• Non ci sono risultati.

Fattori di minaccia e cause del declino

C APRIMULGUS EUROPAEUS

Nome italiano Succiacapre

Classe Aves

Ordine Caprimulgiformes

Famiglia Caprimulgidae

Tassonomia

La specie nominale europaeus raggiunge le massime dimensioni nella parte settentrionale dell’areale e decresce verso sud; gli uccelli di taglia più piccola, sono quelli della sottospecie meridionalis (Hartert, 1896) che si trovano in Nordafrica, Grecia, Turchia e quelli della sottospe-cie unwini, dall’Iraq orientale verso est.

Distribuzione

Nidifica in Nordafrica, Europa (manca nel nord della Scandinavia e nell’Asia occidentale e centrale. In Italia è segnalata nidificate in estate (aprile-ottobre), comune, a distribuzione ampia e presenza diffusa. Migratore di lunga distanza; la sua difficile osservazione e i pochi dati reperibili dagli anelli rendono lo studio della specie ancora povero di informazioni dettagliate;

sembra comunque che le popolazioni del Paleartico occidentale (sottospecie nominale europa-eus e meridionalis) vadano a svernare nell’Africa tropicale e nella parte orientale del continente fino alla Namibia e al Sud Africa. Pochi dati certi per l’Africa occidentale. Migra di notte, singo-larmente o in piccoli gruppi. La sua estesa distribuzione si è ridotta, specialmente nell’Europa del nord-ovest, durante la seconda metà del 1900; in Italia il declino si è reso evidente soprat-tutto dopo il 1960. La distribuzione della specie in Italia (Meschini e Frugis 1993) evidenzia lacune solo in corrispondenza delle aree pressoché prive di copertura arborea o arbustiva, come la porzione più orientale della Pianura Padana, gran parte della Puglia e la Sicilia meri-dionale, e degli ambienti al di sopra dei 1300-1500 metri dove le temperature estive sono meno favorevoli. Anche i più recenti atlanti delle regioni confinanti con la Provincia di Bologna confer-mano il dato nazionale: in Toscana, dove, seppur con le dovute differenze, l’alternanza e la diversità del paesaggio sono norma, la specie è presente un po’ ovunque anche se in modo disomogeneo (Tellini Florenzano et al. 1997); in Romagna, a parte l’eccezione dei boschi costieri, la specie è assente dalla porzione pianeggiante facente parte della Pianura Padana (Gellini e Ceccarelli 2000). In Provincia di Bologna è una specie caratteristica del piano collinare e di bassa montagna. Le osservazioni riguardano altitudini tra i 50 e gli 800 metri per l’85%. La mediana è 200 metri. Nella carta di distribuzione del Progetto Atlante (1995-1999) si

distinguono due sub-areali in cui la specie è presente: il medio corso del Reno e la zona a calanchi delle valli ad est di Bologna, Idice, Quaderna, Sillaro, Sellustra, Santerno. Gli ambienti frequentati sono prato-pascoli, calanchi, incolti con rada copertura di alberi o cespugli, aree

oggetto. Solo il 5% delle osservazioni riguarda la pianura: le presenze sono limitate ad aree incolte, quali bacini di ex zuccherifici. Al di sopra degli 800 m. s.l.m. la specie è poco comune.

Le aree dove è stato osservato il Succiacapre comprendono il medio corso del Reno, i dintorni di Camugnano, il comprensorio di Monte Sole. Il fattore limitante non è dato verosimilmente dall’altitudine ma dalla più densa copertura forestale. La massima quota a cui è stato trovato è 850 m. s.l.m. a Porranceto, tra il lago di Suviana e Brasimone. Non è stato rilevato sulle praterie di altitudine e non pare raggiungere la zona di crinale.

Habitat

Preferisce ambienti caldi e asciutti; nidifica in boschi mediterranei, zone aperte o cespugliose alternate a boschi, pianure e brughiere non umide, dune, anche radure nelle pinete. Evita in genere le montagne e le zone con vegetazione densa e alta. In Provincia di Bologna gli ambien-ti frequentaambien-ti sono prato-pascoli, calanchi, incolambien-ti con rada copertura di alberi o cespugli, aree condotte con tecniche colturali non intensive particolarmente comuni nei due comprensori in oggetto. Solo il 5% delle osservazioni riguarda la pianura: le presenze sono limitate ad aree incolte, quali bacini di ex zuccherifici. Al di sopra degli 800 m. s.l.m. la specie è poco comune; il fattore limitante non è dato verosimilmente dall’altitudine ma dalla più densa copertura forestale.

La massima quota a cui è stato trovato è 850 m. s.l.m. a Porranceto, tra il lago di Suviana e Brasimone. Non è stato rilevato sulle praterie di altitudine e non pare raggiungere la zona di crinale.

Ecologia, Biologia, Popolazione

Dimorfismo sessuale

Il maschio ha macchie bianche vicino alla punta delle ali e nelle timoniere esterne della coda.

Dimensioni delle popolazioni

Per il Paleartico occidentale (Nord Africa escluso) è stata stimata una popolazione di 310.000-860.000 coppie (BirdLife International 2000), di cui 5.000-15.000 coppie in Italia , tra il 1983 e il 1993. Vi è stata una marcata diminuzione, dapprina notata in Gran Bretagna e Irlanda tra la fine del 19 secolo e l’inizio del 20, ma estesa negli ultimi decenni al resto d’Europa e tutt’ora in corso per un insieme di ragioni comprendenti l’uso di pesticidi, la trasformazione degli habitat idonei e i cambiamenti climatici.

Sex ratio Sconosciuta

Comportamento riproduttivo

Non è marcatamente gregario e durante la riproduzione diventa solitario e territoriale. Non costruisce alcun nido; le uova vengono deposte sul terreno in un luogo con bassa vegetazione arborea e arbustiva. Depone da maggio a luglio; normalmente una covata all’anno di due uova, a fondo chiaro e con fitta macchiettatura. La cova è realizzata soprattutto dalla femmina per 16-21 giorni.

Sviluppo

I piccoli restano nel nido per 17 giorni, nutriti sia dal maschio che dalla femmina. Si riproducono per la prima volta ad una anno di età. L’età massima raggiunta in natura è di 8 anni.

Alimentazione

Si ciba di insetti volatori notturni, soprattutto di grandi farfalle notturne e Coleotteri. Quando il cibo è abbondate, caccia in aria catturando le prede dal basso, come le rondini. Poiché il Suc-ciacapre è attivo di notte è difficile osservarlo; durante il giorno si mimetizza perfettamente con l’ambiente, simulando un ramo o un pezzo di legno, sia per il colore del piumaggio sia per il comportamento (resta allungato orizzontalmente)

Rapporti con altre specie Non noti.

Fattori di minaccia e cause del declino

Le cause di declino della specie sono probabilmente legate alla perdita ed al danneggiamento degli habitat, così come alla carenza delle fonti alimentari (i grossi insetti notturni) provocata dai pesticidi. La specie è molto vulnerabile al disturbo causato dalle attività nelle aree aperte ed al traffico stradale.