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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.50 (1923) n.2554, 15 aprile

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L ECONOMISTA'

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SCIEN ZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BAN CH I, F E R R O V IE , IN TE R E SSI P R IV A T I Direttore : M. J . de Johannis

Anno L ■ uoi. un Firenze Roma 15, 22, 29 Aprile 1923 f

r o m a n i

- via Gregoriana, se n. 2554-55-56

S O M M A R I O PARTE ECONOMICA.

Fasciamo e imperialismo. La moneta Internazionale La moneta ed il Cambio. La sostituzione della moneta. La moneta Internazionale. La borsa e la moneta. L ’ Emissione - Al b a n o d a Re.

Il mercato delle merci in Italia nell’ Aprile 1923.

11 mercato fina nziario in Italia nell’ Aprile 1923- Ri c c ar d o Ba c h i. RIVISTA BIBLIOGRAFICA.

Libri ricevuti.

FINANZE DI STATO.

Rendimento delle poste dirette e indirette. Modalità dell’ emissione dei buoni novennali. RIVISTA DELL’EMIGRAZIONE

Commercio estero dell’Italia durante l’ anno 1923. RIVISTA DEL RISPARMIO.

Movimento doi depositi presso le Casse di risparmio nel 1922. Rassegna settimanale.

Strade Ferrate Meridoinali. RIVISTA DEL COMMERCIO.

Commdrcio deIVInghilterra con la Russia. Movimento commerciale di Venezia. Raccolto mondiale dello zucchero.

PA R T E ECONOMICA

Fascismo e imperialismo

Por dichiarazioni ufficiali e per le ripetute ma­ nifestazioni che escono dagli organi del fascismo sappiamo che esso fa ormai dell’imperialismo per professione.

Non è il corniciarnento profondo e sicuro b a ­ sato sulla coscienza assoluta di una forza superio­ re e di una potenzia capace di estrinsecarsi in ogni istante, che dettano le norme dell’imperialismo fa­ scista, bensì più che altro esso deriva da una rea­ zione verso le teorie i-ntern aziona,liste del socia­ lismo o quelle pacifiste del liberalismo che deter­ minano nelTattuale governo 1© quotidiane afferma­ zioni di cui ci occupiamo.

Ma -giova- considerare che beh distinte cose sono-l’imperialismo di convinzione dall’imperiali­ smo di professione; l ’uno nasce da quelle necessi­ tà di espansione di jm popolo, di una razza, di una collettività che impongono u n predominio su altri popoli, per altre razze, per altre collettività, pre­ dominio che si svolge nelle forme pacifiche attra­ verso le memorabili lotte economiche e che ritro­ vano l ’ ultima espresione nel -conflitto armato — quindi sempre sorretto da una preponderanza di mezzi d’ogni specie atti a rendere effettivo il pre­ dominio necessario; l ’altro ha origini ¡soltanto dal­ la situazione interna d' una nazione e -serve se

ano ' servire a tener deste attività e speranze nel- l’energie più fattive, ma destinato pur troppo ad 1 ; " frendersi appena voglia uscire dai confini po­ litici della patria e tostochè si incontri dinanzi

agli ostacoli insormontabili opposti da altre na­ zioni più forti o più agguerrite o dinanzi alla coalizione di nazioni.

Quale cittadino, infatti che abbia amore e co­ scienza di patria non si sente ad un tempo impe­ rialista per il vantaggio della -collettività cui ap­ partiene, ed insieme inane ad attuare le -sue aspi­ razioni, quando la patria sua non abbia avuto per le ¡sorti che le furono riservate, -la forza occor­ rente per sovrapporsi alle resistenze -che incontra? 0 chi. ad esempio, fu uomo di Governo più imperialista di Vittorio Emanuele Orlando e di Sidney Sennino nel giorno in cui con gesto gran­ dioso abbandonarono la conferenza di P arigi ?

Chi fu più imperialista di quanto lo furono i nostri delegati; molte volte valorosi e tenaci as­ sertori dei diritti italiani, nelle innummeri con­ ferenze internazionali del decorso quinquennio ? Nessuno di essi per certo ebbe mai nè volontà, nè pensiero di tradire gl’interessi -supremi della nazione.

Ma quale furono i risultati, malgrado le aspre lotte e le pertinaci insistenze nella -conquista di un vantaggio o nel riconoscimento di una preferenza?

Purtroppo essi ben sapevano che pur rappre­ sentando una gloriosa nazione questa per le sue scarse risorse economiche, la- ¡sua necessità di tro­ varle di espansione al numero rapidamente cre­ scente dei suoi sudditi, è disgraziatamente e do­ lorosamente mancipia delle nazioni -che dispongo­ no e là del grano, e là del carbone, e là del rame, e là del petrolio, e là del cotone.

Imperialismo,si, vi fu e sempreneimaggioriespo­ nenti del partito liberalo e in molta parte delle de­ mocrazie e perfino nel ¡socialismo laddove divenne perSno protezionista e fu sempre, indistintamente, imperialismo di convinzione, imperialismo ¡sincero, imperialismo dettato da un vivo e profondo desi­ derio di una maggiore grandezza della patria.

SÌ afferma dagli assertori dell’imperialismo di professione che esso rinasce oggi nelle coscienze degli italiani per virtù del grande fatto storico compiuto, della guerra sostenuta e della vittoria guadagnata. E invero nella -coscienza dei cittadini italiani l ’orgoglio e la dignità della lott-a imma­ ne sostenuta cogli altri popoli, hanno in un pro­ fondo desiderio di grandezza, ma più sentita valo­ rizzazione del nostro sforzo, hanno fatto intrave­ dere più larghi orizzonti purtroppo negati e di- sconosciuti nei trattati di pace

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78 L ’ EC O N O M ISTA 15, 22, 29 ap rile, 1923. N. 2554-55-56. esagerate e m iraggi di -conquiste irraggiungibili,

chè ciò costituirebbe colpa grave per il governo che si facesse autore di effìmere illusioni. Lo svi­ luppare tutte le forze produttive ed espansive che sono -condizioni dell’impero è certamente program­ ma nobile, anche se non possa essere esclusivo pri­ vilegio o vantato monopolismo di un -solo partito o dal governo che da esso emana.

Ma sviluppare e incrementare queste forze e queste energie, inquadrarle e irregimentarle verso aspirazioni che eccedono i confini della patria quando quelle fossero irraggiungibili e formassero soltanto ohimieriehe visioni, da parte di pochi esaltati, costituirebbe un tradimento della stessa valorizzazione -che si è voluta dare alla vittoria, costituirebbe causa così profonda -di delusione e di abbattimento, da precludere per molti anni, per molti decenni anzi la possibilità di ricuperare Lina coscienza nazionale esaltatri-ce nei propri va­ lori.

Tale pericolo vogliamo additare ai predicato­ ri ed agli esalta tori dell’attuale imperialismo ita­ liano, che se può far sorridere le -collettività più forti di noi e che ci tengono in -servitù per i pri­

vilegi di prodotti che il suolo ha loro potuto dare, possono anche far ridere di scherno e di rabbia l’intera nazione, quando acquistasse -coscienza di essere stata inconsultamente mistificata.

La moneta Internazionale

Introduzione

L ’Europa in uri. apparente -stato di calma ne­ gli anni che precedettero il fatale 1914 soffriva di un latente morbo che allora non si poteva dire che in un periodo d’incubazione. Il 1914- è l ’anno in cui questo morbo dell’equilibrio viene a risol­ versi nella violentissima e catastrofica guerra mondiale.

L ’Europa è oggi uscita, qui più. qui meno in­ focata da questo forno di armi e di guerra e-d ol­ tre alle complicatissime questioni politiche si trova di fronte alle più grandi e non meno com­ plicate questioni economiche.

E ’ massima degli antichi governi che il mi­ glior diplomatico ed il miglior governante sia il tempo ma se questo tempo, che nella sua miste­ riosa concezione .assume qualche volta dei riflessi materiali, mostrandosi ora co-me un benevolo pro­ tettore, ora come un irremovibile avversario, può agire e funzionare come regolatore nelle questioni politiche, anche nelle più alte, non possiamo am­ metterlo come compositore di quelle economiche ancora, poiché mentre quelle non richiedono che una maggior serenità di pensiero, queste esigono Lina soluzione rapida e sicura.

Tra queste quella che primeggia e possiamo dire, è la prima origine di tutte le altre è la que­ stione dei cambi.

Molto si è parlato e molto si è scritto intorno a questa questione ma essa fu generalmente os­ servata possiamo dire, « in medias res » ponendo­ la cioè come questione necessaria. Noi viste le cause di questo fenomeno e visti i coefficienti che lo regolano, -siamo venuti nella determinazione di dover esaminare anzitutto gli elementi basilari di esso problema.

Il problema cambiario è sorto da elementi re­ lativamente recenti e basati più che su solide fon­ damenta naturali, su consuetudini popolari non sempre eque.

Anzitutto abbiamo voluto in questo nostro breve lavoro, rivedere il principio della moneta come misura di valore e lo riteniamo un princi­ pio puramente convenzionale e sorto da una ne­ cessità più che da una legge naturale, necessità diciamo non in quanto la sua mancanza tronche­ rebbe il movimento economico mondiale ma lo re­ stringerebbe in limiti meno vasti.

Tentare la sostituzione della moneta con un altra qualsiasi forma di misura del valore deve es­ sere, a parer mio, inutile, ma crediamo che se la misura di valore deve essere la moneta, essa deve essere unica e deve per di più offrire delle garan­ zie non aleatorie o basate su di un dato ordine di cose o di idee, ma su coefficienti naturali ed inva­ riabili.

La moneta come espressione economica di una nazione è oggi soggetta alla fiducia del popolo nel

silo governo, solo perchè essa stessa dipende dal governo, ma se noi vogliamo togliere questa mone­ ta da questa dipendenza non possiamo evitare di cozzare contro uno dei canoni irrefutabili della so­ cietà moderna : cioè contro il diritto che ha lo Stato

di emettere, non importa su quali garanzie, la mo­ neta.

Se noi potremo dimostrare che questo diritto è arbitrario, che il cittadino può rifiutarsi di ricono­ scere la moneta- statale, avremo ancora abbattuto un altro principio, quello cioè della valutazione e sovrava-luta-zione della moneta ossia la quotazio- . ne dei cambi.

Su queste rovine noi potremo senz’altro costrui­ re quei nuovi canoni che cì diano una moneta sta­ bile di valore, sia pur convenzionale, ma immuta­ bile e che susciti un credito non oscillante ne per il rialzo ne per il ribasso.

CAPITOLO I

La moneta ed il Cambio

§ I . — La moneta come misura di valore. § 2. — l i diritto di emissione. § 3. — Il diritto di sva­ lutazione. —

§ 1. — La misura del valore è una questione che si dibatte, naturalménte senza polemiche, in tutta la storia dell’umanità quasi di pari passo coll’evolversi di essa.

L ’uomo cercò subito un rnesizo i valutare la sua fam iglia ed i suoi beni. A questi ultimi in ispecie si rivolse.

Valore però non è che una parola convenzio­ nale, in realtà l ’uomo chiamò valore di un bene lo sforzo che doveva compiere per conseguirlo.

La prima misura di valore fu l ’uomo medesi­ mo, tanto di se egli aveva sprecato, tanto era il valore di quel bene: ma quando l’uomo venne in amichevoli rapporti col suo simile portò questa misura su altri beni e così si venne allo scambio.

Dunque la- prima razionale misura di valore è lo scambio: un bene vale un altro, questa è la misura- non convenzionale, sebbene soggettiva, del valore di un bene.

Ma un paragone fra due beni non è come ognun vedo, la più facile maniera di valutazione, cosicché si pensò di fissare un bene che potesse es­ sere paragonabile a tutti gli altri.

Quest'o si disse moneta.

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L ’ ECO N O M ISTA 79 15, 22, 29 ap rile, 1923. N. 2564-55-56.

d’oro ad una merce qualsiasi, un altro può pre­ ferire la merce ad una moneta d’oro, la moneta, dunque, non è sorta dalla consuetudine di prefe­ rirla alle altre merci, ma si è imposta colla neces­ sità di paragonare queste ad una stabile.

Ma noi vediamo come questo concetto sia poi degenerato in concetti meno logici, più artificiosi e vediamo come la moneta in luogo di essere mi­ sura, di valore si trasformò in valore per eccellen­ za diventando l’unico mezzo per ottenere un bene, qualunque esso sia.

Detto questo è inutile polemizzare sul valore oiù o meno intrinseco della moneta. La moneta qualunque essa- sia è un mezzo necessario per con­ seguire i beni.

§ 2 — Ora che abbiamo potuto concludere che la moneta non è una merce scambiata con un al­ tra equivalente ma non è che una unità di valore convenzionale possiamo vedere se questa moneta deve avere una fonte artificiale o naturale, se deve essere accettata per libero consenso di tutti e imposta, da un ente qualsiasi.

Se noi ammettessimo che la moneta dece avere ima fonte naturale non potremmo più chiamare nel senso sopradetto moneta questa bene, poiché non faremmo che ricadere nel fenomeno dello scambio. Infatti noi non creiamo più un nuovo mezzo convenzionale di conseguimento dei beni non equivalente intrìsecamente ai beni stessi, ma ne prendiamo uno naturale soggetto alle leggi della subbiettività della ofelimità.

Perciò la moneta non può avere che una fonte artificiale, vi deve essere cioè un ente, non impor­ ta per ora di quale essenza, che abbia il drrn-to in determinata misura di battere moneta.

Il diritto di emissione di moneta da parte di questo ente non può d’altra parte non compatire un consenso generale, quindi se come misura di calore prendiamo la moneta convenzionale ab­ biamo assodato che essa sorge dal libero consen­ so generale e che vi ha un ente a cui è dato il diritto di emetterla.

§ 3. — A questa moneta sarà necessario dare un valore ma vedremo se questo deve essere im­ mutabile o se può essere soggetto a variazioni in forza di coefficienti politici od economici.

Sarà bene per questo richiamare tutti i prin­ cipi fondamentali per cui sorse il concetto di mo­ neta.

Ogni bene ha per ogni soggetto economico una ofelimità diversa quindi è logico che un individuo messo a confronto con due beni a, b, possa sce­ gliere a in luogo di b, dove un altro individuo sceglierebbe b in luogo di a; da ciò appunto sorge il concetto dello scambio dove un individuo ac­ cetta a, in luogo di b, ed un altro da a in luogo di b, mettendo cioè in evidenza la differenza del­ le loro ofelimità.

Questa differenza di ofelimità origina il di­ ritto di un individuo di deprezzare un bene nel momento di conseguirlo, ma solamente in questo momento quando cioè egli sta per assumere tutte le conseguenze del suo atto, e questo avviene per la moneta ; colui che cede un bene per una data quantità monetaria ha diritto di svalutarla solo nel momento in cui egli la consegui’sce e si attri­ buisce le conseguenze derivate dal possesso di que­ sta moneta .

Quando però ciò non avviene noi crediamo che ne un cittadino ne una accolta di cittadini abbia diritto di svalutare o supervalutare la moneta.

Però si potrebbe obbiettare che le quotazioni della moneta avvengono oggi appunto in conse­ guenza dolilo fferta e della domanda di essa ma allora ciò rientra nel primo principio che contem­ pla solo il caso singolo, cioè si ptiò svalutare in particolare la moneta posseduta da un individuo nel momento di conseguirla ma non in generale quella posseduta da più individui.

CAPITOLO SECONDO

La sostituzione della moneta

§,4. — L ’abolizione della moneta.

Tutte le supposizioni, tutte le leggi, tutti i prin­ cipi che finora abbiamo enunciati e discussi han­ no una essenza in quanto si stabilisca come m i­ sura di valore la moneta ma ad altre forme di misura del valore abbiamo accennato che possono sostituire la moneta. Ora però siccome vogliamo incamminare la nostra trattazione non verso ir­ realistiche polemiche ne impossibili ritorni a far­ raginosi sistemi primitivi, dopo aver visto cosa è oggi la moneta, come si trovi essa nella moderna società vogliamo assodare come senza la moneta oggi il commercio non possa sostenere più ne con­ tinuare quella evoluzione a cui (le necessità uma­ ne e la legge della incontentabilità lo hanno por­ tato e verso la quale continuiamo a spingerlo.

Prima che i L idi nel V I secolo av. C., o se­ condo più minuziosi storici gli Egineti o i Per­ siani in secoli più remoti inventassero la moneta due altre forme di valutazione erano possedute dal­ la umanità: «com pra -ven dita » ed il « b a r a t­ to » o scambio.

della compra-vendita poco "abbiamo da dire poiché ossa non è altro se non una modificazione correttiva delle scambio basata però sempre sui principi generali di quest’ultimo.

Accennando a queste forme di conseguimento dei beni non vogliamo patrocinare una sostitu­ zione della moneta anzi vogliamo dimostrare co­ me il ritorno a una qualsiasi forma primitiva di scarnino non faccia che intralciare tutte le nuove forme di attività commerciale ed industriale del­ la moderna società.

La sostituzione della moneta infatti influisce automaticamente su di esse quando nella sostitu­ zione della moneta si comprendano anche tutte le altre forme ereditarie generate dalla moneta stes­ sa, principalmente per le tre cause seguenti:

1. ) atrofizzazione dei commerci;

2 . '¡in tral ciamonto del moderno funzionare

delle industrie ;

3. )impossibilità delle forme creditizie del

trasporto della proprietà.

La sostituzione della moneta influisce sulla moderna costituzione degli organismi commercia­ li delle nazioni per la prima causa che si può con­ siderare in un colla terza poiché se una gian par­ te del coefficiente della prima dipende dalla im- possibiltà di una continua ricerca di filerei estra­ nee ai propri bisogni per potersi più tardi procu­ rare con esse quelle necessarie a soddisfare i bi­ sogni della vita di ciascun individuo, non si può negare che l ’altra parte di questo coefficiente è rappresentata dalia impossibiltà di trasmettere la proprietà mediante quelle forme di credito oggi comunemente in uso.

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fa che imporre alle industrie già troppo cariche di organismi amministrativi spesse volte super­ flui di installare presso di loro un nuovo organi­ smo che col provvedere l ’industria di merci atte allo scambio funzionerebbe da istituto di emis­ sione privato

CAPITOLO TERZO

La moneta Internazionale

§ 5. — La moneta internazionale. § 6. — L ’oro. § 7. — Il denaro comune divisore.

§ 5. — Sorge da quanto abbiamo detto una spiccata necessità di una qualsiasi moneta inter­ nazionale che sostituendo tutte le altre spiani le barriere cambiarie che ci deliziano specie in que­ sti tempi di sobbalzi continui e di dislivello per­ manente tra moneta e moneta.

Ora ci restano ancora, assodata la necessità della moneta internazionale a vedere queste do­ mande :

1. ) di quale speme sarà la moneta interna­

zionale ?

2. ) quali privilegi avrà questa moneta? 3. ) da chi sarà emessa?

Risponderemo in questo capitolo alla prima di queste domande lasciando le altre ai seguenti

Di quale specie sarà la domanda internazio­ nale mi 'sembra sia facile comprendere da quanto abbiamo detto prima.

Ora che un continuo dislivello cambiario ci fa sentire quanto irregolarmente battino i polsi delle nazioni potremo ben comprendere che se si dovrà creare una moneta internazionale sarà legittimo desiderio di tutti di creare una moneta che sia fi­ nalmente libera da ogni influenza di svaluta­ zione.

Ci sembra perfettamente inutile ricercare un valore monetario in questi tempi dove tutto è fi­ duciario e tutto basato sul reciproco credito; per­ chè se ognuno si fida dei titoli di credito emessi da una banca non si potrà fidare di un titolo imposto nella circolazione dei valori da una de­ liberazione internazionale anche se ad esso man­ chi un valore intrìnseco?

Gli economisti moderni vanno cercando una via per giustificare remissione cartacea dei go­ verni e per ritornare al primitivo concetto di mo­ neta : merce tipo che viene scambiato con tutte le altre, concetto al quale noi vogliamo sostituire

quest’altro la moneta è l’unico mezzo per con­

seguire un bene, ma siccome il bene ha un dato valore e la moneta cartacea ne è priva bisogna dire che essa funga da valere ossia bisogna con­ cludere che la moneta è il valore- concretato.

L ’economia però prima di addivenire ad una conclusione cui le sarà giocoforza di giungere ha voluto provare una ultima scappatoia ponendo sul tappeto la questione dell’oro.

§ 6. — L ’oro corno moneta internazionale non è la prima volta che appare alla ribalta europea, ma sempre con esito poco fortunato ora per una causa ora per un altra.

Prima che l ’oro scomparisse nel periodo bel­ lico ingoiato dalle casse dei governi neutrali es­ so funzionò da moneta non internazionale nel sen­ so stretto della parola ma coniato con una forma e peso diversi da nazione a nazione.

Per vedere come la scelta di questo metallo co- me moneta intemazionale sia poco felice basterà

15, 22, 29 ap rile, 1923. N. 2554-55-56. che noi facciamo la storia di quel periodo nel qua­ le esso funzionò da base del sistema monetario.

Le prime conseguenze le riscontriamo al prin­

cipio dell’età moderna dopo il 1492 quando la

scoperta dei giacimenti auriferi americani ge­ nerò uno svilimento dell’oro con conseguenze fa ­ cilmente immaginabili.

Le classi che vivevano di rendita si trovarono subito in misere condizioni e tutto il mercato eu­ ropeo ebbe uno sbilancio fenomenale con oscilla­ zioni di prezzi tanto grandi che -si calcolava il rapporto tra i prezzi antichi e quelli attuali di 1/6 con una crescita di numerario nel rapporto di 1/12.

U n’altra prova delle difficoltà che il popolo possa aver fiducia nello stesso oro la troviamo nel secolo scorso.

Anche sulla fine del 1800 infatti e sul prin­ cipio del 1900 assistiamo a continui sobbalzi nel­ la produzione dell’oro, ora esso abbonda e svi­ lisce, ora e-s-so manca e rincara, ingomma crediamo che, se è sempre preferibile l’oro alla emissione sregolata e singola di carta moneta anch’esso pe­ rò presenta inconvenienti per il suo valore in­ trinseco soggetto a mutate per le condizioni del mercato, come quello estrinseco della carta- moneta per.la fiducia nel governo emittente.

§ 7 . — Ora che abbiamo visto non essere' as­ solutamente più tollerabile il sistema cartaceo og­ gi esistente e d’altra parte non essere neanche con­ sigliabile la sua -sostituzione mediante la moneta aurea, cominceremo ad introdurre il nuovo con­ cetto di moneta intéra azionale.'

Abbiamo detto poc’anzi che essa dovrà essere « un titolo privo di valore merceologico imposto « nella ’ circolazione d ei, valori da una delibera- « zione internazionale ».

Ma si potrà domandare come sarebbe possibile sostituire con questo nuovo titolo tutte le -circo­ lazioni dartac.ee che si presentano in Europa in di­ versa forma ed in diversa quanità, come si protà infatti adattare, questo titolo a quelle enormi quan­ tità di carta moneta di quelle nazioni che dalla guerra sortirono vinte ?

Bisognerà ricorrere ad una moneta il cui va­ lore sia adattabile al valore di tutte le altre mo­ nete. questo valore ricercheremo ora attraverso il seguente diagramma.

I vari cambi delle valute ci indicano natural­ mente la entità delle domande e offerte rispettive di esse, quindi noi ne potremo per ogni nazione co­ struire le curve di domanda e di offerta donde dal­ la loro rispettive somma potremo avere una do­ manda- ed una offerta collettiva per tutte le valu­ te. Il loro punto d’incrocio dovrà necessariamen- té essere il valore della moneta internazionale.

CAPITOLO IV.

La borsa e la moneta

§ 8. — Se sono possibili le oscillazioni di questa moneta. § 9. —- Per cause politiche. § 10. —

Per cause di fiducia. § 11. — Il cambio non quotato in borsa.

§ 8. — Ora dovremo veder se colla introdu- _zione di questa forma di moneta- internazionale noi avremo solo raccolto in una tutte le monete attuali dotando questa nuova di- tutti gli stessi inconvenienti delle, monete attuali o se avremo in­ trodotto una moneta stabile e non oscillante.

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15, 22, 29 ap rile, 1923. N. 2554-55-56. L ’ E C O N O M ISTA 81 tre quei privilegi che testò abbiamo descritti ab­

bia ancora quello di essere immune da oscilla­ zioni.

La causa principale della, oscillazione dello monete è l ’aumento od il diminuire delle loro cur­ ve di ollería e di domanda, in proporzione dell’au­ mento o della diminuzione della loro quantità, ma quando noi avessimo fissato come abbiamo sup­ posto, un limite di emissione fisso da non raggiun­ gersi gradualmente ma tutto d’un tratto, nè da ol­ trepassare, limite che ci è dato dalla determina- zinoe del valore della nuova moneta, noi siamo garantiti che questa causa non può.assolutamente influire sulla nostra nuova moneta.

Ma, si potrà obbiettare ; quale garanzia ab­ biamo noi che l ’ente che noi propoùiamo all’e­ missione di questa moneta si limiti alla quantità che gli abbiamo prefissata ? Mi sembra facile la risposta, abbiamo la stessa garanzia che essendo questo ente internazionale, come spiegheremo più avanti non ha alcun interesse diretto di oltrepas­ sare il limite prefissatogli.

Infatti l ’emissione di moneta deriva dalla ne­ cessità che i governi risentono di soddisfare ai bi­ sogni dello sfato e trovandosi in possesso di un mezzo così pronto e così facile di raggiungere quello scopo ne approfittano senz’altro. Ora se noi mettiamo remissione di moneta a discrezione an­ ziché di una parte interessata, di una volontà che non può risentire le singole necessità delle nazioni sarà tolto anche il pericolo che essa ecceda nel­ l ’emissione cartacea.

§ 9. — Ora dovremo vedere, osservata la cau­ sa principale della escili azion della moneta in ge­ nere, dovremo vedere le cause particolari per cui questa moneta potrebbe oscillare nel suo valore.

Queste cause le possiamo raggruppare in due specie : cause politiche, e cause di fiducia avver­ tendo "però che queste ultime altro non sono che una appendice di quella cui prima abbiamo accen­ nato

Prime ci si presentano le canse politiche; os­ sia anzitutto ci si presentano queste questioni : può questa moneta restare invariata di valore sotto pressioni politiche del tutto internazionali ? E di fronte ad una scemata fiducia nell’ente e- mittente ?.

In primo luogo consideriamo L’unica causa po­ litica che potrebbe influire sulla valutazione del­ la moneta internazionale ma che raramente an­ cora ci «si presenta sebbene i popoli europei ne sia­ no stati recentemente per ben quattro anni attori e spettatori, vogliamo accennare alle conflagrazioni mondiali.

Mondiale infatti ben possiamo dire quella cui abbiamo recentemente assistito e dalla quale cosi rovinati economicamente siamo usciti tutti indi­ stintamente Arigli e sassoni e italiani ancora, poiché vi abbiamo visto partecipare e i gelidi ca­ nadesi ed i piccoli giapponesi dell’estremo oriente. Intanto ci si permetta di prospettare la questione prendendola letteralmente alle sue radici, risa­ lendo cioè la storia dei nostri quattro anni di vis­ suta tragedia ed analizzando minuziosamente le cause di questa vampata d ’ira che ha percorso e dominato per quasi un quinquennio questa vecchia Europa, poiché solo da esse potremo. trarre quelle conclusioni cui vogliamo giungere.

La Germania spinta nel 1914 dalla impellen- le necessità di esportare e l ’opera dei suoi opera; e quella dei suoi agricoltori e coll’esportazione di

dare sfogo alla sua crisi di sovraproduzione si trovò di fronte alle barriere doganali della Fran­ cia da una parte ed alla impreparazione economi­ ca. di assorbimento della sua- produzione, della Russia dall’altra.

La Germania ricorre allora al mezzo estremo cui sembrava, che da un pezzo le nazioni avessero formalmente rinunziato: la guerra, ed in essa trascina tutte o in buona parte le nazioni europee od extra-europee tutte cointeressate nel grande li­ tigio economico dando così alla società l ’ultima espressione penosa, espressione, di brutalità e di impotenza commiste, che ha caratterizzato dal 1914 al 1918 il mondo belligerante.

Anche il dislivello monetario però deve aver dovuto influire sul movimento guerrafondaio della Germania ed essere stato una parte del coefficiente di questo movimento stesso.

Attraverso questo ragionamento ci accorgia­ mo però di essere giunti alla asserzione che il di­ slivello monetario internazionale, il movimento cambiario diremo così per adoperare parole che più si avvicinano allo scopo ò uno dei coefficienti dell’unica causa politica che potrebbe turbare la naturale valutazione della nuova moneta.

Ecco dunque levata dalla discussione, messa per dir cosi fuori di combattimento quella specie di cause che noi abbiamo definite qualche pagina indietro col nome di cause politiche.

§ 10. •— Ed eccoci a trattare del secondo grup­ po di cause che abbiamo supposto poter influire sulla valutazione della moneta internazionale : la fiducia nell’ente emittente.

Per raggiungere quello scopo che ci è gioco­ forza raggiungere cioè il dimostrare che nessun voto di fiducia collettiva, può mettere a repenta­ glio la valutazione della nostra moneta è ovvio che ci basterà dimostrare che l ’ente che la emette non ha bisogno alcuno della fiducia nè singola nè collettiva, di chi intende servirsi di questo mezzo di scambio che esso mette a disposizione della so­ cietà e non impone.

Abbiamo detto che la nuova moneta, e ci gio­ va ripeterlo, dovrà essere « un titolo privo di va­ lore merceologico imposto nella circolazione dei valori da una deliberazione internazionale », ora da ciò possiamo chiaramente dedurre che l ’ente emittente di questa moneta non è altro che, una collettiva rappresentanza di tutti quegli enti che per il passato indipendentemente battevano mo­ neta.

E noto che un governo vede scemare la fiducia nella propria moneta quando ha dato ragione ai propri cittadini di lasciar scemare e di far sce­ mare la fiducia in lui stesso, ora se la moneta in­ ternazionale diminuisse di valore per una dimi­ nuzione di fiducia della sicurtà néll’ente che fu da essa preposte ad emetterla bisognerebbe forza­ tamente convenire che gli stati che per loro libera deliberazione si sono costituiti collettivi emittenti di essa abbiano dato ragione ai propri sudditi di mancare di fiducia verso essi nel qual caso, caso che ci sembra veramente impossibile vorrebbe dire che il dinamismo mondiale sta per agire e che la costituzione della società attuale sta per lasciare j] suo posto ad altre costituzioni.

Ci sembra quindi conveniente soprassedere per ora ad una inutile e pedante discussione su que­

sto argomento discussione che tenderebbe forse

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as-V

82 L ’ E C O N O M ISTA 15, 22, 29 ap rile, 1923. N. 2554-55-56.

solutamente compatibile coll’argomento che stiamo trattando.

§ 11. — Coll’esaminare tutte le possìbili cau­ se di oscillazione e col combatterle tutte mettendo in evidenza l ’impossibilità che questa moneta mu­ ti per qualsiasi ragione del suo valore, siamo ve­ nuti parallelamente dimostrando che il cambio non potrà ancora essere più quotato in Borsa, ciò che importerà una maggior sicurezza ai cittadini nei rapporti della moneta internazionale con un natu­ rale .aumento di circolazione e di fiducia per essa moneta.

CAPITOLO V.

L ’Emissione

§ 12. — La creazione di un ente autonomo eco­ nomico elettivo intemazionale. § 13. — In ca­ so di una rivoluzione e di una guerra.

§ 12. — Abbiamo parlato o per meglio dire ac­ cennato finora vagamente ad un ente internazio­ nale che dovrebbe essere preposto alla emissione di questa nuova moneta, eccoci ora giunti all’ul­ timo capitolo del nostro lavoro per parlarne un poco più profondamnte e:particolarmente.

Per brevità dobbiamo con nostro rincresci­ mento sorvolare su questo argomento della emis­ sione della moneta internazionale che, fatte le de­ bite premesse su di essa nei precedenti capitoli dovrebbe ora essere la parte vitale, forse la più importante di questa nostra trattazione.

Questo capitolo che deve abbinare in se e la conclusione di quanto negli altri precedenti ab­ biamo esposto e la trattazione generale dell’argo­ mento di cui porta il titolo non può sostenere ne­ cessariamente che i punti generali di essa, ma ci riserviamo in altro tempo se ci sarà possibile di parlarne a lungo in un nostro prossimo articolo.

Diremo brevemente adunque intorno alla crea­ zione di questo ente ed intorno alla necessità di dargli quelle prerogative di autonomo economico elettivo ed infine internazionale.

Non ci sembra anzitutto opportuno dare l ’in­ carico della emissione di questa nuova moneta ad una delle tante abortite leghe internazionali che dalla creazione della lega latina vanno « sbar­ cando il lunario » o dormono profondamente in

mezzo al frastuono degli appetiti nazionalisti

sempre maggiormente stuzzicati dall’ultima con­ flagrazione

Purtroppo l ’idea di far sorgere dalla più gran­ de sciagura della storia un ideale fratellanza di popoli è ormai scomparsa insieme ai protocolli di­ plomatici ed agli uomini politici del congresso di Versailles.

Non dobbiamo quindi credere di poter creare con una delle solite, chiamiamole così, ingenuità diplomatiche un altra unione di nazioni che re­ sti lettera motta nel concerto delle nazioni mon­ diali.

Questo nuovo ente adunque dovrà curare

re­

missione della moneta internazionale e per far ciò ci sembra indispensabile che esso sia autonomo, infatti se esso deve essere una epressione della vo­ lontà internazionale non potrà certo dipendere da una autorità prettamente nazionale come potrebbe esere uno stato qualunque esso sia, ci sembra an­ cora che esso debba esser necessariamente auto­ nomo per la sua condizione speciale di dover es­ sere al di sopra delle influenze che gli stati non mancherebbero di esercitare su di lui.

Economico infine ci sembra ancora necessario

per la sua assenza stessa che non può essere che economica, elettivo poi ci sembra sia la sua prero­ gativa più conveniente poiché- esso, dovendo es­ sere la legalizzazione del controllo sulla valuta­ zione della nuova moneta dovendo ossia sostituir­ si al disordinato arbitrio degli elementi borsistici non può essere una espressione intesa come una u- nione di governi ma come la borsa è il controllo dei cittadini sull’organismo finanziario dello sta­ to, essa deve essere l ’organismo stesso fatto fun­ zionare non più dai governi singoli ma da una unione internazionale di rappresentanze popolari.

§ 13. — Abbiamo visto nel precedente capitolo quali sarebbero le cause degli eventuali ostacoli ad una libera circolazione della moneta, ora ve­ dremo quali siano quelle che ostacolano la nor­ male emissione di essa.

Due sono i principali eventi che potrebbero in­ tralciare e addirittura impedire la emissione del­ la moneta internazionale : una rivoluzione ed li­ na guerra.

La moneta internazionale vivendo nella com­ pagine dei popoli deve necessariamente sottoporsi a tutte le vicende che turbano la pace di questo grande consorzio e sconvolgono tutto ciò che una parte di esso e tutto in comune armonia hanno creato.

Noi possiamo citare innumeri esempi di popoli che mutato il loro governo e più radicalmente an­ cora la loro stessa forma costituzionale in odio a- quelli stessi che in altro tempo resero le loro sorti, mutarono * ancora tutto quello che essi avevano creato rinnovando radicalmente e ritornando ad usanze e leggi di tempi più remoti, ma è bensì vero che quel popolo che stanco di una forma di governo, con una pacifica evoluzione o con una violenta rivoluzione ne crea una nuova, non opera che in una parte soltanto del consorzio umano dando lo stesso spettacolo cui assistiamo quando uscendo da un mare in bonaccia entriamo im­ provvisamente in un altro che agitato da elemen­ ti atmosferici accavalla le sue onde rivolgendosi tutto dal fondo alla superficie senza però -confon­ dere, in un dato limite, le sue acque con quelle di altri mari.

Possiamo quindi escludere come causa gene­ rale di intralcio alla, emissione la rivoluzione sin­ gola avvenuta in, un singolo stato perchè essa non perturba affatto la emissione essendo un fenomeno locale.

Possiamo quindi passare al secondo punto, cioè al fenomeno bellico.

Sorvoliamo completamente il fenomeno bel­ lico locale che può. avvenire fra due singole na­ zioni poichè'rientriamo ancora nel fenomeno del­ lo sconvolgimento interno di una nazione.

Non abbiamo quindi da osservare che il feno­ meno bellico di conflagrazione e per questo val­ ga quello che abbiamo detto per la valutazione. Infatti se con essp, togliamo alle conflagrazioni uno dei loro principali coefficienti, è naturale che la emissione stessa non abbia da es-sere turbata.

Ecco dunque esclusa anche questa causa, ed ora chiuderemo questo capitolo e con esso tutto il nostro breve lavoro aggiungendovi poche parole di conclusione.

(7)

no-15, 22, 29 ap rile, 1923. N. 2554-55-56. L ’ ECON OM ISTA 83 st.ro lavoro la trattazione della moneta internazio­

nale e ad una moneta solamente vogliamo ricor­ rere. e lo ripetiamo ancora una volta se ad una moneta internazionale si dovrà ricorrere, essa do­

vrà essere per non essere in disaccordo colle re­ gole della moderna economia « un titolo privo di valore merceologico imposto nella circolazione dei valori da una deliberazione intem azionale».

Ora ci sembra di aver assolto il nostro com­ pito e chiudiamo questo breve lavoro insistendo ancora sulla necessità di orientare la moderna e- conomia verso principi più convenienti alla, no­ stra dinamica che va continuamente trasforman­ do le necessità umane e rendendo inapplicabili principi che un tempo si potevano dire la base dell’economia e della finanza di quel tempo.

ALBANO D A R E

Il mercato delle merci in Italia nell’ Aprile 1923

Numeri indici dei prezzi nel commercio a!l’ ingrosso

I numeri indici. — Presentiamo qui appresso i numeri indici dei prezzi delle merci nel commer­ cio aU’ingrosso in Italia, computati prendendo per base (1001 la media dei prezzi dell’anno 1020. Tali indici sono calcolati rispetto alle principali merci, che danno luogo a un movimento notevole di affari: le merci studiate a partire dal gennaio 1923 sono 107 e sono considerate nelle quotazioni ufficiali di Genova, Milano, Roma, Bologna, e per taluna di esse in base a prezzi legali o a prezzi medi di portata generale. Gli indici per gruppi di merci e per la totalità sono formati secondo il procedimento della media aritmetica semplice; i dati seguenti si riferiscono agli ultimi mesi. L 'in ­ dice generale è presentato anche sulla base del quinquennio 1901-1905, dell’anno 1913 e del lu­ glio 1914, per consentire comparazioni varie col livello dei prezzi anteriori alla guerra.

N U M E R I IN D IC I M E D I A R IT M E T IC I

ghi (base 1920) computati nella sintesi loro col metpdo della media geometrica, metodo che pre­ senta pregi tecnici, che qui non è ,il caso di richia­ mare' Per le proprietà matematiche della media geometrica gli indici medi geometrici risultano al­ quanto inferiori a quell medi aritmetici.

Riportiamo qui appresso cifre indicanti la va­ riazione percentuale avvenuta fra il marzo e l ’a* prile 1923 secondo queste due serie di numeri in­ dici

Media aritm. Media geom.

Derrate alimentari vegetali + 1 ,5 8 + 0 ,9 2

Derrate alimentari animali + 3 ,1 8 + 2 ,8 1

Prodotti chimici — 0 ,9 0 — 0 95

Materie |tessili — 0 ,7 6 — 0 ,8 0

Minerali e metalli — 1 ,40 — 1 ,1 2

Materiali da costruzione — 1 ,53 - 1 ,0 6

Prodotti vegetali vari — 0 ,4 4 — 0 ,4 3

Merci industriali varie + 0 ,9 3 + 0 ,9 3

indice generale + 0 ,2 5 + 0 ,1 5

Lievi variazioni nel livello dei prezzi. — Le

N . delle N U M E R I IN D IC I voci die. die. gen. feb. mar. apr. nel 1023 1921 1922 1923 1923 1923 1923 Derrate alimentari vegetali 23 115,3 110,9 109,4 109,1 108.9 110,6 Derrate alimentari animali . 13 120 6 109,6 108,4 107,8 110,1 113,6 Prodotti c h im ic i... 13 73.5 69,3 69,3 69,8 70,3 69,6 Materie t e s s i l i ... . 13 79,4 77,9 80,8 83,0 83,7 83,0 Minerali e metalli . . . . 18 66,0 64,9 62,5 64,3 66,5 65,5 Materiali da costruzione . . 6 89,1 88,1 87,5 86,1 84,2 83,4 Prodotti vegetali varii . . . 8 113,7 128,8 124,7 129,9 128,6 128,1 Merci industriali varie . . . 13 93,8 94,0 91,1 92,3 92,4 93,2 Indice generale (base 19-0) . . 107 95,2 92,8 92,1 93,2 94.0 94,2 Indice generale (base (1901-5) — 749,2 730,3 724,9 733,5 739,5 741,4 Indice generale »base 1913) . — 594,6 579,6 575 3 582,1 586,9 58S.4 Indice generale base luglio 1914) — 648,1 631,7 627,1 634,5 639,7 641,3 Per la compiutezza della esposizione presen-tiamo qui appresso anche i numen indici a n a lo

N U M E R I IN D IC I M E D I G E O M E T R IC I N. delle N U M E R I IN D IC I

voci die. die. gen- feb. mar. apr. nel 1923 1921 192 < 1923 1923 1923 1922 Derrate alimentari vegetali 23 110,2 104,2 103,4 103,1102,9 103,8 Derrate alimentari animali 13 114,2 103,9 102,3 101,0 102,7 105,6 Prodotti chimici . . 13 70,2 66,5 66,4 66,8 67,3 66,6 Materie tessili 13 76,4 75,1 77,3 79 5 80,3 79,7 Minerali e metalli 18 60,4 59,6 57,9 59,6 61,4 60,7 Materiali da costrnzioni 6 86,8 85,9 85,1 83,5 81,7 80,9 Prodotti vegetali vari. 8 113,1 123,1121,1 125,1 123.7 123,2 M erci industriali varie 13 89,8 90,2 86,7 87,9 87,9 88,8 Indice generale (base 1920) . 107 88,5 85,4 84,6 85,5 86,0 86,2

aliquote sovra esposte mostrano come la curva dei prezzi in complesso abbia subito fra il marzo e l ’aprile una variazione lievissima, ancora nel sen­ so dell’aumento, m a variazione così lieve da cor­ rispondere piuttosto a stasi.

Notiamo conte la tendenza alla stasi già si pa­ lesasse nel mese precedente II rallentamento nel movimento ascendente corrisponde alla .tendenza lievemente declinante avvenuta negli ultimi tem­ pi, fra qualche oscillazione, nel mercato dei cam­ bi, per vari fra i paesi a valuta piu apprezzata. Le aliquote indicanti le variazioni negli indici fra il marzo e l ’aprile mostrano come un’ascesa dei prezzi si sia presentata quasi soltanto rispetto alle derrate, mentre, per i gruppi di merce di m aggio­ re interesse industriale, nei prezzi si palesa quella tendenza sensibile alla discesa che era preveduta nella precedente nostra rassegna del mercato delle merci : questa discesa corrisponde al declinare nei cambi e ripete il movimento che si è presentato nella primavera degli anni 1921 e 1922.

In complesso, per quanto gli spostamenti nei prezzi di singole merci siano tuttavia abbastanza frequenti, non si ha una gran tendenza dinamica e si. constata pur sempre ormai una certa stabilità nella ragione degli scambi.

L ’A N D A M E N T O N E I M E R C A T I

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84 L ’EC O N O M ISTA al sostegno con una maggiore animazione degli

affari: le quotazioni per il grano tenero oscilla­ no tra lire 108 e 117, mentre per il grano duro vi ha qualche debolezza in conseguenza, dei copiosi arrivi. Lo prospettive per il futuro raccolto pro­ seguono in complesso favorevoli. Qualche tenden­ za al rialzo continua a delinearsi per il riso ; men­ tre che per il grano turco si ha una gran copia di affari e prezzi in aumento, oscillanti fra lire 105 e 114; per i cereali le quotazioni sono generalmen­

te stazionarie.

Rispetto ai legumi ed agli ortaggi la situazione del mercato prosegue complessivaimente favore­ vole con parziali tendenze stagionali al rialzo. R i­ spetto alle frutta deve notarsi il forte rialzo deli­ neatosi per limoni, con rapida traduzione anche sul commercio al minuto in relazione alla rilevan­ te esportazione. Per il mercato vinicolo le quota­ zioni rispetto a cui si svolgono i conteggi dei no­ stri indici sono tutte rimaste stazionarie; il com­ mercio prosegue in genere invariato, piuttosto at­ tivo su alcuni mercati, più calmo altrove, ma ovunque con prezzi sostenuti : la vegetazione della vite è alquanto in ritardo, ma in complesso .segna buona prospettiva e non mostra danni dalle circo­ stanze meteoriche. Il mercato oleario ha mostra­ to nelle ultime settimane un’ulteriore tendenza al rialzo specialmente nelle piazze produttrici con qualche manifestazione anche .su mercati di con­ sumo.

Per il caffè sul mercato internazionale conti­ nuano fortissime oscillazioni ma ultimamente con maggiore tendenza al ribasso rispetto al mercato brasiliano, sia per raudamente dei cambi come per la rilevanza, degli stock disponibili. Per gli zuccheri il mercato estero è sempre intonato al rialzo.

Derrate alimentari di origine animale — Per i pesci .conservati le quotazioni considerate nei no­ stri conteggi sono rimaste invariate ed il commer­ cio prosegue piuttosto calmo, solo con qualche lar­ ghezza di affari per il tonno Per i latticini l'atten­ zione del commercio è stata essenzialmente attrat­ ta dalle nuove stipulazioni per la fornitura del latte1 all’industria casearia. Le stipulazioni sono avvenute iu base a prezzi piuttosto elevati, sensi­ bilmente superiori a quelle dell'anno innanzi : così, per l’Em ilia la media oscilla fra le lire 130 e lire 135 l’ettolitro; l'industria casearia ha ceduto, tal­ volta, nella tema dell’organizzazione autonoma da parte dei produttori per la lavorazione del latte; per il burro e per il formaggio le quotazioni sono in genere stazionarie con scarsità di affari, ma con qualche previsione di ribassi specialmente per il burro.'

Il mercato del bestiame ha ripreso molto de­ ciso il movimento di rialzo, il quale appare pro­ nunciato rispetto ai vari tipi di animali: dopo che la difficoltà del foraggiamento ha determi­ nato sensibili restrizioni negli allevamenti e così lungo parecchi mesi un vasto afflusso di offerte sui mercati con larghi ribassi sui prezzi, ora da qual­ che tempo, si verifica una- restrizione di offerta ed il m aggior costo dell’allevamento influisce a deter­ minare alte quotazioni per il bestiame, sebbene si svolga una larga importazione specialmenta dalla D anim arca: si è invece sensibilmente ri­ stretta la importazione sia dalla Francia che dal­ la Jugoslavia. Il movimento rialzista per i bovini da carne è generale .sia nei centri di consumo che nei mercati produttori tanto per i capi adulti,

15, 22, 29 ap rile, 1923. N. 2554-55-56. quanto per i vitelli ed una tendenza assai soste­ nuta si presenta anche per gli animali da lavoro. Pér i suini dopo gli aumenti verificatesi nei pre­ cedenti mesi e dopo qualche restrizione avvenuta nella macellazione si riteneva che il livello dei prezzi dovesse permanere stazionario, mentre in­ vece la scarsità della disponibilità ha portato a una nuova ascesa per cui sulla piazza di Milano si è raggiunto il prezzo altissimo di lire 9 al chilo­ grammo vivo, pressoché pari al doppio di quello che si praticava alla fine dell’aprile 1922. Il rial­ zo si propaga pure sensi bile, sulle carni conserva­ te e specialmente sul lardo malgrado le copiose importazioni dall’estero sopra tutto dagli Stati

limiti.

Prodotti chimici. — Per i prodotti chimici si soim verificati tra il marzo e l ’aprile lievi varia­ zioni nel livello dei prezzi, quasi tutte orientate al ribasso. I ritocchi nei prezzi sono avvenuti special- mente rispetto ai concimi chim ici e materie auti­ eri t,t©gamiche, sia in relazione a ribassi nei cam­ bi) sia alla chiusura della campagna primaveri­ le; questa «i è svolta con u n ’insolita copia di af­ fari, poiché gli agricoltori ' hanno ripreso con in­ tesiti le concimazioni, avviandosi a un’entità cor­ corrispondente a quella anteriore alla guerra In vista di. copiosi acquisti autunnali la produzione del superfosfato procede assai attiva. Rilevante è la domanda di nitrato di soda, di cui si sono estesi gli arrivi; arrivi copiosi dalla Germania avven­ gono per il solfato ammonico così che la cessazione dell’importazione dalla Francia non ha provocato rialzi di prezzo. Stazionaria anche la calciocia- namide.

Materie tessili. — Dopo il movimento rialzista che durava da tempo l ’indice segna per questo gruppo di merci una lieve tendenza al ribasso per i cotoni, le quotazioni di fine mese cif, in valuta forestiera hanno subito tra la fine di marzo e la fine di aprile p’er lo più qualche lieve ribasso op­ pure hanno mantenuto lo stesso livello, risultando in nostra moneta in complesso lievi ribassi anche per effetto di qualche attenuazione nei cambi; sul mercato americano, lungo una parte del mese si è verificato un movimento ribassista piuttosto sensi­ bile a causa dei provvedimenti governativi prean- n unciali contro la speculazione nel mercato a ter­ mine dello zucchero, provvedimenti che si temeva dovessero venire estesi anche al mercato del cotone ; anche dopo la, smentita si protrasse alquanto il movimento ribassista in seguito a notizie sfavore­ voli sulla situazione industriale americana, dopo di che le condizioni meteoriche avverse negli Stati meridionali provocarono frettolosi acquisti a rico­ pertura e così negli ultimi giorni del mese si è avuto un nuovo movimento al rialzo. Per i filati il prezzo medio in Italia secondo il computo dell’As­ sociazione Cotoniera Italiana, fra l ’ultima setti­ mana di marzo e l ’ultima di aprile è declinato da lire 19,65 a lire 18,39 per ohilogramma ; la situa­ zione dell’industria risulta ultimamente sfavorevo­ le tanto che si è progettata una sistematica ridu-' zione di attività, sia per la filatura che per la tes­ situra.

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L ’ ECON OM ISTA 85 15, 22, 29 ap rile, 1923. N. 2554-55-56.

da parte degli acquirenti; sul mercato americano prevale la tendenza al rialzo specialmente per ef­ fetto dei larghi acquisti da parte dell’industria americana e francese ; il consumo tende a crescere specialmente rispetto al merinos e si prevede il ra­ pido esaurimento dei depositi detenuti dalla B. A. W. ti. A . Invariata la situazione del mercato della canapa. Il mereto serico mostra in complesso lievi oscillazioni con tendenza generale piuttosto ferma ; gli affari sono piuttosto limitati anche perche mol­ te filande hanno cessato il lavoro prima della epo­ ca consueta; la disponibilità di bozzoli è assai li­ mitata, mentre le prospettive per la nuova cam- pgna bacologica sono in complesso favorevoli.

Minerali e metalli. — Per questo gruppo tra il marzo e l’aprile si c verificato un ribasso note­ vole, il quale segna sensibile reazione al movi­ mento che era dominato negli ultimi mesi ante­ riori. Per i carboni, la situazione sui nostri mer­ cati segna una certa tendenza al ribasso in rela­ zione alla larga disponibilità di merce che si pre­ senta nei nostri porti; si ritiene che la debolezza del mercato italiano sia transitoria, poiché nel mercato di origine prevale il movimento di so­ stegno ed è presumibile che in breve lo svolgi­ mento del nostro mercato si adegui a quello in­ glese. non appena esaurite le grandi disponibi­ lità Quanto ai metalli, si ha per molte fra le voci riduzióni di prezzi di varie entità ; la fiac­ chezza nelle co«trattazioni si è presentata gene­ rale sia a New York che a Londra, sopratutto per il rame, lo zinco ed il piombo, per effetto di una mancata astensione del consumo, astensione de­ terminata dall’incertezza che domina da tempo nel mercato metallurgico: è presumibile però che si tratti di un atteggiamento transitorio.

Da notarsi il ribasso di due scellini e mezzo per tonnellata avvenuto nell’ultima settimana di aprile in Inghilterra rispetto alla ghisa; la do­ manda di acciaio è andata gradualmente decli­ nando.

Questa condizione del mercato metallurgico contrasta gravemente con gli altri sintomi di ri­ presa negli affari. E ’ continuata la stasi nel mer­ cato interno degli Zolfi, malgrado una qualche estensione degli acquisti.

Merci varie. — Per i materiali da costruzione sono avvenuti spostamenti di prezzi, fra cui no­ tevole il ribasso sui mattoni a Milano assai più sensibile dei rialzi ultim i: sembra però che le at­ tenuazioni nel- costo dei materiali non siano suf­ ficienti per stimolare una attività dell’industria edilizia. Rispetto ai legnami, il listino della Bor­ sa di Genova segna ribassi per l ’abete e rialzi per il pitch-pino. Sul mercato foraggiere si è con­ statato ultimamente nelle piazze di consumo una qualche maggiore correntezza, una qualche atte­ nuazione sugli altissimi corsi orinai raggiunti, in relazione alle prospettive molto favorevoli per la nuova produzione, malgrado che le disponibilità siano ristrette. Per la paglia rimane invece il sostegno e si verificano anche nuovi inasprimenti in relazione all'esiguità delle offerte, malgrado che le* m igliori previsioni si facciano rispetto al nuovo raccolto; molte quotazioni sono però nomi­ nali soltanto, essendo ristrette le transazioni. So- no'segnalati ribassi sia per l ’avena che per alcuni tipi di mangimi concentrati.

Il mercato finanziario in Italia nell’Aprile 1923

Numeri indici delle quotazioni di borsa dei titoli di Stato e delle azioni

li mercato finanziario nel decorso .mese di aprile è stato in complesso contrassegnato da una abbondanza di disponibilità, abituale in questo mese in cui avvengono molti pagamenti di divi­ dendi, ed abituale anche dopo chiusa la fase d’in­ tensità nel movimento degli affari per la scaden­ za trimestrale. I riporti e le proroghe si sono svol­ te con facilità a tassi per lo più oscillanti fra il 5 e mezzo e il 6 per cento La grande abbondan­ za nelle disponibiità monetarie spiega il perdura­ re della tendenza a l'ria lz o nelle Borse e spiega anche i movimenti speculativi i quali si sono svol­ ti piuttosto vivaci rispetto a parecchi valori, e sono proseguiti poi con intensità esagerata nelle prime sedute di Borsa nel Maggio. Il movimento rialzista è largamente favorito anche da una cer­ ta tendenza che si manifesta piuttosto estesa nel­ la partecipazione del capitale privato rispetto a valori a credito variabile: si ha un senso piutto­ sto diffuso di fi ducia, stimolato'dai buoni .risultati indicati dai bilanci per molte Società, nelle ulti­ me assemblee da vari incrementi di dividendo. Rispetto a molti titoli le quotazioni hanno presto ricuperato il livello anteriore allo stacco della ce­ dola. La tendenza rialzista si delinea anche nel mercato finanziario in altri paesi, e corrisponde alla fase che stiamo traversando nel ciclo degli affari, fase immediatamente seguente a quella di marasma, di -riassetto e liquidazione delle perdi­ te • la fase attuale precede quella vivace di espan­ sione nel movimento economico ed usualmente in­ comincia a manifestarsi appunto con l ’abbondan­ za di disponibilità monetarie e con la tendenza al rialzo,- nelle quotazioni di Borsa. La situazione di molte fra le nostre industrie è fondamental­ mente propizia e appare armai superata la fase della liquidazione e sistemazione dopo la crisi; in parecchi consumi si delinea una qualche ten­ denza all’espansione e non si può per certo affer­ mare che in genere i titoli a reddito variabile siano sopra valutati : m a nel movimento che do­ mina, ormai nelle nostre Borse è necessario si pre­ senti un prudente freno da parte dei dirigenti, che eviti pericolosi eccessi: deve deplorarsi per­ ciò lo stimolo che qualche grande Banca svolge per una partecipazione del risparmio privato a questo movimento speculativo.

La tendenza al rialzo continua a presentarsi anche per i titoli di Stato, animata e giustificata dalla sensazione di deciso avviamento alla restau­ razione dell’equilibrio nella finanza dello Stato; è presumibile che i dati contenuti nella imminente esposizione finanziaria del Ministro del Tesoro documentino con nuovi elementi questo graduale miglioramento nella condizione dell’erario.

Lo svolgimento contemporaneo di rialzo sui ti­ toli e reddito fisso e su quelli a reddito variabile è caso non frequente : come è noto la tendenza pre­ valente è per un reciproco andamento del mercato dei due tipi di titoli; di solito gli indici relativi! ai titoli a reddito variabile ha-nna uno svolgimen­ to parallelo a quello degli indici dei prezzi delle merci, e reciproco allo svolgimento degli indici per i titoli a reddito fisso.

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86 L ’EC O N O M ISTA 15, 22, 29 ap rile, 1923. N. 2554-55-56. aprile, troviamo che per i titoli di Stato il nume­

ro indice generale (il quale segna il costo medio, computato secondo la media aritmetica ponderata, per una lira di reddito netto) è di 18,56 contiro 18,30 in m arzo; 17,90 in febbraio e 17,56 in gen­ naio; si ha pertanto un aumento dell T, 42 per cen­ to rispetto al marzo, del 3,69 per cento rispetto al febbraio e del 5,70 per cento rispetto al gennaio. Questo indice di 18,56 corrisponde al saggio di capitalizzazione del 5,39 per cento, inferiore a quello del 5,46 che si aveva alla fine di marzo e del 5,58 alla fine del febbraio : rammentiamo pe­

rò che nel 1913 in media al saggio cui si capita­ lizzavano i titoli dello Stato era soltanto del 3,59 per cento.

Considerando i soli titoli dei debiti perpetui, si ha per l ’aprile l'indice di 18.46, contro 18.20 nel marzo: il miglioramento è essenzialmente av^ve­

ti,87 per cento rispetto al valore che le Borse at­ tribuivano ai. titoli 'di queste Società alla fine del 1922 : so si tiene conto che parecchie' Società 'Sbor­ seranno i dividendi lungo i mesi venturi che per­ tanto la percentuale di 6,87 non rappresenta la remunerazione totale che le' Società in complesso consentono al capitale azionario, risulta da un lato che i profitti realizzati da queste imprese pos­ sono dirsi piuttosto vistosi e dall'altro che il va­ lore di Borsa raggiunto alla fine dello scorso an­ no non poteva dirsi eccessivo rispetto alla produt­ tività dei capitali raccolti da queste imprese.

Le aliquote segnate nell’ultima colonna mo­ strano spostamenti assai diversi secondo i v.ari ra­ mi di attività.

Ber i valori bancari si ha un aumento di cir­ ca il tre per cento i.1 quale si è presentato assai sensibile specialmente rispetto alle azioni della

N. delle Società Capitale (milioni) IN D IC E sulla, "base del dicembre

1918

I N D I C E sulla base del dicembre 1918

Variazioni % fra il marzo e l ’ aprile 1923 dicem bre 1922 aurile 1923 marzo 1923 aprile 1923 Istituti di c r e d i t o ... 8 1270 100,59 101 12 98,08 ex 4,82 100,53 ex 0,51 + 3,08 E x-Ferroviari... 3 316 71.01 89,83 114,27 126,51 ex 1,74 + 16,71 Trasporti terrestri... 4 61 99,59 104,06 99.90 104,49 ex 1,77 + 6,37 Trasporti marittimi . . . . 7 459 62,06 63,10 94,90 101 68 + 7 14 Cotone... l i 291 164 54 207,23 119.04 ex 2,84 125.92 ex 2,49 + 7,87 Juta... 2 7 142,28 185,38 104,86 ex 4,14 130,29 + 24,25 L a n a ... : . . . . 3 61 169,44 193,03 112,38 ex 1,23 113,92 ex 0,90 + 2.47 Lino e canapa... 1 50 195,04 192 70 93 — 98,80 4" 6,24 Seta... 2 75 262,70 261,33 99,16 99,48 ex 511 + 5 48 M in ie r e ... 5 250 66 — 71,21 106,78 107,89 ex 7,36 + 7,93 S id e ru rg ich e ... 6 383 20,33 20,18 105,63 99,28 ex 4,09 2,14 Meccaniche... 10 795 20 95 14 59 83 15 ex 0,47 69.65 ex 1,94 — 13,90 Automobili . • ... 5 240 69,43 84,89 118,63 122,27 ex 4,81 + 7,12 Elettr i e l l e ... 16 1077 78,24 7991 102,35 ex 0,77 102 13 ex 3,74 + 3,44 Chimiche... 8 253 73 48 79,67 107.47 ex 0,14 108 43 ex 5 08 + 5,62 Z u cch eri... 5 235 123 4-i 147,27 113,06 118,46 ex 2,53 + 7,01 Altre a l i m e n t a r i ... .6 88 151,02 157.59 106,61 104,35 ex 6,07 + 3,57 A cq u ed otti... 5 58 88,62 91,31 103,02 103,03 ex 2,40 + 2,34 I m m o b i li a r i ... 7 250 116 20 128,33 109,25' ex 3,46 110,44 ex 1,86 + 2,79 D i v e r s e ... 17 555 138,57 151,68 106,35. ex 0,07 109,46 ex 0,78 + 3,66 Indice g e n e r a le ... 130 6774 72,08 74,07 102,17 ex 1,36 102 76 ex 2,37 + 2,90

nuto rispetto alla vecchia rendita 3 e mezzo per cento, la cui quotazione fine mese è passata da 79.89 in marzo a 81,45 in aprile, mentre per il consolidato 5,70 è avvenuto un lieve ribasso ria 88,49 a 88,29- Per i titoli redimibili l'indice è sa­ lito da 20,20 in marzo a 20,57 in aprile.

Raccogliamo qui appresso gli indici mensili generali per i titoli di Stato a partire dal 1919

Passando ai titoli a reddito variabile, presen­ tiamo qui appresso i ranneri indici calcolati ri­ spetto a 130 Società, le quali, alla fine del dicembre 1922 avevano un capitale di 6.774 milioni'.

Tali indici 'sono computati (col metodo della inedia aritmetica ponderata) secondo i prezzi di compenso deli’aprile, prendendo per base ' 100) sia il livello delle quotazioni del dicembre 1922, sia il livello delle quotazioni 1918.

L ’indice generale pe;: questi titoli, che nel mar­ zo aveva segnato un aumento di circa il 2 e mezzio per cento ha segnato nell’aprile un nuovo aumento di ci rea i l 3 e mezzo per cento.

Il movimento ascendente il quale dura da un anno si è pertanto in questi due masi notevolmente accentuato. Nel misurare il progresso o il regresso di mese in mese, si tiene naturalmente in conto la quota spettante alle cedole staccate: l'assieme del­ le quote corrispondenti ai dividendi sborsati dal­ l'aggregato delle Società considerate lungo questo primo quadrimestre dell’anno ammonta ormai ai

Banca d'Italia e delle due m aggiori Banche ordi­ narie. in dipendenza di quel vivace movimento speculativo che nei primi giorni del maggio do­ veva trovare poi rispetto a questi tre titoli mani­ festazioni tanto esagerate.

Per i titoli ex-ferroviari è proseguito ancora il movimento ascendente per il quale si è segnato nel mese una plusvalenza di quasi IT I per cento. Il rialzo per i titoli di navigazione superiore al 7 per cento, è dovuto in parte notevole a reazione mani­ festatasi sui titoli triestini dopo la depressione pa­ lesatasi nel mese precedente. Continua generale la ascesa rispetto ai vari rami delle industrie tessili, in connessione coi pingui risultati registrati nei bilanci delle Società: per questi diversi gruppi di titoli tessili il livello dei prezzi di Borsa rag giunte alla fine dell’aprile è in complesso pari-al- ì ’incirca a ! doppio di quello che si presentava im ­ mediatamente dopo la guerra. L a miglioria del- T8 per cento che si constata per il gruppo dei va­ lori m inerari è dovuta essenzialmente al rialzo av­ venuto sulle azioni della Società Montecatini.

Nel generale movimento rialzista fanno ecce­ zione i valori siderurgici e quelli meccanici : per i primi vi ha una svalutazione in ragione di circa il due per centof dovuta \principalmente alla, de­ pressione nelle quotazioni dell'!Iva dopo lo stacco del dividendo: assai più sensibile è il ribasso del 15 ner cento che si presenta rispetto ai titoli

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