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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.50 (1923) n.2566, 8 luglio

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L'ECONOM ISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SC IE N ZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMM ERCIO,BANCHI, F E R R O V IE , IN TE R E SSI P R IV A T I

Direttore : M. J. de Johaniiis

Anno L - voi.

uv

Firenze Roma

8-15-22 Luglio 1923

{

ROMA (4) - Via Gregoriana, 56

fi. 2566-67-68

S O M M A R I O

PARTE ECONOMICA.

I l problema del caro vita. - Al f o n s o Dk Pi e t r i-To n e l l i.

Programma didattico p er l’ insegnamento delle discipline eoo- nomico-gmridiche nel R Istituto Tecnico di Siracusa. - G. Na v a r r a Ch i m i.

RIVISTA DEL COMMERCIO.

L o sviluppo economico della Svezia. I l commercio estero Czecoslovacco.

Il commercio dei prodotti del cotone n ell’ A frica del Sud.

RIVISTA DEL MERCATO E DEI VALORI.

Rassegna settimanale.

PA R TE ECONOMICA

II problema del caro vita

Chi conosca le critiche aspre e particolarmen­ te salaci sparse in diversi scritti dal prof. Um­ berto Ricci,' contro la politica annonaria dei mi­ nisteri del periodo della guerra, prova certamen­ te un senso di viva curiosità, neU’imprendere la lettura dei due interessanti opuscoli sul proble­ ma del costo della vita, diffusi d a ll’Unione delle Camere di Commercio e recanti,, fra l ’altro, la re­ lazione R icci sui la vori della commissione, nomi­ nata dall’on. Rossi, Ministro dell’Industria per formulare proposte in merito al caro-vita.

Ma la curiosità si converte tosto in un senso di soddisfazione, nel vedere come il documento che reca sopratutto il resoconto delle discussioni e gli ordini del giorno votati dalla Commissione, risen­ ta del carattere personale del relatore sopratutto nell’impostazione serena ed assennata del oosidet- to problema del care-viveri.

Si può anzi dire che un tale documento valga. ad attenuare le illusioni che poteva far nascere la originaria circolare ministeriale, -colla quale si convocano a Roma i rappresentanti degli enti lo­ cali, gli studiosi, i pratici ecc per conoscere il loro pensiero circa l’azione del Governo diretta a ridurre 1 alto costo della vita e .da contrastare effi­ cacemente ogni eventuale tendenza dei prezzi al l’ialzo, specialmente pr i gnri di consumo po­ polare.

Come pure si può affermare, che nella relazio­ ne Ricci, a ll’infuori delle considerazioni economi­ che, non vi è traccia di quelle ragioni politiche, che nessun governo, neanche il più forte verso gli avversari, può trascurare nei riguardi del se­ gnaci.

Scrivemmo anche noi da tempo che la que­ stiono dell’alto costo relativo della vita per talu­ ne classi sociali, specialmente in certi paesi, non

è che formalmente questione di orezzi. Sostanzial­ mente è questione di riparto dei redditi e della ric­ chezza, cioè è questione di equilibrio economico fra le diverse categorie sociali e fra i diversi pae­ si. Un tale equilibrio fu turbato dalle violenze fra le classi e sopratutto fra le nazioni, dalle di­ struzioni di ricchezza, dalla riduzione delle pro­ duzioni. dall’estensione di certi consumi di certe classi, contro il restringimento d’altri di altre classi, cioè della generalità, infine sopratutto dal­ le profonde alterazioni monetarie avutesi durante la guerra e per certi paesi anche dopo.

Soltanto col verificarsi, lento, ma inevitabile, di fenomeni vari e complessi e che, tanto per in­ tenderci, potremo dire inversi dei precedenti, si attenueranno i mali d: che soffrono particolar­ mente talune classi e taluni paesi : mali che han­ no^ la loro origine principalmente nei sentimenti dei popoli, investono in modo diverso le diverse economie nazionali e si ripercuotono tutti .sull’e­

conomia mondiale; mali ch0 trovano la loro mani­ festazione più espressiva nelle singolari vicende dei cambi.

Fintantoché non prevarrà generalmente un nuovo spirito dei popoli, i particolari espedienti di politica economica poco gioveranno e non sa­ ranno dannosi soltanto se mireranno a favorire il sorgere dei nuovi stati d ’animo.

Può dirsi pertanto utile il documento redatto dal R icci che saviamente si inspira a tali con­ cetti.

Esso parte infatti, come è ben noto del resto, dal supposto che sia da escludersi qualsiasi ri­ torno al vecchio ed odioso armamentario (statale e sino invece da ristabilire le condizioni pel li­ bero giuoco delel forze economiche.

Limitando l’indagine ai generi alimentari, la relazione R icci studia la dispohibilità delle mer­ ci da- rendersi più abbondante per via della pro­ duzione t del rifornimento dall’estero e la distri­ buzione interna delle merci, da rendersi più age­ vole ed economica per mezzo dei trasporti e del­ l'organizzazione dei mercati.

Nei riguardi della produzione agricola, scar­ tando le proposte di viete disposizioni e limita­ zioni, la relazione rileva semplicemente l ’impos­ sibilità di suggerire espedienti di effetto imme­ diato e si limita a consigliare altri di più lunga portata, ma di effetto più sicuro

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missione siano stati divisi nel giudicare gli effetti delle riduzioni. E non manca la relazione di espor­ re brevemente le argomentazioni ben note del protezionismo e quelle del liberalismo, concluden­ do coll’esprknere, come opinione prevalente della Commissione, quella che le riduzioni di dazi ben congegnate e tempestivamente applicate riescono di vantaggio non soltanto al consumatore, ma all’intera economia nazionale, e col riprodurre il voto espresso perchè nel caso di prodotti i quali abbiano in paese un prezzo corrente notevolmente superiore a quello estero, il Governo sia autoriz­ zato a disporre con Regio decreto, promosso dal Ministero dell’Industria, di concerto con quello delle Finanze, la soppressione o la riduzione tem­ poranea del dazio.

In questo spirito di temperante protezionismo, prevalso del resto anche nelle discussioni avutesi alla Camera e nelle Commissioni, intorno alle ta­ riffe doganali e specialmente intorno all© catego­ ria di generi alimentari, potrebbe essere una delle vie più sicure della salvezza dei popoli, il giorni in cui fossero tolte di mezzo qqolle brusche oscil­ lazioni dei cambi, che costituiscono ora gli osta­ coli più potenti ai traffici internazionali ed al rifarsi delle economie dei popoli, vincitori e vinti.

La Commissione ha riconosciuto facilmente, che i dazi comunali sono una delel cause apprez­ zabili del vari rincaro delle ' derrate alimentari. Ma non ha creduto di emettere nessun voto, date ie attuali condizioni , delle finanze locali, she, spe­ cialmente dopo, la decisione del blocco delle so- vraimposte, devono contare specialmente su tali dazi.

Così la Commissione non ha creduto di inter­ loquire in merito al rialzo dei fitti dei negozi: altra, causa notevole e inevitabile del rincaro dei generi

In tema di trasporti ferroviari, la Commis­ sione ha dovuto tener conto delle difese del rap­ presentante delle Ferrovie di Stato, ed ha finito coH’ammettere che le tariffe vigenti pei generi alimentari no sono elevate, essendo cresciute me­ no degli altri prezzi in generale gravando le spese di trasporto con una percentuale limitata sul prezzo di vendita delle derrate alimentari e non potendosi per ora pensare a riduzioni, coll attuale

spaventoso disavanzo ferroviario. Soltanto sono

da augurarsi, ha insistito la Commissione ed in­ sistiamo fervidamente ancora noi, perfezionamen­ ti al servizio, riguardo ai termini di resa ed alle condizioni di responsabilità.

La Commissione ha fatto invito al Governo di dare maggiori facilitazioni (con esenzioni,, ridu­ zioni di tasse, eco.) agli esercenti di trasporti meccanici su vie ordinarie, ma soltanto laddove no vi siano linee ferroviarie concorrenti pel tra­ sporto delle derrate alimentari.

Alto voto ha emesso perchè il Governo richie­ da riduzioni di noli per le derrate alimentari alle Compagnie di navigazione sovvenzionate.

L'argomento attraente della organizzazione dei mercati aveva forse sollevato non poche spe­ ranze che si andarono sbollendo alauanto già alla prova della più serena discussione. Casi fu scar­ tata tosto l ’idea completamente assurda delle aziende recanti la patente del controllo volonta­ rio richiesto alle autorità comunali Un tale (con­ trollo avrebbe supposto non foss’altro la creazione

di una nuova specie di controllori, mentre già

sappiamo, purtroppo, quanto eia tenue assai spes­ so l ’azione di ogani già esistenti, fatti inerti o ar­ rendevoli da amore di quieto vivere o peggio dai riguardi personali o di gruppo degli investiti del­ ie funzioni di controllo.

Riguardo alla coopcrazione di consumo è pre­ valso il concetto di mettere alla prova dei fatti le sue capacità, escludendo i favóri, che hanno certo molto contribuito al suo sorgere e durare, ma anche, andava forse soggiunto, non ripetendo gli attocchi, già deplorati in alto e che ne hanno non poco infranto la fitta rete.

Molto si e radi-scusso sulla limitazione del nu­ mero dei pubblici esercizi. Ma il danno al 'Consu­ matore non proviene forse tanto dal numero quan­ to dalla condizione di monopolio in cui il consu­ matore stesso, per ragioni di comodità e di iner­ zia, mette ciascun esercizio. Una tale, condizione non scompare certo col crescere del numero degli esercizi, che invece di farei la concorrenza attua­ no monopoli sempre più piccoli e più onerosi. Ma non scompare neppure col frenare e regolare l ’ac­ crescersi del numero -degli esercizi, consolidando i monopoli esistenti.

Vi è quindi forse un po’ di illusione nel parere espresso dalla maggioranza soltanto della Com­ missione, che anche contro il desiderio del consu­ matore e quasi per sua forzata educazione, si debba limitare il numero degli spacci, affidando ai comuni il compito di disciplinare la concessio­ ne dellel. icenze ed'eventualmente emanando un regolamento tipo, sentito il parere delle rappre­ sentanze dei comuni e delle Camere di commer­ cio.

Molto opportuno è apparso.alla Commissione ed appare anche a noi il proposito dell’Unione del­ le Camere di commercio e dell’Associazione dei comuni -di compiere un’indagine metodica, condot­ ta con unicità di criteri e per ora limitata alle città con oltre duecentomila abitanti, intorno al­ le circostanze particolari alle diverse merci, nelle diverse città ed atte a spiegare il distacco, che pare più sensibile in Italia, fra prezzi al minuto e prezzi all’ingrasso, mentre forse per la relativa stabilità dei cambi italiani dell’ultimo periodo trascorso, non si notano squilibri fra i prezzi al­ l ’ingrasso italiani e-q u elli del mercato interna­ zionale.

Una tale indagine di carattere occasionale, secondo le lodevoli intenzioni dei promotori, an­ drebbe integrata con studi di carattere permanen­ te, da compiersi d’accordo coi comuni e dalle Ca­ mere di commercio, intorno ai rifornimenti dei ■

generi alimentari, all’andamento dei prezzi al- l'ingrosso ed al minuto, intorno ai numeri indivi del costo della vita, finora così grossolani e tanto poco paragonabili fra di loro : dando poi la più ampia pubblicità, per quello che può valere, ai risultati di simili studi

In tali indagini e nell’attività,connessa si par-, rà la nobiltà e sopratutto si parranno la risolu­ tezza e l’indipendenZa in eofnronto di particolari interessi, delle amministrazioni dei comuni e del­ le Camere di commercio in generale, le quali tro­ vano già, se vogliono servirsene, esempi degni di imitazione in qualcuno dei m aggiori centri ita­ liani.

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Programma didattico

per l'insegnamento delle discipline economicosgius ridiche nel R. Istituto Tecnico di Siracusa.

Anno scolastico 1922-23

Già al mio quinto anno d’insegnamento, mi riesce purtuttavia impossibile parlare della cat­ tedra che ricopro e dei corsi da svolgere senza riferirmi a quanto ebbi già a' dire precedente- mente, in programmi didattici e su periodici di carattere professionale : la cattedra di scienze giu­ ri dico-economiche è un letto di Proclisie su cui l ’insegnante deve adagiarsi coi sorriso alle lab­ bra per non rivelare ai discepoli di quale disagio è materiata la sua vita intellettuale. Timidamente le prime volte — perchè la mia tròppo scarsa esperienza lo imponeva — senza, esitazione ora, affermo assolutamente impossibile che un inse­ gnante solo assolva per intiero, e bene, il compito maestoso d ’impartire in due anni soltanto, in an­ gustie di orario, in classi per lo più numerose, e malgrado il carico ed il sovraccarico delle altre interrogazioni, nei quattro anni d i corso della F a­ coltà di Giurisprudenza a giovani intellettual­ mente ben più maturi di quegli adolescenti che popolano oggi le nostre scuole medie. Non è pos­ sibile perchè sminuzzare la scienza quanto oc­ corre in simili contingenze è solo di chi la do­

m in i; e un individuo solo non può dominare

gruppi disparati di discipline come quelle giuri­ diche da un lato (diritto civile, commerciale, co­ stituzionale, amministrativo, nozioni di procedu­ ra civile) e quelle economiche dall’altro (econo­ mia politica, scienza delle finanze), senza parlare della statistica la quale non ha nulla 5a fare con le uno e le altre e, negli Istituti in cui c’è, della Legislazione rurale la quale costringe l’insegnante che tenga alla sua superiorità anche tecnica di fronte a piccoli alunni di scuola media, ad uno studio suo particolare di agronomia, agricoltura ed estimo!

Senza titubanze quindi, perchè non temo di errare, io affermo qui la .mia convinzione profon­ da : G l’insegnanti di scienze giuridico-eeonoini- che degli Istituti i quali affermino eventualmente di poter bene impartire, nelle strettoie attuali, tutte quante, led iscipline loro affidate, o menti­ scono cinicamente o hanno, con un lavoro auto matizzato di esercitazioni manualistiche negato in sè stessi la coscienza d’insegnanti e, con l ’iden­ tico lavoro imposto ai discepoli, negato la scuola nella sua essenza e-nella sua finalità.

Perchè, a lato delle difficoltà obbiettive di una' cattedra cobi mostruosa, c ’è poi anche quello che una volta chiamai il vantaggiò dell’avere affidato ad unico insegnante le discipline giuridieo-econo- miche tutte insieme.

Dissi già che il vantaggio « è che egli può, se pure, come sarebbe desiderabile, non lo avesse fatto prima di accedere a ll’insegnamento, formar­ si un sistem a completo, e impartire delle nozioni tutte coordinate le une alle altre, così che i gio­ vani, condotti a studiare il fatto sociale sotto vari punti di vista ma con .metodo unico, riescono 'me­ glio a scoprirne il valore unitario.

Ed è questo un vantaggio perchè l'esperienza dimostra che spesso i giovani si allontanano dagli studi sociologici, .considerandoli vane accademie, quando le varie discipline sociali che essi devono apprendere non siano appunto coordinate ad uni­ co sistèma. Orbene questo van taggio non è che

un’aggravante della pena inflitta dai programmi,

dagli orari, dalTordinamento attuale della Sezio­

ne-Ragioneria aglii nsegnanti di scienze giuri- dico-ec onornic he.

Chi. si preoccupi del sistema, infatti, non tar­ derà molto a convincersi che il suo lavoro, neces­ sariamente interiore prima, si sgretola in buona parte quando viene ad urtare col lavorìo operato sulle tenere menti -degli scolari da un altro inse­ gnante: quello di ragioneria, che seguendo le or­ me dei’ -suoi Maestri, pretende dagli alunni filze di nozioni e . definizioni economiche e giuridiche, le quali servono tutte insieme ad ingrossare la .mole d quella scienza e sono prese di qua e di là composte insieme come in un mosaico spesso dif­ forme !

Per ovviare a questo gravissimo inconveniente occorrerebbe che un unico insegnante assumesse tanto le scienze giuridico-economiché, escludendo­ ne beninteso la statistica, quanto la Ragioneria, dalla quale dovrebbe però staccarsi la -computi­ steria che, spogli da ogni superstruttura non ne­ cessaria, e insieme con la statistica metodologica, dovrebbe essere assegnata al professore di mate­ matica.

Ma cascheremmo in un circolo vizioso! Nè -d’altra parte è bene fidare sulle cosidette

sedute per la coordinazione dei program m i, so­ lenne reciproca mistificazione di -cui soggetti at­ tivi e passivi sono insegnanti, scolari, "capi d ’isti­ tuto, ispettori, Ministri della Pubblica Istruzione e legislatori!

Com’è possibile del resto coordinare i program­ mi quando il professore di Ragioneria si estende a

parlare in seconda classe di sistemi monetari, cambiali, -sconto commerciale, cambio, debito pub­ blico, interesse, borse e operazioni di borsa, conti correnti sociali e in partecipazione, mentre poi tutti questi argomenti sono di competenza speci­ fica airinse-gnante -di scienze giuri-dico-economi- che e sano distribuiti nei relativi -corsi di terza e quarta classe?

Come è possibile coordinare i programmi

quando il Professore di Ragioneria deve all’ini­ zio del 3° Corso esaminare e perciò definire le va­ rie A ziende, studiando la materia am m inistrabile

sotto l ’aspetto economica e giuridico, argomenti tutti di competenza specifica dell’insegnante di scienze -economico-giuridiche, il quale porterà in classe i ’suoi metodi, il suo sistema e una partizio­ ne e -distribuzione non sincrona imposta dai pro­ grammi ufficiali e dalle esigenze dei singoli in­ segna-menti ?

E cosi avviene — qua-si per ogni argomento — durante il secondo biennio intiero, in cui non si sa se deplorare maggiormente l’inutile sciupìo di-tempo e fatica imposto dai continuo ripetersi ad insegnanti ed alunni, o l ’accavallarsi continuo ed incómposto di nozioni che, se riferite al diritto privato finiranno sempre con l ’adeguarsi piò o meno perfettamente ina, se riferentisi ai principi generali del diritto pubblico o dalle disciplina economiche che potranno eventualmente cozzare tra loro in funzione della diversa personalità scientifica sia per -modestia dei due insegnanti !

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Solo una volta nella mia carriera d'insegnante riuscii ad ottenere che un collega d'italiano as­ segnasse da svolgere u n . tema di carattere eco­ nomico. Ma queirinsegnante era un prete e, quan­ do non c ’era più tempo a rimediare, constatai che la enunciazione del tema imponeva agli, alunni l ’apodittica affermazione della necessità di porta­ re tutti i risparmi della Regione ad un Istituto di Credito aperto dal Partito Popolare Italiano nell’ambiente ch’era sede dell’Istituto!

E che dire degl’insegnanti di lingue straniere che debbono preoccuparsi di Schiller o di Byron o di Molière, ma troppo spesso non danno agli alunni le nozioni della lingua commerciale ?

E che dire dei professori di matematica —- la isola disciplina forinatica impartita nel primo biennio — che, in genere, trascurano volutamente e sprezzatamente i ragionieri ?

Se fosse lecito, in un programma- didattico, ricercare le cause di questa babeie scolastica, fini­ rei col ripetere quanto e stato già avvisato dai migliori ingegni contemporanei rivolti ad una sintesi poderosa del sapere umano, col lamentare cioè il fallimento dell’attuale insegnamento su­ periore, fallimento derivato dal continuo succes­ sivo frantumarsi della scienza in branche diverse, cui si attorcigliano tutti gli egoismi e tutte le presunzioni pseudo-scientifiche ed a cui si debbo­ no le svariate scienze ed il profondo generale di­ sagio !

Che il coordinamento fosse invece fatto secon­ do le esigenze della coscienza, intesa nel suo più alto significato, là dove si fucinano davvero le mirabili sorti progressive dell’umanità, allora la preoccupazione del coordinamento nella scuola media non avrebbe region d’essere e la desidera­ bile ed a volte necessaria specificazione degl’inse­ gnamenti e degl’insegnanti non sarebbe più'’ quel pricolo e quel danno ch’è oggi.

Naturalmente non è possibile che queste con­ siderazioni, frutto di passione per la scuola e di un’aspirazione di miglioramento, se non bene in­ tesa, certamente intensa, non informio di sè e dello sconforto che ne discende tutto la mia atti­ vità didattica

E lo sconforto sarà anche maggiore in questo mio primo anno d ’insegnamerito nel R. Istituto Tecnico di Siracusa in cui mi sento continuamen­ te violentato (absit ìniuria per me e perù miei egregi predecessori) dalla presenza di alcuni libri di testo e dalla- mancanza di altri. Ma non potevo cambiarli nè in tutto nè in parte nè potevo ag­ giungerne perchè, in materia, malgrado si invo­ chi da tutti i partiti, compreso quello c h ’è al Go­ verno, la libertà didattica della scuola-, in realtà si è costretti a tener conto delle precise disposizio­ ni in vigore, dei consigli e degli ordini dellTspet- forato... della -convenienza che gli alunni trovano nell’acquisto di seconda mano dei libri adottati l ’anno precedete, delle ecòomie dei padri di fa­ miglia e degl’interessi dei librai!

Altro gravissimo intralcio alla mia attività diq uest anno è la impreparazione generica degli alunni di trza e quella generica e specifica de­ gli alunni di quarto corso i quali, in media, non valgono nulla in più di coloro che nella sessione autunnale d’esame efebi -modo di saggiare e di non ammettere aH’ultimd anno della sezione.

Per essi curerò man mano che ne avrò il bi­ sogno el ’occasione, gli opportuni richiami alle

discipline precedenti di cui per altro esporrò un succinto sommario all’inizio dei corsi.

Corso di economia Politica

E ’ questo il corso più irto, di difficoltà. Varie casidette scuole d’economia (tra cui quella di co­ loro che ne ammettono soltanto due: la scuola di chi la sa e la scuoia di chi non la sa), han reso possibile ad una folla di dilettami di montare in cattedra e, quel ch ’è peggio di lanciare sid mer­ cato trattati e libri di testo qualche volta ottimi per il piazzo, quasi sempre pericolosi per il conte­ nuto. Ne è derivata quella babilonica,confusione di lingue che rende stranieri l ’uno a ll’altro spesso financo gli stessi... economisti, quasi sempre il professore di scienze econom icogiùridiche e quel­ lo di Ragioneria che per il bene delle genera­ zioni avvenire insegnano contemporaneamente Ho stsso istituto! .

Io mi rifarò alla dottria del più grande eco­ nomista italiano Francsco Ferrara, il quale intuì genialmente che leggi spesso di verse governano l ’economia dei singoli individui, -come iniziatori o dirigenti di singole aziende, e l ’economia della So­ cietà considerata nel suo complesso, senza limita­ zioni o confini territoriali, capace di corrodere lentamente e limitazioni e confini, là dove la mi­ seria intellettuale e morale dei governanti ne in­ nalzi Cercherò di mostrare passo a passo — svol­ gendo così l ’insegnamento del Ferrara — le ana­ logie e le antitesi che la conoscenza dell’uomo co­ me soggetto economico, e lo studio dalla sua atti­ vità rivelano tra ì ’economia individuale e l ’eco­ nomia sociale che segna nel tempo e nello spazio le grandi linee dell’attività umana.

E non tralascerò mai, passo a passo, di segui­ re, di richiamare e di preannunziare addirittura lo svolgimento dei corsi di Ragioneria per cercar di spiegare — se necessario — alla meno peggio eventuali divergenze e per derivarne —■ come av­ viene spesso nel -campo dell’economia individuale — le nozioni che quella disciplina ha già utilmen­ te elaborato per conto suo.

Quanto alla distribuzione della materia mi propongo, in linea di massima, di svolgere i tre. fenomeni -della produzione, della circolazione e della distribuzione uno per trimestre rifacendomi nelle primle lezidni.. alle nozioni anciclopediche premesse al Corso di diritto e chiudendo con quel­ le poche nozioni sul consumo ohe mi servono d’ad­ dentellato al successivo corso di finanza.

Tralascerò la storia della scienza economica che si ridurrebbe ad u'na inutile esercitazione mnemonica.

Corso di sciente delle finanze

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Poi-ehè, -naturalmente, qui saremimo in materia di di­ ritto pubblico, avrò ¡cura di richiamare o, almeno, di non fare ismarrire agii alunni la nozione giu- dirica dello Stato sulla quale m i fermo alquanto nel corso di diritto pubblico.

Corso di diritto civile e com m erciale

Farò precedere alcune nozioni enciclopediche allo scopo di mettere in rilievo il procèsso forma- tico del diritto e l ’importanza sociale, della cono­ scenza delle discipline giuridiche in genere.

Svolgerò tutti g l’istituti di diritto civile, aven­ do però cura di sorvolare su quelli poco impor­ tanti per l ’esercizio della professione di Ragioniere e di eliminare ogni apparato dottrinaria che gli -studi fatti potrebbero indurmi a portare nella scuola. Le nozioni di procedura civile che il pro­ gramma ufficiale prescrive d ’impartire le darò, senza pretesa di svolgere una parte autonoma d’insegnamento, volta per volta che se ne presenti l ’opportunità, sia in terzo che in quarta corso.

Non man-chrò mai di richiamare gli alunni alla necessità della -conoscenza anche topografica e dell’uso di Codici e a-nzi cercherò di àbituarveli io stesso.

' Identici criteri varranno per il corso di-diritto commerciale

La sola- particolarità che -credo di dover qui indicare è questa : che mentre tutti gli scrittori includono lo studio della cittadinanza nei corsi di dirittop rivato dolve la cittadinanza fu confinata « per non interrompere la tradizione », in base alla esplicita disposizione d-ell’art. 3 del Cod. Civ. per cui nell’esercizio dei diritti privati non v'ha differenza fra cittadini e stranieri, ed in base al fatto che ormai la materia è regolata in maniera autonoma, io stralcio l'argomento dal corso di di­ ritto civile che si svolge in terzo anno e lo tratto nella sede -che mi pare più opportuna e naturale e cioè nel corso di diritto pubblico che s’impar- tis-ce nel quarto anno.

Corso di diritto am m inistrativo

Il corso s’intitola erroneamente cosi, non è, e non può essere altro, che un brev-e corso di diritto pubblico interno (costituzionale e amministrati­ vo). Non è possibile svolgere minutamente quanto è contenuto nel programma dinnanzi a cui visi­ bile cosa appare, più ancora che per le altre di­ scipline della mia cattedra, il tempo disponibile per l ’insegnante e quello che l’alunno può dedi­ carvi.

Mi limiterò pertanto ad assicurarmi che gli a- ninni abbiano bene acquisito la nozione giuridica di Stato e le dottrine fondamentali della costitu­ zione politica onde possano tram e guida sicura e per il corso di diritto pubblico vero e proprio e per il corso di scienza delle finanze (diritto fisca­ le) e possano ancheri sol vere con sicura coscienza, in qualunque momento dei loro studi giuridico- economici, i dubbi che di frequente arrestano sulla via gli studiosi di tali discipline.

Esaminerò quindi le leggi fondamentali dello Stato servendomi poi ¡sempre di esse per illustra­ re e rivedere quelle varie teoriche fondamentali che, -sceverate di tutti gli elementi storico-politici,

onde s’è potuto affermare che il diritto pubblico è il meno giuridico dei diritti (!), valgono alla loro volta a chiarire, gli atteggiamenti del diritto pubblico interno positivo.

Quanto alla distribuzione degli argomenti du- rantel ’anno scolastico — sempre con le riserve che in materia sonoi mplieite — cercherò di rac­ chiudere il diritto costituzionale dentro il primo trimestre per lasciare agli altri due lo svolgimento del Diritto Amministrativo.

Corso di statistica

Seguirò il programma ufficiale ingegnandomi di eliminare -del tutto, pure assicurando al corso organicità di struttura, quelle varie applicazioni d i calcolo cui non sono preparati nè insegnanti nè alunni.

Spero di aver già -dato la sensazione della pos­ sibilità -che io credo d’avere o, quanto meno, della volontà che io so in me d ’inquadrare alla meno peggio le varie discipline impartite nei miei -corsi in un sistema organico.

Spero quindi che queste ¡affermazioni appaia­ no più come una maniera di ¡concludere, e perciò di riassumere, che non come una necessità.

Mi preme aggiungere piuttosto che, dopo gli esperimenti fatti con risultati incoraggianti, nei R R Istituti di Pisa, Modena e Teramo, intendo ormai collocare definitivamente nel mio program­ ma didattico e il metodo della lettura in classe di qualche brano -suggestivo della letteratura giurid-i coHeconomica e il metodo dei lavori scritti o sul tipo di quelli consigliati -dal Davemport dai quali si può ben valutare la capacità aissimilatrice e lo ingegno dell’alunno, ovvero sul tipo -comune che •importa l’esposizione grafica del lavorìo mnemoni­ co.e che serve, quanto meno, ad indicare la quan­ tità di studio fatta dagli alunni.

I lavori dell’un tipo o deU’altro -saranno sem­ pre svolti in classe alla mia presenta, e, quando anche il Consiglio dei Professori non volesse at­ tribuir loro quell’importaaiza -che io invece vi am­ metto, si vorrà almeno riconoscere l ’utilità agli effetti delle votazioni trimestrali, sòpratutto in quelle classi -che per numero ¡di alunni costringe­ rebbero altrimenti l ’insegnante al unghe ¡snervan­ ti ripetizioni, arrestando ad ogni pie' sospinto lo svolgimento dei ¡corsi.

Con questo non intendo memomamente esimer­ mi da,IL obbligo di abituare gli alunni .aU’espasi- zione orale delle proprie idee e alla correttezza lin­ guistica di tale esposizione chè anzi tengo per fermo l'insegnante di qualunque disciplina debba attentamente seguire queste che sonò manifesta- ioni formali della vita spirituale del discepolo e dbba -seguirle non solo in classe ma pure, fin do­ ve è possibile, fuori, anche per avere il modo di risalire dalle m anifestazioni form ali allo svilppo morale della coscienza dei discepoli che non può e non deve sfuggire alla patema vigilanza dei Maestri.

Per questo, senza mai transigere in materia di disciplina e di rispetto reciproco, io cerco d’esser l ’amico dei miei alunni come i miei più veri Mae­ stri sono, oggi i miei più veri amici.

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130 L ’E C O N O M ISTA 8-15-22 L u g lio 1963. N. 2566-67-68,

R IV IST A DEL COMMERCIO Lo sviluppo economico della Svezia

L’ufficio del commèrcio svedese tua, pubblicato al­ cune cifre che mostrano le profonde modi fica,zi olii che si sono prodotte nello stato econordico della Sve­ zia durante le ultime decadi. Mentre chei nel 1870', circa il 72 per cento della, popolazione svedese vi era dell’agricoltura, il 15 per cento solamente era occu­ pato nelle manifatture; nel 1910 le statistiche ese­ guite indicano ohe queste percentuali passano ri­ spettivamente a, 48 per cento ed al 32 p-er cento. Dal 1896 al 19*20 il valore della produzione manifattu­ riera e mineraria svedese passa, da 834 milioni di co­ rone a 7.915 milioni dii corone; mentre quello del com­ mercio estero passa da 322,360.000 corone nel 1871 a 5.592.400.000 corone nel 1920* e ricade a 2.269.500.000 corone nel 1922,

L’eccedenza della importazioni sulle esportazioni raggiungeva;, nel 1920 un; valore di £035.800.000 co­ rone; cadde, a 161.400.000 corone nel 1921 e nel 1922 si registra un’eccedenza, dell’ esportazione eleva,ntesi a , 32.800.000 corone.

Il commercio estero Czecoslovacco

Secondo i dati pubblicati reicent,emlente dalTUf- ficio statistica ufficiale, risulta che le cifre definitive del bilancio commerciale dello scorso esercizio si ri,assumono clorde segua:

IMPORTAZIONI Quantità (quintali) Quantità (unità) Valori (corone 31.942.150 788,794 12,965.515). 701 ESPORTAZIONI Quantità (q u in t a li)... 9-4.902.625 Quantità ( u n i t à ) ... 4.119.526 Valori ( ' c o r o n e ) ... 18.086.348.590 In* 1 conseguenza,, Tanno commerciale del 1922 si chiude con un attivo di 5.390.932,889 corone czieco- slovacohe. Il primo semestre dell’ anno segnava una eccedenza delle esportazioni dii tre miliardi: le sud­ dette cifre mostrano che la seconda metà dell’anno è sitata, parimenti favorevole, Conviene aggiungere chle queste cifre si basano alieni a sul sistema di va­ lutazione; mentre a partire' dal primio gennaio 1923 saranno stabilite secondo il sistema, di dichiarazione.

Il Commercio dei prodotti del cotone nell'Africa del Sud

•Durante gli anni della, guerra l’Africa del Sud ha visto diminuire seriamente le importazioni inglei- si, mentre aumentavano in corrispondenza le imperi tazioni americane. Non è quindi privo di interesse il vedere quale sia la situazione attuale1 nell’Africa del Sud, per1 quello chle riguarda la situazione, at­ tuale.

Le importazioni di fili e di tessuti di 'cotone, nel 1922, hanno raggiunto la cifra, totale; di 7.646.511 lire sterline, Questa cifra può essere paragonata, con soddisfazione a quella; del 1920: 10.780.259 lire ster­ line, che stabiliva un record, mia che ha beneficiato delTenorme aumento die® prezzi nel corso del detto

anno.

Le statistiche per il 1922 rilevano che gli stocks formati nel 1920 hanno dovuto essere assorbiti e che la situazione degli affari, è ritornata normale. Le im­ portazioni del 1922 sono superiori in effetti del 31 per cento, cioè di 1.80G.935 lire sterline, a quelle del 1921.

Esaminando invece le importazioni in quantità, si nota, che la Grani Brettagna occupa il primo po­ sto. Durante l’ anno 1922 le spedizioni di tessuti fatte dal Regno Unito nell’Africa diel Sud ('compresa la Rodesia eid i Paesi del Protettorato) hanno raggiun­ to 78,262.100 yard,s quadrati, cioè 1.411.000 yards di più che durante gli anni 1919 e 1920, e praticamente 30 milioni di yards di più che nel 1921. Nel 1913 le quantità spedite non raggiungevano che 71.977.400 yards, non però yards quadrati : dii guisa che è evidente che vi è utn rubricato aum'emto in: confronto

al 1913, L,e importazioni inglesi nel 1922 si dividono' coirne segue:

Tessuti imbiancati 18,99,500 yards quadrati. Tessuti stampati 24.619.700 yards quadrati. Tessuti tinti o fatti di fili titubi 30.070,700 yards quadrati.

In definitiva l’anno 1922 segna uiryvero record. L’inghilterïa, ha ripreso sul mercato dell’Africa, del Sud un posto preponderante ed . incontestato'. Le im­ portazioni inglesi rappresentano un valore di 5.928.406 lire sterline, cioè il 78,6 per cento del to­ tale. Nel 19§1 la percentuale era di 81.7; nel 1920 di 82.8; nel 1913 dell’80 per cento, L,a diminuzione non è dunque che molto leggera ini confronto al periodo di anteguerra, Essa è imputabile ai prezzi elevali dei tessuti inglesi, in confornto con quelli dei tes­ suti americani.

Le import,azioni; americane tengono il secondo posto. Esse hanno raggiunto 433.997 lire sterline nel 1922, con un aumento forte sul 1921 (246,011 lire ster­ line), e sul 1912 (34.587 lire 'sterline). Ma nel 1920 essa si erano elevate a 662.9C3 lire sterline; nel 1919 a 567.172 lire sterline; nel 1916 a' 232.763 lire sterline. Tenendo conto delle differenze di prezzo, Sembra tuttavia, che le importazioni dell’anno' 1922, conside­ rate in quantità, abbiano dovuto segnarle un record sia per gli Stati Uniti che per T Inghilterra. In per­ centuale1, le imp orbassi orni americane hanno rappre­ sentato: nel 1912 11.5 del totale; nel 1920 il 6.1; nel 1921 il 4.3, e rifi 1922 il 5.7.

Quanto alla Germania, le sue esportazioni in tes­ suti di cotone per l’A frica dlel Sud, che non erano che di 12.310 lire sterline nel 1920, si sono1 elevate; a 73.965 lire sterline nel 1921, ed a 289.382 lirei sterline nei 1922, Essa ha dun que,ripreso il terzo posto sul mercato dell’Africa del Sud (prima della guerra, era il secondo). Bisogna notare' tuttavia che lei importa­ zioni tedesche sono diminuite durante Tanno 1922, Per il primo semieatre, esse si erano elevate a 167.711 lire sterline, cioè il 58 per1 cento del totale,

R IV IS T A D E L M ERCATO E D E I V A L O R I

Rassegna settimanale

(7)

Finché avremo in Italia un Governo degno di tal norme, la fiducia nelle cose nostre nion può venir me­ no. Si è. recentemente accennato in America ad in­ dizi di crisi industriale, e meglio a, stasi nelle ven­ dite e si citava il ribasso dle-1 prezzo del rame (Ster­ line 04 1/2) come :un sìntomo significativo. Non è del resto da meravigliarsi se le condizioni precarie di una parte dell’Europa, possano, avere qualche, riper­ cussione su i grandi, mercati di produzione.. Sarebbe vivamente da augurarsi di raggiungere presto l’as- sodami rito politico, e finanziario dii questa povera Europa, togliendo quellinoubo che intralcia gli scam­ bi internazionali. E’ una, situazione anormale che. dura già ida troppi anni Le gravi notizie sulle diver­ genze franco-inglesi, hanno- interrotto, questa setti­ mana, il movimento di rialzo, paralizzando, le buone disposizioni dei nostri mercati finanziari: e provocan­ do parecchi realizzi. La questione della. R:uihr è giun­ ta ora a f bivio; nella, prossima settimana si saprà come uscire dia! binario morto in cui si trova. Di fron­ t e alle incognite della, situazione politica è naturale la riservatezza dei nostri operatori e facilmente si spiega il regresso avvenuto negli ultimi giorni della settimana su( quasi tutta la quota,. E’ oggetto, di di­ scussione e di preoccupazione l’andamento, attuale delle divise estere. Esaurienti spiegazioni non si han­ no per1 giustificare il tìeprlezzamento della, nostra, li­ ra. Da Nlerw York ci servono che là speculazione americana sarebbe estranea al movimento attuale e che il corso della lira italiana dia qualche tempo al­ la borsa, di New York è regolato dalle borsei Europee e dalle offerte dellTtalia. Oltre, ai bisogni reali per merci e ricoperture di posizioni ai ribasso si ritiene che la nostra divisa è ingiustamente trascinata, nel ribasso della altre dvise europee. L’esasperante ina­ sprimento dei Camjbi influenzò i corsi dei nostri Fon­ di Stato e.d anziché rigiu|ada,girare la cedola seme­ strale si mantengono, deboli. Bastò il leggero miglio­ ramento dei Gambi avvenuto mercoledì per revocare quasi mazzo punto di ripresa; sul Consolidato il qua­ le raggiunse il corso dii- 86,95 per chiudere, l’ottava a 85,95 per .contanti -.a 86,15 pei1 fine mese, mentre la

Rendita 3 1/2% finisce a 76,80 pcu contanti e 76,95

per line Luglio.

Le Azioni della, Banca d’Italia dimostra,vano vel­ leità di camminare e da 1557 di sabato scorso arri­ varono con slancio giovedì a, 1594 per subire l’in­ fluenza generale e retrocedere a 1566 prezzo dell’ o- dierna chiusura. Le Azioni della Banca Commerciale e del Credito Italiano con passo meno accelerato chiudevano, mercoledì a, 965 e 745 con liete promesse di proseguire nella loro ascesa quando. l,e notizie del­ la questione della Ruhr influenzarono anche le no­ stre borse. Chiudono la settimana a. 947 e 731. Nel do-posborSa facesi ancthle 943. In ribasso le Meridio­

nali a 368 ex 6,80 nette sul violento rialzo della Ster­

lina mentre le Mediterranee spinte mercoledì sopra 317 riperdono il terreno guadagnato- e chiudono, le settimana a 308. La Rabattino esordì brillantemente la .settimana a 571 ma anche per questo titolo la no­ stra borsa, ebbe da suda re, numerose, vendite di al­ tre piazze e si chiude oggi a 555

Il rialzo dalle divise estere favorisce le aziende di Navigazióne., i noli si pagano in oro- e cresce col cambio ì,l valore delle navi.

N!on ci dilungheremo sulle dolenti note dei Cambi. Mentre i Dollari, e le Sterline continuano la loro asce­ sa è ulteriormente ribassato, in settimana il Parigi ed il Bruxelles. Ghindiamo lo tta v a -a : Parigi 136,"5;

Bruxelles 113.75; Londra. 108.57 1/2; dopo 109,10 New York 23,90; Svizzera 405; Germania, 0.013; Austria

0.03 1/2. Mentre a Londra lo sconto ufficiale è por­ tato al 4 % per difesa della sua valuta di fronte al dollaro, ini Italia il denaro è facile. Sconto fuori Ban­

ca 51/4 a 5 3/4%. Riporti 51/2% circa.

Si negoziarono alcuni Prerrti per fine luglio, a-1- rincirtaa sulle seguenti basi :

Consolidato 5% scarto 0.50 doni. 0.40 di premio, Banca d’Italia 15 dont l3-,Comit 9 dont 8; Credito 8

dont 7; BvfbatMno 7 dont 7; Terni 9 dont, 7; Monteca­

tini 6 dont 6 tutto circa.

Premi per fine Agosto; Consolidato 5% 1 di scar­

to dort 0.70 di premio; Banca d’Italia 30 dont 20;

Comit. 15 doniti 14; Credito 12 dont 12; Fiat 12 dont 9; Rubattino 14 dont 11; Terni 15 dont 13; Montecatini

10 dont 8; Suia. Viscosa 5 dont 4 tutto circa.

Torino 7 luglio 1923.

La voce riferita lunedì da qualche giornale del­ le dimissioni dall’ On. D.e Stefani indispose gli am­ bienti finanziari e la prima riunione della, settimana chiude -coni prezzi in regresso su quasi tutta la, quota. Il Consolidato 5% cadde a 86 la Go-mit a 941 e. la Fiat a 362. Tostochè la, notizia si dimostrò insussi­ stente ritornarono le buone disposizioni nelle nostr e Borse e mercoledì sii raggiunse il corso di 86,90 per' 11 Consolidato 5%, 77,72 1/2 per la Rendita 3 1/2% 955 per la Gomit, 737 par il Credito Italoiano, 384 1/2 per1 le Meridionali, 324 per le Mediterranee, 374 per la Fiat e 455 per ,la Nebiolo, per accennare solo ai ti­ toli che ebbero maggiori spostamenti. L’attuale mi­ nistrò delle Finanze gode molto simpatie, nel mondo degli affari ed il siuo ritiro avrebbe lasciato vivo ram­ marico. Le borse dovettero pure subire le ripercus­ sioni delle notizie sul grave dissidio franco-inglese per la questione della Ruhr. E così si spiegano le al­ talena che si -sono, verificate questa settimana: sia, nel corso dei titoli cihe in quello dei cambi. Il discorso Baildwin rinfrancò gli animi! e la settimana chiuse coni migliori disposizioni, e la Borsa dimostrò un mi­ rabile fondo di resistenza ed aneti,e nelle borse di debolezza si affermava, un facile ei pronto assorbimen­ to delle vendite speculative. Nessun fatto- saliente dobbiamo segnalare per1 la .settima,pa che. termina oggi e\la, cronaca di borsa sarà necessariamente bre­ ve. Lo siclarto di poco rilievo- fra le quotazioni per Contanti e quelle per1 fine mése dà una prova eviden­ te che il pubblico rivolge una parte cospicua dei s-uoi incassi semestrali all’acquisto dei Fondi di Stato. Sempre interessanti sono, i valori bancari i quali chiudono la settimana sui prezzi seguenti : Banca

d’Italia 1573; CopnBt 952; Credito Italiano 733.

Favorite èd attive le Mediterranee sulla voicie di una probabile cotmbinaz,ionie con lo Stato per1 la co­ struzione di linee ferroviarie (?) Cor, decreto 17 Giu­ gno n. 1386 venne concesso dallo Stato, alla, Meditar - rannea u-nìa nuova anticipazione di 100 milioni.,, Oggi 323. Meridionali. 380 piuttosto trascurato.

Viene messo il 20 luglio in pubblica sottoscri­ zione in Italia al prezzo dii 465 lire per obbligazione 400 mila Obbligazioni 61/2% netto da Lit 500 nomi­ nali del Prestito Austriaco rimborsabile entro il 1943 e garantito dai Governi Europei, E’ un investiménto rimuneratore e solido al 7% ohe incontrerà le sim­ patie del nostro pubblico.

Viene' aperta, la sottoscrizione alle Obbilguzionì 3 1/2 delle Venezie rimborsabili in 25 annualità con estrazioni a sorte. E’ un’ ottimo impiego intorno al 5 1/2%.

Il futuro andamento delle nostre borse è intima- unente legato alle notizie- politiche interna ed estere. Si confida, che il Parlaménto continuerà a dare il suo appoggio al Governo Mussolini, che la pace pos­ sa finalmente raggiungersi a Lausanne e che si trovi un terreno d’intesa fra la Germania e le altre Na­ zioni. interessate. Lai soluzione di questi gravi pro­ blemi sarà il punto di partenza per una nuova e lun­ ga campagna di rialzo. E’ giunta al suo termine, la raccolta dei bozzoli, la campagna chiude con prezzi in sensibile ribasso (circa 10%) sui prezzi pagati al­ l’ inizio delIammasSo. Si era partiti don prezzi trop­ po alti in confronti a quelli praticati ini Francia ed ai prezzi degli organzini.

Continuano le oscillazioni repentine dei Cambi. La sterlina ed i dollari che quiotava.no 108,40 e 23,771/2 lunedì, cadono mercoledì a 1061/2 e 23,13 per subire un nuovo inasprimento stamane, a 108 3/4 e 23,67 1/2 e chiudere la settimana a 107,80 e 23,50, mientr'e il Parigi termina la settimana a 137,871/2,

la Stilizzerà a 405; il Belgio a 114,30; la Germania a

0.010 3/4, il Praga sempre in buona vista intornio, a 70. Il Denaro è facile; Sconto fuori Banca 51/2 a 5 3/4%; Riporti 51/2% circa, Premi per1 fine Agosto:

Consolidato 5% .circa 1 di scarto dont 0,50 di premio; Banca, dìltalia 22 dont 15; Gomit 15 donit, 14; Credito Italiano 14 dont 12; Meridionali 10 dont 8; Rubattino

12 dont 10; Fiat 9 d,ont; Terni 14 dont 1; Ezidanìa 12 dont 10; Enia Viscosa nuove 10 dont 9 tutto circa,

(8)

L ’ EC O N O M ISTA

]32

In altri momenti il trionfale successo riportato domenica dal Governo Mussolini avrebbe certamen­ te provocato' una ripresa dei nostri mercati finanzia­ ri. Se questa vittoria noni venne salutata dagli am- biemti borsistici da un rialzo dei valori ciò è dovuto ad altri fattori estranei che hanno paralizzato que­ ste buone disposizioni Ci troviamolo ih piena stagio­ ne morta ed alla vigilia della liquidazione mensile e così i nostri operatori anziché assumere nuovi im­ pegni tendono a liquidare le loro posizioni prima di andare in ferie. Un’altra notizia favorevole è in vi­ sta: martedì a Lausanne dovrebbe finalmente fir­ marsi la pace per gli affari d,’Oriente. Resterebbe so­ lo l’ineubo della Riuhr': purtroppo la soluzione di questo grave problema non ha fatto un passo avanti, la Germania continuando a speculare sulla fragilità dell’inteisa Franco-Inglese. Il denaro airEstero- ten­ de a rincarare. Dopo il rialzo del saggio ufficiale! di sconto della Banca ¿ ’Inghilterra (4%), è avvenuto in questa settimana quello della Banca Nazionale Sviz­ zera al 4%L In Italia non abbiamfo smura nessuna restrizione nei mercato del denaro e non vi è negli ambienti finanziari nessuna preoccupazione al ri­ guardo. Lo sconto fuori banca, è praticato secondo la carta d!al 5 1/4 al 5 3/4% ed i riporti a fine mese si negoziarono fra il 5 ed il 51 $%. Martedì si tratte­ ranno le proroghe per fina Agosto, e si ritiene che i riporti saranno relativamente facili sui tassi del me-, se precedente. Lei posizioni a,l rialza sembrano, piut­ tosto diminuite e l’Alta Banda ha indubbiamente tut­ to i’interesse ad agevolare la proroghe. Il mercato finanziario presenta, attualmente scarso interesse e la cronaca di borsa diventa monotona.. Il fondo del, mercato è resistente : lei vendite speculative trovano facilmente contropartita; la fede nel nostro avvenire economico e finanziario- è incrollabile mia, gli sposta­ menti di corsi per ragioni tecniche di borsa sono di lieve importanza. Si nutre sempre la fiducia che at­ traverso naturali alt alene sarà proseguita, al 'momen­ to opportuno, la ciampaignla, d i rialzo. Si constata quia e là un poi’ di rallentamlento nelle vendite di taluni piodotti, qualche staisi in certe industrie e minor cor­ rentezza nei pagamenti dei clienti mia. nel suo insie­ me la, nostra situazione economica, si mantiene buo­ na. L’ottima campagna agricola con notevole mag­ gior produzione .di quasi tutti i mostri prodotti agri­ coli. gioverà certamente a migliorare la nostra situa­ zione economica, ma i frutti di questa immensa ric­ chezza per il nostro Paese si risentiranno solo più tardi.

La pace in Oriente aprirà muovi sbocchi ai no­ stri prodotti industriali e così le previsioni per un prossimo avvenire sono dunque favorevoli.

La Borsa con fine intuito sconta, sempre gli av­ venimenti e ciò spiega, la. relativa fermezza, dei no­ stri mercati finanziari anche quando le borse este­ re segnavano ribassi. Si ha quindi sempre l’impres­ sione che acquisti scalari nelle borse di debolezza siano indicati per1 i nostri fondi di Stato e per i no­ stri migliori titoli azionari, essendo opinione gene­ rale ohe tali compre debbano dare in un prossimo avvenire buoni risultati. Si è chiusa, ieri la, sottoscri­ zione allo 400.00i0. Obbligazioni G1/2% del Governo

Austriaco garantito da una prima ipoteca sulle do­

gane e tabacchi e colla garanzia solidaria dei Gover­ ni Europei, -cadunia per una determinata aliquota,, Com’ erta facile prevedere il successo, è stato brillan­ te, A Londra, remissione della quota riservataallTn- ghilterra, ebbe parimenti uni grande successo ed in Isvizzier'a il corso d’emissione eira fra. 815 per le Ob­ bligazioni 6% di 1.000 franchi ed in pochi giorni il prezzo è salito in borsa a 890! Ih Italia si prevede la pari in un avvenire non ioni,ano per i cospicui van­ taggi1 che offre tale investimento.

Il punto nero del nostro orizzonte è rappresen­ tato dall’andamento dei Cambi. E’ una grave inco­ gnita e le oscillazioni repentine delle divise estere portano uno- seombuBisolarmento nel campo, industria­ le, spostando frequentemente il prezzi di costo. Per talune industrie] l’utile industriale, dipende anzitut­ to dai bruschi spostamenti dei cambi. Finché i .Gam­ bi oscilliamo in breve tempo del 10, del 20% a, parec­ chie industri© manca la base seria, per lavora,r©: fi­ niscono per entrare in una speculazione: sulle divise estere,. Per altre industrie esportatrici il rialzo dei Giambi porta invece vantaggi insperati. Occorre anzi­ tutto una stabilizzazione dei Cambi per favorire la nòstra economia nazionale. Col perseverarte lavoro,

8-15-22 L u g lio 1923. NI 2566-67-68.

coll’equilibrio' del nostro « budget », colla stabilità politica si andrà incontro ad una, rivalutazione della lira, lenta mia graduale, accrescendo la fiducia del­ l ’Estero verso il nostro risorgimento' politico, e finan­ ziario. Il movimento dei Cambi nlon è dovuto, esclu­ sivamente a fattori tecnici ma, bensì a ragioni psi­ cologiche.

In vista dell’imminenza della, liquidazione e del­ le ferie di Agosto mólti operatori hanno preferito al­ leggerire le loro posizioni al rialzo e così si ha la spiegazione della debolezza manifestatasi ini questa jsettimiana la quale chiude però con migliori disposi­

zioni. Non, è il caso di passar1© in rassegna, i singoli titoli; la crònaca, settimanale riuscii'ebbe poco inte­ ressante causa la, ristrettezza degli affari. Sì nota qualche pesantezza, nel fondi di Stato e ..specialIrniente nella, Rendita 3 1/2% sulla, quale predomina da qua! che) tempo Tofferta. Essa, chiude in contrazione ai 77, per contanti e 771/4 per" fine corrente. Sempre atti­

ro il mercato del Consolidato 5 % esordito lunedì a 86.99 chiude l’ottava a 86,56 per contanti e 86,57 1/2 per fine mies,e.

I valori Bancari Mantengono un ottimo conten- gno ietìl interessano tanto il portafoglio che la, specu­ lazione. Conviene seguirli attentamente. Chiudono la settimana a, 1572 per la, Banca d’Ital}:a, 953; per la

Com.it, e 730,50 per il Banco di Roma (90 circa,) il

corso ribassa senza segnare scambi effettivi. Sarà interessante conoscere il programma, della nuqva anaminliistr azione.

Pochi affari in Premi per fine Agosto.

Consolidato 5% scarto 9,90 do-nt di premio; Ban­ ca d'Italia 17 dont 13; Comit 15 dont 10; Credito Ita- lim o 12 dont 9; Bubatino 10 dont, 8; Tem i 12 dont 9; Fiat 9 dint 8l;:Sn,ia Viscosa TVuome 10 d ir i 8; M>onte- catini 9 dont 8, tutto circa,

Torino 21 luglio 1923.

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38 - S. M A R IA IN V IA - 38

CREDITO ITALIANO

S O C IE T À A N O N IM A

Sede Sociale 6

l

ÌNO\?A

Direzione Centrale MILANO

Capitale L. 300,000,000 - Riserve L. 90,000,000

Id b d

Tutte le operazioni ài Banca

Istituto nazionale delle Assicurazioni

eiezione

qçdçralç

-

roka

(Legge 4 Aprile 1922, N . 305)

I capitali assicurati presso l ’Istituto Nazionale delle Assicurazioni oltre ohe dalle riserve o rd i­ narie e straordinarie dell’Ente sono garantiti dal Tesoro dello Stato.

Le polizze emesse dal predetto Istituto hanno quindi il carattere e le garanzie dei titoli di Stato.

Attualm ente i capitali assicurati presso l ’Isti­ tuto Nazionale delle Assicurazioni ammontano a quattro miliardi e mezzo.

I capitali assicurati non sono soggetti a tassa di successione e sono insequestrabili.

(10)

CASSA DI RISPARIKIIO D EL DAUCO DI NAPOLI

O P E R A Z I O N I

Cassette economiche custodia- libretti a risparmio. » a Enti diversi.

di deleig. a carico dello Stato.

» a Società ferroviarie e ad Enti con garanzia » a Comuni, Provincie e Consorzi di bonificaz. Credito agrario - Mutui ipotecari

4 per cento.

» su buoni fruttiferi (per la Libia) dal 3,25 » di piccolo risparmio operaio . » 5 % » vncolatì per riscatto pegno . » 5 % Depositi su libretti ordinari di risparmio ai 2,50 %

U F F I C I

La Cassa di risparmio ha complessivamente 61 Uffici rac­ coglitori dei risparmi, dei quali 12 in Napoli e 43 nelle provin- cie meridionali e sarde, 4 nelle provincie redente, 1 nella Libia (Tripoli e 1 in America (Cliieago). In gennaio 1921è stato attivato il serviziodi Cassa di risparmio presso la Sede delBanco inRoma

Situazione al 31 dicembre 1922 A T T IV O "

T itoli . . . ... . . L. 549.166.184,27

Credito a g r a r i o ... » 6.408.842,46

CtC col Banco di Napoli » 17.881.025,45

Parfecipazione a Consorzi por mutui all’Ist. naz. di crodito pel risorgimento dello Venezie ed al­

l’Istituto di credito per le Casse di risparmio . » 11.724.637,71 Mutui ipotecari e privati . . ,

» a Comuni, Prov. o Cons. di bonif. : v »

39.304,58 59.036.094,24 » a E nti c[ gar.a dòleg. a carico dello Stato » 38.433.555.46 >> a Enti diversi . . ,

Anticipaz. su polizze ex combattenti

. . » 1.807.903,54 . . » 4.905.934,44 Interessi da esigere . . . . » 173.742,65 Partito v a r i e ... 6.630.347,13 Spese dell’esercizio . . . ■ » 2.788.217,68 Totale generale L. 698.995.789,61 PA SSIVO

P ondo di dotaz. riserva e rivai -li . L. 45.026.447,95 •43 § ( libr. ord. al portat . L.

■5 ) » » nominativi . . » p,.£ ) » per riscatto pegni . . » 1 r§ ^ r » piccoli risp. operai . 1* »

602.279.764.89 6.617.134,90 297,67

60.614.9S 608.957.812,44

Partite varie L 22.778.895,17.

Utili netti dell’esercizio 21.332.634,05

ale generale L . 698.995.789,61

Comp.ia Italo-Argentina

di ============

Assicurazioni Generali

Capitale sociale Lst. 2.000.000 c/1. interamente sottoscritti Assicurazioni: V IT A - INCENDI

TRASPO RTI - INFORTUNI LA COMPAGNIA ITALO -ARG EN TIN A

DI ASSIC U R A ZIO N I GENERALI

ha la esclusività, per tutto il territorio della Repubblica Argentina, della riassicurazione dell’

ISTITUTO NAZION. DELLE ASSICU RAZION I DEL RECENO D’IT A L IA

le cui riserve sono garantite dal Tesoro delio Stato

Banchiere: BANCO ITALO-BELGA

Direttore Generale: Roncaglia cav. rag. Armando

U. T. 610, Rivadali.

Avenida de Mayo 963 c T 2945, Ceni > •

Questa Compagnia emetterà polizze suola vita in lire italiane al cambio del giorno

GASSA im m iE D ' N H

per gnnioriuni sui

Lavoro

: : :

Sede Centrale in ROIW

Fondata con legge 8-7-1883, N. 1473. Autorizzata ad operare col privilegio della esclusività in Tripolitania —- Cirenaica — Trentino — Alto Adige e nella Venezia Giulia ed esercente l'as­ sicurazione obbligatoria contro gl’infortuni in agricoltura, in sessantuna provincie del Regno , Direzione Generale : ROMA 33 - Piazza Cavour, 3

Sedi dei compartimenti :

A LE SSA N D R IA - ANCONA - AQ U ILA - A R E Z Z O - B A R I - BENEVENTO - BENGAST - B E R G A ­ MO - BOLOGNA - C A G L IA R I - C A LTAN ISETTA - C ASERTA - C A T A N IA - CH IETI - COSENZA CREMONA - F IR E N ZE - FORLP - GENOVA - LECCE - MILANO - NAPOLI - N O VARA - PAD O ­ VA - PALERM O - PE R U G IA - P ISA - POTENZA - REGGIO C A L A B R IA - REGGIO E M ILIA - RO­ MA - SA SSA R I - SIENA - TORINO - TRENTO - TR IE STE - TR IPO LI - UDINE - V E N E ZIA - V I­ CENZA - FIUME.

49 Sedi Secondarie —- 434 Agenzie — 86 Ambulatori m e d ic i—• Sub Agenzie in tutti i comuni di importanza agricola od industriale.

La Cassa Nazionale Infortuni è Istituto pubblico ed organo ufficiale delle Assicurazioni per gli Infortuni sul Lavoro.

L ’Istituto non ha scopo di lucro.

La corrispondenza e i vaglia diretti alla Cassa Nazionale Infortuni dagli assicurati godono fran­ chigia postale.

La Cassa Nazionale concede lo sconto del 5 per cento sul premio ai propri assicurati che da un anno sono soci dell’Associazìonedegli Industriali d’Italia per prevenire gli infortuni del lavoro — Mi­

lano, 13 — Piazza Cavour, A

A cura della C. N. I. r/ei pubblicata la :

Jnb»ssegna della Previdenza Sociale

Infortunistica e A sìjfurczioni Sociali — Legislazione, Medicina e Questioni del Lavoro. ANNO X — 192à^^bbonam ento annuo : Italia e Colonie L. 40 - Estero L. 75

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