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Il credito alle imprese

Nel documento INDICE. Premessa CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA (pagine 124-131)

IV CAPITOLO . La CRISI FINANZIARIA e il CREDITO alle PMI: Considerazioni conclusive e prospettiche

4.2 Il credito alle imprese

La profondità della crisi che stiamo attraversando spinge legittimamente a chiedersi quali saranno gli effetti „reali‟ di quanto è accaduto, in un contesto macroeconomico generale che peraltro già presentava segnali di rallentamento. Si teme in particolare un‟interruzione dei flussi di credito verso le imprese (credit

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crunch). Nelle ultime settimane, inoltre, Basilea 2 ha attirato le critiche109 di molti osservatori per i suoi effetti pro-ciclici, ossia di amplificazione delle fluttuazioni del ciclo economico.

Se, infatti, i requisiti patrimoniali dipendono dai rating, la recessione, portando con sé tassi d‟insolvenza più elevati e peggioramenti dei rating più frequenti, conduce a un aumento del capitale minimo richiesto alle banche. Poiché è più difficile raccogliere nuovo patrimonio durante una recessione, per mantenere le proporzioni tra capitale e attività a rischio le banche finiscono per concedere meno credito all‟economia. Ciò espone le imprese a nuove tensioni finanziarie, accentuando la recessione. Analogamente, alla presenza di una forte crescita economica, associata a un generale miglioramento del merito di credito delle controparti (up-grading), i coefficienti patrimoniali si allenterebbero, consentendo alle banche di aumentare oltre misura l‟offerta di credito all‟economia110.

In realtà, qualunque sistema di adeguatezza patrimoniale, fondato o no sui rating, tende a essere pro-ciclico. Infatti, alla presenza di una recessione, le insolvenze delle imprese affidate si fanno più frequenti e richiedono maggiori accantonamenti a riserva e rettifiche di valore, riducendo la dotazione

109 Le critiche a Basilea 2 espresse in questi ultimi giorni hanno spinto alcuni osservatori a invocare l‟abbandono dell‟attuale schema di adeguatezza patrimoniale a favore di un sistema più flessibile, un “Basilea 3”.

110 Numerose evidenze empiriche internazionali suggeriscono inoltre che, a livello macroeconomico, le condizioni di accesso al credito riflettono l‟andamento del ciclo economico.

In particolare, nelle fasi espansive del ciclo le banche aumentano considerevolmente l‟esposizione verso i prenditori più rischiosi, sebbene lo spread a questi applicato non remuneri adeguatamente il maggior rischio assunto; al contrario, nelle fasi di contrazione economica decresce la quota relativa di finanziamenti bancari erogati alle imprese di minori dimensioni o alle imprese più rischiose. Banca e Finanza.it

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patrimoniale delle banche. La riduzione costringe le banche a contrarre l‟offerta di credito. La novità di Basilea 2 è che la pro-ciclicità non nasce solo dall‟andamento delle insolvenze, ma anche dalle variazioni del rating assegnato ai debitori; ne consegue un andamento pro-ciclico più accentuato, legato alla frequenza delle insolvenze e a quella dei cambiamenti di rating.

Appendice. La situazione italiana

I dati aggregati, le indagini presso le imprese e quelle presso le banche registrano un inasprimento delle condizioni di concessione del credito, in particolare per alcune tipologie d‟imprese. Le indagini disponibili riflettono soprattutto il peggioramento ci-clico dell‟economia con l‟aggravarsi della crisi finanziaria internazionale.

È rilevato111 - per effetto della crisi dei mercati finanziari e della concomitante applicazione di Basilea 2 - un diffuso timore di razionamento del credito. Inoltre, sono segnalati l‟incremento dei costi connessi, la richiesta di maggiori garanzie e, più in generale, una crescente instabilità del rapporto banca-impresa. Gli organismi meglio in grado di affiancare le imprese in questo momento risultano i Confidi e le banche più radicate nel territorio (es. BCC), ove non assorbite da operazioni di concentrazione bancaria.

A ottobre, l‟Indagine sul credito bancario ha registrato un ulteriore inasprimento delle condizioni di offerta di credito e le attese per i prossimi mesi sono di un

111Dossier “Crisi finanziaria e accesso delle imprese al credito” CONFINDUSTRIA(2008)

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ulteriore irrigidimento. Tale tendenza data dalla seconda metà del 2007 e nel 2008 è stata più accentuata per i prestiti alle grandi imprese e per quelli a lungo termine.

L‟inasprimento è stato soprattutto motivato con il maggior rischio generale e specifico di alcuni settori per il peggioramento del ciclo economico, ma alcune risposte segnalano anche l‟effetto della crisi finanziaria internazionale, soprattutto in relazione a operazioni di fusione e ristrutturazione.

Il peggioramento delle condizioni è principalmente consistito nell‟aumento dei margini sui prestiti più rischiosi, ma vi sono anche prime indicazioni di moderata restrizione sulle quantità erogate.

A settembre, oltre un quarto delle imprese ha giudicato in peggioramento le condizioni di accesso al credito, contro il 19% a marzo. Tale percentuale sale a

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62,9% (contro 39,8% a marzo) per le imprese che hanno richiesto l‟attivazione di nuove linee di credito o l‟espansione di linee già esistenti.

In particolare per le pmi l‟indagine112 ha evidenziato un incremento della selettività bancaria nella concessione del credito dovuta all‟adozione, a seguito dell‟entrata in vigore di Basilea 2, di criteri di valutazione più rigorosi ; e all‟effetto della crisi finanziaria internazionale.

I confidi hanno segnalato, nel 67% dei casi, che negli ultimi tre mesi si è osservato, a parità di credito erogato, un peggioramento della qualità della composizione delle linee di credito concesse alle imprese.

L‟85% dei confidi e delle società di garanzia intervistati,inoltre, ha messo in evidenza che l‟attuale andamento del credito alle piccole e medie imprese sia tale da configurare, nel complesso, un fenomeno di razionamento del credito,soprattutto verso microimprese (< 10 dipendenti); e, in particolare, in alcuni settori (es. tessile, calzaturiero, edile, immobiliare, orafo) e aree (Mezzogiorno,soprattutto Campania) considerati ad elevata rischiosità.

112Indagine Federconfidi sull‟accesso al credito delle PMI (ottobre2008)

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Grafico 2. Fonte Indagine ISAE 28 aprile 2009

Grafico 3.

Anno 2008

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Un ruolo significativo l‟hanno avuto i tassi d‟interesse:l‟82% dei confidi intervistati ha dichiarato,infatti, che negli ultimi 3 mesi le banche hanno aumentato tali tassi alle imprese,dando luogo al fenomeno del “Pricing del credito”.

Le imprese italiane pagano un prezzo sempre più alto per la crisi del credito113: sale, infatti, a 13,8 miliardi l‟anno l‟onere finanziario per le aziende derivante dal mancato adeguamento dei tassi di mercato applicati dalle banche a quelli di riferimento BCE. A dicembre 2008 questa cifra si attestava a 12,5 miliardi.

Grafico 4.

113Analisi dell‟Ufficio studi di Confartigianato che ha calcolato l‟impatto della crisi del credito sul sistema imprenditoriale. A luglio 2007, prima dell'inizio della crisi dei mutui subprime, il tasso di riferimento fissato dalla BCE era pari al 4,0% e nel contempo i tassi sui prestiti alle imprese si attestavano al 5,60%. In piena crisi, a febbraio 2009, una decisa politica monetaria espansiva porta il tasso di riferimento BCE al 2,0%. Ma i tassi sui prestiti alle imprese applicati dalle banche non si allineano al ribasso, mantenendosi al 4,83%. Praticamente, aduna riduzione del 2,25% dei tassi Bce corrisponde una diminuzione dello 0,77% del tassi pagati dalle imprese alle banche.

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