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La valutazione del danno alla persona nella comunità europea e progetti della Ceredoc

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Academic year: 2022

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La valutazione del danno alla persona nella comunità europea e progetti della Ceredoc

Dr. Pierre Lucas

Docente presso l'Università di Bruxelles

1. INTRODUZIONE

L'Unione Europea è oggi un mosaico straordinario in cui ciascun tassello è un paese costituente a sua volta un proprio mosaico di particolarità: la sua economia, il suo clima socio-culturale, le sue leggi e la sua giurisprudenza e, nel nostro dominio medico-giuridico, le legislazioni e pratiche nel diritto della responsabilità dei conduttori, il diritto assicurativo, i metodi di risarcimento dei danni e la valutazione che li presiede (LEGRAND, 1991).

Le frontiere sono state sicuramente abolite, benché altro non fossero che linee su un pezzo di carta. Venne loro attribuito un significato simbolico molto più profondo che perfino i politici stentavano a credere; esse apparivano come una protezione garante delle differenze che non si potevano tutto a un tratto cancellare e sostituire con un universalismo astratto. Inoltre, l'armonizzazione di regole medico - legali per il risarcimento medico-giuridico del danno alla persona nell'ambito della comunità europea sarà possibile esclusivamente per piccoli gradi dato che le nostre differenze non saranno annullate bruscamente né da leggi né da trattati, benché i confini siano teoreticamente e giuridicamente scomparsi.

L'unione umana profonda degli europei solidali si installerà forse a favore dell'unione monetaria, economica e politica: la condizione dell'avvenire europeo risiede in questo fatto. Ma di li a ora il grande cammino unificato a favore della circolazione stradale è una realtà e la libera circolazione di persone è un fatto dal l° gennaio 1993. Le strade d'Europa sono solcate ogni giorno da dozzine di milioni di veicoli di trasporto internazionale di merce e di viaggiatori, e da milioni di vetture partecipanti al grande esodo che sono le vacanze. Gli incidenti stradali all'estero non sono certamente più un'eccezione. L'incidente stradale con un terzo responsabile, piaga della società moderna, ha attirato l'attenzione sui problemi posti dall'indennizzo di vittime i cui danni devono essere compensati secondo norme di un altro paese diverso da quello di origine. Queste norme forgiate dalla legge, dalla giurisprudenza e dalla dottrina, esse stesse ereditarie di storia, di tradizioni della filosofia di un paese, sono condizioni dell'integrazione di un settore giuridico particolare dello sviluppo medico-scientifico del bilancio e della quantificazione delle conseguenze, perciò della conduzione della valutazione, in prospettiva di una traduzione finanziaria modulata da realtà economiche. Così nell'ambito dell'enorme settore del diritto civile della responsabilità civile, l'unificazione del risarcimento del danno alla persona in Europa dovrebbe partire proprio dell'incidente stradale, mentre il risarcimento relativo agli incidenti sul lavoro, di assicurazione individuale di responsabilità personale o professionale non spettano alle istituzioni europee che si trovano a trattare altri temi più urgenti.

L'accertamento del danno fisico precede ovviamente il suo risarcimento. Incrocio di due discipline scientifiche, Medicina e Diritto, la valutazione costituisce il pendaglio dei medici che devono scrivere i loro lavori nel contesto della procedura al fine di fornire un giudizio utilizzabile dall'utente. Questo giudizio riguarda la causalità tra le lesioni constatate e l'incidente, sull'equilibrio delle conseguenze attribuibili ed infine la quantificazione non monetaria del danno, vale a dire l'insieme delle conseguenze personali, professionali ed

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economiche della menomazione traumatica. Dato che non è logico far spostare le vittime e gli esperti in tutta Europa, l'intercambiabilità degli esperti si impone come una necessità: essi dovrebbero fornire le informazioni relative alla legislazione e ai moderatori che li avranno eletti, qualunque sia il loro paese di origine.

L'expertise europeo può essere facilmente armonizzato, persino uniformato. Ma l'armonizzazione della valutazione del danno alla persona introduce la discussione sulla necessità di un barème europeo. Sarà uno dei poli essenziali dei nostri lavori odierni e di dominio dato che la questione è difficile, ogni paese vivente con il suo barème che adatta al progresso medico, tecnico e statistico e di cui avrà delle buone difficoltà si è rotto: la Spagna ha appena creato il suo barème degli incidenti stradali, il Belgio prepara la ricostituzione del suo barème abituale, il B.O.B.I, e l'Italia pubblica un'edizione nuova del BARGAGNA.

II. LE TAPPE DELL'ARMONIZZAZIONE

L'armonizzazione del diritto di assicurazione è in corso di realizzazione grazie alle direttive europee regolarmente promulgate dal 1972.

L'armonizzazione progressiva delle regole del diritto di responsabilità, vale a dire delle condizioni di apertura del diritto al risarcimento pone dei problemi di principio più arduo:

queste condizioni sono notevolmente diverse da un Stato dell'Unione Europea all'altro: dalla responsabilità degli errori commessi fino alla responsabilità obiettiva, con sfumature ed eccezioni.

L'armonizzazione del diritto al risarcimento è molto più complesso e si scontra con pesanti costrizioni. Le costrizioni economiche sono vere: le economie dei paesi diversi dell'unione europea sono molto varie, le monete hanno valute e fluttuazioni diverse in stati che non si sono uniti al sistema creato per l'adozione dell'euro, il PIB pro capite è molto disomogeneo. L'analisi macroeconomica stabilisce che difficilmente un'armonizzazione si traduce in un allineamento degli standard dei risarcimenti più elevati, ed incita al realismo finanziario. Ma le costrizioni economiche hanno radici meno profonde, meno sottili di quelle di ordine sociologico e psicologico: le disparità nell'approccio legale secondo l'influenza del codice di Napoleone o del diritto comune, la disparità nella mentalità piuttosto prende in conto il danno economico o al contrario il danno morale. Queste differenze tra paesi di influenza germanica e quelli di cultura Latina sono indissolubili dalla stessa filosofia di valutazione e complicano curiosamente la ricerca di una convergenza.

Il legislatore comunale non si è perciò attaccato in priorità alla standardizzazione di questi diritti e pratiche: era stato vano decretare e solamente il tempo farà la sua opera progressiva di cambiamento. Oggi, le regole e gli usi di ogni paese in queste questioni rimangono perciò applicabili alle vittime del danno che s'interpone in questi paesi.

Non ha impedito di realizzare importanti tentativi di avvicinamento, alcuni alle istituzioni comunali ed altri alle riunioni internazionali di professionisti giuristi, medici ed assicuratori, meritando un esame sintetico.

II.1 - La decisione 75/7 del Consiglio d'Europa

Questa decisione del 14 marzo 1975 accentua la diversità presente dei metodi di risarcimento del danno fisico e rende auspicabile un'armonizzazione che, in ogni caso, dovrà essere prudente

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al fine di evitare eventuali squilibri finanziari nei vari paesi. Essa esprime delle raccomandazioni, non coercitive, ai governi sotto forma di 19 principi, basi dell'indennizzo delle vittime, principi fra i quali menzioneremo i più prominenti:

Primo principio: Il risarcimento deve essere integrale: "la persona che ha subito un danno deve essere riportata in una situazione quanto più vicina a quella in cui si troverebbe se il fatto non fosse accaduto".

Terzo Principio: il giudizio menzionerà il dettaglio dei risarcimenti codificandoli per capi di danno".

Ottavo principio: "in caso di aggravamento dello stato della vittima la revisione dell'indennizzo sarà possibile, anche se il risarcimento è stato stanziato in capitale".

Undicesimo e dodicesimo principio: "i pregiudizi non economici devono essere risarciti:

danno all'integrità fisica, dolore fisico e sofferenza psichica ".

11.2. La Commissione 313

Questa commissione è stata creata a Bruxelles il 27 settembre 1988 per esaminare le condizioni di un'armonizzazione.

11.3. Il Simposio europeo di Parigi del 18-20 novembre 1988

Questo simposio, presieduto da M. DESSERTINE, Presidente di camera presso la corte dell'appello di Parigi, si è concentrato fra gli altri su quelli dell'indennizzo della vittima nella circolazione internazionale, per evitare il vuoto che può esistere tra le condizioni e gli standard di risarcimento del loro paese di origine e quelli che queste vittime trovano nel paese in cui ha avuto luogo l'incidente. Non è davvero necessario che il risarcimento sia un pretesto di arricchimento o impoverimento secondo il luogo in cui accadde questo incidente.

Dodici raccomandazioni sono state espresse al termine di questo simposio (DESSERTINE, 1990), fra cui:

1° Chiaramente le conseguenze economiche del danno fisico devono essere distinte dalle conseguenze prettamente umane.

2° Le conseguenze non economiche del danno fisico devono essere, se necessario, descritte dettagliatamente nel rapporto medico e, in funzione della loro gravità apprezzata dal medico, dare luogo ad un risarcimento globale e forfetario.

4° Le conseguenze economiche di un danno fisico devono, nella misura possibile devono essere oggetto di un indennizzo completo.

5° Queste conseguenze devono, nella misura possibile, essere apprezzate in concerto, a seconda delle circostanze.

10° Il diritto al risarcimento deve essere deciso secondo la legge del luogo dell'incidente, il quantum del risarcimento secondo la legge del paese dove la vittima normalmente vive.

II.4. Expertalia 1990

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In ottobre 1990 fu tenuto a Bruxelles, sotto la vice-presidenza del Dottore Claude ROUSSEAU di Parigi ed io stesso, un congresso belga-francese valutante le modalità di dell'accertamento e risarcimento del danno fisico nel diritto civile Belga, Francese, del Grande Ducato di Lussemburgo e Regno Unito. A favore di casi concreti studiati dai medici esperti, giuristi ed assicuratori, le metodologie sono state comparate per evidenziarne i punti di convergenza e di divergenza.

La meta consiste nel promuovere una migliore conoscenza degli arcani medico-legale in tutti gli stati dell'unione europea, in vista di un tentativo di armonizzazione, l'impulso ha così condotto ad un lavoro a lungo termine.

II.5. Il 12° simposio dell'accademia internazionale di medicina legale e medicina sociale

A Genova, nel maggio 1992, sotto la presidenza del Professor CANEPA è stata creata una commissione che si prefiggeva lo studio di una missione tipo di valutazione utilizzabile in tutti i paesi così come un barème europeo delle incapacità permanenti nel diritto civile.

II.6. Euromedex 1992

Di organizzazione franco-belga, la convenzione di Euromedex di settembre 1992 a Strasbourg, ha ripreso lo studio cominciato al tempo di Expertalia 1990 diffondendolo alla Comunità Europea. Ogni stato fu rappresentato da un medico ed un giurista, specialisti del danno fisico che hanno concluso che la tecnica medica della valutazione non è fondamentalmente diversa in un paese o l'altro dell'unione europea, le domande poste all'esperto variano a seconda delle particolarità della legislazione e il tipo di risarcimento. L'unico problema leggermente arduo è nato della terminologia. Egli tiene al senso profondo delle parole piuttosto che alle difficoltà di traduzione letterale. Così, l'avvocato e i medici greci hanno avuto del filo da torcere a comprendere cosa potessero significare i termini "contraddittorio" e "amichevole" che appaiono in modo chiaro e non ambiguo agli specialisti della lingua Francese. Tuttavia, trovarsi d'accordo su una lingua tecnica non dovrebbe essere un ostacolo insormontabile. Le scoperte di Euromedex decretano che l'esperto medico europeo deve essere capace, quando il regolatore, l'assicuratore o il giudice fornisce loro un rapporto medico stabilito in un altro paese, di

"tradurlo" nel senso lato del termine, nello spirito della legislazione del suo paese. Al contrario, devono essere capaci di fornire ai regolatori degli altri paesi dei documenti a loro comprensibili.

È necessario creare perciò la trama di un vero rapporto medico europeo di facile accesso agli esperti, giuristi e moderatori di tutti i paesi membri, rapporto europeo che include un tronco comune e delle possibili opzioni nazionali "alla carta". Finalmente, una scala europea per quantificare le lesioni in un modo identico in tutti i paesi - membri appare indispensabile.

II.7. La CEREDOC

3 Maggio 1997 a Pizzomuno, sotto il sole del Gargano nacque la Confederazione europea di esperti nella Valutazione e Risarcimento del Danno alla Persona (CEREDOC) che porta oggi le speranze del progresso verso l'armonizzazione europea di giuristi, assicuratori e medici praticati. Passeremo in rassegna i suoi progetti e le sue realizzazioni nel corso del capitolo della prospettiva.

III. PANORAMA EUROPEO DI VALUTAZIONE DEL DANNO FISICO DI INCIDENTI STRADALI

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E' molto difficile conoscere gli ingranaggi del sistema complesso che, nel tempo, hanno condotto ogni paese al risarcimento del danno fisico a cui precede la valutazione: i medici professionisti e giuristi sanno che i veri specialisti di questa materia pluridisciplinare non sono unità all'interno di uno stesso paese che misurano le tappe e gli eventi quotidiani che separano testi di legge e i grandi principi della loro applicazione. Sarebbe perciò presuntuoso e vano sforzarsi di presentare un panorama esauriente della pratica medico - legale di ciascuno Stato dell'unione europea: sorridereste dell'aspetto grottesco della mia conoscenza riguardo alla valutazione in Italia e, qualunque cosa io vi esponga sulle pratiche esperte nel mio paese, potrebbe immaginare che esistono esperti scadenti in Belgio.

Ci manterremo quindi a livello generale la cui conoscenza è già sufficientemente ricca di temi di riflessione, e noi non ci azzarderemo troppo in là nella Comunità europea. L'Austria, la Finlandia e la Svezia non sono state esplorate a fondo nell'ottica che è la nostra così possiamo parlarne senza temere di compiere errori. Ne citeremo alcuni più famosi al centro dell'Europa dei Dodici, oggetto dei lavori summenzionati, ed io mi limiterò alla parte medica del risarcimento del danno alla persona, ovvero la rivalutazione propriamente detta.

III.1. Concetti

Se tutti gli stati dell'unione Europea ammettessero il principio di un risarcimento integrale, questo non sarebbe concepito dappertutto alla stessa maniera. I vari paesi tendono a risarcire tutto il danno, ma attribuendo più o meno importanza alle perdite economiche o alle conseguenze personali del deficit funzionale.

Si nota in questa ottica una differenza di natura filosofica tra i paesi di civiltà più germanica che, essendo maggiormente pragmatici, si collegano al risarcimento delle perdite economiche, mentre i paesi di cultura e sensibilità latina danno maggiormente importanza all'individuo, dunque alle menomazioni a carattere personale senza dimenticare le preclusioni economiche:

Non mi soffermerò troppo sull'analisi, tra l'altro molto interessante, della metodologia di valutazione e di risarcimento nei vari paesi dell'unione europea il cui schema è stato appena delineato. Mi limiterò, come lo desiderano gli organizzatori di questo congresso, all'accertamento.

L'intervento del medico è preponderante, se non unico, in tutte le sfaccettature dell'accertamento del danno fisico che permette di quantificarne il risarcimento. Spetta al medico fornire le basi mediche e solide che saranno utilizzate in seguito dai regolatori dei tribunali o dalle assicurazioni, per i risarcimenti in virtù della legislazione locale (PIGANTOL, 1992).

Questo ruolo è insostituibile con riguardo ai danni personali e in primo luogo il danno all'integrità fisica che il medico è il solo a poter valutare e misurarne i postumi; l'esperto inoltre dirà a quale livello della scala di gravità si localizza il danno estetico, di quale intensità sono stati i dolori causati dalle lesioni ed il loro trattamento, se le attività di approvazione sono o meno causate dalla persistenza delle conseguenze, ecc.

Il ruolo del medico è fondamentale nel riconoscimento dell'imputabilità del danno a carattere economico: il medico esperto dirà se le spese mediche siano o meno in rapporto causale con lesioni traumatiche e giustificate; se l'incapacità del lavoro totale o parziale è giustificato o meno dalla gravità dei danni traumatici; vale a dire le conseguenze inibitorie.

Il ruolo del medico varia evidentemente a seconda del paese, ovvero se questo prevede un tasso di deprezzamento dell'integrità anatomico-funzionale o diversamente una descrizione dei pregiudizi che dovranno essere appresi correttamente da colui che andrà a decidere. Ma l'esame

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medico deve essere sempre di qualità, ed io pretendo che un buon esperto, se deve conoscere le necessità della procedura, deve essere soprattutto un buon clinico la cui propedeutica è un po' particolare dato che mira a redigere un bilancio delle conseguenze attribuibili e non ha un orientamento curativo.

III.2. Germania

Per essere risarciti, il danno economico subito deve essere dimostrato e deve essere direttamente attribuibile all'incidente, e questo vale anche per il danno economico futuro: il medico esperto è interrogato sulle conseguenze che possono generarlo.

Esiste un barème, abbastanza breve, che stabilisce dei tassi che caratterizzano le conseguenze anatomico funzionali (il tasso del 100% corrisponde al tetraplegico o alle gravi conseguenze neurologiche di un trauma cranico).

Lo Schmerzensgeld, che include tutti i pregiudizi non economici, è stabilito in funzione di questo barème del danno fisico e/o psichico così come di importanza, intensità e durata delle sofferenze, siano esse morali o estetiche. I danni che si ripercuotono sulle attività del tempo libero chiamate in Belgio e in Francia "danni alle attività di svago" non sono riconosciute in Germania.

III.3. Danimarca

Sono presi tutti gli accorgimenti dal sistema della sicurezza sociale.

Una valutazione della perdita della capacità lavorativa in rapporto alla professione esercitata è data dalla tabella di Erhvervsevne che stabilisce una percentuale della nuova situazione rispetto a quella esistente prima dell'incidente, l'indennizzo ha luogo solamente a partire da una riduzione del 15%. Questa tabella non è un barème. La riduzione fisiologica è fissata in percentuale (Men Procent) spaziando tra il 5 ed il 100%, anche il 125% in caso di conseguenze di gravità eccezionale. Queste percentuali si ricercano fra le altre in un barème, il Men tabel, rapporto di circa dieci pagine, applicabile, tra le altre situazioni, agli incidenti stradali.

I danni economici non risarcibili sono di tipo estetico e di tipo ricreativo.

In Danimarca, le sofferenze e la riduzione fisiologica sono spesso confuse durante lo stadio di consolidamento, ciò che non appare come irragionevole se si considera che la sofferenza è spesso un elemento, non sempre il minore, del danno all'integrità fisica. Lo Svles og Smertes, dolori e sofferenze, sono risarcibili esclusivamente per danni provvisori.

III. 4. Spagna

Sappiamo che la Spagna si è evoluta in modo insolitamente veloce nell'ambito del risarcimento del danno fisico. Con riguardo agli incidenti stradali la Legge 30/1995 dell'8 novembre ha ufficializzato un " Sistema per la valutazione dei danni a persone causate da incidenti stradali".

Questo metodo ha già impegnato la penna di molti autori. In effetti essa consacra, per gli incidenti stradali, una rottura nel principio fino ad allora sovrano del risarcimento integrale.

L'esperto determina i giorni di incapacità provvisoria, anche per un bambino, un disoccupato o un pensionato, in prospettiva di un indennizzo inclusivo di ogni giornata. Questa determinazione si basa sull'evoluzione del danno all'integrità fisica e sui dati di un barème.

Determina un tasso di danno fisico permanente in riferimento a un barème ufficiale; il Prof.

Cesare BOROBIA del Complutense Universidad di Madrid e i suoi collaboratori hanno

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ampiamente trattato l'argomento in lavori di notevole importanza. Alcune tabelle ufficiali attribuiscono alla vittima una somma forfetaria secondo l'età e la percentuale di danno all'integrità fisica, con un fattore di correzione che considera i redditi annuali.

I danni all'integrità fisica comprendono i danni alla qualità della vita. Anche il danno estetico può essere baremizzato.

Finalmente, l'esperto informa riguardo a spese future necessarie.

III. Francia

Il medico esperto valuta il numero di giorni di mancato lavoro in base alla natura del danno e alla professione della vittima; valuta anche un periodo di incapacità temporale di una vittima che non esercitava nessuna attività lucrativa prima dell’incidente (bambini, disoccupati, pensionati).

Il medico valuta in percentuale la diminuzione dell’integrità anatomico-funzionale (detta incapacità parziale permanente) ed eventualmente informa l’operaio riguardo le ripercussioni professionali, in modo chiaro e non in percentuale.

Se richiesto, specifica le spese future a regolamento convenzionale degli oneri sociali.

Il danno all’integrità fisica viene descritto e caratterizzato da una percentuale del deficit funzionale o fisiologico. Si fa riferimento a un barème consigliato dal Ministero di Giustizia: è il barème proposto dalla Società di Medicina legale e di criminologia francese, creato in seguito al barème detto “del Concours Médical” o “di Claude ROUSSEAU”. Nel diritto civile, l’incapacità permanente può portare a un risarcimento, anche se non sussiste ripercussione economica.

I danni alla qualità della vita sono, eccetto casi particolari, inclusi nel tasso del danno all'integrità fisica.

Le sofferenze psichiche sono valutate su una scala di gravità di 7 gradi in un periodo precedente alla perizia terminale, in vista di un risarcimento forfetario a titolo di pretium doloris.

I pregiudizi alle attività specifiche di svago possono essere oggetto di un risarcimento a titolo di danno alle attività ricreative: il medico deve dunque descrivere (ma non quantificare in percentuale) le conseguenze delle lesioni sulle attività sportive o artistiche.

Il danno estetico è descritto e valutato su una scala da 0 a 7.

I problemi sessuali fanno capo al danno autonomo: il medico deve dunque descrivere, a seconda del caso, le ripercussioni delle lesioni sulle funzioni sessuali.

III.6. Grecia

La responsabilità civile, in Grecia, si basa sul concetto di negligenza.

Tuttavia, una legislazione specifica è stata elaborata per gli incidenti stradali (decreto presidenziale del 10 Giugno 1986) basato sulla nozione di responsabilità oggettiva, il risarcimento è regolato in base al risarcimento integrale concreto.

Durante le incapacità temporanee, le spese per le cure sono rimborsate integralmente e le perdite di rendita sono risarcite su scala medica e in base ai bollettini salariali. Se la vittima non svolge alcuna professione, essa è risarcita a titolo di contributo "domestico".

Le ripercussioni professionali del deficit fisiologico si basano sulla modulazione "in concreto"

del tasso del deficit fisiologico calcolato in riferimento ad un barème.

La tassazione del danno anatomico-funzionale è calcolata secondo un barème molto consistente e completo (usato sia negli incidenti stradali che nel diritto civile). L'aumento degli sforzi non

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generano un indennizzo.

La voce "danno morale" raggruppa le sofferenze fisiche e morali (descritte e non quantificate) e il danno estetico; non sussiste danno alle attività ricreative.

III.7. Lussemburgo

Il Grande Ducato di Lussemburgo è regolato dal codice di Napoleone con gli articoli da 1382 a 1386. Eccetto per quanto concerne i bambini, la responsabilità è fondata sulla nozione di colpa.

Il medico esperto determina e quantifica con delle percentuali i danni provvisori all'integrità fisica nonché le incapacità temporali totali e parziali di lavoro in base alla natura delle lesioni, dei presupposti medici e professionali.

Egli fissa la percentuale di una "incapacità permanente parziale o totale" e stabilisce, se richiesto, se tale incapacità non rappresenta altro che un danno all'integrità fisica o se essa comporta una perdita economica per la vittima. A questo scopo, utilizza il barème francese di MAYET o PADOVANI e, più recentemente, il barème della Società francese di medicina legale.

L'esperto valuta il danno morale rappresentato dai dolori subiti precedentemente al consolidamento.

L'esperto valuta anche il danno estetico e stabilisce la sussistenza o meno di un danno di approvazione senza tuttavia valutarlo.

Il danno sessuale è un danno autonomo che non si deve confondere né con la percentuale di danno all'integrità fisica, né col danno alle attività ricreative.

La particolarità del Lussemburgo è che, sia in accordo amichevole che in procedura giudiziale, in ogni caso di danno fisico viene nominato un collegio di esperti composto da uno o due medici ed un giurista specializzato nella riparazione economica di un danno fisico. Inoltre, il rapporto di valutazione è composto da una parte medica e una parte dedicata alla valutazione di una proposta di compensazione in cifre.

Se i principi del diritto di responsabilità si basano sulla nozione di colpa dimostrata, la responsabilità senza colpa è ammessa in alcuni casi di incidenti stradali.

Il principio è il risarcimento completo, benché il danno non economico è indennizzato con moderazione.

Il danno materiale o economico (materiële schade) comporta spese mediche, paramediche e ospedaliere così come il mancato guadagno e la perdita di reddito presente e futuro.

Le spese possono essere rimborsate per un motivo valido. La perdita di guadagno può essere indennizzata solo nel caso in cui non sussista la presenza di mantenimento del salario da parte del datore di lavoro o di sostentamento da parte della Previdenza Sociale, l'eventuale perdita di guadagno deve essere quantificata e comprovata con documenti contabili. Se non sussiste perdita di reddito, allora decade la questione dell'indennizzo. Se i danni subiti dalla vittima sono tali da ridurre la sua capacità lavorativa nel futuro, l'esperto medico determina la percentuale di incapacità professionale in riferimento ad un barème di tipo McBRIDE, spesso insieme ad uno specialista della medicina del lavoro o un ergologo.

Le menomazioni non materiali, vale a dire di tipo non economico, tengono conto della crescita degli sforzi, delle sofferenze fisiche e psichiche, delle conseguenze sui piaceri della vita così come del danno funzionale. Tutti questi fattori costituiscono lo "smartegeld".

Il tasso del deficit funzionale è valutato, oltre in relazione all'impatto professionale, in base al barème dell'American Medical Association (AMA).

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III.9. Portogallo

Il principio si basa sul risarcimento integrale dei danni fisici, temporanei e permanenti, patrimoniali ed extra-patrimoniali, benché le regole di applicazione siano piuttosto complesse.

Per quanto riguarda gli incidenti stradali, il conducente colpevole di negligenza o imprudenza risponde delle proprie responsabilità e il risarcimento è illimitato. In assenza di colpa del conducente si applica una responsabilità obiettiva limitata in base ai danni fisici riportati.

Il Portogallo dispone solamente di un barème ufficiale per l'accertamento delle incapacità, in origine applicato per gli incidenti sul lavoro e per le malattie di tipo professionale, il quale deriva dal barème francese di MAVET del 1960 e modificato nel 1994. Il Prof. VIEIRA ha fatto presente più volte che questo barème è regolarmente usato in altre procedure, per cui è illecito ed ingiusto valutare i danni riportati da una vittima di un incidente stradale. Il Portogallo non è l'unico paese in cui ha luogo questa assimilazione effettivamente abusiva: avrò l'opportunità di ritornare sull'argomento in relazione alla situazione in Belgio. Il numero degli specialisti portoghesi nella valutazione del danno fisico, in particolare quelli che hanno beneficiato di una formazione post-universitaria, abbandonano il barème ufficiale in favore del cosiddetto barème francese "du Concours Medical".

III.10. Regno Unito e Irlanda

Noi considereremo in un solo capitolo la situazione in questi due stati, poiché l'accertamento ed il risarcimento in Irlanda seguono le orme del regime inglese.

La mente insulare, nonostante l'apertura del tunnel sotto il Canale della Manica rimane molto dettagliato e isolato dai concetti degli altri continenti.

In Inghilterra non esiste una legislazione generale sulla responsabilità civile, e le decisioni di diritto sono di ordine giurisprudenziale, nell'ambito della Common Law. Il concetto dei diritti si basa sulla Tort Liability, in cui la vittima deve dimostrare l'errore del responsabile.

Nel diritto inglese sussiste una netta distinzione tra il danno economico, suscettibile di una valutazione monetaria precisa ed il danno non economico, danno personale che non è suscettibile di una valutazione precisa e deve essere dunque indennizzato con una somma convenzionale forfetaria.

Il danno è raggruppato in tre gruppi principali di cui è bene distinguere bene i limiti:

- Il General damage che copre i danni non economici: la perdita dell'integrità fisica o l'incapacità permanente e funzionale, pretium doloris, il danno estetico, il danno sulle attività di tipo "ricreativo", il danno sessuale, a seconda della riduzione della speranza di vita. Non esiste un barème.

L'accertamento ha luogo in base a raccolte di giurisprudenze (Raccolta KEMP and KEMP, personal Injury Liquidation di Goldrein DEHAAS), al quale, aggiornato annualmente, fanno capo avvocati e giudici in base ad elementi descrittivi dello stato della vittima nel suo insieme.

Questa tecnica si sforza di indennizzare il danneggiato secondo le caratteristiche del caso particolare.

Il diritto inglese non prevede, e dunque non riconosce, il principio dell'aggravamento nel diritto civile: i medici devono perciò illustrare al giudice la probabile evoluzione nel futuro dello stato fisico della vittima, il giudice inglese considera l'evoluzione passata, presente e futura. In caso

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di situazione incerta, devono essere formulate delle riserve ben precise per l'avvenire, benché questa pratica rimane rara.

- La Loss of earnings è la perdita di guadagno che deve essere provato concretamente dalla vittima. In esso sono incluse le perdite di redditi fino alla decisione del giudice o ad un modus vivendi, così come le perdite di reddito probabili future (Loss of future earnings). Le perdite di reddito corrispondono al danno professionale teorico o danno futuro del lavoro in generale, e all'impatto professionale e specifico.

- Gli Special damages includono tutte le spese incorse in seguito all'incidente: spese mediche, ospedaliere, farmaceutiche e di terzi, a seconda dei casi si tiene di conto delle spese future.

Nel Regno Unito, non esiste un vero e proprio barème, e nemmeno dei medici esperti nel senso che noi intendiamo. L'accertamento del danno fisico non è una specializzazione a parte.

I medici che intervengono per le parti interessate hanno un ruolo esclusivamente descrittivo (danni e trattamenti, rapporto della causalità, stato e conseguenze della vittima, pronostico di evoluzione); non si riferiscono a un barème e non effettuano una valutazione. Essi agiscono come testimoni. Se esiste una controversia tra medici di parti, la medesima è sistemata dal palazzo di giustizia. A questo proposito, il Giudice DRAKE pone il problema della maniera seguente nell'affare JEFFRIES c. McNEILL (1987):

"Evidentemente non è facile fare una scelta tra due esperti prudenti e certamente io non posso altro che stabilire se l'opinione di una delle parti è infondata. Il meglio che io possa fare in questo caso (e nell'altro) è fare una valutazione delle probabilità. A conti fatti, preferisco l'opinione del Dottore NOBLE. Mi sembra che il Dottore FIELD non sia concordante con le altre opinioni mediche che io ho sentito direttamente o indirettamente".

Può sembrare a priori abbastanza paradossale che un sistema apparentemente così poco scientifico costituisca una delle culle dell'assicurazione, materia in cui gli inglesi sono lontano dall'essere principianti. Ma questo sistema e quello del resto dell'Europa, quello dei tassi, sono infatti incompatibili? Durante il convegno EXPERTALTA 1990 che già trattava di queste nozioni, ho scritto che "il problema dell'handicappato grave dovrebbe sfuggire alla logica o all'irrazionalità dei tassi" essendo necessario, almeno per lui, privilegiare la descrizione e far comprendere anche al perito la proporzione esatta del danno. Forse in futuro sarà creato un metodo misto, e ci ritorneremo sopra.

III.12. Belgio

Gli incidenti stradali che coinvolgono una terza persona rientrano nell'ampio settore del diritto civile di responsabilità civile. L'articolo 1382 del codice civile identico all'articolo 1382 del Code Napoléon, contiene tutta la questione: Qualsiasi evento compiuto da una persona che causa un danno ad un’altra, la obbliga al risarcimento in virtù dell’inadempienza commessa.

Quindi, affinché sussista un risarcimento, è necessario che la responsabilità di un terzo sia in causa, che sussista un'inadempienza e che tale inadempienza abbia provocato un danno.

Comunque, una legge del 30 marzo 1994 attribuisce il principio della responsabilità obiettiva al conducente di un autoveicolo che ferisce a causa di incidente stradale un utente debole:

Oggigiorno, eccetto rare eccezioni, i pedoni e i ciclisti hanno diritto al risarcimento del loro danno fisico senza che il conducente del veicolo debba comprovare una loro eventuale colpa.

La giurisprudenza e la dottrina hanno poco a poco specificato il modo di valutare il danno.

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Il risarcimento deve essere completo, il principio consiste nel restaurare nella vittima lo stato anteriore all'incidente. È necessario risarcire il danno, tutto il danno, niente altro che il danno.

Il risarcimento integrale comprende:

- le spese mediche.

- l'inabilità provvisoria (totale e parziale) di lavoro (ITT, ITP)

- l'invalidità parziale permanente o totale (IPP, IPT): danno all'integrità fisica e/o psichica.

- l'incapacità permanente: l'impossibilità di coordinare le facoltà, la forza, i movimenti in prospettiva di un'attività, l'attività di riferimento è il lavoro. È l'inettitudine all'esercizio delle attività lucrative che la vittima, in considerazione delle proprie qualifiche, potrebbe aprire nell'ambiente economico e sociale di sua competenza

- il danno morale: danno soggettivo ed emotivo che un individuo ha in rapporto alla propria riduzione fisica o al decesso di un terzo al quale è legato affettivamente.

- Il qantum doloris: l'apprezzamento della durata dei dolori fisici e la loro intensità in una scala da 1 a 7.

- il danno estetico: danno da inquadrare in un contesto di qualificazione o quantificazione (scala a 7 punti).

- danni alla vita di relazione: l'impossibilità per la vittima di continuare a dedicarsi ad un'attività di agio (sportiva, artistica o culturale) rappresentante per lei più di un semplice divertimento.

- il danno sessuale: danno oggi autonomo comprende i genitali, la sessualità incluso libidine e piacere sessuale, la sfera affettiva, la procreazione.

- Le apparecchiature, ortesi e protesi devono essere previste e capitalizzate (manutenzione, rinnovo).

- L'assistenza di una terza persona.

Non esiste revisione in diritto civile, bensì possono essere formulate delle riserve esplicite, precise in relazione al loro oggetto, facilitando la riapertura dell'archivio in caso di realizzazione del rischio. Le riserve accordate dal giudice sono di 20 anni se la loro durata non è specificata.

In Belgio, si valuta la possibilità di baremizzare l'invalidità permanente, danno a carattere personale, benché sia impossibile baremizzare l'incapacità lavorativa, danno a carattere economico che, più degli altri, necessita di concrete regolamentazioni di risarcimento.

Non si tratta di un barème ufficiale, obbligatorio o semplicemente consigliabile in diritto comune. L'esperto, come il giudice, ha il privilegio della libera valutazione: egli potrebbe in teoria, in assenza di giurisprudenza, scegliere arbitrariamente il valore di un occhio, di una gamba, di un pollice.

Esiste un barème chiamato Barème Officiel Belge des Invalidité abbreviato B.O.B.I. L'ultima versione è stata ufficializzata tramite le delibere reali del 20 marzo 1975, 2 luglio 1975 e del 6 1976 gennaio. Ma questo barème può essere efficacemente applicato in due procedure che sono lontano dall'essere importanti sul piano numerico. Il primo è la valutazione delle vittime civili e militari da parte dell'ufficio medico-legale dello Stato: il B.O.B.I. è stato creato a questo ed unico scopo. La seconda procedura è, presso il Ministero degli Affari Sociali, la costituzione del tasso di diminuzione psicologico dei bambini handicappati, nell'ambito delle allocazioni familiari maggiorate, ciò che appare abbastanza paradossale se si pensa alla destinazione di questo barème e alla sua nascita: questo lavoro, come i suoi omologhi negli altri paesi dell'Unione Europea non è storicamente e mentalmente altro che l'eredità dei vecchi barèmes militari, un poco ringiovaniti con alcune caratteristiche dell'incidente sul lavoro e qualche

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concessione all'informatica.

L'uso di questo barème è molto agevolato: le rubriche sono chiaramente redatte, correlate sistematicamente ad un tasso o a una "forchetta"; degli schemi, delle tavole Pitagoriche e degli abachi permettono una lettura accelerata di certi capitoli.

Le perdite di organi e le anchilosi articolari giustificano dei tassi fissi mentre le perdite funzionali spaziano tra i denti della forchetta delle invalidità permanenti espressi in percentuale.

Non è certamente inutile insistere sull'inadeguatezza del principio B.O.B.I. sulla procedura del diritto civile il cui oggetto è completamente diverso. Era inevitabile comunque che, anche in questa procedura, gli esperti si riferiscono, per semplificazione, senza dirlo né scriverlo a questo barème. Ciò che offre un grande agio d'uso e presenta, per coloro che mancano di inventiva, dei vantaggi: essere reputato "ufficiale", essere scritto, essere esauriente dato che considera praticamente tutte le patologie. Esiste perciò in Belgio, come ho spesso scritto, una valutazione criptobaremica.

I migliori esperti si inspirano al B.O.B.I. anche se aggiornato secondo il progresso della medicina, del riadattamento, della statistica, delle nostre conoscenze del divenire sociale professionale e personale del traumatizzato. Questo barème evolutivo, di tradizione orale è quello dei professionisti che seguono passo passo non solo l'evoluzione della medicina ma anche della giurisprudenza, specchio del diritto evolutivo. L'ho chiamato barème coutumier des experts (Lucas, 1976, 1989).

Infine, con STEHMAN ho finalmente concepito un barème funzionale, rispettando i tassi generalmente riconosciuti per il valore degli organi e delle funzioni ma allontanandosi spesso delle percentuali medie. Sempre più professionisti si affidano a questo barème benché la sua filosofia sia molto diversa dalle valutazioni consuete precostituite, riprese con piccole modifiche di generazione in generazione e da barème in barème.

La nostra idea principale è determinare, nei piani diversi dello spazio, per ogni articolazione ed ogni unità funzionale, le ampiezze articolari a partire dalle quali i movimenti complessi indispensabili alle attività correnti della vita quotidiana divengono impossibili. L'integrazione dei risultati di questo esame concreto permette di fissare un valore codificato ai puri movimenti diversi dell'unità studiata. Si nota così che esiste una soglia di incapacità che corrisponde alla perdita, a partire da una certa limitazione funzionale della possibilità di fare tale movimento complesso di reale utilità nella vita di ogni giorno. L'incapacità avanza per gradi successivi e non risponde a nessuna formula matematica che costruisce teoricamente, e perciò erroneamente, la gerarchia delle svalutazione funzionale. Mutandis Mutatis, abbiamo considerato un barème funzionale per le lesioni alle funzioni vitali, basato sulle ripercussioni di questi danni sulla vita quotidiana del paziente. Abbiamo redatto così una fotografia fedele del danno incorsa dal paziente nella sua vita personale, indipendentemente dal lavoro. Le azioni elementari della vita quotidiana non sono un denominatore comune a tutti gli individui, perciò la base ovvia di un barème anatomico funzionale di cui l'accertamento dell'uomo più come individuo e che non come produttore di lavoro e raccoglitore di guadagni è il punto iniziale e la finalità?

IV. I PROBLEMI DI BASE DI TUTTI GLI ATTUALI BAREME

La maggior parte dei barème si inspirano ai loro precedenti e si attualizzano solamente con una periodicità codificata per adattarsi, sempre in ritardo, a nuove situazioni post-traumatiche nate dal progresso della medicina e alle migliori conoscenze che ci offre la statistica sul divenire, a

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medio e lungo termine, dei traumatizzati. Perciò sono dei riferimenti di accertamento alquanto inopportuni, benché MARX dicesse che "i barème sono una cattiva cosa, se ancora non si è trovato un metodo migliore per calcolare i numeri" la migliore definizione rimane quella di PIGANIOL "il barème è un compendio di giurisprudenza".

Infatti, non si scopre un metodo scientifico che non potrebbe aver sottinteso la creazione di un barème. Tanto meglio forse perché, come ho mostrato con STEHMAN, una scala di accertamento funzionale attaccato alla realtà del danno può essere basato che sull'osservazione degli atti essenziali della vita quotidiana denominatore comune a tutti gli uomini, ed è assurdo pensare che l'uomo possa iscrivere la sua vita in formule matematiche o in abaci.

I problemi di base di tutti i barème possono essere riassunti in dei punti essenziali: la definizione dell'unità (la percentuale di invalidità), il concetto del 100%, la costruzione di una scala di valore degli organi e delle funzioni.

IV. 1. La definizione della percentuale dell'incapacità permanente

Se si tenta di costruire un barème anatomico-funzionale logico ed aderente sembra logico prima definire l'unità di accertamento, la percentuale di incapacità.

In un sistema in cui il massimo è il 100%, si tenta di dire che questa unità corrisponde alla centesima parte della capacità totale dell'essere umano. Sarebbe come nascondere, da una parte, la sua impotenza, deviando il problema dato che, come vedremo successivamente, la definizione del 100% è una cosa difficile.

Se si dice che la percentuale corrisponde alla valutazione del disturbo funzionale significativo più piccolo o della più piccola amputazione che coinvolge uno gene qualsiasi, ci si avvicina alla nozione che si tenta di caratterizzare validamente, ma resta in grande misura dotata d'intuito:

- valutare una perdita anatomica grazie ad una scala di gravità standard in base all'unità di misura della lunghezza è una cosa semplice (astrazione dei correttivi può essere giustificata dalle deficienze primarie)

- valutare una limitazione funzionale misurata per gradi in rapporto a un barème che impiega il grado come esempio non è un compito difficile.

- ma il risultato combinato di una misura al metro e di una misura al goniometro, i due tipi di conseguenza e perciò i due tipi di misura possono combinarsi, si esprime in una terza unità che è la percentuale dell'incapacità.

La percentuale è perciò un'unità composita praticamente impossibile da definire in modo preciso. Cosa dire poi della traduzione in questa stessa unità, l'1%, delle conseguenze non misurabili come le conseguenze soggettive e plausibili che non sottintendono alcuna anomalia oggettivabile?

La verità è che la percentuale non è effettivamente un'unità di misura ma un'unità di valutazione. Una valutazione è il risultato dell'integrazione delle misure di fenomeni vari con l'aiuto di strumenti diversi espressi nelle varie unità (gradi di angoli, centimetri perimetrali muscolari, ampiezza e frequenza dell'onda elettrica), e di un'opinione intuitiva alimentata dall'esperienza e dall'arte di apprendere l'imponderabile. La difficoltà di definire precisamente l'unità di base non è il problema minimo posto dalla concezione di un barème.

Questa analisi dovrebbe essere fatta e dovrebbe essere capita almeno una volta da chiunque abbia l'intenzione di esercitare l'accertamento del danno fisico: deve normalmente incitare alla modestia poiché l'accertamento è una scienza impropria, alla relativizzazione delle opinioni poiché la questione è interpretabile, al sentimento di esercitare una professione artigianale

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comportante una parte (troppo) importante dell'intuizione, che in effetti ne costituisce la difficoltà e gli conferisce un carattere umanista.

L'accertamento è per natura complesso in tutti i suoi stadi, dovendo considerare molti elementi che, talvolta, è difficile ponderare. Inoltre, si impone la necessità assoluta di una grande rigidità nella raccolta dei dati misurabili per non dare adito ad eventuali imprecisioni.

IV.2. Problemi posti dalla definizione del 100%

Si tenta di fingere, come Mélennec, che il 100% non esiste dato che corrisponde all'estinzione di tutte le funzioni dell'essere umano fino alla morte. Pertanto, affermare che il massimo per perdita non letale di una grande funzione vitale non è del 100% ma del 99% "inganna" il gioco intellettuale.

La realtà mi sembra tutt'altra, e la riflessione deve essere sulla concezione stessa del barème.

Tutti i professionisti dell'accertamento del danno fisico, anche i più distanti dalla ricerca fondamentale hanno intuitivamente compreso che la quantificazione del danno fisico in percentuale non è soddisfacente o, in ogni caso, ha i suoi limiti. Sono portati a constatarlo in molte circostanze, e noi ne menzioneremo due a titolo esemplificativo:

- la regola di BALTHAZARD: se questa regola, applicabile alle invalidità multiple simultanee e non sinergiche, non metteva in proporzione i tassi con la validità rimanente, la percentuale del 100% sarebbe talvolta molto sorpassata, a dimostrazione che il valore di organi e funzioni è stato gerarchizzato in maniera anarchica e che esiste indubbiamente, in un sistema in cui il massimo è 100, una netta sopravvalutazione di certi tipi di menomazione.

- noi parliamo di "piccolo 100%" e di "grande 100%; il BOBI, per esempio, accorda il 100%

a chi ha perduto dieci dita, ma propone anche il 100% a chi perduto le dieci dita, un occhio ed un membro inferiore (grande 100%)!

Infatti, l'importanza relativa delle grandi funzioni dell'organismo in relazione alla capacità vitale di un soggetto sano non è definita in nessun modo, tanto che noi conosciamo un regime a due velocità, in cui le menomazioni minori sono analizzate nei dettagli e generosamente indennizzate mentre le menomazioni gravi sono, relativamente, sottovalutate.

IV.3. Una scala di valori degli organi e delle funzioni. Riflessione critica sui barème in generale

Una riflessione nata dell'esperienza è che le invalidità importanti non corrispondono alla logica dei tassi.

Non è interessante affermare che un paziente in uno stato vegetativo e cronico merita il 100% o il 95% dell'invalidità, secondo il barème americano: è inutile perché non c'è bisogno di una percentuale per comprendere lo stato reale di questa vittima (per la quale i punti abituali di danni non hanno molto senso). Comparando ironicamente questa percentuale e quella del 25%, gli autori francesi concordano con la perdita di un occhio e con il 65% che noi attribuiamo per la perdita di una mano.

I barème sono, infatti, utili per i piccoli tassi e i tassi medi che si prestano abbastanza facilmente alla tecnica della percentuale. Probabilmente, sarebbero più di lieto auspicio a una gerarchia corretta di funzioni prevedere una valutazione in millesimi, ma sarebbe inutilizzabile sul piano pratico.

Sarebbe necessario usare perciò i barème in buona conoscenza, per i piccoli e le invalidità

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medie che rappresentano oltre 3/4 delle menomazioni traumatiche. Sarebbe necessario rifiutarli e preferire descrivere e far comprendere il danno quando il soggetto della valutazione è un traumatizzato che presenta danni seri per i quali il sistema molto imperfetto delle percentuali di IPP permette solamente un accertamento grottesco. Questo proposito presenta una nozione di prospettiva che la CEREDOC ha ben capito.

V. PROSPETTIVA

La CEREDOC ha formato vari gruppi di lavoro, i quali, a livello europeo, si occupano dello sviluppo di:

- un codice comportamentale e deontologico dell'esperto così come l'annuario degli esperti europei. La coordinazione di questo gruppo è assicurata dal Dott. Giovanni CANNAVO di Pisa.

- qualifica dei medici esperti in considerazione delle necessità di una formazione specifica degli esperti ed un aggiornamento continuo delle loro conoscenze: criteri di base, insegnamento, formazione continua (riviste, simposi, congressi). Io sono il coordinatore di questo gruppo.

- rapporto medico e valutazione medica europea: questo gruppo è animato dal Professore Duarte Nuno VIEIRA dell'Università di Coimbra.

- creazione di un barème per la valutazione medico legale accettabile per tutti i membri dell'Unione Europea: il coordinatore di questo gruppo è il Professore Cèsar BOROBIA della Complutense Universidad di Madrid.

La costruzione del barème europeo, questo è il primo passo importante verso l'armonizzazione del risarcimento del danno alla persona.

L'uso di un barème non lo si concepisce per quantificare l'incapacità lavorativa ed economica, e la regola dell'inconcreto mantiene tutta la suo rigidità. D'altra parte le menomazioni anatomico- funzionali sopportate dal soggetto nella propria vita quotidiana, indipendentemente dall'ambiente professionale ed il potenziale economico, potrebbe essere utilmente baremizzato.

Questo danno all'integrità fisico-psichica che desidero venga chiamato "incapacità permanente personale", rispondendo così alla sigla IPP, è in effetti, a modulazioni vicine, identico per tutti i temi che presentano le stesse conseguenze. Questa riflessione suggerisce lo studio di un barème adatto al suo oggetto ed accettabile da tutti, senza considerazioni di frontiere o culture.

All'interno di una stessa unità funzionale, il principio del barème che ho messo in cantiere con STEHMAN mi sembra rispondere a tutte le necessità di un barème anatomico - funzionale fedele alla realtà del danno. I gesti della vita quotidiana, sull'osservazione dei quali ci basiamo, sono davvero il denominatore comune di tutti gli uomini, perciò la migliore fonte di studio e misure per creare un barème che permetta una gerarchizzazione logica dei deprezzamenti all'interno di una funzione il cui valore globale sarà stato fissato.

Ma il lavoro più difficile consiste nel suscitare il consenso sui tassi perni dell'invalidità: sarà necessario dare un valore altamente empirico e consensuale agli organi e funzioni. Sarà necessario che dappertutto nell'Unione Europea, un occhio, una mano, un piede, un'anchilosi dell'anca, una paralisi della sciatica poplitea esterna, un danno alla funzione polmonare o ai disturbi cognitivi definiti abbiano lo stesso valore. È la condizione essenziale di un barème europeo unico.

Oggi, il monotramautizzato, abbiamo visto, è sempre avvantaggiato al momento del

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risarcimento del proprio danno fisico, in relazione al politramautizzato. In Belgio chi perde la vista da un occhio guadagna il 30%; chi perde una mano guadagna il 65%; chi perde un occhio ed una mano guadagna solamente il 75,5%.

È dunque che il barème non aumenta in maniera corretta il valore relativo delle funzioni, altrimenti dalla semplice somma si otterrebbe la percentuale globale dell'IPP, fatto che è ben lungi dalla realtà.

La concezione del barème può rivelarsi effettivamente valida se si contenta di stabilire una gerarchia dei deprezzamenti nell'ambito della stessa funzione. Ma ci sembra votato al fallimento se il barème punta a stabilire scientificamente una gerarchia delle funzioni. Abbiamo creduto a lungo a questa tendenza, ma i nostri lavori e quelli di autori affascinati come noi da questi problemi ci hanno convinto dell'impossibilità di costruire un barème basato su quel principio e utilizzabile in pratica. È impossibile in una scala da O a 100, visto la molteplicità dei danni difficilmente comparabile; è impossibile in una scala da O a 1000. Alcuni lo hanno proposto dato che ciò porterebbe ad un barème la cui complessità risulterebbe inutile per un uso abituale.

Supporre che si affievoliscono i particolarismi nazionali limitati connessi ai barème esistenti e alla giurisprudenza locale, come concepire l'uniformità dello strumento che misura il risarcimento? Noi pensiamo che sia necessario procedere in due tappe. Sarà necessario determinare empiricamente i tassi perno dell'invalidità, secondo i due tassi fissi o forchette, sapendo che si tratta di una semplice convenzione, quanto più bilanciata. Sarà necessario studiare anche modi che permettono il calcolo delle invalidità multiple in una maniera meno semplicistica rispetto a quanto facciamo oggi.

Sarà necessario gerarchizzare le svalutazioni di ogni funzione ed ogni organo. STEHMAN ed io lo abbiamo già fatto praticamente per tutto il sistema locomotore tramite l'osservazione concreta dei pazienti nella loro vita quotidiana e tramite la ponderazione dei tecnici paraclinici specializzati. Riteniamo che metodo simile è, mutatis mutandis, applicabile a tutti i sistemi dell'organismo. Con riguardo alla patologia delle menomazioni viscerali ed endocrinogene, barème di riferimento come il BOBI nel nostro paese ed il MARIN e MULLER in Francia, non fanno altro che suggerire questo metodo senza tuttavia soffermarsi nei dettagli della tecnica pratica, quando si riferiscono alle "ripercussioni sullo stato generale", alle "ripercussioni sociali"

o agli "ostacoli dell'attività normale". Ma le forchette delle percentuali proposte sono enormi:

da O a 20%, dal 20 al 100%, dal 60 al 100% ecc. Queste rendono impossibile una valutazione uniforme rispetto a situazioni in cui sussistono danni identici. I barème sono, infatti, utili per le piccole percentuali e le percentuali medie che si prestano abbastanza bene alla tecnica della percentuale e che rappresenta oltre i 3/4 delle conseguenze traumatiche. Sarà necessario forse relativizzarne l'importanza e fare delle descrizioni dettagliate per far capire meglio il danno quando la valutazione riguarda un traumatizzato caratterizzato da serie conseguenze per le quali il sistema imperfetto dei tassi IPP permette solamente un calcolo grottesco. Sarà necessario probabilmente mantenerci sul barème per i tassi-perni dal danno anatomico- funzionale ma sul razionale per le svalutazioni dell'organo o della funzione, per le quali la descrizione è un valido aiuto per un efficace accertamento del danno.

Pertanto io suggerirei, e mi sembra un'importante pista di riflessione, un sistema che potrebbe soddisfare coloro che tengono alla descrizione all'inglese e coloro dell'apparente logicità dei tassi, gli isolani ed i continentali. Come tutto il sistema potrebbero funzionare comunque solo come dei parapetti la cui applicazione non rompe l'equilibrio finanziario precario che hanno autorizzato i modi attuati di risarcimento, questo equilibrio è la condizione medesima della perennità dello stesso principio del risarcimento.

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A mio avviso la via del progresso in un dominio enorme ma in cui molto rimane da fare, e che provoca un interesse crescente in una società dove tutti, e specialmente i danni all'uomo, divengono soggetto di risarcimento. Comunque, il presupposto di un equo indennizzo è senza dubbio la presenza di uno strumento unico che renda possibile l'accertamento del danno.

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