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Accessi indiretti: strumenti finanziari

Nel documento INDICE. Premessa CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA (pagine 41-52)

2.3 I Finanziamenti Comunitari alle Pmi

2.3.2 Accessi indiretti: strumenti finanziari

a) I FINANZIATORI “FORMALI”

Il supporto al settore della piccola e media imprenditoria, dato il potenziale di questa categoria, è diventato il fulcro della missione del Gruppo BEI, l‟istituzione finanziaria dell‟Unione europea. La Banca europea per gli investimenti agevola l‟accesso delle PMI alle risorse finanziarie attraverso prestiti erogati da intermediari finanziari a condizioni competitive, mentre il Fondo europeo per gli investimenti (FEI) mette a disposizione strumenti di capitale di rischio e di garanzia per sostenere la creazione e l‟espansione delle PMI più innovative. Per mettere a frutto questo know-how e nell‟attesa del varo di nuove iniziative, nel giugno 2005 il Consiglio dei governatori della BEI ha approvato l‟inserimento dei finanziamenti alle PMI tra le priorità operative della BEI. Il Gruppo BEI agevola l‟accesso delle PMI alle risorse finanziarie attraverso quattro strumenti distinti, che rappresentano l‟intero spettro dei mezzi necessari affinché queste imprese possano svilupparsi in un contesto economico in evoluzione: prestiti globali della BEI; attività di capitale di rischio del FEI; garanzie del FEI su portafogli di prestiti alle PMI e infine una nuova iniziativa che consentirà di diffondere questi tre strumenti e di abbinarli ai fondi comunitari, in particolare un nuovo strumento d‟ingegneria finanziaria, di cui parleremo di seguito. L‟attività della BEI abbraccia tutti i settori economici, con poche eccezioni: per motivi di ordine

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economico o etico, alcuni settori o tipi d‟investimento restano, infatti, esclusi dall‟ambito di ammissibilità della BEI31. Ai sensi della legislazione UE, inoltre, le operazioni della BEI sono soggette a restrizioni normative in taluni settori sensibili. Tutti i progetti finanziati dalla BEI devono essere conformi alla legislazione comunitaria negli ambiti della concorrenza, degli appalti e dell‟ambiente. Il volume dei finanziamenti della BEI a favore delle PMI è considerevole32. Finanziare le PMI è un‟attività a valenza locale: le piccole e medie imprese hanno bisogno del contatto diretto con partner finanziari che dispongano d‟informazioni locali e settoriali di alta qualità e che siano in grado di monitorare da vicino l‟evoluzione delle esigenze e di svolgere l‟istruttoria dei progetti proposti. Con un organico di circa 1300 persone, per lo più operanti nella sede di Lussemburgo, la BEI non potrebbe occuparsi direttamente delle migliaia di PMI distribuite in tutta l‟Unione. Ecco perché ha scelto di avvalersi, per i suoi prestiti globali, di una rete di banche commerciali che sono a contatto diretto con la clientela.Gli interventi della BEI a sostegno delle PMI si basano, pertanto, sulla partnership con gli intermediari finanziari, fatto che le consente di offrire scadenze lunghe e migliori condizioni finanziarie in virtù della sua capacità di

31Sono esclusi dall‟ambito dei finanziamenti e dei prestiti globali BEI: (i) l‟acquisto di terreni; (ii) i beni di seconda mano; (iii) il materiale bellico di qualsiasi tipo; (iv) i beni immateriali non direttamente prodotti, quali l‟acquisizione di brevetti; (v) le attività correnti e i costi operativi; (vi) l‟industria e il commercio del tabacco; (vii) il gioco d‟azzardo. Altri settori possono venire esclusi in conformità alla strategia di cooperazione dell‟UE per i singoli Paesi. Fonte: “Agevolare l‟accesso delle PMI alle risorse finanziarie nell‟Unione: la strategia del Gruppo BEI”, www.bei.org

32 Nel periodo tra il 2001 e il 2005, quasi la metà (EUR 25,4miliardi) dei 54,9 miliardi di euro in prestiti globali firmati dalla Banca con circa 200 banche partner è servita a finanziare progetti d‟investimento di PMI.

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raccogliere risorse sui mercati dei capitali a tassi favorevoli (riservati agli operatori con rating AAA). Gli intermediari s‟impegnano a informare i beneficiari finali in merito alla provenienza dei fondi e a trasmettere agli stessi i vantaggi delle linee di credito BEI. I finanziamenti BEI risultano interessanti anche per le scadenze relativamente lunghe, e, rispetto ad altri tipi di risorse, si caratterizzano per un elevato grado di versatilità legato, in particolare, alla loro disponibilità nel tempo e alla flessibilità di utilizzo in termini d‟importi e divise.I prestiti globali della BEI, concepiti originariamente dalla Banca negli ultimi anni ‟60 per contribuire al finanziamento di attività economiche di piccola e media dimensione nell‟industria e nei servizi, sono linee di credito a medio-lungo termine concesse dalla BEI a un intermediario – una banca o un‟istituzione finanziaria – che a sua volta utilizza i fondi per finanziare progetti d‟investimento su scala limitata33. Tutti i finanziamenti erogati su prestiti globali34 possono cumularsi con altri strumenti comunitari di sostegno (come gli aiuti a fondo perduto) alle PMI o alle infrastrutture su piccola scala, ma devono rispettare i limiti massimi dei contributi UE. Nel gennaio 2005, la BEI ha adottato la raccomandazione della Commissione che fissa nuovi criteri per la definizione di piccola e media impresa e che, in

33 I prestiti globali possono servire a finanziare anche piccoli progetti d‟infrastruttura, di norma promossi dai comuni o altre amministrazioni locali, per i quali le scadenze dei prestiti BEI sono particolarmente adatte. Fonte: “Agevolare l‟accesso delle PMI alle risorse finanziarie nell‟Unione: la strategia del Gruppo BEI”, www.bei.org

34 I prestiti globali destinati a finanziare le PMI sono generalmente rivolti a imprese con meno di 250 dipendenti, per investimenti di entità compresa tra 40 000 euro e 25 milioni di euro; il prestito copre fino al 50% dei costi del progetto, ossia un importo compreso tra 20 000 euro e 12,5 milioni di euro. La soglia minima del prestito può anche abbassarsi per operazioni destinate a finanziare le microimprese.

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particolare, riduce la soglia da 500 a 250 dipendenti. La nuova definizione ha avuto l‟effetto di ampliare la fascia d‟imprese da considerare di dimensione media. Per facilitare il finanziamento di queste società, consentendo nel contempo ad altre imprese di media dimensione di beneficiare degli interventi BEI, la Banca ha lanciato un nuovo prodotto – i prestiti «mid cap»35 – per aziende con più di 250 ma meno di 3000 dipendenti36. Il nuovo strumento consiste in una linea di credito accordata a un intermediario finanziario che, di norma, si assume il rischio legato al beneficiario finale, come per i prestiti globali. Le procedure in vigore per l‟approvazione di progetti da finanziare con prestiti «mid cap» sono snellite e, pertanto, più rapide e più adeguate alla dimensione dei progetti rispetto a quelle applicate alle operazioni finanziate con mutui individuali, concessi direttamente ai beneficiari finali. Al contrario di ciò che avviene per le PMI, i progetti delle società «mid cap» non sono automaticamente ammissibili ai finanziamenti BEI;

essi devono soddisfare almeno una delle priorità definite per beneficiare degli interventi della Banca e, in particolare: coesione economica e sociale, i2i o protezione dell‟ambiente. Le banche partner della BEI devono soddisfare requisiti stringenti di solidità finanziaria. Nel concedere crediti sui prestiti BEI, esse valutano i progetti a fronte dei criteri contrattuali definiti di concerto con la Banca

35 I finanziamenti «mid cap» possono coprire fino al 50% dei costi di progetto ammissibili, per investimenti di entità compresa fra 25 e 50 milioni di euro, il che dà luogo a prestiti di importo compreso fra 12,5 e 25 milioni di euro.

36 Si rimanda alla nuova definizione di PMI contenuta nella raccomandazione della Commissione 2003/361/CE del 6 maggio 2003 (GU L 124, 20.5.2003, p. 36).Conformemente all‟articolo 2 della raccomandazione, la Banca applica soltanto il criterio del numero di dipendenti: meno di 250, salvo nei casi disciplinati dalla variegata normativa sugli aiuti di Stato.

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e si assumono il compito della gestione del prestito. La decisione di erogazione spetta agli intermediari, che sono responsabili della valutazione e assunzione del rischio di credito comportato dalle singole PMI e dai rispettivi progetti d‟investimento e della prezzatura dei prestiti in funzione di tale rischio. La BEI ha sviluppato, negli anni, accordi di finanziamento con banche commerciali, società di leasing e istituti di credito a medio-lungo termine come casse di risparmio, banche provinciali e cooperative, che operano nei mutui fondiari e ipotecari.

L‟aspetto più rilevante dei finanziamenti intermediati della BEI è l‟impatto strutturale sia sulla disponibilità sia sulla definizione dei prezzi dei prestiti a termine accordati alle PMI. Alla luce di ciò, è importante per la BEI cooperare con un vasto numero di partner bancari. Diversificando la gamma dei suoi intermediari, la BEI stimola la concorrenza, spingendo le banche a offrire le migliori condizioni possibili, e promuove il trasferimento ai beneficiari finali delle condizioni favorevoli che essa concede. Gli intermediari hanno l‟obbligo di garantire la trasparenza dei prestiti globali e «midcap»37 e d‟informare i beneficiari finali del coinvolgimento della BEI. Ciò contribuisce a incoraggiare la concorrenza tra intermediari e a trasferire ai beneficiari finali gli effetti delle

37 Il nuovo strumento ha avuto applicazione in Italia con la stipula di un primo contratto con Intesa Medio-credito (Gruppo Intesa-SanPaolo) nel 2006 («Mid-CapI/A») e, nel 2007 di un secondo contratto concluso con un pool di cinque banche regionali («Mid-CapI/B»). Questo secondo contratto è specificamente destinato a sostenere investimenti all‟estero promossi da

«mid-cap»italiane nel quadro di un accordo di cooperazione con la SACE. Fonte: “La BEI in Italia”,www.bei.org/italy

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favorevoli condizioni finanziarie accordate dalla BEI. Nel 2005 la Banca ha adottato un dispositivo di valore aggiunto per i prestiti globali nell‟Unione europea, allo scopo di monitorare con maggior efficacia l‟apporto di questo strumento alla realizzazione degli obiettivi chiave della BEI illustrati nel suo Piano di attività. Il dispositivo di valore aggiunto è inteso a preservare la massima qualità degli intermediari e a garantire che i vantaggi finanziari accordati dalla BEI siano correttamente passati ai beneficiari dei prestiti. Le considerazioni in materia di valore aggiunto valgono anche ai prestiti mid cap.

Il Fondo europeo per gli investimenti38 (FEI), invece, è un‟istituzione finanziaria dell‟Unione europea creata per fornire sostegno alle piccole e medie imprese, incrementarne la competitività e promuovere l‟innovazione e la tecnologia in Europa. Il FEI, utilizzando fondi propri o quelli resi disponibili nell‟ambito del mandato conferitogli dalla BEI o dall‟UE, finanzia le PMI assumendo partecipazioni nel loro capitale e nei fondi di private equity, che intervengono in particolare a favore delle imprese europee high tech e di quelle nelle prime fasi di sviluppo. Sul totale degli interventi del FEI, il 40% circa riguarda le imprese in fase iniziale di sviluppo e il 56% quelle del settore tecnologico, essenzialmente i segmenti TIC e scienze della vita, ma il bilanciamento del portafoglio è assicurato da investimenti di buyout, come pure di sviluppo e generalisti. Il supporto indiretto alle PMI prende anche la forma di garanzie e contro garanzie sui

38 Ne sono soci la Banca europea per gli investimenti(62%),la Commissione europea (30%) e una ventina di istituzioni finanziarie pubbliche e private (8%) di tutti i 25 Stati membri dell‟UE.

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portafogli di prestiti alle PMI nonché su portafogli di leasing e di prestiti cartolarizzati. Tra le controparti di queste operazioni figurano banche, società di leasing, istituzioni di garanzia e consorzi di garanzia. In questi due ambiti, il FEI fornisce assistenza tecnica su commissioni a enti regionali, organizzazioni di sviluppo e alla Commissione europea. Il FEI, inoltre, utilizza numerosi strumenti finanziari che non offrono finanziamenti diretti alle PMI, ma sono solitamente gestiti attraverso intermediari quali banche, istituzioni creditizie o fondi d'investimento. La loro finalità consiste nell'incrementare il volume di credito a disposizione delle PMI e di incoraggiare questi intermediari affinché sviluppino l'accesso al credito da parte delle PMI.

La Banca Europea per la Ricostruzione e Lo Sviluppo (BERS), invece, finanzia progetti che hanno come obiettivo quello di promuovere l'economia di mercato e la democrazia in 27 Paesi distribuiti fra l‟Europa centrale e l'Asia Centrale.

Esistono diverse iniziative finanziate dalla BERS:

Il Dispositivo di finanziamento UE-BERS aiuta la crescita e lo sviluppo delle PMI facilitando l'accesso al credito mediante la cooperazione con banche locali.

Iniziativa Gate2Growth "Accesso ai Finanziamenti", attraverso un portale destinato a imprenditori in rete, intende sostenere gli stessi nei processi innovativi,e, fornendo strumenti, infrastrutture e servizi di sostegno, stabilisce contatti fra investitori ed imprenditori innovativi per mezzo di una banca dati.

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b) I FINANZIATORI INFORMALI: il ruolo dei Business Angel

Il business angel (BA) è una persona che apporta del capitale a una o più start-up o a imprese con forte potenziale di crescita (diventandone così azionista), nonché la sua esperienza in materia di gestione d‟impresa e la sua rete di contatti. E‟ un intervento che si sviluppa nel tempo e che prende forme molto diverse. I business angels investono in numerosi settori – tuttavia non bisogna dimenticare che il BA ricerca delle imprese con caratteristiche prima citate- che potranno permettergli di avere un ritorno molto elevato sul potenziale investimento, di avere le migliori opportunità di liquidità39 e di vivere un‟avventura imprenditoriale appassionante.

L‟intervento di uno o più business angels in un‟impresa è un intervento attivo.

I business angels investono generalmente dai 25.000€ ai 250.000€ per impresa, ma anche fino a 400.000€ nel Regno Unito. La media in Europa tra i paesi più maturi è di 80.000€ per ogni partecipazione. Quando invece si raggruppano in

“sindacati”, i business angels possono investire fino a 2,5 milioni di euro in alcuni paesi. Questo ruolo è essenziale se l‟Europa vuole raggiungere i suoi obiettivi in termini di crescita del PIL, per questo la Commissione Europea vorrebbe vedere crescere il numero dei business angels.

39 Le uscite sono rese più probabili qualora la crescita d‟impresa implichi un aumento di capitale o una sua ristrutturazione.

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L‟Europa è indietro, in rapporto agli Stati Uniti, in termini di numero d‟investitori attivi nella fase di avviamento dello sviluppo delle imprese, compresi i business angels. Gli angels sono tra i rari investitori privati attivi nei finanziamenti di avviamento, e la loro esperienza personale è particolarmente importante per gli imprenditori che possono attingere alle loro conoscenze per aumentare le possibilità di riuscita. Ma la situazione è migliorata. Il numero di reti di business angels attive è aumentato in Europa, con gli investimenti sotto forma di

“sindacati”, sempre più diffusi nei mercati più maturi, ma la prospettiva globale è disomogenea, perché numerosi Stati Membri hanno bisogno di stimolare sempre più l‟interesse degli investitori ad entrare sul mercato e di sensibilizzare al meglio gli imprenditori verso le possibilità offerte attraverso l‟investimento degli angels.

La Commissione si sforza di aiutare gli Stati Membri nel creare un ambiente favorevole all‟investimento nelle PMI, compreso l‟investimento degli angels. La Commissione incoraggia ugualmente gli angels e le reti dei business angels ad aumentare la loro visibilità e favorire la comprensione dei benefici offerti da questo tipo di attori, da parte degli imprenditori e degli Enti pubblici preposti.

Inoltre, l‟accresciuta cooperazione tra le reti degli angels e altri tipi d‟investitori può apportare delle sinergie interessanti a favore del finanziamento in fase di avviamento. La Commissione si è impegnata a compiere sforzi per sostenere questo tipo di cooperazione e per identificare e diffondere le migliori pratiche40.

40 Molti di questi progetti sono descritti nella Comunicazione della Commissione “Finanziare la crescita delle PMI – promuovere il valore aggiunto europeo”.

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L‟intervento dei business angels41 è strutturalmente necessario, perché, essi intervengono quando nessun‟altra fonte di finanziamento è disponibile;

contribuiscono, inoltre, alla buona costruzione dei progetti, dando un sostegno ai giovani imprenditori, proponendogli prodotti e servizi nuovi che generalmente gli mancano: denaro, esperienze, reti di conoscenze … sono dei co-creatori. I Business Angels sono organizzati in reti locali, conosciute come B.A.N.42 (Business Angels Network); queste sono delle strutture permanenti che consentono ai Business Angels di incontrare imprenditori alla ricerca di capitale e di competenze manageriali.

EBAN raggruppa in questo momento più di cinquanta reti regionali e federazioni nazionali43 di una ventina di paesi europei. I principali obiettivi sono:

Incoraggiare gli scambi d‟esperienza tra reti di BA e i trasferimenti delle migliori pratiche; promuovere il riconoscimento delle reti di BA e del ruolo economico svolto dai BA; contribuire alla creazione e alla messa in opera di programmi locali, regionali, o nazionali di aiuto alla creazione e allo sviluppo di un ambiente

41 Il ruolo essenziale che i business angels hanno nel finanziamento delle imprese con forte potenziale di crescita è stato studiato e confermato da numerosi documenti pubblicati e resi noti dalla “DG Imprese ed Industria” della Commissione Europea. Fonte: “Benchmarking Business Angels”, Best Report nr. 1, (2003).

42 EBAN è l‟Associazione Europea delle Reti di Business angel, situata a Bruxelles. E‟ stato istituita sotto l'egida della Commissione Europea nel 1999 da un gruppo di reti di business angel primi in Europa e EURADA (l'Associazione europea delle agenzie di sviluppo).

43 Ha aderito anche l'associazione italiana, IBAN, l'indomani della sua costituzione che è avvenuta il 15 marzo 1999.

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favorevole per le attività dei BA. In generale, le reti dei business angels44 sono delle iniziative private che, a volte, beneficiano di un sostegno finanziario pubblico45.

Altre reti d‟investitori informali -o meglio finanziatori- svolgono un altrettanto ruolo fondamentale nell‟offrire servizi alle imprese e in particolare alle PMI; tra questi GATE2GROWTH (in collaborazione con BERS) ed ENTERPRISE EUROPEAN NETWORK (EEN). La prima, nata nel 2001, offre una serie di servizi nell‟ambito dell‟imprenditorialità innovativa, innanzitutto favorendo il networking e lo scambio di best practices a livello europeo. Ha come target principali: investitori, imprenditori e professionisti dell‟innovazione. Riunisce inoltre tre comunità su tre temi specifici e gestisce alcuni progetti a livello europeo.

Secondo la categoria di utilizzatori (professionisti dell‟innovazione, imprenditori, investitori), la rete mette a disposizione dei membri i seguenti servizi: società di

44Sulle 228 reti operanti in Europa nel 2004, 35 erano delle reti commerciali. Le reti private senza sussidio, operanti in Europa, hanno delle difficoltà a raggiungere il profitto, in ragione dei costi fissi operativi elevati e della natura volatile ed instabile del mercato del capitale di rischio informale.

45 L‟aiuto pubblico può avere la forma di una sovvenzione annuale o meglio di un premio per ogni progetto d‟impresa sottoposto ai business angels di una rete. Questo sostegno pubblico è essenziale al fine di aiutare le reti regionali e locali a sensibilizzare e attivare dei nuovi BA e ad attirare gli imprenditori con talento in cerca di capitale. Certe reti sono integrate in seno ad organismi che offrono una serie di servizi finanziari o non finanziari alle start-up in fase di avviamento o di creazione (come incubatori, parchi scientifici, club di imprenditori o anche scuole del commercio).

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servizi specializzate nel supporto all‟imprenditoria innovativa per la prima categoria; supporto nello start-up di nuove attività elaborazione di business plan per la seconda, ricerca di finanziamenti per l‟ultima.

La seconda rete, EEN, nasce nel febbraio 2008 con l‟obiettivo di aiutare le piccole e medie imprese a sviluppare il loro potenziale d‟innovazione e sensibilizzarle nei confronti delle politiche della Commissione. Questa nuova iniziativa della Commissione europea offre agli imprenditori uno sportello unico cui possono rivolgersi per avere consigli e usufruire di un‟ampia gamma di servizi di sostegno alle imprese, e di facile accesso.

Nel documento INDICE. Premessa CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA (pagine 41-52)