• Non ci sono risultati.

Fattori di minaccia e cause del declino

A LCEDO ATTHIS

Nome italiano Martin pescatore

Classe Aves

Ordine Coraciiformes

Famiglia Alcedinidae

Tassonomia

Già Gracula atthis Linnaeus, 1758, si tratta di una specie politipica. La ssp. nominale atthis (Linnaeus, 1758) si trova nell'Africa nordoccidentale, Spagna e Italia centromeridionali, seguen-do la fascia mediterranea verso oriente; la ssp. ispida (Linnaeus, 1758) nell'Europa settentriona-le e occidentasettentriona-le; altre forme nella parte asiatica dell'areasettentriona-le (Cramp, 1985).

Distribuzione

La specie ha mostrato un'espansione dell'areale verso le regioni settentrionali (Danimarca, Svezia, Finlandia, Estonia) nel corso del XX secolo, sebbene negli ultimi decenni i contingenti siano diminuiti in varie nazioni che ospitano importanti popolazioni (Gran Bretagna, Spagna, Germania, Italia, Bulgaria). La specie mostra un areale riproduttivo che si estende dal Palearti-co occidentale al Giappone, Palearti-con poPalearti-co meno di un terzo dell'intera popolazione mondiale Palearti- con-centrato in Europa, dove è presente a Sud del 60° N eccetto per alcune regioni della Scozia, Norvegia e Russia (Cramp, 1985). Durante l'inverno le popolazioni orientali muovono verso le regioni dell'Europa centromeridionale, con forti contingenti svernanti in Irlanda, Gran Bretagna, Francia, Spagna e Italia. In Italia la specie è diffusa su tutto il territorio nazionale. Nel Bolognese la specie è migratrice regolare, localmente sedentaria, estiva e nidificante (Montanari 2002). E’

presente dalla bassa pianura fino a 850 m s.l.m. (quota massima di osservazione: Castel dell’Alpi); tuttavia, più del 80% delle osservazioni è relativo alla fascia 10 – 100 m, dove è situato anche il maggior numero di segnalazioni di nidificazione certa. Ciò dipende dallo stretto legame di questa specie con gli habitat acquatici, come risulta anche dai dati raccolti nel corso dell’indagine che ne segnalano la presenza lungo torrenti e fiumi, canali, paludi e stagni, risaie e maceri. Si tratta di ambienti naturali o seminaturali ove sono presenti cavità lungo gli argini, che costituiscono l’habitat di nidificazione di questa specie. Un ruolo importante per la conservazio-ne di questa specie è svolto sia dagli invasi d’acqua conservazio-nella bassa pianura, dove sono localizzati gli allevamenti ittici, sia dalle zone umide di recente creazione (ripristini ambientali ed aree di riequilibrio ecologico).

Habitat

La specie frequenta una fascia climatica ampia, dalle regioni boreali fino alle regioni mediterranee, ovunque siano disponibili acque libere dai ghiacci, preferibilmente calme o a lento scorrimento. Sono altresì essenziali la disponibilità di piccoli pesci e di posatoi utili per la caccia. Ogni tipo di canale, fiume, corso d'acqua naturale o artificiale, lago o bacino, estuario viene sfruttato Altra condizione essenziale, in periodo riproduttivo, è l'accesso a banchi di terra o sabbia ove costruire il nido a tunnel. Fuori del periodo riproduttivo la disponibilità ad ampliare l'habitat aumenta notevolmente.

Ecologia, Biologia, Popolazione

Dimorfismo sessuale

Presenza di dimorfismo sessuale, rilevabile da vicino.

Dimensioni delle popolazioni

La popolazione europea può essere stimata in 46000-190000 coppie, con grosse concentrazioni in Russia (la cui consistenza è assai poco conosciuta), Spagna, Bulgaria, Francia, Germania e Italia (Tucker & Heath, 1994). In molte regioni le stime sono in larga parte indicative. In Italia sono stimate 4000-8000 coppie.

Sex ratio

Non si hanno informazioni in proposito Comportamento riproduttivo

Specie raramente gregaria. I maschi adulti tendono a difendere i territori riproduttivi della stagione precedente, mentre i territori invernali della femmina possono essere appena adiacenti o addirittura condivisi. Il sistema riproduttivo è monogamo. Le coppie tendono a mantenersi da una stagione riproduttiva alla successiva, anche se sono possibili cambi di partner anche all'interno di una medesima stagione riproduttiva. Casi di poligamia sono noti, con frequenze annuali percentuali anche elevate, e sembrano da associarsi a un eccesso di femmine nella popolazione (con conseguente variazione nel ruolo dei partner durante le cure parentali). I genitori normalmente si dividono le attività di cova e le cure parentali, ove due eventi riproduttivi non si sovrappongano. Il maschio può, tuttavia, ridurre o annullare l'apporto di cure parentali in un nido e impegnarsi in una o addirittura due nidi contemporaneamente nel caso di covate multiple o poligamia. Nel caso di 2 o 3 deposizioni, la seconda e la terza tendono a sovrapporsi e il maschio tende a impegnarsi da solo nella seconda covata. L'età della prima nidificazione è di un anno.

Sviluppo

Le uova sono deposte da aprile-maggio fino all'estate. Il nido è costituito da un tunnel scavato in banchi verticali di sabbia ai margini dell'acqua. Vengono deposte 6-7 uova per covata e sono possibili 1-2 od occasionalmente 3 covate annue. Le uova sono deposte con intervalli giornalieri e covate per 19-21 giorni egualmente dai due sessi. La schiusa è sincrona. L'impegno dei genitori nella cura della prole può essere uguale o dipendente dalla presenza di nidiate plurime o poligamia. I nidiacei vengono allevati per 23-27 giorni, divenendo indipendenti pochi giorni dopo l'involo. Il successo riproduttivo, misurato in Svizzera su un campione di 619 uova deposte da 39 coppie, è risultato del 53.8% di giovani involati (Glutz von Blotzheim & Bauer, 1980).

Alimentazione

Si nutre principalmente di piccoli pesci d'acqua dolce e, in misura minore, di Insetti Odonati, Efemerotteri, Plecotteri, Tricotteri ed Emitteri), pesci marini, crostacei, molluschi e anfibi (Mas-sara & Bogliani, 1994). Tra le specie di pesci d'acqua dolce più comunemente predate vanno ricordati Cottus gobio, Cobitis sp., Noemacheilus sp., Foxinus sp., Rutilus rutilus, Barbus bar-bus, Perca fluvialtilis, Alburnus sp., Carassius sp. e Acerina cernua.

Rapporti con altre specie Nessuno

Fattori di minaccia e cause del declino

La principale causa del declino della specie va ricercata nell'effetto negativo di una serie conse-cutiva di inverni rigidi. Negli inverni 1961-62 e 1962-63 la specie è stata estirpata pressoché del tutto in varie regioni europee, inclusa la Gran Bretagna (Lack, 1986). In Inghilterra il numero scese al 5% e nel Galles al 15% dei valori precedenti. Nonostante una buona capacità produtti-va, la ripresa richiese quasi dieci anni. La particolare sensibilità della specie alle condizioni climatiche può avere mascherato altri effetti negativi, tra cui va senz'altro indicato l'inquinamen-to chimico e biologico dei fiumi. I principali inquinanti delle acque dolci vanno ricercati negli scarichi industriali e agricoli. In Gran Bretagna è stata verificata una correlazione tra bassa densità della specie e livello di inquinamento dei corsi d'acqua (Meadows, 1972). In fine va ricordato l'effetto negativo della canalizzazione dei corsi d'acqua e delle opere di drenaggio, che hanno contribuito alla riduzione sia dell'habitat riproduttivo che di quello trofico