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5 Le prefetture distrettuali nel sistema provinciale dell’Alto Impero

220 G ÓMEZ P ANTOJA 2000.

221 Diversamente ZUCCA1998a, p. 278 che data il documento in «età claudia o flavia».

222 Plin., NH, VIII, 218; cfr. DEMOUGIN1992, p. 319, n. 383. 03STU_Faoro_03 copia.qxd 15-04-2011 13:28 Pagina 130

fectus pro legato, da intendere come praefectus pro legato Hispaniae Citerioris, senza alcuna connessione con il comando di truppe legionarie223. La praefectura insularum Baliarum dipendeva difatti dal legato della Tarraconense, dalle cui legioni venivano distaccati gli ufficiali incaricati del controllo dell’arcipelago. Plinio attesta che le Baleari appartenevano al conventus giuridico di Carthago Nova224.

5.2 SARDINIA

d) Corsica

Prefettura in età tiberiana posta sotto il praefectus provinciae Sardiniae creato nei primi anni di Tiberio. Provincia procuratoria al più tardi sotto Nerone225.

e) Civitates Barbariae

La praefectura delle civitates Barbariae (indicativamente l’odierna Barbargia nel centro della Sardegna) venne disposta da Augusto nel 6 d.C. o in un momento imme- diatamente successivo, quando il principe assunse la tutela della provincia senatoria di Sardinia et Corsica a causa dell’accrescersi di atti di brigantaggio e di pirateria226.

5.3 ALPES

f) Alpes Maritimae

Citata da Strabone, la prefettura delle civitates delle Alpi Marittime fu istitui- ta da Augusto attorno all’ultimo decennio del I secolo a.C. Dione ci informa che nel 14 a.C. le Alpi Marittime furono conquistate e che nell’anno successivo fu attrezzata la via Iulia Augusta227. Le popolazioni della provincia delle Alpi Marittime erano divise in tre diverse gentes: Ligures, Capillati e Montani228. Queste ultime rag- gruppavano tre serie di tribù. Le popolazioni vinte da Augusto e menzionate nel Tropheum Alpium (Sogionti, Brodionti, Nemaloni, Gallitae, Triullati, Vergunni, Egui, Turi, Nematuri, Oratelli, Nerusi, Velauni, Suetri); le tribù del litorale, già da tempo sottomesse (Deciates, Oxibii, Vedianti) e le tribù dell’entroterra (Avantici, Biodontici, Sentii). La prefettura delle Alpi Marittime non era prossima a nessuna provincia legataria, interponendosi fra la Narbonense e l’Italia. Data la particolare posizione, è probabile che il prefetto ivi dislocato godesse di una discreta autonomia. Possiamo supporre che nei primi anni dopo la sottomissione ed almeno sino alla morte di Augusto, il prefetto dipendesse direttamente dai membri della casa imperiale che, al comando di vasti eserciti, erano dislocati nel territorio dell’ex Gallia Comata. Dalla

223 Capitolo 5, paragrafo 3. 224 Plin., NH, III, 4, 25. 225 Capitolo 2, paragrafo 6. 226 Capitolo 2, paragrafo 3. 227 Dio, LIV, 24.

132 Davide Faoro

morte di Augusto e dal ritiro di Germanico sul Reno, le Alpi Marittime furono forse poste sotto la tutela del legato della Gallia Lugdunense o del legatus exercitus Germaniae Superioris, la cui autorità si estendeva verosimilmente sino alla vicina Vallis Poenina, compresa nella praefectura di Rezia. Di ciò, tuttavia, non possediamo prova certa.

g) Raetia, Vindelicia et Vallis Poenina

A seguito dell’occupazione dovuta alla campagna congiunta di Tiberio e Druso nel 15 a.C., i territori che andarono poi a costituire la provincia di Rezia, Vindelicia e Valle Pennina a partire da Claudio229, furono (almeno in parte) assegnati ad un legatus Augusti in Vindolicia230. Successivamente, in un momento imprecisato, allor- ché le legioni abbandonarono la regione, venne distaccato un praefectus Raetis,

229 FAORO2008a.

230 Vedi Capitolo 5, paragrafo 2 a.

Vindolicis et Vallis Poenina. Conosciamo uno di questi prefetti, Sex. Pedius Lusianus Hirrutus che esercitò il suo mandato in un periodo antecedente la morte di Germanico, il 19 d.C. (n. 2). Dal cursus si apprende che egli fu in precedenza primi- pilo della legio XXI Rapax231, la quale fu probabilmente stanziata ad Augusta Vindelicum, prima di essere trasferita a Castra Vetera dove certamente si trovava nel 14 d.C.232. Ciò suggerisce che la prefettura di Rezia dipendesse dal comandante delle legioni del distretto di Germania Superior. Al suo rientro presso Interpromium Paelignorum, Sex. Pedius Lusianus Hirrutus divenne praefectus Germanici Caesaris, ele- mento che farebbe supporre una certa vicinanza a Germanico, allora impegnato lungo il Reno e nel cui consiglio di guerra militava forse lo stesso Lusianus Hirrutus in qualità di primipilo.

5.4 ILLYRICUM

h) Liburnia e Iapuda

Un’iscrizione veronese acefala (n. 3) presenta il cursus, probabilmente riportato in ordine diretto, di un anonimo (cavaliere?), la cui carriera presenta come gradino più alto la prefettura della Liburnia e della Iapuda, estesa sui territori dalmati a meridione della Histria233. Secondo Suic234, la funzione rivestita dall’anonimo sarebbe da conside- rare una sorta di praetentura destinata a proteggere l’Italia dalle incursioni provenienti dalla Dalmazia; Liburnia e la Iapuda sarebbero state elevate a provincia provvisoria in occasione dell’insurrezione dalmato-illirica del 6-9 d.C., il bellum Batonianum235, altri- menti detto bellum Dalmaticum236. Come traspare dal verbo praefui, tuttavia, è altret- tanto probabile che il titolo dell’Anonimo fosse più semplicemente quello di praefectus civitatum e che il suo compito fosse il controllo delle popolazioni della costa dalmata più prossima alla Histria. Si noti che il dedicante si esprime in prima persona come se stesse celebrando le proprie Res Gestae. Ciò suggerisce una certa prudenza nell’accetta- re l’integrazione della lacuna in provincia, che, quantunque originariamente incisa nella pietra, deve essere letta nella prospettiva autocelebrativa del monumento237. Durante il suo incarico prefettizio, l’Anonimo dipendeva certamente dall’alto comando di Tiberio.

231 BÉRARD2000.

232 Tac., Ann., I, 31.

233 Abitate da popolazioni veneto-illiriche; «P.W.» IX, 1, col. 727; WILKES1992, p. 183.

234 SUIC1992.

235 Bato è un nome illirico, letteralmente «il rapido» (cfr. MAYER1952-1953), portato rispettivamen-

te dal capo dei Daesitiates («P.W.» IV, 2, coll. 1982 s.; WILKES1992, p. 80) e dal leader dei Breuci

(Strabo, VII, 5, 3; WILKES1992, p. 203), due popolazioni illiriche protagoniste della grande

rivolta dalmato-illirica; Vell., II, 110, 4-5; Strabo, VII, 5, 3; Suet., Tib., 20; Dio, LV, 29, 2; LV, 32, 3; LV, 34, 4; LVI, 12, 2-3; LVI, 13, 2; LVI, 16, 1-3; cfr. WILKES1992, pp. 207 ss.