L ’ECONOM ISTA
G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E
SC IE N ZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BAN CH I, F E R R O V IE , IN TE R E SSI P R IV A T I
Direttore : M . J . de Johannis
Anno L - voi. Liu Firenze Roma 6, 13, 20 Maggio 1923 {
ROMA (4) - Via Gregoriana, 56N. 2557-58 59
S O M M A R IOPARTE ECONOMICA.
L’Esposizione finanziaria del Ministro del Tesoro.
Accumulamento dell’ oro negli Stati Uniti e sue conseguenze. Le bonifiche nel Ferrarese — Re n a t o D’Ag i t a n o.
RIVISTA BIBLIOGRAFICA. Libri ricevuti.
FINANZE DI STATO.
Situazione del Tesoro al 31 Marzo 1923. Debito estero della Grecia.
RIVISTA DEL COMMERCIO. Industria cotoniera mondiale. RIVISTA DELLA PRODUZIONE.
Produzione mineraria della Tunisia nel 1922. Produzione mondiale del Petrolio.
Scioperi della gente di mare durante il 1922. Il Commercio Italiano con l’estero nel 1922. RIVISTA DEL MERCATO DEI VALORI. Rassegna settimanale — Gu s t a v o De x l e x.
. 'P A R T E ECONOMICA
L’Esposizione finanziaria del Ministro del Tesoro.
Il discorso che S. E. De Stefani ha voluto te nere nella Capitale industriale d’Italia ha avuto una cattiva stampa e una cattiva borsa.
Se si fa astrazione dagli organi pubblicitari del partito, i quali hanno l ’obbligo contrattuale reclamistico, la stampa indipendente e quella di opposizione — parliamo della opposizione seria — non hanno accolto le 'parole del ministro con quella credulità e quella persuasione che accom pagnarono le esposizioni di molti illustri prede cessori, ancorché esponenti i partiti diversi; non diversamente i mercati .finanziari e dei valori in dustriali hanno mostrato con la loro pronta ed im mediata reazione di accogliere le affermazioni rosee e le pretenziose dichiarazioni di S. E. de Stefani.
Nella storia delle esposizioni finanziarie da noi seguite per un cinquantennio con fedele attenzio
ne ben raro è stato il caso, ad ogni modo troppo ben giustificato, di dichiarazioni ministeriali che abbiano avuto una oosì incontrastata reazione borsistica chiaramente manifestante la impres sione ricevuta dai sensibili ambienti degli affari. E ’ stato bensì tentato di addimostrare che il peggioramento nelle quotazioni di borsa, sia per i titoli di Stato, che per i titoli- industriali, avvera tosi giustamente il giorno appresso della conciono di Milano e persistito tenacemente ed uniforme mente nei giorni successivi, dipendente dal fatto
che le previsioni e conclusioni del ministro erano state yi precedenza scontate con la inesplicabile allegria delle borse nel periodo che precedette l ’av- venimento governativo.
Non staremo a discutere nel dettaglio la illo gicità sostanziale di una simile ipotesi ed espri meremo, come di consuetudine, nudamente e fran camente il nostro pensièro.
Il Ministro De Stefani, che ha qualità di col tura e di sapere non comuni, che è uomo di vo lontà e di fede, che rachiude in sè propositi espe ranzo degne d ’ogni riguàrdo. è purtuttavia un no vizio nella vita parlamentare e nelTamlbiente po litico; e, forse mal consigliato da un entourage che non gli fa onore, sospinto dal desiderio di va lorizzare la azione del governo fascista, sedotto in genuamente dalia speranza degli effetti migliori, per la indoratura delle sue previsioni, si è lasciato trascinare verso conclusioni di un ottimismo pa- lesamente esagerato di tanto, quanto occorreva per rendere più facile rincontro con la incredu lità, piuttosto che con l ’entusiasmo.
Sette mesi di governo fascista, e sopratutto di programma riformatore e risanatore, non sono e non potevano essere sufficienti a qualsiasi mi nistro per portare seriamente al giudizio della Na zione risultati concreti e promesse sicure. S. E. De Stefani ha voluto anticipare di parecchi mesi quel le dichiarazioni che egli avrebbe potuto fare in un avvenire ben più lontano, quando le isue speranze e le sue ipotesi fossero riuscite confortato da un numero di fatti e di risultati m aggiori e migliori degli attuali.
E questa fretta di annunciare una problemati ca restaurazione finanziaria, che sólo potrà esser frutto di un lungo periodo di rigida ’condotta, ha generato dichiarazioni sufficenti per épater les bourgeois, ma non per convincere coloro che sanno leggere, che sanno comprendere un analisi del bi lancio dello Stato, che sanno giu dicare’delle con seguenze di determinati provvedimenti e delle dif ficoltà nel raggiungere determinati intenti,
94 L ’ECONOMISTA
intenso di restaurazione; assai più che il tanto atteso e magnificato discorso di Milano non abbia giovato e alla sua reputazione di finanziere e, il che è ancor peggio, a .quella ricostruzione na zionale che ci aveva tanto accreditato aneli6 al l ’estero durante quei sette mesi nei quali il mi niato del Tesoro, seppe tacere.
Noi vogliamo insomma asserire che le afferma zioni del discorso di Milano ancorché in generale e nella parte programmatica si mostrino soddisfa centi, non sono state però, nel loro insieme, capaci di generare quel senso di sicura fiducia, quella persuasione di realtà, quella sicurezza nelle risul tanze previste che possono totalmente tranquilla re su quale sarà per essere l ’esito finale della no stra crisi politica ed economica in un avvenire non troppo lontano.
Intendiamoci però, i problemi che il De Stefa ni aveva davanti a sé erano molteplici e formida b ili; alcuni anzi sostanzialmente insolubili dalla sola economia nazionale, inquantochè strettamente connessi ed intimamente legati all’avvenire econo mico e finanziario di altre nazioni e specialmente di quelle che, come la nostra, perdurano in una condizione disagevole
E ’ ben arduo compito per un Ministro del Te soro il parlare di restaurazione finanziaria e di ri- costruzione economica quando la materia prima di cui egli dispone è naturalmente povera e costitu zionalmente grezza.
Il governo finanziario di 40.000.000 di citta dini ristretti su un territorio esiguo e per larghe zone inospitali, privo di ogni benché minima ri sorsa naturale per gli elementi di prima necessità, ricco di acque cadenti, ma povero di industrie che possano usufruirne l ’energia, attraverso da mon tagne e geograficamente formalo in modo da ren dere-gravosi e difficili i trasporti; affetto ancora per lunghissime plaghe da morbi pestiferi che an nientano o ritardano ogni progresso, circondato da barriera che generano l ’esodo della popolazio ne esuberante e malauguratamente ogni giorno più crescente, tributario spesse volte di nazioni invidiose o mal disposte per quanto riguarda le necessità elementari della vita, situato su un mare di cui tre o quattro nazioni ad un tempo cercano disputarsi predomina d’ogni genere, viziato dalla disorganizzazione politica che per lunghi decenni non permisero governi capaci di attuare, anzi nep pure di formulare, programmi di vita economica che dessero un duraturo indirizzo alla nazione, co stretto quindi, a disseminare forme coattive di tri buti per una materia impossibile, uniformemente povera, affetta da privilegi e dalla malafede deri vante da diritti di casta e da residui medioevali, costretto a sopportare le innumerevoli conseguen ze di un fqlle periodo di statizzazione e di muni cipalizzazione di servizi espropriati al capitale pri vato, posto dinanzi ad un insieme di cittadini sin golarmente dotati di meravigliose virtù individua li, ma non adusati a qualsiasi lungo regime di disciplina e di convinte rinuncie a scapito della propria individualità, si mostra ben più arduo ed intricato che non quello di un Cancelliere del lo Scacchiere, che non quello di qualsiasi dei m i nistri colleghi che reggono l ’amministrazione fi nanziaria di quei paesi dei quali vorremmo rag giungere la potenza ed imitare Im perialism o.
Ed in tale considerazione noi vogliamo indul gere verso quelli che possono essere errori più che altro dovuti a giovanile inesperienza del De Stefa
6, 13, 20 M aggio 1923. N. 2557-58-59.
ni per lasciare che egli attui sia pure e fin dove può, la parte sana dei suoi intendimenti, dia loro vita e forma per il migliore risultato ottenibile nelte condizioni difficili della postra immutabile situazione, sperando che con noi egli non si illu da nuovamente e non si voglia illudere di saper condurre finanziariamente ed economicamente il paese verso altezze che sono purtroppo irraggiun gibili, verso mete che sono fuori d’ogni realtà.
Noi ci auguriamo che il Ministro De Stefani conscio dell’esperienza avuta dal discorso di Mila no lavori e lungamente in silenzio, per riserbarci fra un anno, fra due, una documentazione soddi sfacente dei risultati, anche se magri, conseguiti dal governo fascista.
Accumulamento dell’ oro negli Stati Uniti e sue conseguenze.
L ’immensa riserva d'oro accumulata dagli Stati Uniti, preoccupa gli uomini d’affari di quel la nazione, per le conseguenze che può poi-tare nell’orientamento degli affari. A questo riguardo la National Bank of Commerce di New York pub blica, in una sua circolare una relazione del Dott. Chandler. Questi, approssimativamente, così rias sume la situazione :
« Il vantaggio che noi potremmo ricavare dal la quantità d’oro accumulato nella nostra nazio ne non è che in teoria, perchè in effetto noi non possiamo commerciare questo oro, essendo spari to dal mondo, questo commercio.
Quest’oro entrato in così gran quantità nelle nostre casse, ha distrutto il valore di quello che già possedevamo. E ’ impossibile ormai, per noi, date le condizioni attuali, effettuare l ’esportazior he dell’eccedenza
Una tale situazione ha già provocato una di minuzione sensibile del valore della moneta. Que sto ribasso non ha portato che dei benefici fìtti- tizi; esiso ha dato impulso a immense speculazio ni, ma alla fin dei conti ha causato grandi per dite. Esse, ha ostacolato lo sviluppo degli affari sani, e ha disorganizzato i prezzi dei mercati e dei servizi, causando un grave malcontento, ed una agitazione dannosa tra gli agricoltori e gli operai. Ed infine ha creato il problema dei salari che, ancor oggi m inaccia l'in du stria».
Il Journal of Commerce, commentando que sta relazione, la definisce esatta.
La preoccupazione dei detentori e dei control lori degli stocks d’oro è di evitare un nuovo ribas so del valore perchè, naturalmente, per essi ribas so significa perdita.
Attualmente i prezzi ed i valori tendono ad un rialzo ma a questa tendenza alcune eccezioni im portanti si presentano per i prodotti agricoli. In fatti esso rende più difficile la vendita all’estero delle quantità eccedenti dei prodotti.
Il vantaggio che il rialzo dei valori porta nelle città e nelle industrie, non è corrispondente nel l ’agricoltura
Il Dott. Chandler espohe i risultati di un rap porto fatto recentemente dal Ministero dell’A gri coltura degli Stati Uniti dal quale risulta che, nel 1922 circa 2 milioni d’individui appartenenti alla popolazione rurale hanno abbandonato l'agricol tura e, che solamente SSO.000 persone sono parti te dalle città per tornare ai lavori campestri.
6, 13, 20 M aggio 1923. N. 2557-58-59. L ’ ECONOMISTA ■ 95
sta riguardante lo sviluppo di 6.000 fattorie di di mensioni medie, con un capitale medio di dolla ri 16.400 circa per fattoria, valuta la media del rendimento attuale a circa doli. 717, e se tien con to del combustibile e dei prodotti consumati e non venduti a doli- 1.000. D i fronte ai benefici realiz zati nella città, un tale tasso non è davvero at traente. Di qui la tendenza ad abbandonare l'a gricoltura. I maggiori guadagni nelle grandi città sono accresciuti dai diritti di dogana, e dalla poli tica d’opposizione all’immigrazione. Per questo la popolazione rurale deve pagare più caro ciò che gli occorre in fatto di vestiario, e di altre co se di consumo, senza alcuno aumento di salari e di benefici. Non solamente questa classe non è protetta, ma essa deve sopportare il costo della protezione.
Economicamente 1’ abbando dell’ agricoltura continuerà a causa del rialzo dei prezzi finche per il rialzo dei prezzi dei suoi prodotti l’ agricol tura avrà nuovamente il guadagno che merita l ’investimento del danaro.
In questo caso però l’esportazione dei prodotti agricoli, sarà ridotta a causa dei suoi prezzi trop po elevati.
In due parole, aggiunge il Journal of Commer ce. non sarebbe possibile, data la situazione pre sente degli Siati Uniti di continuare a vendere l ’eccedenza dei prodotti agricoli all’estero, ai prez zi mondiali, senza diminuire i benefici netti agri coli e senza correre il rischio di un deperimento agricolo. Ora, un agricoltura prospera è per gli Stati Uniti la chiave della situazione; però se, in parte a causa della politica doganale e della poli tica dim m igrazione, in parte a causa dell’infla zione causata daU’accumulamento delle riserve d’oro, i prezzi dei manufatti e dei salari urbani si elevano a nuovi livelli di record, e se questo rial zo produce un’esplosione di speculazione e una corsa sfrenata a guadagni di carattere speculati vo, il potere d’acquisto della classe agricola sarà rapidamente -sorpassato, e ciò si tradurrà in un enorme reazione dei prezzi, in un abbassamento dei valori, che saranno stati valutati a somme esa geratissime, in fine, in immense perdite, in falli menti. in catastrofi.
II danno che minaccia l ’America è chiaramen te visto da alcuni uomini d’affari i quali però non sembrano comprenderne la vera -causa.
Essa è discussa -come se tutto il danno -si do vesse attribuire alla riserva- d’oro, e come so la politica economica non vi avesse alcuna influen za. Il danno nasce da questi due elementi, i quali operano nello stesso senso e nello stesso tempo. La questione è dunque di sapere quale è il controllo da applicare.
Uno degli espedienti preferiti è quello che con siste nel rialzare i tassi di sconto delle banche di riserva federali in maniera da rendere le banche ordinario più prudenti nelle loro concessioni di anticipi e di crediti. Ma- non è facile mantenere il tasso di sconto a un livello artificialmente elevato, e negli Stari Uniti ciò non è elio un rimedio par ziale. Un altro espediente consigliato dal Dott Chandler consiste neU’esportare la riserva d ’oro che costituisce un evidente eccedenza. Questo è un giusto punto di vista; ma, come si è fatto notare, il mercato mondiale dell’oro è scomparso e il ca pitalista americano non ha nel momento attuale
alcuna attrazione per i piazzamenti all’estero. Lo
stato degli affari in Europa, sbarra la. strada a questa uscita di capitale. In attesa gl’individui citigli Stati Uniti cominciano ad accorgersi -che l ’oro invece di essere, come s’immaginavano, una ricchezza passiva, avente un valore fisso, non è che uno strumento avente un valore relativo, e che con questo strumento sovrabbondante e una do manda di merci e di servizi più accentuata e più esigente, il valore relativo di questo strumento de ve diminuire . «
In altri termini il potere d'acquisto del dol laro deve ribassare ed il « bloom » malgrado gli sforzi che si fanno per controllare il valore del dol laro si svilupperà fino a che non si troverà lo sboc co per l ’impiego di questa eccedenza all’estero sot to forma- di piazzamento.
Non ci sarebbe alcuna difficoltà a sistemare le riserve d’oro e non vi -sarebbero ostacoli al libe ro movimento dell’oro se LEuropa raggiungesse una situazione politica definitiva-.
Nello stato attuale delle cose l ’Europa è impo verita e gli Stati Uniti presentano tutti i sintomi ohe annunziano una febbre d’oro.
Le bonifiche nel Ferrarese
Una cerimonia semplice, e solenne, bella, di quella bellezza propria che hanno tutte le cose giovani e agresti è stata celebrata a Jolanda dì
Savoja il Comune modello tutto nuovo e ridente
che la Società delle Bonifiche Ferraresi ha creato nella zona immensa delle sue terre bonificate
« sulla marina ove il Po discende
« per aver pace coi seguaci sui »
Era quella la celebrazione del lavoro e della virtù patriottica che la Società ricordava ieri nel suo primo cinquantenario gli antichi iniziatori ed i suoi recenti eroi, mentre rendeva manifesti i meravigliosi resultati della sua
opera-In quella piccola graziosa capitale che ò il Centro di Jolanda, tra due file di begli edifici ove si allineano accanto alla Chiesa ed al Comune, le scuole, le palazzine dei dirigenti, la- Banca ed il teatro, ieri, si inaugurava un largo viale di -cento albe-retti, in memoria dei cento gloriasi caduti, e si scopriva u n ’artistica- lapide che ne ricordava i nomi.
In una spianata che dovrà presto accogliere un grandioso zuccherificio si presentavano, con una interessantissima mostra, gli splendidi pro dotti zootecnici ed agricoli delle tenute. Superbe pariglie da tiro pesante dovute ad un riuscito incrocio del cavallo Belga col Ferrarese e impo nenti coppie di bovini che -assicurano la forma zione di nuove razze, -senza confronti superiori a tutti i prodotti avuti finora, in quelle regioni.
Ma quanti ostacoli e quanto difficoltà si sono incontrate in questi cinqua-nt’anni ! Dopo aver vinta la natura, non meno arduo è stato il supe rare la crisi sociale che la propaganda sovversi va aveva portato al parossismo.
Eppure oggi tutto qui è veramente sereno, e la visione di tanto progresso dà l ’assoluta sicu rezza di un avvenire magnifico.
9tì L.' jbCUNOMI STA 6, 13, 20 M aggio 1923. N. 2óò7-58k>9.
abitate solo dalle- folaghe e dagli animali selva tici. più basse del livello del mare e dei bracci del Pc, e parevano destinate ad essere per sempre lande insalubri ed inabitabili.
Ora vi sorge un comune di 8000 abitanti rag gruppati in numerosi piccoli villaggi o fattorie, su 22 mila ettari di terreno interamente risanato e coltivato, solcato da una rete mirabile di strade,' di canali e di linee elettriche che portano luce e forza in ogni casa.
Ora le canne e gli acquitrini che intristivano per estensioni immense quelle regioni hanno dato luogo ad una vegetazione esuberante che sfoggia al caldo soie di Romagna i colori più ridenti, dal verde intenso delle bietole e della canapa, all’oro fulvo delle messi lievemente curve .sotto il trop po forte peso delle grosse spighe.
Alle feste di Jolanda erano convenute con le Autorità di Ferrara alcune personalità del mon do finanziario ed agrioclo dell’Alta Italia e della Toscana, la Milizia Nazionale elio tanto merito eb be nel risanamento inorale di quella plaga, vi era rappresentata dal Comandante\ generale di Fer ra. Colonnello Marmanti e da un brillante stuolo di ufficiali. Le Camicie nere con un perfetto con tegno marziale rendevano gli onori durante il rito patriottico e religioso mentre Mons. Campi pronunciava commoventi ed elevate parole, degne veramente di un apostolo della lede e della Patria.
Il Comm. Lisi il valentissimo amministratore delegato della Società ricordando l'origine della Impresa volle che il Piemonte vi fosse special- mente rappresentato ed al piccolo gruppo dei To rinesi che poterono aderire al gentile invito fece una .squisita accoglienza mettendosi a disposi zione per l'intera giornata per far loro conoscere i meravigliosi progressi della Società.
Finite le cerimonie, si iniziò in automobile il giro delle tenute e mentre si ammiravano le sal di costruzione delle fattorie, i isilois, i canali, le macchine agricolo il Comm. Lisi veniva illustran do le nuove Imprese che devono ancora completa re il programma per la tenuta di Jolanda; lo zuccherificio promosso dalla Società delle boni fiche e dallo Zuccherificio Gulinelli di Ferrara che utilizzerà La grande produzione di barbabie tole delle Bonifiche, restituendo alle terre un ec cellente sottoprodotto chimico nella Calce di de fecazione, utilissimo per neutralizzare l ’acidità delle zolle fin troppo ricche di azoto. Ci parlava degli esperimenti riuscitissimi nella coltura del tabacco e faceva visitare i .sei grandi essicatori che già sono stati costruiti a quello ¡scopo.
Se Jolanda di Savoia rappresenta coi suoi 22 mila ettari bonificati lo -scopo più che mai rag giunto. un’altra bellissima tenuta di 14 mila et tari (recentemente acquistata dalla Società) è in vece appena, all inizio della valorizzazione, ma colma di promesse. Essa è la tenuta di Masola che prende il nome dal suo forte e antico Castel lo, torreggiante nel delta Padano tra il Po di Coro, il Po di Volano ed il mare. Il terreno è an cora in gran parte incolto, verso il mare è co perto da un esteso bosco pieno di grossa selvag gina- dove i Duchi di Ferrara telavano le loro caccia e davano feste meravigliose nel secolo d’oro: quattromila ettari sono sommersi e costi tuiscono le Valili, ossia le lagune che danno un
forti-s-simo reddito (55%) per la pesca fatta col sistema delle chiuse (lavorieri).
Ma la fertilità di quel suolo è sorprendente, i 2 mila ettari coltivati in gran parte a tabacco, biade, ortaggi e vigne, hanno già dato una splen dida prova. I vigneti piantati nella sabbia delle larghe dime tra canali e valli destano una vera meraviglia, e nella scala -dei piantamenti succes sivi è interessantissimo constatare come tanto le vigne oramai adulte quanto le ultime appena piantate, in questa stessa primavera, pare che gareggino nella ricchezza dei loro tralci carichi di pampini e di grappoli.
Nelle grandiose cantine recentemente costrui te con grandi botti di cemento rivestite di vetro ¡si conta di ritirare l ’anno venturo più di 7.000 Ettolitri d’ottimo vino gradevolmente profumato. Nella tenuta Mesola vi sono ancora circa 8000 Ettari da bonificare e valorizzare, ma fervono già i lavori di preparazione e la parte idraulica si può quasi dire completa a- ¡somiglianza di ciò che fanno per tutte lo bonifiche consorziate che constano di 48 mila Ettari i colossali impianti di Codigoro; si sono messe in opera potenti m acchi ne idrovere azionate da motori Dissei che man tengono prosciugalo il terreno riversando nei ca nali alti l ’acqua raccolta dai grandi collettori. Nel castello c1' Mesola veniva offerto un eccel lente pranzo tutto composto di migliori prodotti di quelle terre.
Alle frutta il saluto degli azionisti torinesi venne portato dal Oav. Deslex il quale dopo aver ricordato gli antichi pionieri Piemontesi della co lossale Impresa, e specialmente l ’opera del Com- m-endator Antonio Pariani continuata con tanta valentia dall’A vv. Alessandro Marangoni, mani festava- la sua grande ammirazione per gii attua li dirigenti che hanno fatto raggiungere dalla Società un così alto progresso. Prim o fra tutti lo attuale amministratore Delegato, Comm. Lisi, un agricotore di gran classe, nato nella maremma Padana, che tutta l ’attività meravigliosa della sua vita ha dedicata alla valorizzazione delle sue terre, aiutato dal fratello Ingegnere che prodiga senza posa la- sua singolare competenza nella d i rezione dell’ ufficio tecnico, ed accanto a loro il Oav. Fori ani l ’ottimo direttore dei conti. l ’A vv. Gianni, sagace guidatore delle fortune sociali fra gli scogli delle patrie leggi. A l pranzo seguiva la visita della tenuta di Mesola un pittoresco giro m automobile nel bosco bellissimo ove fra i verdi lecci, i pini e le querele si vedevano quà e là fug gire spauriti i daini ed i fagiani e galloppare lontano gli agili cavalli di sangue che vi si alle vano allo stato brado. Dal bosco si passava sulle dune e si visitavano le fattorie di pesca e le chiu se, seguendo gli stretti lembi di terra tra i ca nali e le valli, ove -si rispecchiava lontana nella luce del tramonto l ’austero campanile della sto rica abbazia di Pomposa; da secoli ridotta muto testimone della _ antica grandezza nella landa spopolata. E noi nell ammirare la maestosa tor re, pensavamo -che essa è un monito ed un augu rio per la rinascita della fortuna e della ricchez za di quelle regioni. Impresa che bene infondono gli Uomini delle Bonifiche Ferraresi, che sanno oggi ritrovare nel lavoro le tradizioni e la gloria della nastra grande Patria.
6, 13, 20 M aggio 1923. N. 2557-58-59. L ’ ECONOMISTA 97
è si può dire, la creazione giorno per giorno di un nuovo lembo di patria : nuova terra che sorge dalle acque, nuovi borghi che crescono e si po polano di una gente sana e bella, felice di lavo rare in un ambiente di agiatezza presso la chiesa e la scuola, in un terreno che si fa sempre più ridente e più ricco, sotto il sacro tricolore che ha snebbiato le belle terre padane dai miasmi bolsce- vichi, come fugarono gli Idrovori le nebbie e la febbre.
Torino, 1923.
Ren ato D ’Ag l ia n o.
R IV IST A B IB L IO G R A F IC A
Lucien Deslinières: Délivronis-nmu du. rnarxi-
sme. Francie Edition. 1923. Paris.
L’A,. è già noto nel camipo della letteratura so ciale per le pubblicazioni dì carattere socialista, pub blicate negli ultimi anni e, specialmente per la pub blicazione <( La France Nord-Africain e le Maroc So cialiste » dove egli non ha documentato delle tesi co loniali, bensì ha voluto dimostrare il m odo d’agire puramente anarchico del capitalismo, la, sua incapa cità creatrice e le tare profonde da, cu.i esso è af fetto Egli ha opposto, la colonizzazione organizzata, cioè a, dire socialista, di cui ha voluto dimostrare la superiorità luminosa,
Nel nuovo volume il Deslinières ha, voluto pro vare la assurdità del marxismo' basato sui sofismi delle scienze positive, il quale ha avuto una. parte deleteria per non aver saputo che registrare fatti e negare valore alle idee, ed è su questa tesi che egli basa la sua ricerca speculativa per affermare con Deville che la teoria marxista non ha, alcun princi pio astratto, ma soltanto pei" base lo studio dei fatti nel loro fatalismo storico, mentre egli afferma. ch,e le teorie socialiste debbono impossessarsi delle idee, e per queste costruire un’ordinamento filosofico che .serva di base all'ordinamento economico e sociale delle collettività.
Prof. J. Tivaroni — Riparazioni della Germania a ru
bili interalleati. — La Litotipo Editrice Univer
sitaria, Padova 1923 —• Prezzo L. 8.
Abbiamo letto con vivo interesse il nuovo lavoro del prof. Jacopo Tivaroni.
In esso l’A. espone i precendenti e lo stato attua le della questione delle riparazioni della Germania e dei debiti interalleati, e indica i mezzi preferibili per risolvere l’importante problema.
Le modolità dei pagamenti delle riparazioni, le conseguenze dei pagamenti stessi sulla produzione economica della Germania, e delle Nazioni che li ri cevono', la definizione dei debiti interalleati, tutto è trattato, per quanto cpni criteri rigorosamente scien- tifiici, colla massima semplicità e chiarezza. Le que stioni più difficili e complesse sono rese intellegibili anche alle persone che non posseggono l’ alta coltu ra scientifica, per cui non soltanto i cultori delle di scipline economiche leggeranno questo libro, ma ben sì quanti vogliono conoscere i problemi del nostro tempo. Essi formano oggetto di animiate discussioni, di appassionate polemiche, da essi dipendono tali in teressi, che ogni persona colta non vorrà ignorarli.
L'imperialismo economico e le relazioni inter nazionali durante l'ultimo mezzo secolo (1170-1920) Prof. A. Vallati. —• Un volume in 18° (Libreria Ar
mando Colin, 103. Boulevard Saint Michel, Paris), rilegato, 8 Fr.
Come è nato e si è sviluppato ITmperialismo et- conomico che caratterizza l’ultimo quarto del secolo XIX, è ciò che l’ autore espone in questo libro dove ricorda i conflitti che ne sono' stata la causa. L’au tore dimostra come la diplomazia e l’organizza,zione economica internazionale hanno lungamente scon giurata la gravità di questi conflitti incamminandb il mondo verso rinternaz,ionaiismo> economico.
Òggi l’universalità della 'Crisi che è la conseguen
za della guerra leiga tutti i popoli in una stretta so
lidarietà economica.
Ma come si risolverà questa crisi? Mediante lo imnerialismo economico? Mediante l’ intemazionazdo- nalsrrio economico'?
L’autore indica le sue preferenze per la seconda soluzione lasciando tuttavia apparire un certo scet ticismo nella frase.: « Non siamo troppo ottimisti, di ce; non dimentichiamo che spesso non è la ragione mia le passioni che decidono della, politica dei popoli.
F IN A N Z E D I STATO
Situazione del Tesoro al 31 Marzo 1923 Dal riassuto del Tesoro, «orna da, :l,a « Gazzetta
Ufficiale » risultano incassati 1.554,2 milioni in con
to entrate di bilancio, 4.352,9 milioni in conto debiti di Tesoreria e 694,3 milioni in conto crediti di Teso reria,, complessivamente, 6.601,4 miteni di lire. Nello stesso mese sono stati pagati 1.315,3 milioni in conto spese di bilancio. 4.152,2 in conto debiti di Tesoreria e 1.081,6 in conto Crediti di Tesoreria: totale 6.549,1 milioni. Le spese quindi sono, state superate dalle en trate per 523, milioni di lire. Se si considerano solo le enetrate e le spese in conto bilancio che danno un saldo attivo di 240 milioni di lire, il movimento ri sulta anche più favorevole. Tuttavia le spese effettive ntìn hanno superato che di 29 milioni circa le entrate della stessa, categoria.
GTinoasiSi ed i pagamenti delle categorie di cui a,bbia,mio parlato per il periodo che va dal primo lu glio 1921 al 31 marzo 1923 si distribuiscono come
segue:
Entrate e spese di bilancio : Entrate e spese effettive
Costruzioni di ferrovie Movimento di capitali Partite di giro Entrate 12.308,2 4,3 3.291,6 134,0 Spese (milioni di lire) 17.097,3 137,2 302,0 67,7 Totale 15.738,1 17.604,2 Entrate e spese in conto
debiti di Tes. 39.424,0 39.587,5 Entrate e spese in conto
crediti di Teis. 7.534,0 5.460,3 Totale1 generale 62,696,1 62.652,0 Dal prospetto esposto risulta quindi uni aumento, nel fondo classa di 44,1 milioni, e nel debito del Te soro una, diminuzione di, 163,5'milioni edl una, diminu-zione di 2.073,3 milioni nei crediti di Tesoreria.
Quindi, niella situazione del Tesoro si nota un peggiora-mento di 1.866 milioni, corrispondente alla differenza tra le entrate e le spese diel bilancio’.
L’entrata straordinaria, sull’esercizio precedente presenta un aumento, di 2.130 milioni.
Ma se maggiore è ra,umletnto> complessivo delle entrate che ammonta a 3.425,7 milioni di lire, mag giore è anche l’aumento delle spese: 3.603,6 milioni di lire. 3.338,7 milioni di questo aumento, varnnio ad debitate al Ministero della guerra, per pagamento di acconti all’Amministrazione degli approvigiona- menti e consumi, di derrate per Teserei!», acquista te all’estero all’inizio' della, guerra.
I pagamenti in conto crediti di Tesoreria per va lute austro-ungariche, per più di 538 milioni concor rono a formar l’aumento di cui parliamo, e che int rono portate a carico fra le spese effettive nel bilan cio della guerra.
II Ministero della Marina presenta un aumento di 611 milioni di lire ricavate da versaménti nel conto corrente « Commissiariato. per la marina mercantile ».
Fra gli altri Ministeri presentano un aumento di spesa nel 1922-23 (primi nove mesi) rispetto al 1921- 22, il Ministero del Tesoro (+ 194,2 milioni), quello dèlia Giustizia ( + 33,6 milioni), quello deUTstruzio- ne (,+. 10 milioni), quello delle Poste ( + 31,7 milioni), e quello dell’Agricoltura (+ 6,7 milioni). Tutti gli al tri segnano invece una diminuzlolne.
Debito estero della Grecia
98 L’ ECONOMISTA 6, 13, 20 M aggio 1923. N. 2567-58-59.
Entrate lorde gennaio 1923 7.716.934 21.301.61 Entrate lorde gennaio 1922 6.307.112 . 8.808.17 Rendite stimiate per un mese 2.408.383 891.66 Differenza tra le rendite sti
mate e quelle reali per il
1923 + 5.308.600 + 20.409.94 Idem per il 1922 + 3.898.779 +, 7.916.50 Le rendite in oro lasciate dalla vendita, dell’ eme- ri di Naxos e daile entrate doganali del Pireo sono convertite ir. dracme, alia pari quando' il tasso miedio del cambio per il mese è alla pari e al disotto della pari, mia quando il tasso1 medio del miese è ai disopra della pari allora la conversione si la a questo tasso.
R IV IS T A D EL COMMERCIO Industria cotoniera mondiale
L’ International Fédération, oi Master Cotton Spin. nera and) Manufacturiers Association ha pubblicato le statistiche semestrali relative a,l consumo del cotone ed alla situazione degli stocks presso le filande per ì sei mesi terminati alla, fine di gennaio 1923. Le cifre relative al consumo per i tre ultimi semestri sono le seguenti fin balle):
Giugno 1922 Gemn. 1923 Cotone americano Cotone indiane Cotone egiziano Cotone diverso 5.946.711 5.803.626' 2.269.707 2.022.578 340.206 329.733 930.621 1.166.276 Totale 9.487.245 9.322.213 Gli Stati Uniti hanno consumato 3.125.000- bal ie di cotone americano contro 2.934.999 per il perio do corrispondente del 1921-22, mia gli altri paesi eu ropea ed asiatici hanmoi ridotto il • loro consumo1 di cotone americano e si sono rivolti ad: altri paesi. Que sto fatto risulta dalla, seguente, tabella, che na per l’Europa e l’Asia il consumo dei cotoni non americani per i due ultimi semestri. Agosto 1922 - Gennaio 1923: Europa, 166.639 (per S3.148.06& fr.) : Asia, 508.968 (per 11.806.900).
Febbraio 1922 - Luglio 1922 : Europa, 159.839 (per 80.459.012 fr.) : Asia, 443.219 (per 12.198.482 fr.).
Gli stocks sono ugualmente un pò più deboli in Europa e sensibilmente diminuiti in Asia, In Asia si hanno circa 70Ó.OOO balle in meno' che alla, fine del trimestre scorso.
Il numero totale delle' broches di Europa è sti mati) a 100.338.961 di cui 56.013.329 ini Inghilterra. L’India, il Giappone e ia Cinai posseggono 14.633.831 broches contro 13.420.644 nel gennaio 1922 e gli Stati Uniti 37.225.000 contro 36.838.000. Gli stocks a dispo sizione dei filatori comprendono 2,737.304 balle di co tone americano, contro 2.628.269 ne'll’ annn preceden te1; 183.088 di cotone egiziano (contro 168.690), 532.537 di altre categorie (contro 349.985). In t.otae 4.460.933 (contro 4.398.159). Agli Stati Uniti si contano 1.908.090 balle di cotone americano (contro 1.592.000) ed in Inghilterra 134.764 (contro 181.493).
RIV ISTA DELLA PRODUZIONE Produzione mineraria della Tunisia nel 1922
Italia « Deperite Tunisierìhe » togliamo i seguen ti dati sulla produzione mineraria della Tunisia:
L industria mineraria, della Tunisia, ha parteci pato durante il 1922 al movimento generale di ripresa dell’attività delle transazioni su i prodotti minerali. Si può giudicarne dalla statistica seguente di pro duzione e di esportazione, paragonata a quella, del l’ anno 1921.
Anno 1922 Produzione Esportazione
in tonn. in tonn, Fosfati di calce
Minerale d:i ferro Minerale di piombo Minerale di zinco Piombo metallico Lignite 1.958.000 500.000 30.000 8.000 13.200 270 2.075.132 601.622 4.921 6.071 10.811 Anno 1921 Produzione Esportazione in tomi. in tonn. Fosfato di calce 1.828.000 1.455.239 Minerale di ferro 273.410 204.012 Minerale di piombo 19,945 ~ 5^997 Min era,e di zinco 4.541 4.065
Piombo metallico _. ’ _
Lignite 22.207 _,
La, produzione dei fosfati in Tunisia non, è sen sibilmente aumentata n{?l 1922, mia l’esportazione è progredita di 600.000 tonnellate utilizzando gi’impor- tanti stocks ch,e esistevamo sia, ned porti sia nei pozzi dì ogni singola esplotazione.
Per il minerale di ferro, la. produzione è quasi raddoppiata e malgrado ciò l’esportazione' è ancora superiore alla produzione di ,100.000 tonnellate cosa che è stata facilitata dagli stocks.'
Il minerale di piombo che è molto cosparso in Tunisia,, ha fornito 30.000 tonn. nel 1912 di cui la più parte è lavorata nella regione alla fonderia, di Megrine la quale ha fornito 13.200 tonn, di piombo.
Detta Officina, è equipaggiata per effettuare tutte le fasi della, trasiforrniaziome del minerale in piombo pastoso corrente, con relativa estrazione dell’ argento contenuto ir. quantitativo non dispregevole nei mine rali della Tunisia.
E’ saputo quanto delicate siano le operazioni di tribbi&ggio e riduzione dei materiali, fusione e puri ficazione del mietallo. Ciò nonostante la mano d’opera indigena (80 per cento) si mostra: perfetta,man te atta a l’esecuzinnie di questi lavori continui et talvolta pe nosi della metallurgia.
Il minerale di zinco non, è molto diffuso, in Tuni sia, le espio!azioni non hanno prodotto che S 000 T nel 1922,
Si noterà, il piccolo tonnellaggio di lignite estratto nel 1922. Ili, realtà, i due bacini del Cap Bon e di Dieribima che non hanno fornito che 175.000 T di combustibile dall’ epoca della, loro valutazione ’ nel 1916, sono al giorno d’oggi praticamente abbando nati.
I numerosi permessi di ricerche per petrolio bi tumo e asfalto cornassi in Tunisia, se ne contano.’ più di 400, non hanno' dato fin’ora nessun risultato' po sitivo. Non furono scoperti che dlei giacimenti petro liferi, ma sonta tuttavia degli indizi incoraggianti per i ricercatori.
L’ anno 1903 principia in eccellenti condizioni per l’industria mineraria tunisina in seguito alla fermez za, della. Hi chiesta, e dei prezzi dei prodotti minerali Cosicché per i primi mesi si constata già una pro gressione della produzione in tutte le' espilazioni.
Produzione mondiale del petrolio
La Rivista della Camera di Commercio ameri cana in Francia pubblica, nel suo numero del me se di maggio i dati seguenti sulla produzione mon diale di petrolio:
L’Istituto americano del petrolio stima a barili 851,540,000 la produzione mondiale di petrolio per il 1922 contro 765,065,000 barili nel 1921, cioè con' un aumento di 86.475,000 barili ossia deh’l l 3 per cento.
La produzione degli Stati Uniti è ammontata a 351,19?,000 barili nel 1922, cioè il 64,7 per cento della produzione mondiale. Nel 1921 gli Stati Uniti avevano prodotto 472,183,000 barili, ossia il 61,7 per cento della produzione mondiale. L’ aumenitó per quest’anno è di 79,014,000 barili ossia del 16,7 per cento.
II Messico ha prodotto 185,057,000 barili nel. 1922, cioè il 21,7 per cen to'd ella produzione mondiale, contro 193,395,587 barili nel 1921 (il 25,3 per cento della produzione mondiale).
La produzione messicana di quest’anno segna dunque un deficit di §,340,587 barili ossia del 4,3 per cento sulla produzione delfianno scorso.
G, 13, 20 M aggio 1923. N. 2557-53-59. L'ECONOMISTA
Italia: (decennio dal 19Ì3 al 1922).
Anno Prodnzione (tonn.ì 1913 6.572 1914 5.542 1915 6.105 1916 7.035 1917 5 668 1918 4.907 1919 4.851 1920 4.937 192 4.468 1922 4.300
La produzione petrolifera si è poi ■così ripar-tita tra i diversi distretti minerari :
A nni Bologna Milano Napoli Boma Totale .
1913 6.572 — — — 6.572 1914 5.542 — — — ' 5.542 1915 5.308 5 742 50 6.105 1916 6 477 1 507 50 7.035 1917 5189 2 427 50 5.668 1918 4.507 7 343 50 4.907 1919 4.422 13 353 63 4.851 1920 4147 7 710 72 4.937 1921 3 529 18 665 256 4.468 La produzione del petrolio raffinato e della ben-zima durante lo stesso periodo è stata la seguente :
A nno Petrolio raffinato Benzina
1913 tonn. 3600 2.800 1914 » 3 U40 2.220 1915 » 2.790 2 223 1916 » 2 947 2.420 1917 » 2.220 2150 1918 » 1.435 2 233 1919 » 1 887 1 657 1920 » 1.435 1 563 1921 » 1 4 3 1.243 Francia. :
La produzione di olio minerai« in Francia, per l’ anno 1922 si è elevata a 62,377 tonnellate (cifre provvisorie), divise come segue:
Gennaio . . . Tonn. 5 060 Febbraio . . » 3.667 Marzo . . . » 5.748 Aprile . . . « 5.909 Maggio . . . » 4.801 Giugno . . . » 5.224 Luglio . » 4.574 Agosto . . . » 4 906 Settembre » 6.023 Ottobre . » 6.381 Novembre . . . )) 4.841 Dicembre . . » 5.236 Totale Tonn. 62 377
Nel 1921 la produzione non era stata che di 47,103 tonnellate. E’ lunque un aumento di 15,274 tonn. cioè più del 30 per cento, registrato durante il 1922,
Una informazione del « W al Street Jonimal » annuncia che la produzione mondiale ha, raggiunto in quest’anno 851,540,000 barili. Questa cifra sorpas sa quella del 1921 di circa, 86 miloni di barili. Gl Stati Uniti vi figuravano per 64,7 per cento; il Mes sico per 21,7 per cento. Questo ' paese occupa, il. se condo posto nella produzione mondiale.
Messico:
Durante il periodo dal 1900' al 1922 la produzioni di petrolio è stata la segnente :
Anno 1901 Barili 10 345 Me. 1.643
» 1902 , 40.200 » 6 388 » 1903 » 75 375 » 11.977 )) 1904 » 125.625 » 19 962 » 1905 » 251 250 » 39.924 )> 1906 » 502.500 » 79.847 )) 1907 » 1.005 000 » 159 694 » 1908 » 3 932.900 » 624.968 ) 1909 » 2.713 500 » 431.175 » 1910 » 3 634 080 » 577.455 » 1911 » 12.552.798 » 1 994.640 » 1912 » 16 558.215 » 2 631.100 » 1913 » 25.696.291 » 4.0S3.141 99
Anno 1914 Barili 26.235.405 Me. 4.168 805 » 1915 » 32 910 508 » 5.229.480 » 1916 » 40 545.712 » 6.445.957 » 1917 » 55 292.770 » 8.790 583 0 1918 )) 63.828.326 » 10.147.587 )) 1919 » 87.072.954 )) 13.843.977 » 1920 » 157.068 678 » 24 971 173 » 1921 » 193.397.587 ». 30.746.834 » 1922 » 183.278.457 » 28 979.087 Totali : Barili 905.728.474 Me. 143.984 497 Rumenta :
(Le raffinerie rumene hanno nel 1922 trattato 121.282 Vagoni di petrolio greggio ed ottenuto 110 mila vagoni di prodotti distillati, cioè: 21,447 va goni di petrolio lampante, 28,509 vagoni di benzina, 11.297 vagoni di petrolio, e' 57.349 vagoni di resi-, dui. Le richieste del consumo interno sono aumen tate a 875 vagoni di petrolio raffinato e distitllato, 7.495 vagoni di benzina e 12.457 vagoni di petrolio e dii gazoil e 39.468 vagoni di residui, cioè in tutto 83.011 Vagoni. Il resto è stato esportato, ad eccezio ne di uno stock rimasto nel paese, per essere espor tato nel 1923.
Federazione delle Repubbliche del Caucaso: La somma totale delle esportazioni dei prodotti di petrolio effettuati duarnte l’ anno 1922 sii è elevata a 184.758 tonnellate lunghe, divise comie segue:
Petrolio lampante . . tonn. 77.660 Essenza . . . . . » 46 340 Olio da macchina . . » 50000 Mazont. ...» 9.500 Prodotti diversi . . . » 1.260 I principali Paesi destinatari sono: Inghilterra . . .
Germania. . . .
103 000 tonn. cioè il 56 per cento 38.000 » » 24 )) P e r s ia ... 14 800 » » 8 )) Francia... 9.200 » » 15 » Turchia . . . . 7.500 > » 4 » Ungheria . . . . 4.000 » » 2 )) Belgio e Lettonia. — 0 » 1 >
Il valore totale delle esportazioni, non compresa la Persia, è stimato a 15,182,800 rubli.
Fogliandole dal « Financial Times » diamo al cune cifre relative agli utili e ai dividendi distrbui- ti dalla famosa Compagnia Petrolifera Schell:
Di vi don do Utili portati
Anni Utili netti . 7 a nuovo 1912 Lst 1 140.000 \ 30 Lst. 265.200 1913 » 1 535.100 35 » 326.600 1914 » 1 619.100 35 » 436.800 1915 » 1.672.500 35 0 420 300 1916 » 1 559.000 35 » 470.400 1917 » 2.638 100 35 )) 1.239.000 1918 •» 2.852.900 35 » 1.136.900 1919 » 4.713.400 35 » 1.242.600 1920 » 7.627.000 . 35 )) 2.007.600 1921 » 5.487.400 27 » 2 069.600 1922 » — — 22 112 » —
Il dividendo per il 1922 .è stato dichiarato in questi giorni nella misura di 2 se, 6 d. per azione, ciò che fa appunto il 22 1/2 per cento, pagabili dal 5 luglio.
La Royal Dutch ha dichiarato invece un divi dendo del 261/2 per cento. Gli utili distribuiti da questa Compagnia dèi 1913 ad oggi sono stati i se guenti :
Anno 1913 48 per cento
» 1914 49 a » 1915 49 » » 1916 38 » i) 1917 48 » » 1918 40 » 1919 45 » ■» 1920 40 » » 1921 31 » » 1922 26 1 [2 » Il petrolio in Rumenia
100 L’ ECONOMISTA 6', 13, 20 M aggio 1963. N. 2557-58-59.
Quantunque la produzione sia superiore ai 450 vagoni per giorno, si nota tuttavia da parte delle grandi Società con capitale estero una resistenza passiva, il cui scopo è quello di costringere il Go verno a permettere la libertà di esportazione. Tut tavia le Società con capitale rumeno si sforzano di aumentare la produzione.
Scioperi della gente di mare durante il 1922
Gli scioperi, della gente di mare durante! il. 1922 in tutto il mondo causarono una perdita, di 2.006.600 giornate lavorative, su di un totale complessivo di 273.316.579 di giornate perdute per scioperi); gli scio peranti furono 10*3.420 persone, su di un totale di 10.866.888 scioperanti compì essi vamlente.
Nel secondo semestre sono andate così ripartite : N. degli Giorn. di lav. scioperanti perdute Francia 19.000 500.000 Germania 8.620* 307.600 Olanda 8.000 120.000 Stati Uniti 2.000 40.000 Norvegia 1.000 20.000 Rumeni a 1.000 20.000 Spagna 2,000 12.000 Inghilterra 300 6.000 Svezia. 200 2.000
Un totale di 42.120 scioperanti con 1.027.603 gior nate di lavoro perdute.
Il Commercio Italiano con l’ estero nel 1922.
Non avendo i dati precisi di tutti gli altri paesi per una relazione sui principali mercati d’importa zione e d’esportazione diamo notizie complete del commercio con la Francia, la Germania, la Svizzera, (’Inghilterra e gli Stati Uniti.
Nei riguardi della Francia, nel 1922 la nostra bi. lancia commerciale — che era passiva nell’ anteguer ra e che è stata prevalentemente attiva durante la guerra e nell’immediato dopo guerra per tornare ad essere passiva nel 1920 e nel primo semestre 1921 —■ risulta nuovamente attiva : abbiamo importato dalla vicina Repubblica merci per 1152,8 milioni ed abbia, mio esportato nella medesima, nostri prodotti per 1365 milioni.
I principali prodotti da noi esportati in Francia nel 1922 sono: le carni fresche e preparate (oltre 60 milioni), il riso (36 milioni), le patate (31 milioni) gli agrumi (70,4 milioni), le frutta secca (53,2 milioni), i vini (35,5 milioni), la canapa (61 milioni), la seta tratta e i cascami di seta (410 milioni) i tossirti di seta (30,7 milioni), le pelli crude (68,7 milioni), i cappelli (22,2 milioni).
Fra le importazioni della Francia risultano più notevoli qeulle dei pesci (30,3 milioni) dlelle ipne (111 milioni), dei tessuti (74,5 milioni), della seta tratta e cascami (72,5 milioni), dei tessuti di seta (72,1 mi lioni), dei rottami (49,5 unioni), del carbone fossile (101,4 milioni), delle pelli preparate* (61,5 milioni).
In confronto con la Germania la nostra bilancia commerciale nel 1922 risulta passiva come lo era an che prima della guerra. Lo sbilancio appare tuttavia proporzionalmente minore.
Le nostre esportazioni del 1922 verso la Germania ammontarono a 969 milioni, mentre le importazioni dallo stesso Paese ammontarono a 1258 milioni.
I principali prodotti esportati sono: gli agrumi (47,2 milioni), la canapa e stoppa (89 milioni), la seta tratta e1 i relativi cascami (505,6 milioni), le pelli crude (59 milioni), la frutta, secca (25,8 milioni). I principali prodotti importati: i tessuti di cotone (55,4 milioni), i tessuti di lana, di crino e di pelli (43 milioni), le macchine (200 milioni), gli strumenti scientifici (40 milioni), i colori e le vernici (57,9 milio ni, oltre i prodotti in conto riparazioni), le pelli pre parate (103,2 milioni), gli utensili e strumenti per arti e mestieri, le mercerie e i carboni. Per questi ultimi : quantitativi più notevoli (tonnellate 2.651.355) risul. tano importati in conto riparazioni.
Pure passiva nel 1922 risulta la bilancia com merciale in confronto con la Grani Brettagna. Lo sbilancio che in senso assoluto è superiore a quello dell’anteguerra, in senso relativo — tenute» conto* cioè dello svalutamento della moneta — è tuttavia mino re di quello deil'anteguerra.
dati :
1913 1922
Per il 1913 ed il 1922 abbiamo* infatti i seguenti importazioni dallTngbilterra !.. 591.776.006 L. 2.020.532.529 esportazioni verso ringhili. L. 260.501.000 L. 1.120.064.560 I principali prodotti che noi importiamo* dallTn. ghilterra sono: i pesci (57,2 milioni), gli olivi vege tali (33,4 milioni), i tessuti di -cotone (96,8 milioni), le lane (72,4 milioni), i teissuti di lana, di crino*, di pelo ( 116 milioni), la ghisa (38 milioni), il ferro e l’acciaio (38,7 miìioni), le macchine (57,8 milioni), il carbone (1103,6 milioni).
I principali prodotti che noi esportiamo in quel Paese sono invece: le uova (28 milioni), i formaggi (38,6 milioni), la frutta secca (41 milioni), la, conserva di pomodori (36,2 milioni), la canapa e la stoppa. (30,3 milioni), i tessuti di* seta (254 milioni), le auto mobili (81,7 milioni), i pneumatici (90,7 milioni), i c'appelli (73 milioni).
Gli agrumi non hanno nel nostro commercio di esportazione verso la Gran Brettagna quel posto che potrebbero e dovrebbero avere: nel 1922 ne abbiamo esportato verso quel Paese per meno di 22 milioni.
II Paese nei confronti del quale abbiamo sempre avuto e continuiamo ad avere una bilancia commer ciale fortemente attiva è la Svizzera..
Ecco i nati dei 1913 o del 1922:
1913 1922 Importazioni dalla Svizzera L. 86.845.000 L. 330.442.097 Esportazioni in Svizzera L. 249.163.000 L. 1.275.721.642 Rispetto ai valori le importazioni dal 1913 al 1922 risultano cresciute come da 100 a 380 circa; le esportazioni come da 100 a 510.
Per quanto, adunque, il volume complessivo delle importazioni che delle esportazioni non abbia anco ra raggiunto le proporzioni dell’ anteguerra, la bilan. eia. commerciale ha tuttavia subito unio spostamento a noi favorevole.
Dalla Svizzera nel 1922 abbiamo principalmente importato: bovini (31,4 milioni), formaggi (33,2 mi lioni), seta tratta (35,9 milioni), macchine (41 milioni), orologi (24,6 milioni), pelli preparate, tessuti di co tone.
I nostri principali prodotti inviati nella vicina Confederazione sono: le uova (32,2 milioni), i vini e vermouth (73 milioni), la seta tratta e i cascami (697,6 milioni), la seta artificiale (42 milioni), e poi ancora il riso, le carni preparate, gli agrumi e la frutta fre sca. i panelli di semi oleosi, le automobili e le pelli crude.
Nei rapporti con gli Stati Uniti la nostra bilan cia commerciale di fronte all’ anteguerra risulta no tevolmente peggiorata,
Importazioni Esportazioni dagli S. Uniti negli S. Uniti 1913 L. 522.722.000 L. 267.892.000 1922 I.. 4.395.129.524 L. 1.016.392.977 Mentre nel 1913 infatti le nostre esportazioni su peravano il 50 per cento delle importazioni nel 1922 ammontarono soltanto a poco più del 25 per cento.
Ciò è dovuto principalmente all’aumento delle im portazioni dalla Repubblica stellata, la quale dopo la caduta della Russia è diventata il mostro princi pale mercato di rifornimento di generi alimentari di prima necessità.
Nel 1922 difatti abbiamo importato dagli Stati Uniti oltre due miliardi di lire di grano.
Dalila stesso Paese inoltre* importiamo i più forti quantitativi di cotone (nel 1922 oltre 1230 milioni). Seguono per ordine di importanza: gli olii minerali (oltre 326 milioni), i tabacchi greggi (oltre 164 milo ni), il rame (oltre 145 milioni), lo zucchero, il gran turco, la paraffina solida, il legno e l’ avena.
I nostri principali prodotti esportati nel 1922 ne gli Stati Uniti sono: i formaggi (118,2 milioni), la se ta tratta ed i cascami ,136,8 milioni), la frutta secca (104,5 milioni), l’olio di ulive (56,5 milioni), i cappel li di ogni specie (45,3 milioni), la frutta preparata
(32,2 milioni), il citrato di calcio (38,7 milioni), gli agrumi (29 milioni), e poi i marmi, le pelli crude, le essenze di agrumi, le trecce di paglia.
6, 13, 20 M aggio 1923. N. 2557-53-59. L’ ECONOMISTA 101
Addo Importazioni Esporta kmi
Lire (li Lire (1)
0( 0 omessi 1913 3.645.638 2.511,638 1914 2 923.347 2.210.404 1915 4.703.550 2.533.443 1916 8390.276 3.088 279 1917 13.990.209 3.308 515 1918 16.038.674 3.344.706 1919 16.623.334 6.065.742 1920 26.821.622 11.774.625 1921 17.226.621 8 275.006 1922 15.728.32) 9 292.849 Possiamo aggiungere che il « Bollettino di No tizie Economiche » pubblicherà la ripartizione, per gruppi di materie, del commercio d’Italia ne! 1922. Poiché si tratta, di dati che non risultano dalle sta tistiche ufficiali finora pubblicate, riteniamo oppor tuno darne con gentile consenso della Direzione del detto Bollettino, qualche notizia in anticipo.
Natura dei prodotti
Materie prime per le industrie .
Materie per le indu strie semilavorate Prodotti fabbricati . Generi alimentari e animali vivi Valore Importazioni Esportazioni °[, sul totale Valore °x. sul totale 5.504.837 35,0 1.165.198 12,5 2.825.707 2 394 26 ) 15,218,0 2.816.012 3 126 676 30,3 33,6 5 003 514 31,8 .2.184 962 23,6 Totale . 15 728.320 100,0 9.292.849 100,0 Dalle cifre surriportate risulta che l’ eccedenza delle importazioni sulle esportazioni, fortissima nelle materie prime e nei generi alimentari, si riduce a cifre insignificanti nei prodotti semii-1 avorati, men tre i Brodetti lavorati danno, invece, una sensibile eccedenza delle esportazioni sulle importazioni.
R IV IS T A D E L M ERCATO D E I V A L O R I Rassegna settimanale
Il buoni umore, la fermezza., l’ aumento di alcu ni titoli non hanno, ceduto il campo nella settimana spirante. Ghie anzi ad ogni cenno di minor entusia smo subentrano immediatamente nuove sfere di compratori e fu impedito così ognii accenno di di scesa, E le buone disposizioni hanno l’aria di man tenersi, facilitate dali’ abbonidanie affluire di dena ro alia borsa per i riporti di fine nasse, edl appoggia te da acquisti del pubblico per la rinata, fiducia, nel mostro avvenire politico e finanziario. Lo proroghe per fine maggio si svolsero, contrariamente a talune previsioni,, con facilità ed a tassi quasi uguali e quelli del miese precedente. Sicché se è pur vero che .si intravedono posizioni piuttosto cariche, è al trettanto vero che si permei,tei ai detentori meno ro busti di poterle mantenere con relativa faciiittà in attesa del graduale assor'bimiento del pubblico sul quale si fa assegnamento.
E’ interessante riferire quanto avviene sul mer daio svizzero al quale scopo riportiamo integral mente alcuni brani di una relazione della, borsa di Zurigo redatta da un noto banchiere. « Dia! princi- « pio delia, settimana ia borsa di Zurigo naviga in « pieno nelle acque dell’aumento. Il mercato ha su ll bita,mente allargato le proprie basi e prendono « parte ai vivaci scambi non soltanto potenti ■ ir li coli finanziari e borsistici bejisi a,ncb,e coraggiosi « capitalisti. Si fa abbastanza rapidamente strada » la convinzione che la vita, economica svizzera, si « vada a poco per volta irrobustendo. Non si può di- <! sconoscere che la Borsa da por'etìchdo, tempo, si è « messa sulla buona pista ed ha fatto bene a non « aspettare che i capitani delta finanza e dell’mdur ii stria più significativi dessero il segnale della I-, ascesa ».
Rileviamo dunque che, anche, ih altre Nazioni una più ottimistica valutazione della situazione eco nomica e finanziaria va rompendo i freni e gli im pacci finora creduti insormontabili e che un’atmo sfera meno pessimista si va formando in pressoché tutti i paesi. Ciò è di buon auspicio anche.per noi, che non saremo gli ultimi a beneficiare del nuovo benessere degli altri popoli.
{li Escluso l’oro greggio e le moneta d ’ oro e d ’argento,
I Fondi di Stato che stazionavano sulle quote raggiunte, con scambi più ridotti ed oscillazioni li mitate subirono nell’ odierna chiusura una, vigorosa ripresa su larghi acquisti romani con importanti transazioni. Il Consolidato 5% chiude oggi a 89.25 e la Rendita 3 1/2% a 81.90.
II record dell’aumento fu anche in quest’ottava riportato dalla, Banca d'Italia che attraverso varie oscillazioni sale da 1508, lunedì a 1582 martedì per calmarsi un tantino chiudendo a 15.74. A chi chiede il motivo di questo repentino e violento rialzo ri sponderemo, che non so,no a nostra conoscenza fatti nuovi. E’ nota l’ottima situazione patrimoniale dei nostro primo Istiuto di emissione ed abili operatori hanno fórse ritenuto opportuno di valorizzarla an che in previsione di maggiori dividendi per l’ avve nire. Assai meno focosi gli altri bancari con la
Comit passata da 935 lunedì pe.r fine, Aprile a 949
mercoledì e chiudere la settimana, a 945 per Maggio, ed il Credito Italiano alle stesse date da, 734 1/2 a 746, oggi 745. Banco di Roma 92 coni minimo tran sazioni.
Gli e,x ferroviari resistono robustamente sui prezzi massimi toccati ed anzi le Meridionali gua- dlagnano ancorai quota tra favorevoli previsioni d'a 418 lunedì a 427/2 oggi. Più calme le Mediterranee intorno a 319.
Stearinerie Lama salito giovedì a 130 su, qual
che realizzo, scendono intorno a 120. Ai corsi attua li il titolo sembra interessante. Le vendite di prodot ti sarebbero da qualche mese in lusinghiero aumen to,. Baratti migliori da 52 a 56- Nebiolo ini leggera ''■entra zinnie da 406 a 400. Fecolerie cristallizzate a 129. D'a.1 5 al 15 Maggio questa Società darà corso al deliberato aumento di capitale da 12 a 15 milioni mediante opzione lasciata per intero agli azionisti su una, azione nuova ogni 4 vecchie alla pari. Il primo versamento è limitato a lire 25 dal quale po trà diffalcarsi l’jimporto del dividendo, sulle azioni attuali in lire 7.50.
Cementi 26; Bonifiche Ferraresi 320 circa. Fer mezza. dai Fondi Rustici da 253 a 260. In aumento le
Imprese Fondiarie da 142 a 149, ed assai più i Beni Stabili da 495 a 545. Sul titolo, continuano, a verifi
carsi larghe e vivaci transazioni con, tendenza fer ma. Sui valori immobiliari si osserva un fenomeno strano, allorquando il valore della nostra lira pre cipitava inj modo esagerato e preoocuppante, questi titoli che rappresentavano immòbili e terreni i qua li per il riflesso crescevano di valore, erano quasi trascurati dalla speculazione, mentre oggi colla, de cisa tendenza, della nostra valuta ad, un lento ma sicuro miglior amento attraverso a naturali altale ne vediamo i nostri operatori interessarsi largamen te a gesti valori ed in special modo ai Beni Stabili, con previsioni tuttora, ottimiste.
Cambi in leggera tensione e quasi senza affari.
Fàcili corre dicemmo, i riporti negoziati ail’in- circa, sui tassi Seguenti :
Consolidalo 5% e Bendila 3 1 '2%,Banca d'Italia
dal 5 1 /2 al 6%; Credito Italiano dal 7 al 6%: Meri
dionali 51/2 — 51/4; Mediterranee dal 5 al 6 1/2%; Rabattino d'ai 6 al 2%; Marconi da 0,50 di déport al
4%; Ansaldo 12 1/2 centesimi di péport alla pari. Le proroghe per Maggio delle operazioni in
-Cambi si effettuarono tutte con déport all’incirca
sulle seguenti basi ; Parigi 0,22 a 0,45; Lìondra 0,20 a 0,30; New York 0,10 a 0,07; Svizzera 0,38 a 0,40;
Berlino 0,00 1/2..
Meno attive le operazioni a Premio per fine
Maggio sulla base seguente:
Consolidato 0,60 di scarto doni. 0,50 di premio; Meridionali 12 doni 9; Mediterranee 10 dtont S; Ban ca d'Italia, 20 dont 15; Comit 12 dont 12; Credito 11
doni 11: Rabattino 13 dont 11; Fiat 8 dont 7; Beni
Stabili 15 dont 12; Montecatini 6 dont, 5; tutto, circa.
Torino, 28 aprile 1923.