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Strumenti a favore delle Pmi: TREMONTI BOND

Nel documento INDICE. Premessa CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA (pagine 132-142)

IV CAPITOLO . La CRISI FINANZIARIA e il CREDITO alle PMI: Considerazioni conclusive e prospettiche

4.3 UE e Italia: rimedi contro la crisi

4.3.1 Strumenti a favore delle Pmi: TREMONTI BOND

La crisi finanziaria e i riflessi sull‟economia reale hanno reso necessario un intervento di sostegno alle imprese e la pronta attivazione d‟idonei strumenti di finanziamento anche da parte dei singoli Stati membri.

In Italia, precisamente, è stata accolta la richiesta di Abi e Confindustria di un congruo rifinanziamento di 450 milioni di euro del Fondo di garanzia115 per le Pmi per facilitare ulteriormente l‟accesso al credito da parte delle imprese.

L‟aumento delle disponibilità sarà utilizzato per rafforzare la funzione del Fondo di Garanzia quale sostegno all‟attività dei consorzi fidi cui è riservato il 30 per cento delle risorse aggiuntive nella forma di controgaranzie offerte sulle garanzie prestate dagli stessi confidi. Da questo punto di vista nessuna novità è prevista dal punto di vista operativo. Cosa che invece avverrà riguardo alla seconda destinazione delle risorse aggiuntive: l‟intervento del Fondo di garanzia sarà, infatti, esteso alle imprese artigiane. Il che significa un allargamento sostanziale dei potenziali beneficiari che potrà riguardare circa 700 mila imprese raggruppate in 250confidi.Attraverso il Fondo sarà possibile beneficiare di procedure snelle e semplificate116, della garanzia per qualsiasi operazione finanziaria, purché finalizzata all‟attività d‟impresa; della cumulabilità dello stesso investimento con

115 In 9 anni di operatività, il Fondo ha ammesso a garanzia complessivamente oltre 56.000 Pmi (di cui oltre 13.000 solo nell‟arco degli ultimi 12 mesi) per un totale di finanziamenti garantiti pari a 11 miliardi di euro. Fino allo scorso novembre, le operazioni ammesse a garanzie che si riferiscono alle imprese a prevalente partecipazione femminile ammontano a 7.580 per un totale di finanziamenti garantiti pari quasi 600 milioni di euro. Fonte: FEDERFIDI

116 Attualmente il 90% delle richieste viene presentato on line ed i tempi medi di istruttoria e delibera delle richieste di garanzia sono pari, al massimo, a 15/20 giorni lavorativi.

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altri regimi di aiuto.Non molto, ma comunque abbastanza da presentarsi in banca con un qualche tipo di garanzia pubblica. Due le principali criticità: la piena disponibilità delle risorse previste e, la reale efficacia della garanzia pubblica ai fini della ponderazione zero117, qualora essa operi nei limiti delle risorse assegnate.

Ma lo strumento finanziario più innovativo, per attenuare gli effetti della crisi (in particolar modo il credit crunch) sembrano essere i Tremonti Bond118. Previsti dal decreto anti crisi119 varato dal governo, suddetti „bond‟ sono Strumenti ibridi, nello specifico si tratta di obbligazioni bancarie speciali emesse dagli istituti di credito quotati in Borsa che hanno buoni fondamentali120. Il ministero del Tesoro s‟impegna a sottoscrivere questi titoli in modo da rafforzare gli indici di patrimonializzazione delle banche. In questo modo, gli istituti potranno superare la crisi di liquidità e tornare a concedere prestiti alle imprese e alle famiglie.

Secondo le proiezioni del Governo, per ogni euro sottoscritto, le banche potranno

117 L‟intervento del Fondo di Garanzia per le Pmi avrà proprio l‟effetto di rendere “leggero” il debito delle imprese garantite ai fini del calcolo del patrimonio minimo che le banche devono possedere in relazione alla rischiosità della loro esposizione creditizia, così come stabilito dagli accordi di Basilea II. Debito leggero come quello che fa capo allo Stato, il soggetto in assoluto meno rischioso, il quale infatti si impegna a ripianare le passività del Fondo di Garanzia in caso di suo default. Fonte: FEDERFIDI.

118 Si chiamano così dal nome del Ministro del Tesoro che li ha proposti:Giulio Tremonti.

119 Decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, recante «Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anticrisi il quadro strategico nazionale» convertito dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2 e, in particolare, l'art. 12, concernente

«Finanziamento dell'economia attraverso la sottoscrizione pubblica di obbligazioni bancarie speciali e relativi controlli parlamentari e territoriali».

120 L‟istituto di credito avanza la domanda alla Banca d‟Italia e al ministero del Tesoro 30 giorni prima delle sottoscrizioni. Bankitalia verifica (istruttoria legata ai rating) che la banca abbia un patrimonio sufficientemente solido (anche in prospettiva) e che i rischi per chi sottoscriverà questo strumento siano adeguati allo spirito dell‟obbligazione.

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immetterne sul mercato 15, tra mutui e prestiti. È il cosiddetto effetto leva, che dovrebbe riportare in circolo nel sistema la liquidità prosciugata alla crisi finanziaria121. Si tratta di obbligazioni speciali per due motivi: in caso di difficoltà nel rimborso e su richiesta degli stessi emittenti, il Tesoro potrà convertirle in partecipazioni azionarie; non hanno una scadenza predefinita, giacché sarà la stessa banca a decidere quando sarà nelle condizioni di rimborsare lo Stato122. S‟impegneranno, inoltre, a favorire il credito alle imprese, soprattutto piccole e medie, e alle famiglie. Più specificatamente, gli impegni che il Tesoro richiede sono:

- il contributo finanziario per rafforzare la dotazione del fondo di garanzia per le PMI;

- l'aumento delle risorse da mettere a disposizione per il credito alle Pmi;

- per i lavoratori in cassa integrazione o percettori di sussidio di disoccupazione, la sospensione del pagamento della rata di mutuo per almeno 12 mesi ;

- la promozione di accordi per anticipare le risorse necessarie alle imprese per il pagamento della cassa integrazione;

tuttavia,essendo un codice non vincolante perde tutta la sua efficacia normativa.

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Questi impegni, ed il più generale andamento del credito all'economia, saranno oggetto di attento monitoraggio124 operato sul modello applicato in Francia con successo.

E‟ importante ricordare che la Commissione Europea, organo esecutivo dell‟UE, ha dato la sua approvazione per l‟avvio della modifica del regime italiano di conferimento dei capitali ai vari istituti di credito (“Tremonti bond”). L‟organo esecutivo europeo ha spiegato che le modifiche sono state accolte, in quanto rappresentano “una soluzione alternativa per gli istituti creditizi nell‟ambito della remunerazione dei titoli”; inoltre, queste misure sono in linea con i dettami della Commissione per quanto riguarda il sostegno da adottare nei confronti delle banche al fine di superare la crisi economica attualmente in corso125. Altri due aspetti positivi di tale regime, come ha anche precisato la stessa Commissione, sono la remunerazione che può ottenere lo Stato e l‟uscita anticipata.

L‟ammontare di capitale che sarà fornito attraverso l‟emissione del Tremonti bond avrà comunque un limite, ovvero il 2% del valore delle attività dell‟istituto di credito che sono state ponderate per il rischio e, in aggiunta, un limite massimo

124 Si è a lungo discusso sull‟utilizzo dei prefetti per vigilare l‟andamento del credito alle imprese e alle famiglie. Dopo numerosi dibattiti e controversie si è giunti al compromesso tra Governo e Banca d‟Italia: le filiali di Bankitalia dovranno però fornire solo i "dati aggregati a livello territoriale e per settore di controparte", su specifica indicazione di Mario Draghi, governatore della Banca d'Italia.

125 L‟annuncio relativo a tali strumenti è arrivato insieme ad una nota di Neelie Kroes, Commissario Europeo Anti-trust:“Le autorità italiane hanno chiesto di poter modificare la struttura del loro regime al fine di renderlo più interessante per quelle banche che hanno intenzione di utilizzare i capitali dello Stato solamente per un breve periodo.”

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dell‟8% del Capitale Tier 1 (si tratta della misura base della forza finanziaria di una banca dal punto di vista di un‟autorità di controllo). Le condizioni per la remunerazione prevedono un coupon iniziale e aumenti successivi collegati ai pagamenti di dividendi oltre a un premio sul prezzo di riscatto126.

In questo momento i Tremonti bond sono stati richiesti da pochi istituti di credito127: il Tesoro sta per sottoscrivere i primi bond (1,45 miliardi di euro) emessi dal Banco Popolare. A questi seguiranno per la Popolare di Milano (500 milioni); circa 2 miliardi per il Monte dei Paschi;200 milioni per il Credito Valtellinese; a questi si aggiungeranno i 4 miliardi per i quali Intesa-San Paolo ha annunciato l‟emissione ma il cui iter non è stato ancora formalizzato.

Complessivamente 10,5 miliardi dei 12 messi a disposizione. Questo è il quadro per quel che riguarda le singole banche, ma, cercheremo di approfondire, quale sarà l‟effetto sul sistema128.

126 In tale contesto di crisi si rivela necessario rilanciare la competitività dell'Unione europea e della zona euro nel contesto internazionale, attraverso l'introduzione di nuovi strumenti finanziari che possano dare un nuovo slancio alla crescita e alla produttività europea. Con una Dichiarazione scritta: "Eurobond, nuova strategia per la crescita"(Vice-presidente Parlamento Europeo Mauro/Capo-gruppo PSE Pittella), si è lanciata la proposta di introdurre gli Eurobond come strumento finanziario addizionale volto a sostenere la politica di investimenti pubblici infrastrutturali. Le strade percorribili per introdurre gli EuroBonds, come fonte di finanziamento collegata al bilancio comunitario, sono almeno due. Si potrebbe pensare a strumenti di garanzia, simili al già esistente strumento di garanzia dei prestiti per i progetti della rete trans-europea dei trasporti finanziato per 1 miliardo di euro da BEI e Bilancio Europeo (al 50%), oppure a strumenti di debito veri e propri. Fonte:IL SUSSIDIARIO.NET (ECONOMIA e FINANZA).

127 Fonte AFFARI&FINANZA di LA REPUBBLICA art. del (15/06/09)

128 Secondo i calcoli del Governo il sistema creditizio (applicando un moltiplicatore prudente di 12,5/cfr pag. ) dovrebbe beneficiarne per un totale di 125 miliardi.

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Anche se teoricamente potrebbero riversarsi centinaia di miliardi nel mercato creditizio a favore delle Pmi, nei fatti sarà molto più difficile. Il credito ha bisogno di alcuni fattori essenziali: che le banche abbiano soldi da prestare (sembra che dopo la crisi d‟autunno la liquidità c‟è); che le stesse abbiano bisogno di un patrimonio adeguato (i Tremonti bond vanno in questa direzione) per supportare un maggior volume di crediti; infine c‟è bisogno di una domanda di credito vivace. E‟, dunque, proprio questo punto che viene a mancare: con il Pil che crolla129 sono poche le imprese che chiedono capitali per investire, e, quando lo richiedono, spesso non sono accontentate (vedi appendice paragr.4.2).Quello che potrebbe succedere con i Tremonti bond, allora, è che le banche potranno evitare di rientrare dai prestiti già erogati, abbassare i tassi d‟interesse (adeguamento ai tassi della BCE), e, forse, aumentare un po‟ i volumi di credito. Alla fine si spera

(un‟indagine certa e approfondita può essere fatta solo sul medio-lungo ternine) che la funzione di questi strumenti sarà di evitare un razionamento di credito (credit crunch) che potrebbe influire, e non di poco, sull‟andamento dell‟economia reale (impresa,sviluppo,occupazione) e portare a scenari più catastrofici della crisi finanziaria.

129 Fonte : CONFINDUSTRIA 10/06/2009

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Conclusioni

Dopo aver approfondito le potenzialità e i limiti delle pmi e analizzato le politiche dell‟Unione Europea verso questo segmento d‟impresa, mi urge fare una riflessione sulle politiche adottate dall‟Italia verso quelle che l‟Ue considera come il mezzo per fare dell‟Europa "l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo". Il nostro paese, come abbiamo visto, è fortemente caratterizzato nel suo tessuto produttivo dalla presenza di micro-piccole e medie aziende. In considerazione di ciò, suddette imprese dovrebbero ricevere tutta l‟attenzione e l‟aiuto possibile dagli operatori economici e dai policy-maker. Tutto ciò, a mio modesto avviso, non avviene nella maniera dovuta:

troppe volte si spera e si fa ricorso a politiche Europee per far fronte a una carenza del sistema-Italia strutturale e culturale. Manca una vera e propria politica di rilancio delle Pmi e di aiuto a far nascere realtà che come abbiamo visto possono reggere, in alcuni casi, meglio di altre realtà produttive, la sfida alla globalizzazione. Anche il sistema bancario -anche se negli ultimi anni ha avuto qualche miglioramento- ha bisogno di una sterzata: bisogna che questi „giganti‟

dell‟economia comincino a essere protagonisti attivi del mondo produttivo e non semplici spettatori di una realtà divenuta sempre più difficile alla luce delle internazionalizzazioni dovute all‟ampliamento dei mercati. Ritornando alle policies di facilitazione per le Pmi è necessario, dunque, un approccio diverso rispetto a quello degli ultimi anni: occorrono politiche di riduzione fiscale;

incentivi nazionali adeguati (non solo di provenienza Europea) che valutino il

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merito e i progetti più innovativi (si pensi al settore ambiente e/o Ricerca&Sviluppo); lo sviluppo di nuove figure professionali che sappiano accompagnare i piccoli-medi imprenditori nel loro cammino di crescita e sviluppo; e infine strutture istituzionali (agenzie regionali per le PMI) che facciano da raccordo tra le politiche della Comunità e quelle delle realtà regionali che come abbiamo visto sono diverse tra nazione e nazione, e, addirittura, all‟interno dello stesso paese.

Infine, per terminare, si spera che l‟Italia adotti il principio Comunitario, introdotto dallo Small Business ACT, per favorire quel grande motore dell‟economia europea che sono le piccole e medie imprese: “Innanzitutto pensare piccolo” THINK SMALL FIRST!

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