L'ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
Anno XI - Voi. XV
Domenica 19 Ottobre 1884
N. 546
LE CONVENZIONI FERROVIARIE
Ci avviciniamo adunque al nuovo e speriamo ul timo periodo di discussione dei contratti per l’eser cizio delle ferrovie. È già stato annunziato che la Commissione parlamentare dei diciotto venne con vocata dal suo Presidente on. Laporta per lunedì 20 ad udire la lettura della relazione quale fu tracciata dagli onorevoli Relatori.Diciamo quale fu tracciata perchè è naturale che in argomento così complesso possano esser portate nella discussione che la Commissione intraprenderà alcune modificazioni.
Come è stato già in varie occasioni avvertito, la Commissione nel primo esame portato al progetto durante il giugno e luglio decorsi ha proposte molte modificazioni al contratto e al capitolato ; alcune ve ramente importanti, che toccano l’economia del pro getto, altreo di entità secondaria,o di semplice forma. Non ha esaminato, come alcuni dei Commissari do mandavano, le tariffe per il trasporto dei viaggiatori e quello delle merci voce per voce, ma ha "appro vata una mozione colla quale domandavasi al Governo di introdurre in questa parte del contratto delle modifi cazioni, specialmente mediante tariffe locali, per le quali fossero eliminati od almeno grandemente attenuati tutti gli aumenti che il progetto porterebbe alle ta riffe vigenti, sia pure abbandonando anche taluni dei ribassi proposti.
Prorogatasi così nel luglio la Commissione Parla mentare, il Ministro dei Lavori Pubblici diede opera allo studio delle modificazioni proposte e, come trat- tavasi non di un semplice progetto di legge, nel quale il Governo fosse libero di accettare qualunque modi ficazione corrisponda ai suoi concetti, ma di un con tratto convenuto con terzi, il consenso dei quali era pure necessario almeno fosse richiesto, agli studi dovettero seguire ulteriori trattative.
In quanto alle tariffe, in conseguenza della delibera zione della Commissione, bisognala compiere uno stu dio paziente e lungo, che come dicemmo giàa suo tempo, venne condotto a termine sulla fine di settembre. — Così nella prima settimana di ottobre il Ministro potè far tenere al Presidente della Commissiono Parla mentare i contratti e capitolati e tariffe per le tre reti Adriatica, Mediterranea e Sicula modificati in quelle parti per le quali il Governo aveva creduto di poter accettare le proposte della Giunta parla mentare.
Alcune però delle modificazioni che il Governo propone crediamo non sieno per anco del tutto con cordate colle Società ; durante la discussione che il
giorno 20 avrà principio, è probabile che si deter mini l’accordo anche su questi pochissimi punti ri masti in sospeso.
In quanto alle tariffe, se dobbiamo dire tutto il nostro pensiero, ci pare che il primitivo concetto del progetto, che in massima parte rispondeva a quello dell’on. Baccarini, avesse un insieme più conforme ad una riforma inspirata ad un alto ideale. Infatti nella impossibilità finanziaria di ridurre le tre diverse ta riffe ora vigenti ad una sola in base alla minima, eransi rivolte le modificazioni specialmente a favo rire il nostro grande commercio ; e perciò elevando pure i prezzi di trasporto per le piccole distanze si erano fatti ribassi talvolta notevolissimi per le maggiori percorrenze. Tutti sanno che il mercato del l’Italia settentrionale e quello dell’Italia meridionale sono poco noti fra loro, e che in generale il movi mento degli scambi, da o per l’estero, ha bisogno di essere eccitato. Ora coloro che studiarono le nuove tariffe ebbero in animo innanzi tutto di rendere age vole più che fosse possibile i trasporti a grandi di stanze che, per la forma allungata del nostro paese, hanno a soffrire il danno di una lunga percorrenza. La differenzialità applicata con basi abbastanza larghe, il servizio cumulativo reso obbligatorio tra le due reti, il sistema delle zone, tendevano appunto ad ottenere questo importante effetto. Se non che la questione finanziaria imponevasi in modo inesorabile a limitare questi ribassi, e rendere anzi necessario che per equi parare le tariffe delle piccole percorrenze anziché, in base alle minime, si fissassero in base alle medie. Da ciò aumenti per alcune voci, specie nel mezzo giorno ; da ciò le grida dell’ opposizione contro gli aumenti stessi; da ciò Io stranissimo spettacolo del l’on. Baccarini che, Commissario per l’esame del pro getto, combatte più di tutto quella parte che d’altronde riconosce essere la riproduzione del suo progetto 18 gennaio 1881 con molti miglioramenti.
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Intanto però che procedevano questi studi i tre rela tori poterono terminare la tela del loro compito e riu nirlo nelle mani dell’on.Barazzuoli relatore generale, il quale ha l’incarico anche di fondere le tre parti in una sola. E compiuto quasi il lavoro, l’on. Laporta Presidente della Commissione indisse la riunione per il giorno 20 di questo mese per dar notizia alla Com missione della relazione così tracciata.
In mezzo a questo i giornali di Roma giuntici ieri ci portano una lettera dell’on. Baccarini che appare a tutti come un avvertimento ch’egli non ha abbando nato il sistema tenuto fin qui in questa questione,quello cioè di far perdere il maggior tempo possibile. E di ciamo così, perchè a vero dire l’on. Baccarini non po teva nella sua lettera giustificare il suo proposito con ragioni meno buone. Comincia ad avvertire che i con tratti ed i capitolati contengono parecchie innovazioni e le tariffe sono in parte nuove o modi fica te, per giustifi care che in otto giorni non può che leggere a mala pena tutto ciò; e dimentica che la maggior parte delle innovazioni ai contratti ed ai capitolati sono l’effetto delle lunghe discussioni tenutesi in seno alla Giunta Par lamentare, discussioni alle quali egli prese tanta parte. Poi si lagna di non aver ricevuto il volume delle risposte ai quesiti che la Commissione rivolse al Mi nistero, e l’on. Laporta gli ricorda che sin dallo scorso Luglio le risposte stampate furono distribuite a ciascun commissario, quasi volendogli dire che tra il volume domandato ed i fogli ricevuti non vi è altra differenza che il cartone che li copre ed il filo che li cuce. Lamenta pure l’on. Baccarini di non avere ancora avuti i verbali degli uffici, e l’on. La porta gli risponde che li ebbe fino dal maggio de corso. Finalmente l’on. Baccarini dice che otto giorni non gli bastano per leggere i documenti pervenutigli o l’on. Laporta gli osserva che dal 6 al 20 cor rono l i giorni.
Tutto questo diciamo per riassumere in certo modo la cronaca di questa questione ferroviaria fino al momento in cui scriviamo. Inquanto poi al lavoro che i relatori avrebbero fin qui compiuto, abbiamo raccolte alcune notizie che teniamo da buona fonte bensì, ma che pubblichiamo colla massima riserva.
A differenza di tante altre voluminosissime rela zioni parlamentari, nelle quali si trattano tutte le questioni cominciando da Adamo, questa avrebbe completamente lasciate a parte le cose inutili e la rettorica, ed avrebbe per solo intento di esaminare le parti più importanti dei contratti per vedere se ri spondono veramente all’ interesse dello Stato e se sono meritevoli di quelle aspre critiche, delle quali li fece segno l’opposizione. E le conclusioni sarebbero non solo favorevoli al progetto presentato, ma sarebbe anche fatta giustizia di tante declamazioni che sono state fatte da questo e da quello per creare un am biente di sospetto intorno alle Convenzioni.
La necessità di risolvere in qualche modo il pro blema ferroviario in Italia; il pericolo al quale sono esposte le finanze dello Stato finché duri 1* esercizio governativo ; i precedenti voti del Parlamento i quali ornai escludono ogni utile discussione in proposito; l’ impossibilità di unire all’ appalto dell’ esercizio la vendita delle reti senza ricorrere in proporzioni troppo forti al capitale straniero ; il vantaggio di formare una nuova società ferroviaria italiana ; l’urgenza per il traffico interno e quello internazionale di venire ad una unificazione delle tariffe; la opportunità che si presenta coll’appalto dell’esercizio di sollevare lo
Stato dall’immane fardello delle costruzioni nelle quali si è mostrato improvvido ed incapace ; il bisogno di spendere quasi ISO milioni per mettere le reti dello Stato in grado di servire ai bisogni del commercio sempre più crescente ; la utilità della divisione delle reti in senso longitudinale istituendo nel modo più ampio il servizio cumulativo come se si trattasse di una sola rete ; tutto questo sarebbe dalla relazione succintamente, ma chiaramente rilevato.
In merito poi al progetto i relatori avrebbero di mostrato quanto ingegnosi ed equi fossero i patti stabiliti per modificare le attuali convenzioni vigenti colla Società per le strade ferrate meridionali ; — avrebbero ribattute le irragionevoli accuse mosse al correspettivo fissato per l’impiego dei 250 milioni nel materiale mobile, dimostrandone la convenienza e la equa misura ; — avrebbero coi calcoli più minuti fatto vedere che i fondi di riserva e la cassa per gli aumenti patrimoniali bastano allo scopo al quale son destinati e sono istituzioni le quali provvedono in modo efficace ad impedire da una parte le forti oscillazioni di spese che fino a qui per improvvidi sistemi ebbe a sentire il bilancio dello Stato, dall’altra tendono a mantenere la proprietà dello Stato stesso in un costante assetto normale ; — avrebbero data la più ampia ragione sulla misura della percentuale dimostrando che l’esercizio governativo ha un maggior costo, e che la ripartizione degli utili al di là del 7 */, per cento lordo è una guarentigia per lo Stato che i lauti guadagni delle Società sono impossibili; - sulle tariffe avrebbero dimostrato come sia facile al l’opposizione chiedere ribassi e facilitazioni dei tra sporti, ma come ciò non si possa ottenere senza sacrifizi finanziari che verrebbero subiti da tutta la massa dei contribuenti a vantaggio di chi usa delle ferrovie. In conclusione avrebbero trovato buono il progetto proposto e tanto più raccomandabile dopo i miglioramenti che la Giunta parlamentare vi ha suggeriti.
Avremo modo, speriamo, di dare fra breve ai no stri lettori qualche miglior particolare notizia di que sto importante documento parlamentare. Intanto ci felicitiamo vivamente col Ministro di aver ottenuto, da tre uomini la cui scrupolosità è nota e che tutti conoscono alieni da spirito di parte, un giudizio nei punti principali così confortante. L’ onor. Genala più che al trionfo personale tiene a veder vittoriosi quei principii che assieme a noi ha cominciato a difendere fino dal 4876 e gli auguriamo che colla attività di cui ha dato tante prove sappia raggiun gere l’ambita meta.
Q U E S T I O N E M O N E T A R I A
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mettere che sulla questione finanziaria si possano avere opinioni diverse. Se domani i suoi amici, dei quali essa leva a cielo le peregrine doti, tornassero al potere ed esso li difendesse, o che dovremmo chiamarlo per questo un foglio ufficioso? Se la Per
severanza, che almeno ci legge, ha veduto quanto
abbiamo scritto sulla questione monetaria, si accor gerà che i nostri appunti all’on. Maglioni sappiamo farli anche noi, quando ne sia il caso. Riguardo alle ferrovie poi, la Perseveranza, non sa forse che siamo nati tenendo in pugno la bandiera dell’esercizio pri v a to - c h e reputeremmo funesto, specialmente nelle condizioni presenti del nostro paese, l’esercizio go vernativo — che ragioni politiche, economiche, finan ziarie ci fanno desiderare una ->ollecita soluzione del grande problema? E quando dall’avvento della sinistra al potere, se si tolgano le Convenzioni Depretis, nulla si è fatto nel senso dell’esercizio privato, ma, se mai, si è fatto molto precisamente in senso contrario — quando i danni dell’esercizio governativo sono a tutti palesi e si fanno ogni giorno più minacciosi — tro ■ virmo alla fine un ministro, che vuole sul serio risol vere la questione nel modo che noi caldeggiamo, qual maraviglia se nel limite modesto delle nostre forze cerchiamo di fare apprezzare l’opera sua — qual ma raviglia se di fronte a una opposizione tenace, ac canita, che contende il terreno palmo a palmo, usando di tutti i mezzi, compreso quello di far perdere inu tilmente del tempo, con quanto vantaggio del Paese la Perseveranza lo sa come noi — qual maraviglia, diciamo, se — considerando che niuna opera umana può riescire perfetta specialmente alla prima, e che non è savia politica per andare in cerca del meglio perdere il bene — preferiamo , ad onta di qualche difetto, che il tempo e l’ esperienza correggeranno, il buon successo delle Convenzioni allo stato di cose attuale ? Stia tranquilla la Perseveranza. Se l’on. Ge- nala, che Ministro dal 1883 propugna in materia fer roviaria l’applicazione di quei prinoipii, che noi offi
ciosi sosteniamo fino dal 1873, rimarrà al potere;
siccome egli è uomo e quindi può sbagliare, non cj mancheranno le occasioni di criticarlo con piena in dipendenza di giudizio. E basti una volta per tutte su questo carattere di officiosità che la Perseveranza ci attribuisce ; del resto se ciò le fa piacere, si ac comodi pure ; noi non ci inquieteremo per così poco. Dicevamo in principio che noi siamo più giusti colla Perseveranza di quello che la Perseveranza non sia con noi. Infatti noi la lodammo e la lodiamo ancora senza riserve e senza sottintesi per Y attitu dine risoluta che essa ha preso nella questione mo netaria, sulla quale anche a noi giova tornare.
Una settimana fa lamentavamo di trovarci all’oscuro sulle intenzioni del Governo. Fummo severi colla famosa Commissione, che ha tanto studiato che...non ha saputo ancora dirci quale sia la sua opinione in cosa di tanta importanza. Speriamo che ognuno dei componenti la Commissione medesima l’abbia ma nifestata almeno al l’on. Magliani, che sarà così più fortunato del pubblico e di' noi. La scelta dei rap presentanti avrebbe potuto darci qualche lume su<di intendimenti del Governo, ma per ora anco p'er questo lato restiamo al buio. Si parlò degli on. Luz- zatti e Simonelli, ma tale scelta, che a noi parve infelice, non si è verificata. Si parlò dell’on. Min- ghetti, ma si disse poi che aveva rifiutato. Chi vi vrà, vedrà.
Intanto il tempo incalza, e a così breve distanza
dalla Conferenza, sentiamo il dovere di spiegare in modo più preciso il nostro concetto intorno al grave problema. Nel nostro N.° 340 abbiamo rimesso sotto gli occhi dei nostri lettori lo stato della questione, tracciando brevemente la storia della Unione, ac cennando alle due diverse correnti che oggi si ma nifestano l’ una favorevole, l’ altra contraria al pro lungamento delFUnione ; eppure, non nascondendo le nostre simpatie per la seconda, dicemmo che a ogni modo avremmo atteso il responso della Com missione. E questo perchè quando essa avesse opi nato che l’ Italia dovesse restare nell’ Unione, ci avrebbe detto senza dubbio a quali condizioni ciò dovesse avvenire ; onde pareva opportuno discutere su proposte concrete venute dall’ alto. Ma poiché dall’alto non è venuto nulla, crediamo di dovere ormai spiegare le ragioni di quelle simpatie, alle quali abbiamo sopra accennato.
Chi si faccia a confrontare in massima i due si stemi monomelalhco e bimetallico, ovvero del tipo unico e del doppio tipo, come sarebbe più esatto il dire, vede subito l’assurdo di stabilire per legge un rap porto fisso fra due merci che sono soggette come ogni altra ad oscillazioni; assurdo che non spari rebbe nemmeno se il bimetallismo diventasse uni versale, inquantochè il mercato dei metalli preziosi è più vasto del mercato monetario; e quando una eventualità qualunque venisse ad accrescere il va lore di uno dei due metalli o a svilire quello del l’altro, nulla impedirebbe che il primo fosse demone tato. Se poi consultiamo Y esperienza, essa ci am maestra che la moneta cattiva caccia la moneta buona pen ragioni notissime. E che altro se non il timore di questo fatto indusse 1 Unione latina a limitare, eppoi a sospendere la coniazione degli scudi d’ ar gento ? E evidente il danno che può venire ad un paese a sistema bimetallico dal verificarsi di questo inconveniente. Da un lato egli perde nei rapporti del commercio internazionale cogli Stali a sistema mono metallico, perchè deve pagare colla moneta buona che gli costa il procurarsi, mentre gli altri paesi possono pagare colla moneta cattiva che comprano con meno. Michele Cbevalier valutava a una somma regguardevole la perdita fatta a questo riguardo dalla Francia nel suo commercio coll’Inghilterra. Nè par liamo del rialzo de’ prezzi all’interno e della conse guente perturbazione in tutti i rapporti economici. D’altra parte il grande argomento dei bimetallisti che 1 oro non può bastare alla circolazione, non ha va lore, sia perchè la produzione dell’oro si mantiene sufficiente, sia perchè la moneta, attesi i perfezionati congegni del credito, figura per piccola parte nei pagamenti internazionali, sia finalmente perchè to gliere all’ argento la qualità di moneta legale non significa toglierlo dalla circolazione.
Se abbiamo brevissimamente ricordato tutto que sto, ciò è stato perchè, a costo di essere tacciati di dottrinari, sosteniamo che è pericoloso andar contro ai sani e razionali principii, tanto più quanto por- taro con sè il suggello dell’esperienza. Ammettiamo che la opportunità possa consigliare gli uomini di Stato a fare delle concessioni, ma i principii devono, sempre servire loro di guida; allontanarsene poi piuttostochè avvicinarsi alla loro migliore e più piena applicazione quando non è necessario, è un errore gravissimo.
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n e ? È evidente che due sole ragioni potrebbero consigliarci a ciò: o i benefizi che potremmo rica varne per l’avvenire ; o i danni che potrebbero ve nirci dall’abbandonarla. Se quei benefizi non sono probabili, se questi danni non sono a temersi, se finalmente i vantaggi non superano gl’ inconvenienti ma viceversa, perchè dovremmo allon’anare il mo mento di riformare la nostra circolazioje metallica ? A buon conto giova sbarazzare il tei.’eno da due questioni, che potremmo chiamare pregiudiziali; per chè questo renderà piò facile il nostro compito. Si sarebbe preteso che l’ Italia liquidasse i biglietti di Stato da cinque lire per far posto agli scudi d’ ar gento, e che revocasse il decreto dell’ agosto 1883 sulla composizione delle riserve metalliche. Ci piace mettere in sodo che nemmeno i favorevoli alle trat tative, a capo dei quali sta 1’ Opinione coi suoi tem peramenti medii e lo scrittore della Nuova Antolo:
già col quale la Perseveranza ha intrapresa una
polemica, sottoscriverebbero a quella prima condi zione, la quale come avemmo già altra volta a no tare, obbligherebbe lo Stato a sborsare 100 milioni o a fare emettere 100 milioni di biglietti propri alle Banche di emissione. Quanto alla seconda condizione, non è del pari ammissibile. Il decreto dell’agosto 1883 fu provvido, come quello che tendeva a mantenere l’oro in paese, a mettere le Banche di emissione nel caso di non risentire una scossa quando l’ Unione venisse a cessare, ad avviarci alla circolazione aurea. E sarebbe quindi sommamente improvvido abban donare quella disposizione quand’anche si venisse ad un nuovo accordo e si stipulasse una opportuna clau sola di liqu azione degli scudi al termine dell’ ac cordo medesimo.
Un’altra osservazione. Udiamo da qualche parte accennare al timore di urtare le suscettibilità della Francia. E qui ci pare che valga la pena di inten dersi bene. E nostra opinione che, quando si tratta dei suoi più vitali interessi, un paese abbia tutto il di ritto di pensare a questi e di non preoccuparsi di quel che diranno fuori, tanto più quando quelli di fuori seguono questo sistema. E crediamo altresì che questa indipendenza, non scompagnata certo da un benevolo interessamento per gli altri, gli faccia più amici che non il soverchio ossequio, come av verte il proverbio : « Chi pecora si fa, lupo lo mangia. » La Francia vuole aumentare il dazio sul bestiame; secondo noi farà male più a sè che a noi, ma questo non ci riguaada. D’ altra parte dal momento che noi consentimmo a escludere quella voce dal trattato, essa è nel suo pieno diritto. Grandi tenerezze per noi non sappiamo che le abbia mo strate nemmeno nella questione monetaria. Ma essa tiene a rinnovare l’ Unione. Sapevamcelo, e sappia mo anche perchè. Ma come la Francia consulta il proprio interesse, così noi dobbiamo consultare il nostro.
E quale, a nostro avviso, sia questo interesse dell’ Italia, diremo in un prossimo articolo.
Rivista Bibliografica
G. Boccardo. — I principi della Scienza e dell' Arte
delle Finanze. — (Prefazione al Y. 10 — Serie 31
della Biblioteca dell’Economista) — Torino, Unione Tip.-Editrice, 1884, pag. CVIII).
La terza serie della Biblioteca dell’Economista, iniziata nel 1873 dall’on. Boccardo, è giunta ormai al decimo volume. — È noto a tutti con quali in tendimenti il prof. Boccardo assumesse la direzione della terza serie. Ferveva allora vivissima la d i sputa tra le due scuole economiche sull’ indole, sul metodo, sulle leggi dell’economia politica. Gli scrit tori tedeschi trattavano ampiamente e con erudizione non comune quei vari argomenti e per varie cause, che qui non occorre rammentare, dissentivano pro fondamente dalle conclusioni sin allora adottate da gli economisti. Questo avveniva nel campo proprio della scienza economica. Ma all’ infuori di esso un’al tro notabile fatto si imponeva alla attenzione degli economisti : le altre disciplino sociali, seguendo °il gran movimento filosofico e scientifico, venivano rin novandosi, epurandosi e integrandosi. Bisognava quin di far conoscere agli studiosi l’ indirizzo assunto in Germania dalla scienza economica, n o i solo, ma of frir loro il modo di far tesoro delle scoperte e dei progressi che le scienze affini alla economia ven nero facendo. — Sarebbe certo prematuro un giu dizio sull’opera direttiva del prof. Boccardo ; se cioè colla scelta degli scritti da presentarci in veste ita liana egli abbia raggiunto lo scopo prefissosi; tut tavia allo stato attuale della sua raccolta ci pare di poterne seriamente dubitare. Infatti mentre il Boc cardo ha dedicato due grossi volumi agli scritti dei socialisti, invano si cercano le opere della scuola etico-storica ; cioè dello Knies, dello Schmoller, del Held e degli altri. Nè potrebbesi rispondere che le idee del socialismo cattedratico sono fatte conoscere colle due opere dello Schà'fìle, inquantochè questi fa parte a sè ; e il Handbuch dello Schonberg, ora cominciato, vi supplisce in piccola parte, non es sendo un’opera organica, ma una raccolta di mono grafie le quali avrebbero trovato posto più oppor tuno in una serie di volumi dedicati a’ singoli argo menti. Non sappiamo quali sieno le idee del Boccardo a questo proposito ; ma crediamo eh’ egli farebbe cosa assai utile se seguisse l’esempio dato dal Fer rara e ci desse una serie di trattati speciali, nei quali potrebbero trovar posto anche i migliori arti coli sparsi nelle Zeitschrift e nei Jahrbücher; come già fece l’on. Ferrara per le Riviste francesi e inglesi.
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profonda critica alla quale assoggettava le loro teo rie. Egli è perciò che l’ illustre Ferrara vi ha ver sato a piene mani i tesori della sua potenza critica e quelli non meno rilevanti delle proprie osserva zioni e delle proprie idee, sempre originali e acute. Fu la sua un’opera critica e ricostruttiva insieme ; e mentre con mano sicura mostrava gli errori in cui caddero Bastiat, Dunoyer e altri ; colle magi strali dissertazioni sul valore, sulla rendita, sulle mercedi, sulle crisi, per citare le maggiori, espose la scienza economica, nelle sue parti precipue e nei suoi concatenamenti, quali il suo vasto e acuto in telletto seppero divinarli. Ma se la critica del Fer rara fu generalmente accolta dagli economisti, lo stesso non può dirsi delle teorie eh’ egli cercò far prevalere nella scienza economica. Sgraziatamente egli stesso rese un cattivo servigio alla scienza e non provvide alla sua fama quando, anziché esporre in un’ opera completa e autonoma i principi della scienza, tracciati nelle prefazioni, depose la penna e lasciò che si travisassero le sue idee, e lo si pre sentasse ben diverso da quello che realmente egli è. Comunque, se per l’epoca in cui furono scritte — epoca ben diversa dall’ attuale — le prefazioni del Ferrara non ebbero quella influenza che i loro pregi meritamente le assegnavano ; è però confessione ge nerale che da esse, tutti — amici e avversari — hanno appreso qualche cosa ; e può aggiungersi che in un avvenire meno infeudato al « germaniSmo economico » saranno meglio apprezzate. Può dirsi lo stesso delle prefazioni del prof. Boccardo? — Senza dubbio, neppur esse sono prive di pregi ; se non altro si fanno leggere per la loro perspicuità, veramente rara negli scrittori dei nostri giorni, ma basta questa ottima qualità in lavori prettamente scientifici? 0 non devesi piuttosto indagare se e quale luce l’Autore porta sulle questioni che vuole trattare ; se il suo scritto aggiunga qualche cosa, sia pur piccola parte, alle cognizioni che già si pos- sedono ? Il Boccardo, a quest’ora, ha trattato del metodo, dei principi filosofici della economia, delle banche, della sociologia ecc. ma ha sfiorato tutto e nulla approfondito in modo che la scienza ha tratto ben poco vantaggio dalle sue dissertazioni. Egli è che nelle prefazioni del Boccardo si riscontra un difetto comune a tutti i suoi scritti; la superficia lità delle indagini scientifiche, le quali richiedendo molto tempo, mal s’ addicono a chi ama esercitare la propria attività in più ordini di studi. Ma v’ ha di più. Egli ha trattato in generale argomenti troppo vasti ; invece di portare tutta la sua attenzione e il suo ingegno sur un punto e quello rischiarare, ama meglio darci delle vaste sintesi nelle quali i punti controversi sono accennati più che discussi, e le difficoltà accortamente girate, più che affrontate e rimosse. Procede insomma all’opposto del Ferrara, il quale trattava punti singoli e su quelli non si stan cava mai di insistere fin che non avesse tolto d i stinzioni inesatte, precisato significati dubbii, pro posto nuove e più convincenti spiegazioni dei fenomeni studiali. Sicché delle prefazioni del Boccardo può dirsi con frase vecchia ma espressiva: che esse la sciano il tempo che trovano.
Con questa digressione, per la quale chiedo venia, ho anche data un’ idea dell’ ultima prefazione del prof. Boccardo nella quale, com’ egli dice, « aspira a riassumere, benché rapidamente, in ogni sua parte, lo stato presente della scienza finanziaria ». Tema,
come vedesi, molto ampio e che rinchiuso nei mo desti limiti di una prefazione , non può essere che appena accennato nelle molte sue parti. Comunque, accettando senz’ altro quanto l’ illustre Autore vo'le darci, vediamo i punti principali del suo lavoro. Sin dai primi passi si presenta all’ Autore la questione se la Finanza é una scienza nel significato esatto e completo della parola, o solamente una collezione di regole pratiche, di precetti empirici. Ma la domanda rimane senza risposta, almeno senza una risposta ra- .gionata , perchè 1’ Autore divaga, perde di vista la questione e ammette senza discutere che vi sia una scienza delle Finanze, avvertendo a mo’ di correttivo che in Finanza, specialmente, « apparisce la profonda verità professata dalla moderna filosofia scientifica : l’assoluto è il sogno di una mezza sapienza; la sa pienza intera ha un contenuto essenzialmente rela tivo ». Tratta in seguito della espansione progressiva dei bilanci, e la fa toccare con mano mediante cifre opportune; ma ron se ne mostra impensieri.o, e crede di trovarne la causa in una legge biologica « in virtù della quale, nella scala degli organismi e nella evo luzione di ciascuno di essi, progresso è sinonimo di crescente complessità di organi e di funzioni. » La legge è vera, ma la sua applicazione al caso presente non mi pare esatta. Invero come nella serie degli organismi animali, così nella sociale il perfeziona mento organico sta nel differenziamento e coordi
namento degli organi; e per differenziamento s’ in
tende che ogni funzione appartenga a un organo speciale, od altrimenti che ogni organo compia una data funzione. La qual cosa non è punto d’accordo coll’estensione del potere dello Stato in continuo au mento ; come mostra lo Spencer in quel suo famoso saggio su\\’Amministrazione ricondotta alla sua vera
funzione (V. Essays, voi. 2°).
Data una classificazione generale dei cespiti finan ziari (demanio-tributi-credito), e mostrato come il Demanio pubblico vada diuturnamente accrescendosi mentre il demanio fiscale si restringe, l’Autore entra a studiare la parte principale della finanza, vale a (lire i Tributi. Dovendo dare il concetto generale di
Tributo egli se ne sbarazza prestamente e dice che
« è quella parte delle rendite pubbliche che lo Stato percepisce unicamente in virtù del diritto di sovra nità, e senza che vi entri in modo alcuno il con cetto di proprietà ». Ora, mutatis verbis, questo si risolve a dire che lo Stato domanda una quota delle rendite pubbliche perchè ha il diritto di domandarla; ma non è dare il concetto scientifico del tributo. Ac cetta le idee del prof. Cossa sulla distinzione tra im
poste e tasse, ed esposti i caratteri dell’imposta : le
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quella discriminazione essendo esse generalmente tra slate o rovesciate su altri o su altre forme di ric chezza , diverse da quelle specifici tamente contem plate dal legislatore; ma la ragione che ne dà il Boccardo parafi assai debole. Traccia i due metodi di ripartizione e di quotità che servono a determi nare lo stanziamento delle imposte dirette e classifica queste soggettivamente, secondo i criteri e i metodi adoperati per ¡stabilirle, e oggettivamente, secondo la varia materia imponibile che vanno a colpire. Di scorre successivamente delle varie imposte dirette, cioè deir imposta prediale, della sua incidenza, del catasto, dei centesimi addizionali, dell’ imposta sui fabbricati e sulla ricchezza mobile. Mi limito a se gnalare la confutazione della teoria del consolida
mento del tributo fondiario, e le pagine interessanti
sulla rendita edilizia, equiparata dall’Autore alla ren dita fondiaria. Indica in seguito le ragioni che ren dono necessarie le imposte indirette; tratta delle im poste sugli Atti e sui Consumi, delle tasse e, final mente, dell ultimo cespite finanziario, del Credito. In un ultimo paragrafo l’Autore accenna colle parole di un espertissimo scrittore, il JBessaignet,ai mezzi abusati per far dire ai bilanci ciò che piace, e rammenta uti lissime verità. — I limiti ristretti concessi a un ar ticolo bibliografico, non permettono di soffermarmi sulle molte questioni che l’Autore ha trattate. In ge nerale per l’uso di buone fonti egli giunge alle mi gliori conclusioni ; ma, sia detto colla dovuta stima verso 1 illustre Autore, il suo lavoro deve apparire all imparziale un riassunto erudito e dilettevole, non atto però a togliere i dubbi e a inspirare nell’animo del lettore nozioni precise e convinzioni salde.
Rio c a b d o Da l l a Vo l t a
C A S S E D I R I S P A R M I O
X I e d . u l t i m o , L o i i x T b a r d i a Terminiamo la nostra rassegna sulle Casse di Ri sparmio esaminando quelle della Lombardia dove troviamo tre sole Casse di Risparmio ; quella mas sima di Milano sorta nel 1823 e le due nella pro vincia di Pavia, una a Vigevano istituita nel 1837, 1 altra a Voghera nel 1859.Bisogna però notare che la Cassa di Risparmio di Milano tiene 112 succursali, di cui 17 nella pro vincia di Bergamo, 12 in quella di Brescia, 23 in quella di Como, 6 in quella di Cremona, 6 in quella di Mantova, 23 in quella di Milano, 11 in quella di Novara, 6 in quella di Pavia, una in quella di Ro vigo, 5 in quella di Sondrio, una in quella di Tre viso, 2 in quella di Vicenza.
La cassa di Risparmio di Milano, la più impor tante che conti tutto il regno, e la cui oculata, saggia ed abile amministrazione non ha bisogno dei nostri elogi, ha un risparmio che si eleva a ben
a 2u 6, 3S8>7.3.6 pentre il patrimonio è di L. 34,781,469 ed ha depositi in conto corrente per L. 4,062,385. Di queste ingenti somme ecco gli impieghi : — Nei
mutui ipotecari sono impiegate L. 36,120,641 e in
quelli chirografari ai Comuni, provincie ed altri corpi morali L. 30,506,970; un complesso di oltre
60 milioni e mezzo che, rappresentano il 23,22 per cento della cifra a cui sale il risparmio.
Nelle anticipazioni troviamo L. 24,150,430, circa i l per cento, su fondi pubblici e poco più di 4 milioni su oggetti preziosi. Vistoso è l’ impiego in
f o l i di cui diamo l’elenco in cifre tonde : Cartel'e
fondiarie L. 20 milioni, Buoni del Tesoro L. 82 mi- lioni, Debito pubblico L. 54 milioni, Obbligazioni di Provincie e Comuni L. 3,8 milioni, Azioni ed ob bligazioni di società, commerciali ed industriali Li re 27 milioni. Un totale adunque di quasi 187 mi lioni per questo capitolo dei titoli, cioè il 65 per cento dei risparmi.
Nel portafoglio vi sono poco più di 6 milioni di hre, vale a dire il 2,21 per cento della cifra del risparmio. La Cassa di risparmio di Milano malgrado 1 enorme cifra di affari, non ha sofferenze.
La Cassa di Risparmio di Vigevano ha un ri sparmio di L. 1,256 mila e L. 172 mila di patri— “ °»10- Vi sono L. 117 mila nei mutui ipotecari e L. 171 nei chirografari ai Comuni, provincie ed altri^corpi morali; un totale di L. 287 mila, circa il 23 per cento del risparmio. .Eccezione è l’ im piego in titoli che sale a L. 1,145 mila, cioè il 91 pei cento del risparmio. Questa Cassa non ha altri impieghi, nè beni stabili, nè portatoglio ; e non ha nemmeno sofferenze.
La Cassaci Risparmio di Voghera ha un risparmio di ben L. 6,370 mila con un patrimonio di L. 325 mila, g ì impieghi sono così divisi: ai mutui chirografari, verso comuni, prov. ed altri corpi mor. L. 1,007 mila; r* 1>186 m ila, nel complesso più di L. 2,193 mila, cioè il 33 per cento del risparmio. INelle anticipazioni L. 143 mila ; nei titoli (cartelle lombare e Buoni del Tesoro) L. 1,227 mila; nel portafoglio L. 1,296 mila di effetti. Ha sofferenze per
L. 1,380. 1
Riassumendo le cifre defie due provincia^ di Mi lano e Pavia si ha il seguente prospetto di propor zioni coi totali.
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19 o ttob re 1884
GL! SCONTI E LE ANTICIPAZIONI IN ITALIA
Il Ministero di agricoltura, industria e commercio ci ha inviato la statistica delle operazioni di sconto e di anticipazioni eseguite nel triennio 1881-82-83 dalle Banche popolari, dalle Società di credito ordinario, e dalle Società ed istituti di credito agrario.Le operazioni tanto di sconto che di anticipazioni sono distinte per compartimenti, ma per lasciar po sto ad altre materie non meno importanti ci limite remo a darne i resultati riassuntivi per ciascuno dei tre anni sopra indicati.
Banche popolari. — Gli sconti operati dalle Ban
che Popolari furono nel triennio 1881-1883 in numero di 2,133,830 per l’ammontare di L. 1,960,346,270.3-1. Queste cifre si suddividono per ciascuno dei tre anni indicati nel modo che segue :
Anno 1881 N. 702,140 per L. 571,221,120.73 » 1882 » 801,740 » 667,922,782.13 » 1883 » 929,970 » 721,102,367,44 Come apparisce da questo prospetto gli sconti au mentarono nel 1882 di L. 96,701,661.40 di fronte al 1881, e di L. 53,179,383.31 nel 1883 in con fronto del 1882.
Il valore medio di ciascuna cambiale scontata fu d L. 813,54 nel 1881 ; di L. 883,09 nel 1882 e di L. 775,40 nel 1883.
Il numero e ammontare delle cambiali in portafo glio si riassumevano alla fine di ciascun anno nelle seguenti cifre :
Anno 1881 N. cambiali 174,032 perL. 138,525,461.30 » 1882 » 191,066 y 144,489,148.85 » 1883 » 239,609 » 167,237,028.77 Il maggior numero degli sconti fu operato dalle Banche Popolari di Lombardia. Vengono poi quelle del Piemonte, dell’Emilia, del Veneto, della Toscana, delle Puglie, della Sicilia ecc.
Passiamo alle anticipazioni. Le Banche popolari operarono nel triennio N. 76,545 anticipazioni per un valore di L. 75,029,561.89. Queste cifre dànno per ciascuno dei tre anni indicati i seguenti re sultati :
Anno 1881 N. 19,810 per L. 23,742,291.74 » 1882 » 24,532 » 24,240,821.72 » 1883 » 32,203^ » 27,046,448.43 Anche le anticipazioni come apparisce da questo prospetto aumentarono annualmente tanto per nu mero che per valore.
Il valore medio di ogni anticipazione fatta fu di L. 1,198,50 nel 4881 ; di L. 988,13 nel 1882 e di L. 839,87 nel 1883. Come si vede le anticipazioni mentre aumentavano di numero andavano però di • minuendo d’ importanza.
Il numero e ammontare delle anticipazioni in por tafoglio davano alla fine di ciascun anno le seguenti cifre
Anno 1881 N. anticipaz. 9,951 per L. 8,885,149.52
» 1882 » 9,865 » 10,352,471.91
» 1883 » 17,389 » 11,889,694.93
675
Il maggior numero delle anticipazioni venne fatto dalle Banche popolari di Lombardia. Vengono poi quelle dell’ Emilia, del Piemonte, del Veneto, della Toscana, della Sicilia ecc.
Società di credito ordinario. — Vennero scon
tate nel triennio dalle Società di Credito ordinario Num. 2,589,770 cambiali per l’ammontare di Li re 6,946,230,770.97. Queste cifre danno per ciascuno dei tre anni i seguenti resultati.
Anno 1881 N. 774,900 per L. 2,000,078,591.04 » 1882 » 878,357 » 2,311,471,127.87 » 1883 » 936,519 » 2,634,681,052.06 Anche le società di credito ordinario come r e sulta da questo prospetto, aumentarono annualmente i loro sconti tanto per numero che per valore.
Il valore medio di ogni cambiale scontata fu di L. 2,584,07 nel 1884 ; di L. 2,631,59 nel 1882 e di L. 2,813,37 nel 1883.
Il numero e ammontare delle cambiali in porta foglio davano alla fine dei tre anni le seguenti cifre Anno 1881N. cambiali 118,710 per L. 191,729,104.89
» 1882 « 123,305 » 174,215,801.16 « 1883 » 135,646 » 217,283,540.92 Il Piemonte dà il maggior numero degli sconti. Vengono poi la Lombardia, la Toscana, il Lazio, la Liguria, il Veneto, la Campania ecc.
Vediamo adesso le anticipazioni. Le società di credito ordinario fecero nel triennio N. 362,034 an ticipazioni per l’ ammontare di L. 96,654,573.56. Queste cifre si decompongono per ciascuno dei tre anni nel modo che segue
Anno 1881N. anticipaz. 100,466 per L. 31,475,587,52
» 1882 » 130,588 » 35,530,763,22
» 1883 » 131,980 » 29,648,222,82
Nel 1883 le anticipazioni crebbero di numero, ma diminuirono di valore.
Il valore di ogni anticipazione fatta fu di Li re 343,30 nel 1881 ; di L. 272,08 nel 1882 e di L. 224,64 nel 1882.
11 numero e ammontare delle anticipazioni esi stenti al 31 Dicembre di ciascuno dei tre anni ascen devano alle seguenti cifre
Anno 1881 N. anticipaz. 38,487 per L. 13,019,693.00
» 1882 » 49,596 » 15,047,850.01
» 1883 » 50,743 » 10,839,919.44
Anche nelle anticipazioni il Piemonte tiene il pri mo posto. Vengono poi la Lombardia, la Campania, il Veneto, il Lazio, l’ Emilia, la Sicilia ecc.
Società e istituti di credito agrario. — Nel trien
nio gli istituti di credito agrario scontarono N. 258,198 cambiali per il valore di L. 457,131,414.99. Queste cifre si suddividono nei tre anni come segue
Anno 1881 N. cambiali 87,880 per L. 154,881,844.50
» 1882 » 95,462 » 167,312,493.23
» 1883 » 74,456 « 134,937,077.76
Nel 1883 si ebbe pertanto in confronto dei due anni precedenti una diminuzione tanto nel numero che neU’ammontare degli sconti.
676 L’ E G O N O M I S T A
19 ottobre 1884
Gli istituti agrari della Sardegna dettero il mag- gior contingente delle operazioni di sconto. Vengono poi quelli dell' Emilia, del Piemonte, della Tosca na, ecc.
Il valore medio di ogni cambiale scontata fu di L. 1,762.42 nel 1881 ; di L. 1,752.66 nel 1882 e di L. 1,812.31 nel 1882.
Il numero e ammontare delle cambiali in porta- loglio alla fine di ciascuno dei tre anni erano rap presentati dalle seguenti cifre
Anno 1881 N. cambiali 18,265 per L. 29,997,971.96
* 1882 » 19,408 » 29,515,726.71
» 1883 » 14,760 » 24,272,948.94
Le anticipazioni fatte dalle Società di credito agra rio nel triennio furono 3186 per P ammontare di L. 14,537,967.79. Queste cifre danno per ciascuno dei tre anni i seguenti resultati
Anno 1881 N. anticipaz. 901 per L. 4,078,888.99
» 1882 » 993 „ 5,498,089.67
* 1883 » 1,292 » 4,760,999.13
Nel 1883 le anticipazioni aumentarono di numero ma diminuirono di valore.
Il valore medio di ogni anticipazione fatta fu di L. 4,527.07 nel 1881 ; di L. 5,536.85 nel 1882 e di L. 3,684.98 nel 1883, e l’ammontare delle anti cipazioni esistenti al 31 Dicembre di ciascun anno si riassume in queste cifre
Anno 1881 N. anticipaz. 421 per L. 1,727,960,38
» 1882 » 529 » 1,645,503.79
» 1883 » 636 » 2,005,570.49
Riunendo adesso il movimento delle Banche Po polari delle Società di Credito ordinario e della So cietà di Credito Agrario, si hanno i seguenti re sultati Sconti Anno 1881 N. 1,564,920 per L. 2,726,181,556.27 » 1882 » 1,775,559 » 3,146,706,403.23 » 1883 » 1,940,945 » 3,490,720,497.26 Totale N. 5,281,424 L. 9,363,608,456.76 Anticipazioni Anno 1881 N. 121,177 per L. 59,296,768.25 » 1882 » 156,113 » 65,269,674.61 » 1883 » 165,475 » 61,455,670.38 Totale N. 442,765 L. 186,022,013.24
LA C O L T IM I
L on. Ministro di agricoltura e commercio ha di retto la seguente circolare ai direttori delie scuole pratiche di agricoltura, delle stazioni agrarie e dei depositi di macchine. In questa circolare l’onorevole Ministro accenna ai mezzi per rendere ai coltivatori di terre più proficua e più rimuneratrice la pro duzione del frumento; e poiché gli agricoltori si la
mentano specialmente del basso prezzo a cui mercè la concorrenza estera sono caduti i frumenti, abbiamo creduto riprodurla per intero, affinchè essi possano trar partito dagli ammaestramenti, che in quella si contengono. Ecco adesso la circolare :
Chi ^si faccia a indagai* le cause del disagio in cui trovasi oggidì la nostra agricoltura, si avvede facil mente che tra esse^ va annoverata in principal modo la particolare condizione in cui si esercita la coltura del grano ; la quale, mentre da un lato occupa in tutto il regno una molto vasta superficie, non riesce soventi volte dall’altro a somministrare che uno scarso medio prodotto.
Tale sfavorevole risultamento vuoisi riferire o alla troppo ampia estensione occupata dal grano, rispetto a quella di altre piante, o alla poco adatta scelta del suolo, od alla trascuraggine ond’ è condotta la coltura del grano stesso, particolarmente in ciò che concerne la concimazione, la scelta delle varietà, le maniere della_ sementa e quel tu tt’ insieme di cure che è necessario dalla sementa in poi sino alla mie titura e sino anche alla trebbiatura.
. Togliere di mezzo tutti questi sconci, e migliorare m ispecie ne’suoi fondamenti la coltura del grano con. nuove rotazioni, nelle quali, come opinano e con sigliano le persone piu autorevoli in queste materie, sia latta la conveniente parte a vegetabili che trag gono seco l’ampliamento delle vecchie o l’istituzione . nuove industrie rurali, non è certo opera agevole in se medesima, ne tale eziandio da potersi condurre a buon punto in breve spazio di tempo e con iscarsi mezzi, massime là dove farebbe mestieri abbandonare la coltivazione del frumento per dar luogo a quella di altre piante.
Senza perdere mai di vista nessuna delle tante que stioni che si attengono all’arduo argomento ; anzi mi rando sempre con fermo proposito, per quanto è da esso, a scioglierle intimamente e con ¡spirabile durata ai buoni risultameli ti, questo Ministero ered6 tuttavi cosa opportuna incoraggiare senza indugio e con nuovo e maggiore impulso l’attuazione di alcuni mezzi, ì quali, sebbene limitati e nell’estensione e negli ef fetti, possono pur recare un giovamento non ¡spre gevole all’agricoltura.
. ^ scemare le spese, o, restando esse relativamente invariabili, accrescere la produzione ; o, meglio an cora, giungere all’uno e all’altro resultato nello stesso tempo, questo è il punto da vincere all’atto pratico : e per agevolare questa buona riuscita, il Ministero intende di porgere agli agricoltori il suo aiuto, te nendosi però, come già si è notato, nella via che può condurre a immediato, apprezzabile profitto.
# fi* dottrina, sorretta da buona e ormai lunga espe rienza, che 1 uso di acconce macchine seminatrici reca sulla maniera comune di seminagione non pochi e non lievi vantaggi. Senza scendere a paragoui, qui non opportuni, e prendendo questi vantaggi nella propor- zione piu tenue, quale niuno disconosce oggidì, si può affermare che, lasciata da parte ogni altra utilità, le macchine consentono sicuramente di risparmiare da un quarto a un terzo del seme necessario per l’or dinaria seminagione del grano.
Ora, a bilanciare i conti del grano, per modo che la produzione di esso riesca effettivamente rimune ratrice, spesso non altro fa d’uopo che poter risecare alquanto le spese ; nè si va lungi dal vero affermando che a ciò può bastare per molti il mentovato rispar mio della semente.
sa-L’ E C O N O M I S T A 677 19 ottobre 1884
ranno condotti, abbiano a porgere l’efficace ammae stramento che se ne ricerca.
Ugualmente buono, anzi miglior partito per altro rispetto, è sembrato al Ministero quello di dar mano direttamente a favorire 1’ aumento della produzione del grano ; al quale effetto, sempre nella mira dichia rata più sopra, può giovare in singoiar modo l’ in troduzione o la diffusione di migliori sementi.
La scelta di esse è caduta o su quelle che sogliono l'esistere efficacemente alle vàrio influenze nemiche, in ¡specie alla ruggine ; o su altre che, a pari con dizioni, sono di loro natura più fertili.
E perchè anche in questa parte il desiderato am maestramento torni efficace quanto più è possibile, il Ministero ha disposto che tutte le varietà sieno scientificamente studiate e descritte, e se ne formino erbari e collezioni da conservare con ogni diligenza. Oltre gli istituti e le persone cui direttamente il Ministero affida queste esperienze, altri istituti ed al tre persone possono attèndere allo stesso utile com pito ; e purché dichiarino di attenersi alle norme fondamentali già fissate, possono ricevere, compati bilmente coi mezzi di cui dispone il Ministero, le op portune agevolezze.
I l Ministro
B. G E I M A LD i
IL CREDITO FONDIARIO
della. C assa di risp arm io di Milano
erano in principio di gestione, salirono alla fine del l’esercizio a L. 93,036,662.30.
Le spese ascesero a L. 4,823,211.40 repartite nei seguenti articoli:
Interessi sulle cartelle fondiarie in cir colazione... L Id. sul debito residuo verso la Cassa
di risparmio... Imposta di ricchezza mobile sui redditi
propri dell’Istituto... » Id. per ritenuta del 10 °lj fatta ai por
tatori delle cedole di interessi delle cartelle fo n d iarie... » Spese di amministrazione...» Contributo di sorveglianza governativa » Eabbricaziooe di cartelle e diverse . » Spese per i beni s t a b i l i ... »
4,571,050.00 7,016.28 21,326.17 67,580.02 134,837.66 5.000. 00 6.000. 00 10,401.27 Totale delle spese L. 4,823,211.40 Nel 4882 le spese essendo state di L. 4,437,492.76 si ebbe nel 4883 una maggiore spesa di L. 385,748.64. La quale maggiore spesa in confronto del 4882 derivò dai maggiori interessi passivi per le nuove cartelle emesse in rappresentanza di m utui, da un maggior contributo corrisposto alla Cassa di risparmio per compenso di onorari, e dalla limitazione al 40 ®/0 nella rivalsa esercitata sugli interessi delle cartelle per l’ imposta di ricchezza mobile.
Confrontando adesso l’importo delle
rendite i n ... L. 4,952,283.85 con quello delle spese i n ... » 4,823,244.40 La Commissione Centrale di Beneficienza, ammi-
nistratrice della Cassa di risparmio di Milano ci ha inviato la sua relazione sul bilancio consuntivo del Credito Fondiario pel 4883. Eccone i risultati prin cipali.
La situazione riassuntiva al 4° gennaio 4883 era la seguente:
A ttiv ità .... L. 92,094,277.55 P assività... » 91,941,065.39 Avanzo...L. 153,212.16
si ha l’utile netto d i ... L. 129,072.45 Il quale utile netto confrontato con quello del 1882 resulta inferiore di L. 24,439.71.
La situazione al 31 decembre 4883 era la se guente :
Rimanenze attive. . . L. 96,672,309.14 Id. passive... ¡> 96,543,236.69
129,072.45 Quest’ avanzo di L. 153,212.16 fu per delibera
zione della Commissione Centrale di Beneficenza ri partito così: cioè 1/4 ossia L. 38,303.04 al fondo di riserva, e il resto in L. 414,909.12 alla Cassa di risparmio in aumento del fondo speciale di garanzia pel credito fondiario.
Le rendite nel 1883 ammontarono a L .4,952,283.85 che si decompongono nel modo che segue :
Interessi sui prestiti con ammortamento L. 4,532,269.70 Diritti di commissione... » 296,725.47 Interessi sul conto corrente della Cassa
di risparm io... » 56,992.00 Rendite dei beni stabili... » 17,455.24 Interessi di mora sulle rate di ammor
tamento dei prestiti... » 16,361.54 Proventi d iv e rsi... » 32,479.90 Totale delle rendite L. 4,952,283.85 Nel 1882 le rendite ammontar.* a L. 4,590,704.92, sicché nel 1883 si ebbe un aumento di L. 361,578.93.
E quest’ aumento fu dovuto principalmente alla maggior somma di interessi derivata dai prestiti con ammortamento, i quali da L. 88,254,516.73, che
Resta l’attività netta di L. 129,072.45 corrispon dente all’utile dell’esercizio del 1883, la quale atti vità per un quarto pari a L. 32,268,11 venne at tribuita al fondo di riserva, che al 31 Decembre 1883 raggiungeva la cifra di L. 638,875 e gli altri tre quarti cioè L. 96,804,34 alla Cassa di risparmio.
I prestiti con ammortamento erano al 1 gen. 1883 N. 1781 per un complessivo vai. di L. 88,254,546.73; nel corso dell’ anno se ne stipularono 218 per Li re 7,945,000.00, ma defalcando da questa cifra il vai. di 44 prestiti estinti per l’importare di L .l,143,149.18 più L. 1,414,284.92 per importo delle quote di ca pitale comprese nelle semestralità di ammortamento scadute nel 1883 e L. 605,450,33 per ammontare degli acconti anticipati sulle scadenze pattuite rima nevano al 31 Decembre N. 1955 prestiti di ammor tamento per l’importare di L. 93,036,662,30.
Nel 1882 questi prestiti erano stati 272 per un importo di L. 12,799,000 e così nel 1883 si ebbe una diminuzione di 54 nel numero, e di L. 4,854,000 nel valore.
678
L’ E C O N O M I S T A 19 ottobre 1884
Le cartelle fondiarie in circolazione al 1 gen 1883 sommavano a Numero 4 79,011, a cui agmun^en- done *5,890 per i mutui stipulati nell’anno, al 31 di cembre 1883 erano state emesse N. 194,901 car telle fondiarie fruttifere; ma sottraendo da questo numero 7,384 cartelle per varj prestiti estinti' ri- manevano m circolazione al 31 Decembre 1883 N. 18/,517 cartelle fondiare.
Queste cartelle al valore nominale di L. 500 da vano la somma di L. 93,758,500 da cui defalcando l ammontare dei prestiti esistenti al 31 Decem. 1885 rn L‘,? q2 -6^ 62;30 ne resulla una rimanenza, di L. 721,83/.70;. la quale per L. 721,785.44 deri vava da restituzioni anticipate che si ricevettero dal , nS ° ,|1883.e Per.R; per residui sulla somma delle restituzioni di mutui avvenute in denaro.
BULL E T T IN O D E L L E B A N C H E PO PO L A R I
(Situazioni a l SO settem bre)
r S i f i i r di Vicenza- — Capitale versato
t' S 'SeT , L’ 561,073; Conti correnti
Li. b,3ol,474 ; Portafoglio L. 2,926,454- Anticim- zion, L. 230,992; Fondì pubblici L. 3,162,878;
S u i
|1 6 ,5 5 0 ; Sofferenze L. 27,112, Entrate L. 282,380; Spese L. 163,650.
Banca mutua popolare Siracusana. — Capitale
versato L. 400,000 ; Riserva L. 62,780 ; Conti cor renti L. 176,283; Risparmio L. 1,292,507; Credi tori diversi L. 39,435; Portafoglio L. 1,372,035; Buoni del Tesoro L. 150,000; Fondi pubb. L. 30 283! Anticipazioni L. 109,482 ; Sofferenze L. 00,00; En trate L. 83,517 ; Spese L. 46,464.
Banca d i depositi e prestiti in S. Sofia. — Ca
pitale versato L. 113,050; Riserva L. 21,747; Conti correnti L. 29,964; Risparmio L. 161,801; Credi tori diversi L. 35,646 ; Portafoglio L. 245,480; Ren dita pubblica L. 35,158; Sofferenze L. 0,000, Ren dite L. 14,103|; Spese L. 2,087.
Banca popolare d i Savìgnano di Romaqna. —
Capitale versato L. 100,000; Riserva L. 36,185- Conti correnti L. 158,487; Risparmio L. 104,535’ Creditori diversi L. 24,799; Portafoglio L. 282 053- Valori diversi L. 47,125 ; Creditori diversi L. 72,497-L lT oSd 72,497-L’ 11,406 ’ Entrate 72,497-L’ 3 I>2 9 8 ; Spese
Banca Metaurense di Urbino. — Capitale ver-
L’ 4’3 3 2 ; Conti correnti r 6,1i o t ;n n iedii0n dlversi L- S8>°97 ; Portafo glio L. 495,904; Fondi pubblici L. 51,433- Soffe renze L. 2,120; Rendite L. 38,191; Spese L. 22,212.
Banca mutua popolare d i Trapani. — Capitale
versato L. 254,025; Riserva L. 5,090; Conti cor renti L o48 512; Risparmio L. 107,287; Creditori f c rS' V SS n P°Ata °?li0 L’ 645>971 ! Buoni del lesoro L. 40,000; Anticipazioni L. 1,988 ; Solfe- renze L. 474, Rendita L. 45,479; Spese L. 17,751. . s °cietà Cooperativa Popolare di Mutuo Credito
m Cremona. — Capitale versato L. 2,180 660- Ri
serva L. 813,851 ; Conti correnti L. 16,659,940 •
Crediti disponibili L. 174,419; Crediti div. L. 73,459; Portaf. L. p 719 22°; Anticipaz. L. 464,941 ; Fondi pubblici L. 12,223,684; Sofferenze L. 4,852, Ren dite L. 732,691 ; Spese L. 545,179.
. o S t H P°P°lare di Oderzo. - Capitale versato L. 80,12o; Riserva L. 25,232; Conti corr. L. 439 717- Buoni agrari emessi L. 40,000; Portaf. L. 624,301 • L° 28469 L' 6,503 J Eatrflt6 L’ 34,757 ; Spese
Banca di Verona. — Capitale versato L. 700,000
Riserva L. 100,000; Conti correnti L. 3,293,417 Boni fruttiferi L. 402,866; Creditori diversi L. 25,168 Portafoglio L. 2,622,800; Fondi pubb. L. 1,170,989 • Debitori diversi L. 45,352; Anticipaz. L. 25,368; L ^ 2 5 0 4 7 L' 9’160; Entrate L ’ 203>22°1 s Pese
Banca popolare di Motta di Licenza.— Capitale
Verfati° 8 i>391 i Riserva L. 47,391; Conti cor renti L. 550,464; Ruoni fruttiferi ; L. 34,802; Buoni agrari emessi L. 60,000 ; Portafoglio L. 680,226 • Anticipazioni L. 10,898 Sovvenzioni su buoni agrari
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Banca Mutua popolare d i Verona. — Capitale
versato L 351,252; Riserva L. 14,997; Conti cor renti L. 2,352,720; Portafoglio L. 1,736,467; An ticipazioni L. 22,408; Fondi pubblici L. 361,039- Crediti garantiti L. 362,831; Sofferenze L. 7,390-Entrate L. 122,644; Spese L. 75,657. ’
BELLE C U B E DI COIERCIi
Camera di Commercio di Bergamo. — La Ca mera di Bergamo ha fatto istanza al Ministero di agricoltura e commercio affinchè faccia pratiche col dicastero dei lavori pubblici affine di ottenere che i vagoni esteri provenienti da Saint-Michel, carichi di combustibile destinato ai numerosi opifìci della Società italiana di cementi e calci idrauliche situati unuo ia ferrovia della Valle Seriana (da Rergamo al Ponte della Selva), siano fatti proseguire da Ber gamo a Vertova senza che alla prima di queste sta zioni la merce sia scaricata e quindi caricata sui vagoni che fanno servizio sulla ferrovia predetta.
Lo scarico ed il carico in stazione di Bergamo, oltre all essere causa di perdita di tempo, richiede anche una spesa non indifferente ed è cagione an che di calo abbastanza rilevante della merce.
, . ^ e r a di Commercio di Torino. - La sera del 14 la Camera di Commercio di Torino acco- gheva nella sua maggior saia in solenne ricevi- men o lon. Magliam ministro delle finanze, e l’ono revole Brin ministro della Marina. Non appena che g i invitati ebbero preso il posto assegnato, il cava liere Locara presidente della Camera prese la parola per salutare i ministri, ed espose quindi le attuali critiche condizioni dell’agricoltura, del commercio e
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affron-19 ottobre 1884 L’ E C O N O M I S T A
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tare le difficoltà con animo coraggioso, con ardore, con costanza poiché la vittoria finisce sempre per coronare gli sforzi degli intraprenditori. Nei mo menti difficili, continuava Fon. Ministro, massima- mente deve prevalere l’ iniziativa individuale; quando essa non basta deve intervenire il Governo e dar torte aiuto. Non bisogna però che l’ ingerenza del Coverno abbia in qualche modo a ledere la libertà del commercio ; integrare è lo scopo del Governo, non quello di intralciare la privata attività. È do vere del Governo il rimuovere gli ostacoli che si trappongono alla iniziativa industriale. La crisi che ora attraversiamo non intacca sostanzialmente le no stre risorse ; è a sperare che sia passeggierà. Par li ' T si’ ep'' intenc*e alludere a quella agraria alle difficolta del commercio ed ai tristi effetti delle calamita pubbliche che in questi ultimi anni trava gliarono la nostra patria. Egli è d’accordo perfetta mente coi concetti svolti dall’on. Locami ne! suo di scorso ; il Governo deve studiare, provvedere, inte grare, non esagerare nella sua ingerenza. A coloro poi che negassero l’efficacia della iniziativa privata égli presenta come esempio la industre città di To nno e la mirabile Esposizione nazionale die onora non solo Torino, ma tutta l’ Italia. Questi sono due esempi eloquenti, mirabili, che possono mai sempre venire invocati. Concludendo augura che a Torino possano somigliare molte delle città italiane.
L’on. Brin per la parte che specialmente lo riguar dava dichiarò che fu maisempre sua massima quella di utilizzare le forze del paese per provvedere agli armamenti in difesa della patria nostra. Questa màs- sima è ora spiendidamente dimostrata dal risultato della Esposizione italiana che ben ci accerta come la nostra nazione abbia fatto progressi tali da poter stare a paro di tutte le altre.
L’ °n. Sambuy sindaco di Torino invitato a par lare afferrò l’occasione per ringraziare a nome della citta i due ministri per le dichiarazioni fatte e con chiuse dicendo che bisogna tenere alta la bandiera del lavoro, di questa virtà che ha redenta l’Italia, e che deve renderla grande, libera possente..
Camera di Commercio di Varese. — Nella se duta del 9 ottobre sull’ invito del Municipio di Va rese a concorrere alle spese che occorrono al com pletamento dell’ istituto tecnico, da attuarsi colla nomina di un nuovo insegnante titolare per la geo grafia e la storia, la Camera in seguito a varie consi derazioni fra cui quella che alle Camere di commercio incomba 1 obbligo di promuovere efficacemente la istruzione tecnica e commerciale deliberava di asse gnare L. 500 sul bilancio del 1885 per il comple tamento dell Istituto tecnico. Passava poi a discutere il bilancio preventivo del 1885 stabilendo che la aliquota camerale venga ridotta da cent. 42 a 38. Approvava finalmente la nuova pianta organica del personale di ufficio.
Notizie economiche e finanziarie
Situazione delle Banche di emissione italiane ed estere.
(in milioni)
Banca Nazionale del Regno
20 settem . 30 settem . differ.
[ Cassa e riserva.. L. 288,6 290,8 + 2 2 Portafoglio... 251,9 266,6 + 14,7 ; Anticipazioni... 31,6 ( Capitale... L. 200,0 200,0 — ) Massa di rispetto.. 33,9 33,9 — j Circolazione.. 491,8) , 314,7)rE,- „ ( Altri debiti a rista.. 43,6) 43,ej558’3 + 22>9
Banco di Sicilia
. 20 settem . 30 settem . differ.
Cassa e riserva.. . L. 32,7 32,4 — 0.3 Portafoglio.... ... 23,2 24,3 _1_ i ’i Anticipazioni... 4,3 4,’l _ 0 2 ( Capitale. »... 12,0 12,0 — Pimdi/n ì^assa di rispetto---- 3,0 3,0 — « « l i Circolazione.... 36,1) ’ 37,5) ’ , , „
' Altri deb. a vista 29,4 29.7)® ^ 4" 1)7 Banca Romana
10 settem . 20 settem . differ.
( Cassa e riserva L. 21,6 21 6 _ AttlVO Portafoglio. 25,7 25,5 — 0 2 ( A nticipazioni.... 0,4 0,4 I_
¡
Capitale... 15,0 15,0 _ Massa di rispetto 3,0 3 0 _ Circolazione 42,0).^ _ 41.1), ’Altri debiti a rista 9)^2’9 o|42,0 — 0,9 Banca dei Paesi Bassi
4 ottobre 11 ottobre differ.
Incasso metallico Fior. 134,4 131,3 — 31 Portafoglio... 37,2 37,5 4- o’,3 Anticipazioni... 46,1 46,0 — 0,1 f Capitale...
'Il Circolazione... 190,0 190,2 + 0,2 ( Conti correnti... 10,5 7,4 — 3,1
Banca Imperiale di Germania
23 settem . 30 sett. differ.
i ( Incasso metallico... St. 29,1 27,0 — 2,1 i Portafoglio e anticipaz. 20,1 25,8 -j- 5*7 ini Circolazione... 35,9 41,2 + 53
l Conti correnti... 10,0 9,3 _ o’,7 Banca Auslro-Ungherese
SO settem . 7 ottobre differ.
( Incasso metallico Fior. 190,8 191,5 -t- 0 7 AttlVO ] Portafoglio... 138,4 138,6 + 0 2 ( Anticipazioni---- . . . . 28,6 29,4 + 0,8 Circolazione... 363,0 365,6 + 2,6 Conti correnti... 86,2 86,3 + 0,1
Banca nazionale del Belgio
2 ottobre 9 ottobre differenza