Calopterygidae
Calopteryx virgo Calopteryx virgo Specie legata in genere a corsi d'acqua di piccola portata, puliti e con acqua ben
ossigenata, contornati da zone con vegeta-zione arboreo-arbustiva. Il periodo di volo dell'adulto va da Maggio a Settembre.
Presenta caratteristiche colorazioni blu scuro iridiscenti (nel maschio) del corpo e delle ali anteriori. Specie con scarsa ten-denza migratoria. Poco frequente a causa della relativa selettività nei confronti dell'ha-bitat, è da ritenersi in diminuzione ovunque.
Segnalazioni a Castenaso (Censimento della fauna minore della Pianura bologne-se).
Presente all’interno del Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa (Scheda NATURA 2000-schede descrittive dei SIC ZPS della Regione
Emilia-Romagna).
Libellulidae
Sympetrum depressiuscu-lum
Simpetro Libellula Anisottero appartenente alla famiglia dei Libellulidi. Si tratta di specie legata alle acque stagnanti della pianura con scarsa tendenza migratoria. L'adulto vola da Giugno a Ottobre. Nell'Italia del Nord è ovunque in diminuzione a causa della rarefazione dell'habitat e ormai viene considerata una specie rara e vulnerabile, anche se, localmente, può risultare abbon-dante. Per questa specie di libellula, sicu-ramente meno esigente rispetto ad altre, sono note segnalazioni a Castenaso. Le popolazioni segnalate sono di media enti-tà.(Censimento della fauna minore della Pianura bolognese).
Mantodea
Mantidae
Mantis religiosa Mantide religiosa Insetto predatore molto noto per il singolare aspetto, soprattutto delle zampe anteriori raptatorie, la piccola testa mobile e il proto-race allungato, nonché per il fenomeno del cannibalismo nuziale della femmina. Le uova vengono deposte in ooteche schiumo-se che disschiumo-seccano saldamente attaccate al substrato e permettono il passaggio dell'in-verno. La specie frequenta luoghi aridi e assolati e si è, probabilmente, avvantaggia-ta dei recenti inverni poco rigidi. Sono savvantaggia-tate raccolte segnalazioni nei tre comuni, ma in pianura solo in territorio di Castenaso (Censimento della fauna minore della
Pianura bolognese).
Coleoptera Lucanidae
Dorcus parallelipipedus Parallelepipedo Coleottero della stessa famiglia del cervo volante (Lucanidi), ma legato a situazioni meno forestali. L'aspetto è tipicamente scarabeide, la colorazione è scura, il corsa-letto è molto largo e la testa piatta e provvi-sta di forti mandibole. Si nutre di linfa sgor-gante da ferite e incisioni sui rami degli alberi. Le larve sono xilofaghe e si accre-scono in ceppaie e tronchi marcescenti di salici e pioppi. Si tratta di una specie ancora diffusa, anche se legata a condizioni am-bientali (alberature morte o mature) sempre meno diffuse. Sono state raccolte segnala-zioni a Castenaso.
Lucanus cervus Cervo volante Grande coleottero (è il più grosso Coleotte-ro euColeotte-ropeo) dalla colorazione scura e caratterizzato da un significativo dimorfismo sessuale. Il maschio si presenta provvisto di due grandi mandibole arcuate e provviste di punte (simili, appunto, alle corna di un cervo). La femmina è invece priva di questi attributi. Le loro antenne sono tipicamente ripiegate a gomito con gli ultimi articoli disposti a pettine. Questa specie inconfon-dibile si presenta con due forme: cervus e capreolus. La prima è caratterizzata da capo e mandibole lunghi complessivamente quanto il resto del corpo, l'altra, molto più frequente nei nostri ambienti, da capo e mandibole molto meno sviluppati. Vive dal livello del mare fino a 700-800 metri di quota. Si tratta di un insetto legato all'am-biente forestale, in particolare ai boschi di quercia e di castagno dove vive muovendo-si soprattutto alla sera (lo muovendo-si può vedere volare al tramonto). Le larve di L. cervus vivono per diversi anni nel legno di vecchie querce tarlato e morto da almeno 5-6 anni;
in minor misura possono vivere anche nel legno di pioppo, tiglio e ippocastano Questa specie necessita quindi non solo del bosco, un ambiente pressoché scomparso in pianura, ma anche di piante mature. Gli adulti si nutrono di linfa di alberi feriti o tagliati., Sulle alture del Parco dei Gessi sono stati osservati individui della forma capreolus, anche in volo poco prima del tramonto. Presente all’interno del Parco
regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa (Scheda NATURA 2000-schede descrittive dei SIC ZPS della Re-gione Emilia-Romagna).
Dynastidae
Oryctes nasicornis Scarabeo rinoceron-te
Coleottero dalla livrea color castagno lucente affine ai maggiolini, ma provvisto (nel maschio) di una scultura del pronoto che, associata al notevole sviluppo di un corno cefalico arcuato, conferisce alla specie l'inconfondibile aspetto da cui origi-nano sia il nome comune che quello scienti-fico. Nella femmina corno cefalico e scultu-ra del pronoto sono appena accennati. La tipica larva melolontoide si accresce per quattro anni nel legno marcescente di vecchie alberature e ceppaie. Questo aspetto cotituisce un limite sia alla sua diffusione, sia alla sua capacità riproduttiva, in quanto l'habitat necessario è sempre meno comune. Di questa specie risultano segnalazioni a Castenaso. L'entità delle popolazioni segnalate è, inotre, molto ridotta, tanto da far ritener minacciato questo caratteristico Coleottero.
Cetoniidae
Netocia morio Cetonia nera Coleottero simile alla comune Cetonia aurata se non fosse per la livrea nera opaca e le minori dimensioni. Si tratta di una specie comune al Sud e che si rarefà naturalmente nelle regioni settentrionali.
L'adulto si nutre di fiori (tipicamente quelli a struttura ombrelliforme) di frutti maturi. La larva si accresce in accumuli umiferi con legname in decomposizione. Specie segna-lata a Castenaso con individui isolati. Si tratta, con ogni probabilità, di una sottosti-ma determinata dall'assenza di studi speci-fici e dalla scarsa visibilità. La specie è, comunque, da ritenersi rara in tutta la pianura.
Lampyridae
Lampyris noctiluca Lucciola Piccolo Coleottero con tegumento poco consistente, dalla forma allungata e con capo seminascosto dal corsaletto. La femmina è attera e vermiforme. Si tratta di predatori di chiocciole e limacce che cac-ciano attivamente sia da adulte che allo stadio larvale. Emettono la nota e caratteri-stica bioluminescenza verde smeraldo. Si
tratta di specie diffusa, ma localizzata (forse anche in conseguenza della distribuzione dei molluschi di cui si nutre). Si tratta di una specie che risente sicuramente dell'effetto dei trattamenti chimici in agricoltura e si riscontra spesso in incolti, lungo i fossi di scolo e le sponde dei canali. Le recenti segnalazioni relative a questo coleottero fanno ritenere la specie in leggero incre-mento.
Cerambycidae
Cerambyx cerdo Cerambice della quercia
Presente all’interno del Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa (Scheda NATURA 2000-schede descrittive dei SIC ZPS della Regione
Emilia-Romagna).
Lepidoptera Zygaenidae
Zygaena filipendulae Zigena Piccola farfalla dalla livrea nera cangiante a macchie rosso fuoco. Tipica dei prati e dei bordi dei boschi, soprattutto sul piano montano. I bruchi si nutrono su Lotus corniculatus e altre erbe. Specie ad ampio areale di diffusione, sempre meno comune in pianura, risulta presente in comune di Castenaso.
Sphingidae
Acherontia atropos Sfinge testa di morto Grosso Lepidottero notturno. Le ali anteriori sono scure, contrastanti con il giallo-ocra orlato di nero delle posteriori. Sul torace spicca una figura chiara che ricorda un teschio umano. Se disturbata questa farfalla emette un sibilo lamentoso mediante l'insuf-flazione di aria nella corta proboscide modificata per forare gli opercoli delle celle mellifere degli alveari dove si introduce per nutrirsi (rimanendo, per altro, spesso vittima delle api). I bruchi sono grandi fino a 13 cm e si nutrono soprattutto su Solanacee. Gli adulti sono efficacissimi migratori. A causa della figura sul torace, del suono lamentoso e dell'alimentazione con il miele degli alveari, questa specie è spesso vittima di pregiudizi, nonostante si tratti, fondamen-talmente, di una farfalla rara. Lepidottero molto appariscente che non dovrebbe sfuggire facilmente alle osservazioni, anche allo stadio di bruco. Nonostante ciò, per questa specie, sono state raccolte segnala-zioni solo in Comune di Castenaso.
Saturnidae
Saturnia pavonia Pavonia minore Lepidottero notturno provvisto di una gra-ziosa livrea con tipiche ocellature su en-trambe le coppie di ali. La femmina è in grado di attrarre il partner da lunghe distan-ze, grazie al potere dei suoi feromoni ses-suali. Il bruco si nutre su Rosacee da frutto, biancospino e rovo. Si tratta di una specie diffusa ovunque. Per questa specie sono state raccolte numerose segnalazioni ben distribuite su tutto il territorio considerato . Saturnia pyri Pavonia maggiore La Pavonia maggiore è la più grande
farfal-la nostrana con apertura afarfal-lare fino a 17 cm (nella femmina). Sulle ali marron scuro bordate di chiaro spiccano caratteristiche ocellature (somiglianti a quelle delle penne di pavone). I bruchi si alimentano su peri, meli, frassini e olmi. Si tratta di una lepidot-tero notturno diffuso ovunque la cui presen-za è legata alla coltivazione del pero.
Papilionidae
Iphiclides podalirius Podalirio Lepidottero dalla livrea chiara con barrature nere ripetute in sei strisce e code alari scure. Si tratta di una specie sub-nemorale, tipica della pianura e del primo piano colli-nare-montano. Frequenta le aree aperte, anche coltivate, ma provviste di dotazione arboreo-arbustiva. Il bruco si alimenta principalmente su Prunus spinosa e Crata-egus monogyna. E' una specie termofila con buona tendenza migratoria. Il volo avviene da Marzo a Settembre. Risente della rarefazione delle siepi in pianura. Si tratta di una specie protetta in molti paesi d'Europa.
Zerynthia polyxena Polissena Lepidottero dalla bella livrea (molto ricerca-to dai collezionisti) con ali gialle marcate da zebrature nere e macchie rosse. Si tratta di una specie diffusa, ma molto localizzata.
Frequenta ambienti umidi, incolti, radure, vecchie massicciate ferroviarie, comunque sempre sterttamente asssociate alle piante nutrici dei bruchi Aristolochia rotunda e, meno, A. clematitis. Risulta più comune alle basse altitudini. Il suo status a livello regio-nale è di specie localizzata, tendenzialmen-te in pericolo, soprattutto a causa delle forme di gestione di argini, incolti e siepi. E' inserita nel libro rosso delle farfalle italiane.
Per questa specie sono state raccolte segnalazioni a San Lazzaro di Savena
(Scheda NATURA 2000-schede descrittive dei SIC ZPS della Regione
Emilia-Romagna). e a Castenaso.
Lycaenidae
Lycaena dispar Licena delle paludi Piccolo Lepidottero dalla colorazione inter-na delle ali di un vivace rosso-aranciato con bordatura nera nel maschio. La femmina è più grande. Le parti inferiori delle ali poste-riori sono grigio azzurre brillanti. E' una specie legata agli spazi aperti e alle zone umide, eliofila e stazionaria. Vola da Mag-gio a Settembre. Le piante nutrici dei bruchi sono Rumex obtusifolius, R. hydrolapa-thum, R. aquaticus e Polygonum bistorta. Il Libro rosso delle farfalle italiane la conside-ra come una delle specie più in pericolo, avendo risentito della scomparsa degli habitat palustri. La sottospecie britannica (L. d. dispar) si è estinta a metà del secolo scorso e anche le altre sottospecie (L. d.
batavus, in centro-europa, L. d. rutilus e L.
d. centralitaliae, in Italia) sono in declino. La specie è per tanto da ritenersi minacciata in tutto il suo areale (è estinta anche in Ceco-slovacchia, Danimarca, Baviera, Svizzera e in parte della Francia). La specie è segnala-ta a Castenaso I fattori limisegnala-tanti per quessegnala-ta specie sono costituiti dalla carenza di zone umide (ma sono state fornite segnalazioni riguardanti la presenza di Lycaena dispar anche lungo piccoli scoli con vegetazione elofitica abbondante), ma anche dalle metodologie gestionali di canali, corsi d'acqua e aree palustri esistenti. Sicura-mente le aree in cui è registrata la sua riproduzione hanno in comune il fatto di non prevedere tagli precoci della vegetazione erbacea nelle relative zone umide.
Arctiidae
Callimorpha quadripun-ctata
Era Presente all’interno del Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa (Scheda NATURA 2000-schede descrittive dei SIC ZPS della Regione
Emilia-Romagna).
Hymenoptera Apidae
Xylocopa violacea Ape legnaiuola Grande ape selvatica tozza e pelosa e dalla evidente colorazione nera con riflessi violacei cangianti delle ali. Si nutre di polline e nettare raccolto, con una certa
predilezio-ne, sui fiori delle Labiate. Scava gallerie nel legno morto allestendovi celle in cui stipa il miele e alleva le larve. Diffusa ovunque, ma favorita dalla presenza di alberature morte, morenti o legname in decomposizione.
Risulta segnalata a Castenaso. Questo importante pronubo selvatico, anche se, abbastanza diffuso, trova infatti fattori limitanti nella disponibilità di legname vecchio per la costruzione del favo e di incolti per le fioriture.
OSTEICHTHYES