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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.50 (1923) n.2587, 2 dicembre

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L'ECONOM ISTA

GA Z Z E T T A S ET T I MANAL E

SCIE N ZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, B AN CH I, F E R R O V IE , IN T E R E SSI P R IV A T I Direttore : de Johannis

Anno L ■ uoi. usi

Firenze-Roma

2

Dicemnre

1923 {

roma

w

- via Gregoriana, se n. 2587

S O M M A R I O

PARTE ECONOMICA.

Contro Vindebitarsi dello Stato e pel conseguimento del pa­ reggio. - Gi l b e r t o Te r n i.

Il mercato finanziario in Italia nell’ ottobre 1923. - Numeri indici delle quotazioni di borsa per i titoli di Stato e per le Azioni. - Ric c a r d o Ba c h i.

I l mercato delle merci in Italia nell’ otiobre 1923. - Numeri indici dei prezzi del commercio all’ingrosso. - Ric c a r d o

Ba c h i.

Bilancio Trimestrale. - Fe d e r ic o Fl o r a.

Di una nuova partizione dello studio dell’Economia. - Ga e­

t a n o Na v a r r a Or i m i.

RIVISTA BIBLIOGRAFICA.

Libri ricevuti.

FINANZE DI STATO.

La situazione finanziaria del Brasile.

RIVISTA DELLA PRODUZIONE.

La produzione del tabacoo in Jugoslavia. La produzione del oarbane in Grecia. Produzione dei cereali in Rumenia. Il consumo mondiale dell’energia elettrica. La produzione mondiale di petrolio. La produzione mineraria del Messico. Il raccolto del grano in Grecir. La situazione economica in Jugoslavia. La produzione mondiale della seta.

li La situazione agricola in Slovenia.

li Gli automobili del mondo.

RIVISTA DEL COMMERCIO.

Il prossimo trattato di commercio con la Czecoslovaocliia e i prodotti agrumari della Sicilia.

Il commercio bulgaro con gli Stati Uniti. Il commercio estero della Russia.

Per lo sviluppo della coltivazione frumentaria.

RIVISTA DELL’ EMIGRAZIONE, ♦

Per la valorizzazione dell’ Emigrante.

RIVISTA DEL MERCATO E DEI VALORI.

Il mercato finanziario italiano. Alla Borsa di Genova.

PA R TE ECONOMICA Contro l’ indebitarsi dello Stato e pel conseguimento del pareggio I recenti provvedimenti del Ministro del Te­ soro mercè i quali non si procede a nuove emissio­ ni di buoni ordinari, ma questi sono semplice- mente rinnovabili per i quantitativi esistenti e non si possono fare acquisti nuovi se non di buo­ ni novennali, ha lo scopo di togliere allo Stato il pericolo di dovere da un momento all’altro-as1 sere costretto ad un forte aumento della circola­ zione per rimborsi. Ed è questa una misura in­ dubbiamente opportuna, tanto più che ■ la cifra del debito fluttuante la quale comprende i soli •buoni del Tesoro ordinari supera i 23 miliardi. Ma non è certo qui che può fermarsi il compito, il duro compito del Ministro De Stefani occorrendo raggiungere uno scopo assai più importante, e che consiste nel ricondurre con ritmo celere e,ine­ sorabile il bilancio al pareggio. Ora tale questio­ ne di una rapida ed effettiva eliminazione del

deficit non è sufficentemente compresa dal pub­

blico e neppure da qualche uomo politico, e

per-tanto non viene attribuita ad essa l ’importanza adeguata : se ne riparla è vero di quando in quan­ do e ricordiamo i propositi manifestati ' in molte­ plici occasioni, ma allorché si tratta di passare ai fatti, di porre cioè in opera gli aspri rimedi per conseguiré l ’intento, che consistono nel pon­ tenere gli appetiti, ecco che ci troviamo a nuove transazioni. Sappiamo bene che l ’On. De Stefani ha voluto l ’istituzione dei conti trimestrali, che ha disposto il ripristino delle commissioni di vi­ gilanza composte di funzionari amministrativi aventi il compito di seguire l ’andamento degli im­ pegni onde avvisare in te-mpo. ogni 'eccedenza in confrono agli stanziamenti, misure queste dirette a non far perdere di vista la situazione mano ma­ no che ci si inoltra ‘nell’anno finanziario, ma non sono esse argini sufficienti perchè il Gabinetto non deliberi ora per un motivo ed ora per un altro, come è avvenuto nelle settimane passate, altri stanziamenti. Tutto questo accade in quanto non vengono sufficentemente valutati i vantaggi che il Paese eseguirebbe col riassetto della Finanza, il quale ha per esponente maggiore il pareggio del bilancio.

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166 L ’ EC O N O M ISTA 2 D icem b re 1923, N 2587 a zero o quasi nei mercati europei ed americani ?

Indubbiamente per le emissioni continue, ma tali emissioni sarebbero avvenute qualora la Germa­ nia avesse provveduto alle spese colle risorse delle proprie entrate? Non ce.ne sarebbe stato bisogno Quindi l’origine del male è nel deficit. La diffe­ renza tra importazioni, ed esportazioni e pertanto la cifra di sbilancio nel commercio internaziona­ le che trova necessariamente compenso in altri ele­ menti, non è cOeffìoente principale nella valuta­ zione di cam bi: forse che dieci anni fa non im­ portavamo più che esportassimo? Se la mag­ giore determiriiinte dei cambi fosse la cifra sfavo- ’ revole del commercio internazionale avverrebbe che una nazione la quale acquisti più di quanto venda all’estero dovrebbe aver sempre la propria moneta sotto il valore nominale, il che non si ri­ scontra; non l o 'f u per l ’Italia, non lo è stato e presto non lo sarà più, in confronto al dollaro, per l'Inghilterra, anch’essa prevalentemente importa­ trice. Si sa che vi sono altri introiti per l ’Italia come per 1’Inghilterra — per questa notevolissi­ mi i noli marittimi — i quali servono di compen­ so ; se così del resto non fosse un paese che avesse esaurito là propria massa aurea si troverebbe nel­ la necessità di dover acquistare solo per quel tan­ to di valore che vende, e non per un centesimo di più, almeno che trovi chi gli faccia credito sulle risorse future. Ma anche per questa via si ricade allora nell’elemento fiduciario il quale è dato dal­ l’assetto del bilancio. Ciò posto, e scendendo al' caso nostro qual’è la situazione ? TI disavanzo pre­ visto per l ’esercizio in corso ascende a 2 miliardi e fiOO milioni; in definitiva sarà di più, ma si ac­ cetti pure tale cifra.

Ora tenuto conto della svalutazione della mo­ neta e riportandoci ai valori di ante guerra ed ai metodi sani di giudizio di allora, un deficit di più. di mezzo miliardo non avrebbe gravemente impressionato e indotto a freni? Abbiamo debiti pubblici, calcolando alla pari quelli all’estero per 119 m iliardi; è opportuno lasciare che questa ci­ fra salga ancora sensibilmente quando l’ammon­ tare degli interessi annuali pel servizio di tali de­ biti sorpassa i cinque miliardi e mezzo, che rap­ presentano pili di una quarta parte del completo delle entrate ? Esistono indubbi amente elementi straordinari di cui è necessario tener conto come delle pensioni di guerra che per l’esercizio in cor­ so importano una spesa di 1222 milioni, spesa che è previsto verrà riducendosi in un ventennio alla metà: coprirla ora interamente colle entrate è compito troppo arduo e si comprende che per una parte e per un periodo di tempo occorra provve­ dersi coll’accensione di. nuovi debiti, ma la que­ stiono sta proprio nei limiti in cui deve essere contenuta tale cifra. Se noi arrivassimo a poter non oltrepassare una cifra di deficit — e quindi di nuovi debiti — di un solo miliardo nel ventu­ ro esercizio 1924-25 e potessimo avere elementi di

sicurezza che tale cifra andrà restringendosi in

una breve serie di anni, daremmo già la sensazio­ ne del conseguito pareggio, del. riassetto del bi­ lancio, e ne sconteremmo subito i benefici. Ma te­ nendosi invece ari una distanza maggiore e pre­ sentando elementi incerti di riuscita non conse­ guiremmo Io scopo, che dobbiamo invece stretta­ mente volere e raggiungere. Una buona finanza fa parte integrale del prestigio all’estero di una Nazione —- ricordiamocelo — ; ed una forte poli­ tica estera come è diffìcile farla senza una pode­

rosa flotta ed un esercito efficente, è altrettanto difficile svolgerla senza il sostegno di una solida e ordinata base finanziaria.

G

ilberto

T

erni

.

Il mercato finanziario in Italia nell’ottobre 1923

Numeri indici delle quotazioni di borsa per i titoli di Stato e per le Azioni.

Il mercato finanziario nel mese di ottobre ò stato segnalato da un andamento prevalentemente debole in deciso contrasto con la tendenza soste­ nuta la quale durava quasi ininterrotta da una lunga serie di mesi. La debolezza nel mercato è fenomeno il quale si presenta non costante ma molto frequente nell’ottobre in coincidenza con la tensione monetaria determinata dai bisogni di medio circolante provocati dal movimento dei rac­ colti e dalla attiva ripresa d e g li. affari : ripetute indagini statistiche compiute rispetto a paesi e tempi vari hanno mostrato come nel complessivo livello delle quotazioni di borsa le variazioni in senso ribassista non siano rare nel mese di set­ tembre e siano frequentissime nel mese di ottobre. Questa vicenda stagionale nello svolgimento delle cose del mercato finanziario, si è avuta non di ra­ do anche durante i perturbati anni di guerra e in questi tempi, posteriori alla deposizione delle ar­ mi, pur tra tante anormalità, di casi. La tensione monetaria è frequentemente dimostrata dagli alti saggi per gli scopi e per i riporti; sintomo que­ sto che si è verificato anche nel mese ora chiuso in cui i riporti sono stati contrattati frequente­ mente a tassi oscillanti tra il 7 e ¡1 7.5 per cento, il caro prezzo del denaro in questa epoca restrin­ ge naturalmente le possibilità di posizioni specu­ lative al rialzo, e stimola ai realizzi. Pertanto le quotazioni di chiusura dell’ottobre .sono state so­ venti inferiori a quelle del mese innanzi, se bene non abbiano segnato il punto minimo toccato at­ traverso il mese dalla curva dei prezzi: il movi­ mento ribassista si è delineato specialmente mar­ cato lungo - la prima parte del mese, in prosecu­ zione del fenomeno, già ricordato noli a preceden­ te rassegna, avvenuto sul finire del settembre, do­ po la liquidazione mensile, in seguito al noto de­ creto relativo, al regime degli istituti di emissio­ ne, decreto che limitando il dividendo della Ban­ ca d’Italia per molti anni è venuto a troncare la campagna rialzista che da tempo, si veniva svol­ gendo rispetto alle azioni di questo istituto.

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2 D icem bre 1963, N. 2587 L ’ ECO N O M ISTA 167 questo progresso cogl forte è indice notevolissimo

di consolidamento del credito dello Stato.

Per i titoli dello Stato, il numero indice ge­ nerale (il quale segna il prezzo medio per una lira di reddito della .media ponderata) dà 18.16 alla fine di giugno è disceso a 18,10 alla fine di luglio, è poi risalito via via a 18,20 per l ’agosto, 18,26 per il settembre e 18,30 per l ’ottobre, in que­ sto ultimo mese il rialzo è pertanto -stato di 0,22 per -cento.

Il -saggio di capitalizzazione rappresentato da questi dati è declinato da 5,52 in luglio, a 5.49 in agosto ed a 5,46 in oto-bre: va così «lentamente de­ clinando, pur rimanendo naturalmente sempre estremamente lontano da quel tasso medio del 3,49 per -cento che si aveva lungo l ’anno 1913.

Considerando i soli titoli dei debiti perpetui si ha nell’ottobre l’indice di 18,20 di fronte a 18,16 nel settembre e 18.10 nell’agosto : la miglioria graduale deriva sempre prevalentemente dal con­ solidato 5 . per cento, per quanto -nell’ottobre una certa- plusvalenza, (in ragione di -circa 0,26 cente­ simi al netto della- maturazione della cedola) ri­ spetto alla vecchia rendita 3 1/2 per cento.

Per i titoli redimibili l ’indice ha subito con l’ottobre un nuovo lieve regresso da 20,14 a 20,08 in dipendenza ancora di qualche -spostamento nel­ le quotazioni di alcuni prestiti ferroviari, si trat­ ta però di quotazioni aventi un significato preva­ lentemente nominale.

Raccogliamo qui appresso gli indici mensili generali per i titoli di Stato a partire dal 1919 :

sett. ott. nov. die.

1919 20.36 20,14 19,51 19,20

1920 14,96 14,17 15,86 15,62

1921 15,65 16,5:1 15,76 15,73

1922 16,85 16,44 17,79 17,74

1923 18,26 18,30 — —

Passando ai titoli a reddito variabile, desu­ miamo qui appresso i numeri indici calcolati ri­ spetto a 129 società le calali alla fine del dicembre 1922 avevano un capitale di 6,754 milioni. Tali indici sono computati, (col metodo della media aritmetica ponderata) secondo i prezzi di compen­ so p|-r i successivi mesi, -prendendo per base (1001 sia il livello delle quotazioni nel dicembre 1922 che il livello delle quotazioni nel dicembre 1918.

L ’indice generale per questi titoli ha segnato nell’ottobre una discesa in ragione dell’1,40 per cento, discesa che è venuta ad interrompere un movimento di sostegno il quale, salvo qualche pausa, perdurava ben deciso da oltre un anno. Questo mutamento di indirizzo nel mercato, per quanto sia stato presso che generale, non sembra avere però altro che una importanza transitoria e riconnettersi più che altro ai fattori stagionali già descritti : non può ad esso attribuirsi alcun va­ lore sintomatico generale nei rispetti della con­ giuntura economica : le basi -del mercato paiono essere pur sempre propizie alla resistenza, mal­ grado l ’andamento non favorevole di alcuni rami di industria.

p a i calcoli risulta come il regresso, si sia verificato rispetto a quasi tutti i gruppi di valori, con accentuazione per i titoli che sono più largo e frequente oggetto -di transazioni speculative Appare imponente il regresso del 3 per cento av­ venuto rispetto ai valori bancari, regresso che in parte -soltanto assorbe le plusvalenze segnate da­ gli indici lungo i precedenti mesi : in fatto il ri­ basso si è mostrato considerévole oltre che grave­

mente repentino soltanto per le azioni della Ban­ ca d’Italia, poiché rispetto ai titoli delle grandi banche -ordinarie ]e falcidie sono state relativa­ mente limitate. Il mutamento di posizione ed in­ dirizzo del mercato è molto risentito anche dai titoli ex-ferroviari, i quali sono sempre sensibilis­ simi a mutamenti speculativi ; meno pronunciate sono le falcidie per i valori di trasporti così ter­ restri come marittimi. I nuovi ribassi segnati dal­ la generalità dei titoli tessili -corrispondono al­ l ’andamento non propizio delle industrie. La plu­ svalenza di quasi il 4 per cento -che- isolata si mo­ stra rispetto ai titoli minerari riflette essenzial­ mente l ’andamento così oscillante ch e 'd a tempo perdura per le azioni della Montecatini. Gravi falcidie si hanno accora rispetto ai valori side­ rurgici meccanici ed automobilistici, mentre spo­ stamenti assai più tenui si verificano rispetto agli altri gruppi di titoli elencati nella tabella, gruppi i quali serbano un contegno più calm o essendo più largamente favoriti dall’impiego di capitale privato.

L ’indice generale per la fine di ottobre mostra una .plusvalenza . dellT l per Cento in confronto al livello dei prezzi praticato nel dicembre 1922- il ribasso in confronto con la -condizione del di­ cembre 1918 è pur sempre imponente poiché am­ monta a circa il 20 per cento.

Raccogliam o qui appresso gli indici generali per tutti i -mesi dell’ultimo quadriennio, tutti quanti riferiti alla base (100) del dicembre 1918 :

s-ett. ott. ' nov. die.

1919 100,34 96,0-2 96,43 99,49 1920 79.92 73,24 79,79 79.67 1921 69,34 72,56 66,91 63,84 1922 67,47 70,16 71,46 72,08 1923 81,45 80,11 — —

R

iccardo

B

achi

.

Il mercato delle merci in Italia nell’ ottobre 1923

Numeri indici dei prezzi del commercio all’ ingrosso

I numeri indici. — Presentiamo qui appresso

i numeri indici dei prezzi-delle merci nel com­ mercio all’mgrosso in Italia, computati prenden­ do per base (100) la media -dei prezzi all’anno 1920. Tali indici -sono calcolati rispetto alle prin­ cipali merci, che dànno luogo a un movimento notevole di affari ; le merci -studiate a partire dal gennaio 1923 sono 107 e sono considerate nelle quotazioni ufficiali di Genova, Milano, Roma, Bologna, e per taluna di esse in base a prezzi le­ gali o a prezzi medi di. portata generale. Gli in­ dici per gruppi di merci e per la totalità sono • formati secondo il procedimento -della media arit­

metica semplice ; i dati seguenti si riferiscono agli ultimi mesi. L ’indi-ce generale è presentato anche sulla base del quinquennio 1901-1905, dell’anno 1.913 e del luglio 1914, per consentire compara­ zioni varie col livello dei prezzi anteriori alla guerra.

NUM ERI IN D ICI M EDI ARITM ETICI

N . dell© voci dicemb. dicemb. Ottobre nel 1923 1921 1922 1923

Derrate aliment. veg. 23 115,3 110,9 93,6

Derrate aliment. an. 13 120,6 109,6 109,7

Prodotti ■ chimici 13 73,5 69,3 67,2

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168 ' L'ECONOMISTA 2Dicembre 1923, N. 2587

N. delle voci dicemb. dicemb. Ottobre nel 1923 1921 1921 1923

Minerali e metalli 18 66.0 64,9 65,1

Materiali da costruz. 6 89,1 88,1 84,0

Prodotti vegetali vari 8 113,7 128,8 101,2

Merci industr. varie 13 93,8 94,0 97,9

Indice gen. (base 1920) 107 95,2 92,8 90,2

Indice gen. (base 901-5) ' 749,2 730,3 109,8

Indice gen. (base 1913 594,n 579,6 563,4

Indice gen. (base luglio

1914) 648,1 631,7 614,1

Riportiamo qui appresso cifre indicanti la va­ riazione percentuale avvenuta fra il luglio e l ’a­ gosto e fra Pagaste. e il .settembre sia secondo Puna che secondo l ’altra di queste serie di indici:

ottobre

Derrate alimentari vegetali — 2,53

Derrate alimentari animali — 3,26

Prodotti chim ici . — 1,74

Materie tessili + 0,12

Minerali e metalli — 0,73

Materiale da costruzione -=- 0,15

Prodotti vegetali varii — 0,22

Merci industriali varie +■ 1,67

Indice generale —> 1,03

L ’indice complessivo ha segnato nell’ottobre una variazione di circa l ’I per cento sensibilmen­ te più pronunziata di quelle avvenute lungo i tre mesi precedenti. La variazione segna ribasso e ha portato l ’indice al punto minimo finora tocca­ to lungo Panno corrente: il livello complessivo dei prezzi per le merci studiate in questa nostra rilevazione sarebbe presso che pari alla media annuale per Panno 1922.

Il dato generale ci mostra adunque una disce­ sa pari approssimativamente all’l per cento. Que­ sta discesa non corrisponde a un moviménto mol­ to esteso, ma bensì a ribassi piuttosto pronunzia­ ti manifestatisi rispetto al commercio di alcune poche merci, quali i vini, il granoturco, lo zuc­ chero, i pesci conservati, il lardo, la seta: la for­ te diminuzione nei prezzi della seta ha più che neutralizzato il rincaro ancora manifestatosi per i cotoni. La dinamica nella ragione degli scam­ bi per le merci più importanti, da tempo registra spostamenti nelle condizioni proprie del mercato di alcune singole merci determinate piuttosto che vasti spostamenti dovuti alle generali condizioni dell’economia monetaria.

Derrate alimentari vegetali. — Per le derrate

alimentari di origine vegetale, i nostri indici se­ gnano per il mese di ottobre una nuova diminu­ zione di circa il 2,5 per cento; il movimento di­ scendente prosegue ininterrotto da ben sen mesi e ha fatto declinare il livello dei prezzi per le merci studiate in ragione di circa il 15 per cento in confronto col livello raggiunto nel m aggio; questa discesa, così pronunciata, rispecchia il propizio risultato della campagna agricola.

Per i cereali il fabbisogno del consumo mon­ diale si ritiene inferiore alquanto alle disponi­ bilità, e si presume da taluni probabile una ulte­ riore discesa nei prezzi, ma per ora continua quella tendenza complessiva stazionaria, la quale prevale ormai da tempo- una certa tendenza so­ stenuta si è mantenuta sul mercato degli Stati Uniti sulla previsione di un rendimento

relativa-mente scarso del raccolto primaverile e su larghi acquisti da parte del Giappone-; questo indirizzo resistente deb mercato viene però neutralizzato dalle prospettive assai favorevoli della produzio­ ne argentina. Sul mercato nazionale continua la stasi nei prezzi e la scarsità di transazioni : le di­ sponibilità di merce presso i produttori sono tut­ tora assai cospicue. La calma prevale anche sul mercato -dei cereali minori ■ fa eccezione soltanto il granturco per il quale vi ha una generale fiac­ chezza, con tendenza a ribassi sensibili nei prezzi. Quotazioni stazionarie si notano per i legumi, ortaggi e frutta considerati dalla nostra- rileva­ zione; per i fagiuoli sono prospettati rialzi in di­ pendenza della scarsa produzione.

Sul mercato vinicolo prevale la tendenza de­ bole la quale in parte soltanto si è riflettuta sui nostri conteggi. I risultati della vendemmia sono' stati quasi ovunque ottimi, ,specialmente per i ti­ pi a maturazione tardiva.

I prezzi delle uve e dei mosti si sono presen­ tati in genere molto bassi, salvo per le qualità di maggiore pregio, per cui un qualche sostegno si è avuto qua e là nei mercati: per i vini vecchi le quotazioni hanno -subito generalmente falcidie sensibili, salvo per i tipi di maggiore conserva- bilità; le transazioni sul mercato sono assai li­ mitate.

Per il mercato oleario, l ’andamento si è accen­ tuato per effetto dei gravi danni determinati dal­ la mosca olearia nelle Puglie, malgrado le noti­ zie favorevoli che si presentano rispetto alla en­ tità della raccolta in altre regioni : così in parec­ chi mercati si hanno variazioni sensibili di prez­ zo in senso rialzistico.

Per il caffè, l ’andamento de] mercato brasi­ liano anteriormente ricordato, si è riflettuto in qualche lieve progresso anche , per le quotazioni del nostro mercato ; si accentua la tendenza alla- discesa per lo zucchero in relazione alla copiosi­ tà e buona_ qualità del nuovo raccolto nazionale : il movimento discendente nelle quotazioni è stato stimolato dalle dispoibilità da parte dello Stato dello zucchero tedesco ricevuto in conto di- ripa­ razioni e da offerte di cristallino di Giava a prez­ zi inferiori a quelli praticati, or sono alcune* de­ cadi, dai produttori nazionali.

Derrate alimentari di origine animale. — Do­

po il movimento ascendente presentatosi così sen­ sibile nell’agosto e nel settembre, si ha nell’otto­ bre, per questo gruppo, una riduzione del 3 1 /4 per cento. Per i pesci conservati, dopo il lungo movimento ascendente, si è avuto ne le quotazio­ ni per il nostro mercato, qualche falcidia, mal­ grado la tendenza sostenuta, che perdura in qual­ che mercato forestiero.

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2 Dicembre 1923, N. 2587

dei nostri indici; la tendenza sostenuta prevale anche rispetto al bestiame da lavoro, da alleva­ mento e da' latte. Per i suini da macello, le quo­ tazioni sul mercato regolatore di Milano hanno subito varie e lievi falcidio su cospicue offerte proveninenti dalle zone produttrici, malgrado la ripresa della domanda per 1 industria salumiera. Sensibili rialzi stagionali si vanno svolgendo per­ le uova.

Prodotti chimici. — N ell’andamento oscillan­

te segnato dalla curva dei prezzi per questo grup­ po, si è constatato in questo mese un ribasso in ragione di circa i l 3/4 per cento. Il mercato dei concimi presenta la ripresa stagionale di attività in vista della campagna per le semine, la richie­ sta è favorita dai buoni risultati ottenuti nella generalità delle colture. La domanda è assai at­ tiva per il superfosfato con prezzi immutati qual­ che facilitazione si ha per le scorie con la ripresa delle provenienze dalla Francia. Con le più este­ se importazioni il solfato ammonico ha subito qualche ribasso dopo l’ascesa prolungatasi nei mesi precedenti. Continua invece la inattività pol­ ii nitrato di soda, rispetto al quale erano presunti ribassi. Mancano transazioni rispetto al solfato di rame,e le quotazioni hanno subito falcidia.

Materie tessili. — L ’indice per questo gruppo

segna in complesso stasi la quale riflette contem­ poraneamente il rialzo avvenuto ulteriormente sui cotoni ed il considerevole ribasso sulle sete.

Per il cotone la situazione della domanda e della offerta favorisce sempre la fermezza dello quotazioni. Si è segnalata una forte attività nella industria americana ed una certa ripresa per quella britannica mentre le notizie sul raccolto proseguono assai sfavorevoli; il terzo rapporto della Associazione di Ginners presenta-una valu­ tazione sul raccolto decisamente propizia al soste­ gno, poiché prevede una diminuzione di un mi­ lione di balle in confronto col raccolto preceden­ te. Sul mercato italiano la quotazione media del filato, è , ulteriormente salita da lire 19,625 a 20.125 il Kg. P er.le lane la sesta serie delle aste di Londra ha mantenuto il tono ascendente che si era manifestato nelle vendite di fine settembre: nuovi rialzi si sono verificati in ragione del 5 e del 7,5 per cento secondo le qualità: il sostegno si è ancora verificato sopratutto rispetto alle lane in­ crociate. Per la canapa è proseguita la tendenza sostenuta descritta nella precedente rassegna colla larga persistente domanda; e così sul mercato oi Bologna le quotazioni hanno superato il livello di L. 500 il q. : il movimento ascendente si riflette assai sensibile sul prezzo dei filati.

Sul mercato delle sete l ’atteggiamento calmo delineatosi sul finire dell’ottobre, dopo la prima effervescenza di affari e di speculazioni provoca­ ta dal disastro del Giappone, è andato accentuan­ dosi via via lungo il mese di ottobre, riducendo al minimo le transazioni'e provocando gradual­ mente una sensibile debolezza dei prezzi; questi si sono però mantenuti ad un livello sempre con­ siderevolmente superiore a quello della fine di agosto; la incertezza sul prossimo atteggiamento dei mercati e sulle direttive del consumo concorre a determinare questa fase di ristagno negli affari.

Minerali e metalli. — Per questo gruppo fra

il settembre e l’ottobre gli indici segnano un riba?

169

so in ragione di circa 1 3/4 per cento. Sul mer­ cato dei carboni in Inghilterra, la situazione è sensibilmente migliorata, sopratutto nell ultima settimana del mese in cui si sono stipulati larghi contratti per la fornitura di Carditi con prezzi alquanto più fermi : le prospettive rimangono tut­ tavia incerte per quanto si riferisce alla futura domanda continentale; la fermezza si è delineata anche rispetto ai carboni della bcozia, mentre i prezzi rimangono invax’iati riguardo ai carboni da gas. per i quali esiste larga disponibilità : le quotazioni di fine dell ottobre segnano qualche falcidia in confronto con quelle del mese innanzi.

La situazione appare alquanto migliorata sul mercato britannico, specie per la ghisa negli ulti­ mi giorni del mese sono state elevatele quotazioni, dopo il lungo periodo di depressione ; sul nostro mercato la m aggior parte dei prezzi dei materia­ li siderurgici sono rimasti invariati in confronto col mese di settembre, e per la ghisa Eglinton è avvenuta una riduzione sensibile. Rispetto ai me­ talli minori in Inghilterra è prevalsa lungo il mese la tendenza sostenuta, la quale è favorita dai progetti governativi di lavori per sollievo della disoccupazione; il movimento ascendente è stato lento e graduale per il rame malgrado noti­ zie non favorevoli degli Stati Uniti ; lo stagno continua a beneficare di una estesa domanda e mantiene quotazioni superiori alle _ 200 sterline per tonnellata inglese, Sulla base di una « posi­ zione statistica » piuttosto sana ; anche per il piombo la richiesta sembra cospicua, tale da fron­ teggiare la larga disponibilità; ed infine anche per lo zinco si manifesta sempre sul mercato bri­ tannico una notevole fermezza poiché la scarsità del metallo incomincia a delincarsi. Rispetto a questi metalli minori le quotazioni di fine ottobre in confronto con quelle di fine settembre sul mer­ cato italiano s segnano stasi per l ’alluminio, ribas­ so per il rame e per lo zinco e rialzo in varia mi­ sura per lo stagno, il piombo e l ’antimonio.

Merci varie. — Nel gruppo dei materiali da

costruzione il livello complessivo dei prezzi è ri­ masto invariato: lievi mutamenti di quotazioni si hanno soltanto per i mattoni, rispetto ai quali, vi ha singolarmente lieve rialzo sul mercato di Milano e lieve ribasso su quello di Roma.

l ’or il gruppo dei prodotti vegetali vari, è pro­ seguito il tenue movimento discendente in ragione di circa 1/4 per cento. Sul mercato dei foraggi prevale sempre la tendenza calma, ed il movi­ mento discendente in ragione di circa 1/4 per cento segna ancora qualche falcidia in alcune piazze: la scarsità di transazioni, appena attenuata da non cospicue vendite dirette in Svizzera corrisponde al .senso di incertezza rispetto all’avvenire che domina sia presso i detentori che presso i consu­ matori; lo stato della coltura si presenta soddisfa­ cente sopratutto rispetto alla prolungata possibi­ lità di sfruttamento dei pascoli, ma in molte zone la siccità autunnale ha danneggiato sensibilmen­ te la vegetazione. Le condizioni della stagione ritardano il consumo della paglia e le quotazioni sulla generalità delle piazze si mantengono inva­ riate, con significato normale.

(6)

170 L ’ E C O N O M ISTA prevalenza alla ascesa. Nel mercato dei pellami

lia segnato lunga parte del mese una minore ten­ sione per lo pelli di macellazione indigena, risul­ tandone qualche tenue falcidia nelle quotazioni, ma in compenso è proseguita la tendenza soste­ nuta, la quale domina già da tempo, ed è conti­ nuata attiva la richiesta delle pelli bovine di pe­ so medio e greve; continua invece la tendenza statica per il conciato al basso livello il quale si mantiene immutato già da molti mesi, per quanto la domanda appaia alquanto più attiva; la ten­ denza ferma prosegue sulle pelli esotiche, fatta eccezione soltanto per il Piata. Prosegue la sta­ zionarietà in massima sulla carta, sia per le ma­ terie prime ohe per la maggior parte dei prodotti, ma per taluno di questi si registrano lievi plu­ svalenze. Qualche progresso si è verificato rispet­ to all’olio di seme di lino in corrispondenza di quello segnalato sul mercato britannico.

In un prossimo fascicolo verranno segnalati i dati indicanti le variazioni nei prezzi per le mer­ ci distinte non più secondo il loro carattere mer­ ceologico, ma secondo il loro carattere econo­ mico.

R

iccardo

B

achi

.

Bilancio Trimestrale

Il 26 maggio l ’ón. De Stefani, ribattendo alla Camera le critiche rivolte dall’opposizione alla sua politica finanziaria, concludeva il suo discor­ so con l ’affermazione che « il Governo fascista può permettersi il lusso della verità ».

E ’ un lusso che i ministri delle Finanze di tutti i tempi e di tutti i paesi si concessero di rado, specialmente in tempi di crisi politiche ed econo­ miche in cui più dolorosa e pericolosa è la cruda esposizione della reale situazione delle finanze erariali.

Non così l ’on. De Stefani, deciso a fornire al pubblico, avido di controllare la vita finanziaria dello Stato ogni possibile ragguaglio.

In questi giorni, per provare ulteriormente questo suo amore per la verità, finora nei docu­ menti finanziari alquanto negletta, il giovane Mi­ nistro, sembrandogli poca cosa la pubblicazione

del Conto riassuntivo del Tesoro, utilissimo per

conoscere la situazione della cassa, e della Situa­

zione trimestrale dei Debiti Pubblici preziosa per

giudicare le variazioni dei debiti statali, iniziava la pubblicazione della situazione trimestrale del bilancio di competenza dell’esercizio in corso che meglio di ogni altro documento contabile può illustrare la situazione generale delle finanze sta­ tali.

Il nuovo conto riassuntivo delle competenze previste e accertate venne già pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale per il trimestre luglio-settem­

bre negli, ultimi giorni del passato ottobre e seb­ bene trascuri le partite dei residui attivi e pas­ sivi porge all’opinione pubblica, in forma piana e sintetica, tutti gli elementi di giudizio occorren­ ti per valutare tosto le entrate e le spese pubbli­ che e il probabile ammontare del disavanzo effet­ tivo per l ’intero esercizio in corso.

L ’esame del riuovo documento mostra che qua­ lora il Governo sappia realizzare le economie pro­ messe, il disavanzo dell’esercizio 1923-24 non si allontanerà molto dai 2.616 milioni calcolati ne­

gli Stati di previsione dell’entrata e della spesa

2 D icem bre 1923, N. 2587 presentati dall’oai. De Stefani alla Camera dei Deputati alla fine dello scorso maggio.

Anzi, come appare dal seguente riassunto del nuovo documento, il disavanzo effettivo per l ’e­ sercizio 1923-24, calcolato in base alle quote tri­ mestrali, si ridurrebbe ancora ad una cifra mi­ nore.

Bilancio trimestrale Luglio-Settern. 1923 .

Spese effettive 5.734 5.661 — 73

Entrate effettive 5.079 5.191 + 112

Disavanzo ■ - 655 — 470 + 185

Il disavanzo previsto per il trimestre in 655 milioni sarebbe in realtà ammontato a eoli 470 milioni. Da ciò non si deve però dedurre che il disavanzo deH’esereizio complessivo scenda dai 2.620 milioni previsti a 1.180 milioni. Anche am­ mettendo che nel computo delle spese straordinarie si sia tenuto conto della quota parte continuativa di esse competenti al semestre, il minore disavan­ zo risultante dal progetto può sempre aumentare non essendo l ’andamento degli impegni e degli accertamenti eguale in tutti i mesi dell’esercizio. Comunque è un sintomo eccellente dovuto in gran parte alle entrate effettive ordinarie le quali com­ pensarono da sole il peggioramento avutosi nelle entrate straordinarie per effetto della minore quantità di merci avuta in conto riparazioni. In ­ vece dei 250 milioni previsti per il trimestre si sono riscossi soltanto 41 milioni onde una perdita di 209 milioni solo in parte coperta da entrate straordinarie minori. Data la fosca situazione in­ ternazionale odierna, aggravata dal timore che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna impauriti dal­ la continuità della crisi europea, siano indotti pre­ sto a reclamare il pagamento dei debiti interal­ leati (il crollo dei cambi non ha per noi altre ra­ gioni), nulla di più facile che le riscossioni in conto di riparazioni, calcolate per l ’intero eserci­ zio di un miliardo di lire, si riducano all’ultimo a meno della metà o scompaiano del tutto elevali do il disavanzo a somme ben superiori a quelle originariamente previste.

Simile pericolo accresco il valore del monito che emerge da altre cifre ben più sicure e esatte delle prime e che basterebbero da sole a conferire a questa .situazione trimestrale del bilancio di competenza, diffusa dall’on. De Stefani, un’impor­ tanza politica oltremodo notevole.

Alludiamo alle cifre degli impegni già assun­ ti a carico dell’intero esercizio in corso.

La situazione risulta, a questo riguardo da questa seconda tabellina riguardante la totalità delle spese effettive ordinarie e straordinarie per l ’intero esercizio e per il trimestre in esame.

Spese per l'esercizio 1923-24

Somme previste per l ’intero

esercizio ... 19 .3 8 6 milioni Somme già impegnate al 30

settembre a carico di tutto

l ’esercizio ... 16.803

Totale delle disponibilità . 2.583

Ora basteranno questi 2.583 milioni a'coprire le nuove spese che porgeranno nei nove mesi che ancora ci separano dalla chiusura dell’esercizio ?

(7)

bufo-L ’ E C O N O M ISTA 171

2 D icem b re 1923, N. 2587

Grazia, dei partiti, del parlamento, i due miliardi e mezzo ancora disponibili sopra i 19 miliardi stanziati, dovrebbero bastare a coprire ogni ri­ chiesta di nuove spese, avanzata entro la chiusura dell’esercizio.

Soltanto a questo patto il disavanzo, già ag­ gravato dalle perdute riparazioni, potrà essere contenuto entro limiti tollerabili per l ’eopnomia nazionale e per i contribuenti tormentati dalla crisi industriale e commerciale e dalla soffocante pressione tributaria che ne aggrava per tutti le dolorose conseguenze.

Ma affinchè ogni sperpero del denaro dei con­ tribuenti in nuove, prorogabili, discutibili spese sia evitato è necessario che l ’opera vitale, ingrata, dolorosa, dell’on. De Stefani sia assistita, secon­ data, sorretta dall’opinione pubblica, in Italia, a ¡differenza dell’Inghilterra, per difetto di educa­ zione politica e fiscale, più incline, a difendere i parassiti privati del bilancio collegati contro l’e­ rario che gli interessi .superiori delle Finanze e della nazione.

Fino a quando l ’opinione pubblica invece del­ le spietate economie in tutti i servizi governativi che resero celebre in Inghilterra sir Eric Geddes

« l’uomo della scure » ap'poggerà ogni nuova do­

manda di sussidi, di concessioni, di prestiti gra- tutiti, di concorsi, di immunità fiscali, di salva­ taggi bancari e industriali, di opere pubbliche improduttive o quasi, l ’on. De Stefani, per quanto ardente fautore della luce nei conti finanziari e accendino nemico dello Stato dilapidatore senza freni del denaro altrui, non potrà avere, come già l’ebbe l’on. Baldwin, l ’attuale Premier inglese, il titolo glorioso di « ministre del pareggio ».

E il danno sarà di tutti.

Fe d e r ic o Fl o r a

Di una nuova partizione dello studio dell’Economia (1)

La classica distinzione dello studio dell’eco­ nomia- in produzione, circolazione, distribuzione e consumo, comunque si sia voluto da alcuni economisti, trattar prima la distribuzione e poi la circolazione, e da altri sopprimere addirittura il consumo, non può resistere, ¡secondo la mia opi­ nione, ad una critica nella quale ¡si esprima una intcriore elaborazione della disciplina.

• E d’altra parte, malgrado la pretenziosità

forse eccessiva del tema della mia comunicazio­ ne necessariamente breve, io non adduco una partizione del tutto nuova ed originale: A lle di­ scipline che non conoscono la trepidante esal­ tazione delle invenzioni e delle scoperte è dato difficilmente, del resto, addurre delle novità che non siano piuttosto derivazioni più o meno felici della intuizione e della ricerca altrui.

Francesco Ferrara, il primo e più grande for­ se tra gli economisti di questa Italia non ancora uscita dai dolorosi travagli della sua terza rina­ scita, intuì genialmente che leggi diverse gover­ nano la vita economica dei singoli enti volutivi e la vita economica della società in cui si rive­ lano, si coordinano, si elidono, in interferenze infinite e complesse, le attività economiche dei singoli enti volutivi.

(lì Comunicasi One alla Sez. XVIII della XIIa Riunione della Società Italiana per il progresso del le scienze. (Catania, 5-11 Aprile 1923).

Questa intuizione dev’essere fecondata-; nè, se­ condo ia mia opinione, può bastare il tentativo — monco del resto ed infecondo — della nuova partizione tentata dal Valenti, l’abbia o non lo abbia egli ricavata dal Ferrara.

Ed invero le antitesi che si notano in alcun« istituti'economici a seconda che si guardino dal punto di vista dell’economia individuale, o dal punto di vista dell’economia sociale considerata come complesso organico, come storia, come filo­ sofia, inducono a pensare che occorre approfondi­ re il solco tracciato dal Ferrara.

Addurrò due soli esempi fra le antitesi che mi pare d’aver trovato.

E ” canone ormai indiscusso che la terra, co­ me fonte di produzione, appartenga all’elemento naturale e non a quello capitalistico. Siamo di fronte ad un corollario logico della nozione co­

munemente accetta di capitale: bene prodotto e

destinato a nuova produzione.

Ora io mi permetto far notare che tutto ciò può esser vero per l ’economia sociale ; è falso pe­ rò per l’economia individuale.

Ed infatti, dal giorno in cui un muro od una fossa chiuse quel tratto di terra ¡su cui le ine­ luttabili necessità della vita costrinsero l’ uomo a costruire un ricovero per ¡sè e pei nati dalla sua donna, dal giorno in cui egli fu costretto a pian­ tarvi intorno, dentro una lacerazione profonda, un ulivo, od a spandere pei solchi segnati dal suo lavoro i semi fecondi, da quel giorno la ter­ ra fu per il soggetto economico, per l’individuo,

strappata all’elemento, diciamo cosi, naturale

della produzione. Perchè l ’uomo difese con le un­ ghie e coi denti quella parte della natura che egli volle riservata a sè e ai suoi discendenti.

Nacque allora l’istituto della proprietà pri­ vata, di cui quello che oggi si chiama demanio pubblico è appena appena un aspetto particolare.

Intendo qui infatti la proprietà privata nel senso generalissimo di dominio degli enti volu­ tivi, degli enti umani, sulla natura esterna che non ha valore economico ove non la si consideri in funzione appunto della proprietà dell’ uomo.

. _ Ora le estensioni successive del diritto di pro­ prietà che si racchiudono meravigliosamente nel­ la formula del Filomusi-Guelfi : la signoria ge­ nerale e permanente della persona sulla còsa.

quelle estensioni che permisero e permettono oggi non solo di donare la propria terra, ma anche di barattarla o con altra terra o con ricchezze pro­ dotte e non ¡consumate perchè destinate al rispar­ mio ed a tale successivo investimento, il diritto di proprietà sulle cose immobili, ingomma, ci permette di affermare ch ’è falso, o quanto meno artificioso ed antistorico, negare alla terra, dal punto di vista dell’economia individuale, la qua­ lifica di elemento capitalistico.

Ecco l ’antitesi.

(8)

172 L ’ E C O N O M ISTA 2 D icem b re 1923, N. 2587

reddito materiale o immateriale anch’esso, di co­

se cioè o di servizi.

E un’altra antitesi metterò in rilievo nella quale si risolve la vecchia questione se beni econo­

mici .siano solo quelli materiali oppure anche quelli immateriali, questione non ancora porta­ ta a soluzione definitiva dagli economisti mo­ derni.

Dal punto di vista dell’eeonòmia individuale infatti anche i beni immateriali, la piroetta di una ballerina, le modulazioni vocali di una diva, il consulto di un medico o il parere di un avvo­ cato sono beni economici Tutte le leggi dello scambio, ad esempio, valgono per essi come per i boni materiali.

Dal punto di vista dell economia sociale in­ vece è forse ancora sufficente il vecchio canone che beni economici siano solo quelli materiali, sebbene alcuno neghi ormai più che la vita eco­ nomica dei popoli e della società in genere in cui essi, tutti, « ’integrano e si confondono, sia fatta di beni materiali animati però e valorizzar­ si dalle proiezioni del pensiero e della volontà u- mana, pensiero e volontà immateriali per loro intrinseca natura.

Dal rilievo di questa antitesi deriva, anche qui tutto un orientamento di studio diverso dal­ l’attuale. Ne resta investita, per esempio, la leg­

ge del minimo mezzo ed io trovo improntato a

perfettissimi principi economici il gesto di Maz-

¿un cne, malgrado le brume di Londra, dona al­ trui il suo unico soprabito per cavarne il bene...' del bene altrui!

Ora se tutto questo è chiaro come a me pare, resta pure dimostrato che bisogna necessaria­ mente partire lo studio dell’economia in due gran­ di branche : Economia sociale da una parte, Eco­ nomia individuale dall’altra.

L ’economia sociale ha necessariamente carat­ tere descrittivo, storico, filosofico : non ci sono per essa leggi eterne. La .storia, si accolga la teoria dei « corsi e dei ricordi > o piuttosto quella del « progresso », è movimento, è dinamica. Nulla di eterno e di statico in essa. Pensare ad ammet­ tere il contrario è negare la storia ; è una con­ tradizione in termini. E noi ammetteremo nello studio dell’economia sociale i vecchi tre elementi

della produzione; guarderemo alle cosidette leggi

della produttività crescente e decrescente che

parvero tramontare, come infatti son tramontate dal- punto di vista dell’economia individuale, quando la chimica insegnò agli economisti le leg­ ge delle proporzioni definite. E studieremo, sem­ pre però sotto l ’aspetto descrittivo, storico, filosofi- co, tutti quegli altri fenomeni che i trattatisti hanno notomizzato spesso con mano maestra qual­ che volta però con l’anima del necroScopo che incide e frantuma, ma non vivifica niente e nes suno

L ’economia individuale invece ha un’altro

valore.

La posizione di chi studia l’economia indivi­ duale, lontane da me le elucubrazioni dello Zor- li, è quella di uno studioso di singole aziende,

individuali o collettive non importa, ma guidate tutte dalla volontà umana dall’individuo, sog­ getto e fine dell’attività umana in genere e di quella economica in particolare. Per l ’economia individuale nulla ha valore che non cada sotto la proiezione effettiva del desiderio della volontà degli enti deliberativi delle singole aziende.

L ’economia individuale è dunque una disci piina squisitamente psicologica e, anzi quasi spi­ rituale.

Da questa partizione che a me sembra asso­ lutamente necessaria e che pel progresso della nostra disciplina io vorrei decisamente adottata, senza remora dai nostri insegnamenti disecono­ mia, deriva tutto un rivolgi punito interiore di uno dèi problemi economici più gravi : quello del valore.

Il problema va riesaminato profondamente. I prezzi non sono il valore, ma una fra le tante ma­ nifestazioni esteriori estrinseche del valore. Le dottrine socialistiche tendenti tutte quante, per motivi di logica rigorosamente intesa, ad un co­ muniSmo integrale, vanno combattute e decisa­ mente eliminate sul terreno del valore-lavoro che è una macabra e sanguinosa confusione tra va­ lore e prezzi.

E ’ questo, secondo la mia opinione* il campo più fecondo degli economisti di domani!

Ma non Inasta.

L ’economia individuale va divisa in due al­ tre branche : quella privata © quella pubblica. L ’economia individuale pubblica, con buona pace del mio venerato maestro Vincenzo Tangor- ra alla cui memoria sono fiero di richiamare la Sezione, è niente altro che la cosidetta Scienza delle Finanze. Ragioni puramente contingenti e fors’anche personalistiche ne fecero una scienza a sè, didatticamente e, dicono, razionalmente au­ tonoma. Ma oggi le necessità della' .sintesi scien­ tifica affiancano potentemente quelle dell’analisi e dello sminuzzamento didattico.

Io non credo alla necessaria distinzione fra l’una e l ’altra disciplina e mi occorre affrontare, per lo meno, l ’argomento apparentemente più de­ cisivo addotto per tale separazione.

Si dice che l ’attività fiscale è rivestita di for­ me — la legge — che la caratterizzano e la spe­ cificano. A me pare che ci troviamo di fronte ad un grosso equivoco. Non c’è attività umana di qualsiasi specie e natura che non sia rivestita di forme. Anche l ’attività economica ha le sue forine che sono essenzialmente tutte quante nello scambio di merci con iqerci. di merci con servi­ zi, di servizi con servizi. Nell’economia in d ivi­ duale privata lo scambio si manifesta essenzial­ mente col contratto. Il contratto — dice la 'no­ stra legge e quella di qualsiasi altro paese —- ha valore di legge fra le parti. E ’ la legge dell’eco­ nomia individuale privata, è il diritto privato che viene forgiandosi appunto attraverso i contratti e cioè gli accordi di volontà individuali.

L ’economia individuale pubblica ha la sua legge ch’è il diritto fiscale, parte integrante del diritto pubblico.

Ora come non si. è mai concepita la necessità di fondere l ’economia col diritto privato, così io non concepisco la necessità di fondere l ’economia dello Stato e degli altri enti autarchiói minori, che lo preparano e lo integrano, col diritto pub­ blico.

(9)

2 D icem b re 1923, N. 2587 L ’ E C O N O M ISTA 173 bertà di rapporti giuridici. Ma, scientificamente,

nessuna differenza fondamentale, di principio tra l ’attività economica degli uni .e, l ’attività eco­ nomica degli altri.

Concludendo :

Occorre che l’etìonomia, abbandonando tutti i varii aggettivi con cui si è voluta adonarla da quanti non ebbero forse- altro contribuito da por­ tare, .sia studiata — secondo io credo — dentro questa nuova partizione:

Economia sociale da una parte — e questa è storia, filosofica — nella quale è anche possibile e. in certa misura utile, l ’introduzione del meto­ do matematico di rappresentazioni e ricerche.

Economia individuale, privata e pubblica, dall’altra.

Che studiando l ’economia individuale io sepa ­ rata sede, diciamio così, dall’economia sociale si possa correre il pericolo di Ipotetizzare un homo

oeconomicus irreale perchè astratto dalle infini

te interferenze della vita degli uomini in .società, io non credo. E ’ che qui tali interferenze — sen­ za delle quali, del resto non sarebbe possibile ipo- tetizzare un qualsiasi homo otconomicus — van­ no riguardate e valutate in funzione deH’atteg- giamento spirituale del soggetto della disciplina oh’è l’uomo coi suoi bisogni e i .suoi desideri.

Che l ’economia individualo sia poi un grado deireconomia sociale può anthe esser vero. Non intendo affermarlo o negarlo

Occorre che la partizione sia didattica prima, euristica poi.

Gli economisti di domani provvederanno a quella ulteriore sistemazione della scienza econo­ mica che dalla proposta m ia io credo possa e debba venire.

G

aetano

N

avarra

O

rimi

.

R IV IST A B IB L IO G R A F IC A

M. PANTALEONI e R. BROGLIO BAIANO — Te­ mi, Tesi, Problemi e quesiti dìi economia politica tecnica e applicala — 1923, Bari, Laterza, pa­ gine 350, L,. 20.

In un prezioso volume sono raccolti ben 1018 te­ rni, tesi, eoe., formulati d agli, esimiii autori con una pazienza più che certosina ed una genialità rispon­ dente alla profonda cultura e alila indislciussa cono­ scenza degli stessi.

Una prefazione, come sempre viVace ed arguta d'el prof. Pantaleoni tenta, ridurre l’im,probo lavoro e la sua utilità a limiti modesti, sebbene il libro non solo rivaleggi, ma superi il valore dei Problcmìs dlel Milnes, del Summer, d'el Wolseley, del Taylor eco.

Il volume dovrà essere seguito da uhi secondo contenente, a mo’ di risposta, la, indicazione biblio- gr'afìm degli autori che hanno trattato le questioni formanti oggetto dei temi, testi, eoe.

Sarà quindi così unJ’opera completa c-he si offri­ rà tanto ai cultori di scienze economiche quanto agli studenti.. E’ un libro che ratto,mandiamo viva­ mente anche a chiunque voglia,, sia piura somma­ riamente, rendersi conto degli innumeri e difficili problemi c'he contornano ed anzi materiano il vi­ vere storiale.

F IN A N Z E D I ST A T O

La situazione finanziaria del Brasile.

I giornali brasiliani informano che le dichiara­ zioni del ministro delle- finanze, annunlrianti che nel primo semestre deH’ainno corrente lé entrate su­ perano le spese di 74.684.000 rnilrais, hanno prodotto nei circoli finanziari nord-americani ottima impres­ sione.

La stessa ottima impressione ha causato la nota del ministro delle Finanze ai magnati di Wall Street, affermante che Fattuale amiministrazione del

Brasile si ispira a un programma di rigorosa eco­ nomia.

Il fatto è importante in quanto che agli Stati Uniti sono attualmente collocati 137 milioni di dol­ lari ini titoli brasiliani. Vari finanzieri nord-ameri­ cani, addentro alla situazione del Brasile, riten­ gono che per la fine del corrente anno la bilancia commerciale brasiliana possa recare un saldo favo­ revole di oltre 150 milioni di dollari.

R IV IS T A D E L L A PRODUZIONE

La produzione del tabacco in Jugoslavia

Si valuta a 20.700.000 kg. il raccolto del tabacco d i . quest’ anno in Jugoslavia. II consumo interno es­

sendo di 12 milioni di kg. per anno si stima ohe otto milioni di chilogrammi potranno essere espor­ tati. Il tabacco macedone (Serbia del Sud) fa con­ correnza, con successo,, ai tabacchi turchi e della Tracia greca,.

Ec.co le cifre di produzione nelle differenti re­ gioni :

Serbia del Nord 1.597 9.480

Serbia del Sud 4.483 42.317

Ciro,a,zia e Slovenia 318 1.085 Bosnia Erzegovina 3.125 22.650 Voivodia 2-452 15.118 Slovenia 36 280 Dalmazia 568 6.940 Montenegro 162 316 Totale 12.741 98186

La produzione del carbone in Grecia.

La produzione media dal 1915 al 192:0 del carbo­ ne in Grecia si stabilisce e ripartisce così:

Dipartimento di Mitilene tonni. 15.541

)) Candía )) 8.635 )) Rethymo )) 7.780 )) I%aconia )) 7.688 )) Canea )) 7.052 » Corfú )) 6.644 )) Messenia )) 6.347 Totale torni. 5,9.687 Le regioni più produttive di carbone sono in or­ dine d’ importanza le isole di Mitilene e di Greta. Vengono poi Gorfù e la Messemi a (regione d’Asia,). Si produce carbone in piccole quantità nelle cit­ tà di Pilion, Mlegara, Eleusis, Nauplie e nelle isole di Cefalonia e di Zante.

La penisola, della .Cialcidia ha una produzione molto limitata,, e in corrispondenza, molto poco svi­ luppata, come d’ altronde è in genere tutta l’azienda carbonifera greca.

Produzione del cereali In Rumenia. *

La p,induzione granaria in Rumenia ha presen­ tato negli ultimi quattro anni i seguenti dati :

superi, cult. prod, tot- prod, media

ha ili hi.

1920 2.022-710 22-050.034 10,9

1921 2.488.335 27.648.749 11,1

1922 2.640.640 38.687.407 12,3

1923 2.683.702 40.439.255 15,0

Anche le altre Colture, corbe la segala ed il gran­ turco, sono in aumento; la produzióne della segala è salita nel 1923 da hi. 3.252.000 a hi. 3.616.500; il granturco ha segnato un aumento di circa il 30 per cento coni una produzione di circa 329.000 vagoni.

Il consumo mondiale dell’ energia elettrica.

Secondo una statistica della rivista americana « Scientific American » gli Stati Uniti consumano la maggior quantità, di energia elettrica in tutto il mondo, ossia 49.802.000.000 kilowatts all’anno. Vengono in seguito: Gerdania 8.600. («0.000 klw. Giappone 6.925.000.000 » Inghilterra 6.400.000.000 )) Francia 5.410.000.000 )) Italia 3.400.000.000 )) Svizzera 2.700.000.000 » Svezia 2.144.000.1)00 )) Norvegia 1.331.000.000 ))

(10)

174 Svizzera Canada Norvegia Stati Uniti Svezia Francia Germania Inghilterra

L ’ ECO N O M ISTA 2 D icem b re 1923, N. 2587

700 klw. per abit. 612 )) » )) 439 » » )) 472 )) » » 364 )) » )) 147 » » )) 141 )) » » 139 )) » ))

del dinaro, quantunque influenzato da altre cause, risente di questo stato di cose soddisfacente, ed il di­ naro aumenta progressivamente, a misura che si vedono i risultati della campagna di esportazione.

Quantunque l’industria nazionale si sia svilup­ pata, raggiungendo urna produzione doppia di quel­ la del 1922, la maggior parte dei manufatti provie­ ne dall’etero.

La produzione mondiale di petrolio. La produzione mondiale della seta.

L’Ufficio geologico americano ha pubblicato la statistica della produzione mondiale di petrolio du­ rante il 1922.

L,a produzione totale raggiunge barili 851.809.000, di cui 557.531.000 estratti agli Stati Unitve 182.278.000 al Messico». La Riusfeda viene al 'terbio posto letami 32.966.000 barili, quindi la Persia con 21.909.000 e le. Indie olandesi con 16.720.000 barili.

La produzione mineraria del Messico.

Secondo le ultime cifre ufficiali pubblicate dal Governo messicano, la produzione mineraria totale del paese :hia raggiunto, nel 1922, urna somma, di 198 milioni di dollari, di 112 milioni di dollari per l’a.,r- gento, 31 milioni di dollari per il rame ed il piom­ bo», 12 milioni di dollari per gli altri metalli.

L’oro e l’argento rappresentano il 72 per cento del valore totale della produzione: viene in seguito il piombo.

La produzione totale di argento al Messico du­ rante il 1921 si è elevata a 2.500.000 chilogrammi. La produzione d i piombo ha raggiunto 113 milioni di chilogrammi.

11 raccolto del grano In Grecia.

La produzione per gli anni dal 1915 al 1921 è stata la seguente:

Dipartimento di Larissa . q. 435.940

» di Attica e Beozia » 264.040

» di Salonicco » 257.410

» dii Phtiotis e Phiocide » 251.900

» di Tricala » 238.410

Totale q. 1.445.700 Dal bollettino della Statistica Agricola e Commer­ ciale pubblicato daUTstituto Intemazionale d’Agri- coltura di Roma, la produzione del frumento avreb­ be raggiunto neiL 1923 i 3.040.000 di quintali.

Le provincia in cui la coltivazione dei cereali è più intensa sono quelle di Tesisalià, Attica e Beozia, Phtiotis, P'hociide e Saionicico.

In seguito vengono quelle dtell’ Arcadi a,, dell’ A- caia, deilLElide, di E.ubea e di Pelle, in dui la p ro ­ duzione varia fra i 20.940 ei i 12.025 quintali.

La produzione totale della seta grezza nell’Eu­ ropa occidentale ed orientale, in Asia, e nel Levante ha raggiunto i 32.235.000 di Kg. contro 29.295.000 nel 1921 e 20.830.000 nel 1920.

Dal rapporto annuale dell’ « Union des Marchan- des Soie de Lyon », togliamo le cifre di sempli­ ce stimila di questa produzione :

Europa occidental Europa orientale, te e Asia centri Estremo Ornente 1920 1921 4922 (in migliaia di Kg.) 0 3.655 3.460 4.010 Levan-ile 750 550 700 16.425 25.285 27.525 Totali 20.830 29.295 32.234

Il raccolto europeo è in progresso specialmente per il continuo sensibile aumento del raccolto ita­ liano (3.703 nel 1922 contro 3.205 nel 1921 e 3.325 nel 1920).

L’Europa orientale continua a sopportare le con­ seguenze della guerra. Tuttavia si nota una leggera tendenza all’aumenito.

I progressi più importanti sono da registrare in­ vece nell’estremo oriente e specialmente nel Giap­ pone ed in Cina.

La situazione agricola in Slovenia.

La Slovenia ha una superficie di 1.619.712 ha, circa di dui 317.378 di terreno da lavoro», 11.400 ha da giardino ed orto. 256,000 ha di praterie, 2081131 da pascolo, 24.080 da vigneti, 15.475 da vivai, 2.970 da marcita, Il resto è boscoso o incoltivabile.

La produzione annua è di 430.650 quintali di fru­ mento, 111.420 quintali d’orzo, 182.615 quintali di se­ gale, 150.189 quintali d’avena, 416.150 quintali di mais, 2.142.173 quintali di patate, 4.523 quintali di luppolo, 217.650 quintali di cavoli, 783.485 hi, di vino.

L’ industria forestale è molto ricca e ben svilup­ pate». La Slovenia dispone di 251,617 HP dii forza idaulica di cui 70.836 sono utilizzati.

Da queste statistiche è facile (Desumere che la Slovenia non è il paese povero che si ritiene, per­ chè oltre a queste ricchezze possiede vari giacimienr ti di minerali di cui una gran parte sfruttati.

Gli automobili del mondo. La situazione economica in Jugoslava.

Dal punto di vista economico, la situazione dtel Regno dei Serbi, Croati e Sloveni è molto migliore diq uelìa deiranno' scorso», a-lla stessa epoca, per il tatto che il raccolto è, quest’anno, eccellente come qualità e co»me quantità.

Allo scopo di assicurare quest’ anno un miglior rendimento delia campagna di esportazione, il Go­ verno ha preso in affitto 300 vagoni esteri. Ha inol­ tre ridotto i diritti di esportazione, in modo che pùrecc/Ui articoli che non avevano potuto essetre esportati nel 1922 in seguito ali’ap»plicazione dei di­ ritti pribitivi, porteranno quest’anno un contributo notevole all’insieme delle esportazioni. I diritti sul grano sono stati ridotti da 60 a 30 dinari, sul mais da 40 a 20, sui maiali da 600 a 300 dinari e co»sì per gli altri articoli. Infime la Banca Nazionale ha accordato forti crediti agli esportatori.

, Le cifre ufficiali, che riguardano il raccolto del 1923, so»no, per »esempio, per il grano di 170.000 va­ goni, di cui circa 30.000 per l’esportazione, ciò che rap»p»resenta un valore di 900 milioni dii dinari.

Si conta pure di esportare 5.000 vagoni di pru­ gne secche, di un valore di circa 175 milioni di dinari.

Si pensa quindi che coll’esportazio»ne di questi due soli prodotti possa far entrare in Jugo»slavi»a più di uni miliardo di dinari in divise straniere.

Essendo la Jugoslavia un paese agricolo la sua situazione economica è in funzione del rendimiento del raccolto ed è quindi ora soddisfacente. Il co»rso

Il numero delle automobili in circolazione in tutto il mondo era al luglio 1913 di circa 13 milioni.

I paiesi del mondo» che ne posseggono maggior numero sono : Stati Uniti Inghilterra Canada Francia Germania Australia Argentina Italia 11.500.000 463.600 463.348 256.000 91.400 84.900 7Ô.000 53.600

In altri paesi come nei precedenti il numero è in progressivo aumento meno »che per l’Austria e la Russia che accusano una diminuzione, la prima di 5000 nel totale del 1919, »e la seconda di 9174 nel to­ tale pure del 1919.

R IV IST A D EL COMMERCIO

11 prossimo trattato di commercio con la Czecoslo- vacchla e i prodotti agrumari della Sicilia.

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