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L‟impatto dei fondi strutturali 2000/2006 sulle Pmi della regione CAMPANIA

Nel documento INDICE. Premessa CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA (pagine 64-73)

2.4 I Fondi Strutturali

2.4.2 L‟impatto dei fondi strutturali 2000/2006 sulle Pmi della regione CAMPANIA

Il Rapporto di Valutazione Intermedia (ottobre2005) della Regione Campania63, puntualizza l‟importanza della verifica delle realizzazioni e dei risultati in queste categorie d‟investimento definisce un set minimo di core indicators64 , per ognuna

62Sono stati stanziati30 miliardi di euro entro il 2011, attraverso la Banca europea per gli investimenti, al sostegno delle piccole e medie imprese in Europa

63 Una valutazione ex-post definitiva non è ancora possibile poiché i fondi strutturali(nel caso della Campania rientrano in quelli delle regioni obiettivo 1:FSE-FESR-SFOP-FEAOG) sono stati prorogati per l‟Italia dall‟UE fino al 30 Giugno 2010. Decisione della Commissione del 18.02.09 C(2009) 1112 DEFINITIVO

64 Indicatori di realizzazione, di risultato e d‟impatto.

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di esse di particolare interesse per la Commissione per la verifica di ciò che è stato raggiunto con il supporto dei fondi strutturali. Per quanto riguarda il settore Business Development (Sviluppo delle Pmi, Ricerca&Sviluppo) è riportata una sintesi nella tabella seguente: PMI, suddivise in base al fondo cui il regime di aiuto fa riferimento (PMI FESR, PMI FEOGA, PMI SFOP) e Ricerca.

TABELLA 1.65

GRAFICO 1.

65 La fonte di tutti i grafici e le tabelle di questo paragrafo è a cura del Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici della Regione CAMPANIA

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La dimensione media degli interventi (Impegni/n. interventi) mostra una generale frammentazione delle risorse POR per le PMI, indicativa del prevalente uso di strumenti di aiuto poco selettivi con la prevalenza del regime in de minimis66. Per quanto attiene alla segnalazione dei livelli di attenzione (alto, medio, basso), l‟area d‟intervento “Sviluppo delle attività produttive” mostra un buon livello di performance fisica, da segnalare, difatti, solo il 15% di livello di attenzione alto riguardo alle misure destinate alle PMI.

Nel complesso le misure di regimi di aiuti all‟interno della progettazione integrata sono state tutte attivate ad eccezione della misura 5.2.67 Per quanto riguarda le misure finanziate a valere su risorse FEOGA, anche in questo caso, la distribuzione di risorse appare collimante con l‟obiettivo di riequilibrio delle aree interne insito nello sviluppo rurale. Nello specifico, la misura 4.8, insieme alla 4.9, ha rappresentato un‟opportunità efficace per l‟economia d‟interi comprensori agricoli; le performance della misura 4.19 dovrebbero indurre a un ripensamento delle norme di attuazione della misura stessa, senza rinunciare a perseguire gli obiettivi coltivati; la misura 4.15 presenta ambiguità di valutazioni, poiché

66 Le misure che prevedono aiuti alle imprese incidono per il 15% sul totale del POR e comprendono forme di attuazione sia di tipo mono-settoriale, sia attraverso la progettazione integrata. In particolare per i PI turistici e industriali è stato previsto il contratto di investimento la cui procedura di attivazione è terminata.

67In particolare si fa notare come la tipologia di interventi legati alle imprese sociali non ha avuto ancora una formalizzazione procedurale per l‟attivazione dei bandi.

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potrebbe essere foriera di effetti secondari indesiderati, pur presentando eccellenti performance sotto il profilo finanziario e realizzativo.

Per quanto riguarda le misure a valere su risorse SFOP, esse hanno finanziato interventi efficaci e innovativi, pur permanendo nel settore una serie di problematiche strutturali che riguardano in estrema sintesi la verticalizzazione delle filiere e la commercializzazione del prodotto.

Per quanto riguarda la “Ricerca e innovazione”, che comprende misure dedicate all‟offerta (Centri di competenza) e alla domanda di trasferimento tecnologico, la performance fisica risulta apprezzabile, anche se il dato fisico relativo al trasferimento tecnologico non è stato valorizzato68.

Con la voce “Altro” sono contemplate le misure relative alla promozione turistica.

68 A tal proposito possono risultare interessanti le indagini di campo effettuate dal valutatore specialistico che rileva un interessante andamento crescente nella propensione ad investire, da parte delle PMI, nella ricerca&sviluppo.

68 TABELLA 269.

TABELLA 3.

69Sono riportati i dati relativi alla performance fisica e di risultato del programma relativi allo sviluppo delle attività produttive sintetizzando gli indicatori di realizzazione e di risultato in base ai core indicators.

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Per quanto riguarda, invece, il „rafforzamento della struttura produttiva regionale‟, che rappresenta uno degli obiettivi (target) del POR, il nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici della regione Campania l‟ha suddiviso in quattro sotto-obiettivi:

1. Crescita media annua delle unità di lavoro nell‟industria pari al 3%. Questo primo sotto-obiettivo non mostra buone performance: il settore dell‟industria in senso stretto in Campania ha mostrato una tenuta occupazionale modesta pari all‟1,2%, tra il 2000 e il 2004 (Tabella 1).

2. Incremento delle esportazioni a un tasso medio annuo di crescita del 6,5%. Il tasso medio annuo di variazione delle esportazioni, in Campania, nel periodo 1999-2004 è stato del 3,07%, come si evince dalla Tabella 3. Tale valore rappresenta meno della metà dell‟obiettivo prefissato, è inferiore al valore dell‟Italia (4,9), ed è la metà di quello del Mezzogiorno (6,95). Su tali valori hanno inciso moltissimo i trend negativi registrati nel 2002 e 2003, che hanno interessato tutte le regioni italiane, ma in modo particolare la Campania, che non è riuscita a contenere gli effetti della crisi internazionale. Soprattutto nel 2003 si è registrata una riduzione delle esportazioni pari a -12,7%, con valori totali (6.840 milioni di euro) simili a quelli del 1998-1999. Dopo il forte calo avuto nel 2003, nel 2004 si registra una ripresa delle esportazioni.

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Tabella 4. Esportazioni totali (Variazione % su anno precedente)

3. Rapporto fra esportazioni e PIL pari a più del 13% alla fine del decennio.

Il perseguimento di questo sotto-obiettivo si può misurare attraverso l‟andamento della Variabile di Rottura” Capacità di esportare” (Valore delle esportazioni di merci in % del

PIL). I dati disponibili si fermano al 2003: l‟andamento è negativo soprattutto dal 2000 in poi, non solo per la Campania, ma anche per il Mezzogiorno e l‟Italia. La Regione Campania, con un rapporto tra esportazioni e PIL pari all‟8%, appare ancora lontana dall‟ obiettivo prefissato dal Programma.

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4.Espansione delle presenze turistiche in circa 12 milioni di unità al 2008, con aumento di oltre il 60% rispetto all‟inizio del Programma.

Nel 2004 rispetto al 2000 si è avuta una riduzione delle presenze turistiche di circa un milione di unità, con una flessione pari a circa il 4,5%.

TABELLA 5. Presenze Turistiche in CAMPANIA

L‟andamento dal 2000 al 2004 è abbastanza statico, mantenendosi su valori intorno a 3,5 giornate di presenza per abitante, in media con l‟andamento del Mezzogiorno, ma ancora nettamente inferiore al valore nazionale (5,9 nel 2004)

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In conclusione, dunque, si può affermare che i fondi strutturali, relativamente al settore Pmi, non hanno dato i risultati sperati e programmati, soprattutto in merito all‟occupazione e al settore dell‟export. Ciò fa intuire che forse la spesa – non tanto in riferimento alla quantità, che pure è inferiore al totale disponibile, ma alla qualità – non sia stata programmata con dovuta lungimiranza, favorendo magari le spese correnti, oppure, progetti che non si sono dimostrati tanto validi, soprattutto nel settore turistico, dell‟artigianato e dell‟agricoltura. Si noti, inoltre, come la situazione campana sia tra la peggiori rispetto alle altre regioni del mezzogiorno(obiett.1); quindi tutto fa pensare che di più si poteva fare. E speriamo che ciò sia da lezione affinchè per la prossima tranche di fondi strutturali(2007/2013), la Regione Campania si attivi al meglio nella programmazione ed erogazione di suddetti fondi.

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III CAPITOLO. Il RAPPORTO BANCA-PMI e il RUOLO

dell‟UE

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