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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.11 (1884) n.532, 13 luglio

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L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XI - Voi. XV

Domenica 13 Luglio 1884

N. 532

LE TARIFFE FERROVIARIE

L a Com m issione parlam en tare che esam ina il pro­ getto di legge per l’esercizio ferroviario, dovrà pros­ sim am ente riunirsi per esaurire com pletam ente anche la questione che riguarda le tariffe. Questo argom ento è di tale im portanza che m erita da parte nostra una speciale trattazione; tanto più che in genere vediam o l’opinione pubblica occuparsene con ¡scarsa cognizione della co sa; il che, del resto, è tanto più giustificabile quanto più si riconosca la difficoltà della questione. Così molte volte vediam o che si trascu ra ogni d i­ stinzione tra tariffe e tariffe, e senza altra osserva­ zione si m ette a paragone, ad esem pio, una tariffa generale con una tariffa speciale o lo c a le ; o, nel com puto delle distanze, si dim entica di te n er conto se la differenziale sia applicata sopra un sola rete

o su tutta la penisola.

Crediam o quindi che i nostri lettori ci saranno grati se cercherem o in questo nostro articolo di d ar loro notizia chiara quanto più ci sia possibile sulla im portante questione.

Ogni Stato ha sulle sue reti tariffe ferroviarie g e ­ nerali, le quali, per m olti riguardi, hanno lo stesso carattere e som igliano alle tariffe generali delle dogane. E sse rappresentano cioè il massimo prezzo di trasporto che sulla rete può essere richiesto per una m erce. L e m erci sono divise in classi diverse secondo criteri molteplici, tra i quali influiscono però princi­ p alm en te; — l ’indole del com m ercio; — il valore della m e rc e ; — il suo p eso ; — il suo volum e e la distanza che deve perco rrere.

Q ueste tariffe generali vincolano poi ogni Stato verso gli altri Stati, pel fatto che per le stipulazioni che soglionsi fissare nei trattati internazionali, le m erci provenienti da un paese estero debbono es­ sere trasportate sul territorio nazionale ad un prezzo non m aggiore di quello indicato dalla tariffa gene­ rale. Così, ad esem pio, i prodotti A ustriaci debbono dalle ferrovie italiane essere trasportati con una ta­ riffa che non sia superiore a quella generale italia­ na ; ed i prodotti italiani debbono esser trasportati sulle ferrovie austriache ad un prezzo non m aggiore di quello indicato dalla tariffa generale austriaca.

Come però pei rapporti internazionali, i trattati di com m ercio m odificano le tariffe generali delle dogane, così anche, m ediante stipulazioni analoghe tra le am m inistrazioni ferroviarie, si stabiliscono d elle m odificazioni alle tariffe di trasporto colla istituzione dei servizi cum ulativi, dei quali p arle re­ mo più avanti.

A bbiam o detto prim a che le tariffe generali fer­ roviarie rappresentano il massimo del prezzo di trasp o rto , e infatti nei trasporti interni queste tariffe possono essere m odificate da due ordini di fatti : lo tariffe speciali e le tariffe locali.

Le tariffe speciali si chiam ano q uelle che acco r­ dano dei ribassi al trasporto di una data merce, in qualunque luogo si trasporti sul territorio della rete, e p u rch é si accettino speciali condizioni da parte del m ittente.

Le tariffe locali sono quelle invece le quali con­ cedono u n ribasso al trasporto di un m erce fatto in date condizioni e da un determ inato luogo ad u n altro determ inato luogo.

C onviene spiegare chiaram ente il carattere tutto particolare di q ueste tariffe speciali e locali. — In base alla tariffa g enerale, le A m m inistrazioni ferro ­ viarie assum ono l’obbligo di trasportare la m erce da luogo a luogo dietro un fissato correspettivo e sotto la osservanza delle prescrizioni del Codice di C om m ercio il quale stabilisce fra l’altro i term ini di resa. Ma l’A m m inistrazione ferro v iaria, la quale ha il m aggiore interesse p er ottenere il m assim o svi­ luppo possibile del traffico, può benissim o dire al negoziante : - se voi rinunziate ad alcuno dei diritti che vi accorda il Codice di C om m ercio sul trasporto della m erce, ovvero se potete garan tirm i di osser­ v are certe condizioni per le quali il trasporto a me diventa m eno dispendioso, io posso farvi degli a b ­ buoni nel prezzo di trasporto. D’ altra parto il n e­ goziante, il quale abbia u na m erce che, ad esempio, nulla soffra se ne v ien e ritardata la consegna, può benissim o rinunziare al diritto di averla consegnata in un dato nu m ero di giorni, quando con questa rinunzia ottenga un ribasso nel prezzo di trasporto. Di qui nascono le tariffe speciali e locali ; - speciali se ad una determ inata m erce, purch é si carichi a vagone com pleto, purché si conceda largo tem po tra l’invio e la consegna, p u rch é si condizioni in modo affatto particolare ecc., si concede una facilitazione sulla tariffa generale, q u alu n q u e sia il percorso e la destinazione della m erce stessa nel lim ite della r e te ; — locali se invece questo ribasso di tariffa è lim itato da al­ cune località p er altre località, m a non può essere invocato da altre località per altro destino.

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442 L ’ E C O N O M I S T A 13 luglio 1884 m attoni di lava, servono a pavim entare le strade, e

le ferrovie che hanno un grande m ovim ento di der­ rate alim entari da Foggia a N apoli, trovano un v an­ taggio a trasportare le basole stesse p er m itissim o prezzo da N apoli a Foggia, piuttostochè far ritornare da Napoli a Foggia i vagoni vuoti.

Spiegato così, speriam o chiaram ente, l’indole delle tariffe generali e di q uelle speciali e lo c a li, giova notare 'che solam ente le tariffe generali possono e s­ sere invocate dall’estero, m entre le tariffe stesse nel territorio nazionale sono più nom inali che effettivo, inquantochè lo svilupparsi del traffico ed il d e te r­ m inarsi a poco a poco delle industrie in q u esta o in quella località, fanno sorgere m ano a m ano tante tariffe locali e speciali da potersi dire che le generali non esistono se non di nom e.

O ltre le tariffe speciali e lo c a li, m odifica quelle generali anche la differenzialità delle tariffe. Si chiam a differenzialità quella tariffa la quale dom anda un prezzo di trasporto p er ogni chilom etro, tanto m inore quanto è m aggiore la percorrenza. E può essere di due specie : od è differenziale unitaria, od è differenziale successiva. S pieg h iam o ci: Se le am ­ m inistrazioni ferroviarie dom andano 8 centesim i per ogni tonnellata e per ogni chilom etro pel trasporto di una data m erce fino a che percorra 100 chilo­ m etri, e poi dom andano 6 centesim i da 100 a 200 chilom etri, e 5 da 200 a 500, e 4 da 500 a 500 e così via, abbiam o una tariffa differenziale unitaria, perchè la tariffa varia p er ciascuna m isura di p e r­ correnza. Ma se si dom andano alla m erce 8 cente­ simi alla tonnellata per ogni chilom etro quando per­ co rra 100 chilom etri, e 6 centesim i quando p er­ corra 200 chilom etri, e 5 quando ne percorra 500, abbiam o una tariffa differenziale successiva. E si com ­ p renderà inoltre che questa seconda tariffa può ser­ v ire a p ro d u rre un effetto, che desta ai profani molta m eraviglia, che cioè il trasporto di una m erce costi di più percorrendo m eno strada.

Infatti conservando 1’ esem pio suddetto, la m erce col prim o sistem a costerebbe per 4 0 0 chilom etri

L 8,Q0 per i prim i 100 chilom etri » 6 ,0 0 da 101 a 2 0 0 » » 5 ,0 0 da 201 a 5 0 0 »

In totale L . 19 per i 5 0 0 chilom etri. Col secondo sistem a invece, pagherebbe 4 centesim i fino a 400 chilom etri (cento più dei precedenti), cioè L, 16.

È chiaro però che anche questo sistem a della dif­ ferenzialità avrebbe una scarsa applicazione se non avesse (com e non lo ha in Italia) vigore che in una sola rete, le distanze dei punti estrem i della quale sono, per la natura stessa delle cose, lim itate.

Tale inconveniente venne in gran parte evitato col sistem a del servizio cumulativo, il quale però ha due caratteri ben diversi, o si lim ita al sem plice tra­ sporto della m erce o si estende alla applicazione, delle tariffe. Nel prim o caso u na Società ferroviaria che riceve in u n punto della sua rete, per es. T aranto, u na m erce da rim ettersi ad una stazione di un al tra rete, per esempio G enova, si assum e l’obbligo di portare tale m erce fino al confine della propria rete e di consegnarla, senza bisogno dell’intervento del m ittente, all’altra A m m inistrazione ferroviaria. Senza di ciò il m ittente dovrebbe dirigere la m erce ad un am ico o corrispondente, per esem pio a Bologna, il quale la riceverebbe dalle ferrovie M eridionali e la consegnerebbe a quelle dell’Alta Italia onde ne fa­

cessero la spedizione a G enova. — Q uesta specie di servizio cum ulativo è orm ai sem pre stabilito tra S o ­ cietà lim itrofe, ed è appunto m ediante questa isti­ tuzione che il com m ercio può spedire le sue m erci su qualunque punto, inquantochè le A m m inistrazioni fer­ roviarie se le-consegnano scam bievolm ente.

M eno com une è il servizio cum ulativo delle ta ­ riffe; esso interviene nel caso in cui la differenzia­ lità del percorso sia com putata, anche se le linee che dovrà percorrere la m erce sieno in parte sopra una rete in parte sopra un ’ altra. E d anche qui prendia­ mo un esem pio. — Noi non abbiam o il servizio c u ­ m ulativo delle tariffe tra le tre reti italian e. Così una tonnellata di lino pettinato diretta da Lecce a G enova pagherebbe L. 44, da Lecce a Napoli per i 4 7 0 chi­ lom etri (e vi è già la differenzialità in quanto per 50 chilom etri paga L. 5, per 100 L. IO , per 450 L . 45, per 200 L. 20, per 2 5 0 L. 24,50, per 500 L. 29 esc.), pagherebbe poi L. 60 per i 5 5 4 chilom etri da N a­ poli a Pisa (e le R om ane in questo caso non con­ cedono differenzialità poiché la tariffa è costante di di L. 5 ogni 5 0 chilom etri) ; infine pagherebbe L. 48,09 per i 465 chilom etri da P isa a G enova essendovi la differenzialità così determ inata per i 50 chilom etri L. 5, per 400 L. 4 0 ,4 0 per 450 L. 15, per 200 L. 18,09, per 250 L. 22 ,5 0 ecc. ecc.

Ma se vi fosse il servizio cum ulativo delle tariffe anziché com putare le tre distanze di 4 7 0 , 5 9 4 e 165 chilom etri, si applicherebbe la differenzialità sulla intera percorrenza di 4227 chilom etri con risparm io di spesa.

Q uesti som m ariam ente i principali punti che r i­ guardano le tariffe delle ferrovie in v ig o r e , si può dire, in tutta T E uropa continentale. Fissate dal Governo le tariffe generali nessuna m odificazione nem m eno a ribasso, vi può essere portata dalle A m ­ ministrazioni senza il consenso del G overno, il quale, com e sovventore o garante delle ferrovie, pretende l’alta suprem azia sulle tariffe di trasporto e quindi si riserva di accettare o respingere q u alunque m o­ dificazione fosse dalle A m m inistrazioni proposta.

E d è appunto per questo che le tariffe ferroviarie, diventate sv en tu ratam en te mezzo col quale lo Stato rende più o meno alto il prezzo di trasporto, s e r­ vono anche di aiuto a qualche industria, che nella mitezza straordinaria della tariffa, trova una prote­ zione. N acque da questo fatto in F ran cia p rim a , in altri paesi poi, la corrente che dom andava 1’ e - sercizio governativo delle ferrovie ; affinchè, e s­ sendo le tariffe esclusivam ente in m ano dello Stato, potessero aver corso In influenze politiche e p a rla ­ m entari dì ogni genere per accordare favori a q u e ­ sta piuttosto che a quella industria, facendo così prevalere molto spesso, anzi quasi sem pre, !’ in te ­ resse individuale a quello generale ; e costituendo delle tariffe ferroviarie u n ’a ltra form a colla quale si esplica il protezionism o industriale e com m erciale distribuito però coi soli criteri che la politica, il favoritism o parlam entare, le influenze dell’ uno o dell’altro sanno più o meno fortem ente esercitare.

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r-chè, a pari circostanze, accordi a tutti i cittadini quello che ha accordato ad uno di loro. - Così un negoziante può presentarsi ad una A m m inistrazione ferroviaria e dom andare u n abbuono di tari Ila in base ad alcuni vantaggi che, sulle norm e generali, egli intende di accordare alle Società, e se conviene colla A m m inistrazione, 1’ abbuono accordato costi­ tuisce una tariffa speciale o locale di cui tutti si possono valere, purché osservino le stesse condizioni.

E siccom e, com e è noto, in In g h ilterra il num ero considerevole di linee paralelle o congiungenti due punti estrem i causava una lotta che talvolta d iv e­ niva rovinosa tra Società e Società, venne liberam ente istituito il Clearing House delle ferrovie ove viene distribuito in ragione chilom etrica il prodotto di tr a ­ sporto effettuato da tutte le società tra due dati punti del territorio.

In Italia le tariffe generali eguali v irtualm ente per le tre reti, diventarono a poco diverse poi­ ché i criteri secondo le quali si m odificarono, diversificavano secondo le speciali condizioni dei paesi. Si com prende infatti com e per alcune m erci che non esistono o n o n si trasportano che in m inim a quantità nelle provincie m eridionali, rim a ­ nesse vigente la tarifia generale che nessuno do­ m andava fosse modificata ; e che p er altre m erci p er le quali questa inutilità di modificazione si m a­ nifestava nell’ Alta Ita lia , le am m inistrazioni ferro ­ viarie dell’Italia M eridionale trovassero il loro to r­ naconto di dim inuire la tariffa generale o con tariffe speciali o con tariffe locali, sia per ottenere lo svi­ luppo del traffico, sia per servirlo dove per altre cause questo sviluppo si era raggiunto. Vi fu quindi un periodo di lunga elaborazione du ran te il quale le am m inistrazioni ferroviarie dovettero, p er così dire, studiare la zona di terreno nella quale si estendeva la loro rete, ed im prim ere alle loro tariffe quel ca­ rattere che era dom andato dalla qualità della in d u ­ stria m anifatturiera ed agricola, o dalle esigenze del consum o. A ppunto per questo ne derivarono tre o r­ dini di tariffe le quali, partendo da criteri affatto di­ versi,'avevano anche un carattere spiccatam ente dif­ ferente: le tariffe dell’Alta Italia, quelle delle Rom ane e quelle delle Meridionali nelle quali si com prendono anche le C alab ro -S icu le.

P erò non è a tacersi che questo periodo di ela­ borazione m anifestò due grandissim i difetti dei quali il com m ercio e l’industria in m olte occasioni viva­ m ente si lagnarono e sono :

1° la m oltiplicità delle tariffe, nel senso che ogni una delle tre reti ha le sue, speciali e locali ;

2° la mancanza del servizio cum ulativo p e r cui il vantaggio derivante allo speditore p er la lunga per­ correnza della sua m erce non è conseguito che nei limiti di sviluppo di ciascuna delle reti, m ancando le tariffe col cum ulo delle distanze.

E d oggi appunto che l’econom ia nazionale ha rag ­ giunto u n increm ento v eram ente degno di nota, e che l’esperienza ha perm esso alle tre am m inistrazioni ferroviarie di determ inare le tariffe speciali e locali secondo i bisogni delle diverse regioni, oggi da tutti è ritenuta necessaria la sem plificazione delle tariffe da una p arte, la loro unità dall’altra.

È a questo lavoro che l’on. Baccarini prim a, l’on. G enala poi si sono dedicati ed è questo lavoro di u n i­ ficazione e sem plificazione che troviam o concretato nelle tariffe un ite alle nuove convenzioni.

Nel prossim o num ero farem o u n esam e concreto

delle tariffe stesse tenendo conto da una parte delle difficoltà che si presentavano al Governo, dall’ altra delle esigenze del com m ercio, ed accennando ai pos­ sibili mezzi coi quali conciliare le opposte richieste. Questo breve cenno esplicativo avrà però m ostrato ai nostri lettori quanto sia com plesso l’argom ento e com e sia leggero il giudizio di coloro che, senza g iu ­ stificare il loro asserto, applaudono o censurano, p o r­ tano in trionfo o crucifiggono, ingenerando nel pub­ blico una confusione di idee che nuoce alla questione.

IL l l l i n 01 AGRICOLTURA, U S T I E COIERCIO

In questi giorni notam m o alcune deliberazioni del Congresso delle C am ere di C om m ercio rig u a r­ danti il M inistero di A gricoltura, In d u stria e C o m ­ m erciò ; più ci è venuta sott’occhio una pubblica­ zione del M inistero stesso, in cui vengono riassunti gli atti della C om m issione reale d’ Inchiesta inglese intorno alle condizioni dell’ Irlan d a.

M entre anco da noi la questione sociale nelle cam pagne ingrossa, e noi lo avevam o preveduto da u n pezzo, poiché già da dieci anni indietro ric h ia ­ m avam o l’attenzione del G overno e del Paese su certi fenom eni in q u ie ta n ti, di cui del resto fino dal 188 3 l’on. Jacini si era preoccupato — m entre lo stesso egregio S enatore ha com piuto un in teres­ sante lavoro com e presidente e relato re della Com ­ m issione d ’ Inchiesta italiana — quella pubblicazione ci è sem brata singolarm ente opportuna. E tu tto q u e ­ sto ci ha confortati in un nostro antico c oncetto, che cioè sarebbe som m am ente utile dare al M ini­ stero di A gricoltura, In d u stria e Com m ercio la de­ bita im portanza.

A nostro avviso, è deplorabile che esso venga riguardato com e un dicastero affatto secondario e quasi un cam po nel quale i novizi possano fare le prim e prove p er aspirare poi a più eccelsi por­ tafogli. Ciò dim ostra la profonda ignoranza delle d i­ scipline econom iche e della influenza che possono esercitare sul benessere generale.

Il Conte di C avour diceva essere quel M inistero l’organo centrale delle attitudini econom iche dello Stato. E a tutti è noto com e il grande S tatista re g ­ gesse con som m o zelo e dottrin a q u ell’ ufficio. In G erm ania B ism arck non sdegnò di assum ere il p o r­ tafoglio del C om m ercio p er attuare le sue m assim e econom iche, del resto, a senso nostro, sbagliate.

E p p u re nel 1867 la Com m issione dei quindici propose di aggregare i! M inistero di A gricoltura e C om m ercio a quello dei L avori pubblici, più che a l­ tro per ragioni di econom ia. La cosa non ebbe s e ­ guito e più tardi un em inente uom o politico, l’o n o ­ revole M inghetti, resse quel dicastero.

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444 L ’ E C O N O M I S T A 13 luglio 1884 altri M inisteri ; ma deve, in seno al Consiglio dei

M inistri, nell’esam e di tutti i provvedim enti gover­ nativi, rappresentare i bisogni dell’econom ia, ric o r­ dare lo stato dell’ industria e dell’ag rico ltu ra, affinchè queste cognizioni servano a tem perare, provvedere, rip arare ove occorra, e spiegare quella azione che gl’ interessi econom ici debbono pure avere. »

E appunto perchè vediam o un M inistro penetrato della im portanza del suo ufficio e che pel suo in ­ gegno e per la sua operosità ispira la fiducia che se prom ette saprà m antenere, ci piace intrattenerci alquanto su questo argom ento, ora specialm ente che per la chiu su ra della C am era « il vento, com e fa si tace. »

Sappiam o bene che anco nel periodo delle v a ­ canze u n M inistro non può dire « Deus nobis haec

otia fecit ». Nondim eno egli può più facilm ente rac­

cogliersi in sè stesso e p repararsi ad attu are le prom esse fatte.

Ci sia perm esso pertanto di rico rd are qualche punto toccato dall’on. G rim aldi davanti all’alta A s­ sem blea, uno specialm ente, nel quale ci sem brò si com pendiasse una professione di fede, a cui plau- dim m o di g ran cuore.

L’o n . M inistro riconobbe che il suo dicastero d i­ spone di scarsi mezzi ed accennò alla speranza di qualche aum ento, p u r non nascondendosi che le condizioni della finanza non perm ettevano di aum en­ tare con troppa correntezza le spese. Toccò di tutti gli argom enti sollevati nella discussione, or spie­ gando ciò che si era fatto, e secondo i casi im pe­ gnandosi a fare, o prom ettendo di studiare.

Giova notare che si m ostrò favorevolissim o alle scuole speciali e disposto ad assicurare la condi­ zione di alcuni insegnanti, ora troppo precaria ; e accennò alla intenzione di proseguire nel dare inco­ raggiam enti e sussidii a quei Com itati che si p ro ­ pongono di fare esperienze per la coltivazione delle barbabietole p er estrarne lo zucchero. Ma aggiunse che tuttociò deve avere un lim ite. « Il Governo, egli disse, ha l’obbligo di sussidiare un Comizio, un Com itato, un Corpo m orale che voglia dedicarsi a queste m aterie, ma non ha l’obbligo di sussidiare (e fa­ rebbe m ale se così operasse) non ha l’obbligo, dico, di sussidiare il prim o industriale che viene e vuole con i danari dello Stato tentare ed esplorare nuo­ ve vie. »

Ma il punto sul quale ci prem e di insistere è la risposta data dal M inistro all’ on. S enatore Rossi. N ella discussione fu evocato il fantasm a della con­ correnza A m ericana, e l’on. Rossi chiese l’aum ento del dazio di im portazione sui cereali esteri. « Mi li­ m iterò dunque a dichiarare, disse l’on. G rim aldi, che il G overno non intende assolutam ente accettare la proposta d ell’aum ento dei dazi d’ im portazione, sia in omaggio alle più sane teorie econom iche, sia perch è non pare al G overno essere .questo un mezzo efficace per rip arare agli inconvenienti, ai quali si vogliono opporre efficaci r im e d i... L’on. S ena­ tore Rossi parlò di pudori econom ici. E gli consen­ tirà che, non fosse altro, per esattezza scientifica io non m i associ alle parole « pudori econom ici » se sotto la m odesta frase egli voglia inten d ere teorie econom iche ed esperienze fatte in altri paesi, le quali non concordano colla sua tesi. Non si tratta du n q u e di sem plici veli da lacerare, ma si tra tte ­ rebbe di teorie econom iche, corredate da lunga espe­ rienza, da ripudiare, per poter v enire all’accoglim ento

della sua proposta. » E bene a ragione l’on. M inistro osservò che il felice connubio fra T industria agraria e m anifatturiera avvenne in Inghilterra sotto il r e ­ gim e della libertà econom ica, cosicché questo esem ­ pio prova non in favore, ma contro la tesi so ste­ nuta dall’on. Rossi.

C ontraddicendo poi all’on. S enatore, rettificò al­ cune affermazioni di lui, e disse che solo pochissim e Cam ere di C om m ercio chiesero m isu re pari a quelle invocate dàll’on. Rossi, e soli due comizi agrari chiesero un dazio d’ im portazione, non sui g rani, ma sui risi. E citò infine il parere autorevolissim o del Consiglio superiore di A gricoltura e scagionò la Com ­ missione d’ inchiesta agraria dall’accusa di non es­ sersi preoccupata della concorrenza am ericana.

M entre la Com missione stava p er presentare la sua relazione non parve all’on. M inistro di dovere en trare in una discussione intorno ai m odi di rip a ­ ra re ai danni che da quel fatto possono deriv are, e il suo riserbo ci par giusto. Ci basta che dichia­ rasse il suo pensiero senza am bagi e senza r e ti­ cenze, e questo pensiero è contrario alle idee p ro ­ tezioniste dell’on. Rossi.

Una professione di fede così recisa non può non incontrare le nostre sim patie. Essa ci è arra che il M inistro chiam ato a difendere i veri interessi della economia nazionale, non si lascerà trascinare da una corrente che le riescirebbe fatale e non sacrificherà il bene dei consum atori al vantaggio di una o poche classi di produttori.

Noi attendiam o l’on. Grim aldi all’opera, e non avrà am ici più sinceri di noi se riu scirà a ren d e re al suo M inistero la influenza che dovrebbe spettargli nei Consigli della Corona, e che il Congresso delle Cam ere di Com m ercio ha espresso form ulando q u e ­ sto voto :

« Che siano affidati al M inistero di agricoltura, industria e com m ercio tutti gli uffici, le istituzioni, attribuzioni attinenti ai com m erci ed alle industrie ed in generale agli interessi econom ici del paese. »

n s r ^ - iP O iL iX

Il Colera e le case operaie.

N apoli, 11 L uglio 1884. A cconsentite che sospenda la rivista di ciò che si è fatto a Napoli in questi ultim i anni, per d irv i qualche cosa di quello che m anca e che si av re b b e dovuto e potuto fare. La preoccupazione odierna del Governo, dei M unicipi e delle .popolazioni è r i ­ volta al famoso zingaro d ’ infausta m em oria per tutti i paesi e specialm ente p er Napoli, dove le m olte volte in cui è apparso ha fatto lunga e crudele dim ora.

Accenno qui alla sfuggita al discorso, che pur troppo oggi è sulla bocca di tutti, m a v ’accerto che sul doloroso argom ento non intendo sofferm arm i. Il pericolo non è poi tanto im m inente, e puossi an ­ cora sperare che l’ Italia riesca a scongiurarlo. N on allarm iam oci dunque troppo, ma però stiam o pronti.

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e di m ano in m ano propongono i più urgenti m i­ glioram enti, che dall’ igiene sono richiesti.

Ma ciò non basta. Sono provvide le precauzioni prese dal G overno coi Lazzaretti, le quarantene, i cordoni sanitari, hanno qualche efficacia le m isure addottate dal M unicipio pella pulizia stradale, ma Imo a che punto possano valere queste precauzioni e questi rim edi collo stato m ateriale in cui trovasi la Città ? Un provvedim ento im m ediato è im possibile; facciamoci d unque forza a non pensare alla m inaccia dell’ oggi, ed auguriam oci che se p er disgrazia il colera venisse a spaventare colla sua apparizione, ciò avvenga quando la città sia in grado di ric e ­ verlo difesa ed arm ata.

Si sa che il colera trova m aggior facilità di espan­ sione nei luoghi sporchi e m alsani, nelle case prive d aria, d acqua e di luce ; si sa che eccellente r i ­ m edio precauzionale, è l’osservanza scrupolosa dei dettam i d ’ igiene e che sono validam ente prem unite contro 1’ invasione quelle c ittà nelle quali l’acqua è buona ed abbondante, i corsi luridi ben sistem ati e lunzionanti in lutiti i q u artieri, e le abitazioni, se non tutte com ode ed arieggiale, sono sufficiente- m ente sane.

P urtroppo qui in Napoli siam o lontani non solo dall avere la perfettibilità, che in altri popolosi cen­ tri si è conseguita, ma di av ere una condizione tol­ lerabile e non pericolosa dello stato m ateriale della Città.

L ’acqua è scarsa ed in parecchie località insalu ­ b re ; p e r essa si è provveduto coll’acquedotto del G erino e se nessun guaio accade, l'anno venturo guaz­ zerem o nel benefico elem ento.

I corsi luridi sono in uno stato deplorevolissim o, e se le vecchie fognature sono insufficenti e form ano nel centro della Città depositi di infezione e di esa ­ lazioni pestifere, quelle più recentem ente costrutte, o p er difetto di costruzione, o p er essersi sbagliato il concetto, funzionano come le vecchie o poco meglio, certo non bene. Da molto tem po si studia il difficile problem a di u na com pleta sistem azione delle cloache,

e cessate le attuali preoccupazioni, che arrestano la

vitalità dei propositi, si prenderà una decisione. Restano le abitazioni e qui abbiamo il guaio più serio, contro il quale non si pensa finora ad un ri­ m edio nè prossim o, nè rem oto, e di ciò voglio ap­ punto dirvi due parole per collegare assiem e il lu­ gu b re tem a del m orbo asiatico con l’ altro um anita­ rio delle case p er la classe lavoratrice.

P o trei esporre a titolo di curiosità cifre esatte sull’agglom eram ento della popolazione povera di N a­ poli, ma mi accontento di accen n are che la m età del mezzo m ilione di abitanti è distribuita nei bassi, nelle botteghe, nei focolari, denom inazioni tutte che concordem ente significano locali luridi, senza luce, senz aria, sprovvisti di acqua, di latrine, nei quali vivono ed eseguono le più indispensabili funzioni della vita, cinque, sei, dieci, se non più individui. Ma queste sono cose conosciute, esagerate nei ro ­ manzi e nei giornali dalla fantasia degli autori o dalla m alignità degli stran ieri, in parte e p u r troppo in gran parte vere.

Se l’ operaio napoletano vive m ale e fa vivere peggio la sua fam iglia, non è perchè lavori poco, o gozzovigli ; è sòbrio, intelligente ed abbastanza at­ tivo, ma perchè il lavoro spesso gli m anca e il guadagno è m olto scarso.

O ltre a ciò havvi deficenza di abitazioni ed una

enorm e elevatezza nei prezzi di fitto. L e case non sono abitate com e a T orino, a M ilano, a F irenze da varie classi di persone secondo i piani ; qui m ancano gli abbaini, i piani a tetto, le soffitte, r i­ covero dei non a b b ie n ti; quid povero abita a pian­ terreno. _ S e si dovesse stabilire a stretto rigore quali dei bassi e fondaci sieno abitabili, si d o v re b ­ bero escludere tutti ; ma p er poter ordinare la chiu­ sura di u n edilìzio dove sono ricoverate 80, 100 p e r ­ sone bisogna averne disponibile un altro m igliore. Ecco perchè si è dovuto tollerare finora che i proprietari affittino e gli operai abitino quei luoghi m alsani ed infetti, dove germ inano le m alattie e dove coverebbe il contagio.

E p pure u n giorno, sia il più vicino possibile, converrà p u re p orre un rim edio ad una così e c c e ­ zionale m iseria, ed una buona volta quelli a n tri im m ondi si dovranno chiudere, o dem olire. Ma p o i­ ché non conviene illudersi e sperare di poter da un m om ento all’altro creare una città nuova e do­ narla agli operai, e perchè sarebbe im provvido l’ap- plicare a questa im presa la m assim a : 0 tutto o n ie n te ; è bene com inciare col poco, m a far q u a l­ che cosa.

Si sono spesi m ilioni p e r la G alleria Principe di Napoli, p e r la via a m are di Ghiaia, pei dodici m ercati coperti, dei quali solo due servono con di­ screto profitto all’uso a cui furono costruiti. Ci sa­ rebbe m olto a rid ire su queste spese più o m eno utili, ma certam ente non sono indispensabili com e altre a cui non si pensa neppure.

P erò io non voglio con questo concludere che il M unicipio debba co stru rre le case operaie ; credo però che a lui, m eglio che a chiunque altro n e l- l’ interesse e benessere della città, spetti il p ro p u ­ gnare e incoraggiare con tutti i mezzi che ha d i­ sponibili l’erezione di abitazioni sane e com ode p er la benem erita classe lavoratrice.

Già si sa che gli speculatori non possono trovare ¡M oro tornaconto nel co stru rre case p e r gli operai. L ’ interesse che si ricava dalle pigioni tenuto conto della ten u ità delle m edesim e, delle m ensualità a rre ­ trate e m olte volte inesigibili, del deterioram ento p iù rapido e più sensibile dei fabbricati, non è pro­ porzionale al capitale im piegato in guisa da inco- raggiare i capitalisti in u na im presa che è evid en ­ tem ente rischiosa.

Qui in Napoli si è fatto già un tentativo di tali costru­ zioni in u n punto eccentrico della città sulla strada di Capodim onte, ma sia perch è la costruzione non fosse adatta allo scopo, o p e r la lontananza dai cen­ tri di lavoro, o p er l’elevatezza delle pigioni o p er altre cause, ben poche fam iglie operaie abitano in qu ell’edifizio.

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446 L’ E C O N O M I S T A 13 luglio 1884

L’ESPOSIZIONE NAZIONALE DI TORINO

Macchine speciali - prodotti chimici.

N ell’ ultim a mia prom isi di ragguagliarvi delle m acchine speciali che, com andate dalle m otrici, ado- prano la forza tratta da queste. Bisogna che mi li­ miti ad ac cen n are soltanto alcuni pochi degli appa­ rati che alle m olteplici industrie, sono applicati ; molti dei quali, non tutti certam ente, perchè siamo ancora indietro e perchè non tutto conosciam o, ho trovati all’ Esposizione. T ralascio le m acchine agri­ cole ed ancora le m acchine ed apparati elettrici. Delle prim e difatti vi sarà reso conto sp e cia le; le altre non interessano le industrie m an ifatturiere fino a che, e speriam o accada fra poco, non siano entrate nell’ uso com une. A questo proposito però mi dolgo che nell’ Esposizione d’elettricità, che è internazionale, non siasi predisposto lo studio espe- rim e n tale delle trasm issioni elettriche della forza ; ed anche con prendi da tributare all’ inventore ed al fabbricante di dinam o-elettriche che avesse o tte ­ nuto il più splendido risultato coll’ invio dell’energia a grande distanza. La produzione della luce ed un po’ di elettrolisi, ecco diffalti quasi il totale della esposizione elettrica.

D ue scoperte capitali hanno inaugurato l’evolu­ zione a prò della dem ocrazia a cui assistiam o. La scoperta cioè della polvere pirica e quella della stam pa. La prim a ha tolta la forza alla cavalleria, all’aristocrazia, per darla alla fanteria, alla plebe. L a seconda ha dem ocratizzata, m oltiplicandola a di­ sm isura, l’istruzione che, lenta e stentata in passato, ora si diffonde e straripa, ovunque fertizzando le m enti. Polveri piriche più o meno perfezionate, g li­ cerina, cotone fulm inante, dinam ite, li lascio volen­ tieri in disparte, benché siano rappresentati all’espo­ sizione. P referisco accennare le m acchine tipografiche delie quali ho trovate alcune che mi sem brano lo­ devoli. Oggidì la forza m uscolare dell’ operaio è soppressa non solo com e forza creatrice del moto, ma è altresì a ben poco ridotta anche nella tiratura. I grandi giornali che stam pano decine e centinaia di m igliaia di copie in poche ore, avrebbero bisogno di eserciti di operai per effettuare la tiratu ra di quei len- zuoli im brattati d’inchiostro che si vendono quotidiana­ m ente per pochi centesim i l’uno. La com posizione coi caratteri tipografici si fa una volta sola ; ma poi si riproduce quante volte si vuole con della carta bagnata che piglia le im pronte e poi le tr a ­ sm ette a delle form e di m etallo fuso che si avvol­ gono su dei cilindri che girano. Le m acchine p i­ gliano 1’ inchiostro, lo m acinano, lo d isten d o n o , stam pano, tagliano, ed anche piegano quasi da sè sole. Q ueste operazioni si fanno anche da noi, e con m acchine fatte in Italia, benché non tanto bene quanto altrove. A cagion d’esem pio la m acinazione dell’ inchiostro c h e , nella m acchina che stam pa il

Times, si fa da quattordici consecutive paia di c i­

lindri, affine d ’ottenere la com pleta om ogeneità del

tuono dell’ inchiostro, in Italia si fa m olto im p e r­

fettam ente ; di guisa che accade sovente di trovare u na pagina che si stenta a leggere, m entre poi la seguente ha i caratteri abbastanza visibili.

È nella G alleria del lavoro che le m acchine ti­ pografiche si trovano esposte. Arbizzoni di Monza ha messo in m ostra una tipografica rotativa che può

stam pare 12000 copie d ’un giornale in u n ora. A nche Tarizzo e Ansaldi di T orino hanno esposta una m acchina di questo genere ed inoltre delle tipogra­ fiche a doppia macinazione. Arbizzoni e Magnoni di Monza hanno inviate delle m acchine a ritirazione, che servono per le stam pe di lu sso ; Bollito e T o r­ chio di Torino espongono invece m acchine litografi­ che ; anzi una di queste che stampa^ contem pora­ neam ente a due colori, venne altresì inviata dai Tarizzo e Ansaldi sum m enzionati. A nche G iolitti di Torino si è fatto avanti con una tipografica celere a doppia m acinazione; cosicché queste varie ditte sono ora in grado di fornire, se non tutte le m ac­ chine che adopriam o, alm eno il m aggior num ero.

E i caratteri da stam pa, li facciam o noi, o ne siamo debitori all’e stero ? La verità è che ora co ­ m inciam o a farli da noi stessi. Fiazza di Milano è diffalti fonditore di caratteri tipografici, e pretende che lui solo, in Italia, li fabbrica con m acchine n a ­ zionali. N on so se R edaelli d’A lessandria li esegui­ sca così ; mi pare però che i suoi prodotti non sieno certam ente inferiori a quelli di Fiazza, m entre poi m olto pregievoli mi sem brano quelli di N egroni di B ologna; ai quali debbo aggiungere R a y er di G e ­ nova, Nebiolo di Torino e Salvati di Foligno.

Dopo il pane dello spirito, v iene il pane del corpo; ma degli apparati assai num erosi p e r prep arare il cibo, dalle m acchine per fare le paste a q uelle per confezionare le m ortadelle e il cioccolatte, che si fabbrica q uest’ ultim o, m eno che m ediocrem ente, nella G alleria del lavoro, non credo doverm i occu­ pare : perch è sono questi argom enti di privata e non di pubblica econom ia. Debbo però tenervi pa­ rola degli essicatoi del Maiz. Di questi ne ho t r o ­ vati p a re c c h i; cioè u n forno m obile di C hiazzar!; altri di D eretti, D elbetti, Pellegrino, B ianchi, nonché un essicatoio ad azione continua di Corradini che mi sem bra molto bene ideato-. Il m orbo della p el­ lagra com incia dunque a trovare degli ostacoli, e ne è ben tempo.

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i-eam ente i telai all’ inglese p e r tessiture di cotone, di cui espone 4 tipi, oltre ad im bozzim atrici, orditoi, ed altri apparati p er tale fabbricazione. A nche Tosi di Legnano espone i suoi telai per cotonifìcii, adot­ tati dalla grandiosa m anifattura di Cantoni di Milano. N eirotti di Torino e L ev erà, pure di Torino, hanno m essi in m ostra i loro telai per stoffe, n astri, ma­ glierie, elastici da calzature, velluti, ecc., che sono di costruzione nostrana. E d in quanto a velluti, debbo m enzionare le m acchine di Capuis di Zoagli, B er­ gamini di T orino. P er ciò che concerne la seta, i telai Ja cq u a rt sono opera di M arucchi di Torino, B eltram e di V ercelli, Bolis di Milano ed altri. T ra­ lascio però molti espositori di altri telai o dettagli di tessitura, per non allungarm i di soverchio. Non vo­ glio però dim enticare una cardatrice di peli di c o ­ niglio per fabbricazione di cappelli, che è esposta nella galleria del lavoro da Dall’ Oro di Intra.

Le m acchine da cucire hanno lauto abbreviato la confezione delle biancherie, vestiari i, etc., che non posso passarle sotto silenzio. Ve n ’hanno non poche, esposte da P rinetti di M ilano, T iranti e M estrallet di T orino, Ubezzio di Milano, Berettini di Campiglia ; nè tralascio quelle da guanti di pelle di cane, capretto, vitello, di Barioglio di T orino. E i guanti Jouvin, perchè non li facciam o? P erch è non li sappiam o fare«

Se nella presente lettera non fo grandi elogi della nostra industria, non è m ia colpa. E d è su questo tuono che debbo proseguire accennando ai prodotti chim ici. Noi non abbiam o dei chim ici industriali che sappiano im piantare grandi m anifatture suscettibili di provvedere a tutti i nostri bisogni ed anche all’espor­ tazione, ove se ne eccettino il solfato di china e.... i fiam m iferi. Abbiam o bisogno di soda, il prodotto più necessario alle industrie chim iche? V iene dal­ l’estero. Ci abbisogna il cloruro di calce ? O ccorre do­ m andarlo alla F rancia o all’ Inghilterra. V ogliam o dei pannelli in massa p er le nostre te rre ? Vengono di G erm ania. Ci occorrono inchiostri e v ern ic i? Dob­ biamo im portarli. Lo zucchero che m angiam o? Bi­ sogna dom andarlo ad altri, perchè appena com in­ ciam o a raffinarlo. L e arti tin to rie? Siam o indietro un secolo; ed è questa la causa precipua dell’ in­ feriorità dei nostri tessuti. I nostri saponi? sono com unissim i. L e candele ste arich e? P essim e; tranne in poche fabbriche. La concia dei cuoi ? È nell’ in­ fanzia, benché non ci m anchino gl’ ingredienti. In - som m a, nella chim ica industriale noi siam o in com pleta inferiorità.

Gli espositori di prodotti chim ici sono contuttociò num erosissim i, in prova che si vorrebbe fare e che si fa. T ranneché sono tu tti oggetti fabbricati in p ic ­ cola scala. Io dunque mi asterrò dal troppo este n ­ derm i m enzionandoli perchè, dal punto di vista del­ l’econom ia nazionale, non hanno, la più parte, che un valore insignificante.

Com incio dagli zuccheri. La m ateria prim a dello zucchero E uropeo, la barbabietola, noi non la colti­ viam o, benché tuttto il m ondo la coltivi. A bbiam o però delle im portanti raffinerie di melassa. Cito la Società Italiana di R ivarolo L igure, che produce 160 tonnellate al giorno, per quello che essa dice ; e se fosse vero, sarebbe m olto. U n’ altra società di raf­ finazione, è la L igure L om barda in S . P ier d’A rena. S u questa industria elem entare non mi fermo m ag­ giorm ente. Gli alcool hanno alta utilità industriale, valendo anche nella fabbricazione dei vini d’espoy- lazione. Ne ha spediti una fabbrica im piantata a

Sa-virrliano. Ne ho trovali ancora di F usco di C astel- lam are. Poco du n q u e ho veduto in questo articolo. Passo ai saponi. Q ui abbiam o m olli espositori. Noto Contono di Biella che ne ha molte varietà e per vari usi. Noto M ayer di S. P ier d’A rena che ne espone dei com uni e di quelli che chiam a m edicinali. M en­ ziono ancora B ernocchi di Torino, Conti di Livorno, Gianoli di Milano che fa m ostra di saponi per lane e sete. N è dim entico di accennare N overo e De B ernocchi di T orino, O neto di S. P ier d’arena, Boi- letti di P erugia, C utrono di S iracusa, Giordano che ha saponi solforati, B artolani di O neglia, Peim evalla di Sassari, Rossi d’ Im ola, Coggioli di Siena etc.

Passo alle steariche. Dò il prim o posto alla fab­ brica di M ira , non perchè ha fatto u na specie di m onum ento di ste a ric a , ma perche i suoi prodotti sono, a mio c r e d e r e , superiori a quelli degli altri stabilim enti congeneri. A nche P rinetti di Pisa ha fatto u na esposizione artistica , anzi scultoria rap p rese n ­ tante la statua d’ una n e r a , sopra u n piedistallo; simbolo della provenienza della m ateria prim a. E siccom e la stearica si presta alla plastica, altro tro ­ feo lia eretto V eratli di Milano. R am m ento ancora M almusi e G entili di Bologna, che oltre a dei saponi, hanno esposto le loro s te a ric h e , e passo ad accen ­ nare brevem ente le cererie. Qui m enziono Corti di Lecco, che le fabbrica a vapore, al pari di H irschorn di T orino. C’ è un M erosi a Piacenza che fabbrica delle candele ad d irittu ra e n o rm i, perchè hanno al­ tezza perfino di 4 m. ; di queste ne ha esposte 6 e le ha subito vendute. C’ è poi ancora il vezzo di dipìngerle come hanno fatto lo stesso M erosi, G am - burone di V ercelli e Canrbone di Torino. Anzi q u e ­ st’ultim o, non contento di dipingere le sue cerea le

fa ancora a rilievo. T utto lavoro in u tile , si d ir a , ma non c’ è di più l’eventualità che, volatizzandosi quei c o lo r i, ne risultino dei gaz nocivi all igiene ? Ci pensino i d e v o ti, perchè quelle enorm i candele sono dedicate alle chiese. A ltri ancora hanno esposte c e rerie, quali Zaboga di Padova, Sola di Carm agnola, Rosa di T orino che ha della cera nera , Chiapussi di S u sa , Corlatti di M ilano, ec. ec.

Gli ingrassi richiam ano o ra un poco della mia a t- tenzioner Dico un poco, perchè appartenendo all’in­ dustria agricola, potrei esentarm i dal m enzionarli. Ho notato un professore O ttavi che espone concim i a r ­ tificiali per ogni qualità di coltivazione. Ciò va b e ­ n issim o ; ma il prezzo? È singolare com e tutti o quasi

tutti i nostri espositori abbiano om essa questa co n ­ dizione, com e se nel com m ercio e nell’industria non fosse decisiva! A ltri concim i di varie specie ha in ­ viati K luger di Olbiate. Coletti di T reviso m ette in m ostra concim i di sangue e prodotti fosfati, m entre De N otaris si è m esso avanti con pannelli di carn e e polveri di m aterie cornee, oggetti spediti altresì da Zino di T o rin o , Solari di G enova, dallo stabili­ m ento M anin in P assa v ian o , nonché dalla Società agricola L om barda.

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448 L ’ E C O N O M I S T A 13 luglio 1884 fatta u na grande esposizione dei suoi num erosissim i

m edicinali. Da F irenze ci sono varii invii, fra i quali noto quelli racchiusi in un kiosco d a P eg n a, che espone carbonati varii, nonché nitrati, zolfati ed altri prodotti chim ici. U n rim edio fuori di contestazione è il cent’erbe dei fratelli D e-H ieronim is ; questo far­ m aco stom atico ha u n kiosco espressam ente eseguito. R am m ento ancora Zino di Torino coll’E lix ir di China, e Gallo, esso pure di Torino, con quello di Coca Bo­ liviana. E com e potrei ora lasciare in disparte il m i­ racoloso Dott. Mazzolini di Rom a col suo sciroppo di P ariglina ? Q uest’ uom o, altam ente benem erito d el­ l’um anità, perchè guarisce tu tti i m ali, Io vedo no­ tato com e u n sem plice cavaliere! E com e non è egli gran C ollare e Senatore del Regno ? V orrei ora m en­ zionare la polvere dentrifica della contessa F u cin i di Napoli, i liquori igienici di Giarizzo di C altanisetta e m ille altre cose fra cui le 7 cento preparazioni far­ m aceutiche di Platania di C atania, ma qui mi fermo. Non voglio m enzionare le profum erie, benché sia ciò u n poco d’ ingratitudine ; perchè non contenti gli espositori di esse di deliziare le n a ri, quando si passa vicino a loro, hanno ancora la gentilezza di spruzzare i loro am m iratori colle più piacevoli

essenze. Molta m aggiore im portanza hanno gli in­

chiostri e le vernici. L ’ inchiostro da stam pa è c e r­ tam ente quello di cui si fa m aggior consum o. S em ­ b rerebbe però, e ciò fa sorpresa, che il solo a f a b ­ bricarlo sia L orilleux di Milano, che ne fa anche p e r litografia. Inchiostri, non p er stam pa, ma p er usi varii sono prodotti da P ancrazzi di Milano, D iletti di Brisighella, Pavesi di Milano, P ivetta di N apoli, Zoppa di Torino ecc. In totale questa esposizione è m eschina. Q uanto a vernici h anno esposto i fratelli F e rra ris, C rum eyrolle ed un sem plice operaio, G rasso, tu tti di T orino. Da F irenze ha spedito il m archese N iccolini. Da Rom a, Bizzeri. Da Milano, Bottero e Bassolini. Da Lecce, Bertone.

Nell’a rte tintoria noi eravam o i prim i, quando da tu tti i lati si m andavano a F irenze le stoffe p er rice­ v ern e il colore. O ra siamo gli ultim i, perche le sco­ perte chim iche le fanno gli altri paesi, e noi non facciam o che im itare. N ell’alta Italia ci sono tuttavia delle industrie tintorie. Ho notato didatti Banquel di Torino che colora stoffe e m erletti, e così fa B ar­ barocca che tinge stode, garze ecc. T inge e stam pa Pozzi di in tra. I fili sono colorati da M arra di L e ­ gnano, da B am berger, da H uth di Com o, da Alessio di M ilano, da Bellostri di T orino, dalla Società ano­ nim a Com ense ecc. A Biella vi sono ancora i Canale e M aiet che tingano lane e cotoni in fiocchi.

P rim a di por fine a questa troppo lunga lettera, m enzionerò alcuno fra gli espositori di cuoiam i. I fratelli D urio di T orino hanno u na grande m a n ifat­ tu ra di cinghie di cuoio e fabbricano conciando senza calce. O livari di G enova ha esposto u na singolarità ; è uDa pelle conciata che ha battezzata p e r lue ma­

rino. N oto correndo Galdi di Dom odossola, Zam boni

di V erona, P iroddi di Cagliari, Reggiani di S. G io­ vanni in Persiceto, Ricci di Piacenza, F ab b ri di G e­ nova, C apretti di B rescia, Conigliani di Modena, S anesi da Lodi, ecc. ecc.

CONGRESSO DELLE CAMERE DI COMMERCIO

P er term inare la rapida e som m aria rassegna delle deliberazioni prese da questo Congresso non ci r i ­ m ane che da pubblicare i due ordini del giorno seguenti, che furono approvati nell’ultim a adunanza.

In m erito al Tem a relativo ai sussidi alle Com­

pagnie di navigazione :

« Il Congresso delle C am ere di C om m ercio del Regno constata come i sussidii speciali a determ inate Com pagnie di N avigazione sieno stati dannosi al Com m ercio ed alla Marina M ercantile, epperò chiede:

1° Che tale sistem a abbia a cessare allo sp i­ rare degli attuali contratti ;

2° Che vengano accordati prem ii alla costru­ zione ed alia navigazione p er evitare ogni d eterm i­ nazione di m onopolio associandosi così alle conclu­ sioni della Com m issione P arlam entare d’ Inchiesta, e fa voti perchè questo secondo sistem a venga at­ tuato nel più breve tempo possibde affinché abbiano a risorgere le sorti della M arina M ercantile ;

5° Che in via d’eccezione sieno accordati più larghi prem ii a quelle sole Com pagnie di N aviga­ zione a vapore incaricate del servizio postale, sotto­ m ettendole però a tassative condizioni di celerità, periodicità, e per linee d eterm inate di navigazione;

4° Che d urante la decorrenza degli attuali con­ tratti sia esercitata dal G overno m aggiore rigorosa vigilanza nella osservanza dei patti contrattuali da parte delle Com pagnie attualm ente sussidiate, chia­ m ando a partecipare a siffatta vigilanza le C am ere di C om m ercio locali assiem e all’ Ufficio delle Capi­ tanerie del P orto ;

5 ° Che le polizze di carico delie Com pagnie sov­ venzionate non escludano alcuna delle responsabilità prescritte dal nuovo Codice di Com m ercio. »

In m erito al Tem a relativo ai Tribunali di Com­

mercio:

« 11 Congresso, ritenuto utilissim o il conservare i T ribunali di Com m ercio com e quelli che p er spe­ ciale com petenza degli usi com m erciali offrono m ag­ giore esattezza di gìudizii, fa voti non solo per il m antenim ento degli esistenti, m a anche, p er assicu­ ra re parità di trattam ento a tutti i com m ercianti nell’am m inistrazione della giustizia : che ai T ribunali Civili i qu ali attualm ente funzionano da T rib u n ali di Com m ercio, siano sostituiti due giudici co m m er­ cianti a quei civili nei giudizi com m erciali. »

F inalm ente il Congresso approvò diverse proposte di voti i quali si riassum ono nei seguenti che si possono classificare in q u attro categorie :

§ I. — Servizi postale, telegrafico e franchigia. 1. D im inuzione della tassa per le lettere ordi­ narie e raccom andate, nonché p er le cartoline po­ stali all’ interno.

2. Riforma del sistem a di trasm issione dei v a ­ glia postali affinchè basti, da parte del m ittente un avviso al destinatario p er cartolina postale.

3. F ranchigia postale alle C am ere di C om m ercio lim itata alm eno nel territorio giurisdizionale di cia­ scuna di esse e nella corrispondenza governativa.

4. O pportunità di au m en tare il peso e il volum e dei pacchi postali.

5. P erchè sia attuata nel servizio postale una

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plicem ente il sicuro recapito di tante quantità di carte, lettere, cam pioncini, cam biali, ecc., che seb­ bene senza valore, interessa infinitam ente che g iu n ­ gano a destinazione, e che invece vanno soventi perdute.

6. I l Congresso fa v o ti che ai pacchi postali sia applicato il sistema del valore per assegno come si fa nel servizio fe rro via rio .

7. P er ottenere una giusta e razionale riform a delle tariffe internazionali telegrafiche e così pure perchè siano riform ate le troppo gravi disposizioni che regolano oggi in Italia r im p ia n to e l’ esercizio dei teleioni tanto n ell’ interno dei Com uni che tra 1 uno e l’altro, e ciò allo scopo di ren d ere più ag e­ voli e m eno onerose le com unicazioni nell’ interesse del com m ercio e dell’ industria.

§ II. — Denuncia delle ditte —

Statistiche — Elezioni commerciali.

8. Sollecitare l’approvazione e 1’ attuazione del progetto di legge sulla obbligatorietà della denuncia delle ditte com m erciali alla Cam era di com m ercio ed arti locale, riprom ettendosi che con questo prov­ vedim ento si trovi modo di regolam entare efficace­ m ente il com m ercio girovago tanto a scopo finan­ ziario quanto di statistica.

9. P rovvedim enti perchè le varie autorità fo r­ niscano notizie statistiche che la C am era di co m ­ m ercio richiede nell’ interesse com une.

10. Convenienza di stabilire che le elezioni com m erciali coincidano con quelle am m inistrative, ed abbiano luogo in ciascun com une.

§ III. — Dazi di consumo — Industrie nazionali

Istruzione commerciale.

11. Affinchè con provvedim enti legislativi il G o­ verno rinunzi e vieti ai Com uni l’ im posizione di dazio consum o sul com bustibile p er le industrie, nonché su tutte le m aterie prim e e coefficienti per la fabbricazione dei prodotti non destinati al consum o locale.

12. In vista della possibile concorrenza di m i­ niere estere, si prendano provvedim enti diretti af­ finchè non sia m enom ata l’ im portanza dell’ industria dello zolfo nazionale.

13. A utonom ia degli istituti speciali, sollevandoli a ll’ im portanza di istituti superiori ed universitari.

§ IV.

11. Che il G overno voglia p er l’avvenire p re n ­ d e re in m aggior considerazione le proposte delle C am ere di com m ercio.

15. P rovvedim enti per l’ istituzione presso il M inistero di agricoltura, industria e com m ercio di due speciali uffici per l’osservazione, registrazione e pubblicazione continua dei fenom eni delle dogane e strade ferrate in relazione alla pubblica econom ia.

16. C he siano affidati al M inistero di agricoltura industria e com m ercio tutti gli uffici, le istituzioni, attribuzioni attinenti ai com m erci ed alle industrie ed in generale agli interessi econom ici del paese.

17. Che i contratti di co m p ra -v e n d ita fra i com m ercianti, di cui è cenno al com m a 4 dell’art. I o della tariffa annessa alla legge di registro, sieno as­ sim ilati ai contratti di borsa, e quindi soggetti sola­ m ente ad una tassa fissa di centesim i sessanta.

Sappiam o che gli A tti ufficiali di questo Con­ gresso si stanno redigendo e saranno resi di p u b ­ blica ragione. Ci riserbiam o allora, se sarà il caso, di esam inare e com m entare am piam ente le prese deliberazioni; p er ora era nostro debito inform are sollecitam ente i lettori di quanto il Congresso ha deliberato.

RIVISTA D E L L » STAMPA

SULLA QUESTIONE F E B E O V I A R I A

Anche questa settimana la questione ferroviaria non fu trattata che da due soli periodici, la Perse­ veranza e il Corriere Mercantile.

La Perseveranza vi dedica due notevoli articoli, nel primo dei quali, inserito nel numero del 5 corr., tratta della percentuale e della compartecipazione dello Stato agli utili netti dell’ esercizio. Riguardo alla percentuale, il periodico Milanese con larga copia di argomenti e di dati di fatto dimostra come non sia stata stabilita a capriccio, ma temendo i re­ sultati della precedente esperienza e tenuto calcolo di quelle che secondo le nuove convenzioni dovranno effettivamente comprendersi nel novero delle spese d! esercizio. E dimostra eziandio come la percentuale stessa non possa davvero ritenersi troppo elevata. — Riguardo poi al patto per il quale lo Stato è am­ messo a partecipare a metà agli utili delle società esercenti quando questi superino il 7,50 per cento ossia il 6,50 netto, la Perseveranza trova che per tal guisa viene assicurato un notevole vantaggio allo Stato il quale per le leggi attuali non ha di­ ritto a tale partecipazione se non quando gli utili di una azienda ferroviaria superino il 10 per cento.

In successivo articolo in data del 6 corrente la Perseveranza occupandosi delle nuove tariffe, rileva molto opportunamente l’ingiustizia delle accuse che vengono mosse più specialmente contro questa parte dell’opera dell’ on. Genala. Infatti le nuove tariffe raggiungono questi due vantaggi che dovrebbero essere universalmente sentiti da tutti : la perequa­ zione delle tariffe e l’unicità dei regolamenti per i trasporti ferroviari. — Certamente per perequare le tariffe non può farsi a meno che riguardo a certe merci e a certe località il prezzo di trasporto si au­ menti di qualche poco , poiché il prendere per base della perequazione i prezzi minimi porterebbe un troppo forte aggravio alle finanze dello Stato, e forse neppure questo varrebbe a rendere tutti contenti. Ma d’altra parte la perequazione è una quistione di giustizia, e i sacrifizi parziali che possono derivarne, quasi sempre compensati da altri vantaggi, sareb­ bero tutt’altro che rilevanti.

Anche il Corriere Mercantile nei suoi numeri del l.° e del 3 corr. si fa a trattare ampiamente e dottamente la questione della percentrale, per giun­ gere ancor esso a concludere che la percentuale stessa viene colle convenzioni stabilita in una misura equa, e che non c’è da credere le società esercenti possano raccogliere larghi benefizi visto specialmente il patto che le obbliga a dividere a metà collo Stato ogni utile superiore al 7,50 per 100 lordo.

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450 L ’ E C O N O M I S T A 13 luglio 1884

L’ INDUSTRIA DEL ERMO A MASSA E CARRARA

La Cam era di Com m ercio di C arrara ci ha gentil­ m ente inviato alcuni prospetti statistici contenenti la produzione e l’esportazione del m arm o nei Com uni di C arrara e Massa. Eccone i resultati :

L a produzione di m arm i greggi a C arrara ed Avenza è stata nell’anno 1885 di chilogr. 109,4 8 0 ,9 0 0 ; quella di m arm i segati e lavorati, di chilogram m i 4.4.,733,010; il che dà un totale di chilogram m i 1 5 4 ,2 1 3 ,9 1 0 .

Nel com une di Massa la produzione è ascesa l’anno scorso a chilogr. 6 ,1 6 3 ,5 0 0 p er i m arm i greggi e a chilogr. 1 3 ,2 1 5 ,8 6 0 per quelli segati e lavorati, con un totale di chilogr. 1 9 ,3 7 9 ,3 6 0 . In complesso si ha pertanto, nei due com uni accennati, u na pro­ duzione di chilogr. 173,5 9 3 ,2 7 0 , per l’ anno 1883, il che segna un sensibile aum ento sulla produzione dell’anno antecedente, che fu di chilogr. 163,5 8 6 ,2 5 0 . P e r il decennio dal 1873 al 1 8 8 2 , la produzione totale è stata di chilogr. 1 ,1 6 3 ,5 2 1 ,6 2 0 a C a rra ra e di chilogr. 1 9 0 ,8 8 1 ,4 2 0 a Massa, ossia com plessiva­ m ente di chilogr. 1 ,3 3 4 ,4 0 3 ,0 4 0 .

D urante l’anno scorso l’esportazione di m arm i da C arrara è stata di tonn, 1 2 7 ,2 5 1 ,5 0 ; da M assa di tonn. 1 9,936,60; il che dà u n ’esportazione totale di tom i. 1 4 7 ,188,10. P er contro, nel 1882, vennero esportate com plessivam ente dai due com uni tonnel­ late 1 5 7 ,9 6 9 ,3 0 di m arm o. P e r il decennio dal 1873 al 1882 la cifra totale delle esportazioni am m onta a tonnellate 1,1 8 8 ,2 4 2 ,5 0 .

Si può calcolare che in m edia vengono esportate annualm ente da C arrara tonn. 103,258 ; da Massa 1 6 ,8 0 3 ; ossia in com plesso tonn. 120,061 da en­ tram bi i com uni.

TT, C O M M E R C I O I T A L I A N O

nei primi cinque mesi

Abbiam o ricevuto il solito bollettino della S tati­ stica del com m ercio italiano dal 1° gennaio a tutto m aggio e ne diam o i risultali nu m erari.

La im portazione sali a . . L. 626 3 1 8 312 La esportazione salì a . . » 517 408 320 L. 1 143 7 2 6 632 Nei prim i cinque mesi del 1 8 8 3 si avevano avuti

Im p o rta z io n e ... L . 5 7 6 0 4 3 9 8 0 Esportazione . . . » 4 9 5 8 1 0 5 8 9 L. 1 071 8 4 4 469 Q uindi il m ovim ento com plessivo sarebbe di li­ re 71 8 7 2 1 6 5 dei quali lire 5 0 274 522_vanno a t­ trib u iti alla im portazione e lire 21 597 0 8 2 alla

esportazione. _ .

S e p er l’anno corrente facciam o la deduzione dei m etalli preziosi si hanno i seguenti risu lta ti:

Im p o rta z io n e ... L. 6 1 4 0 0 2 652 E s p o r ta z io n e ... » 509 952 475 L. 1 123 9 5 5 127

essendo stato il m ovim ento dei metalli preziosi nella L. 12 315 660

,, 19 771 505 Im portazione

Esportazione

L. 32 087 165 In quanto poi al m ovim ento delle diverse cate gorie ecco il prospetto com plessivo :

T3 • © © œ S ■:s Æ Ô rg rö §>■ 'S 'S .s S g J OJ O « rO Ü U ÔDm A.m •s g n s. fi o SL® £ m O Oli fl fl © +* rô *-* K « o CD S o 3 ” a a « s a - ë " ? s o, V .2 .fl'bD— 02 c i 2 Ph fl î C 03 ® — a g 1 O 03 B O O © £ -M -1_J ~ ® PS ©. - O bo*S fl, 0 O © s a §>£ • 2 |æ « S '-mii ® « U) « ® SS fl © Z. a O.T3 _ ■-3 fl »• - - *- fl >. ©53 © *;_, ® r\ fl a © CD tV co rH 05 O05 CO rH cm COt>'ßOxOxOt>*xOrHCO C0rHt>-rH05 05 05inrH COlOH-rH05iOCDI>-CO COt— CD <M CO ri CD CO H CO CO N « a co SCO CO xO rH 70 CO CO CO 05 05 CO O 05 O CD CD 05 rH 05 O 05 rH O CM CD CO !M O OjJ OhHCOHCOiO-hH CO io CD S SO CD 05XO .<» £ 0 a 0 CD tH S (M co co «M 1 1 + + + + + + + 1 + + + 1 1 + + L- CO CD rH CO CMCD (M ç-:05C5COC-xOCOCMrH CO O O O xO 05 CO rH (M COcoCD O U- rH COio IlO »CO 0 03 is Su 03 CO xO 05 05 CMCO rH tO CO O io © O L* ^ ^ ÒCOC0 05CDC0-*HCMp (N CO CO L* O tfì l> t> N IV0505 rH rH lO CO OrH eS Oa « CO rH05 rH CD<M v-4xOC0rHC'-C005CDvH CMtH CO CM rH CO tH O ▼H CO IV xO CO CMCO O CO 05 05 t— ■rH CD ITO IV CO C- O CM CM CO CO rH CO —«CMROROCO COCOxOCMOCOrHC-CM rHH (M CD rH 05 tH lO rH COCO N CO a co §3 05 vOco 0 t'“’ O CD -Hi rH Di CD E'" O CO rH »O CM 05 t-“ COCOCD05CMCD0 5DCO IV H CO lß 05 CO CD lO 05 rH IV rH O rH CO CD rH IV (M ¡2 0 rH U- CM (7j:OHliOCOHCN©t> CM "'CH CMCM lO) CD rH ìa Q

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