L'ECONOM ISTA
G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L ESCIENZA. ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI P R IV A T I
D irettore: M . J. de Johannis
Anno L ■ voi. u v Firenze-Roma 27 maggio 3 ,1 0 Giugno 1923 {
roma(4> - via Gregoriana, sen. 2560-61-62
SO M M A R IO PARTE ECONOMICA.
I l Ministero dell’ Economia Nazionale.
I l suicidio oggi e cinquanta anni or sono - Ma r i o Ba c h i. Le assicurazioni Private in Italia.
I l saggio di impiego dei capitali, il saggio dell interesse ed il saggio di capitalizzazione dei redditi nelle aziende agrarie. - Pi e t r o Bu c c i.
RIVISTA BIBLIOGRAFICA.
Libri ricevuti.
; RIVISTA DEL COMMERCIO.
Produzione, consumo e disponibilità mondiale di zucchero. !i La produzione dello zucchero d e ll America Centrale e in Cze-
coslovacchia.
I L ’ esportazione di zucchero dal Brasile.
Transazioni a termine sugli zuccheri agli Stati Uniti. j Produzione di m etalli nel 1 9 2 2 in Russia.
|Produzione mondiale ci alluminio. Sviluppo commerciale della Cirenaica.
FINANZE DI STATO.
Situazione del Tesoro al 30 aprile 1923.
Gettito tributano dal 1 giugno 1922 al 3 1 maggio 1923.
RIVISTA DEL MERCATO DEI VALORI.
Rassegna settimanale — Gu s t a v o De s l e x.
PARTE ECONOMICA
Il Ministero dell’Economia Nazionale
Si annunci^ ufficialmente-essere negli intendi menti dell’attuale Governo di formare il Ministe ro dell’Economia Nazionale, che deve comprende re e conglobare le attuali funzioni del Ministero ; dell’Indu.stria, di quello dell’Agricoltura e del La- | voro. Il quale ultimo, sorto nei momenti di dema j gogia imperante, non ha raggiunto mai un grado j di funzionalità propria -che ne giustificasse suffi- ! c-entemente la esistenza, riducendosi la sua parte attiva a quella azione personale più o meno, effì- j ea-ce, che il titolare, del portafoglio poteva compie
re nei conflitti, un tempo frequenti, oggi quasi to talmente scomparsi, fra .capitale e lavoro.
Se vogliamo esaminare pertanto i servizi prin- cipali che verrebbero a riunirsi nel Mini toro dellT’ eonomia Nazionale, troviamo che il Mini- J stero per j ’Industri a e il Commercio comprende il servizio del Credito e delle Assicurazioni pri vate, l’Ispettorato Generale dell'Industria 0 del- lTnsegname-nto Industriale, quello del Commercio e dell'inse-gnamento Commerciale con un ufficio -di Politica economica e del Commercio Estero, con un ufficio centrale di Statistica; inoltre una Delegazione Contraile per la pe&ca ; mentre -il Ministero per l’Agricoltura comprende una Di rezione Generale dell"Agricoltura un Ispettora to Generale Tecnico'dei servizi agricoli e dell’in- dustrie agrarie, altro per il Bonificamento agra rio per la colonizzazione dei Demani e usi civici, una Direzione Generale delle foreste, un
Ispet-torato del servizio minerario geologico e meteo
rologico.-E ’ evidente la irrazionalità di una simile di visione di servizi, che potrebbero essere più util mente raggruppati in due o tre direzioni generali
e un paio di ispettorati retti e coordinati fra loro dalla azione vigile e solerte di un ¡solo mi nistro.
Non si sa comprendere per quale ragione la istruzione, commerciale e industriale non rientri nella competenza del Ministero della Istruzione, il quale meglio di ogni altro potrebbe compenetra re la funzione della scuola pubblica di istru zione generale con quella degli istituti specia lizzati per la istruzione industriale e commer ciale.
Non ci dilunghiamo a considerare la sem plificazione e la diversa organizzazione che po trebbe darsi ad un organismo che comprenda i tre dicasteri sopra accennati, ma vogliamo in tanto affermare, come principio indiscutibile, -che il Ministro chiamato alla alta responsabilità di guidare tutta la Economia nazionale, dovrebbe proporsi, fra i primi compiti, quello di interferi
re e intervenire nelle iniziative private quanto meno gli fosse possibile e solamente se richiesto dal vero interesse nazionale ad interporre i suoi uffici perchè dalla- sua azione tragga vantaggio la .collettività; come secondo proposito il Ministro dovrebbe avere quello di procedere ad una gra duale revisione di tutta la legislazione vigente ed in particolare di quella emanata più recente- . mente nel triste periodo nel quale appariva non potersi raggiungere alcun bene collettivo, senza l’intervento' e la azione legislativa dei pubblici poteri.
Abbiamo così delineato i compiti principali -che potrebbero essere riserbati a-1 futuro Mini stro dell’Economia. Nazionale, il quale rivolgen do la ¡sua osservazione all’insieme- dei problemi che riflettono lo sviluppo -della- nostra produzio ne agricola e- industriale non tarderà ad accòr gersi di enormi sperequazioni nella attenzione rivolta nel passato allumo o all’altro dei due ra mi ; troverà designazione di somme .a scopi che non furono o non saranno mai raggiungibili e che furono strappate unicamente per le pressioni di visionari demagogici, i quali, ben lungi dal poter comprendere il problema nel -suo valore definitivo, si contentavano di conseguire forse per fini per sonali o burocratici ausili dello Stato impari alla finalità da raggiungere.
Vogliamo citare un esempio; si pretese di ri solvere il grave problema della pesca in Italia
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sui nostri litorali. Con ciò si è rimasti ben lungi dal promuovere quella pesca attrezzata e organiz zata che si riscontra nei mari del Nord, dove agiscono flotte di grosso tonnellaggio, azionate da motori meccanici‘che funzionano in unione a tra sporti frigoriferi per mare e per terra, a depositi di conservazione a mercati preventivamente sti molati.
Il beneficio della legge non è stato per nulla sentito e nè mai lo sarà dalla collettività italia na; permarrà invece l’onere nel contribuente per i milioni assegnati alla pesca litoranea e il con tribuente continuerà" come oggi ad acquistare sui mercati di Genova, di Livorno, di Roma copiosa mente il pesce importato da Le Havre o da Cher- bourg e pagato ai prezzi altissimi che tutti cono sciamo.
Abbiamo voluto citare un esèmpio, ma molti, altri sono i casi che potremmo ricordare nei quali una azione energica di un ministro deH’Econo- mia Nazionale intesa ad estirpare tutte le su- perfettazioni del regime che ci ha deliziato du rante e dopo la guerra, potrebbe essere provvida ed efficace.
In linea generale una tutela, specialmente nei rapporti Knternazáonali alije industrie italiane, con facilitazioni fiscali, di trasporto ecc. potrebbe valere assai più della stessa protezione doganale ed agevolare in. tal modo tanto il produttore che il consumatore.
Il quale ultimo non dev’essere certamente di menticato da un ministro della. Efconomià in- quantóchè egli non sopraintende certamente sol tanto alle classi ben definite dei produttori e dei lavoratori, ma a tutta la Nazione considerata nel l’insieme dei suoi cittadini che sotto qualsiasi for ma partecipano alla sua economia.
Il suicidio oggi e cinquanta anni or sono
Dal paragone dell'opera del D.r E. Morselli scritta nel 1877 « Il suicidio, saggio di statistica morale comparata (1) », con quella del D.r John Rice Miner pubblicata nel 1922 con dati dell'ul timo quarantennio « Suicide and its relation to climatic and ofher factofs (2) », si può trarre qualche conclusione rispetto alla costanza o me no del. fenomeno nel cinquantennio tra. le due pubblicazioni.
Anzitutto il Morselli constatava un aumento continuo nel numero dei suicidi in relazione alla popolazione in tutti gli stati civili: l’aumento è continuato ancora e anzi lo si può constatare an che in paesi da lui non considerati come il Giap pone e l’Australia; però, mentre durante i primi B/4 del secolo scorso quasi nessuna nazione mo strava stabili o decrescenti le cifre, negli ultimi
decenni le cifre relative al settentrione dell’Eu ropa hanno avuto una certa tendenza alla stabi lizzazione, mentre quelle per la Norvegia e la Da nimarca hann0 conservato l’atteggiamento decli nante ohe avevano assunto qualche anno prima dello studio del Morselli.
I dati seguenti sono del Miner :
(1) E . Morselli. — Il suicidio. Saggio di statistica morale compa- rata Milano. Fratelli Dnmolard, 1879.
(2) John Bice Miner. — Suicide and its relation to climatic and other factors. — Baltimore : The American Journal of Hygiene, 1922.
Suicidi per 100.000 abitanti.
1871-75 1896-900 1913 Irlanda - 1.8 2.9 3.5 Italia 3.5 ■ 6.3 8.8 Scozia. 3.3 6 0 5.9 Finlandia 2.9 4.7 11.8 Olanda 3.6 5.5 6.8 Norvegia 7.5 5.5 6.4 Ingh e Galles 6.6 8.9 9.6 Àusralia 10.1 12.4 13.5 Belgio 7.0 11.9 13.5 (d. per il 1912) Baviera 9.1 — 17.6 Svezia 8.1 1.1.9 17 9 Massachussets 8.0 9.9 13.4 Giappone l-r- 18.5 19.6 Prussia 13.4 19.5 22.2 Danimarca 24.3 22 1 18.0 Francia 14.4 23.2 23.0 Svizzera -— 22.2 24.7 Sassonia 26.8 30.5 34.1 Serbia — 4.0 6.5 (d per il 1911)
Dai dati, assai incompleti, per vari paesi me ridionali parrebbe che la distanza tra essi e i set tentrionali si sia alquanto attenuata, conservan do essi, con cifre in assoluto assai minori, più marcata la tendenza ascensionale. La distanza p. es. tra l ’Italia e la Danimarca, che era nel 1866-70 come da 3.0 a 27.7 (proporzione per 100 mila ab.) era ne] 1915 come da 8.1 a 17.6.
Ciò parrebbe indizio di una cèrta tendenza generale alla stabilizzazione, manifestantesi pri ma nei paesi del nord a più forte tendenza al sui cidio e poi in quelli del sud più repugnanti ad esso. Assai interessante è lo .svolgimento del feno
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del 1875. L ’ aumento rilevantissimo dell’ Italia parrebbe giustificare l’idea che il suicidio proceda di pari passo nel suo aumento con lo sviluppo i ndustriale : ma a questo si oppone e la considera zione del posto che occupa l ’Inghilterra con poco più di un terzo della proporzione di suicidi della Prussia e della Francia, con meno di quelli della Finlandia, con poco più di un quarto di quelli della Sassonia eco. e ancor più si oppone il cal colo che fa il Rice Miner riguardo a parecchie .città degli Stati Uniti, calcolo che per essere ba
sato su di un censimento industriale unico, per : essere condotto con metodo di correlazione atto a svelare i più tenuti parallelismi, per considerare uno Stato solo, riesce particolarmente significa tivo nel suo risultato di negare ogni rapporto evi dente tra lo sviluppo industriale di un paese e la sua tendenza al suicidio.
I tentativi di spiegare il numero dei suicidi dei diversi paesi con influenze semplici della lati tudine, del clima non erano soddisfacenti quando gli stati di Europa erano, riguardo al suicidio, disposti quasi regolarmente in .serie declinante da Nord a Sud, come intorno alla metà del secolo scorso: ancora meno lo sono oggi, dopo che le po sizioni reciproche hanno subito vari e profondi mutamenti. Il Miner calcola, per gli Stati Uniti, la correlazione tra la temperatura media e l’inso lazione media e i suicidi senza trovare risultati che incoraggino alcuna ipotesi di proporzionalità diretta inversa. Calcoli simili negherebbero ne gli S. U. quella proporzione inversa che Morselli aveva trovato in Italia tra suicidi e altezza sul livello del mare. Laddove ci sarebbe, sempre se condo i calcoli del Miner, correlazione tra una forte precipitazione e un basso numero di .suicidi, il che potrebbe trovare una conferma nella poca tendenza al suicidio degli Irlandesi e oggi e mezzo secolo fa : per quanto.forse sembri più prudente ricondurre la diversità di propensione delle di verse razze al suicidio piuttosto a fattori propri della razza che dell’ambiente. E in verità anche Morselli, se bene i suoi dati presentassero la ricor data maggiore regolarità di disposizione degra dante da N a S.,<era giunto alla conclusione che, più che nel clima o nella latitudine, nelle carat teristiche etnografiche e nella tradizione propria di ciascuna razza si dovesse trovare la spiegazio ne delle differenze da paese a paese. Egli .notava come la razza germanica pura della Sassonia fos se la più disposta a togliersi la vita, come la tendenza andasse diminuendo man mano che ad essa si trovavano miste altre razze, come mostra va il confronto dei dipartimenti della Francia con grandi infiltrazioni di Germani con quelli a base di elemento Celto-Tafino, dei diversi cantoni sv;z- zeri, della Inghilterra (Germani prevalenti sui Celti indigeni) conia Irlanda (Celti prevalenti sui Germani invasori), delle provincie italiane a po polazione di alta-statura, con quelle, a popolazio ne di bassa statura, di quelle a popolazione bra- cbicefala con quelle a popolazione dolicocefala. Non dissimile è in sostanza la distinzione dal Mi ner condotta sui dati odierni ^ra razza nordica (assai propensa al suicidio), mediterranea (repel lente) e alpina (mediocremente disposta) : lascian do fuori gli Slavi che hanno poca tendenza al suicidio, se bene molto dediti all’alcool gli Inglesi, carne misti di mediterranei, e nordici, presentano . cifre minori dei Tedeschi, puri nordici, degli Sviz
zeri, nordici e alpini, e maggiori degli Spagnoli,
mediterranei, mentre Italiani e Francesi, come misti dei tre tipi in misure varianti tra le diver se regioni, hanno cifre diverse secondo le zone.
Ma, se riguardo alla distribuzione nello spa zio ci sono state variazioni e ci possono essere di scordanze nell’assegnare le cause è invece restata in questo mezzo secolo di una costanza notevolissi ma la distribuzione per stagioni. L ’aumento di suicidi nell’estate e la loro diminuzione nell’in verno si mantengono senza nessuna eccezione. L’osservazione estesa all’emisfero australe mostra ivi prevalenti i suicidi nel dicembre e singolar mente pochi quelli nel giugno. Il fatto che a Bom bay, dove la differenza di temperatura tra estate e inverno è appena avvertita, lo scostamento medio nella distribuzione mensile è assai meno notevole che in altri paesi, farebbe pensare che esista una relazione stretta tra la misura della variazione della temperatura e la misura della variazione stagionale dei suicidi. Ma se l’aumento estivo è fenomeno generale, la misura di questo aumento non pare seguire alcuna norma nella sua variabi lità da paese a paese e tanto meno pare essere in relazione diretta con la escursione termometrica, come a prima vista si potrebbe supporre. Dopo vari tentativi-fatti per la misura di questa varia zione e sui dati del Morselli e su quelli del Miner, sia’ considerando la differenza tra il mese di mas sima e quello di minima tendenza al suicidio come considerando lo scostamento medio nella distribu zione mensile dei suicidi, ho dovuto conchiudere che non pare si possa formulare legge alcuna ri guardo alla misura della variabilità stagionale del numero dei suicidi in relazione alla variabili tà stagionale della temperatura, p. es. l’Italia ha il minimo scostamento e la Norvegia il massimo laddove la escursione termometrica che è di 21.4 a Milano è di 21 3 a Cristiania.
Riguardo alla distribuzione mensile, per cui il Morselli aveva constatato prevalenza dei primi giorni del mese, il Miner non porta dati nuovi. Per la settimanale permane ancora la tendenza a togliersi la vita di lunedi e l’aborrimento per il suicidio di sabato, che oggi come cinquanta anni fa è attribuito al desiderio di godere l ’ultima pa ga e di sottrarsi alla ripresa del lavoro : ma men tre in Europa la domenica si conserva giorno di suicidi scarsi, negli S. IT . forse il sistema del sa bato inglese fa anticipare una parte dei suicidi del lunedì, dUmodo che. la domenica risulta al di là dell’Atlantico giorno di forte tendenza al suicidio.
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popoli europei, e specialmente a confronto dei la tini mediterranei consanguinei dei francesi.
Quanto all’ importanza della religione come fattore distogliente dal suicidio oggi, come all e- poca dell’opera del prof. Morselli, i protestanti si suicidano più dei cattolici, i cattolici più dei greci e i maomettani presentano cifre bassissime. Invece la posizione degli ebrei è cambiata in questo cin quantennio, e per i pochi stati che forniscono ci fre a questo riguardo, si trovano a un livello con i protestanti mentre in passato erano piuttosto al livello dei cattolici. Lo stesso fatto osserva il Mor selli medesimo nella prefazione alla traduzione italiana dell’opera del Ruppin : « Gli Ebrei d’og gi », notando però come « i raffronti statistici an drebbero fatti solo con le popolazioni urbane non essendovi ebrei nelle campagne dell’Eiuropa occi
dentale » Forse bisognerebbe anche tener conto del fatto che tra i cattolici, per l’influenza delle idee della Chiesa sul suicidio, più numerosi devo
no essere i casi di denuncio false.
Riguardo ancora alla ' distribuzine nello spa zio, il Morselli aveva trovato una relazione piutto-
sto stretta tra il numero dei suicidi e l’analfabe- tismo: dove molti analfabeti pochi suicidi, con grande regolarità. Miner non considera la questio ne da questo punto di vista, ma è certo che il fat to che, prima nei paesi scandinavi e poi in altri dell’Europa settentrionale si mostri una tendenza alla stasi o perfino (Norvegia, Danimarca) alla diminuzione, potrebbe andare d’accordo con la impossibilità di diminuire ulteriormente l’analfa betismo dopo che, come in alcuni dei paesi citati, lo si è quasi fatto scomparire ; e così anche il pro gresso dell’Italia rispetto ad altri paesi meridio nali della diffusione della cultura negli ultimi t>0 anni potrebbe avere una. relazione con il contempo raneamente assai più che raddoppiato numero' dei suicidi (da 8.5 per 100.000 a 8.8).
Ancora riguardo' alla distribuzione nello spa zio, il Morselli notava la maggiore frequenza nel le città che nelle campagne, ma notava anche, che nei decenni precedenti il suo studio l’accrescuaen- to era maggiore nelle campagne che nelle città. Ambo gli aspetti del fenomeno si sono conservati fino a oggi, di modo che, se la tendenza è al pro gressivo eguagliamento, non-si può dire che esso sia stato raggiunto: che d’altra parte bisogna no tare come nelle città predomini la popolazione maschile adulta che più di ogni altra contribuisce al suicidio; come nelle campagne predomini la popolazione agricola che da tempo lunghissimo si conserva più repellente al suicidio di quella di ogni altra professione e come quindi sia alquanto difficile la scomparsa di ogni differenza a quésto riguardo tra città e campagna. Quanto al rappor to tra densità di popolazione e suicidi, il Morselli lo cercava invano in Europa e lo trovava, con qualche incertezza, in Italia : oggi il Miner lo nega
negli Stati Uniti.
Uno dei caratteri più costanti della distribu zione dei suicidi era per Morselli la prevalenza dei maschi sulle femmine: essa si è conservata, alquanto attenuata ih Italia: (i suicidi femmi nili da 17 % dei maschi sono passati a 26 %). Tanto oggi che mezzo secolo fa la differenza era maggiore in città che in campagna. Il paese in cui la differenza è minore è la Serbia (i suicidi femminili sono ben il 48 % dei maschi) e quello dove è massima l ’Australia (i suicidi femminili rappresentano appena il 18,5 % dei maschili)-. In
parecchi paesi dell’Europa del N. si constata un qualche decremento nella proporzione dei suicidi femminili ai maschili, ma nella massima parte dei paesi c ’è invece una tendenza alla diminuzio ne dello .squilibrio. Dai calcoli del Miner risulta che il fattore che più sicuramente ha un’imuuen- za sulla distribuzione dei suicidi nelle diverse re gioni degli S. TJ. è appunto il numero dei maschi nelle singole regioni in rapporto alle femmine.
Cinquanta anni fa la tendenza al suicidio in tutti i paesi nasceva bruscamente intorno ai 15 an
ni, cresceva'rapidamente fino ai 25, si conservava poi stazionaria o di poco ascendente fino ai 35 é proseguiva poi in deciso aumento. Oggi conserva lo stesso aspetto e oggi come allora le cifre per le donne si accostano in modo particolarmente note vole a quelle per i maschi nelle età giovanili : anzi ora a Buenos Ayres e in Australia tra i 15 e i 19 anni donne si suicidano più che i maschi.
Ancora oggi, come 50 anni or sono i lavoratori agricoli, preceduti solo dagli ecclesiastici, sono i meno disposti ai .suicidio nella generalità dei pae- ¡si : soltanto in Prussia, che mezzo secolo fa non li distingueva, i minatori rifuggono dal togliersi la vita ancór più dei campagnoli. La categoria dei camerieri di albergo, in Italia, in Inghilterra e in Svizzera, unici paesi che li tengon distinti, mo stra ' ancora le "alte cifre del passato, tanto da conservare ancora il primo posto (in Italia media, del periodo 1897-1911, insieme con i capitalisti davano la cifra, più alta di ogni altra, del 48 pèr 100.000). E ancora in tutti i paesi tengono i primi posti i banchieri, i commercianti, i pro fessionisti. Mezzo secolo fa gli impiegati italiani si notavano per.le alte cifre: nei dati del Miner essi non sono più distinti, ma in altri paesi danno cifre relativamente basse (p es.- in Prussia nel 1907 i suicidi erano appena il 20.3 per 100.000 degli impiegati pubblici mentre nello stesso pae se e nello stesso tempo si uccidevano il 197 per 100.000 dei braccianti migranti di paese in paese). Categoria speciale per la facilità di togliersi la yita formano ovunque i militari che p. es. in In ghilterra (caso tanto più notevole in un paese do ve non vigeva il sistema dèlia 'coscrizione) si ucci devano, prima della guerra nella misura del l i 4.9 per 100.000 laddove i minatori davano solo 7.4 suicidi ogni 100.000. Le cifre per i più degli stati, per non dire per tutti, mostrano come non influi sca tanto il livello assoluto di ricchezza o di mi seria, quanto la stabilità di condizione.
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Morselli e parrebbe esservi diminuzione. Anche ora il taedium vitae occupa nei paesi del nord il posto che nel sud ha la passione, con l ’eccezione della Svizzera che ha più suicidi per passione che i suoi vicini meridionali. Paragonando le cause che agiscono sui due sessi si trova ancora oggi, come quando fu scritta l ’opera del Morselli, che la pazzia, l’amore, la melanconia influiscono più sul le femmine, mentre sui maschi hanno la prepon deranza i dissesti finanziari, il taedium vitae, il rimorso : i due sessi 'sembrano egualmente influen zati dalle malattie. La distribuzione per classi di età delle cause si conserva quale era in passato: e cioè mentre la pazzia va crescendo di importan za col crescere dell’età, la passione agisce sui gio vani come i dissesti finanziari sugli anziani e il
taedium vitae sui vecchi.
Quanto ai mezzi scélti per por fine alla vita, nella’ generalità dei paesi l’ordine si conserva im mutato: impiccagione, annegamento, armi dafuo-. co, da taglio. Seguono poi tutti gli altri mezzi se condo le professioni e^gli ambienti (p es. l’avvele-
namento in Inghilterra è preferito dall’88 % dei farmacisti e dall’85 % dei fotografi ; il gettarsi sotto al treno dal 17% degli impiegati ferroviari, mentre solo il 2 % della generalità dei suicidi lo sceglie; e la precipitazione che è preferita dai cittadini a confronto coi campagnoli ; ma in tutti i paresi oggi e in passato si cerca, come mostrano i mezzi preferiti e il loro ordine, sicurezza dell’e
sito, brevità dell’agonia e poco dolore nel trapasso. Le variazioni da 50 anni a questa parte non sono notevoli : in Italia oggi prevalgono le armi da fuo co mentre ai tempi in cui scriveva Morselli era preferito l’annegamento. : Nel settentrione anglo- sassone e specialmente slavo è sempre" preferita la fune. Notevole è il fatto constatato nei decenni scorsi in Danimarca che la tendenza all’annega mento è maggiore in estate che in inverno; come, del resto, con qualche dubbio, aveva sservato Mor s e lli in Italia. Vero è che nel valutare la posizione
che tengono i diversi mezzi di suicidio bisognereb be tenere conto della diversa micidialità loro; sen za dubbio che p. es. ad alzare il numero dei sui cidi dei militari deve contribuire il fatto che essi vengono consumati quasi tutti con armi da fuoco, mentre ad abbassare il numero per le donne deve contribuire il rilevante contingente di avvelena menti che non adducono ad un esito letale.
"Può essere interessante il rilevare dai dati dal Miner come gli immigranti in New York presenti no cifre di disposizione al suicidio assai più rile vanti di quelle dei loro compatrioti del paese di origine, ma come per questo riguardo l’Italia si trovi in una posizione particolarmente buona, in quanto gli italiani di New York si suicidano meno dei russi e dògli irlandesi colà immigrati, mentre In Europa l’Italia precede l’Irlanda e la Russia: fatto questo che potrebbe essere indizio o di una maggiore stabilità di impiego o di una maggiore pazienza alla miseria, o, forse più probabilmente, di maggiore solidarietà conservata con la fami glia lontana.
Mahio Ba c h i.
Le Assicurazioni Private in Italia.
Per la prima volta il Ministero per l ’Industria e il Commercio ha disposto la presentazione di un
j
primo censimento generale delPindustria delle | Assicurazioni, mentre risale al 1911 una breve-tatistica parziale limitata alle Assicurazioni sul la vita, e al 1905, un indagine sommaria sulle
Assicurazioni in genere.
Col volume di cui ci stiamo occupando, soni state gettate Je basi di un lavoro razionale e si stematico die riflette uno dei rami più imper lanti dell’economia Nazionale, negletto, in gene--
re, nelle indagini degli studiosi appunto perchè, privo del materiale di osservazione. La stessa re lazione che accompagna le tavole statistiche da lineo pubblicate, lamenta alcune deficienze, per la mancanza di omogeneità nei dati forniti dell’im presa. talché si manifesta indispensabilmente una riforma dei modelli di bilancio e dei relativi al legati da servire per le informazioni statistiche, riforma che dovrà ottenere, però, una volenterosa adesione da parte delie Compagnie d’Assicurazio ni, in genere poco abituale e poco proclivi a met tere a disposizione della autorità tutoria, e po scia del pubblico, gli elementi dimostrativi del- Tandamento delle loro aziende.
La statistica pubblicata dal Ministero, si ri ferisce al 1918 è si deve soltanto al solerte buon volere del funzionario incaricato del coordina mento del materiale, se per, alcuni elementi sono .stati potuti raccogliere i dati fino a tutto il 1920 e in alcuni, casi, fino al 1921. Certo va rilevato che, il periodo d’osservazione della statistica, scel to per circostanze speciali d’ufficio, è il meno a- datto per un censimento generale di una qualsiasi industria e tanto meno quello delle assicurazio ni che particolarmente, in alcuni rami è il riflesso dello svolgimento di altre industrie, in altre quel lo di attività industriale, in altri ancora della massa della ricchezza, in altri il fine dell’orien tamento del risparmio. Da ciò la necessità, quin di, che successive e ripetute indagini permettano il confronto e quindi la correzione dei risultati eccezionali conseguiti per il 1918.
Gii scopi principali, che sono stati tenuti pre senti neirinquadramento del lavoro, furono i se guenti :
a) determinazione dello stato patrimoniale
delle imprese nazionali, al 31 dicembre 1918; Il patrimonio delle imprese estere non è stato • rilevato perchè ordinariamtente è aH’estero, in paesi che non sono indicati e in valute che non si conoscono;
b) determinazione delle attività delle im
prese nazionali e delle imprese estere vincolate a favore degli assicurati italiani, al 31 dicembre 1918;
e) determinazione, attraverso il conto pro fitti e perdite, del movimento tecnico deH’eserci- zio 1918, con riguardo alle assicurazioni dirette I in Italia;
d) determinazione, attraverso il conto pro
fitti e perdite, del movimento tecnico del detto esercizio 1918, con riguardi alle riassicurazioni assunte in Italia o dalle imprese nazionali o dal le imprese estere;
e) determinazione, sempre attraverso il con to profitti e perdite, del movimento tecnico _ del detto esercizio 1918, con riguardo o alle assicu razioni dirette o alle riassicurazioni assunte al l’estero dalle imprese nazionali;
/) determinazione dello sviluppo delle assi curazioni in Italia.
110 L’ECONOMISTA 27 Maggio, 3, 10 Gi'¿g«crl923. N. 2560-61-62,
To imprese esistenti in Italia m li’anno li 13, comprese quelle non operanti e quelle in liquida zione erano 185. di cui : 119 nazionali e 66 este re. Al 1. gennaio 1921, esistevano, invece in Ita lia ben 292 imprese di cui: 201 nazionali e 91 estere.
1 In due anni le imprese nazionali sono cosi aumentate del 70 % circa, incluse in questa per centuale tre imprese con sede in Trieste che sol tanto nel frattempo divennero italiane L aumen to delle imprese estere dipende per massima par te dalla inclusione delle società germaniche che, dato lo stato di guerra non vennero comprese nel la statistica del 1918, A tale proposito il Manes, cultore delle discipline assicurative in Germania, pubblica i seguenti dati sul movimento degli enti assicurativi nell’ultimo settantennio per i prin cipali paesi d’Europa:
Svizzera 3 7 4 21 23 23 40 ? Il valore limitato delle indicazioni sopra pro ferite può essere integrato con - dati riferentesi al l’anzianità dell’imprese, in quanto la forza del-, l’industria delle assicurazioni, particolarmente in certi rami, dipende più che altro, dalla loro or ganizzazione e dall’ammontare delle riserve.
Diamo appunto qui sotto un accenno comples sivo sulla anzianità delle compagnie italiane, dal quale risulta come, nella massima parte, esse sia no giovani poiché un 59% circa mostra un età in feriore ai 10 anni e il 30% inferiore ai 5.
A N N I Italia Belgio Francia Germania
1850 1 il 52 56 1860 1 17 60 82 1870 3 21 73 120 1880 7 37 95 171 1890 10 69 110 199 1900 17 83 116 227 1910 94 124 502 259 1920 201 ? 7 ?
A N Z IA N IT À Anonimeordinari^. cooperativeAnonime Mutue Totale
Superiore ai 50 anni 4 — 2 6 Da 49 a 40 anni 1 — — 1 Da 39 à 30 anni . 3 — 2 5 Da 29 a 20 anni 8 6 5 19 Da 19 a 10 anni 16 6 8 30 Da 9 a 5 anni 13 2 4 20 Inferiori ai 5 anni. 25 5 8 38 Totale 19 29
Trascureremo per brevità le distinzioni delle imprese secondo i rami esercitati e la loro sede legale, se nazionali, o la sede della loro rappre sentanza in Italia, se estere, così come la loro classificazione a seconda della natura degli inne stamenti patrimoniali e delle attività vincolate a favore degli assicurati, per intrattenerci invece un momento' sull’importanza dell’ammontare del lo riserve che hanno una duplice importanza : na zionale ed internazionale.
Sotto il punto di vista interno si è di fronte ad una larga massa di danaro amministrato dal le imprese di assicurazioni, che di fatto appartie ne però potenzialmente agli assicurati, in quanto essa costituisce sempre attività corrispondente per l’adempimento di contro prestazioni, in alcuni ca si normalmente molto lontana come nell’assicu razione vita,
Dal punto di vista internazionale le riserve assumono importanza delle cessioni delle assicu razioni ad imprese estere che costituiscono masse più o meno notevoli di valuta nazionale a dispo sizione di paesi esteri. Anche se questi premi non vengono, di volta in volta esportati permane la questione del credito e della disponibiltà della
nostra valuta da parte di altre nazioni non sem pre bilanciata dalle cessioni in riassicurazioni provenienti da imprese estera e per rischi ritirati all’esitero. Diamo qui un breve cenno deirammon- tare delle riserve matematiche, riserve premi e riserve sinistri delle imprese nazionali ed estere:
Rami di Assicurazioni
Assicurazioni sulla vita a) Istituto Nazionale b) Imprese private. Assicurazioni trasporti ,, incendi ,, infortuni ,, responsabi lità civile Assicurazioni furti . ,, vetri . ,, bestiame ,, grandine ,f varie . Assunzioni in riassicura in Italia : a ' Istituto nazionale b) Im prese private Assunzioni dirette o in riassicurazione effettuate all’estero dalle imprese nazionali . Ammontare delle riserve matematiche e delle riserve premi 353.655,2 343.319,5 27 646,0 27.471.1 11.679.2 665.2 990,4 268,1 117,7 218.2 37.214,9 12.344,5 Ammontare delle riserve sinistri 8.570,7 47.667,6 H . 89%8 10.089,4 I . 489,9~ 310,4 122,6 70,6 7.095,2 133,7 17.439,8 7.108,6 11.097,0 Totale 353.655.2 351.890.2 75 313,6 39.364,9 21.768,6 2.155,1 1.300,8 390 7 188,3 351,9 54 654‘7 19,653,1 18,192,2 Totale 822.885,2 115.994.1 938 879,3
Molto ’opportunamente la relazione di cui ci occupiamo stabilisce un raffronto, per quanto suc cinto, fra le assicurazioni in Italia e quelle della Svizzera o della Germania. E si afferma.che, 1 in dustria delle Assicurazioni è il riflesso di altre industrie, è quindi per<stabilire lo sviluppo di essa bisognerebbe fissare dei rapporti tra queste, e i di versi rami di quella. Ma per ora non ci occupia mo di ciò. I » ogni modo, per dare un idea, sia pur
generica, dell’importanza che l ’industria delle as sicurazioni ha in alcuni paesi, aggiungiamo un prospetto, dei premi delle assicurazioni dirette del la Svizzera e della Germania, accanto a quelli dell’Italia :
Ammontare dei premi delle assicurazioni dirette nell’esercìzio 1918
Migliaia di lire, di franchi o di marchi
Cifre assolute
Rami di Assicurazioni Italia
Assicurazioni vita 121.746,8 » trasporti 1,030,112,6 » incendi 91 301,4 » grandine 54.760,9 » infortuni e responsabilità civ. 25.271,3 Assicuraz. altri rami 4.104,2
Svizzera 73.098,7 40 727,7 30.826,6 3.389,1 22.190,5 3.648,6 Germania 1.247.0000 926.000. 0 708.000. 0 66.000,0 159 000,0 1.276.000,0 Totale 1 330 297,2 173.881,2 4,382.000,0 Cifre relative, fatto uguale a 100 il totale
di ciascuna nazione
Rami di Assicara,zioni Italia
Assicurazioni vita 9,4 » trasporti 77,4 » incendi 6,9 » grandine 4,1 » infortuni e responsabilità civile 1,9 Assicurazioni altri rami 0,3
Svizzera 42,0 23,5 17,8 1,9 12,7 2,1 Germania 28,4 21,2 16,1 1.5 3.6 29,2 Totale 100,0 100,0 100,0
Il saggio di impiego dei capitali, il saggio dell’interesse ed il saggio di capitalizza zione dei redditi nelle aziende agrarie.
27 Maggio, 3, 10 Giugno 1923. N. 2560-61-62. L’ECONOMISTA 111.
capitale espresso in annualità perpetua postici pata è riferito alla lira, cioè all’unità di moneta! Il saggio del frutto del capitale ossia la sua frut tuosità unitaria è il saggio di rivestimento, men tre il saggio deirinteresse è il prezzo di uso di una lira di risparmio durante un a n n o ilo si può indicare con una lettera per es., r (iniziale della parola ragione) per distinguerlo dal saggio di ri- vestimento che si indica con un’altra lettera per es-, f.
Così per esempio il Prof. Serpieri calcola che il diritto a conseguire un canone annuo posticipa to di 100 lire per 10 anni, supposto che il prezzo del mercato di un tale diritto sia di L. 800, darà un frutto espresso da f:. 100(1 +/■)"> - 1 . =0,04 circa
800 (1 + f)
o quindi sarà 0.04 la ragione alla quale bisognerà capitalizzare il reddito annuo per avere il capi tale corrispondente al canone annuo. Il saggio dunque di investimento dipende dalla entità del diritto annuo che si gode e dal prezzo pagato pel bene economico, cioè pel capitale capace di dare le lire cento annue.
Ora i redditi come osserva il Prof. Serpieri, comunque ottenuti non sono tutti immediatamen
te consumati, ma in parte vengono risparmiati ed impiegati sia per scopi di consumo, come per es., per prestiti, per consumi pubblici e privati, sia per .scopi di produzione, come per esempio per anticipare spese di produzione e per provvedere istrumenti tecnici della produzione stèssa.
E’ però evidente che il risparmio in queste varie forme è usato per un determinato tempo do po il quale può essere restituito a colui che lo prestò. Il risparmio dunque non si vende, ma se ne cede l’uso; mentre il diritto di godere di un prezzo, passa quindi da un possessore, all’altro e non viene perciò restituito al vecchio possessore.
Sul mercato dunque in un determinato tempo esiste una determinata disponibilità ed una mag giore o minore domanda dell’uso del risparmio e quindi ne consegue un determinato prezzo di ©squilibrio che oscilla secondo la nota legge eco nomica della domanda e dell’offerta e che, rife rito al tempo un anno ed all’unità di moneta, cioè alla lira, come già innanzi abbiamo detto, prende il nome di saggio deirinteresse o ragione di impiego dei capitali.
Il saggio quindi del frutto dei capitali / ed il saggio di interesse r son due valori che han no uno .stretto rapporto tra loro ed anzi, nelle con dizioni di libera concorrenza nell’impiego del ri sparmio, il saggio del frutto dei capitali tende ad essere eguale al saggio dell’interesse.
Se, infatti, i risparmiatori ,si trovano nella condizione di potere liberamente impiegare i pro pri risparmi, il saggio del frutto dei capitali non può essere maggiore del saggio dell’interesse f, cioè non può essere maggiore di r, perchè evi dentemente ' il risparmio non si impiegherebbe al saggio r, ma si investirebbe nello acquisto di quei capitali che danno il frutto f. Ma neppure può essere / minore di r perchè allora i possessori dei capitali, che danno il frutto ai saggio f, li ven derebbero per prestare al saggio r il ricavato di tale vendita.
Vi è, dunque, una concorrenza tra il saggio del frutto dei capitali ed il saggio di interesse che ¡spinge questi due valori ad essere eguali tra loro, ma. pur tuttavia non si deve affermare che
questi dpe valori siano effettivamente e sempre eguali tra loro.
Ed invero, la concorrenza nelhimpiego del ri sparmio ed il pronto svincolo di un capitale da un impiego per adoperarlo in altro investimento, non avvengono sempre con facilità e queste di verse tendenze esercitano certamente delle varia zioni nel .saggio. Nè si può negare che il rischio non è eguale nei diversi impieghi e che inoltre nella valutazione del rischio influisce molto la probabilità di perdite che a giudizio del capita lista si. possono verificare, probabilità che è un ele mento soggettivo poiché la probabilità di futura perdita non può essere valutata egualmente da tutti ì capitalisti. A parità di ogni altra causa la probabilità di una perdita apparisce tanto più grande quanto più grande è la naturale pruden za del capitalista. •
Così pure se l ’impiego del capitale è di breve 0 di lunga durata varia anche il- prezzo perchè vi sono risparmi che si possono impiegare a lunga scadenza e risparmi che si possono impiegare solo a breve scadenza ed è noto che colui che prende a prestito il risparmio può accettare una ragione più elevata quando la durata dell’impiego è mag giore perchè calcola che più facilmente potrà im piegare il risparmio preso a prestito, realizzando un utile maggiore^ nello stesso tempo più facil mente potrà svincolare il capitale avuto- a pre stito realizzando sino all’epoca della restituzione un conveniente utile,
E’ poi chiaro che il risparmio tenderà ad es sere impiegato in quella produzione che assicura un maggiore frutto e ad essere affidato a persona ritenuta onesta e capace di dirigere abilmente la azienda. Il risparmiatore cioè, presterà più fa cilmente il proprio capitale a colui che il capitale impiega in un’industria che il capitalista ritiene più sicura e più lucrosa e che meritamente gode la fiducia del capitalista stesso e per l’abilità e per l’onestà che tutti generalmente gli riconosco no. Il saggio di impiego, in questo caso, sarà mi nore perchè maggiore si deve ritenere la sicurez za di evitare le perdite e di realizzare gli utili. Da ultimo il saggio di capitalizzazione è il saggio medio del frutto nell’impiego considerato in un dato tempo ed in dato mercato e si può. de terminare confrontando il prezzo del capitale ed 1 redditi che se ne ritraggono. E ’ chiaro quindi che, applicando questo saggio medio alla stima dell’oggetto di cui si vuol conoscere il valore, si viene a determinare il probabile prezzo di mer cato del bene economico che si vuole appunto sti mare ed e pure evidente che per stabilire con esat tezza un tale prezzo bisogna conoscere per un nu mero per quanto più è possibile grande, di casi nel tempo e nel mercato che si considerano o in ■ tempi e mercati vicini, il prezzo effettivamente
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interesse più mite, e per questa ragione il Prof. Lumia proponeva appunto che nella stima e quin di nella ricerca del valore delle piantagioni ar boree e del terreno ai redditi negativi e spese, che rappresentano il capitale industriale dell’impresa e non già il reddito del terreno, si desse un sag gio di impiego alquanto maggiore di quello as segnato ai redditi positivi.
E ’ dunque enorme calcolare con la stessa ra gione tanto i redditi negativi, quanto i redditi positivi perchè così facendo si viene a dare alla piantaggione od al terreno un valore maggiore di quello che avrebbe dovuto essere calcolato.
Non si può però, come giustamente osserva il Prof. Bordiga, stabilire con pochi dati quale sia il, saggio al quale bisogna capitalizzare i redditi rurali perchè molte sono le cause che vi possono influire. Certamente però quando si tratta di be ni da vendere all’asta pubblica, poca importanza può avere la determinazione del -saggio di capi talizzazione perchè in questo caso importa a chi desidera fare l ’acquisto molto di più la esatta co noscenza della rendita netta annua. Il saggio di capitalizzazione può oscillare dal 5% al 4% e scendere anche al 3% quando il valor© reale del l’unità di moneta è svilito e per conseguenza il prezzo di acquisto dei beni rustici si mantiene ad un livello eccezionalmente elevato.
In ogni altro caso è necessario conoscere il saggio di capitalizzazione con sufficiente esattez za per potere determinare il valore reale di beni dei quali si conosce con precisione la rendita an nua netta. E ’ per conseguenza necessario cono scere le cause che possono avere una decisa in fluenza sia nell’elevare sia nel ribassare il saggio di capitalizzazione ricordando che tutte le cause che influiscono neU’elevafe il valore di capitali fondiari ed anche agrari influiscono nel far di minuire il saggio di capitalizzazione.
La sicurezza del paese e specialmente la sicu rezza delle campagne che determinano la scarsez za o meglio ancora la mancanza dei furti agrari e dei reati contro le persone sono cause che indub biamente influendo nell’elevare il valore dei beni rustici contribuiscono ad abbassare talvolta an che sensibilmente, il saggio di capitalizzazione. La viabilità più o meno buona, la vicinanza o lontananza dai grossi centri di abitazione e di consumo, la posizione amena la salubrità del la località sono cause che favoriscono il movimen to dei prodotti, contribuiscono immensamente a - facilitare la permanenza degli agricoltori nelle campagne e. possono anche rendere il fondo ri cercato per villeggiatura o per usi speciali. Sono quindi cause che come, le precedenti tendono ad elevare il valore dei fondi e quindi a far ribassa
re il saggio di capitalizzazione.
Finalmente la certezza che i miglioramenti fondiari ed agrari possono in tempo breve accre scere il reddito netto e che per cause straordinarie la proprietà non può diventare meno redditizia e che soprattutto non può divenire improdutti
va, rappresenta una causa che indubbiamente è tra le più importanti tra quelle che influiscono sulla variazione del saggio di capitalizzazione.
Nè si può tacere che la domanda più o meno ■ grande sul mercato di persone desiderose di ac
quistare fondi rustici sia al solito una causa di aumento al valore dei fondi rurali e di diminu zione del saggio mentre al contrario la facilità di impiego sicuro in altro campo e la difficoltà
di svincolo dei capitali impiegati in agricoltura e soprattutto nei fabbricati e nei miglioramenti fondiari sono cause che senza dubbio contribuisco no a far ribassare il valore- dei beni rurali, e quin di ad elevare il -saggio di capitalizzazione.
Attualmente in Italia, specialmente- per le- pic cole proprietà, con lo svilio della, moneta e con la poca fiducia che gli agricoltori ripongono nelle al tre forme di impiego dei capitali, il sàggio di ca pitalizzazione, come già si è detto, è disceso mol to e non è più possibile capitalizzare al 5%, cioè
al saggio di interesse della rendita pubblica emes sa negli ultimi prestiti, e bisogna -scendere al 4% e non di rado al 3%. Se però -si tratta di valutare boschi il saggio di capitalizzazione, anche col rincaro così sensibile del legname, non può scen dere al 3% perchè infatti si tratta di terreno con una coltura che fa realizzare una rendita perio dica che può variare sensibilmente da una stazio ne ad un’altra del bosco sia per la diversa qua lità del legname, sia pel diverso valore del legna me stesso a parità di qualità. Si verrebbe- cioè a dare ai boschi un valore superiore a quello che e-s-si meritano e eli© non potrebbe essere accettato dagli acquirenti che troverebbero più convenienza . nell’acquisto -delle cartelle- del debito pubblico pur sapendo le condizioni attuali finanziarie non liete dello Stato italiano ma -che gli acquirenti de vono e possono ritenere transitorie e non perma nenti. Il fallimento dello Stato farebbe precipi tare tutti i valori compresi quelli rurali che pura ■sono tra-i più sicuri.
Avellino, 14 maggio, 1923.
Pietro Bu c c i.
RIVISTA BIBLIOGRAFICA
H. C. Jone;s, Trattato di chimica fisica. 2a edizione italiana a cura, del! prof. M, Gràia, con peHazioite del prof. E. Molinari, di p-ag. xxiv-736, 90 incisio-’ ni nel testo e 4 tavole a colori fuori testo. — Ul
rico Hoepli, editore-, Milano. 1923. L. 56.
Il rapido- esaurirsi della prima edizione di questo importante Trattato di chimica fisica di H. Jonès, dell’umiveirsità dii Baìtimlora, ha spinto reddito-re- e il traduttore a -curare unia seconda edizione dell’ope ra la quale è aggiornata fino a quest’ultimo annoi ed accresciuta, rispetto alla edizione precedente, di nu merose aggiunte (oltre ICO plagine) fatte dal tra duttore.
L’importanza della chimica fisica per' la scienza, in generale e per la tecnica è a tutti nota,; nessun chimico, sia esso uomo di scienza o tecnico,, può oggi trascurare questa scienza senza perderei una parte fondamentale per .la conoscenza, dei fenomeni e per la loro interpretazione. La chimica, fisica chia risce anche molti problemi della biologia,, minerar logia e geologia.
Lo studente che voglia, rendersi conto dei principi fondamentali di questa nuova scienza, troverà nel l’opera del prof. Jones la trattazione, adeguata esat ta e meglio fatta da tutti i problemi fisico-chimici. Come ben dice Tilluistre prof. Ettore Molinari, del
R. Politecnico di Milano, l’opera del Jones « è del le più pregevoli ed è la più completa, fra le pubbli cazioni del genere apparse in questi ultimi anni in Italia ed alla quale gli studiosi ed i tecnici potran no pur sempre attingere eoo profitto ».
27 Maggia, 3, IO Giugno 1923. NI 2560-61-62. L’ ECONOMISTA
R IV IST A DEL COMMERCIO
Produzione, consumo e disponibilità mondiale di zucchero.
Il Ministero dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha pubblicato la seguente tabella-, riguardante la pro duzione mondiale di zucchero' dal 1895 al 1923 :
Zucchero Zucchero di
A nno di canna barbabietola Totale
(in tonnellate di 1000 K g .) 1895-1896 2.259.000 4.832 000 8.097.000 1896-1897 3.171.000 4.832.000 8.097.050 1897-1898 3.206.000 5.457.000 8 663.000 1898-1899 3355.000 5.616.000 8 971 000 1899-1900 3.389.000 6.262.000 9.651 000 1900-1901 4.084 000 6.795 000 10.879.000 1901-1902 6.818.000 7.743.000 14.561 000 1902-1903 6.782 000 6.454.000 13.231.000 1903-1904 6.909 000 6.835 000 13.744 000 1904-1905 7.662 000 5.525 000 13 187 000 1905-1906 7.551.000 8.090-000 15.641000 1906-1907 8.365.000 7 587 000 5.952.000 1907-1908 7.926.000 7.390 000 15.316.000 1908-1909 8.654 000 7.350.000 16 004.000 1909-1910 9.423 000 6.991.000 16 414 000 1910-1911 9.540 000 9 042 000 18.582000 1911-1912 10 275.000 7 072 000 17 347.000 1912-1913 10.908 000 9.509.769 20 518.000 1913-1914 11 270.207 9.433 783 20.703.983 1914-1915 11.292 907 8 330.628 19.523.535 1915-1916 11.684.829 5816.555 18.501.384 1916-1917 13.440.777 5.363.971 18 764.749 1917-1918 14.648.946 4.792.135 19 441 181 1918-1919 13.426.286 4.164.336 17.590.622 1919-1920 13.799.400 3.467.424 17 266.884 1920-1921 13.656 260 4.953.836 18.610,096 1921-1922 14.185 000 5.583.000 10.763.500 1922-1923 14.194.0C0 6014 000 20.208.000
Il consumo mondiale di zucchero! grezzo è liutaio come segue, in tonn. lunghe (1.015 kg.) dal Ministero <M Connsmiericio degli Stati Uniti:
CONSUMO MONDIALE Paese : Stati Uniti. Anteguerra 3.800.000 N el 1922 5.461.000 Nel 1923 (stima) 5.500.000 Canadà . . 290.000 388 000 400 000 Messico . . 125 000 110.000 120.000 Argentina . 210.000 225 000 225 000 Brasile . . 320 000 360.000 380.000 Ceco Slovacchia 110.000 120.000 Ungheria . 700 000 72.000 75.000 Austria . . 309 000 170.000 Belgio . . 200.000 158.000 170.000 Danimarca. 106.000 150.000 155.000 Francia. . 705.000 806.000 850.000 Germania . 1.500.000 1 460.000 1.400000 Italia : . . 175 000 300 000 315 000 Paesi Bassi 125.000 235.000 220 000 Norvegia . 50 000 85 000 85 000 Polonia . . 100.000 150 000 180.000 Spagna . . 127 000 176.000 180 000 Svezia . . 152.000 180.000 180.000 Svizzera. . 120 000 130.000 130 000 Inghilterra 1.900.000 1.725.000 1.750 000 Australia . 250.000 280 000 300 000 Indie Inglesi 3.260 000 3.000.000 3.000 000 Cina . . . 447 000 800.000 800.000 Giappone . 323 000 550.000 600.000 Diversi . . 2.505.000 1.460.000 1.600 000 Totali. 17.500.000 18680.000 19.035,000
In una relazione fatta dai rappresentanti delle raffinerie canadesi di zucchero' alla Commissione speciale della Camera dei Comuni del Dominion, essi halnnoi detto cbei la quantità mondiale di zuc chero disponibile non è che dei 5 per cónto inferiore alla produzione normale. In conseguenza il prezzo dello zucchero aumenterà, mia non vi è ragione di panico da parte dei consumatori. Il consumo' dello zucchero è aumentato in modo anormale a, causa dell’uso di liquidi zuccherati in seguito al divieto esistente agli Stati Uniti ed anche a ragione di una maggiore prosperità dei salariati degli Stati Uniti'.
113
, La produzione dello zucchero dell’America Centrale e in Czecoslovacchia
S-econdo un dispaccio del corrispondente spe ciale dlel Financial Times, si stima che se la. pro duzione di Cuba non sorpassa un totale di 3.700.000 tonn., la quantità che restano a consegnare nei porti cubani non sorpasseranno le 700.000 tonn. contro 1.200.00 tonn. alla, stessa epoca, dell'animo scorso e che queste 700.000 tonn. aggiunte allo stock attuale di 709.000 tonn. non nasceranno circa che 1.409.000 sul Jclorr'isp'oridente periodo dell’anno scorso.
All’ inizio della campagna attuale si aveva, in Czecoslovacchia la seguente situazione' nella produ zione, nel consumo' e nell’esportazióne dello zucche ro; i valori essendo espressi in tonnellate :
Disponibile all’inizio della campagna tonn. 5.906
Produzione . . . . » 728.045
Totale tonn. 733.151 Consumo interno . tonn. 206 906 Esportazione... » 266.331 Totale tonn. 260-714 Disponibilità al 31 marzo . tonn. 260.714
L’esportazione di zucchero dal Brasile
Durante questi ultimi dieci anni, l’esportazione di zucchero brasiliano si è accresciuta in proporzio ni considerevoli. Nel 1921 non sorpassava 5.396 tonn. e rappresentava appena un valore di 397 contos. Nel 1922 essa si è elevata a 252.111 tonn. ed ad un valore di 115.240 contos, che avrebbe potuto essere raddop piata, se i corsi praticati nel 1920 si - fossero man tenuti.
Per l’ anno in corso si conta di raggiungere ci fre molto più elevate, data l’importanza delle spedi zioni all’estero e la persistenza dei prezzi alti.
La Gran Bretagna e l’Argentina continuano ad occupare rispettivamente il primo ed il secondo po sto tra i consumatori di zucchero brasiliano.
Transazioni a termine sugli Buccheri agli Stati Uniti
La corte federale degli Stati Uniti ha. rigettato la domanda del governo americano, tendente a vie tare le transazioni a termine sui mercati del caffè e dello zucchero. Il governo americano interporrà appello.
Produzione di metalli nel 1922 in Russia
Il direttore. dell’Ufficio minerario dei Soviets pubblica i dati relativi alila produzione russa di me talli nel 1922. La produzione di oro è stata di 119.000 once contro 1.950.000 once nel 1913. Quella di plati no si è elevata a 22.000 onde ciò nitro 157.000 once nel 1913.
II regresso nell’industria del rame è ancora mag giore, perchè nel 1913 la produzione di minerale ammontava a 660.000 tonn. mentre che nel 1922 essa non è stata che di 4.000 tonn. Infine la produzione di piombo non è salita che a 240 tonn. nel 1922 ei non si è affatto estratto zinco.
Produzione mondiale di alluminio
La « Revue d’FJectr'oclumie e d’ Electrométallur-gie » pubblica le seguenti cifre sulla produzione mon diale di alluminio: «
Produzione Capao. attnale nel 1913-14 di produz. tonnellate tonnellate Germania . 800 40.000 Italia . . . . 940 8 000 Norvegia . 2.500 20.000 Stati Uniti . . , 40.600 115.000 Austria (antica mon) 4.000 10.000
Canadà 6.850 15.000
Inghilterra. 8.000 14.000
Francia . . 12.000 20.000
Svizzera 10.000 15.000
114 L’ECONOMISTA 27 Maggio, 3, 10 Giugno 1923. N. 2560-61-6?.
Sviluppo commerciale della Cirenaica
Grande è lo.sviluppo commerciale, industriale e agricolo della Cirenaica! dopo roccupazione Italiana del 1912, anche tenuto conto dei cinque anni di guer ra che ne hanno arrestato il progresso'. E fede ne fanno le statistiche, confrontate con quella del do minio turco, delle importazioni e delle esportazioni. Mentre sotto il governo turco il movimento an nuale dell’importazione e dell’ esportazione si valu tava a una media, di dodici milioni annui, con un massimo di lire 14.000.000 nell’anno 1907-1908, p-areg- giantesi quali le importazioni e lei esportazioni.
Nel 1917 invece dopo soli cipque anni di occupa zione. italiana ed in pieno periodo di guerra, europea si ebbero importazioni per lire it. 27.436.461 ed espor tazioni per lire it. 2,248,441 e cioè più del triplo di quanto si verificava, dieci anni prima sotto, la, domi nazione turca, E l’aumento continua tutt’ ora: in proposito le statistiche danno i seguenti dati:
Anno 1918 — Importazioni L. it. 38.231.262 Esportazioni » 3.081869 Anno 1919 — Importazioni » 44.523.877 Esportazioni » 5.691617 Anno 1920 — Importazioni » 44.650.697 Esportazioni » . 8.145.316
oltre, nel 1920 ad una esportazione di ben 41 mi lioni di lire ital. di orzo e grumo.
Nel 1921 e 1922 le importazioni e lei esportazioni, indipendentemente dai cereali, sono in costante au mento, per quanto- non se nei possono ancora forni re le cifre precise.
Anche nel campo industriale d o p o ^ ’occupazione Italiana, si nota l’impianto e il fumioriam'ento di in dustrie locali per la, valorizzazione delle materie pri me della colonia, per la produzione o la trasformar zione sul posto dei prodoti di largo consumo.
La costituzione di numerose Società, per il comi- Miercio de'H’importa,zione e dèiresportazionei ne pro vano lo sviluppo'.
E ciò è più imporante, dato che la valorizzar zione della Cirenaica, si basa, sulla; pastorizia e sul l’agricoltura, il sorgere di numerose aziende a, tipo agricolo-pastorale, ne assicura la prosperità.
Infine, mentre il numero' complessivo delle ditte che compnque svolgevano' attività ¡commerciali sulla piazza, di Bemigasi durante il dominio turco si aggira va su un centinaio appena (esclusi i rivenditori e le ditte di secondaria importanza) si hanno, oggi le se guenti cifre: Piazza; di Bengasi (esclusi nvendrtori e ditte secondarie dia Valutarsi ad oltre 1500) : Ditte italiane 279; Ditte isbà,elite 147; Ditte arabe 376; Ditte straniere 19.
soreria (accensione di crediti) a 5743- milioni, con un saldo attivo di 2094 milioni di ljre cui corrisponde un analogo peggioramento della situazione del Te soro.
Complessivamente-, il movimento degli incassi e dei pagamenti nel mie-sei di aprile è stato il se guente :
000 omessi. Incassi Pagamenti
Entrate e spese effettive . . 2.104.698 2,031.923 Costruzioni di ferrovie. . . 21 1161 Movimento di capitali . . . 933.637 152 568 Partite di g i r o ... 13.758 3 650 Conto debiti di Tesoreria . . 2.861.393 4.487.041 Conto crediti di Tesoreria . 7.836.879 5.743 375 Totale. . . 13.750.388 12.419.621
Nel mese di aprile il Tesoro ha incassato per tanto 13.750 milioni di lire e n,e ha pagato- 12.419 realizzando, pertanto, un miglioramento di cassa di 1331 milioni circa.
Per il complesso dei dieci mesi che vanno dal primo luglio 1922 al 30 aprile 1923 il movimiento de gli incassi e dei pagamenti è stato il seguente:
000 omessi Incassi Pagamenti
Entrate e spese effettive 14.412 598 19.129.917 Costruzioni di ferrovie . 4.359 138.226 Movimento di capitali . 4.225.307 454 711 Partite di giro . . . . 147.785 71 345 Conto debiti di Tesoreria 42.285.489 44.075 416 Conto cred. di Tesoreria 15.370.829 11.203 458
Totale . , 76.446 399 75.073.106
Nei. primi dieci mesi dell’ esercizio si sono dun que incassa,ti 76.446 milioni di lire e se ne sono pa gate 75.037 milioni. Il fondo di cassa è pertanto au mentato di 1373 milioni di lire salendo da, 3000 a 4382 milioni di lire.
Gettito tributario dal 1° giugno 1922 al 31 maggio 1923
Il gettito complessivo dei tributi diretti e indi retti statali —i esclusi i proventi dovuti a,l cambio doganale e-d i proventi degli enti lo c a li—. del primi undici mesi dell’esercizio in corso ammonta, secon do gli ultimi dati raccolti dal Ministero delle Fi nanze a 11.425,8 milioni contro 11.314,3 milioni del corrispondente periodo dell’esercizio- 192L22.
Cosicché abbiamo in complesso un incremento d’entrata di oltre 111 milioni di fronte al corrispon dente periodo dell’esercizio scorso-, e di circa 470 mi lioni in confronto delle previsioni fatte per l’intero esercizio corrente.
Come risulta dal seguente prospetto abbiamo avuto nel mese di maggio un incremento d’em,trata di oltre 86 milioni, dovuto principalmente dal get tito delle imposte dirette, per l’ applicazione della imposta di ricchezza mobile, riscossa per ritenuta applicata agli operai addetti agli stabilimenti stai- tali ed ai sottufficiali.
maggio 1923 maggio 1922
T itoli d ’entrata Lire Lire
000 omessi
Imposte dirette . . . . 50.774 18 051 - Tasse di registro e bollo. . 214.609 182.431 Imposte indirette sui consumi 247.146 233 628 Monopoli industriali. . . 267.982 259.051 Lotto (prodotto netto) • . il 335 13.360 Totale. . . 792.849 706.524
L’aumento 'dei proventi del secondo gruppo — nel quale ora sono comprese tutte le vecchie e nuo ve . tasse sugli affari — sarebbe- più notevole se molti dei tributi minori di questo gruppo non se gnassero diminuzioni d’entrata.
In seguito ai risultati sommariamente illustra ti del mese i singoli gruppi nell’insieme degli un dici mesi de>H’esercizio anno dato i seguenti pro venti :
T itoli d ’entrata L uglio mag. Luglio-m ag.
1923 1922
000 omessi Lire Lire
Imposte dirette . . . 3.629.861 3.971.691 Tasse di registro e bollo . 2 215.801 2.168.230 Imposte indirette sui consumi 2.534.738 1.962.845 Monopoli industriali . . 2.830.587 2 748.884 Lotto (prodotto netto) . . 214 781 166.863 Monopoli commerciali . . — 295.777 11.425 770 11 314 291 FINANZE D I STATO
Situazione del Tesoro al 30 aprile 1933
Secondo i dati contenuti neH’ultimio Conto _ del Tesoro, gli incassi per entrate effettive ordinarie e straordinarie nel mese di aprile 1923 ammantarono a 2104,7 milioni di lire, ed i pagamenti per jp e s e effettive a 2031,9 milioni. Si è avuto quindi un avan zo di 72,8 milioni di lire. Gli incassi per costruzioni di ferrovie ammontarono invece a sole 21.070 lire centro 1.061.388 lire di pagamenti, con uni disavan zo quindi di 1.040.818 lire, che sottratto dall’ayanzo della prima categoria, lo riduce a 72 milioni di lire circa.
Complessivamente gli incassi in conto- entrate di bilancio- ammontarono a 3058 milioni ed) i paga menti a 2189 milioni : Si ebbe quindi un saldo attivo di 863 milioni dii cui peraltro- soli 72 milioni sono do vuti ad avanzo dalle entrate effettive, mentre- 781 milioni rap,presentano l’avanzo della categoria movi-_ mento di capitali e 10 milioni quella delle partite di giro.
Gli incassi in conto debiti di Tesoreria (accen sione di debiti di Tesoreria) ammontarono nel me se di aprile -a 2681 milioni di lire, mentre i paga menti in corto (¡Debiti di Tesoreria (estinzione di debiti) ammontarono a 4487 milioni. Si è avuto per tanto in questa categoria di entrate e spese un sal do passivo di 1621 milioni di lire cui corrisponde un analogo miglioramento delia situazione del Tesoro.