L'ECONOM ISTA
G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E
SCIENZA ECONOMICA, FIN AN ZA , COMMERCIO, BANCHI, F E R R O V IE , IN T E R E S S I P R IV A T I
Direttore : M. J. de Johannis
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Firenze Roma
25
marzo i. 8 Aprile 1923 {
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» Gregoriana, 56 n. 2551-52-53
S O M M A R I O PA RTE ECONOMICA.
L e condizioni del paese attraverso i giudizi delle Banche. Saggio su ll’evoluzione d ella Sovranità Popolare - Giu l ioda Re.
Il m ercato delle m erci in Ita lia nel m arzo 1923 - Riccardo Ba c h i.
I l m ercato fin an ziario in Ita lia n el marzo 1 9 2 3 Riccardo Ba c h i.
L e prospettive econom iche del 1923 - Giorgio Mortara.
L a svalutazione della lir a - Ettore Fornasari di VerCK.
R eplica del p ro f. Roberto M ichele.
R IV ISTA BIBLIOGRAFICA.
L ibri riescati.
FINANZE DI STATO.
Provvedimenti per U pagamento degli interessi della rendita nominativa.
Il metodo di valutazione del comm ercio dell’Ita lia coll’estero•
Le condizioni del paese attraverso i giudizi delle Banche
Anche quest’anno vogliamo imprendere l ’esa me delle condizioni generali del paese attraverso il giudizio manifestato da coloro che per trovarsi all'alta direzione degli ambienti finanziari ten gono quasi direttamente in mano il polso dell’an damento generale della Nazione.
E cominciamo anche questa volta dalla voce più autorevole, piu comprensiva e più sensibile degli avvenimenti ¡economici, quella del prof. Stringher, il quale afferma che le condizioni nelle quali si svolse l ’attività produttrice nazionale, hanno subito modificazione nei rapporti fra ca pitale e lavoro di guisa che si ebbero migliora menti nelle cifre della produzione così come in quelli della disoccupazione. Deplora l ’illustre fi nanziere ed a giusta ragione, che non abbia po tuto trovare nel canapo internazionale adeguata sistemazione la questione delle riparazioni e quel la dei debiti interalleati che premono tuttora in grave modo su ogni movimento inteso "al sospirato riassetto delle economie nazionali. Sono con lui ì principali economisti mondiali come il Keynes, il Fischer, il Guyot, il Pantaleoni i quali in coro affermano che nessuna possibile ripresa potranno avere le Nazioni d’Europa e quelle transoceaniche ancora, se prima non saranno risolti i due grandi problemi intern azionai], di cui lo Stringher fa cenno nella sua relazione.
A sua volta il M iraglia altro esperto delle co se finanziarie, constatata la diminuzione della circolazione degli istituti di emissione per circa 1200 milioni, constatata l ’incerto procedere dei cambi, afferma che l ’anno decorso iniziatosi sotto la ripercussione della crisi economica dell’anno precedente che nei primi mesi presentava non dubbi segni di difficoltà, ha avuto in prosieguo giorni più prosperi, tanto che negli ultimi mesi la situazione migliorava notevolmiente e il Imovi- mento degli affari appariva più animato, mentre il capitale andava mostrando una confidente at tività.
Anche il Banco di Sicilia in un rapido cenno sulle condizioni dell’economia nazionale in ge nere ne rileva gli indici di miglioramento, sia nel campo della disciplina del lavoro, -sia in quello della produzione.
La relazione della Banca Commerciale Ita lia na saluta con fervida parola la rivoluzione poli tica avvenuta in Ita lia e la rinata fiducia nelle forze nazionali nel credito verso gli altri Stati, nella rapida ricostruzione di tutto il nostro paese. Ma anche qui si ritorna ineluttabilmente al con cetto che soltanto il riassetto -delle condizioni ge nerali europee permetterà e agevolerà il completo riordinamento interno delle singole nazioni. Non può sorprendere, dice la relazione-, che dopo una economia di eccezione come quella che seguì la guerra, le attività bancarie abbiano assunto ec cezionali proporzioni, ma che in virtù della ela sticità. dei provvedimenti è stato possibile far fronte alle perdite prevedute.
Il Credito Italiano constata che notevolissi mo è il giovamento che è risultato alla produ zione e ai traffici come conseguenza della modifi cata condiziono politica, la quale permette di in travedere un progresso generale e una diffusione di comune benessere. Aggiunge che una -severa condotta fiscale, che incida profondamente nel l ’eccesso e nella improduttività delle spese e che pur chiedendo il necessario, ecciti con lo sgravio, intelligente a maggiormente produrre e rispar miare. farà ritrovare al paese le vie del pareggio e della prosperità.
Infine il Banco di Roma constata che il 1922 fu un anno di raecoglimento e di sosta durante il quale ogni fervore di opere venne diretto a ri guadagnare il terreno precedentemente perduto. Le particolari condizioni di questo Istituto il qua le -deve compiere ancora del cammino per conso lidarsi nella posizione raggiunta dopo una crisi, laboriosamente, ma felicemente .superata fanno considerare al medesimo le condizioni generali at traverso quelle particolari della istituzione stessa.
RIVISTA D E LL ’EMIGRAZIONE
L e rimesse degli em igranti trentini nel 1922. L ’emigrazione n e ll’Italia.
62 L ’ECONOMISTA 25 marzo, 1, 8 aprile, 1923. N. 2551-52-53
Saggio suirevoluzione della Sovranità Popolare
Nel declinare dello Stato assolutista, e col sor gere della concezione contrattualista, si diffonde o si radica il principio del suffragio cittadino. E il diritto di voto politico, può dirsi una conquista dei contrattualismo.
Ma da principio tale diritto è circoscritto ad un grado di sviluppo embrionale, quasi la riforma te ma se stessa
Poiché che cosa significa in ultima analisi la crisi rivoluzionaria iniziatasi il 5 maggio 1789 ? Significa traslazione della sovranità da un sovra no personale di diritto divino al sovrano collettivo di diritto naturale. Traslazione attuata però solo in piccola parte. Non è il caso di discutere i due as
serti contrapposti, ma solo di constatare la ten denza politica, risultante dal contratto teoretico ed estrinsecanresi in un fatto ; l ’avvento del 'suf
fragio politico.
La dottrina del diritto divino e dell’assoluti smo erede della concezione medievale dell’investi tura ecclesiastica è sopraffatta sullo scorcio del secolo X V III dalla dottiina contrattualista di cui fu antesignano G. G. Kousseau. L ’una voleva il solo sovrano ereditario tradizionale, l ’altra il ple biscito perpetuo. La risultante ne fu, come di so lito, un temperamento dell’ima e dell’altra idea, non però una compiuta vittoria del ginevrino.
Questo temperamento pose in essere l ’istituto della rappresentanza nazionale e della pratica co stituzionale.
Il problema tuttavia restò ancora imperniato intorno alla sovranità, di cui la grande rivolu zione rappresenta la crisi.
E la tendenza a trasportarla nell’insieme di cit tadini si accentua sempre più nel progresso dei tempi, e con essa si accentua anche il dibattito sui modi di questo trasferimento e della sua manife stazione, se teorie in proposito sono infinite; esse cozzano fra di loro come le ipotesi filologiche del l ’introduzione manzoniana — e possiamo dire che la pratica nei isuoi multiformi adattamenti »’as sise arbitra fra di esse.
Elettorato, eleggibilità e funzioni relative sor gono e si svolgono germogli dal ¡seme contrattua lista. E man mano che sui ruderi dell’assolutismo si sviluppa e prende consistenza l ’assetto sociale nuovo, emergono e si affermano successivamente nuovi e più numerosi corpi elettorali.
Poiché ogni qual volta un nuovo corpo eletto rale compare sulla scena politica, una più gran parte dei cittadini è entrata in esso.
Ma questo movimento è pure dibattuto fra op poste tendenze il cui dissenso si concretizza circa i criteri da adottare per l ’ammissione dei cittadini all’elettorato. E sopra questi criteri appunto che agisce la pressione dei partigiani della più asso luta sovranità popolare.
Tendenza prevalente che ne provoca la sempre maggiore liberalità. La proprietà terriera e il cen so mobiliare, la dottrina, il concorso agli oneri finanziari dello Stato etc. etc. servono di criteri d’assegnazione del voto e quindi di ripartizione della sovranità.
Perchè in sostanza è precisamente il concetto che il diritto di voto sia la porzione di sovranità che spetta ad ognuno, quello che si forma e si dif fonde.
E tale diffusione avviene perchè la rappresen
tanza nazionale sotto l’impulso dei singoli pensato ri, trascende di volta in volta e supera in portata la potenzialità di ciascun corpo elettorale da cui promana.
Per tal modo liberati i singoli rappresentanti dalle funzioni di mandatari, ed invistibili della cu ra di tutto il corpo sociale, anche se non tutto ab bia diritto di voto, si viene di conseguenza per o- pera loro a eliminare ogni criterio restrittivo al di ritto stesso e si delinea un nuovo stato di cose che ha la sua meta nel concetto ultimo del suffragio universale.
Giunti a questo punto però s ’inverte il rapporto fra corpo elettorale e rappresentanza.
Come da principio fu l ’azione popolare che in formò quest’ultima, la quale di poi s’industriò a organizzarla giuridicamente, così ora è nuova mente il corpo elettorale, che, giunto a pieno svi luppo, riprende la propria azione informativa sul la rappresentanza nazionale.
Ma la trasformazione non è in realtà nè così semplice come ne appare il rilievo nè scevra di pe ricoli per tutto l ’organismo sociale.
Gaetano Mosca ha lucidamente illustrata l ’in fluenza e il proceder delle minoranze nell’arringa polìtico. E tale loro procedere, denso di utili ini ziative, ma anche abbondante di sopraffazioni pe ricolose si aggrava nel nuovo assetto di cose.
La rappresentanza proporzionale adottata qua si dovunque prevalga il regime parlamentare — a breve distanza dell’avvento del suffragio univer sale ne è un indice. E così pure crediamo che la corrente favorevole al suffragio femminile, oltre che una necessità logica di completare il sistema del suffragio universale rappresenti altresì l ’e st rinsecazióne di un naturale istinto collettivo, diretto a proteggere la pacifica coesistenza delle forze conservatrici del paese. Forze in cui indub biamente si concretizza 1-a vitalità, se non l ’intel ligenza di ogni popolo.
E l ’adozione quaisi simultanea di queste, rifor me: suffragio universale, rappresentanza propor zionale e suffragio femminile è indubbiamente più che un indice un vero e proprio patto avanti che vorrebbe essere definitivo — sulla via della piena sovranità collettiva.
Ma è proprio a questo punto che l ’azione delle minoranze costituisce un pericolo di crisi fatale e distruttivo del faticoso procedere dell’evoluzione iniziatasi colla rivoluzione francese.
Durante la crisi della sovranità che in essa rivoluzione ha la sua parte culminante, la quale si risolve poi nel sistema di rappresentanza politi ca, nell'esercizio del potere sovrano (sia col siste ma costituzionale che con quello parlamentare) il successo fu indubbiamente dovuto all’audacia ed alla intraprendenza della minoranza.
Ma svolgendosi il regime rappresentativo le minoranze assumono invece il carattere di un peri colo che mina costantemente la suprema autorità moderatrice dello Stato.
In fatti esse riescono a turbare la funzione di e- quilibrio fra le forze sociali. Vediamo:
Assolutismo e Rivoluzione liquidano la loro partita al congresso di Vienna del 1815 e non è più il caso di parlare in Europa del loro con trasto.
25 marzio, 1, 8 aprile, 1923. N. 2551-52-53 L ’ECONOMISTA
pacifico e rapido nella sua compagine, di cui è appunto una tendenza moderna, la smania di cia scun membro di essa di non restare addietro ab suoi vicini.
Perciò nel compromesso del 1815 fra i due con trapposti principi dell’assolutismo e della sovrani tà popolare il primo attenua decisamente la pro pria portata-volgendo al costituzionalismo di Lui gi X V III e l ’indirizzo infatti si propaga rapida mente nel resto d'Europa, escluso 1 Oriente di essa, che per le sue condizioni sociali continua a svol gersi sotto il vecchio regime.
La modificazione subita permette all’Assoluti smo (che ha assunto nome di legittim ità) di man tenersi e di prosperare ancora per molto tempo.
Ma il principio antagonista non disarma. Contrappostosi solo in Francia nell’89, ora si agita come opposizione in tutta Europa, e attraver so le molteplici rivoluzioni dal '48 in poi osso'as sume una rinnovata fisionomia, per la quale rida battaglia : il Parlamentarismo.
Ed ecco la sua veste nuova diffusa nei paesi latini, rappresentare un nuovo progresso nella via della traslazione della sovranità al corpo eletto rale.
I l suffragio universale è ora accettato anche dal governo costituzionale, diretto erede dell’asso lutismo, ma la questione non si agita or più in
torno ad esso. Nel costituzionalismo il governo
rappresenta l ’elemento tradizionale e conservatole della stirpe e la sovranità decisiva e in sua mano. La rappresentanza- nazionale ha un carattere as solutamente secondario nei paesi retti con questo sistema, malgrado il suffragio universale.
Nei paesi a governo parlamentare invece si de linea la decisiva influenza delle minoranze nel dominio della cosa pubblica. L ’inversione del rap porto fra corpo elettorale e rappresentanza, per t cui quest’ultima da intonatrice degli umori e dei sentimenti di quello ne diviene invece l’espres sione, si fa sempre più palese in questo regime ; ove per essere le .supreme autorità emanazione del vote pubblico, (anziché — come nel regime costituzionale --- frutto di designazione d’un po tere stabile ed indipendente dato dal sovrano ere ditano il quale può anche non seguire l ’indica zione dei suffragi) si manifesta nei rappresentanti la tendenza a rifarsi mandatari anziché dirigen ti delle correnti politiche del corpo elettorale.
Tendenza la cui riprova si è il costituirsi nel corpo -stesso dei partiti organizzati e la funzione prevalente delle Direzione di partito sia sui par titi stessi che sui gruppi parlamentari, i quali ne divengono dipendenti con sempre minore auto nomia.
E queste direzioni di partito precisamente sono le minoranze influenti ed attive.
Esse però assumono un nuovo e spiccato carat tere affatto distinto dai precedenti, assunti duran te l ’evoluzione e il maturare dell’importanza po litica del voto.
' Mentre prima queste minoranze premevano bensì sulla massa amorfa delle opinioni politiche ( vi premevano in forma spesso benefica — quale sole fedi in una turba di opinioni — poiché la lo ro influenza si incanalava regolarmente negli organi legali dello Stato, man mano che riusci vano ad entrare e a farsi valere nel seno della rap presentanza nazionale).
Ora invece queste minoranze assùmono una parte a .sé e manifestano la tendenza a carpire
funzioni direttive anguste e limitarsi ad essere promotrici di risoluzioni.
Ed è qui che sorge da parte loro il pericolo per la compagine sociale.
Poiché a sé vengono ad appoggiarsi essen zialmente alle masse irresponsabili in parte e- scluse dal voto in parte rappresentanti un feto morto nell’evoluzione politica del paese.
Si creano quindi una base ed un appoggio au tonomo per premere negli organi direttivi dello Stato all’infuori degli organi stretti anzi contro di essi.
Azione esiziale alla vita pacifica della società ed al suo progressivo incivilimento.
Poiché esso determina una crisi nel sistema rappresentativo mentre questo non ha ancora rag giunto il suo punto di assestamento e pericoloso tanto più che coincide coll’età critica del corpo sociale in cui esso sta risolvendo il contrasto del le classi sociali.
La manchevole educazione sociale mostra per il breve spazio di tempo che ci separa dalla gran de apoteosi umana che fu il Medio Evo nella ci viltà occidentale, ristendendo degli odi e delle pas sioni che ne accompagnano l ’agitato tramonto, ci impedisce zeppo com’è di pregiudizi politici, una visione chiara del posto che occupano le nostre cri si nell’insieme del gran quadro dell’evoluzione mo derna.
Aristotile intuì già la legge che regola lo svi luppo dell’organismo statale: Monarchia, oligar chia, democrazia, ma la sua fu una constatazione più che una spiegazione.
Perchè, infatti, questa successione va ripeten do in un moto secolare e non giunge ancora ad li na conclusione?
Dalla nebulosa preistorica che la Grecia mer cè uno spirito di disciplina che invigila sospetto sa l ’opera dei suoi re e va estendendo e spezzet tando le funzioni chiamando ad eseguirle volta per volta un sempre maggior numero di cittadini. Ma la Grecia ora impersonata in una élite di liberi ed in una unita massa di schiavi non potè dunque affermare se non la libera virtù civile, cioè la per sonalità di ogni singolo cittadino.
Ma giunta a questo punto la sua opera inca gliò contro due grandi incognite irresolute.
La reazione deU’iniziativa individuale e la mancanza di criteri sicuri per decidere chi fos sero i cittadini.
Lotta di classi sociali per giungere a questa de cisione e violenze di individualismo ne segna rono la decadenza, mentre ancora irresoluto, re stava il problema se lo stato articolato per così dire nella magistratura, o il popolo schiavo d’un solo signore fossero il tipo perfettibile di convi venza civile.
E questo problema Roma portò a soluzione nel l ’unificazione giuridica del mondo antico.
La storia di Roma è anche e .sopratutto una storia di diritto internazionale, e il suo fu il vero trionfo del principio che vuole non sia riconosciu to uno stato se non civilmente organizzato Ciò spiega il suo immenso e fortunato colonialismo. Ma affermata la sua strapotenza nel mondo anche Roma cede di fronte al problema della sovranità dei cittadini e la sua potenza tramonta nella più grande lotta di classe che il vecchio mondo ve desse: il Cristianesimo.
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Esso trovò la prima vera Internazionale, perciò lo dicemmo periodo di apoteòsi umana.
Il Cristianesimo nel Medio Evo affermò la su premazia dell’womo sul libero, portò ad assioma dell’evoluzione civile il riconoscimento della per sonalità individuale.
Come una piccola negativa, attraverso le lenti d’un cono d’ingrandimento, diviene un gran qua dro, cosi l ’evoluzione statale ellenica, circoscritta a poche m igliaia di liberi, ed affermata come ne cessità universale da. Roma, attraverso alla gran de incubazione del Medio Evo, auspice l’Interna zionale idea religiosa, si espande e si moltiplica in tutta la congerie barbarica e amorfa di cui l ’antica civiltà mediterranea fu il fermento.
E il moto si rinnova nella modernità. Lo stato si afferma lentamente nelle nuove masse costrin gendole tutte al suo ossequio, finche in esse la co scienza si svegli ed incominci nei popoli nuovi ar rivati alla luce civile la potenzialità di assumere la sovranità, la quale non si acquista se non con l ’esperienza del potere.
Da ciò una terza ed ultima fase della lotta di classe.
L ’antichità ellenica affermò l ’eguaglianza dei liberi e le cariche pubbliche furono sorteggiate fra loro come in un consesso d’eguali.
Iia lotta di classe si svolse allora fra le catego rie che la divisione del lavoro aveva fonnato tra di essi.
Il Medio Evo costituì una seconda fase di qué sta lotta di classe, affermando il diritto di tutti gli uomini ad essere liberi, e perciò di tutti ad es sere comandati dallo Stato soltanto.
Nell’evo moderno, della civiltà occidentale si allargano ancora i confini del problema.
Cittadini son divenuti tutti gli uomini d’una gente e la lotta delle classi loro tende ad accele rare la traslazione della sovranità in tutti.
E questa traslazione comincia dopo che lo Sta to fu riconosciuto quale elemento necessario alla convivenza.
Comincia con la rivoluzione francese. Essa se gna l ’affermazione della sovranità popolare come idea. Il 1815 sancisce il riconoscimento da parte dell’autorità tradizionale della sua veste di man datario d’una sovranità maggiore, e il ’48 segna l ’avvento della sovranità per rappresentanza. Av vento non generale però. Ma l’Europa è a sua in saputa una federazione di fatto e sinché tutti i suoi componenti non assumano la medesima veste civile, la pace è in essa una chimera.
Giuseppe Ferrari affermò la necessità in ogni popolo, per reggersi indipendente, di seguire una evoluzione inversa del suo vicino (1) ma egli con fuse governo e popolo.
Vero che un governo, ossia gli uomini e le clas si che lo compongono deve cercare di trascinare: un popolo sulle proprie direttive opposte al vicino, per reggersi indipendente ed impedire una fusione in una piti alta autorità, ma è erroneo che ciò rap presenti l ’interesse ed il bene dei popoli il quale sta: precisamente nella via inversa. Ciò forse spiega la conflagrazione del ’14, da cui usciamo, che fu. sopratutto conflitto di idee di Governo nelle classi' dirigenti.
Il Costituzionalismo è decisamente caduto co-: gli Imperi Centrali in quella conflagrazione e il: regime parlamentare resta unico superstite ad
af-Giuseppe Ferrari — La Chine et l’Europe - Di-' dier Paris 186?.
fermare l ’ormai secolare progresso della sovranità popolare. Ma quanto vacillante superstite ! Esso è rimasto addietro alle cose.
Mentre sui campi di battaglia si decideva la prevalenza dei governi parlamentari, a ll’intemo andava affermandosi la coscienza di classe, per cui le categorie che la divisione del lavóro distin gue fra cittadini, si sostituiscono ai partiti, imper niati su disquisizioni intellettuali circa l ’indirizzo dello stato, così che tutta la società appare divisa
ab im is da un contrasto d’interessi anziché sorvo lata da un dibattito di reggitori. Crisi delicata e profonda dell’organismo statale poiché per essa le classi stesse si trovano a contender fra loro in luo go dei rappresentanti della totalità dei cittadini. E chi può comandare legittimamente alle classi in conflitto fra loro? I singoli cittadini costituen ti un governo non possono rappresentare che la propria classe d’origine e perciò ogni governo ri schia di non rappresentarne che una in contrasto con le altre.
In tale frangente il rappresentante perde la sua autorità di supremo moderatore e la vita stes sa dello stato è minacciata di dissoluzione giacché occorrerebbe tutta la buona fede di un inganno o tutta l ’ipocrisia di un sofista per sostenere che realmente stato e governo rappresentino nel con cetto comune due enti diversi e distinti come lo sono nella dottrina. Ed è precisamente questa la cuna nel considerare i problemi attuali da parte dell’opinione corrente che ingenera il pericolo del le sopraffazioni di minoranze violente, e di qui che trae la sua forza lo spauracchio del tempo: la dittatura.
Dittatura che rappresenta la cancellazione vio lenta di tanti anni d’evoluzione faticosa. Essa se gna un certo ritardo ise non un arresto nel movi mento progressivo incominciato nel maggio del 1789 per cui la corona della sovranità va spez-* zelandosi sulle singole teste dei cittadini.
Movimento per cui ebbe origine nella millena ria sua culla ellènica la civiltà occidentale e per cui tende a segnare nel mondo la propria im pronta.
Tutte le forze miopemente conservatrici, che dal Congresso di Vienna in poi tentarono di ral lentare questa evoluzione, riconoscendo a fatica il suffragio universale e concedendolo a piccole dosi come una bevanda spiritosa, coll’ingenuo prete sto dell’impreparazione delle masse, quasi l ’alfa betismo, puro e semplice rappresenti un vasto ti tolo di maturità politica di fronte all’analfa betismo, e che per ritardare il mofo fatale si ap pigliarono al ripiego meschino delle limitazioni di fronte al pericolo ben più grave ed esiziale della
dittatura di una minoranza, scontano la loro
miopia.
Poiché il principio era chiaro ed evidente sin dall’inizio- tutti i cittadini insieme raccolti costi tuiscono la sovranità. Una volta diffuso ed accet tato urgeva ed urge accelerarne il raggiungi mento.
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re tale scopo più sicuramente e più in breve s’in dustriano di sopraffare direttamente il Governo. E la loro tendenza è favorita dall’esistenza di gran numero di esilisi e di indifferenti, pronti a far numero onde sfogare i propri malumori, incon sci della distinzione fra nazione e governo, decisi quindi ogni qualvolta questo non garbi a radunar quella, che ignorano affatto.
Le prediche melliflue e la propaganda di edu cazione sociale non si comprende come possano sortire buon esito in tali condizioni di fatto. Giac ché chi parlerebbe ad un Nicola I di libertà in dividuale ad un Nerone di carità? L a minoran za che ambisce la supremazia e si appoggia ad una massa irresponsabile nqn è certo soggetto di utili ragionari.
Essa invoca una questione di forza e solo sulle forze fa i conti. La massa stessa come è apatica di fronte alle contese di chi la rappresenta a mag gior ragione sarebbe ostile alla propaganda di chi la volesse far ragionare. Essa è una gran forza, ma unicamente strumentale e mancante di finali tà, si abbandona a chi più violentemente la so spinge. Il momento è. propizio a chi-voglia profit tare delle sue passioni. Essa patria non ha perchè non ha sovranità, non riconosce governo, perchè le lotte di classe l ’hanno educata a disconoscere tutti quelli che non escano direttamente dal suo seno. Ne consegue una estrema debolezza dell’au torità statale impersonata in una rappresentanza che la massa non ha eletto, mentre si va forman do un ascendente sempre maggiore sul crescente numero di indifferenti politici di piccoli gruppi che fanno loro balenare dinanzi la soddisfazione degli interessi più urgenti e la conquista della so vranità. Eden che si raggiunge attraverso la dit tatura, la quale si risolve in un regresso verso l ’as solutismo, illeggittimo per giunta, poiché almeno l ’antico traeva autorità dalla chiesa, a buon dirit to madre del progresso civile per tutto il Medio Evo. La lotta delle classi è una necessità ed un progresso le quante volte si incanali verso la con quista per tutti della sovranità, esercitata per mez zo del suffragio politico, così da dare alla rappre sentanza nazionale vero e leggittimo carattere di Costituente perpetua aperta a tutti i bisogni nuo vi e alle innovazioni sentite.
Ma esisa può anche essere anziché un problema da risolvere un’agonia dello stato quando queste classi non abbiano liberamente costituito sopra di se un arbitro supremo forte dei voti di tutti e per ciò inattaccabile con pretesti di parzialità e per questa stessa forza capace d’imporsi. Ma come può questo arbitro procurarsi tale forza che in fondo è la coscienza di aver per sè i voti della maggio ranza se il suffraggio universale è pressoché una vana illusione?
Noi non ci ingolferemo in una dimostrazione* particolare di questa verità, ci basti notare che ovunque il suffragio è riconosciuto -solo come un diritto, esso viene in media esercitato sólo da- una metà degli elettori. Sappiamo benissimo che vi sono eccezioni alla regola, ma la cosa riguarda per lo più piccoli popoli i cui singoli componenti sono per ciò stesso maggiormente in contatto diretto col potere supremo, nelle grandi nazioni invece la regola è vera.
x Ne consegue che l ’astenzionismo, aumentandosi ad ogni maggior allargamento del suffragio uni versale. ne frusta i vantaggi volgendo in senso in
verso al suo indirizzo naturale questa grande ri forma politica.
Poiché si viene sempre più a restringere nel l’enorme massa degli indifferenti il numero degli elettori effettivi, così che lo stato che dovrebbe es ser retto dalla sovranità popolare, minaccia di di venire uno stato di pochi nell’anarchia sopraffat trice della massa
Anarchia poiché progressivamente si indebo lisce l ’autorità quindi la forza reale dello Stato col crescere dell’indifferenza o peggio dell’ostilità intorno ad esso.
Il rimedio è antico ed ingiustamente criticato. Esso, è destinato a subire la sorte di quelle care stie periodiche di cui dice il Manzoni che tutte le prevedono di lontano come eventi naturali, e ne accusano il malvolere degli affamatori quan
do le sieno giunte.
Tale rimedio — o non pareva di certo! — è l’obbjigatorietà del voto.
Quando ad una elezione il cittadino sovrano si è per tre quarti infischiato della isua sovranità, i nestori della civiltà si sciolgono in lacrime sullo scandalo inaudito, quasi fosse nuovo e ci volesse grande ingegno ad accorgersi che questo scan dalo aumenta ad ogni elezione.
Ma di sancire il voto all’obbligatorio non se ne parla. Perchè? Il grande argomento in contra rio e l ’imp riparazione delle masse, e qualcuno ha anche in pronto la sua brava teoria che l ’astensio nismo compensa l ’errore necessario del suffragio universale, quasi che gli errori non fossero invece precisamente frutto di una contraddizione alla ne cessità.
E ’ ridicolo pensare all’impreparazione politica degli astenuti, se si creda essa faccia -contrasto ad una preparazione degli elettori, come era ingiusto l’ostracismo di un analfabeta di buon senso di fronte all’ammissione di tanti alfabeti tutt’altro che sensati.
L ’umanità in tutte le sue foggio e aggruppa menti è destinata a subire la magìa d’una sola forza : il pensiero. In ogni tempo ed in qualsia si luogo sono e saranno sempre gli intellettuali, a qualunque partito., ca-sta o classe appartengono i veri dirigenti del movimento sociale: o sinceri si avviino al martirio dell’incomprensione per svegliar le coscienze assopite, o ipocriti mistifi catori vogliano profittare di questi sopori per creare 'illusioni.
Perciò ad essi spetta, quando vogliano pro muovere il bene, agitarne l ’idea, come si affret tano senza bisogno di suggerimenti, quando vo gliono il male, a suscitarne il fascino potente.
Non è dunque nella massa del corpo eletto rale che bisogna cercare la competenza politica, come il non trovarcela non darebbe spiegazione dei mali che affliggono l’organismo statale.
Ma piuttosto conviene indagare quale sia la vera funzione dei fattori che questo organismo compongono a promuoverne il funzionamento.
E ’ più di un secolo che la libera concorrenza affermata dalla Rivoluzione francese, svolgendosi cóme principio sociale ha attaccato tutti i prin cipi preesistenti di autorità.
L’ECONOMISTA 25 marzo, 1, 8 aprile, 1923.. N. 2551-58-58
Questo equilibratore che ciascuno ritrova nel proprio cervello, i popoli lo ricercano nel proprio governo, il quale dev’essere forte, perchè il più possibile estraneo allo contingenze, il quale deve esser legittimo, perchè riconosciuto dai più, il quale deve potersi imporre ad ognuno, perche dotato meglio d egni altro pensabile di quelle due qualità.
Ed è appunto a ritrovar questo governo, piu che a giudicarlo che tende e mira il suffragio
universale. ,
Suffragio che non può giungere a questo sco po* se non quando ponga a disposizione del go verno stesso la maggior somma di voti dei cit tadini.
Allora chi è investito del grave peso ed alto onore può con tranquillo animo, anziché sfibrai- si ed abbassarne la dignità in un continuo tem poreggiare e transigere, comandare a tutti egual mente di farsi valere senza ledere il bisogno di tranquillità degli altri.
E può anche accettare le innovazioni quando sappia che la massa lo segue, perchè governare è conservare, cioè attendere ohe anche i tardigradi si raccostino al gruppo di marcia, e che costitui sce una suprema garanzia di civiltà.
A ciò tende la sanzione legale dell’obbligaio rietà del voto con l ’eventuale coercizione, unico mezzo di valorizzare la funzione del suffragio universale nello Stato e di eliminare i pericoli che a questo derivano dagli sbandati.
Nè varrà invocare la libertà di coscienza in tal caso, come non varrebbe invocare l’istinto di conservazione per scusare il cittadino che rifiu tasse le sue forze fisiche e la sua stessa vita allo Stato, quando le richieda contro il nemico in armi.
Poiché è una diagnosi fisiologica della neces sità sociale, che sola giustifica o riprova le ri chieste estreme dello Stato.
Forse che alcuno è interpellato ad accettare o a respingerlo questo Stato ? Occorre dare una parte delle proprie sostanze per sorreggerlo, ener gie per difenderlo, obbedienza per conservarlo: ed occorre il voto perchè possa funzionare senza crisi violente.
Votare non significa riconoscere un governo o un altro, ma soltanto riconoscere insieme alla propria l ’altrùi sovranità in proporzioni eguali, significa rinuncia alla violenza diretta per farsi ragione, e rimessione degli interessi contrastanti ad un arbitro superiore. Anche un anarchico, un nemico dello Stato deve votare, poiché la sua opi nione non risente coercizione alcuna come tale, ma solo la sua persona paga allo Stato il tributo di sovranità che' gli debbono tutti coloro che viva no nei suoi confini. Come la violenza estrinseca zione del suo pensiero gli può esser legittimamen te impedita così la sua assenza, attentato e reato contro lo Stato, gli può esser vietata.
Nel regime di suffragio universale il voto non è riconoscimento se non della società, assenso che non è libero, ma necessario perchè imposto dalla vita stessa non dalla ragione, ora il libero arbi trio è posto solamente nell’ambito di questa, non in quello infinitamente più vasto e trascendente del l’individualità umana, che dicesi necessità.
Deve quindi lo Stato moderno imporre ai sin goli la votazione poiché ciò non facendo esso ver rebbe a togliersi il diritto di reprimere le azioni contrarie alla sua vita.
Le sopraffazioni parziali vanno indicate e cu rate come difetti funzionali, ma non mai accettate come vizi organici della compagine sociale.
Ad evitarle solo il voto simultaneo di tutto il corpo elettorale può valere in quanto per esso .si esercita la sola legittima sovranità da cui può trarre forza e valore la rappresentanza, che in difetto altro non si trova ad essere se non essa stessa una' minoranza tirannica.
Destato finalmente il sovrano esso può spedi re o ritardare legittimamente e senza scosse In voluzione sociale, senza quelle scosse tragiche e dolorose che dal 1789 in poi le minoranze vanno elargendo con prodigalità inaudita ai poveri uo mini nel nome deU’unianità.
La quale crediamo si possa far progredire unicamente e\ dandole esempi di violenza, fortu nata. sia pure a fine di bene, poiché le vittime di questo bene non lo risentono e non è vocazione dell’uomo esser vittima dell’uomo.
Male che ai evita quando ad ogni .specie di innovatori sia reso presente che il bene è bene solo quando è accetto, e che io Stato è la vecchia casa comune, Ir cui mura si possono rimodernare, ma non venendo mai meno a quel pietoso rispet to che ingemma la coscienza dell’esser esse, la terra e la società en tro'cu i arse primo l’amore, senza del quaie ninno di noi avrebbe varcata la soglia fatale dell’esistenza.
GIULIO r>A RE. Il mercato delle merci in Italia
nel Marzo 1923
Numeri indici dei prezzi nel commercio all’ingrosso
I numeri indici. — Presentiamo qui appresso i numeri indici dei prezzi delle merci nei com mercio all’ingrosso in Italia, computati prenden do per base (100) media dei prezzi nell’anno 1920. Tali indici sono calcolati rispetto alle principali merci, che danno luogo a un movimento notevole di affari; le merci studiate a partire dal genna io 1923 sono 107 e sono considerate nelle quota zioni ufficiali di Genova, Milano, Roma, Bolo gna, e per taluna di esse in base a prezzi legali o a prezzi medi di portata generale. Gli indici per gruppi di merci e per la totalità sono formati secondo il procedimento della media aritmetica semplice; i dati seguenti si riferiscono agli ulti mi mesi. L ’indice generale è presentato anche sul la base del quinquennio 1901-4905, dell’anno 1913 e del luglio 1914, per consentire comparazioni varie col livello dei prezzi anteriori alla guerra.
NUMERI INDICI MEDI ARITMETICI
N. delle N U M E R I IN D IC I voci d jc. ott. clic. gen. feb. mar. nel 1923 1921 1922 1922 1923 1923 1923 D errate alim entari vegetali ‘23 115,3 113,3 110,9 109,4 109,1 108,9 D errate alim entari animali . . 13 120 6 113,5 109,6 108,4 107,8 110,1 Prodotti c h im ic i... 13 73,5 72,1 69,3 69,3 69,8 70,3 M aterie t e s s i l i ... 13 79,4 84,6 77,9 80,8 83,0 83,7 M inerali e m e t a l l i ... 18 66,0 69,1 64,9 62,5 64,3 66,5 M ateriali da costruzione . . . 6 89,1 86,3 88,1 87,5 86,1 84,2 Prodotti vegetali var i i . . . . 8 113,7 133,6 128,8 124,7 129,9 128,6 M erci in dustriali var i e . . . . 13 93,8 96,0 94,0 91,1 92,3 9 2 4 Indie© generale (base 1920) . . 107 95,2 96,3 92,8 92,1 93,2 94.0 In d ice generale (base (1901-5) . — 749,2 757,7 730,3 724,9 733,5 739,5 In d ice generale (base 1913) . . — 594,6 601,3 579,6 575.3 582,1 586,9 In d ice generale base luglio 1914) — 648,1 655,4 631,7 627,1 634,5 639,7
tee-25 marzo, 1, 8 aprile, 1923. N. tee-2551-5,2-53 L’ECONOMISTA 67
ilici che qui non è il caso di richiamare. Per le proprietà matematiche della media geometrica, 'di indici medi geometrici risultano alquanto in feriori a quelli medi aritmetici.
NUMERI INDICI MEDI GEOMETRICI
N. delle N U M E R I IN D IC I voci die. o tt. die. gen. feb. mar. nel 1923 1921 1922 192 < 1923 1923 1923
D errate alim entari vegetali D errate alim entari anim ali Prod otti chi miei . M aterie te ssili . Minerali e m etalli Materiali da costruzioni Prodotti vegetali vari. M erci in dustriali varie In d ice geuerale (ba.se 1920)
23 110,2 107,4 104,2 103,4 103,1 102,9 13 114,2 108,0 103,9 102,3 101,0 102,7 13 70,2 69,2 66,5 66 ,4 66,8 67,3 13 76,4 81,1 75,1 77,3 79 5 80 3 18 60,4 63,8 59,6 57,9 59 ,0 61,4 6 86,8 84 1 85,9 85,1 83,5 81,7 8 113,1 120,3 123,1 121,1 125,1123,7 13 89,8 91,0 90,2 86,7 87,9 87,9 107 88,5 88,6 85,4 84,6 85,5 86,0
Riportiamo qui appresso cifre indicanti la variazione percentuale avvenuta tra il febbraio e il marzo 1923 secondo le nostre due serie di nu meri indici e secondo gii indici relativi al merca to di Milano computati dal benemerito ufficio di
statistica di quella Camera di Commercio.
I T A L I A (Bachi) Milano Media aritm . Media geom. Media geom.
Derrate vegetali — 0,19 — 0,19 + .1,96 Derrate animali + 2,16 + 1,64 + 1,94 Prodotti chimici + 0,72 + 0 69 + 2 61 Materie tessili + 0,84 + R01 + 5,26 Minerali e metalli + 3,36 + 3,02 + 3 59 Materiali da costruzione — 1,56 — 2,06 - 0,04 Prodotti vegetali — 0,95 - 1 , 1 4 + 3,87 Merci varie + 0.05 — 1 — 0,31 indice generale + 0,82 + 0,68 + 2,58
Gli incrementi e decrementi percentuali si pre sentano quasi sempre poco dissimili per le nostre due serie di indici; ciò perchè le divergenze tra i due tipi di medie si presentano notevoli solo per i gruppi di termini in cui esistono dati relativa mente piuttosto bassi in confronto col livello ge nerale. La divergenza appare invece assai note vole se si paragonano i nostri indici modii geo metrici con quelli, pure medii geometrici, com putati dalla Camera di Commercio di M ilano; in qualche caso si presenta addirittura che i nostri indici segnano ribasso e quelli di Milano rialzo, oppure che il movimento pur nello stesso senso è molto ineguale.
La divergenza deriva in parte da qualche dif ferenza di metodo (gii indici di Milano essendo computati rispetto alla media dei prezzi di ogni mese, mentre i nostri si riferiscono al livello dei prezzi alla fine del mese) ma in parte principale la differenza è attribuibile alla diversa lista delle merci studiate e alla diversità dei mercati osser vati; anche quest’ultima diversità esercita una certa influenza non essendo sempre sincrone e corrispondenti le variazioni nel livello dei prez zi in diverse* plaghe anche nell’interno di uno stato.
Sulla divergenza di svolgimento tra i nostri indici e quelli milanesi per le materie tessili, in fluisce il fatto che nel nostro calcolo rispetto ai vari tipi di cotone greggio è tenuto -conto della variazione che avviene nei cambi rispetto alle quotazioni presentate dai listini in valuta fore stiera
L ievi variazioni nel livello dei prezzi. — Le
aliquote sopra esposte mostrano come in comples so prosegue quella tendenza all’aumento nel li vella generale dei prezzi che già si presentava negli ultimi mesi: questo movimento ascendente è però sempre complessivamente poco sensibile: per l ’assieme delle merci, il progresso avvenuto tra il febbraio ed il marzo ammonterebbe a cir ca il tre quarti per cento, aliquota alquanto infe riore a quella avutasi nel mese precedente. Que sto rallentamento nel movimento ascendente cor risponde alla discesa che nelle ultime settimane del marzo si è presentata rispetto allo quotazioni ■dei cambi per vari fra i paesi a .valuta più ap prezzata.
Se si considera che il mercato dei cambi è più rapidamente sensibile alle mutazioni nelle condizioni monetarie ed economiche generali, e ;se si considera che in genere le oscillazioni nei cambi si presentano più accentuate ed anticipate in confronto con le generali oscillazioni dei prez zi delle merci, si potrebbe prevedere prossimo un
movimento di discesa negli indici delle merci analogamente al fenomeno che si è presentato lungo la primavera sia del 1921 che del 1922. A frenare questa tendenza declinante può operare però la tendenza alla ascesa la quale continua nel mercato dei carboni e potrà avere ancora riper cussioni rispetto a molte merci di produzione in dustriale.
In complesso, ad ogni modo, sia il movimen to nei cambi eh© quello nei prezzi delle merci, non potrà svolgersi con grandi spostamenti, cor rispondenti a quelli che presentarono alcuni anni fa : il tempo delle grandi variazioni nei prezzi delle valute e delle merci .sembra ormai chiuso e sembra debba proseguire la tendenza alla- sta bilità.
L’ANDAMENTO DEI MERCATI
D errate v eg etali. ■— Per le derrate alimentari di origine vegetale i nostri indici conchiudono col segnalare una variazione minima la quale risul ta da spostamenti avvenuti in poche voci. Il mer cato granario intemazionale continua a presen tare la generale tendenza al sostegno sopratutto nell’America Settentrionale con una attività ab bastanza animata nel movimento degli affari : qualche previsione di prossima reazione alla ten denza risulta dalla situazione del mercato argen tino ove il raccolto risulta copioso tale da consen tire una rilevante esportazione. Sul mercato ita liano si presenta una maggiore copia di transa zioni con livelli di quotazioni piuttosto elevate oscillanti fra L. 110 e 116 per il grano tenero e 122 e 130 per il grano duro. Le prospettive pel futuro raccolto -sono generalmente buone. Le tran sazioni per il grano turco sonp piuttosto attive, con prezzi generalmente stazionari così come av viene per i cereali minori. Rispetto ai legumi, agli ortaggi, la situazione del mercato prosegue complessivamente favorevole.
sem-L’ECONOMISTA 25 marzo, 1, 8 aprile, 1923. N. 2551-52-53
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pre largamente offerti e i prezzi oscillano tra- lire 50 e lire 90 il quintale: sul mercato britannico sono segnalati ribassi per la gran copia di arrivi.
Sul mercato oleario in qualche centro di con sumo è avvenuta riduzione di prezzi.
Sul mercato intemazionale del caffè proseguo no i prezzi elevati per la merce pronta, mentre una tendenza debole si mantiene rispetto alle con segne dei mesi estivi in relazione alla rilevanza del venturo raccolto. Continua sui mercati esteri il sostegno rispetto allo zucchero.
Derrate alim entari di origine anim ale. — Sul mercato dei pesci conservati si sono avute lungo il mese soltanto lievi variazioni nelle quotazioni in senso vario secondo le diverse voci con qualche parziale tendenza alla debolezza. Sul mercato dei latticini si sono verificati notevoli rialzi sia ri spetto al burro che ai principali tipi di formag gio malgrado la grande estensione che va assu mendo la produzione casearia. Nuovi ribassi sta gionali sono ancora avvenuti in alcuni mercati rispetto alle uova. L a situazione del mercato del bestiame è sempre orientata prevalentemente al sostegno, sopratutto nei mercati di consumo, per i tipi da macello in relazione anche aH’incremen- to di domanda per le feste' pasquali : le quotazio ni hanno subito ancora- rialzi notevoli per i capi di maggiore peso nell’Italia Settentrionale, e nel la centrale, mentre qualche falcidia è avvenuta rispetto ai vitelli; notevole richiesta con prezzi so stenuti per i bovini da lavoro e le vacche lattife re. Per i suini -sul mercato di Milano è continua ta invariata la quotazione altissima di lire 8,40 il chilogrammo di peso vivo per i capi di maggio ri dimensioni da macello: la situazione del mer cato è però segnalata da minore attività di tran sazioni preludente forse a qualche falcidia nelle quotazioni: il continuato rialzo nei prezzi dei suini si traduce sensibilmente -sui prezzi del lardo e delle carni conservate.
Prodotti chim ici. — I prezzi, delle materie di uso agricolo si sono orientate lungo il mese pre valentemente in senso rialzista in relazione alla domanda generalmente molto attiva: specialmen te sostenuto è stato il mercato del nitrato di soda, per il quale la domanda ha mostrato tendenza ad accedere la scarsa disponibilità esistente in paese : anche prezzi elevatissimi si sono verificati pel sol fato ammoni-co di cui la offerta è molto lim itata: questa deficenza favorisce il consumo della cia- namide per la quale i prezzi hanno subito un nuovo tenue rincaro. Pel solfato di rame, in rela zione al rialzo avvenuto sui metalli, le quotazio ni sono salite a lire 240-250 in prossimità della domanda stagionale.
Un notevole ribasso è avvenuto nella quota zione dell’acido aitrico.
M aterie tessili. — Per il mercato cotoniero le
condizioni indicate nella precedente rassegna
hanno orientato i prezzi prevalentemente al ri basso -sotto lo stimolo anche di vendite speculati ve, in seguito alle quali si è formato un rilevante scoperto che ha provocato poi, nei primi giorni dell’aprile una certa reazione rialzista: il ribasso nelle quotazioni nei mercati di origine è accen tuato rispetto al nostro mercato dalla diminuzio ne avvenuta -nelle quotazioni del cambio sia su Londra che -sugli Stati U niti; il prezzo medio dei filati in Italia, secondo i l computo dell’Associa zione Cotoniera Italiana, fra l ’ultima settimana
di febbraio e l ’ultima di marzo, è salito da lire 18,91 a 19,65. Per la lana le quotazioni sui no stri mercati sono rimaste stazionarie: sul mercato
britannico le aste del marzo hanno segnato uno svolgimento in vario senso dei prezzi per le varie qualità con tendenza prevalentemente ferma. Per la canapa sul nostro mercato le quotazioni -sono ri maste generalmente invariate, malgrado qualche incremento di domanda da parte dell’industria nazionale; le esportazione sembra piuttosto limi tata. Sul mercato serico il fenomeno caratteri stico è stato ancora il fortissimo rialzo per i boz zoli in relazione alla relativa scarsità che si pre senta in questa fine di campagna: il movimento ascendente è stato accentuato anche da operazioni speculative: il rialzo è stato minore rispetto alle sete, e qualche reazione si è presentata nell’ulti ma settimana sui vari tipi di merci; determinan do qualche falcidia in -confronto con le altre quo tazioni prima raggiunte.
M inerali e m etalli. — Per questo gruppo gli indici segnano tra il febbraio e il marzo un rial zo in ragione di oltre il 3 per,-cento. I dislivelli più pronunciati si presentano ancora rispetto al carbone per il quale il mercato britannico mostra una persistente tendenza anche ¡speculativa al rialzo col generale intensificarsi delle domanda ; qualche freno al movimento di ascesa dei prezzi sui mercati di consumo è dato- dalla tendenza facile che si presenta sul mercato dei noli. Sul no stro mercato le quotazioni dei carboni hanno .se gnato nuova ascesa, malgrado che la domanda si mantenga assai riservata • per i tipi migliori da vapore si raggiungono fino le quotazioni di 230 e 240 ed oltre per tonnellata. Sul nostro mercato un notevole movimento rialzista è continuato rispet to ai metalli, sia per gli articoli .siderurgici che pe-r i metalli minori e particolarmente per lo sta
gno. mentre sul mercato britannico verso la fine del mese si è presentato un parziale movimento di reazione ai forti rialzi anteriori: la reazione è stata notevole specialmente per lo stagno malgra do che le disponibilità del metallo non risultino in complesso -copiose di fronte al consumo il qua le va dilatandosi specialmente negli Stati Uniti. Stazionarie le quotazioni dell’alluminio e dell’an timonio. Stazionario, anche lo zolfo nei mercati di consumo malgrado ravvicinarsi della doman da- stagionale e malgrado gli accordi internazio nali per il controllo del mercato.
Merci varie. — Parecchi spostamenti sono av venuti anche in questo mese nel gruppo dei mate riali da costruzione; sul mercato di Milano si è presentato un nuovo rialzo per i mattoni; mentre in quello di Genova nuove falcidie -sono registra te per la calce ed il cemento. Sul mercato forag gierò qualche rialzo è ancora segnalato malgrado la estrema altezza ormai raggiunta dalle quota zioni, nella deficenza massima di disponibilità, malgrado l ’approssimarsi del nuovo raccolto per il quale le prospettive sono molto favorevoli ; qual che ribasso è -segnalato per i mangimi concen trati. Per la paglia il consumo limitato di questa stagione riducendo la domanda ha determinato ,su qualche piazza falcidie -sui prezzi mentre con tinuano le altissime quotazioni nel loro invariato livello.
25 marzo, 1, 8 aprile, 1923. N. 2551-E2-53 L ’ECONOMISTA
pelli indigene, del petrolio e benzina, dell’olio di semi- rispetto alle altre merci deve notarsi l ’ina sprimento di tariffa per l ’energia- elettrica, neu tralizzato da parziali ribassi nei prezzi della car ta e del sapone : rispetto alle pelli una notevole tendenza sostenuta si manifesta sulle pelli Con ciate di origine esotica; mentre per il pellame in digeno si c avuta una sensibile debolezza rispet to alle pelli di macello, sopratutto il vitello. In complesso per questo gruppo. g l’indici segnano una situazione presso che stazionaria per l ’assie mo dei prezzi.
L e variazioni dei prezzi per gruppi econom ici di merci.. —• Accanto alle considerazioni delle va riazioni nei prezzi avvenute rispetto alle merci esa-minate per gruppi formati secondo l’indole merceologica, conviene anche l’esame per grup pi -costituiti in base a ll’indole economica delle merci. Per le derrate complessivamente conside rate, l ’indice fra il febbraio ed il marzo è salito da 96,3 a 96,7 con un rialzo di circa il mezzo per cento, rialzo prevalentemente dovuto alle derrate di origine animale (bestiame, carne, latticini). Per le materie prime è continuato il progresso poiché l’indice è passato da 106,0 a 107,3 con un aumento deU’1,25 per cento; aumento però mi nore di quello registrato nel mese precedente; al l ’aumento hanno molto contribuito ancora i car boni e i metalli, ma in misura meno sensibile le materie tessili. Anche per le merci semi-lavorate si è avuto un aumento poiché l’indice è salito da 94,3 a 94,9 con un progresso di due terzi per cen to, ma anche per questa categoria l ’aumento è stato meno forte che nel mese precendente.
Per il piccolo gruppo, poco significativo di prodotto finiti, esaminati nella nostra statistica, si ha un ribasso dell’indice da 90,6 a 90,3.
Con un altro ordine di raggruppamento, ab biamo una situazione presso che statica per le merci che sono -prevalentemente prodotte -consu mate all’interno, il relativo indice essendo 'sa lito da 97,1 a 97,2.
Come di consueto la variabilità dei prezzi si presenta invece pronunciata riguardo alle merci che sono oggetto di più larghi -scambi commercia li con l ’estero. Così per le merci -che danno luogo ad una larga importazione l ’indice è passato da 99.9 a 101,7 con aumento dell’1,74 per cento pres soché pari a quello avvenuto il mese innanzi. Mi nore è il progresso rispetto alle merci di cui si effettu a una cospicua esportazione : l ’indice è pas
sato da 98,3 a 98,7 ton un aumento di circa il 0,4 per -cento, molto minore di quello registrato
nel febbraio. «
R I C C A R D O B A C H I
Il mercato finanziario in Italia¥ nel marzo 1923
Numeri indici delle quotazioni di borsa dei titoli di Stato e delle azioni
— II mercato finan ziario del decorso mese di marzo è -stato contras- segnato da una certa abbondanza di denaro non abituale in questo mese di chiusura del trimestre e di larghi movimenti di affari : le proroghe per fine aprile si sono svolte con facilità e con tassi
69 di poco più tesi di quelle del mese precedente. Questa- facilità nelle transazioni monetarie spie ga il perdurare e il consolidarsi del movimento rialzista in un mese in cui spesso -si verificano realizzi e ribassi nelle quotazioni.
La tendenza al rialzo si è presentata piutto sto marcata per i titoli di Stato: il numero indice generale (il quale segna il costo medio, compu tato secondo la media aritmetica ponderata, per una lira di reddito netto) è di 18,30 per il com plesso dei titoli contro 17,90 nel febbraio e 17,56 ilei gennaio; si ha pertanto un progresso del 2,23 per cento rispetto al febbraio e del 4,21 per cento rispetto al gennaio.
Questo indice di 18,30 corrisponde al saggio di capitalizzazione del 5,46 per cento, saggio ben remoto da quello di 3,59 per cento corrisponden te all’indice medie del 19-13, ma però anche re moto da quello di 7.06 per -cento che corrispon deva all’indice bassissimo (14,17) raggiunto nel l ’ottobre 1920 dopo l ’occupazione delle fabbriche al momento in cui la situazione politico-economica del nostro paese sembrò presentare una gravissi ma condizione instabilita.
L ’indice del febbraio scorso (17,90) corrispon de al tasso di capitalizzazione del 5,58 per cento. Considerando i soli titoli dei debiti perpetui si ha pel marzo l’indice di 18,20 contro 17,80 in feb braio e 17,44 in gennaio -con un progresso rispet tivamente del 2.25 e del 4,36 per cento, aliquote lievemente superiori a quelle generali dianzi cita te. Per i titoli redimibili, l’indice del marzo è. 20,20 contro 19,92 in febbraio e 19,89 in gennaio.
Prosegue la tendenza dei due ordini di indici ad accostarsi fra loro dopo il gran distacco che si era formato negli anni passati. Questo distac co era determinato dalla forte minusvalenza se gnata dagli indici per i titoli dei debiti perpetui e traduceva la sottovalutazione del consolidato 5 per -cento in dipendenza del diffuso timor© che il frutto di tale titolo potesse correre il pericolo di qualche irregolare falcidia: scomparso, ormai, tale timore il mercato di questo consolidato si è orientato decisamente al sostegno, permanendo però sempre in confronto con la rendita 3 e mezzo per cento un distacco assai inferiore a quello cor rispondente alla differenza di reddito.
Tra la fino del febbraio e la fine di marzo la quotazione della rendita 3 e mezzo per centó è passata da 76,14 a 79,03 e quella di consolidato 5 per cento da 85,48 a 87.26. Questo progresso co
sì marfcato -corrisponde al generale andamento del mercato finanziario e alla ^regrediente con solidazione della situazione dello Stato: l ’anmm- ziata emissione di buoni novennali in sostituzione di quelli ordinari, triennali e quadriennali -signi fica .lieve avviamento al consolidato del debito redimibile a breve scadenza.
70 L'ECONOMISTA 25 marzo, 1, 8 aprile, 1923. N. 2551-52-53 Genn aio F e b b ra io i Mar zo II A p ri le M ag g io Gi ug n o L u g lio A gos to S e tt e m b re O tt o b re N o v e m b re D ic e m b re 1919 18,94 18,80 19,59 19,80 20 05 19,97 20,18 20,40 29.36 20,14 19,51 19,20 1920 18,27 18,16 18,05 17,72 17,46 16,18 15,72 15,50 14,96 14,17 15 86 15,62 1921 15 77 15 83 15,70 16,26 16.35 16,05 15 75 15,84 15,65 16.51 15,76 16j73 1922 15.97 16,27 15,90 16,06 16,54 16,42 16,42 16,90 16,85 16,44 17,79 17,74 1923 17,56 17,90 18,30
alla fine di dicembre 1922 avevano un capitale di 6779 milioni. Tali indici sono computati (col metodo della media aritmetica ponderata) secon
do i prezzi di compenso del marzo, prendendo per base (100) sia il livello delle quotazioni del di cembre 1922, sia il livello delle quotazioni 1918.
N . delle Società Capitali (milioni) IN D IC E sulla base del dicembre
1918
I N D I C E sulla base del dicembre 1922 dicembre 1922 marzo 1923 febbraio 1923 marzo 1923 Istituti di c r e d i t o ... 8 1270 100,59 98 66 101,16 98,08 ex 4,82 E x -F e rro v ia ri... ... ■ 3 316 71.01 81,14 98,21 114|27 Trasporti terrestri... 4 61 99,59 99,49 94,08 99 90 Trasporti marittimi . . . . 7 459 62,06 58 59 98 10 94,90 Cotone... 11 291 164 54 195,90 111,92 119,04 ex 2,84 Ju ta ... 2 7 142,28 149,19 98.71 104.86 ex 4,14 L a n a ... : . . • • 4 66 169,44 190.42 108,14 ex 1,30 112,38 ex 1,23 Lino e canapa... 1 50 195 04 181 39 93,70 93 Seta... 2 75 262 70 260,49 98,64 99,16 M in ie r e ... 5 250 66 — 70,47 102 40 106,78 S id e ru rg ich e ... 6 383 20,33 2147 104.70 105,63 Meccaniche. . ... 10 795 20 95 17 42 S7.88 83 15 ex 0,47 Automobili . • ... 5 240 69,43 82,36 100 51 ex 0,55 118,(53 E l e t t r i c h e ... 16 1077 78,24 80 08 10213 102,35 ex 0,77 Chimiche. ... 8 253 73 48 78,97 102 52 107,47 ex 0,14 Z u cch eri... 5 235 123 4s 139,61 105,16 113,06 Altre alimentari ... 5 88 151 02 161 — 104,07 106,61 A cquedotti... 5 58 88,62 91 30 99,90 103,08 I m m o b ilia r i... 7 250 116 20 126 95 114,55 109,25 ex 3,46 Diverse ... 17 555 138,57 147,36 103,75 ex 0,25 106,35 ex 0.07 Indice g e n e ra le ... 135 6779 72,08 73,64 100 94 ex 0,05 102,17 ex 1,36 V ariazioni °/o fra il febbraio e il marzo 1923 + + + + + + + + + + + + + + + + + 1,72 1635 6.19 3 26 8,90 10,42 5 06 0,74 0 53 4,28 0,89 4 85 1803 0,97 4 96 7,51 244 3,12 1,61 2.57 2.57
L'indice generale per questi titoli mentre nel febbraio aveva segnato una condizione di stazio narietà, indica nói marzo un progresso molto no tevole. pari ad oltre il 2 e mezzo per cento.
E ’ cosi ripreso il movimento ascendente che dura da molti mesi. Questa ascesa si accompagna da vari mesi, con l’altezza nella quotazione dei cambi e con il rialzo nel generale livello dei prez zi delle merci.
Il movimento di rialzo nei titoli azionari cor risponde ai risultati propizi (e spesso superiori allo aspettazioni) presentate alle assemblee degli azionisti, per cui non poche Società hantìo potuto migliorare la rimunerazione concessa al capitale. Per qualche Società al rialzo nelle quotazioni fa riscontro Pannunzio di nuove emissioni di azioni.
Le aliquote 'Segnate nell’ultima colonna mo strano spostamenti assai diversi secondo i vari rami di attività. Per i titoli bancari si ha au mento in ragione dell 1 e tre quarti per cento in relazione al rialzo sensibile presentatosi per i la vori dei maggiori istituti ed al considerevole ri basso sull9 azioni del Banco di Roma in dipen denza del mancato dividendo.
Prosegue rapido l ’aumento sugli ex-ferrovie- ri e sui trasporti terrestri alimentato anche ul timamente dallo nuove disposizioni per la conces sione di servizi. La sensibile falcidia per i valori
marittimi è stata data dal ribasso avvenuto sui titoli triestini.
E ’ proseguito forte il movimento ascendente sui titoli tessili coi propizi risultati registrati dai bilanci : per parecchi gruppi i prezzi delle azioni sono quasi raddoppiati dopo la chiusura della guerra. Sintomatiche migliorie si hanno sui titoli minerari, metallurgici, chimici e meccanici, per quest’ultimo gruppo la discesa del 5 per cento circa è determinata da una nuova discesa per le quotazioni delle Ansaldo.
I l fortissimo ribasso sulle automobili traduce la Vivace campagna speculativa che avviene sulle F iat. Più calmi i titoli elettrici.
In qualche reazione i valori immobiliari do po il movimento di sostegno nei masi scorsi.
Il progresso rispetto alle Società, varie è av venuto specialmente sui titoli di esportazione, sui cartari e sugli assicurativi.
Raccogliamo qui appresso gli indici generali per tutti i mesi deU'ultime quadriennio, tutti quanti riferiti alla ba-e (100) pel dicembre 1918 :