L'ECONOM ISTA
G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E
SCIEN ZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO,BANCHI, F E R R O V IE , IN TE R E SSI P R IV A T I
Direttore : M. J . de Johannìs
Anno L ■ uoi. u u Firenze-Rom a
9-16 Dicembre 1923
{
r o m a(4 > - v ia Gregoriana, 56 n. 2588-89
S O M M A R I OPARTE ECONOMICA. La situazione finanziaria.
Conviene ristabilire ora il dazio sul grano. -Gil b e r t o Te r n i.
Bilancio e pien i poteri. - Fe d e r ic o Fl o r a.
Numeri indici dei prezzi nel commercio all’ingrosso. L ’ andamento dei mercati. - Ric c a r d o Ba c h i.
Quota di ammortamento e di integramento o di perpetuità. -
Quota di»so. - Pie t r o Bu c c i. RIVISTA BIBLIOGRAFICA. FINANZE DI STATO.
La ricostruzione delle regioni devastate al Giappone. I l monopolio dei tabacchi in Turchia.
Le finanze austriache. L e finanze della Grecia. Gli introiti del fisco Bulgaro. Servizi dei c/c e Assegni Postali.
L ’ aumento del tasso di sconto in India e Filadelfia. RIVISTA DELLA PRODUZIONE.
- Le semine n ella repubblica Argentina.
Lo zucchero in Russia.
I l raccolto del frumento in Australia. L’ estrazione di minerale nel end della Russia. La produzione mondiale di platino.
Il raccolto granario e il fabbisogno nazionale. RIVISTA DEL COMMERCIO.
L ’ esportazione di N afta dalla Russia. Le tariffe doganali del Brasile. La libertà di commercio in Rumenia.
Il giudizio di un economista francese sul'e condizioni economi che della Russia.
Capitale anglo-austriaco in Svizzera. I l numero indice dei titoli inglesi. La lira in confronto alle altre valute.
RIVISTA DEL MERCATO E DEI VALORI. Rassegna settimanale. - Gu stavo De s l k x.
PA R TE ECONOMICA La situazione finanziaria.
Al Senato, il giovane Ministro Alberto De Stefani a sei mesi di distanza dal discorso alla Scala di Milano, ha reso conto della sua gestio ne, in forma questa volta, più modesta e priva di affermazioni accentuate.
Il lungo e monotono documento, che rivela un abito scolastico, del. quale ci intratterremo più lungamente in altro momento, ha dei punti oscuri che non abbiamo potuto facilmente spie garci, e dei quali non abbiamo compresa la rea le portata.
Il Ministro ad esempio afferma che « alle spe se nuove e alle spese accresciute fanno riscontro altre già valutate per prudenza, oltre la loro ef fettiva importanza ; al contrario di qualche en trata fa riscontro l ’aumento accertato e Tannien to ancor più notevole che fin da oggi può preve dersi,-di altre entrate. La determinazione anali- iica e quantitativa di queste vicende potrà leg gersi nella futura esposizione finanziaria. Gli uo mini potranno disputare . Ogni categoria di spe se. e ogni categoria di entrate, ogni cifra co munque fissata, hanno una loro propria
proba-bilità di verificarsi. Il risultato previsto è una funzione di queste valutazioni imponderabili in torno al modo dello svolgersi futuro dei fatti. Ci sono,nei bilanci, particolarmente in questo pe riodo tumultuoso di storia, delle grandi catego rie di entrate e specialmente delle.grandi catego rie di spese, diversamente valutabili secondo l’e quazione del nostro personale giudizio. Esse di pendono, in modo matematicamente imprecisa bile da una folla di fattori; il futuro andamento dei prezzi, le vicende dei cambi, la definizione dei nostri debiti esteri, l ’entità delle riparazioni, il gettito di nuovi tributi, la trasformazione dei modi e dei fini dell’attività dello Stato. La do cumentazione quantitativva e analitica ha per tanto in un campo abbastanza vasto e decisivo del bilancio, un valore probatorio assai limitato. Devo anche aggiungere, e non lo ignorano cer tamente gli insigni maestri che mi. ascoltano, un certo coefficente" di diplomazia finanziaria, spe cialmente in quei periodi in cui affiora la rina scente teoria dei disavanzi geniali ».
E ’ invero un poco lapalissiano, per un M ini stro delle Finanze, davanti al un consenso di uo mini politici esperti e consapevoli, l ’affermare che
« ogni, categoria di spese e ogni categoria di en
trate, ogni cifra comunque fissata, ha una sua pro-I pria probabilità di verificarsi ». E ’ un mettere for se le mani avanti per il caso le previsioni del gio vane Ministro non si averassero ?
Ed allora quale è l ’abilità del preposto alla finanza pubblica, se egli non sa formulare previ sioni, le quali abbiano almeno un determinato grado di probabilità di avveramento?
Dove S. E. I)e Stefani si mostra meno preoc cupato è neH’accertaniento della gestione dell’e- sercizio in corso e cioè dei 5/12 dell’esercizio 1922-23. Egli afferma- «secondo le cifre della previsione iniziale di bilancio, integrato dalle suc- save variazioni, i cinque dodicesimi delle spese risultano di 8 miliardi e 914 milioni e i cinque dodicesimi delle entrate di 7 miliardi 701 milioni, donde un disavanzo effettivo di bilancio, dal 1° luglio al 30 novembre, di 1 miliardo e 213 mi lioni, ohe, il De Stefani riduce al 30 novembre a soli 690 milioni, cifra superiore al previsto per
cagione specialmente di sopravenienze politiche a riflesso finanziario. Ma non esclude il Ministro
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limo ha sospettato, nel più recente periodo, trop po addomesticata, non si è indebolita », ed a te stimonio della sua affermazione, non potendo in vocare le cifre, invoca invece, un pò ingenua mente, la attestazione del Pfesidente del Consi glio e dei colleghi di Governo.
Mancata in sostanza la dimostrazione della sua resistenza, finisce col confessare che il suo consenso nelle più svariate provvidenze'è stato sempre prodotto di una diligente meditazione fra il costo e il rendimento della spesa. Il quale ra gionamento, sembrerebbe, a chi non-volesse ri porre maggiore fiducia nel giovane Ministro De Stefani, una di quelle finezze demagogiche di cui fu pieno il periodo Pittianò.
Conviene ristabilire ora il dazio sul grano ? Il forte ribasso nel prezzo del grano in con fronto ad un anno fa ha rimesso sul tappeto la questione se il grano debba usufruire di un dazio protettivo affinchè non venga ristretta in Italia la cultura di questo cereale. E ’ noto che nel pae sato, e sino al periodo della guerra, il grano este ro era soggetto a un dazio di L. 7.50 oro; adesso, e da anni, l ’importazione è invece del tutto esente da gravami doganali. E ’ opportuno ripristinare un dazio che abbia carattere protettivo sino, ad eliminare a tutta la produzione nazionale la pos sibilità di concorrenza estera? Giacche un dazio può essere protettivo per certe zone di medio ren dimento, e mano mano che scema la fertilità e si ricorre alla produzione di altre terre, diventa inefficace. Quindi non sarebbe possibile protegge re.tutta la produzione comunque ottenibile anche con risultati scarsi in Italia se non applicando un coeffìcente altissimo ; cosicché quando si dice dazio protettivo è bene intendersi, aver presente che non può trattarsi se non di un mezzo che va le entro determinati limiti segnati dalla diversa produttività del suolo. In caso diverso, e volendo un dazio interamente protettivo, tale da permet tere il massimo della coltivazione granaria sino a coprire 1 intero fabbisogno come alcuni propon gono, si avrebbe per risaltato che dovendo stabi lire una barriera altissima al grano estero, quel lo nazionale risentirebbe di questa protezione sino ad assumere un costo oltremodo elevato. E ciò sa rebbe cosa tanto assurda da non poter essere pre sa in considerazione. Ho creduto rilevare questo, perchè quando si sente ripetere da molti che oc corre ristabilire al più presto il dazio sul grano per impedire un’infinità di guai al Paese e per .ottenere che ci <si avvìi a produrre in Italia tut ta quanta la quantità che occorre, bisognerebbe domandare : cosa intendete per dazio protettivo ? Se effettivamente si vuole arrivare a ottenere il quantitativo richiesto dal consumo, bisognerebbe, lo sappiamo, spingere a limiti tali il dazio che esso avrebbe all’interno. effetti insopportabili pel consumatore. Se invece si vuole un dazio solo pro tettivo per le terre di mediocre fertilità, scartando l ’idea dell’intero quantitativo richiesto, ciò è in vece conseguibile come si vide nel passato; ma è questione che meriti effettivamente di essere trat tata o g g i? Siamo a Dicembre, chi doveva semi nare ha già seminato, almeno nella quasi totali tà : comunque ha seminato chi aveva intenzione di coltivare a grano certi appezzamenti, che se
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tale intenzione non avesse avuto sinora, ogni pro tezione doganale pel momento diventa inefficace, in quanto, se la terra non fu a suo tempo prepa rata per la semina, ogni incentivo odierno risul ta perfettamente inutile. Quindi la questione si riferisce in ogni caso alla produzione ottenibile in Italia n ll’anno agrario 1924-25. Ma anche per l ’avvenire c ’è un punto fondamentale da chiarire prima di poter sèriamente discorrere se convenga ristabilire il dazio sul grano. Il grano estero è in concorrenza con quello nazionale? Ora non lo è affatto, perchè mentre il prodotto nazionale osci!-1 la attualmente tra un costo di D. 90 e L. 92, quel lo estero ha un prezzo tra 108 e 112. Se molte par tite di quest’ultimò sono state vendute 'anche a meno, a sole 100 lire, ciò avvenne perchè molti importatori si trovarono nell’impossibilità di riti rarlo, e la merce fu dovuta vendere all’asta. Co- ^inunque anche nel caso di vendita forzata e sotto costo il prezzo minimo del grano estero e per un quantitativo limitato di partite supera il nostro di 8 e 10 lire.' Dunque concorrenza non esiste e se il grano nazionale costa tuttavia meno gli è per chè i mulini sono pel momento fornitissimi e quei pochi che debbono procedere ad acquisti trovano pronta la merce al prezzo di 90 lire, o poco più, da parte di tanti produttori che hanno urgenza di. realizzane. Quindi un decreto ministeriale- che ristabilisce il dazio nella misura antica, corri spondente all’incirca a L. 30 attuali, farebbe gra vare il dazio stesso su una mercé che non è in concorrenza colla nostrale. Vero è che allora non verrebbero .acquistati neanche quei quantitativi che oggi vengono ancora ritirati per la fabbrica zione di paste e che meglio, si adattano infatti a tale uso, ma tali quantitativa non sono grandi e non è a credere che agirebbero in misura -sensi bile sulla massa granaria ancora invenduta, e che può valutarsi a due terzi del raccolto nazionale, il quale si fa ascendere quest’anno a 61 milioni di- quintali. Sino a quando il valore del dollaro non scenda in misura notevole la- concorrenza- del grano americano, che rappresenta la quasi tota lità dell’importazione non esistè, dunque è intem pestivo parlare di dazio. Allorshè ribassasse for temente il dollaro, si riaprisse il èdmffi.e-rcio colla
Russia e questa iniziasse un esportazione rego lare, ecco riaffacciarsi l ’opportunità di una di scussione sull’argomento.
In tale eventualità è bene tener présente sin da ora questi punti :
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ultimi anni, e che il cosidetto blocco delle sovrim poste ha impedito aumentassero ancora, ma non ha abbassato? E se si volesse applicare il dazio allo scopo di non far scemare la produzione gra naria media, ciò nella tema di non poter sosti tuire in molti luoghi altre culture a quella gra naria e contro l ’eventualità di sospensioni o di difficoltà nel traffico marittimo *a causa di guer re, esso non dovrebbe essere piuttosto a scala
mobile?
E ’ noto che il dazio è a scala mobile quando si ragguaglia ira una misura determinata di prez zo che si vuole raggiungere, e quella che si rea lizza sul mercato interno — così garantendo agli agricoltori un prezzo del grano estero non infe riore p. e. a L. 100, quando il prodotto estero co stasse solo L. 90 alla frontiera, il dazio sarebbe di L. 10 ; se costasse 100 il dazio sarebbe zero. Ora l ’adozione della scala mobile è quella che mentre rassicura l ’agricoltura, entro determinati limiti di produttività beninteso, eccettuando le terre ne gative alla produzione granaria, ha riguardo nel contempo agli interessi del consumatore.
E ’ superfluo rilevare che il difficile della sca la mobile sta nel determinare il coefficente limite di prezzo, che io ho supposto a 100 lire, ma che è la cifra la quale parrebbe essere stimata suffi ciente dalle associazioni agricole.
Gilberto Te rn i.
Bilancio c pieni poteri. Il
Il disavanzo dell’esercizio finanziario in cor so sarà minore o maggiore del disavanzo previsto per esso nel passato maggio ?
La risposta, alla vigilia della rinnovazione dei pieni poteri, assume una notevole importanza. TI problema finanziario ò la sintesi di tutti i pro blemi economici che ora tormentano la Nazione ed i suoi reggitori anelanti a ridare ad essa la prosperità distrutta dalla-guerra e dalla politica sperperairice postbellica.
Per fortuna rispondervi non è ora difficile co sa. Basta per questo consultare la situazione del bilancio di competenza al 31 ottobre u. s. che l'on. De Stefani ha fatto pubblicare nella Gazzet
ta Ufficiale del 21 novembre con nuove utilissime
modificazioni della situazione trimestrale prece dente, che permettono, senza sfogliare le pagine della voluminosa gazzetta governativa, di cono scere tosto tutte le variazioni apportate con sem plici decreti alla previsione delle entrate e delle spese in questi quattro primi mesi dell’esercizio, Era questo un dato oscuro, che l ’on. De Stefani, deciso a nulla nascondere ai cittadini anelanti di conoscere la reale Situazione del bilancio_statale, ha ora felicemente eliminato.
Le variazioni avvenute in ciascuna categoria delie entrate e delle spese nel primo quadrimestre cieli’ esercizio risultano dal seguente prospetto del quale è inutile rilevare, per tutti coloro che vi vono delle spese pubbliche e quindi sempre chie dono all’erario, la portata ammonitrice.
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Variazioni delle precisioni di bilancio luglio-ottobre 1923. Entrate Spese in milioni di lire O r d in a r ie ... . + 19 + 43 Straordinarie . . . . + 52 + 269 Traffico marittimo . . . + 1.183 + 1.183 Mov. di capitali . . . + 11 + 164 Totale . +• 1.265 + 1.659
Se ora, aggiungiamo le maggiori entrate e le maggiori spese del quadrimestre alle entrate e spese reali complessive previste per l ’intero eser cizio 1923-24 si ottiene fin d’ora un disavanzo fi nanziario superiore ai 1.181 milioni annunciati dall’or]. De Stefani nel discorso di Milano che dif fuse'tosto nel Paese, più incline agli sperperi che alle economie, un senso di ottimismo alquanto pericoloso per il pareggio ohe il giovane Ministro si era proposto in due o tre anni di conseguire.
Entrate e spese reali
Previste A ccertate
in milioni di lire Spese t o t a l i ... 21.360 23.020 Entrate t o t a l i ... 20.172 21.438
Disavanzo finaziario . . . 1.188 1.582
La cifra vera, che ha valore intrinseco e soIcl
paragonabile con i disavanzi molto più ingenti dei passati esercizi e con quello previsto per l ’e sercizio presente è, però, quella che risulta dal confronto fra le entrate effettive ordinarie e stra ordinarie il quale solo esprime il disavanzo eco nomico dell’esercizio da coprirsi con nuovi debiti e con emissione di biglietti.
Entrate e spese effettive
Previste Accertate
in milioni di lire S p e s e ...18.181 19.178
Entrate . . . . . . 15.565 16.820
Disavanzo economico . . . 2.616 2.858
Il disavanzo economico previsto a maggio per l’esercizio 1923-24 in 2.616 milioni era già salito al 31 ottobre u. s. a 2,858 milioni, cifra di gran lunga superiore al disavanzo di 1.582 mi lioni che la (contabilità pubblica, preoccupata soltanto del movimento del denaro occorrente a saldare le spese reali prende principalmente in considerazione.
Il disavanzo previsto all’inizio dell’esercizio è stato quindi in questi primi quattro mesi, supe rato per una somma di 242 milioni. Se così av venisse anche per i tre quadrimestri residui il di savanzo economico supererebbe per l ’intero eser cizio i tre miliardi e un terzo in luogo dei 2.616 milioni previsti. La supposizione, considerando la situazione del bilancio al 31 ottobre, non è sen za fondamento. Prescindendo dalle spese per la gestione del traffico marittimo, già accertata e versata nel quadrimestre, non si può negare che
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la sproporzione fra gli impegni continuativi di spesa imputati al quadrimestre (5.837 milioni) e i] totale degli impegni già assunti a carico di tutto l ’esercizio (15.923 milioni) non sia alquanto eccessiva. Come ammettere che i 2.583 milioni an cera disponibili per l’intero esercizio possano ba stare a coprire le nuove spese se-queste già creb bero finora di circa 350 milioni al mese?
Non è però il caso di allarmarsi essendo sem pre questione di un disavanzo di gran lunga in feriore ai disavanzi dei penultimi esercizi. Il get tito crescente delle entrate, superiore a quello pre visto, può agevolmente coprire all’ultimo anche le maggiori spese e ricondurre il disavanzo del 1923- 24 alla misura annunciata nel passato maggio.
In ogni modo è assai probabile che i risultati definitivi siano alquanto peggiori delle previsioni. Se ciò accadrà la responsabilità sarà, non del- l ’on. De Stefani, profondamente convinto che la conquista del pareggio esige ormai non aumento di entrate ma riduzione di spese, bensì dell’opi nione pubblica che, ignara dei termini del pro blema, si oppone ad ogni- costrizione delle spese entro i limiti, ormai pressoché invalicabili, delle entrate. Da ciò l ’imsuffici'enza. dei proventi realiz zati dall’òn. De Stefani con geniali e feconde ri forme tributarie e il ricorso fatale a nuovi debiti ■che aumentano con i loro interessi le spese ordi narie.
Ora, a questo riguardo, non bisogna dimen ticare che dal 1° luglio al 31 ottobre il debito pub blico complessivo è cresciuto da 117 miliardi e 473 milioni a 118 miliardi e 447 milioni, ossia di 974 milioni dei quali circa cinquecento occor sero per pagare il disavanzo complessivo realiz zato nel quadrimestre. Accrescere con nuove spe se il debito significa semplicemente allontanare il pareggio e con esso ógni successiva riduzione dei gravosi tributi odierni che tolsero alla Nazione, ricca di gente ma povera di capitali, ogni possi bilità di risparmiare.
Il danno, infatti, non è solo del credito pub blico ma altresì del Paese. « Senza una severa fi nanza — così fo n . De Stefani nel discorso di Mi lano —- affrancata da ogni continuo ricorso al de bito, non c’è per le nazioni nè^ vera grandezza, è durevole benessere ». E ’ una verità che i Governi anteriori, sempre pronti ad accogliere senza di scussione le proposte di spese avanzate dai socia listi, dai democratici, dai popolaristi, entro e fuori
della Camera, avevano completamente dimenti cata.
Speriamo che il Governo fascista forte, autore vole, energico e .sopratutto consapevole che nulla- più è possibile attendere dai contribuenti che per ì-agognato pareggio hanno ormai compiuto lo -sforzo massimo, voglia tenerne conto e procedere : senz’altro a quella consolidazione globale della
spesa che unicamente può disperdere i gruppi pri
vilegiati sempre pronti a ll’assalto del bilancio e assicurare il pareggio. Il problema finanziario, | checché ne pensino i parassiti dell’erario, -sospi rosi di concessioni, di sussidi, di concorsi, di pre stiti gratuiti, di salvataggi industriali, di immu nità fiscali vergognose, non è più per l ’Italia, che un problema di -spese.
La rinnovazione -dei pieni poteri, necessaria a I vincere da resistenza degli interessati tanto più forte quanto più il disavanzo si attenua, non può servire che a questa consolidazione globale delle 'Spese osteggiata, non solo dagli interessati ma
dalla stessa opinione pubblica, per la quale i Go verni che spendono e sperperano sono sempre più graditi dei Governi, che economizzano.
Soltanto a questo prezzo la battaglia contro il disavanzo, che l’on. De Stefani, vindice dell’era rio, non ha esitato ad impegnare a fondo, può es sere vinta.
Federico Floka.
Numeri indici dei prezzi nel commercio all'ingrosso.
I numeri indici. — Presentiamo qui appresso
i numeri indici dei prezzi delle merci nel commer cio all’ingrosso in Italia, computati prendendo per base (100) la media dei prezzi nell’anno 1920. Tali indici sono calcolati rispetto alle principali merci, che -danno luogo a un movimento notevo le di affari; le merci studiate a partire dal gen naio 1923 sono 107 e -sono considerate nelle quo tazioni ufficiali di Genova, Milano, Roma, Bolo gna, e per taluna di esse in base a prezzi legali o a- prezzi medi di portata generale. Gli indici per gruppi di merci e per la totalità sono formati se condo il procedimento della media, aritmetica sem plice;, i dati seguenti si riferiscono agli ultimi me si. L ’indice generale è presentato anche sulla ba se del quinquennio 1901-1905, dell’anno 1913 e del luglio 1914, per consentire comparazioni va rie col livello dei prezzi anteriori alla guerra.
NÙMERI INDICI MEDI GEOMETRICI
• N . delle voci dicemb. dicemb. Novembre
nel 1923 . 1921 1922 1923
Derrate aliment. veg. 23 115,3 110,9 96,3
Derrate aliment. an. 13 120,6 109,6 109,0
Prodotti chim ici 13 73,5 69,3 66,7
Materie tessili 13 79,4 77,9 95,0
Minerali -e metalli 18 66,0 64,9 66,0
Materiali da costruz. 6 89,1 88,1 84,0
Prodotti veg. vari 8 113,7 128,8 102,2
Merci industriali varie 13 93,8 94,0 96,2
Indice gen. (base 1920) 107 95,2 92.8 91,5
Indice gen. (base 901-5) 749,2 730,3 720,0
Indice gen. (base 1913) 594,6 579,6 571,4
Ind. gen. (base luglio 1914) 648,1 631,7 622.8
L ’indice complessivo ha segnato nel nove-m-' bre una variazione per circa IT e 1/2 per cento, la quale è per l’entità sua- la più rilevante sinora constatata lungo l’anno 1923; la variazione segna aumento e fa seguito ad una variazione dell’un per cento constatata rispetto al mese di ottobre. 11. dato sintetico risultante da questa nostra rileva zione sul movimento dei prezzi, da tempo mostra uno svolgimento ondulare senza direttiva costan te, e segna in complesso una tendenza di stabi lità nel livello complessivo dei prezzi. Questo in dice generale di 91,5 corrisponde ad una dimi nuzione dell’1,4 per cento rispetto al livello rag giunto nel dicembre 1922 e di circa il 4 per cento rispetto al livello raggiunto nel dicembre 1921 ; si tratta di variazioni non molto considerevoli e che indicano ormai una tendenza prevalentemen te statica, quale appare anche dal grafico che ac compagna la presente rassegna.
L ’ ECONOMISTA 181 0-16 dicem bre 1923, N. 2588-89
esteso, ma piuttosto di rialzi assai pronunciati ma nifestatisi rispetto al commercio di alcune poche" m erci: prevalgono i fortissimi rincari avvenuti sui cotóni e quelli meno pronunciati avvenuti sui metalli, sui carboni, sulle uova, su qualche altra derrata alimentare; una considerevole influenza ha esercitato anche sul dato sintetico il rialzo molto forte nella quotazione dei limoni. Questa ri stretta dinamica dei prezzi mostra come le varia zioni debbano ascriversi essenzialmente ancora a condizioni proprie del mercato di alcune singo le merci determinate, piuttosto che a condizione della' vita economica e a mutamenti della situa zione monetaria.
L'andamento dei mercati.
Derrate Alimentari genetali. — Per le derra
te di origine vegetale, i nostri indici segnano per il mese di novembre un aumento di circa il 3 per cento, aumento il quale è venuto ad interrompere bruscamente un movimento discendente, che du rava da ben sei mesi, in connesione col brillante risultato della campagna agricola: .secondo quan te abbiamo già significato, questo considerevole aumento è però essenzialmente il risultato di tenui variazioni in parecchie voci e di una variazione imponente in una sola, j. limoni, per i quali la quotazione adottata nel conteggio ha segnato lun go il mese una plusvalenza pari al B0 per cento. Per i cereali proseguono le condizioni propi zie della discesa nei prezzi : le disponibilità fru mentarie risultano esuberanti in confronto col
fabbisogno per il consumo, e fattore di debolézza nel mercato appare anche la esportazione che si \a svolgendo dalla Russia, particolarmente dal le provinole meridionali, per quanto la disponibi lità per questa ripresa di fornitura russa sia ad essi lontana dall’entità che si raggiungeva prima della guerra.. II mercato nazionale è sempre in tonato alla fiacchézza; in parecchie piazze sono avvenute nuove falcidie alle quotazioni, che sono sensibilmente inferiori a quelle relative al grano di provenienza estera, ih relazione alla rilevanza delle disponibilità che si trovano sia presso i pro duttori che presso i molini : il prezzo del grano tenero segna ormài una minorazione di 1,4 per cento in confronto del valore medio praticato lun go l'anno 1922. Qualche nuova falcidia si è con statata anche rispetto ai cereali m inori; prosegue la fiacchezza e la stazionarietà dei prezzi per il mercato-del grano turco.
Rialzi stagionali si verificano per alcuni legu mi, ortaggi e frutta e particolarmente per le pa tate e i fagiuoli.
Nel mercato vinicolo continua la fiacchezza stagionale negli affari; qualche isolato caso di rial zo dei prezzi si ha rispetto ai vini vecchi dei qua li non è copiosa la disponibilità e vi ha qualche ricerca, ma in generale prevale la tendenza al ri basso, e le prime transazioni .sui vini nuovi segna no considerevoli minorazioni di prezzi in confron to con la campagna precedente.
Per il mercato oleario continua la tendenza al rialzo, motivata dalla constatazione di un raccol to non copioso in molte plaghe in seguito ai danni cagionati dalla mosca olearia.
Per il caffè, l ’andamento del mercato prosegue sempre assai irregolare con tendenza prevalente mente sostenuta, malgrado la rilevanza delle di sponibilità, la copiosità del raccolto. Si è ancora accentuata la tendenza al ribasso per lo zucchero
sul mercato italiano, non solo in relazione alla grande entità del raccolto, ma anche in dipen denza della concorrenza eerc-itata dallo zucchero proveniente dalla Czacd-Slovaochiia e dall’Un- gheria.
Derrate alimentari eli origine animale. — Do
po il movimento ascendente cosi cospicuo, presen tatosi nell’agosto e nel settembre, si è avuto nel l ’ottobre e nel novembre un ribasso pure notevole che ha riportato l ’indice ad un punto approssima
tivamente pari a quello di chiusura dell’anno
1922. Per i pesci conservati prosegue sul nostro mercato la situazione stazionaria, la quale fa se guito al lungo movimento ascendente.
Rispetto ai latticini continua la discordanza di andamento fra il burro e i form aggi: per il burro .continua il sostegno ed immutato il prezzo relativamente elevato sulla base di L. 18 per il cospicuo mercato di Milano, mentre per il for maggio prosegue la situazione veramente critica segnalata da nuove falcidie sui prezzi e dalla esi stenza di grasse disponibilità e di una esuberante organizzazione produttiva in confronto con le dif ficoltà che si frappongono per l'esportazione.
Sul mercato del bestiame, dopo il lungo mo vimento rialzista, la situazione è sensibilmente mutata attraverso il mese di novembre per effetto della considerevole riduzione nella domanda, in dipendenza di una certa restrizione nell’alimen tazione carnea che avverrebbe presso le classi in feriori; così si sono verificati in qualche piazza tenui riduzioni nel livello dei prezzi ed il genera le atteggiamento del mercato si presenta con di verso orientamento: qualche influenza può avere esercitato fra i maggiori comuni per promuovere
lo sviluppo della vendita d i carne congelata ;
qualche cenno di pesantezza si è avuto per i bo vini da lavoro e per le vacche lattifere, per que- ; ste ultime in relazione all’andamento della produ zione casearia. Il mercato dei .suini si svolge at
tivo con abbondante affluenza di merce e con
prezzi piuttosto sostenuti.
Per le uova il rialzo stagionale si manifesta piuttosto pronuciato.
Prodotti chimici. — Nell’andamento oscillante
segnato dalla curva dei prezzi per questo gruppo §i è constatato nel me,se di novembre un ribasso in ragione del 3/4 per cento. Rispetto alle ma terie di uso industriale il mercato si delinea piut tosto sostenuto con buone contrattazioni sopratat to per la soda caustica, il solfato di soda, l ’acido nitrico; qualche ribasso si è verificato rispetto a derivati agrumi e vinari, ed una considerevole falcidia appare rispetto ad una delle .sostanze tin torie, il litophone, considerate dalla nostra rivela zione. Per i prodotti di uso agrario le variazioni nei prezzi sono, in complesso minime o ufi Ile ; si constata una singolare diminuzione della doman di perfosfato, malgrado la mitezza delle quota zioni; calmo anche il mercato del solfato ammo nio) per il quale con le rilevanti offerte forestie re vi ha qualche ribasso di prezzi ; minimo anche lo spaccio di cianamide e di sali potassici ; per il nitrato di soda sono previste rilevanti domande per la campagna primaverile: l ’attenzione del mercato è attratta dalle gravi agitazioni operaie che avvengono nel Chile.
Materie tessili. — L ’indice per questo gruppo
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è la risultante dell’enorme inasprimento dei prez zi su cotoni e della nuova discesa delle quotazio ni per le sete.
Per il cotone i dati statistici americani sono di mese in mesé sempre più orientati in senso pes-’ simista e mostrano una disponibilità scarsissima di fronte al consumo ; il raccolto è valutato. ad 11.283.000 balle contro 11.658.000 della prece dente campagna : si delinea una vera carestia, di cotone che ha portato la quotazione del Middling a*d oltre 35 centesimi a New York ed oltre 20 danari in Inghilterra; queste quotazioni ap paiono, riferite al nostro mercato, ancora accen tuato dall’inasprito cambio, e così gli indici per queste voci segnano fra l ’ottobre e il novembre grossi progressi ; ad esempio per il cotone ameri cano l ’indice è passato da 146 a 174 ed analoghi se non maggiori progressi si sono verificati ri spetto agli altri tipi di cotone sodo, mentre la quotazione media dei filati, proseguendo la linea ascendente, è passata da circa lire 20 a circa 2 per chilogram m i. Per le lane, le ultime vendite della sesta serie di aste londinesi sono state anco ra orientate al rialzo e si è sempre accentuata la tendenza , per un largo impiego delle lane in ero ciato, anche le aste australiane hanno mostrato la tendenza sostenuta del mercato, le quotazioni, u f ficiali italiane segnano soltanto variazioni m i nime. Qualche fiacchezza si presenta sul mercato della canapa, malgrado l ’azione del Consorzio tra canapicultori per determinare l’astensione dalle vendite.
Sul mercato serico la situazione è proseguita, piuttosto sfavorevole con prezzi prevalèntemente
discendenti attraverso oscillazioni: Ciò per ef fetto della sospesa domanda americana e della ristretta domanda europea; soltanto nell’ultima, parte .-del mese si è avuta qualche maggiore ri levanza di affari.
Minerali e Metalli. — Per questo gruppo,
fra l ’ottobre e il novembre l ’indice segna rialzo in ragione di circa 14 e mezzo per cento; sul mercato britannico, per le merci di questo.grup po si presenta una migliore prospettiva con sen sibili incrementi di domanda e i più copiosi ac quisti di questi materiali sono' considerati come sintomo di ripresa nell’attività industriale. Una corta fermezza si ha sul mercato dei carbóni su cospicua domanda del Continente e così con qual-' che progresso nei prezzi ; per il nostro mercato le quotazioni sono alquanto sostenute, ma pur sem pre inferiori a quelle che risulterebbero dalle quo tazioni di origine sulla base degli.inaspriti cam bi, e ciò in relazione alla copia degli arrivi e delle disponibilità.
Passando al mercato metallurgico, in In g h il
terra segnala la maggiore domanda di ghisa-e
si prevede un ulteriore incremento di produzione; mentre i prezzi per la ghisa sono ivi rimasti sta zionari. vari rialzi di prezzi sono avvenuti sui prodotti siderurgici e, colla chiusura di un lungo sciopero in Iscozia, si prevedono incrementi di do manda ed ulteriori rialzi di prezzi. Il movimento di sostegno si delincai- anche rispetto ai metalli in feriori e sopratutto per lo stagno, metallo il quale da tempo è oggetto di una vivace speculazione, animata ora d a ' cospicui acquisti americani; a Londra è raggiunta la quotazione di 225 sterline per tonnellata, livello che da molti mesi non era più stato raggiunto. In connessione con .l’anda
mento del mercato internazionale, sul mercato ita liano si sono registrati rialzi sia per la ghi sa, che ; per il rame, lo stagno e il piombo.
Merci varie. — Nel gruppo dei materiali da
costruzione il livello complessivo è rimasto in que sto mese invariato non essendosi verificati muta menti nelle quotazioni osservate dalla nostra inda gine. Per il gruppo dei prodotti vegetali varii, in reazione all’anteriore movimento si ha in questo mele il rialzo di circa l ’I per cento. Per il fieno l’andamento del mercato è stato nel novembre piut tosto pesante con qualche discesa nei prezzi es sendo in complesso sufficiente la produzione e ri dotta la domanda dal prolungarsi della stagione mite. La ritardata stabulazione ha analogamente ridotta la domanda di paglia e impresso un an damento fiacco al mercato. Qualche rialzo si è ve rificato rispetto all’avena, mentre un sensibile mo vimento ascendente si constata da tempo Sul mer cato dei seme di lino, si nazionale ohe interna zionale.
Nel gruppo delle merci industriali varie, se condo la nostra rilevazione si notano in questo mese spostamenti di prezzi in diverso senso con prevalenza alla discesa, così che in complesso la diminuzione appare dell’l e 2/3 per cento. Par ticolarmente caratteristica è la diminuzione nei prezzi dei pellami greggi, sia indigeni; che di provenienza piatente, in reazione alla tendenza so stenuta che è dominata attraverso un tempo non breve, mentre una situazione sempre favorevole e stazionaria è continuata rispetto al conciato. Una falcidia nel prezzo del petrolio sul nostro mer cato traduce il movimento discendente, che da qualche tempo si è verificato sul mercato ame ricano.
Riccardo Bac h i.
-Quota di ammortamento e di integramento o di perpetuità.
Quota di uso
E ’ noto che, trattandosi di prestiti a lunga scadenza, e specialmente di contratti di credito fondiario con ipoteca, occorre ricordare che il ca pitale si intende impiegato ad interesse composto per tutta la durata dell’impiego, cioè per n anni, in modo che ri capitale all’anno n, ossia CUi nou sarà eguale al capitale inizialo C„, ma il prodot to di C0 per (1-j-r) n, cioè al prodotto del capitale iniziale pel montante elevato all’ennésima poten za. Il debitore, in altri termini, nell’ipotesi che durante il periodo di tempo rappresentate dalla durata deH’impiego non abbia fatto alcun paga mento al 'suo .creditore, dovrà sborsare una somma
(7n = C0 (l+r)n ed allora solo sarà ammortizzato il suo debito perchè non solo avrà restituito il ca pitale iniziale, ma anche rammentare complessi vo dei frutti del capitale stesso durante gli n anni dell'impiego.
Ammortizzare, dunque, un prestito significa pagare al termine del periodo di tempo stabilito l ’aocumolazione finale Cn del capitale C0 impie gato all’interesse composto e con ragione costante per tutta la durata di tempo stabilita nel contrat to di prestito.
Ora è pure noto che un capitale diviene ni vol te il capitale iniziale dopo un numero di anni
log. m
n = -— ——— in modo che, trattandosi di capitali
17-24 (Viug'i 10-1° Luglio 1923, N. 2o63-64-65 L’ ECONOMISTA 183
impiegati sempre a lunga scadenza, il capitalo iniziale spesso si raddoppia o si triplica e perciò, tanto nell’interesse del debitore, che difficilmente potrebbe pagare una somma ispesso divenuta in gente e tutta in una sola volta, quanto nell inte resse del creditore che difficilmente potrebbe es sere garentito del pagamento del suo credito dal l’ipoteca stabilita a suo favore sull’immobile, rie sce, più comodo e più conveniente estinguere l ’ac- -cumolazione finale a quote annuii, semestrali o trimestrali eguali e -costanti e che diconsi rispet tivamente annualità, semestralità, trimestralità,
E ’ evidente che, nell’ipotesi che queste an nualità si fossero pagate puntualmente in tutti gli anni del periodo di ammortamento, Eàccmnolazio-
ne finale sarebbe data dalla forinola Ga =
= g ( l + r) — e siccome CD è pure eguale a C „
r
(1 + r) “ , così ne deve conseguire che C0 ( l + r j n — _ « ( l + r ) . —J g ar£ q Uindi a (annualità costante)
eguale a [C° (1 + r)n ] r
“(1. + r)n - 1 e sostituendo a G„ (1+r) n
Gn r
il suo valore equivalente Cn, si avrà a — ^
che è la quota annua costante che perinette di am mortizzare un capitale Cn dopo il periodo di n anni.
E ’ pure chiaro che, dovendosi con la quota an nuale costante per tutto il periodo di ammorta mento estinguere l ’ammontare del capitale e degli interessi, come già si è detto, la parte della rata annuale che a principio va ad ammortizzare il ca pitale è ben piccola, mentre quella destinata- al pa gamento degli interessi è massima. Da ciò conse gue che a misura che dall’anno zero si va all’an no ennesimo, la parte della quota annuale destina ta alla estinzione del gapitale cresce, mentre quel la destinata al pagamento degli interessi diminui sce poiché, evidentemente, a misura che il capitale viene ammortizzato, gii interessi annuali dimi nuiscono essendo evidente che produce interesse solo la parte del capitale ipiegato non ancora am mortizzato, mentre l ’annualità continua ad es sere costante.
Si può, dunque, affermare -che la quota di am mortamento è costante durante tutto il periodo di ammortamento, ma la parte di debito estinto col pagamento di detta quota non è -costante. Essa è, minima alla fine del primo anno, è massima alla fine dell’ultimo annq e volendo conoscere dopo un certo numero di anni quale sia la parte di debito pagato,* o di -capitale vincolato per determinare la parte di -capitale ancora da restituire, bisogna ri correre alla forinola che permette di calcolare la quota anua di reintegrazione, affinchè, conosciuta questa quota annua a, si possa con la forinola
_ a.(l+r)--- ìqeterminareraccumolazione finale
r
della quota annua di reintegrazione all’anno che si considera facendo n eguale al numero degli anni per i quali si sono versate le annualità. La diffe renza ha il capitale iniziale e questa accumulazio ne parziale indica la somma ancora da restituire , o da svincolare.
Possono in pratica presentarsi anche due pro blemi che bisogna risolvere e -cioè, o non si vuole dopo un numero determinato di anni pagare, più di uria -data somma in inteCedenza stabilita e quin
di bisogna conoscere la ragione di impiego da adottare; o, stabilita la ragione di impiego e co nosciuta la somma massima che si vuole pagare, si desidera conoscere il numero degli an-ni che-oc corrono per estinguere il debite) con le annualità costanti.
Per risol vere il problema del calcolo degli antìi del periodo bisogna ricorrere all’uso dei logaritmi ed in base alla forinola Gn = G0 ( I + r)n potre mo stabilire l ’equazione seguente log Gn — log Ga + + n log(1 + r ), donde si ricava log Gn log G0 — — n log(1+r) e per conseguenza sarà
log Gn — log G0 n ~~ log (1 + r)
Per risolvere poi il problema della determina zione della ragione di impiego si parte pure dalla .forinola precedentemente' indicata Cn — G0 (1 + r ) n e si ricorre all’uso dei logaritmi. Si avrà perciò l ’equazione log Gn — log G0 + n log (1 + r) e quindi log Ga — log G0 = n log (1 + r) donde log
(1+r i = ^ ^ . Ricordando peròche il mi
ri
mero corrispondente al logarituno di (1+ r) rap presenta l ’interesse annuo dell’unità aumentato di 1, si può facilmente -determinare il valore di r, ossia la 'ragione annua, sottraendo l ’unità dal nu mero trovato.
E ’ però da osservare che, conosciuta o stabilita la ragione normale, qualora la capitalizzazione degli interessi avvenisse ogni semestre, ogni tri mestre si dovrebbe determinare la ragione seme strale, trimestrale eco”, corrispóndente alla ragio ne annuale.
Applicando il criterio della proporzionalità, se il periodo di capitalizzazione diviene 1/2, 1/4 eco- di un anno la ragione diverrà 1/2, 1 /4 della ra gione r, ed, in generale, se il periodo di capitaliz zazione corrisponde ad —— di anno, avremo la pro-
1 m
, 1 . . . 1 r y
porzione 1 : — : : r < x e quindi x — r — = = . La
m m
quantità — dicesi ragione o saggio proporzionale. Ora la forinola che dà il montante con l ’inte resse composto discreto a capitalizzazione annua le, salva la diversa notazione, vale anche quando la capitalizzazione avviene a periodi più brevi perchè, infatti, per esempio, L. 3000 in 10 anni alla ragione del 3% danno evidentemente quanto L. 3000 in 10 semestri alla ragione semestrale del 3 %.
D a questo fatto si deduce che, in generali, se gli interessi si devono ca-pitaiizzare alla fine di periodi dei quali 1 anno ne comprende m adottato il saggio proporzionale avremoOn — O^l + — con l’avvertenza però che nell’interesse composto a saggio proporzionale l’interesse di ciascun perio do si considera formato di interessi giornalieri eguali fra loro.
E ’ necessario però notare che un capitale G in •ri anni, se gli interessi calcolati alla ragione r si capitalizzano annualmente, non produce quanto lo -stesso capitale C dà nello stesso tempo se invece
jr
184 L’ECONOMISTA 9-16 dicembre 1923. N.
Cn — C0( l + r ) u, nel secondo caso Cn= G0 = [ / p \2 1 n / r2 \n
| = Co "I" "2") — C0 í l + r + — J e d è evi dente che la base ^1 + r + -^-j è maggiore della
base (1+ r) della qnantità
Con analogo procedimento si può facilmente dimostrare che il capitale Co produce un interes se annuo maggiore a misura ohe la capitalizzazio ne avviene a periodi più brevi, trimestri, bime-stri al saggio proporzionale — , — ecc., e perciò
si deve concludere che l'interesse in un impiego nel quale è fissata la ragione annua e la capitaliz zazione avviene a periodi più brevi deiranno, non dovrebbe essere a rigore computato con la ragione proporzionale perchè ingiusta e contradittoria.
Quando, dunque, si vuole ottenere con m capi
talizzazioni in un anno l ’identico montante che si otterrebbe con una sola capitalizzazione alla ra gione v a fine di anno, si dovrà adottare pel perio d o — di anno una ragione minore di — e precisa
c i m r
mente, chiamando <-m la ragione cercata perC'0= l , dovrà sussistere l ’equazione (1 + rm)m = (1 - f r)
donde, estraendo ia radice emmesima da en
trambi i membri dell’equazione, si avrà 1+ =
1 ( 1 + r)<u e perciò rm = (1 + r)m — 1 .
Si avrà così rm che è la ragione equivalente di r
annuale per un periodo di capitalizzazione eguale ad — di anno.
m
Con l’equazione p o i(l + rm)m = 1 + r si può anche risolvere il problema inverso consistente nel trovare la ragione annuale conoscendo la ragio ne relativa al periodo — di anno. In fatti r =
m
— (1 + rm) m — l.Cosi se la ragione annuale è 0.06, la ragione trimestrale è ri — 1 . 0 6 ’[4 — 1 =
0.0146 ( 36 e viceversa, conoscendo che, la ragione pel trimestre è 0.0146786, la ragione annua sarà 0.06.
Trovata la ragione equivalente , è relativamen te facile calcolare la semestralità conoscendo l ’an nualità e considerando che se n erano le annuali tà, saranno n * 2 le semestralità. In fatti, ¡'annua
lità costante e espressa dalla forinola a— r
(l-(-r)n—1 e per conseguenza sostituendo alla ragione annua le r la sua equivalente semestrale! t - fr )'/* - ! si avrà
Cn2 [ (1 +r)'b;T¡ ,
a A cluestG punto però occorre
colare a parte il logaritmo di (1 + r )V ._ 1 e risalire al numero corrispondente del quale si sottrae l ’u nità e la differenza ottenuta, che per brevità chia meremo x, si moltiplica per l ’accumolazione finale
Cn2, es,sendo n il numero degli anni e quindi 2 a
il numero delle semestralità. Il valore, dunque, del numeratore della espressione innanzi riportata sa rà x x C 2 „.
bel denominatore della suddetta espressione s
. sostituisce al valore ( l + r ) / — l il suo equivalente al quale si aggiunge l'unità e si avrà x + 1. Di
questa espressione si calcola la potenza 2n mol
tiplicandone il logarituno per 2 n e di questo pro dotto si trova il numero corrispondente che chia
meremo y . Dalla somma così ottenuta si sottrae
finalmente ¡ ’unità e si avrà y — 1. L ’espressione
, C2a [(1 + r)V. - 1]
dunque « - u + (1 + f>Vj _ 1?I. _ j sara
diventata a = i~~— ~ che rappresenta il valore
della semestralità che si voleva conoscere.
E ’ evidente che se il concetto del pagamento di un debito a lunga scadenza con relativi interessi ;
composti con quote annuali costanti per tutto i] pe riodo di ammortamento lo si applica allo svincolo di un capitale impiegato per miglioramenti fori - diarii od agrari 0 per l’acquisto di scorte vive 0 morto, possiamo trovarci innanzi ai due casi se-, guenti.
Può avvenire, in fatti, che tutto il capitale si debba ammortizzare perchè al termine d el'p erio do di amhiortamento vi sono ragioni tali che fanno ritenere completamente nullo il valore della mi- !
glioria 0 della scorta, ovvero che la miglioria 0 la scorta al termine del periodo stabilito per ¡ ’am mortamento abbiano ancora un certo valore che è j
naturalmente minore del valore iniziale, ma che ;
certamente non deve essere ammortizzato.
Nel primo caso la cultura 0 ¡ ’industria che la m iglioria 0 la scorta utilizzano non devono pagare :
annualmente che la sola quota di ammortamento !
destinata a svincolare in un tempo più 0 meno 1
lungo il capitale che si logora ; ma nel secondo ca so è necessario che la cultura e l ’industria paghino |
annualmente non solo la quota annua di ammor tamento, destinata a svincolare in u tempo più 0 ;
meo lungo la parte di capitale che si logora, ma ì
devono anche pagare l ’interesse, calcolato alla ra gione alla quale si impiegano i capitali in investi menti sicuri, per la parte del valore iniziale che la ]
scorta 0 la m iglioria si suppone possano presenta re al termine del periodo di ammortamento. E sic come questo valore residuale, pur non potendo es- |
sere determinato con esattezza, specialmente se il periodo di ammortamento è molto lungo, rimane ; costante perchè svincolatale solo al termine del pe- i
riodo di amimo riamente, così, durante tutto il pe- ;
riodo di ammortamento, l ’interesse su questa parte |
del capitale iniziale, che si suppone non si logori, ; sarà costante, se la ragione annua non avrà, e sa- 1
rà a carico, come isi è detto, della cultura 0 della { industria che utilizzano la miglioria 0 la scorta. ! E ’ poi utile osservare che, dovendosi per neces sità dare a questa parte del capitale iniziale, svia- :
colabile solo al termine del periodo di ammorta- . mento, un valore più 0 meno probabile e non mai certo, sopratutto se il periodo di ammortamento è ;
lunghissimo, è bene sempre dare ad un tale capita le un valorp piuttosto basso per non.avere l ’ingrata j sorpresa di non trovare alla fine del periodo di j ammortamento il valore residuale calcolato e di
dovere, per conseguenza, ascrivere a perdita di :
quell’esercizio la differenza tra il valore presunto !
9-16 dicem bre 1923, N. 2588-89 L’ ECONOMISTA 185 per la costruzione di un fabbricato, pu ò essere con
sigliabile non abbreviare il periodo di am morta mento, ma considerare che tutto* intero il capitale im piegato a ll’inizio ed a ll’interesse composto deb- -ba-essere ammortizzato al termine del periodo di
tempo stabilito .per l ’ammortamento stesso. .
(Continua).
Pietro Bu c c i.
R IV IST A B IB L IO G R A F IC A
Prof. CAMILLO SUPINO -P r in e ip ii di Economia
Politica — VI Edizione riveduta ed ampliata —
Soc. Ed. Dante Alighieri - Milano 1923, pag. 568, Lire 20.
Il manuale di Prineipii di Economia Politica del Supino ormai ben noto e conosciuto negli ambienti degli studiosi e dei .cultori1 delle disciplina economi che va continuamente ampliandosi e completandosi ad ognuna dello nuova edizioni cui LAutore è co stretto per il rapido esaurimento delle precedenti. Egli molto, opportunamente riferisca lungo tutto il testo nuovi concetti e nuove argomentazioni rinfre scando gli esempi e i dati di fatto, modificando qual che dimostraci one per renderla più comprensibile e adattane!)» alcune conclusioni ai più recenti avveni menti economici. Nella, VI edizione è particolarmente tenuto conto-delle manifestazioni più importanti del dopo-guerra dei problemi, che esse hanno fatto- sor gere e ilelle pubblicazioni uscite in questi ultimi anni. Il pregevole lavoro del prof. Supino continuerà ad- avere costante fortuna, poiché costituisce uno dei migliori manuali, per i pochi italiani esistenti, di Economia Politica.
Esso colma, si potò dire, la lacuna lasciata dal Pantaleoni dopo che il suo esaurito manuale Bar bera non ebbe il tanto atteso rifacimento.
F IN A N Z E D I STATO
primi cinque mesi dell’ esercizio si sono elevate a 138.701.599 dracma Date queste cifre, il ministro esprime la speranza che si realizzeranno le previ sioni del bilancio.
La Banca Nazionale di Grecia ha fatto allo Sta to un prestito di 60 .milioni di dracme per far f r o n te alle spese urgenti necessarie per gli aiuti ai ri fugiati.
Gli introiti del fisco Bulgaro
Gli introiti del fisco bulgaro durante il mese' di ottobre si sono elevati a 479.172.5tM leva. Nel
pe--1 ______— rm n iofi C'rvTÌ r\ CTQ.T1 Hi, V 7.5 V) /t.V'l riiVl I
La ricostruzione delle regioni devastate al Giappone
Il bilancio per la ricostruzione delle regioni giap ponesi devastate dal recente terremoto prevede una una spesa, totale di 705 milioni di yen,si, distribuita sopra uni primio priodo di sei anni, terminanti al- l’ aprile die! 1929. . . .
I lavori saranno distribuiti in vanii periodi in maniera da evitare, per quanto è possibile, la ne- ceisstà di ricorrere a prestiti all’estero.
Il monopolio dei tabacchi in Turchia
II Comitato' finanziario dell’assemblea finanziaria turca ha votato la soppressione della regia, del mo nopolio dei tabacchi.
Le finanze austriache
Il Ministro austriaco delle finanze si propone di colmare il deficit del bilancio mediante le seguenti misure: la tassa sulla cifra, di affari sarà tripli cata, la tassa sulle azioni sarà quadruplicata, Timi- posta sul derfito sarà raddoppia.!,a e la tassa sugli, acquisti sarà triplicata. Le tariffe postali interne saranno aumentate del 66 per cento a partire dal L dicembre; le tasse telegrafiche saranno raddop piate.
Secondo una informazione del « New York He rald », il Governo austriaco conierà unà nuova mo neta d’ argento.
Questo provvedimento monetario è considerato negli ajmbiejniti finanziari, conile un primo passo verso la restaurazione, ancora lontana, della mo neta d’oro.
Le finanze della Grecia
Secondo le dichiarazioni1 del Ministro delle Filari,
ze della Grecia, le entrate ordinarie del primo se mestre dell’atóno in corso si sono elevate a 1 262,904.978 dracma. Le entrate straordinarie dei
,, così ripartiti :
Contribuzioni dirette Leva 50.377.926 Contribuzioni indirette )) 1.348.699.814 Tasse e canoni )) 219.444.569 Ammende e confi,sche )) 22.102.(161 Ferovie, porti, poste e telagr. » 72.384.368 Terre demaniali )) 200.695.980 Totale Leva 2.739.431.891 jNel mese ai oh,ionie su e avui-o uh u u
merito in confronto ai mesi del periodo su accen nato.
Servizi dei c/c e Assegni Postali
Diamo alcune notizie intorno al movimento delle operazioni del servizio dei conti correnti eidl assegni postali.
Nel settembre di quest’anno su sono avute ope razioni in numero di quafiroCenitosettiantotto india per un importo di quasi trecentosesisiamtasette milio ni di lire, mentre nel corrispondente mese dell’anno scorso sii erano, avute operazioni in numero di qua-t- trac'enltosei mila, per un importo di duecentosessan- tasiei milioni di lire, essendosi così ottenuto un au mento di siettaifdluie mila operazioni e di circa cen to,un milioni di lire. Durante il settembre ora tra scorso i versamenti hanno presentato un importo di oltre centottantaduie milioni di lire ed i paga menti hanno avuto un importo di circa cemtottan- taquattro milioni e mezzo di lire, mentre durante lo stesso mese dellanno passato i versamenti aveva no presentato un importo di cemtoitrentasette mi lioni e mezzo di lire ed i pagamenti avevano avuto un importo di centoventotto milioni dii lire, Gesten dosi cosi verificato un ausmento di circa quaranta- cinque milioni di lire nei versamenti e di oltre cin- quantasei milioni di lire nei pagamenti.
Gli assegni sono stati ini numero di tremula tre- cento'settania,sette per' un importo di cemtocimquanta- due milioni di lire nel mese di settembre di questo esercizio finanziario ed erano stati in nùmero di tremi.:!aventiseii per un impbrto di quia,sii cent,olito milioni di lire nel mese di settembre del precedente esercizio finanziario, con uni aumento quindi di tre- cntolcinquamtunG nel numero e di oltre quaranta- quattro milioni di lire nell’importo.
Al 30 settembre i conti erano in numero di oltre otto mila ed il credito dei correntisti presentava un ammontare di' cinquantaquattro milioni e mezzo di lire.
L'aumento del tasso di sconto in India e Finlandia
La Bianca Imperiale dell’ Indiia ha aumentato il tasso di sconto dal 5 al 6 per cento a partire dal 29 novembre.
La Banca di Finlandia ha aumentato il tasso di sconto del due per cento, portandolo al 10 per cento, a partire dal 30 novembre.
R IV IS T A D E L L A PRODUZIONE Le semine nella repubblica Argentina
La direzione delFeconomàa rurale della Repub blica Argentina ha pubblicato il suo rapporto an nuale circa le semine dei cereali nel territorio ar gentino.
Sono stati seminati : a grano 6.966.841 ettari; a lino 2.12& 548 ettari; ad avena 1.111.775 ettari; a se gala 127.590 ettari; ad alpiste 8890 ettari.
186 L’ ECONOMISTA 9-16 dicem bre 1963, N. 2588-80
52.525 ettari per Taverna, per 40.625 ettari per ia segala,
Prendendo ■ canna base , la miedia dei rendimenti nel idorso dei dieci anni anteriori e tenendo conto di questo aumento della superficie di ogni genere di coltivazione, la, direzione dell.’economia rurale ha formato le seguenti previsioni per il prossimo rac colto': Grano tornii. 6.770.000; limo 1.930.000 tona.; avena tonni. 850.000; segala 94.000 tonn.; alpiste tomn. 9000.
Lo zucchero in Russia
Secondo i dati raccolti da un T'ruist russo del l’industria saccarifera, si stimai che il raccolto russo delle barbabietole sia di 2.250.000 tonni, e ,s i spera di ottenere una produzione di 315.000 tonn. dii zuc chero.
Prima della, guerra, il raccolto delle barbatole^ tole raggiungeva i 14 milioni di tonnellate. Si parla, di un prestito dello zucchero a breve scadenza, -
Per la sua struttura,, questo prestito dovrebbe richiamare il prestito del grano', .organizzato l’anno scorso diai Governo russo e le cui obbligazioni sono state collocate miolto facilmente. L,e obbligazioni die! nuovo prestito sarebbero al portatore e darebbero diritto, a scadenze diverse, a quantità di zucchero variabili tra 10 libbre e 10 pouds (cioè 4 kg. e 164 kg.).
Questa emissione sarebbe coperta da una riserva speciale ed ammonterebbe, secondo il progetto, a tre milioni di poudis di zucchero1 fino oppure a 2 milioni di zucchero in pezzi (50.000 e 33.000 tonnel late).
II raccolto del frumento in Australia
11 raccolto del frumento in Australia è stimato' di 118.000.000 bmdiels cloniro bushel» 109.446.000 delTanno scorso. Per il dipartimento di Victoria però la, produzione sarà in sensibile diminuzione, così come nel Quienland del Nord.
.Buone stime invece si fanno per la Nuova Gal les del Sud.
L'estrazione di minerale nel sud della Russia
In Russia si sta provvedendo per sviluppare il lavoro di estrazione di minerale nella Russia del Sud durante l’ esercizio 1923-24. Una, quarta miniera di ferro, quella di Kalatchevo, sta per essere sfrut tata nel bacino di Krivoi - Rog.
Secondo i calcoli della direzione delle miniera, il prezzo di costo di un poud dii, minerale di ferro nelle quattro miniere si eleverà a 12.25 copechi oro,.
Nelle regioni del manganese di Nikopol si pensa di rimettere in esercizio i pozzi dii Gorodichtchensk, e la miniera « Nouveau Pyrolusdte ». Il prezzo di costo lordo di un poud di minerale di manganese sarebbe • di 28.4 copechi oro per la prima qualità e di 8 copechi per la terza. Il prezzo di costo di un poud netto è attualmente di 32 copechi.
La produzione mondiale di platino
La produzione mondiale di platina è aumentata sensibilmieinte niel 1922.
Nial 1912 era dii 8.888 kg.; in seguilo è stata in manciata diminuzione. La Columbia occupa il pri- m|o posto, nel 1922, con 1.048 kg. contro 907 nel 1921. La Rùssia che, prima del 1914, era il paese maggior produttore di platino, ha prodotto poco durante la guerra e dopo l’armistizio. Essa riprende a,d inten sificare il .suo sforzo produttivo, quantunque sia ancora modlasto: 205 kg. nel 1921 e 705 kg nel 1922. Gli altri paesi produttori hanno un rendimento an cora insignificante. Il
Il raccolto granario e ¡1 fabbisogno nazionale
L’ing. Emilio Mbrundi, direttore* della Federazio ne dei. Consorzi Ugna,ri, e già direttore generale del Commissario dlei Consumi, intervistato dalla « Tri buna » sugli effetti cha nei riguardi delPimporta- ziomte avrà l’eccezionale raccolto di grano in Ita lia che quest’anno ha raggiunto i 60 e 61 milioni di quintali, ha detto:
« L’ aumentata popolazione, il più abbondante, ri- ‘ corso che si è fatto o si faccia, in sostituzione di più costosi alimenti;, fanno valutare con calcoli non
ristretti, il fabbisogno nazionale di grano a 70 mi lioni di quintali, che al netto della designazione ella semine contengono una razione annua di kg. 160 per abitante. Óra tenendo conto che la camp,a,- gna chiusa «orni luglio scorso ha, lasciato con tutta sicurezza almeno uno stock di 13 milioni di quin tali, c ’è dia concludere che Tannata, granaria si è iniziata con una disponibilità complessiva di cir ca, 4 milioni di quintali, quantità capace di soppe rire a,l normale fabbisogno' del paese fino al nuovo raccolto.
«M a ciò, non vuol dire —- ha soggiunto l ’ing. Morandi —* ohe si possa fare a meno- di- qualsiasi esportazione perchè è prudente -non tenersi troppo leggeri con le scorte, anche in vista della torbida situazione internazionale e perchè è da augurarle che alla fine della campagna il Paese possa tro varsi con almeno tanto grano nei magazzini quan to ne aveva quest’anno Ciò significa l’importazio ne di urna diecina di milioni di quintali di frumento, cifra che a mio parere non dovrebbe essere superata, il che significa che l’Italia realizzerà un beneficio di quasi due miliardi e mezzo, sulle proprie impor tazioni rispetto alTesiercizio precedente'».
L’ing. Morandi ha quindi fatto presente Tinte- resse clin i mugnai hanno di impiegare grano este ro perchè essi sostengono eh,e per la confezione del la farinai avendo sempre adoperato grano estero e nazionale, hanno tenuto il prezzo della farina stessa molto vicino a quello che sii avrebbe impiegando so lo grano americano, il quale è quotato sulle 106 lire al quintale, mentre i nostri sono discesi sotto le 85 lire per quinta,lo. Dopo aver detto che l’ obiezione mossa dai mugnai per giustificare la necessità di questa miscela può essere facilmente sventata, al meno nei riguardi del pane, che può fari ottimo am che senza un chicco' di grano estero, ring. Morandi ha concluso augurandosi che il Governo nazionale, che ha sempre dato prova di grande energia, quanto si è trattato di regolare questioni interne a noma dell’interesse della Nazione, provveda con altrettan ta energia a questa questione.
Ti movimento reciproco dei cambi fra l’ Italia, la Francia, la Svizzera, l’Inghilterra e gli Stati Uniti, duran té Tultimla quindicina, che va dal 20 del míese scorso al 4 di questo mese, ha, presentato le seguenti risultanze:
L,a lira italiana ha guadagnato in confronto alla Francia, in ragione del 0,5. per cento, ma, ha, per duto in confronto agli altri tre paesi, da un mini mi» del 0,1 per cento con gli Stati Uniti, à,d un mas simo del 0.4 per cento coni la Svizzera.
Il franco francese è rimasto alla pari in con fronto agli Stati Uniti, mia ha perduto ini confron to agli altri tre paesi, da un miinimio del 0.06 con Vitalia... ad uni màssimo del 0.7 per1 cento con, la Svizzera.
Il franiclo svizzero ha per'duo in confronto alTIn- ehilterrà, ini ragione del 0,1 per cento, ma. ha, gua dagnato in confronto agli altri tre paesi, da un mi nimo del 0.5 per cento con la Frància, adì un mas simo del 0.6 per cento con gli Stati Uniti e con l’Italia.
La sterlina hia perduto in oonfrOntcf^alla Svizze ra, in ragione del 0.4 per cento, ma ha guadagnato in confronto agli altri tre paesi, da un miinimio del 0.2 per dento, con Tita,Ila, ad un massimo del 0.7 oer cento con la Frància.
Il dollaro h,a guadagnato in confronto alla Foa,n- oiai ed alÌTalia, rispetiva,mente ini ragione del 0,8 e del 0.5 per1 dento, mia ha perduto i!n confronto aliai Svizzera ed alTInlghilterra. rispettivamente in ragione dei 0.2 e del 0.4 per cento.
Quindi, peggioramento assoluto del franco fran cese ¡Situassionte' pressoché stazionaria della lira ita liana, e del dollaro; migli orarnento relativo della sterlina e del franco svizzero.
R IV IST A D E L COMMERCIO L'esportazione di Nafta dalla Russia