
di imprese nuove, il che non avviene senza qual
che rischio.
Una ventina d’ anni fa queste bizzarre isti
tuzioni, dalle funzioni così varie, erano appena
conosciute agli Stati Uniti. Esse hanno comin
ciato a svilupparsi circa diciassette anni or sono,:
ma soltanto negli ultimi 10 anni il loro numero e
la loro importanza sono aumentati in proporzioni
straordinarie. Secondo una statistica compilata da
Charles A. Conant, il numero di questi stabili-
menti, che era di 171 nel 1891, saliva a 417 nel
1902. Nello stesso periodo di tempo il loro ca
pitale era passato da 79 milioni a 179 milioni
di dollari e 1’ ammontare dei loro depositi da
355 a 1526 milioni di dollari. Questi son, dun
que più che quadruplicati nel decennio. E del
resto una delle particolarità di questi stabili-
menti di richiamare, malgrado la modicità del
loro capitale, depositi di una così grande im
portanza. È specialmente verso l’Est degli Stati
Uniti che le trust companies hanno trovato le
condizioni più favorevoli al loro sviluppo.
Il totale del loro capitale e delle loro ri
serve ammontava al 30 giugno 1902 a 229 milioni
di dollari negli Stati orientali, a 60 milioni in
quelli del Centro, a 35 milioni in quelli della
Nuova Inghilterra, a 17 milioni in quelli del
Sud, a 6 milioni in quelli del Pacifico, a 1 mi
lione nell’Ovest. Ma in nessun luogo esse hanno
preso uno sviluppo pari a quello avuto nello
Stato di New York. Alcune cifre dimostreranno
la loro espansione colossale dal 1891 in poi. Il
capitale, le riserve, gli utili e i depositi conglo
bati insieme, ossia le disponibilità, erano di 280,6
milioni di dollari al Io gennaio 1891 salivano a
797,9 milioni di dollari al 1° gennaio 1901 e
raggiungevano i 1146 milioni al 1° luglio scorso.
Ma ciò che è particolarmente notevole è la pro
porzione enorme nella quale i depositi contribui
scono a costituire quelle disponibilità, 211,3 mi
lioni al I o gennaio 1891; 638 milioni al 1" gen
naio 1901 e 914,7 milioni al Io luglio u. s. A
quest’ ultima data il capitale era di soli 62 mi
lioni e mezzo, le riserve ammontavano a 94 1[3
milioni, e gli utili non distribuiti a 47 1(3 mi
lioni.
Le operazioni delle trust companies dello
Stato di New York consistono principalmente
in anticipazioni sopra titoli, le quali in seguito
all’aumento dei depositi hanno potuto avere una
notevole espansione. Questi prestiti ammonta
vano al I o luglio scorso a oltre 626 milioni e
mezzo di dollari contro 166,6 al Io gennaio 1891.
Una parte considerevole dei loro capitali
sono investiti. L ’ entità di questi investimenti
era al I o luglio 1903 di 230,698,000 dollari con
tro 218,806,000 un anno prima. Alla stessa data
I o luglio u. s. le trust companies dello Stato di
New York avevano 55,3 milioni investiti in ti
toli immobiliari e ipotecari e 53 milioni in pre
stiti con garanzia personale.
« Se si ricercano ìe cause dello sviluppo di
queste istituzioni, diceva il Clay Herrick nel di
scorso al quale si è alluso più sopra, io credo si
troveranno nelle tendenze dell epoca nostra. La
trust company più che di una rivoluzione è il se
gno di una evoluzione nelle istituzioni finanziarie
degli Stati Uniti. Essa si è sviluppata perchè
rispondeva a un preciso bisogno del popolo. I
suoi progressi non devono essere separati da
quelli ottenuti in altri campi in questi ultimi anni.
Essa rende possibile le grandi imprese dell’epoca,
da cui dipende la sua stessa esistenza. Essa
mette un gran numero di piccole fortune in grado
di partecipare alla creazione e ai risultati dei
grandi affari. ». E dato il numero considerevole
delle trust companies e la molteplicità delle loro
operazioni non è da stupirsi che talvolta qualcuna
di esse, sottraendosi alle regole che le impone il
controllo delio Stato, si avventuri al di là dei li
miti che la sua missione le assegna.E’ ciò che è
avvenuto senza dubbio a Baltimora; ma sono
casi quasi eccezionali. Ad ogni modo queste trust
companies sono ormai un elemento essenziale del
l’organismo del credito in America, e per questo
ci è parso utile e opportuno di tenerne parola.
IMPERIALISMO E PROTEZIONISMO ’>
IX.
Il programma di Chamberlain.
Il « missionario dell’ impero », come 1’ ex
segretario per le Colonie si è qualificato, ha già
tenuto più d’ un discorso in vari centri d’ Inghil
terra e di Scozia, ma per sapere qual’ è il suo
programma basta conoscere il discorso col quale
ha iniziata la campagna in favore delle tariffe
preferenziali, cioè quello tenuto a Glasgow il 6
ottobre. Negli altri successivi di Greenock, di
Newcastle, di Liverpool, eoe. ha difeso il suo
programma da punti di vista speciali, come ad
esempio a Greenock da quello della classe lavo
ratrice; però la parte sostanziale del suo pro
gramma è presentata con maggior larghezza e ab
bondanza di particolari nel primo discorso. Ed è
appunto di questo che procureremo, anzitutto, di
dare un’ idea precisa. Egli dopo avere accennato, a
suo modo, alle idee di Adamo Smith, ricordo que
sto suggeritogli anche dall’ avere il sommo autore
della Ricchezza delle Nazioni insegnato a lungo
nella città dove Chamberlain parlava, e dopo
aver reso omaggio alle intenzioni del Balfour,
dichiarò che la sua posizione era quella di un
pioniere e che egli era consapevole della neces
sità di istruire il paese, come fu necessario_ per
lui di istruirsi prima di poter vedere tutti gli
aspetti della questione, la quale non può essere
risoluta a un tratto. E due sono, a suo credere,
gli obiettivi che i suoi compatriotti hanno o de
vono avere. In primo luogo, il mantenimento e
l’ incremento della forza e della prosperità na
zionale del Regno Unito ed inoltre la realizza
zione del più grande ideale che mai ebbero uo
mini di Stato in qualsiasi paese o in qualsiasi epo
ca, cioè la creazione di un Impero quale il mondo *
)
*) Vedi il numero precedente dell’ Economista.
non ha mai veduto. « Noi dobbiamo cementare,
egli disse, l’ unione degli Stati al di là dei mari;
abbiamo da consolidare la razza britannica ; ab
biamo da fronteggiare l ’ urto della concorrenza
che ora è commerciale. »
Queste dichiarazioni e altre della stessa in
dole, da lui fatte subito dopo, dimostrano intanto
che il Chamberlain è guidato da considerazioni
non prettamente economiche nel sostenere un
programma di riforme fiscali dalle vaste e com
plesse conseguenze. Egli vede segni di deca
denza, crepacci e fenditure nelle muraglie di quel
grande edificio che è la potenza inglese e pensa
al campanile di Venezia, crollato a un tratto
mentre pareva dovesse durar quanto la città
stessa. Per provvedere finché si è in tempo, il
Chamberlain si fa appunto innanzi con proposte
concrete.
Ma prima egli richiamò l’ attenzione sulle
condizioni del commercio inglese. Il periodo che
attraversiamo, disse, è contraddistinto dalla pro
sperità, dalla espansione, eppure, se si paragona
il 1902 col 1872, si trova che la esportazione dei
prodotti inglesi è aumentata di circa 20 milioni di
sterline, pari al 7 1 [2 0[o, mentre la popolazione
è cresciuta del 30 Ojo E mentre l’ Inghilterra
aveva l’ aumento di 20 milioni di sterline, gli
Stati Uniti vedevano accrescersi la esportazione
di 110 milioni e la Germania di 56 milioni di
sterline. Nel Regno Unito il commercio è stato
praticamente stazionario per 30 anni; nell’ in
tervallo ebbe diminuzioni, e nei tempi più pro
speri difficilmente è stato in migliori condizioni di
30 anni fa. « Nel frattempo i paesi protetti che
si diceva andassero rapidamente in ruina hanno
progredito in una proporzione infinitamente mi
gliore di quella dell’ Inghilt-rra. »
Ma c’ è di peggio, secondo il Chamberlain.
Il commercio non solo è rimasto stazionario, ma
il suo carattere è cambiato. Quando il Cobden
predicava la sua dottrina, egli credeva, e a quel
tempo aveva ragione di crederlo, che mentre le
nazioni estere avrebbero fornito all’ Inghilterra
i prodotti alimentari e le materie prime, questa
sarebbe rimasta l’ opificio del mondo e avrebbe
inviato loro in cambio i prodotti lavorati. Ma
questo è ciò che precisamente l’ Inghilterra non
ha fatto.
1 novembre 1903
L ’ E C O N O M IS T A
717
--
---.
paesi protetti danno 46 milioni di sterline. Ora
come mai, si domandò il Chainberlain, questo
fatto non ha colpito prima d ’ ora il paese ? E
la sua risposta è che il cambiamento avvenuto
è stato celato dalle statistiche, non nel senso
che non 1’ abbiano indicato, ma perchè esse non
sono compilate in una forma che sia compresa
dal popolo. E mentre il commercio coi paesi esteri
è scemato di 46 milioni, invece con i possedimenti
britannici è cresciuto di 40 milioni di sterline e
presentemente il traffico con le colonie è più
grande per ammontare di quello con 1’ Europa
e gli Stati Uniti d ’America. Esso è maggiore di
quello coi paesi neutrali, di cui si è parlato, e ri
mane oggidì quello che aumenta più rapidamente,
è insomma il più importante, il più apprezzato del-
l’ intero commercio inglese. L ’ oratore, permeglio
raggiungere lo scopo della sua dimostrazione, ag
giunse che mentre nel trentennio le esportazioni
inglesi di manufatti per i paesi esteri diminui
vano di 46 milioni, le esportazioni di questi paesi
per l’Inghilterra salivano da 63 milioni nel 1872
a 149 milioni nel 1902, ossia crebbero di 86 mi
lioni.
Ora, poiché il commercio imperiale, ossia
con le colonie, è assolutamente essenziale alla pro
sperità del paese, ne consegue che se esso declina,
se non aumenta in proporzione alla popolazione e
alla perdita nel traffico con le potenze estere, allora
l’ Inghilterra passa tosto tra le nazioni di quin-
t’ ordine. Perchè ciò non accada, occorre che le
classi lavoratrici, che sono elettoralmente par
lando le padrone, abbiano l’ intelligenza per ve
dere che devono destarsi e modificare la loro
politica per adattarla alle nuove condizioni.
Ghamberlain sostiene che, non solo se il com
mercio imperiale declina, l’ Inghilterra deve pure
decadere, ma che esso declinerà inevitabilmente,
salvo che fin che vi è tempo non sieno prese le
misure necessarie per preservarlo. E a suo cre
dere, la ragione per la quale il Ganadà acquista
prodotti inglesi in quantità maggiore per abi
tante di quello che facciano gli Stati Uniti, per
chè l’Australasia ne acquista circa tre volte per
abitante più del Canadà, perchè l’Africa del Sud
(s’ intende la popolazione bianca dell’Africa del
Sud) ne compera per abitante più dell’ Austra-
lasia è semplicemente che questi paesi sono tutti
protezionisti. Sta in fatto che nelle colonie la
maggioranza degli operai è protezionista.
Qui il Chainberlain ha tracciato la storia
della protezione, com’egli disse, ossia le sue tasi
successive di sviluppo. E’ interessante vedere
com’ egli interpetra questo sviluppo. In primo
luogo viene stabilita una tariffa. Si noti che non
vi sono ancora industrie o praticamente nessuna,
ma soltanto vi è una tariffa. Poscia, gradata
mente le industrie crescono dietro la barriera
doganale. Esse sono dapprincipio le industrie
primarie, quelle per le quali il paese ha attitu
dini naturali o per le quali ha qualche vantag
gio speciale, minerario o d’ altra specie. Quando
queste sono state sistemate, allora sorgono ^ le
industrie secondarie, e dapprima quelle relative
ai prodotti di prima necessità, poscia le altre per
i prodotti di lusso, finché tutto il terreno, per così
dire, è coperto. Ora i paesi dei quali si è detto
più sopra sono giunti a stadi differenti del
pro-cesso protettivo. In America questo propro-cesso è
stato ormai raggiunto completamente, ed essa
mentre produce ogni cosa, esclude ogni cosa.
Il Canadá è stato protezionista per lungo
tempo e la politica protezionista ha prodotto il
suo risultato naturale. Le principali industrie
sono ormai create e gli inglesi non possono esclu
derle (get rid o f them). Esse vi saranno per sem
pre. Ma sinora le industrie secondarie non sono
state create e vi è quindi un immenso campo di
traffico che è ancora aperto per gli inglesi e che
essi possono conservare e accrescere. Quanto al-
l’Australasia la posizione industriale di quel paese
è ancor meno progredita. Le produzioni agricole
del paese sono state prima d’ ogni cosa sviluppate
e conseguentemente l’ Australasia acquista pro
dotti britannici più del Ganadà.
Nella Colonia del Capo, nell’ Africa del Sud
non vi sono praticamente industrie. Or bene, disse
il Ghamberlain, vi chiedo di supporre che noi in
terveniamo in qualche stadio del processo sopra
indicato. Noi lo possiamo fare oggi, lo avremmo
potuto fare con maggior effetto dieci anni fa. Se
lo potremmo fare con qualche effetto o no fra
venti anni, ne dubito. Possiamo dunque interve
nire ora e dire alle nostre grandi Colonie: « Com
prendiamo le vostre idee e le vostre condizioni;
non ci attentiamo di imporvi nulla e non ci crediamo
superiori a voi. Ma ci siamo presi la pena di co
noscere le vostre obbiezioni ; di apprezzare e
simpatizzare con la vostra politica. Sappiamo che
avete ragione di dire che voi non sarete sempre
soddisfatti di ciò che gli americani chiamano « a
one-horse country », un paese che ha un solo ca
vallo, ossia di vivere con una sola industria e senza
diversità di impiego. Comprendiamo, vediamo che
avete ragione di non trascurare ciò ohe la Prov
videnza vi ha dato sotto la forma di minerali e
di altri mezzi, insomma di profittare di qual
siasi prodotto naturale che possiate avere. Com
prendiamo, apprezziamo la sapienza dei vostri
uomini di Stato, quando dicono che non permet
teranno che il loro paese dipenda dall’ estero
per le cose necessarie alla. vita. Comprendiamo
tutto ciò, e pertanto non vi proponiamo nulla
che sia irragionevole o contrario a quella poli
tica, che sappiamo essere radicata profondamente
nei vostri cuori, ma vi diciamo — dopo tutto, vi
sono molte cose che voi ora non producete, molte
coue per le quali noi abbiamo una grande capa
cità di produzione; lasciatele a noi, come le avete
trascurate finora. Non alzate maggiormente le
vostre barriere doganali contro di noi, abbassa
tele quando non sono necessarie al successo della
vostra politica.
*
E attiviamo lo scambio dei nostri prodotti
coi vostri in quelle innumeri industrie che voi
non avete ancora create. Fatelo perchè siamo
parenti, senza riguardo al vostro importante in
teresse, perchè è utile per l’ Impero nel suo com
plesso e perchè noi abbiamo fatto il primo passo
e abbiamo dato a voi 1’ esempio. Noi vi offriamo
la preferenza e calcoliamo sul vostro patriottismo,
sulla vostra affezione, che non saremo i perdenti
in tutto ciò ».
una simile proposta fosse stata fatta alla Ger
mania, oppure agli Stati Uniti, dieci o venti anni
fa, 1 Inghilterra avrebbe potuto conservare una
gran parte di quel traffico che ora ha perduto e
non può riottenere. Or bene, oggi, a suo credere,
si presenta il bivio o di perdere prima o poi il
traffico con le Colonie o di cambiare la politica
commerciale. Egli fa la profezia, che se questo
cambiamento non avviene nei riguardi delle re
lazioni commerciali con l’ Inghilterra, il Canadá
scenderà al livello degli Stati Uniti, 1’ Australia
scenderà al livello del Canadá e 1’ Africa del
Sud a quello dell’ Australia, e questo sarà sol
tanto il principio del generale decadimento che
priverà gl’ inglesi dei loro più importanti clienti,
del loro traffico più rapidamente crescente. Le
Colonie sono però preparate e disposte a trat
tare con l’ Inghilterra, afferma il Chamberlain, il
quale aggiunge che esse in cambio di una assai mo
derata preferenza, daranno un vantaggio sostan
ziale. « Esse ci daranno in primo luogo, credo
ci riserveranno — egli aggiunse— il commercio
del quale ora ci avvantaggiamo. Esse combine
ranno nel futuro le loro tariffe in modo da non
suscitare industrie in concorrenza con quelle che
già esistono nella madre patria ; ma senza dan
neggiare le industrie esistenti, al di fuori di esse
vi è un gran margine, che è quello che ha per
messo il grande sviluppo del traffico con le co
lonie già accennato, e che può essere perma
nentemente conservato dagli inglesi. »
La sua importanza già grande con 1 1 mi
lioni di abitanti bianchi, crescerà considerevol
mente quando essi saranno diventati 40 milioni
o più. Ma non solo le Colonie metteranno l’ In
ghilterra in grado di conservare il traffico at
tuale; esse sono pronte anche a dare la prefe
renza all’ Inghilterra per tutto il traffico che è
ora fatto da esse con i concorrenti esteri. Questi
importano nelle colonie in parte prodotti che
l’ Inghilterra non può fornire, ma qui il Cham
berlain calcola che 26 milioni di sterline l’anno
di quel traffico possono passare all’ Inghilterra,
mentre ora va alla Germania, alla Erancia ed
altri paesi, e la cosa gli pare facile se una ra
gionevole preferenza viene data ai prodotti bri
tannici. Il Board o f Tracie calcola che dei prodotti
lavorati una metà del valore è spesa nel lavoro
—■ il Chamberlain crede sia una proporzione
maggiore, ma accetta quel dato — sarebbero
quindi per 26 milioni di maggióre esportazione,
18 milioni di sterline l’anno di nuovo impiego per
gli operai, il che pel Regno Unito, a 30 scellini la
settimana, vorrebbe dire occupare 166,000 uo
mini e s§ si comprendono le famiglie sono
830,000 persone. Aggiungendo a quei dati la
esportazione attuale per le colonie, che è di
96 milioni di sterline, sarebbero, sempre a 30
scellini la settimana di salario, 615,000 operai
che lavorerebbero, e ne ricaverebbero la possi
bilità di vivere in tutto 3,075,000 persone : que
sto col solo commercio inter-imperiale.
L’ Impero può bastare a sè stesso, se esso
si tiene strettamente unito ; e per raggiungere
questo scopo, qualche sacrificio può anche essere
utile e necessario. Troppo però si parla del
sacrificio e nessuna attenzione si presta all’utile
sperato. Chamberlain non crede che vi sarebbe
alcun sacrifizio da sostenere, perchè si tratte
rebbe di un accordo tra amici, di una contrat
tazione tra parenti.
La separazione tra le colonie e la madre
patria non può essere impedita, secondo Cecil
Rhodes e Chamberlain, che dalla preferenza re
ciproca, dalla emione commerciale. Ebbene, ora
che si è veduto quali vantaggi la madre patria
ricaverebbe dalla preferenza accordatale dalle
colonie, rimane da vedere ciò che costerebbe al-
l’ Inghilterra il conservare e l’ accrescere i suoi
clienti^ col niali, l’ aumentare il lavoro per le
masse operaie, in breve il prezzo di questa più
stretta unione economica fra le varie parti del-
1’ Impero britannico.
(Confinila).
R. D
allaV
olta.
Lo sc o p c lo m ozioni delle Banche di em issione ‘ )
IV.
Continuando a svolgere la propria tesi l'avv.
Ambron nel libro che qui analizziamo viene a
trattare « della azione regolatrice dell’ ambiente
monetario » come una delle primarie funzioni di
una Banca di emissione. A dimostrare il suo as
serto l’Autore comincia dal rilevare come presso
tutti i popoli, anche senza conoscere le leggi
monetarie, ma quasi per semplice intuito, si sia
compreso quanto fosse utile mantenere la mo
neta metallica scevra da quegli espedienti coi
quali in alcuni luoghi si cercava di aumentarne
il valore, senza aumentare la quantità del me
tallo fino del quale è composta.
Ma incidentalmt nte l’ Autore viene a dare
della moneta una definizione che sarà poi base
di tutta una teoria e che dobbiamo quindi esa
minare. Spogliando, egli dice, il concetto della
moneta da una quantità di 'caratteri accessori,
derivati dalla molteplicità dei rapporti sociali in
cui la moneta ha posto, il suo concetto fonda-
mentale si riduce « a quello di un titolo il quale
« rappresentando il correspettivo di servigi resi
« e non compensati immediatamente con altri
« servigi, conferisce al possessore il diritto e la
« possibilità di reclamare, in cambio del titolo
« stesso, il dovutogli compenso in qualsiasi ino-
« mento, con qualsiasi soddisfazione di cui gli si
« affacci il bisogno e da qualsiasi persona che
« possa essere in grado di fornirglielo. »
Questa specie di definizione, un po’ lunga,
se vogliamo, contiene a nostro avviso un errore
che deriva forse dal concetto di valore intrin
seco di cui il nostro Autore ha, come si è visto
nei precedenti articoli, fatto uso non esatto. Sem
brerebbe che secondo il suo concetto vender carne
per ricevere moneta, non sia uno scambio di per
sè perfetto, ma che si perfezioni soltanto quando
la moneta, ricevuta in cambio della carne, si
trasformi a sua volta, per esempio, in vino.
E non vi ha dubbio che praticamente le cose
sembrano correre cosi; perchè ciascun individuo
dopo aver ricevuto in cambio di ricchezza o di
servigi dati, una certa quantità di moneta, cede
questa moneta per altre ricchezze o per altri
servigi. Ma se è ingegnoso il concetto di rap
presentare la moneta come una potenzialità di
richiedere servigi o ricchezze, non vediamo la
ragione perchè questa stessa potenzialità non
abbia ad essere considerata come ricchezza o
come un servigio. Tizio vende della carne e ri
ceve della moneta ; lo scambio è perfetto con
siderato in sè e non è affatto uno scambio
sospeso che attende una risoluzione; Tizio ha
aderito di ricevei e in cambio della sua carne
la moneta, invece ohe della farina, appunto per
chè la moneta gli rapprenta la potenzialità di
esigere in qualunque momento od una qualunque
ricchezza od un servigio qualunque ; potenzialità
che si deve assimilare a quella della farina di
tramutarsi in pane. E la moneta è appunto una
merce che ha in grado maggiore delle altre merci
la facoltà di tramutarsi in ricchezze od in servigi
di qualunque genere ed in qualunque momento.
Abbiamo riferito questa imperfezione nel
concetto del nostro Autore, non per meticolo
sità di analisi, ma perchè dalla sua dottrina egli
ricava tutta una teoria dei prezzi che non am
mettiamo, cioè la così detta teoria quanti
tativa.
E per maggiore chiarezza dobbiamo qui ri
portare il brano nel quale l’Autore espone ed
illustra tale teoria. Premesso che la stabilità
del valore della moneta è modificata dalle cause
che modificano il valore della materia da cui è
formata, aggiunge che però concorrono altre
cause esteriori « quelle, cioè, che, senza os
sei*« intrinseche (?) al titolo stesso, abbiano in
fluenza sul rapporto fra l’ offerta e la domanda»
quindi continua :
« Così è chiaro che, quando si siano ag
glomerati sopra un certo punto una gran massa
di questi mezzi (monete) in cui si condensa la
facoltà e la potenza di esigere dalla Società
servigi non ancora richiestile, la domanda di
questi servigi ne è grandemente stimolata ;
ed allora coloro che si trovano in grado di pre
starli, traggono profitto dalla proprizia circo
stanza della numerosa richiesta per accordarli
soltanto a chi offre i vantaggi maggiori. Il ti
tolo, allora, che sarebbe bastato prima per otte
nere un servigio di una determinata importanza,
non è più sufficiente a procacciarsela, ed occorre,
a chi vuole ottenerlo, offrire una porzione
maggiore di questo vecchio credito accumulato.
I prezzi di tutte le cose, cominciando da
quelle più necessarie e di uso più comune, sal
gono ; non soltanto di que’ le che subiscono im
mediatamente 1’ effetto della maggiore richiesta,
ma anche delle altre che non sono maggiormente
ricercate, perchè il titolo offerto in cambio avendo
perso una parte del suo valore di fronte alle cose
più importanti e numerose, rimane svilito o de
gradato in diversa ragione, di fronte a tutte
quante, che non ritrovano più in esso, col cam
bio, la stessa potenza di acquisto. Ridotta così
la potenza di acquisto dello strumento degli
scambi in confronto di una gran massa di pro
dotti, e di quelli specialmente di più generale
consumo, il conseguimento di una quantità mag
giore di questo strumento diviene necessario in
ogni scambio per mantenere 1’ equazione del va
lore comparativo anco in confronto dei prodot
ti che non hanno subito aumento di ricerca.
Il movimento di ascensione dei prezzi, per ef
fètto dell’ esuberanza del denaro, si distingue,
per tal modo, in due momenti. In un primo mo
mento, in cui agisce soltanto lo stimolo della
maggiore richiesta sopra le cose più necessarie,
e di uso più comune, in un altro successivo, in
cui da questa spinta all’ aumento sopravviene
T impulso di un’ altra causa; del bisogno cioè
di ristabilire 1’ equazione dei valori, ossia di
conservare il valore comparativo fra tutte quante
le cose scambiabili da una parte, ed il denaro
dall’ altra, diminuito in proporzione nella sua
utilità ».
Con un altro brano che non riproduciamo,
per quanto sia interessante, l’Autore sviluppa il
caso inverso, quello cioè di un movimento di di
scesa dei prezzi.
Dobbiamo premettere una osservazione che
non è senza importanza.
L ’ avv. Ambron ci dice prima ohe l’ abbon
danza del denaro accresce la domanda di servigi
e che quindi quelli che possono accordarli ne ap
profittano per chiedere maggior compenso ; —
qui dunque l’ abbondanza del denaro fa crescere
il valore dei servigi. Più innanzi, come conse
guenza dell’ abbondanza del denaro si ha uno
svilimento della moneta ed una diminuzione, della
sua potenza di acquisto.
Per quanto astrattamente si ammetta che
mutando il rapporto di valore tra due ricchezze
senza causa nota, si ignora se sia l’ una che au
menta e l’ altra che diminuisca di valore, è evi
dente che quando vi sia la causa nota che fa
aumentare il valore di una ricchezza non si può
più contemporaneamente dire che diminuisce il
valore dell’ altra; e nel caso concreto: se l’ ab
bondanza del denaro stimola l’ aumento del cor-
respettivo dei servigi (come funzione di au
mento di domanda) non si può più dire senza
inesattezza che la stessa abbondanza del danaro
può dare contemporaneamente uno svilimento
della moneta ed una diminuzione della potenza
di acquisto di questa, E siccome nello svolgimento
successivo della teoria quantitativa l’Autore am
mette che la abbondanza del denaro scemi senz’al
tro la sua potenza di acquisto, il che crediamo
esatto, va cancellato l’ altro concetto che l’ ab
bondanza del denaro stimoli l’aumento del valore
dei servigi.
Della teoria quantitativa largamente svolta
dall’Autore ci occuperemo in un prossimo nu
mero.
A. J. D
eJ
ohannis.
Rivista ^Economica
La protezione degli emigranti — La produzione del-
/ ’ olio d’ oliva nel 1903 — lt prezzo deli’ argento.
1902-1903 e di quanto la benemerita Associazione si propone di iniziare nell’ anno prossimo.
Il fulcro sui poggia e si muove l1 azione sociali dell’Opera è il Segretariato operaio, istituto com plesso e vario, che si esplica in diversi modi, secondo i luoghi e le circostanze, e deve piegarsi, adattarsi e corrispondere ai bisogni molteplici e mutevoli, del a nostra emigrazione
Nel corrente anno funzionarono regolarmente ì seguenti Segretariati : di Esch e Dudelange nel Lus semburgo ; d- Freiburg e Mannheim nel Baden ; di Monaco di Baviera, di Basilea, Ciaffusa, Winterthur, Biilach, San Gallo, Coira, Bergum, Preda, Bevers- Samaden, Lucerna, Berna, Losanna, Nater (Sempione) e Ginevra nella Svizzera ; di Grenoble e Lione nella
Francia e a Tunisi. . . . x
Ognuno di questi Segretariati ha intorno a se un raggio di azione più o meno esteso, per mezzo di segretariati succursali o di corrispondenti.
La direziono delle ferrovie svizzere, ha recente mente permésso di impiantare un ufficio permanente dell’ Opera nella 3ala di terza classe a Basilea, che sarà riservata agli emigranti italiani.
A parecchi segretariati sono aggiunte delle suore che tengono scuole per bambini e giovinette frequen tatissime : una casa-famiglia per giovani operaie a Gutach, presso Friburgo; ospedali a Preda e Ber- ffun ; cucina economica a Lione ; orfanotrofio per fanciulli italiani a Basilea, laboratorio per biancheria e vestiario di operai emigrati «enza famiglia a Lione ; ospizio per giovani operaie di passaggio a Lione e Basilea.
Ovunque, le suore visitano le famiglie povere e gli infermi, spargendo a piene mani i conforti della
carità. . , ,
Scuole serali di lingua italiana, francese e tede sca di disegno e di canto corale, funzionano, tutte frequentatissime, presso quasi tutti i segretariati e circoli operai furono istituiti nelle principali citta della Svizzera e nel Lussemburgo.
Ad ogni segretariato è annessa una biblioteca circolante e quello di Freiburg ha una cassa di ri
sparmio fiorente. .. TTm
Tutti i segretariati sono in relazione con i Uffi cio centrale di informazioni istituito a Torino, che pubblica un bollettino apposito.
Si è anche, in via d’ esperimento, tenuto un se gretariato a Londra e a Marsiglia, ma la prova non è riuscita. A Londra per la immensità di qnella me- crepoli, a Marsiglia per 1’ enorme numero di conna zionali 102,000 nel 1902, distribuiti nei vari quartieri della grande città. . , ...
Per fare un lavoro seno, efficacemente utile, oc correrebbero a Marsiglia non meno di sei segreta riati coordinati tra loro e con segretariati succursali nei dipartimenti vicini. Ora a cosi vasto compito l ’ Opera non è ancora preparata, nè con personale, nè con mezzi pecuniali.
L> Opera non cessò dal prendere interesse per i minorenni, maschi e femmine, incettati in Italia e condotti all’ estero per sfruttarli, non solo nel duro lavoro delle vetrerie, ma anche nei peggiori mestieri girovaghi. Anche in questo campo 1 Opera ha potuto fare del bene.
Molti fanciulli e fanciulle furono tatti rimpa triare o direttamente rimpatriati. Purtroppo, in que sto campo resta ancor molto da fare e non mancano le difficoltà fra le quali molte provengono dalle in fluenze messe in opera dagli industriali.
Finalmente l’ Opera prosegui una inchiesta sulla condizione morale ed economica delia emigrazione di ragazze italiane nei centri manifatturieri delia Francia orientale, della Svizzera della Germania.
Da tale inchiesta è resultato che in quei luoghi dove gli industriali hanno coscienza dei loro doveri, la condizione delle operaie è moralmente ed econo micamente buona, ma che in altri luoghi, in gran parte per colpa degli industriali stessi, la loro con dizione è, almeno moralmente, pessima e tale da nu scire a disdoro del nome italiano.
Quivi l’ Opera ha agito energicamente : già ha promosso il richiamo delle ragazze da parte delle ri spettive famiglie ed ha contrastato il reclutamento in Italia di altre operaie.
In alcuni luoghi ha già ottenuto elio le ragazze si raccolgano in case-famiglie ohe danno garanzia di moralità, sotto la vigilanza dell’ Opera.
L ’ Opera stessa aprirà quest’ anno due proprie case-famiglie a Basilea ed. a San Gallo, con magaz zini economici, per le numerose operaie che ivi di morano disperse in famiglie private.
L ’ anno prossimo l ’ Opera si propone di dare maggiore svolgimento all’ azione del Segretariato di Basilea. A tal’ uopo già fece acquisti di idonei e o-randi locali nei pressi della stazione centrale. ” Il somigliante sta facendo a Losanna per prepa rarsi al grande movimento migratorio che vi tara capo dopo l ’ apertura del Sempione.
Ken ierà pure stabile il Segretariato di Chiasso, provvedendolo di un proprio locale con sale di rico vero, cucina economica, e piccolo dormitorio poi- donne e fanciulli.
Un altro ne istituirà a St. Margarethen, per in contrarvi gli emigranti che vi arrivano a masse dalie
provincie venete. r
Lo spese complessive ascesero nel 1902 a L. io,¿01 e durante i primi otto mesi del 1908 a L. (19,251.
Entro il 1903 l’ Opera ha contratto mutui per una somma complessiva di L. 110,000 e sta per contrarne per altre 30U,000 per l’ acquisto di stabili, costruzioni di baracche a Kaltbrunn, e per provvedere agli isti
tuti sopra menzionati. , , .
Tuito ciò merita di ossere segnalato, perone si tratta di vera e bene intesa beneficenza, e di un opera di previdenza sociale veramente efficace, che la con trasto colle vuote declamazioni del socialismo tutto parole e niente fatti.
La produzione dell’ olio d’ oliva nel
1 9 0 3 .
— Il Ministero d’ agricoltura pubblica i dati relativi alla produzione dell’ olio, d’ oliva nella cam pagna 1902-903, divisi per regioni :Superficie R accolto ilei coltivata 1901-902 1902-908
ettolitri ettolitri ettolitri
Lombardia... 3,000 5,340 4,d00 Veneto... 2,950 5,750 4,800 L igu ria ... 51,300 183,500 39,000 E m ilia ... 4,040 2,870 5,200 M arche-U m bria.... 81,950 129,000 159-,000 Toscana... 120,360 140,000 175,000 Lazi o ... 50,000 110,000 130,000 Merid. Adriatica... 886,000 1,011,340 680,000 Merid. M e d iten -.... 224,200 951,000 341,000 S ic ilia ... 135,200 951,000 341,000 Sardegna... 24,000 58,200 59,000 Totale 1,083,000 3,200,000 1,850,000 Il raccolto del 1902-903 è dei più scarsi ; essendo inferiore di 1,900,000 ettolitri al prodotto medio che si cajeóla di 3,040,000 ettolitri.
Il prezzo dell’ argento.
— Il prof. Lexis, riconosciuta autorità tedesca nelle questioni mone tarie, pubblica nella Jahrbücher fu r national Cleono-mie uno studio sulla regolarizzazione del cambio nei Paesi a tipo argenteo, ed in esso stabilisce una di stinzione tra una riforma monetar.a ed i tentativi di rialzare i prezzi del metallo bianco.
il Lexis contesta l’ esattezza delle previsioni pre sentate dalla Commissione cino-americana relativa mente ai bisogni monetarii d’ argento. Egli calcóla al massimo 78 milioni di oncie dapprima, indi m 64 milioni di oncie — fra dieci anni, dopo compiuta la riforma monetaria alle Filippine — il consumo mo netario ; aggiungendovi 45 milioni per il consumo industriale, giunge ad un fabbisogno totale di 120 milioni di oncia, contro una produzione di 170
nn-L’ uso di 50 milioni d’ oncie non sarebbe dunque giustificato, ed il Lexis non crede ohe sia necessario alle Indie. Piuttosto vede in questa differenza fra la produzione ed il consumo normale dell’ argento una seria causa di depressione cronica pel metallo bianco. Pertanto non erede ohe possa mantenersi al tasso attuale e ciò perchè ogni riforma monetaria implica una limitazione della coniazione.
Se ora l’ argento è in rialzo, ciò avviene perchè, secondo il Lexia, la speculazione sconta a torto l’ ef fetto delle riforme progettate e gli acquisti per le Filippine e le Indie inglesi.
LA SITUAZIONE DEL TESORO
al 3 0 S e tte m b r e 1 9 0 3
11 Conto di Cassa del Tesoro al 80 settembre 1908 dava i seguenti risultati :
» * alla chiusura dell’ eserc. 1902-1903. » 258,920,821.86 Pondo diCassa al HO settembre 1903... U. 227,361,339.04
Differenza in meno 1,. 31,559,482.82
Pagamenti di Tesoreria dal ln luglio al 30 set tembre 1903 :
292,082,911. 13 I i 0 7 01 7 0 r.-f on 180 084,326.17 I 1,372,170,5.*. „0
Per speae di b ila n cio...1,. Debiti e crediti di T esoreria ...
Incassi di Tesoreria dal 1° luglio al 80 settembre 1903 :
Per entrate di bilancio... L. 395,009,248.49 t 1 ,,, 1 511 123.45 Per debiti e ered. di Tesoreria. 946,501,874.96 ' ’ ’ Eccedenza dei pagamenti sugli incassi... !.. 30,659,432.75
La situazione dei debiti o crediti di Tesoreria al 30 settembre 1903 risulta dai seguenti prospetti :
Debiti
al 80 giugno 1908 al 30 settembre 1903Imigliaia di lire migliaia di lire
Buoni del Tesoro... ... L. Vaglia del T e s o r o ... Banche, Anticipazioni s ta tu ta r ie ... Ammin. Debito Pub. in conto cor. infruttifero.
Id. Fondo Culto id. id. Ammin. Debito Pub. in conto cor. fruttifero . Altre Amministraz. In conto cor, infruttifero. Biglietti di Stato emessi per P art. I l della legge 3 marzo 1898, n. 47... 205,546 14,196 876,920 16,614 59,345 45,068 36,142 11,250 194,395 29,258 199,354 20,041 83,753 63,222 21,815 11,250 Totale debiti L, 767,080 623,089
Crediti
al 30 giugno 1903 al 30 settembre 1903 migliaia di lire migliaia di lireValuta presso la Cassa Depositi e Prestiti ar ticolo “21 della legge 8 agosto 1885. . . L. Amministrazione del Debito Pubblico per pagamenti da rimborsare. . ... Amministrazione del fondo per il Culto. . . Altre amministrazioni... Obbligazioni dell’ Asse E cclesiastico... Deficenze di Cassa a carico dei contabili del T e s o r o ... Diversi... 91,250 205,369 16,332 45,029 1,783 24,361 91,250 179,371 19,799 66,396 1,757 52,609 Totale dei crediti L.
Eccedenza dei debiti sui c r e d it i...»
231,324 345,624
411,185 211,904 Totale come sopra L. 767,080 623,089
Incassi
.2
a
R N T IIA T A 0 R IIIN A K 1 A
La eccedenza dei debiti sui crediti al 30 set tembre 1903 era di milioni 211.9 e al 30 giugno 1903 di milioni 315.0. „ . j , r n
Il totale dell’ attivo del Tesoro formato dal fondo di Cassa e dai crediti risulta al 30 settembre 1903 di milioni 638. 5, contro 679.5 alla chiusura dell esercizio.
I debiti di tesoreria ammontavano alla fina ai settembre a 023.0 milioni centro 767.0 al principio
dell’ esercizio. ,, ... ...
Yi è quindi una eccedenza dei debiti sulle attivila per milioni 15.4 alla fine di settembre, e di milioni 87. 4 al 30 giugno, ossia un miglioramento di milioni IUZ..1. Gli incassi per conto del bilancio che ammonta rono nel settembre 1903 a milioni 1 599..) comprese le partite di giro si dividono nel modo seguente.
migliaia migliaia migliaia migliaia di lire d lire di lire di lire
13,848 — 654 29,031 + 1,543 983+ 793 38,903 i- ' 1,800 3,894+ 150 33,568 2,698 14,238 4- 885 53,824 + 2,625 1,888 _ 141 5,965+ 198 42 — 220 42 - 220 10,402 + 139 26,994+ 5,207 19,267 2,865 59,662 180 3,714 _ 126 10,844 — 958 1,102 38 3,328 _ 138 17,092+ 28 51,890+ 311 6,396+ 294 18,722 +. 860 88 4- 42 186+ 104 4,7(11+ 112 16,260 652 6,196 4- 328 18,415+ 785 1,450 4- 142 4.296+ 494 1,398 4- 193 4,152
—
17 4- 1,224 1,147 73 4,808 3,044 — ') 2,434 5,474 — 4,001 110,901 - 3,436 1,78,874 ±_ 6,289 66C — ") 579 1,471 + 4,712 12 + 1 292 9 1,981 + ) 27,211- 30,297 27,120 * CD [s i - 24,091 32,065 22,604 1,954 - 79 7,396 722 115,49* 28,311 412, o r 17,037 Entrate effettive :Redditi patrimoniali dello S ta to ... ...L. Imposta sui fondi rustici
e sui fabbricati... Imposta sui redditi di ric chezza m obile... Tasse in amministraz. del
Minisi, delle Finanze.. Tassa sul prodotto del mo vimento a grande e pic cola vel. sulle ferrovie. Diritti delle Legaz. e dei Consolati all’ estero . . . Tassa sulla fabbricazione degli spiriti, birra, ecc. Dogane e diritti marittimi. Dazi interni di consumo, esclusi quelli di Napoli e di R o m a ... Dazio consumo di Napoli. » * di Roma. Tabacchi... Sali... Prodotto di vendita del chinino e prov. accese.. L o tto ... Poste... Telegrafi... Servizi d iversi... Rimborsi e concorsi nelle spese ... Entrate diverse... Tot. Entrata ord. L.
EN TR A TA S T R A O R D IN A R IA
Catko. I. Entrate effett.
» II. C ostr.str.fer.
» I I I . Movimento di Capitali. . .
T ot. Entrata straord. L. Partite di giro . . . .
Totale generale.
1
pagamenti
effettuati dal Tesoro per le spese di bilancio nell’ esercizio 1903-1904 risultano dal se guente prospetto :Pagamenti
3S 2
i l
.2 S migliaia di lireMinistero del T esoro.. L. » delle Finanze... » di grazia e giust.
» degli affari est.. » dell’ istr. pubb. . » dell’ in t e r n o ....
» dei lavori pubbl.
» delle poste e tei. » della g u e r r a ... .
» della marina . . . » della agric. ind. e commercio. Tot. pagam. di bilancio.. Decreti minisi, di scarico. Totale pagamenti...
i) La diminuzione avuta dall1 entrate diverse e dovuto a nuovi proventi e ricupero di portafoglio.
2\ Il minore incasso dell’ entrate effettive si devo
alla emissione di r. ndita fatta nell’ esercizio decorso per far fronte al riscatto dei certificati definitivi trentennali ed al rimborso anticipato di buoni del