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Fattori di minaccia e cause del declino

L ANIUS MINOR

Nome italiano Averla cenerina

Classe Aves

Ordine Passeriformes

Famiglia Laniidae

Tassonomia

Specie monotipica. Le differenze fra le varie popolazioni sono lievi o nulle. La popolazione che abita le regioni sul Mar Caspio e l'Iran viene considerata a volte come sottospecie separata (L.

m. turanicus Fediushin, 1827) in quando presenta dimensioni leggermente maggiori. Può ibrida-re con Lanius collurio e Lanius vittatus.

Distribuzione

L'areale di questa specie euro-turanica è, in Europa, in gran parte complementare a quello, più nord-occidentale, dell'Averla maggiore. Esistono piccole popolazioni localizzate in Spagna, Francia, Italia e Germania, mentre risulta più ampiamente diffusa nell'Europa orientale, in Russia, in Asia sud-occidentale. E' segnalata come accidentale in Gran Bretagna, Irlanda, Olanda, Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia. In Italia è abbastanza scarsa nelle epoche dei doppi passi regolari di agosto-settembre e aprile maggio; parzialmente localizzata come estiva e nidificante in alcune regioni settentrionali (particolarmente Veneto, Lombardia ed Emilia), centrali (Abruzzo, Toscana e Lazio) e meridionali (Puglia); sporadica in Sardegna (Brichetti 1976). Prima del XVII secolo l'areale si è espanso notevolmente a nord, principalmente nell'Eu-ropa centrale ed in Russia, in seguito alla frammentazione delle foreste e al disboscamento.

Tuttavia, dopo aver raggiunto una elevata densità nel XVIII secolo, l'areale ha subito una con-trazione tra il 1850 e il 1945 circa nei settori occidentali e settentrionali (Glutz Von Blotzheim e Bauer 1993). Nonostante una parziale ripresa in alcune aree tra il 1920 ed il 1960 si è manife-stato un'ulteriore declino tra 1970 e 1980. La specie non nidifica più in Svizzera dal 1972 e in Germania dal 1978. E' estinta anche nella Repubblica Ceca. Specie migratrice, tutte le popola-zioni Europee e Asiatiche svernano in Africa meridionale, dal sud Angola e Namibia fino a Mozambico e Sud Africa. Le rotte di migrazione primaverili ed autunnali non si sovrappongono, il passaggio primaverile è più orientale.

Habitat

L'ambiente preferito è costituito da coltivi assolati con alberi isolati o in filari. Pioppi, olmi, tigli, querce, noci ed altre piante da frutto sono le essenze preferite per la nidificazione. La vicinanza

cavi aerei (Boano 1988). Necessita di ambienti più aridi ed esposti rispetto ad altri rappresen-tanti del genere Lanius (Castaldi e Guerrieri 1995). Può nidificare anche in giardini, frutteti, parchi, e non pare essere molto disturbato dalla presenza antropica. In Europa centrale si rinviene solitamente al di sotto dei 700 metri di quota ma in Russia può nidificare fino a 1500 metri (Cramp e Perrins 1993).

Ecologia, Biologia, Popolazione

Dimorfismo sessuale Sessi simili tutto l'anno.

Dimensioni delle popolazioni

La popolazione europea è stimata essere di 77.000 - 320.000 coppie. I contingenti principali si trovano in Russia e Turchia (10.000-100.000 coppie). In Italia pare nidifichino 1000-2000 cop-pie. La specie è molto rara ed in declino in tutta Europa, è quasi estinta in parte dell'Europa centrale, in Polonia, in Slovacchia, Bielorussia e Ucraina (Panow 1983).

Sex ratio

In alcuni settori dell'areale di distribuzione pare sia presente una sex ratio sbilanciata a favore dei maschi.

Comportamento riproduttivo

La stagione riproduttiva inizia a metà maggio. Viene deposta un'unica covata di 3-7 uova.

L'incubazione è a carico di entrambi i sessi ma è la femmina ad effettuarne la maggior parte, i nidiacei sono accuditi da entrambi i genitori. Il sistema nuziale è monogamo, non esiste alcuna informazione circa la durata del legame di coppia. La coppia detiene un territorio che viene attivamente difeso dagli intrusi. In buone annate il successo riproduttivo può essere anche dell'85%.

Sviluppo

La cova dura 15 giorni, i nidiacei lasciano il nido a circa 14 giorni, prima di essere in grado di volare correttamente. Il primo tentativo di riproduzione si verifica ad 1 anno di età.

Alimentazione

L'Averla cenerina è uno specializzato insettivoro: i Coleotteri possono costituire il 97% delle prede cacciate, seguono per importanza le cavallette. Caccia da posatoi posti a 1-6 metri di altezza ma insegue anche insetti in volo. Spesso la caccia è più intensa al crepuscolo. Al con-trario delle altre Averle non accumula riserve di cibo, risultando più vulnerabile in condizioni meteorologiche avverse (Panow 1983), in cui giunge persino a nutrirsi della propria prole (Le-franc 1980). La dieta dei nidiacei è simile a quella dei genitori ma include una maggior propor-zione di cavallette e meno Coleotteri.

Rapporti con altre specie

L'Averla cenerina in genere rispetta i confini territoriali di L. excubitor e L. senator, evitando sovrapposizioni. A volte mostra un comportamento aggressivo nei confronti di altri Lanius e può arrivare a escludere da certi habitat il congenere Averla piccola. In genere attacca tutti i piccoli Passeriformi che si avvicinano al nido, soprattutto fringillidi e Motacillidi. Può nidificare a stretto contatto con membri del genere Falco e con la Cesena Turdus pilaris. Uova e nidiacei possono subire la predazione di Corvidi.

Fattori di minaccia e cause del declino

L'intensificarsi delle pratiche agricole con il conseguente aumento delle monocolture, soprattutto a mais, sfavorevoli agli uccelli che predano insetti al suolo lanciandosi dall'alto, pare essere la causa principale della rapida e vistosa diminuzione dell'Averla cenerina dai settori occidentali dell'areale, anche se le popolazioni orientali hanno sperimentato le stesse modificazioni dell'ha-bitat rimanendo stabili. Si pensa perciò subentrino altri fattori, principalmente di tipo climatico: la specie trascorre due terzi del ciclo annuale in Africa, dove i territori di svernamento interessano una zona ristretta compresa fra il 19° ed il 27° di latitudine S. Le amplissime variazioni annuali delle precipitazioni in quest'area evidenziano i rischi cui è sottoposta l'intera popolazione in caso di annate siccitose (Boano 1988). Altri determinanti il declino possono essere ricercati nell'uso

averle, oggi protette in tutta Europa, sono state perseguitate a lungo come potenziali predatori di uccelli canori (Holzinger 1987).